Un resoconto della mobilitazione di oggi, a Vicenza.
La cronaca multimediale della manifestazione.Scontri e tensione durante il corteo."Tafferugli e scontri si sono verificati tra alcuni giovani che si erano messi alla testa del corteo (con caschi, maschera antigas e scudi protettivi) e le forze dell'ordine. I primi hanno lanciato sassi e fumogeni, i secondi hanno risposto con qualche lacrimogeno."Una prova generale in vista del G8? Lo hanno scritto alcuni organi di stampa e lo ha detto il telegiornale-pilota della Rai, diretto dall'uomo di fiducia di Berlusconi, annunciando la manifestazione di Vicenza, il “ No Dal Molin”. Ed hanno evocato l'immagine di no global, che proprio da Vicenza, darebbero il via alle contestazioni con una prova di forza e magari di violenza, per poi proseguire per tutte le giornate della riunione aquilana dei capi di governo."Anche testate insospettabili come Repubblica.it ci sono cadute dimenticando che chi da mesi e mesi organizza la protesta, manifesta, rappresenta, in modo inequivocabile migliaia di persone che abitano questa città e che la vogliono libera da pesanti servitù militare.
Bisognava invece mettere le mani avanti, parlare dei no global, prevedere sfracelli, criminalizzare preventivamente tutti coloro che oseranno far sentire la loro voce ai capi dei governi che si riuniranno all'Aquila. Insomma, se qualcuno rovinerà la “ festa” di Berlusconi, tutti dovranno sapere che si tratta di estremisti, violenti, magari comunisti. Non è un caso che la Rai metteva in sintonia G8 e Dal Molin e suonava la gran cassa dando inizio ad un gigantesco spot berlusconiano che ci accompagnerà per tutte le giornate del G8.""Era stato concordato che carabinieri e polizia sarebbero stati all'interno dell'area del Dal Molin, invece sono stati mandati a bloccare il corteo, cercando il contatto con i manifestanti, provocando migliaia e migliaia di donne e uomini,"Ormai, il termine "NOGLOBAL" è diventato strumentale al governo.
L'etichettamento di interi settori sociali e di grandi numeri di cittadini con un termine che riporta ad azioni violente talvolta fini a se stesse, viene utile a chi cerca lo scontro, allo scopo di neutralizzare la portata delle contestazioni diffuse e ragionate di quanti, anche al di là della contingenza del summit, continuano ad informare e a mobilitarsi.
Che ci sia un collegamento diretto tra quanto viene imposto a Vicenza e ciò che viene discusso durante il G8, è fuori discussione.
Ma circoscrivere questo tipo di proteste, e finalizzare le energie all'evento G8, rischia di spezzare una "continuità" della quale c'è bisogno, e rischia anche di frammentare ulteriormente il quadro di interconnessione tra le cose, indispensabile affinchè le lotte si incrocino tra loro.
Come c'è bisogno di individuare nuove modalità di proteste.
In Abruzzo, quasi tutti i comitati delle tendopoli hanno espresso la loro opinione circa i rischi di strumentalizzazione politica delle loro ragioni da parte di chi si recherà a L'Aquila durante il G8, e di conseguenza da parte di chi reprimerà le mobilitazioni.
Evidentemente, e con lungimiranza, hanno saputo "leggere" nei fatti di Genova alcune cose che sfuggono ancora a molti.