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   Politica Interna & Estera
  comunisti:quelli che non imparano dalla realtà

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Re: comunisti:quelli che non imparano dalla realtà
#4
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 25/6/2004
Da
Messaggi: 3996
Offline
Qui bisogna finirla con la retorica della sinistra sulla accoglienza dei “migranti”, che è una sovrapposizione ideologica su di un fenomeno che è chiaro che ha spostato a destra la classe operaia (anche in Francia), ha determinato condizioni di vita e di lavoro insopportabili, senza tener conto di una strategia islamica, per nulla nascosta, che vuole penetrare ovunque con una aggressiva espansione demografica legata ad una loro grande prolificità. La vecchia sinistra, con la paura di essere tacciata di razzismo, ha piegato la testa di fronte ad un fenomeno pensato da capitalisti e preti, e voltosi evidentemente a loro favore.

Ma infatti: è sufficiente sfogliare Erasmo, la rivista gratuita creata appositamente da capitalisti e preti, per capire che il ragionamento non fa una piega. Capitalisti, preti e islamici sfornafigli si sono alleati per uno strano caso del destino al fine di favorire l'immigrazione, cosa nota a tutti tranne ai "giornalisti" di Frontpage Magazine, alcuni dei quali hanno una teorie lievemente differente. Che però non ci scomodiamo ad andare a cercare, altrimenti poi non possiamo più ammorbare il pubblico con i capitalisti e i preti.

E perché mai siamo chiamati ad occuparci dell'immigrazione, cosa che normalmente non siamo autorizzati a fare, pena l'etichetta di fascismo?

Provate ad indovinare:

Tra l’altro, qualunque discorso serio sulla sostenibilità ambientale e sulla “impronta ecologica” della nostra Italia, sarebbe frustrato dal perdurare della immigrazione, ricordando che il nostro territorio è piccolo, sovrappopolato e fragile e che in caso di crisi economica o fine della globalizzazione, si troverebbe nella impossibilità di nutrire i suoi cittadini, mentre occorre andare verso una decrescita demografica e dei consumi.

Bella questa: il territorio che nutre i cittadini. Mancano solo Madre Natura e Gaia.

Riassumendo: siccome l'obiettivo è la decrescita demografica (ma solo di alcune parti del mondo, ricordiamolo), è chiaro che l'arabo stona: se l'arabo continua a figliare c'è la possibilità che sia d'esempio infausto all'indigeno, il quale è invece costantemente chiamato alla decrescita felice, che è l'unico modo per fare un dispetto ai capitalisti e ai preti, e fare un favore a quella poveretta di Corinne Maier (probabilmente giapponese di Okinawa, a giudicare in modo spiccio dalla faccia - è pieno di giapponesi, te ne trovi sempre qualcuno tra i coglioni dove più te l'aspetti).

E naturalmente anche per far felici gli stronzi di Erasmo, ma questo al buon "padegre" probabilmente interessa assai poco, altrimenti si sarebbe già documentato in proposito, invece di ammorbarci periodicamente con le sue favolette su "capitalisti e preti".

Sfortunatamente, l'immigrazione massiccia e sostenuta si verifica negli stessi luoghi dove qualcuno ha deciso che "c'è troppa gente" (ovvero "gente con l'impronta ecologica troppo elevata", per chi vuol capire).

Lungi dal pensare che ci sia un qualsiasi collegamento anche vago tra le due cose, ci ritiriamo a meditare sulla saggezza dei folletti della foresta e sulla benevolenza della Madre Terra. Speriamo che la Sinistra faccia finalmente ammenda e chiuda per sempre i confini, in modo da poterci sterminare in pace a forza di carbon quotas senza l'odiosa interferenza degli islamici.

Notare, signori, che l'immigrato è sempre islamico, mai cattolico o buddista o ateo o quant'altro: evidentemente qualcuno è particolarmente ossessionato dagli islamici.

Ma forse il buon "padegre" voleva dire che esiste una razza islamica (oy!) particolarmente prolifica: non mi stupirei, visto che apparentemente è arrivata la telefonata per autorizzare improvvisamente un certo genere di discorsi là dove prima nessun mortale si poteva avventurare.
Inviato il: 20/4/2008 20:25
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  •  redna
      redna
Re: comunisti:quelli che non imparano dalla realtà
#3
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/4/2007
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Messaggi: 8095
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Il mondo contiene troppe persone che muoiono di fame.
Invece di pensare alle altre, o se abbiamo degli italiani nati da italiani o da altri...o invece di pensare a desalinizzare l'acqua (mangog....ma sai che significa desalinizzare l'acqua e rendere fertile il deserto...) ,la cosa più ovvia sarebbe far star bene QUELLE CHE CI SONO ORA.
I comunisti,qualora avessero imparato qualcosa, non sarebbero arrivati a questo punto.
_________________
C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Inviato il: 19/4/2008 17:35
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  •  mangog
      mangog
Re: comunisti:quelli che non imparano dalla realtà
#2
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 5/1/2007
Da
Messaggi: 2857
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Citazione:

padegre ha scritto:
Tra l’altro, qualunque discorso serio sulla sostenibilità ambientale e sulla “impronta ecologica” della nostra Italia, sarebbe frustrato dal perdurare della immigrazione, ricordando che il nostro territorio è piccolo, sovrappopolato e fragile e che in caso di crisi economica o fine della globalizzazione, si troverebbe nella impossibilità di nutrire i suoi cittadini, mentre occorre andare verso una decrescita demografica e dei consumi.

Soltanto se si riesce a mettere in piedi un movimento di massa su questi obiettivi e solo se si ottengono risultati concreti, si potrà pensare ad un partito, con regole che impediscano il triste formarsi di gruppi dirigenti inamovibili e di professione.
Paolo De Gregorio


Forse non sei aggiornato ma ti ricordo che con il calo delle nascite cominciato negli anni 70 tra 40 anni gli italiani nati da italiani, saranno 15.000.000 in meno rispetto a quelli di oggi ( nonostante l'eta' del trapasso sempre piu' in avanti ) E tutti vecchi.
Che si fa?... scompariamo? Fara' figli quale coppia? si tirano i dadi? in base al gioco del lotto? Sceglie il partito o il computer in base all'esame del dna?..

Io penso che il mondo possa contenere e mantenere molte piu' persone di quelle attuali, esistono moltissime aree desertiche che potrebbero diventare agricole... di acqua da desalinizzare ne abbiamo in abbondanza.
Inviato il: 19/4/2008 15:15
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  •  padegre
      padegre
comunisti:quelli che non imparano dalla realtà
#1
Mi sento vacillare
Iscritto il: 28/11/2007
Da
Messaggi: 496
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-comunisti: quelli che non imparano dalla realtà –
a cura di Paolo De Gregorio, 17 aprile 2008

Certo cadono le braccia a leggere l’appello a pagamento sul “Corriere della Sera” di oggi 17 aprile (giornale che come è noto è molto letto dagli operai), diretto a tutti i comunisti e le comuniste, ai dirigenti di partiti dell’arcobaleno, ai sindacalisti, ecc. ecc., che fa un appello alla unità dei comunisti per rifare il partito, con la firma dei soliti intellettuali, così intelligenti e preparati che in questi anni non hanno saputo capire perché gli operai votavano Berlusconi e la Lega.
L’unico appello serio era quello di chiedere a tutti i gruppi dirigenti ed intellettuali, responsabili storici della marginalizzazione della classe operaia e del conseguente trionfo della destra, di sparire per sempre dalla circolazione, di liberare il campo da un vecchio e perdente modo di intendere e fare politica, e non illudere le masse popolari che rimettere su un partitino del 5%,con i reduci delle macerie e della sconfitta, serva a qualche cosa.
Quello di cui vi è assoluto bisogno è creare una nuova classe dirigente che nasca da impegni concreti con obiettivi, magari parziali,ma urgenti e che riguardano i problemi reali dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, delle coppie di fatto, con strumenti nuovi che consentano di annullare la rappresentanza ormai venduta della CASTA dei sindacati, e lottare per il “sindacato unico dei lavoratori” con regole nuove.
Ricordo che il ’68 per prima cosa ottenne di mettere da parte le vecchie “commissioni interne”, composte da sindacalisti già a libro paga dei padroni, che vennero spazzate via dai “consigli di fabbrica”, con cui si ottenne lo “STATUTO DEI LAVORATORI”, che fu un epocale avanzamento degli operai, per la cui demolizione ci vollero 20 anni, gli avvocati dei padroni e la complicità di CGIL-CISL-UIL.
Senza questo obiettivo,la possibilità di ottenere adeguamenti salariali,sicurezza sul lavoro, uscita dal precariato, assegno di disoccupazione adeguato, sono pari a zero.

Un altro obiettivo indispensabile, per formare una nuova classe dirigente e per avere uno strumento essenziale per crescere, è la battaglia per sottrarre la RAI al dominio dei partiti, tenendo conto che la Rai è di nostra proprietà, nata come servizio pubblico, mantenuta dai cittadini che pagano il canone, e che deve diventare una “public company” con i cittadini azionisti, che ogni 5 anni, in coincidenza con le elezioni politiche, eleggono il presidente con poteri assoluti (io voterei per Beppe Grillo).

Un altro problema su cui è necessario confrontarsi subito è quello della immigrazione, non solo quella clandestina, che ha portato gravissime contraddizioni nel mercato del lavoro e nella vivibilità delle periferie urbane. Operazione voluta e sfruttata dalle classi dominanti, fatta passare per uno degli effetti collaterali della globalizzazione, di fatto uno dei fattori della vittoria della Lega che si è accorta che i problemi che porta l’immigrazione sono superiori ai benefici.
Qui bisogna finirla con la retorica della sinistra sulla accoglienza dei “migranti”, che è una sovrapposizione ideologica su di un fenomeno che è chiaro che ha spostato a destra la classe operaia (anche in Francia), ha determinato condizioni di vita e di lavoro insopportabili, senza tener conto di una strategia islamica, per nulla nascosta, che vuole penetrare ovunque con una aggressiva espansione demografica legata ad una loro grande prolificità.
La vecchia sinistra, con la paura di essere tacciata di razzismo, ha piegato la testa di fronte ad un fenomeno pensato da capitalisti e preti, e voltosi evidentemente a loro favore.
Tra l’altro, qualunque discorso serio sulla sostenibilità ambientale e sulla “impronta ecologica” della nostra Italia, sarebbe frustrato dal perdurare della immigrazione, ricordando che il nostro territorio è piccolo, sovrappopolato e fragile e che in caso di crisi economica o fine della globalizzazione, si troverebbe nella impossibilità di nutrire i suoi cittadini, mentre occorre andare verso una decrescita demografica e dei consumi.

Soltanto se si riesce a mettere in piedi un movimento di massa su questi obiettivi e solo se si ottengono risultati concreti, si potrà pensare ad un partito, con regole che impediscano il triste formarsi di gruppi dirigenti inamovibili e di professione.
Paolo De Gregorio
Inviato il: 19/4/2008 13:49
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