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Indice del forum Luogocomune
   Politica Interna & Estera
  28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).

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  •  florizel
      florizel
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#61
Sono certo di non sapere
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Manfred
Citazione:
nessun espediente più o meno tecnologicamente avanzato può sostituire il contatto con l'interlocutore e il linguaggio del corpo, che svela ben presto ogni insinuazione o malafede.

Eppure la scatoletta diabolica ci è riuscita benissimo... vedi che torna il discorso delle "sostituzioni"?

Citazione:
Internet rimarrà per me quello che il buon senso detta: una fonte di informazioni facilmente consultabile, uno scambio di notizie in tempo reale e non certo un centro di nuova spiritualità e fraternità virtuale, che, come tutte le invenzioni volute dall'alto, risulta manipolato e, se non contrastato adeguatamente, ulteriormente manipolabile.

e figuriamoci un momento cosa può essere una cabina elettorale ed una X messa su un pezzo di carta...

Comunque, Manfred, mi compiaccio: non ti facevo tanto "fattivo"...

E sottoscrivo Calvero:

"Quando mi stacco dal Computer e vado in giro, incontro gente, colleghi, e situazioni: qualcosa da me comunque riflette il mio intelletto. E quel che discutiamo fuori, in strada o al lavoro o mentre mangiamo una pizza ..è sempre il compendio del nostro vissuto mentale. Il medesimo che qui comunque elaboriamo."

Portiamo fuori di qui quello che di buono ci dà questo limitato scambio.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 8/3/2010 0:54
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  •  florizel
      florizel
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#62
Sono certo di non sapere
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Sempre su Reset, Doriana Goracci pubblica la lettera ricevuta da Sergio Giovagnoli, dirigente nazionale dell'Arci Lazio.

Ovviamente, ha ricevuto delle risposte...

Ne riporto solo un breve stralcio, a testimonianza delle fallacie e delle facili retoriche su questa nefasta abitudine alla delega...

"Non votare significa solo affossare ancora di più quel barlume di speranza di cambiamento che, nonostante tutto, qualche milione di persone oneste continuano a coltivare anche attraverso il voto.
Specie adesso che il rischio di un neofascismo mediatico è sempre più concreto ci sarebbe bisogno di unire tutte le forme di lotta e di critica radicale al sistema e non disperdere alcuna energia."


Qualcuno disse che "quando saremo tutti colpevoli, sarà la democrazia".

Era Albert Camus, che non a caso fu un libertario.
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Inviato il: 8/3/2010 14:14
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  •  florizel
      florizel
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#63
Sono certo di non sapere
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E arriva, puntuale in tempi di maretta, la minaccia eversivo-terroristica.

Indovinello:

"A rischio, in particolare, il materiale elettorale."

Cioè, urne, schede, registri, e cancelleria?

O il "materiale elettorale", cioè la materia prima, sono gli elettori?



L'11 settembre fa ancora scuola.
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Inviato il: 12/3/2010 0:23
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  •  florizel
      florizel
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#64
Sono certo di non sapere
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Riporto qui lo stralcio di un commento di Rick nell'articolo in Home, perchè a mio avviso contiene elementi importanti per intercettare il meccanismo che permette alla "democrazia" (o quello che con essa la politica corrente intende) di assicurarsi sempre il "consenso".

A parte questo stralcio, tutta la spiegazione di Rick circa gli ingranaggi messi a disposizione dal "sistema" PER salvaguardare se stesso, e non gli ipotetici destinari della sua ragion d'essere (o "ragion di stato"...), è davvero notevole.

Il dissidio sta nel fatto che in molti vorrebbero cambiare il sistema con gli strumenti del sistema, illudendosi che il leviatano stia lì fermo a farsi modificare dal plancton che ha tra i fanoni.

Per un cambiamento io ritengo sia inevitabile l’assunzione di rischi personali. Può piacere o non piacere, si può essere d’accordo o meno, ma 1.000.000 di persone che decidono di non votare più dei criminali (o 500.000 che firmano leggi popolari, come preferite) cadono nell’oblio e alla fine non incidono (né contribuiscono ad incidere), mentre 1.000 Alexandre Jacob avrebbero secondo me riscosso un risultato ben maggiore.


Questa seconda parte, però, comporta dei rischi, almeno per il fatto di non essere più all'inizio del secolo. I mezzi di controllo e di protezione del sistema sono fortemente e raffinatamente aumentati, a partire dalla propaganda fino all'asservimento intellettuale, o mentale, allo status quo.

L'idea di fondo però è ancora tutta valida, e mi chiedo, chiedendolo anche a Rick stesso, se vede nell'autoproduzione una prima, seppur rudimentale e in forma inizialmente isolata, forma di distacco dal sistema.

Detto così è semplicistico, ma credo che se si discuterà, il concetto verrà ampliato.

Ma la storia che il personaggio di Arsenio Lupin sia stato ispirato dalle "gesta" di Jacob, non la sapevo...!

Quell'anarchico di nome Jacob.

Intanto lascio un video da youtube, "Il discorso tipico dello schiavo", di Silvano Agosti.



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Inviato il: 12/3/2010 1:19
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  •  sitchinite
      sitchinite
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#65
Sono certo di non sapere
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siamo arrivati a 3 pagine... cosa ci sarà mai stato da scrivere per fare 3 pagine sul tema....
a me piacerebbe che ognuno scrivesse cosa farà il 28 e 29 marzo alle elezioni. Chi voterà e perchè.
Fare proclami o ragionamenti su questa o quella teoria non porta a niente in questi casi.
Dal canto mio, 2 anni fa quando son diventato pomentino di residenza non ho nemmeno ritirato la tessera elettorale, e non ne ho la minima intenzione.
Il 28 e 29 saranno giorni normalissimi... sarà il 30 la pacchia, nel leggere i pareri degli esperti che tentano di commentare i risultati.
Inviato il: 12/3/2010 7:56
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  •  Infettato
      Infettato
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#66
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
a me piacerebbe che ognuno scrivesse cosa farà il 28 e 29 marzo alle elezioni. Chi voterà e perchè.


Di tutto di più…sicuramente penserò anche a quei COGLIONI che metteranno la crocetta (inconsapevoli o meno i limiti sono stati superati), mi auguro che lo statalismo si accanisca su di loro.
_________________
Infettato dal morbo di Ashcroft
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Quando ci immergiamo totalmente negli affari quotidiani, noi smettiamo di fare distinzioni fondamentali, o di porci le domande veramente basilari. Rothbard
Inviato il: 12/3/2010 9:46
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  •  florizel
      florizel
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#67
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sitchinite
Citazione:
siamo arrivati a 3 pagine... cosa ci sarà mai stato da scrivere per fare 3 pagine sul tema....


Se continui così, non ci sarà assolutamente più nulla da scrivere, visto il VUOTO assoluto prodotto dai tuoi commenti.
Non so se afferri il concetto, ma trovo che non ci sia nulla di più democraticamente nefasto di individui a cui, pur potendo ampliare ed articolare i loro ragionamenti, viene loro comunque assicurato il "diritto" di demolire gli sforzi altrui.

Citazione:
a me piacerebbe che ognuno scrivesse cosa farà il 28 e 29 marzo alle elezioni. Chi voterà e perchè.

Bene, apri un forum a parte, invece di menartela qui con quello che a te piacerebbe. Oppure introduci la domanda inserendola nel contesto di questa discussione, piuttosto che fare piazza pulita di quanto prodotto dagli altri.
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Inviato il: 12/3/2010 11:49
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  •  sitchinite
      sitchinite
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#68
Sono certo di non sapere
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Citazione:

florizel ha scritto:

Bene, apri un forum a parte, invece di menartela qui con quello che a te piacerebbe. Oppure introduci la domanda inserendola nel contesto di questa discussione, piuttosto che fare piazza pulita di quanto prodotto dagli altri.


il thread riguarda le elezioni, la mia domanda é sulle elezioni, e siccome non vedo nessun 'contento di discussione' in quel che scrivete, ma semplicemente critiche al sistema del voto e ai coglioni che votano, vorrei capire voi cosa avete intenzione di fare, oltre a parlare.
Se poi a te piace solo parlare e ti offende che ti chiedano: 'voterai? non voterai? andarai a fa na scampagnata?' non ci posso far niente...
non rispondere e ciccia.
Inviato il: 12/3/2010 13:45
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  •  florizel
      florizel
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#69
Sono certo di non sapere
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Citazione:
siccome non vedo nessun 'contento di discussione' in quel che scrivete, ma semplicemente critiche al sistema del voto e ai coglioni che votano, vorrei capire voi cosa avete intenzione di fare, oltre a parlare.


Se continui a scrivere cazzate tu, il "contento" non arriverà mai, perchè cadono braccia e crescoo metri e metri di barbe.

Qui non siamo al bar che ci raccontiamo COSA faremo domenica e lunedì, se scoperemo tutto il giorno o faremo la scampagnata: qui parliamo dei motivi per cui si decide di NON recarsi alle urne.

Se ti interessa sapere quali siano i motivi PER votare, apriti un altro forum, o se intendi usare questo, fallo pertinentemente.
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Inviato il: 12/3/2010 18:26
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  •  sitchinite
      sitchinite
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#70
Sono certo di non sapere
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REBUS (chiave: 2 - 9)



ti lascio ai tuoi sproloqui da bar
Inviato il: 12/3/2010 20:13
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  •  Manfred
      Manfred
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#71
Dubito ormai di tutto
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Il primo rebus in dialetto sconosciuto. Nemmeno gli scienziati di Viterbo potevano inventarsi una trovata del genere!(chiave:2-9)
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Manfred
Inviato il: 12/3/2010 23:26
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  •  florizel
      florizel
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#72
Sono certo di non sapere
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ti lascio ai tuoi sproloqui da bar

Vai a cagare lo dici a tua sorella, sitchinite.

Nonostante si possa immaginare che nemmeno quel rebus da idioti sia farina del tuo sacco.

Ora, se volessi evitare di ammorbare il resto dei forum, questo sito ne gioverebbe non poco.
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Inviato il: 12/3/2010 23:32
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  •  benitoche
      benitoche
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#73
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Citazione:

florizel ha scritto:
qui parliamo dei motivi per cui si decide di NON recarsi alle urne.
.


A questo punto voglio allora presentare un altro testo di un altro doppiogiochista, che con la tecnica dialettico-formale riesce da anni ad essere qui e là nei vari salotti televisivi, mostrandosi a volte di sinistra e a volte (per esempio oggi che i tempi stanno mutando in modo così travolgente e "transformista"!!!) contro il Pd. Si tratta di Giovanni Sartori. Ecco cosa scrive attualmente da vero idealista (uomo di sinistra pentito?) oggi (Corriere della Sera del 21/11/09).

"Francesco Alberoni scriveva giorni fa (il 20 ottobre) che "Persi gli ideali a cosa si rivolge la spinta umana? Solo al potere e al denaro". Sì: ma è utile approfondire.

In primo luogo, non dobbiamo confondere ideali con ideologie. Sono cose diverse e anche nemiche. Intesi come obiettivi di valore gli ideali acquistano centralità nella politica con l'illuminismo, non prima. La parola "ideologia" viene poi coniata da Destutt de Tracy nel 1796, e dunque in sul finire dell'Illuminismo, per dire "scienza delle idee"
un significato letterale che non ha attecchito e che è stato stravolto dal marxismo, dal marxismo, per il quale l'ideologia diventa killeraggio e cioè un pensiero che non-è-più-pensato, un ex pensiero dogmatico e fanatizzato, che appunto ammazza il pensiero e le idee

Una seconda precisazione verte sul rapporto tra ideali e democrazia. Che è un rapporto strettissimo ma soltanto moderno, recente. Aristotele distingueva tra governo dell'uno, dei pochi, e dei molti, e poi tra il governo nell'interesse proprio o nell'interesse comune.
E per Aristotele la democrazia era il governo dei molti, o dei poveri, nel proprio interesse, e quindi un cattivo governo. Ma, attenzione, l'interesse comune che caratterizzava i buoni regimi non era, per lui, posto da ideali, e tantomeno dall'ideale della libertà individuale del cittadino. Hobbes lo precisava lapidariamente: "Ateniesi e Romani erano liberi, e cioè le loro città erano libere".

La grossa differenza è che il mondo antico su su fino al Rinascimento non si proiettava verso il futuro ma si poneva come un aumento, una crescita, delle origini. Alla stessa stregua non era "giovanilista": l'autorità, la "auctoritas" spettava alla saggezza degli anziani. Questa visione del mondo venne rovesciata dal Romanticismo "scoprendo la storia" come una dinamica innovativa che porterà man nano a configurare la democrazia liberale come l'ottimo governo sospinto e realizzato dai suoi ideali.

Il retroterra di questo sviluppo era che per la prima volta nella storia gli "esclusi" dalla politica venivano effettivanente inclusi dal suffragio universale. Ma se questa inclusione "perde gli ideali", e con essa il senso del "dovere etico", allora il buon governo democratico va alla deriva.
Si è detto che la politica è la guerra con altri mezzi

Oramai sarei più incline a dire che la politica è il ladrocinio, la pappatoria, con altri mezzi. "Omnia Romae cum pretio", tutto a Roma si può comprare, scriveva Giovenale. Invece oggi?

Ci stupiamo che anche la sinistra venga travolta in questa frana. Ma perché? Le sue credenziali intellettuali risalgono all'immediato dopoguerra, a quando il Pci ereditò il grosso della cultura idealistica (Crociana o Gentiliana che fosse) che allora dominava in Italia. Marx "rovesciò" la filosofia idealistica di Hegel.
Un secolo dopo i nostri idealisti rovesciarono a loro volta, Croce e Gentile, e si ritrovarono senza alcuno forzo marxisti. Ma il Pci del Migliore era, di suo, spietato cinismo di potere nei vertici, e un partito di ideologia (non di ideale) nel suo apparato. E una volta usciti di scena gli idealisti marxisti, a loro sono subentrati, come nucleo dirigente del Pci, gli addestrati alle Frattocchie; addestrati, appunto, al killeraggio ideoloico e per ciò stesso largamente incapaci di ripensarsi e di pensare "ex novo". Il che lascia il Pd (oggi di Bersani) come un gruppo di potere - con nobili eccezioni, si intende - altrettanto cinico e baro dei gruppi di potere al potere".



Ecco dunque come stanno le cose

http://www.nereovilla.it/091121-dodi&c_e_ruberia.htm
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soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 12/3/2010 23:51
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  •  Calvero
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Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#74
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La grossa differenza è che il mondo antico su su fino al Rinascimento non si proiettava verso il futuro ma si poneva come un aumento, una crescita, delle origini. Alla stessa stregua non era "giovanilista": l'autorità, la "auctoritas" spettava alla saggezza degli anziani.



Questo è un concetto molto interessante. Direi condivisibile in toto se non fosse di sé farcito di una inevitabile utopia. Rientra anche in contrapposizione a quella logica che non sopporto che ci vuole vedere tutti a preoccuparci per il futuro dei nostri Figli, così prenderlo didietro nel presente a qualcuno può risultare meno fastidioso...

Sarebbe una buona idea per uno slogan intelligente << Non votate! vogliono costruirvi un futuro che non conoscono per mangiarvi il vostro presente. Se ci tenete alla vostra tavola apparecchiata, non invitateli a pranzo questi Idioti, il cibo è vostro! non foraggiateli oggi o il futuro sarà sempre il loro..>>
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Inviato il: 13/3/2010 5:22
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Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
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Un pò di musica gente?





CODA DI LUPO
Coda di Lupo è, insieme a La domenica delle salme, la sola canzone di Fabrizio ad avere un respiro, per così dire, storico. Mentre la domenica delle salme si "limita" a scattare una fotografia impietosa di quegli anni di "merda" che culminano nella caduta del muro di Berlino; inchiodando quell'avvenimento in una "fissità" che sortisce l'effetto di lasciarci sgomenti. I pochi riferimenti al passato di alcuni dei protagonisti non inficiano l'inferno di un eterno presente. Diversamente accade per "Coda di Lupo"! Qualche anno dopo, la storia di un impiegato, Fabrizio torna a parlare di politica. Tenta un bilancio e, per farlo, parte da lontano. Prova a tracciare una storia dell'antagonismo, usando un artificio: muove dagli indiani d'america e dal loro impatto colla civiltà occidentale per arrivare agli "indiani metropolitani" e al movimento del '77, che chiude il decennio cominciato nel 1968.

De André ci parla, in questa canzone scritta nel 1978, dell'ultimo vero conflitto che ha segnato la società italiana: quello fra l'estrema sinistra e il più grande partito comunista d'Europa, incapace nella sua totale cecità di sfruttare la vittoria elettorale del 1975, impegnato com'era a fare professione di moralismo e di austerità!

Il dio degli inglesi "sono" i valori della borghesia che vengono usati per far presa sull'animo di una classe che esce fuori dalla resistenza e dalla liberazione! Questi ultimi impersonati dal nonno.

Il dio perdente è lo spauracchio agitato, negli anni cinquanta, contro i primi sprazzi di ribellione giovanile, che assumono anche iconnotati tipici delle bande giovanile e dei "teddy boys"! L'alternativa? Un impiego da ragioniere!

Il dio goloso è quello capace di eliminare, fagocitandoli, i partigiani che non avevano smesso di credere che la liberazione avrebbe dovuto portare a ben altri risultati!

Il dio della scala ci parla della prima contestazione che, in Italia, ebbe l'eco della stampa. Ci parla delle uova marce scagliate contro gli invitati alla prima della scala, in un'Italia già e ancora divisa in due. Ci parla della prima "violenza" collettiva fatta e subita da parte di una generazione che si affacciava, allora, alla storia.

Il dio a lieto fine, che manca, è quello che ad un decennio di lotte e di contestazione risponde con il numero chiuso nelle università, incapace di recepire le istanze che scaturivano dalla società di allora. La strada viene, in qualche modo tracciata!

Ed arriviamo a generale capelli corti (Luciano Lama) che incarna l'ideologia più becera fondata sui valori assurdi del lavoro (il dio fatti il culo) che davanti al più imponente movimento che anima l'Italia del dopo guerra non trova niente di meglio da fare che attuare la sua squallida provocazione alla sapienza di Roma (il Little Big Horn). E' la più grande vittoria del movimento, ma anche l'inizio della sconfitta!

L'ultima strofa ci parla della lotta senza sbocco alcuno, la lotta armata da una parte e i sommovimenti culturali dall'altra(i teatri di posa dove scaricare la propria rabbia, quasi una sorta di feroce autocritica!). E la loro tragica separazione (ne riparlerà ne la domenica delle salme a proposito dei cantautori e delle loro voci potenti per il "vaffanculo"). La risposta individuale ai problemi della sopravvivenza (la pesca con le bombe a mano), gli atti di eroismo inutili da parte di chi continuava a lottare nelle piazze e nelle fabbriche. Rimangono solo pochi disperati, sparuti, che hanno perso la memoria e sparano anche a chi, tutto sommato, non meriterebbe una tale sorte! Il cerchio si chiude: la risposta che rimane ai loro falsi dei è un povero dio senza fiato e senza speranza che si gloria di questo suo tragico modo d'essere!
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soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 13/3/2010 10:07
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  •  Calvero
      Calvero
Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).
#76
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Da Fleed / Umon
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benitoche ha scritto:
Un pò di musica gente?



CODA DI LUPO
Coda di Lupo è, insieme a La domenica delle salme, la sola canzone di Fabrizio ad avere un respiro, per così dire, storico. Mentre la domenica delle salme si "limita" a scattare una fotografia impietosa di quegli anni di "merda" che culminano nella caduta del muro di Berlino; inchiodando quell'avvenimento in una "fissità" che sortisce l'effetto di lasciarci sgomenti. I pochi riferimenti al passato di alcuni dei protagonisti non inficiano l'inferno di un eterno presente. Diversamente accade per "Coda di Lupo"! Qualche anno dopo, la storia di un impiegato, Fabrizio torna a parlare di politica. Tenta un bilancio e, per farlo, parte da lontano. Prova a tracciare una storia dell'antagonismo, usando un artificio: muove dagli indiani d'america e dal loro impatto colla civiltà occidentale per arrivare agli "indiani metropolitani" e al movimento del '77, che chiude il decennio cominciato nel 1968.


...CUT...




interessantissime riflessioni

..in gamba
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 13/3/2010 15:20
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