Ecco alcune narrazioni di episodi sensazionali, riferite da Plinio il Vecchio, nella sua "Storia Naturale": "Travi brillanti apparvero all'improvviso dopo la disfatta navale che costò ai Lacedemoni l'impero di Grecia" (Cap. XXVI). "Tre lune comparvero simultaneamente durante il consolato di Domizio e Fannio" (Cap. XXXII). "Una scintilla, cadendo da una stella, si accrebbe avvicinandosi alla terra e, dopo avere raggiunto la grandezza della Luna, diffuse la luminosità di un giorno nuvoloso, per ritirarsi poi nel cielo sotto forma di torcia." Seneca, dal canto suo discetta sul distinguo "fra travi tonanti e le meteore tonanti; fra quei fuochi riuniti che eccedono la grandezza del sole... e quell'altra luce così forte da essere confusa con quella degli astri, e talvolta così bassa e vicina all'orizzonte da poter essere scambiata per un incendio lontano..." Ecco infine alcuni significativi brani tratti dal "Prodigiorum Liber" dello storico Giulio Ossequente: "Tre soli splendettero nel medesimo tempo quella notte e parecchie stelle scivolarono attraverso il cielo a Lanuvio (175 a.C.)... A Capua si vide il sole di notte, e due soli comparvero di giorno a Formia... In Gallia si videro tre soli e tre lune (122 a.C.)." Ancora più sconcertante è la citazione di un ulteriore evento, a tutti gli effetti inesplicabile, seguito dalla comparsa di un misterioso essere: "Su Faleri Véteres odierna Viterbo) il cielo sembrò spaccarsi come per una grande fessura, ed attraverso l'apertura splendette una forte luce... Nella tranquillità della notte, entrambi i consoli furono visitati, si dice dalla medesima apparizione: un uomo di statura superiore a quella umana, e ben più maestoso (235 a.C.)."
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