Ciao shm.
saremmo pure paranoici, sia io che te, però dovremmo andarci a maggior ragione con i piedi di velluto sulla questione "ebrei e cristianesimo".
Per quanto possano valere la mia opinione e le mie conoscenze, a differenza di molti altri illustri, addirittura vescovi-massoni, l'esempio in questione di Eugenio Pio Zolli è dei più genuini. Inoltre non è ha mai ricoperto una "carica ecclesiastica", ma era un padre di famiglia che una volta cattolico si è spesso fatto i fatti suoi, salvo insegnare ebraico e tenere delle lezioni pubbliche in cui, sconsolato, notava il basso livello recettivo dell'uditorio, avendo ormai appiattito il nostro clima occidentale ogni traccia di spiritualità a letteralismo, incapace il nostro occhio della contemplazione di elevarsi alle realtà superiori e alle letture interne del testo sacro.
Puoi crederci oppure no.
Non è qui che si tratta inoltre di una sorta di attestato ricevuto dalla Chiesa, dal momento che al contrario viene tirato in ballo la collaborazione di Biglino con le edizioni san Paolo per attestare la serietà e capacità dello studioso.
Ti potrei dire che la traduzione personale di alcuni passi dell'AT, mi pare dei salmi, svolta da Zolli viene usata in alcuni grandi monasteri italiani.
La questione sul termine Nazareno è prettamente scientifica invece, e secondo me quanto scritto da Zolli diversi anni prima della sua particolare conversione, non può essere invalidato dalle interpretazioni che il suo scritto ha affrontato e superato (cfr "Il Nazareno", primo capitolo).
Chi affronta l'argomento, deve per forza di cose tenere conto di quanto affermato da Zolli, e semmai smentirlo.
Quando parli di "sensazioni" non so a cosa ti riferisci, dal momento che io non stavo parlando di sensazioni. Per me è chiaro che quanto contenuto nella bibbia abbia la pretesa di avere un significato trascendente, escatologico. Chi appiattisce uno di questi alle proprie concezioni e ai propri punti di vista secondo me falsa il suo messaggio.
Ad esempio noi non possiamo prendere un testo Indù e, per quanto possiamo conoscere alla perfezione il sanscrito a livello accademico, tradurlo secondo le nostre conoscenze. Abbiamo bisogno della Tradizione Indù, che ha messo per iscritto quei testi dopo secoli di trasmissione orale, e che oralmente si è passata le chiavi ermeneutiche per interpretarlo. Lo stesso è capitato per l'Antico Testamento, prima trasmesso oralmente, poi scritto in geroglifici ideografici, successivamente tradotto; e toccava agli allievi sin fa bambini imparare le vocalizzazioni e la compitazione del testo (cosa ormai dimenticata!), dal maestro che insegnava oralmente.
Biglino è fuori da tutto ciò, e - ripeto - per te (e sicuramente per lui) può essere meglio così. Applica un metodo tutto suo, e come può esserci lui ad aver scoperto chissà quale verità possono esserci arrivati in altri ventimila, a partire dall'esempio per me più ridicolo e facilmente smentibile, quello di Malanga che fa esegesi anche dei testi orientali, fino a Zecharia Sitchin che purtroppo ha fatto dei madornali errori di traduzione dai testi da cui è partito.
Una traduzione, per quanto scientifica, è anche sempre ideologica, bisogna semplicemente sapere da che parte stare.
Esempio che in parte c'entra e in parte no: in Giovanni 4 c'è il famoso dialogo tra Gesù e la Samaritana. Quando la donna dice «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa», Gesù rispone nella traduzione italiana CEI/Gerusalemme «Sono io, che ti parlo».
Sembra una traduzione corretta, scientificamente corretta intendo, fior fior di accademici eccetra. Il greco riporta come risposta, prima di quella frasetta tradotta con "che ti parlo", Ego Eimi
Ego Eimi, che significa Io Sono, che è anche l'autoproclamazione tipicamente Giovannea della divinità di Gesù.
Adesso, i Padri traducevano questo passo come un'autoproclamazione, in quanto Gesù glissa sulla domanda riguardante il messia, come fa quasi sempre, e si proclama Dio, in modo trascendente e non storico-orizzontale.
Chi conosce queste sfumature ed è all'interno di una certa tradizione tramandata dall'inizio del cristianesimo traduce con il divino e tipico "Io Sono", che è il nome che Dio trasmette a Mosè. Chi non conosce ciò e si attiene ad una certa letteralità traduce con la risposta affermativa che leggiamo in italiano.
Chi ha ragione? C'è una ragione? Almeno si vede la presenza di un'ideologia, volontaria o no?
---
Ps: non fate confusioni tra Gnosi e Gnosticismo, perché sono ai poli opposti.