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Linucs ha scritto:
E "velocità Warp" significa che l'Enterprise viaggia ad una velocità superiore a quella della luce, ma hai dimenticato nuovamente di spiegare il "come".
Orbene, se la tua riforma non impone uguali risultati ma solo un uguale punto di partenza, significa necessariamente che il medesimo punto di partenza economico deve essere assegnato (imposto) in qualche modo, oltretutto senza la possibilità di quantificarlo in denaro.
La mia cosa?
Prima di tutto non ho capito bene come si è passati da una critica alla formulazione di una riforma e nel qual caso chi avrebbe fatto tale proposta.
Io sto parlando di quello che si vorrebbe per vivere in giustizia ed uguaglianza. Utopia? Forse. Ideale? Di sicuro. E non smetterò mai di sollevare questioni se questi due. per me, principi fondamentali per una vita serena su questo pianeta non vengono rispettati. Non ho soluzioni da pillola rossa o blu, ma un mio personale senso di giustizia e una mia idea di società, che sono e restano miei, senza pretese di applicazione e ancor meno di imposizione. Ma mi sembra umanamente importante porle davanti ad altre cose. E per quel che mi riguarda una società dove non siano garantiti questi diritti fondamentali non è una società in cui vorrei vivere. Irrealizzabile? Può anche d'arsi, ma sai com'è? Non si sa mai.
Premesso questo.
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Ciò implica comunque e necessariamente un trasferimento di risorse, il quale immagino non sarà propriamente "volontario". Poiché il denaro non esiste, ma esiste comunque una forma di capitale (altrimenti il "risultato" di cui sopra sarebbe difficilmente quantificabile) direi che l'unico modo per garantire quanto da te auspicato è forzare ogni individuo a partire dal medesimo status economico. Tale condizione, essendo identica per tutti, viene dunque a rappresentare un nuovo zero esattamente come il famigerato reddito di cittadinanza: "cosa accadrebbe se tutti i cittadini avessero un reddito garantito di 1000 euro al mese?" - "l'affitto aumenterebbe di 100 euro secchi."
Tu immagini.
Appunto.
Visto che parliamo di semi-fantasia allora ti dico che nel mio mondo ideale non ci sono tasse, non c'è denaro e l'amministrazione pubblica (che continua ad esistere) è portata avanti in maniera democratica ad elezione proporzionale diretta con una marea di istituzioni di controllo con collegi non elettivi ma a scelta casuale.
Ora che ti ho reso partecipe dei miei vaneggiamenti posso comunque dire la mia opinione sulla questione del denaro senza ricevere accuse di socialismo, statalismo o qualsiasi ismo che venga in mente a qualcuno?
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Ottimo. E quando si rivela un incapace lo possiamo finalmente lasciar crepare di fame?
Nella mia società ideale no, ma nella realtà certo.
Come uno va finire per strada se perde il lavoro, l'imprenditore chiude baracca e burattini e si leva dalle scatole, e allora?
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L'ultima volta che ho sentito questa storia del "punto di partenza uguale per tutti" c'era la scuola pubblica, "gratuita" ed obbligatoria che doveva creare liberi pensatori in barba alle differenze tra ricchi e poveri. Oggi si stanno chiedendo com'è che i pargoli non conoscono l'origine del giorno e della notte, dopo aver imbottito le loro misere teste con favole sull'Aborigeno Gentile.
Questo semplicemente perchè si è tolto il senso della storia, della scienza e della cultura dalla scuola e rendere l'insegnamento privato apre esattamente alle stesse problematiche anche se con l'apparenza della libera scelta. Sempre per le stesse cavolo di regole economiche che andrebbero a regolamentare ilmercato dell'insegnamento che dovrebbe al contrario dipendere esclusivamente dalla qualità dell'insegnamento.
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Il che implica la necessità di espropriare arbitrariamente determinate proprietà ed assegnarle ai più meritevoli, benché non ci sia modo (se non sperimentandolo) di sapere a priori chi sarà un buon amministratore e chi non lo sarà.
E rieccomi trasformato in comunsita.
Eccheppalle.
Espripriare, rubare, togliere, collettivizzare...ma la pianti o no?
Regole. Cazzo. Regole e leggi che facciano in modo che il capitale da solo non sia sufficiente alla guida di una azienda. Voglio l'imprenditore laureato sul serio, che sappia cosa fa quando investe, che sappia cosa sta facendo quando muove insieme a quei capitali che maneggia anche la vita di chi lavora per lui.
E pretendo che se è un incapace gli venga impedito di nuocere perchè non è soltanto della sua vita che si parla, ma di tutte quelle che dalle sue decisioni dipendono.
Un imprenditore deve rendersi conto che si assume una responsabilità quando fa qualcosa e non rivendica soltanto il diritto di scelta individuale. Mentre un operaio se sbaglia paga del suo, se sbaglia un imprenditore pagano tutti. E questo soltanto perchè c'ha messo il capitale. Se mi permetti è ingiusto sotto tutti i punti di vista, morali, sociali e anche logici.
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Poniamo che la tua proposta sia applicabile. Poiché le opportunità dipendono anche dall'ambiente circostante (c'è differenza tra nascere al centro di Tokyo oppure in una remote regione della Tutumbia), come intendi risolvere le inevitabili disuguaglianze di origine geografica?
Aridaje con la mia "proposta".
Mo basta.
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Quindi la libertà è qualcosa che va dato e/o concesso ma comunque amministrato?
Certamente può: quando descrive un'alternativa in termini concreti, in mancanza dei quali dobbiamo tirare ad indovinare.