Anche costruendo N centrali nucleari (4? 6?) l'Italia dipenderà sempre per l'80% da importazioni di greggio, carbone e gas (come la nuclearissima Francia del resto). Il costo al consumo della sola corrente elettrica (cioè il 20% del fabbisogno energetico) non diminuirà comunque perchè questa, come ho mostrato, dipende non tanto dal costo di produzione ma dai balzelli statali (basti pensare alle accise sui carburanti: ogni 3 litri di benzina alla pompa, lo Stato ne succhia 2!). La dimostrazione deduttiva è che ci sono paesi europei no nuke con nessuna produzione nè acquisto di corrente elettrica nucleare in cui la corrente elettrica costa dal 25 al 45% in meno che in Italia ovvero con costi del tutto comparabili a quelli della inimitabile Francia.
Ammesso e non concesso che sia economicamente vantaggioso quale sarà il risparmio introdotto producendo il 25% della corrente elettrica con centrali nucleari? Il "peso" sarà appena del 5% sul totale del fabbisogno energetico (20% x 25%) e il risparmio, giacchè nemmeno l'energia nucleare è free, sarebbe ancora inferiore!
Per uno o due punti percentuale di "risparmio" (sempre che ci sia) ha senso tutto questo? Ancora: sarebbe un risparmio apprezzabile a confronto delle dinamiche a cui sono soggetti i carburanti, con prezzi che oscillano di MOLTI punti percentuale in pochi mesi e con un peso sulla spesa totale ben maggiore?
Dove hai preso queste percentuali? Se vuoi dimostrare che il nucleare é sconveniente servono fonti.
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