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  il potere dei consumatori

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Autore Discussione
Re: il potere dei consumatori
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 25/6/2004
Da
Messaggi: 3996
Offline
Il capitalismo è forte e resiste perché è in una situazione di fatto in cui i posti di lavoro, in maggioranza, dipendono dalla sua continuità, mitici operai compresi, e, in assenza di una credibile alternativa, va avanti come una nave che, anche con i motori spenti, ha un forte abbrivio che la fa camminare a lungo.

Notare come l'ormai compianto "comunismo" sia scomparso, e come ecologismo ed ambientalismo abbiano preso il suo posto.

Sarà un caso? Mistero: eppure ricorre l'immagine delle "realtà legate al territorio", del "locale", del "trasporto non necessario", l'orto, il frutteto, la capanna, la natura, naturalmente soltanto dopo aver favorito i giusti movimenti umani per riformare la demografia secondo canoni più equi e solidali. Ovvero: il "comunismo" si proponeva di rubare ai ricchi per dare ai poveri, ora invece si lasciano stare i ricchi (quelli veri, alla Soros, e i loro paladini foraggiati da C*saleggio A*sociati & C) e si spaccia la capanna di fango come conquista. Chiaro che uno alla fine rimpiange il "comunismo". Il "comunista" ti sparava in testa per espropriare; questi ti vorrebbero sparare in testa (democraticamente, per carità) perché gliel'ha detto Gaia La Madre Terra.

Il lettore che non fosse completamente cretino potrebbe anche cominciare a cogliere un trend... ma se noialtri pigliamo soldi da petrolieri e banchieri, s'interroghi il lettore: e padegre chi cazzo lo paga per scrivere 'sta roba?
Inviato il: 4/11/2008 20:50
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  •  padegre
      padegre
il potere dei consumatori
#1
Mi sento vacillare
Iscritto il: 28/11/2007
Da
Messaggi: 496
Offline
- il potere dei consumatori -
a cura di Paolo De Gregorio, 1 novembre 2008

Il capitalismo è forte e resiste perché è in una situazione di fatto in cui i posti di lavoro, in maggioranza, dipendono dalla sua continuità, mitici operai compresi, e, in assenza di una credibile alternativa, va avanti come una nave che, anche con i motori spenti, ha un forte abbrivio che la fa camminare a lungo.
Sembra invincibile e nessuno si scandalizza se si usano soldi pubblici destinati a scuola e sanità per far ripartire banche private, che hanno truffato i loro clienti.
Ma ha un tallone di Achille. E’ bastato vedere un decremento del 2-3% dei consumi che immediatamente si è parlato di emergenza, di licenziamenti, non più di stagnazione, ma della temutissima recessione.
Lo stesso petrolio, il cui prezzo nessuno era riuscito a fermare (fino a 146 dollari barile), è stato fermato dalla diminuzione dei consumi, e quindi dalla minore richiesta sul mercato (fino agli attuali 60 dollari barile).
La mia non è una opinione personale, ma un fatto oggettivo. Se vi sono persone che hanno come obiettivo la fine del capitalismo (non della piccola iniziativa privata), esse hanno una arma micidiale, ridurre i propri consumi allo stretto essenziale e cercare di convincere altre persone con il proprio esempio, perché è indispensabile che il mondo esca dal ciclo capitalista che lo sta portando ad una crisi climatica di proporzioni disastrose.
Oggi siamo ad un bivio, o impariamo la lezione che ci viene dalla crisi finanziaria provocata dalla avidità criminale del grande capitale internazionale, crisi a cui si sommerà quella ambientale perché non si sta facendo nulla per prevenirla, e qui parliamo del grande capitale industriale che trova troppo costoso rendere meno inquinanti le sue attività, oppure ne pagheremo amaramente le conseguenze.
Siccome in Italia non vi è alcun partito che voglia boicottare il capitalismo e sostituirlo con una forte politica che metta regole nella prospettiva della sostenibilità ambientale, dell’autosufficienza energetica con le rinnovabili, della autosufficienza alimentare con una grande riforma dell’agricoltura, occorre fondarlo dal basso e dire che se anche fossimo solo il 10% della popolazione italiana e cominciassimo a partire da noi stessi con uno sciopero generale continuato dei consumi non essenziali, il risultato sarebbe presto molto visibile.
Chiunque voglia cambiare questa realtà non ha altra strada che prendere sulle proprie spalle la responsabilità di farlo, poiché la cosiddetta democrazia delegata oggi è solo un teatrino di mediocri che prendono ordini dalle forze economiche, e ai cittadini è stato tolto persino il voto di preferenza.
Oggi politica ed informazione sono espressione del grande capitale e non è un caso che il maggior capitalista italiano sia da 15 anni in politica e si sia persino fatto delle leggi per uso personale.
Crisi finanziaria, crisi economica, crisi ambientale sono strutturali, non passeggere, e sono creature del tanto decantato liberismo e della globalizzazione.
E’ un sistema che va fatto fallire, non aiutato a rialzarsi. In un sondaggio pubblicato da “Stern” in Germania il 70% dei tedeschi vorrebbe vedere nazionalizzati il sistema finanziario, energia, trasporti.
Molte persone oggi, sottraendosi alla schiavitù del lavoro salariato o stipendiato, magari vendendosi la casa in città, possono cominciare a vivere in modo moderno, alternativo, andando nelle campagne abbandonate, dove la terra costa molto poco, e cominciare una nuova vita indipendente producendo elettricità con pannelli fotovoltaici e vendendola all’Enel. Questa attività abbinata ad un orto, un frutteto e qualche animale da cortile, non sarebbe una vita malvagia, nessuno ti può dare ordini, né licenziarti, e con la elettricità si cucina, ci si scalda, ci si rinfresca, e con una macchina con motore elettrico ci si sposta, e per il resto c’è internet.
Comunità di questo tipo legate al territorio, senza sfruttati né sfruttatori, autosufficienti e a emissioni zero, potrebbero essere un grande esempio da imitare.
Paolo De Gregorio
Inviato il: 4/11/2008 14:22
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