In merito alla questione “burqua si burqua no”, a me basterebbe il commento n°2 di Pike per rendere chiare alcune cose:
“se indossi il burka non si vedono i tatuaggi, le tette di silicone, le mutande firmate da finocchi pervertiti con i capelli pieni di grasso di altri animali ed il trucco. Tutta roba che se non si vede leva il damangiare ad un casino di parassiti che hanno la bocca veramente larga.”Anche a me sembra che le posizioni di Pike non siano così distanti da quelle di chi si auspica che ogni imposizione venga rifiutata. Nel condividere l’osservazione di Audisio circa l’arbitrarietà dell’imposizione francese a non portare il burqa, non posso fare a meno di percepirla come un’operazione “minore” di esportazione (leggi IMPOSIZIONE) di “democrazia”.
Quella occidentale che ha colpito e colpisce unicamente le popolazioni, piuttosto che coloro che le opprimono.
I talebani sono ancora lì, i militari dell'occidente democratico anche. Vorrà pure significare qualcosa?
Inoltre, come dire…? Ci sono burqa che coprono e burqa che scoprono, ma sempre di capire quanto siano scelti e quanto imposti si tratta.
Si tratta sempre di capire se “scoprirsi” sistematicamente, o dare prova di “liberazione” attraverso il culto dell’uso del corpo, non possa essere a sua volta una forma di sottomissione. E per di più accettata e percepita come segnale di rispetto della “dignità femminile”.
A mio modestissimo parere, la grande fallacia della modernità è definire “libertà” l’azione dello “scoprire”, portare alla vista, “mostrare”, il corpo come una scena di guerra o un abuso su chicchessia; non importa cosa, ma “MOSTRARE”.
Per l’occidente “democratico”, è l’atto del mostrare che si sostituisce all’oggetto o all’evento mostrato stesso, togliendogli significato e spegnendo il senso critico.
Mostrare, come sinonimo di "assolvere". Mai stato tanto vero.
In poche parole: nessuna “liberazione” può essere calata dall’alto senza rischiare di diventare a sua volta un’oppressione. Nel caso delle donne musulmane o islamiche, non solo la verità sul burqa è ancora lontana dall’essere raccontata, non solo si tratta di un’operazione “feticcio” per spacciare ben altri messaggi che non la presunta volontà di “liberare” le donne; si tratta anche di capire che qualunque liberazione è davvero tale solo se scaturisce da un’azione delle dirette interessate.
“Però mi pare elitario parlare con questa attenzione del burqa in un Paese che trasmette immagini di donne appese ad un gancio e marchiate sul deretano come bestie.”«Prego la regia di inquadrare lo spettacolare décolleté »E, per favore,
non mi toccate Paco De Lucia...captcha:
"Oste, com’è il vino?" "Ottimo! Altro che quello dell'osteria di fronte!"BINGO!
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