Giusto la tua riflessione Calvero: perché non pubblicarlo? Forse perché non si allineava con lo stile dei suoi scritti, come già detto estremamente aforistico: troppo "matematico". Più probabilmente perché non voleva porre l'accento sulla dimostrazione ma sulle conseguenze che l'eterno ritorno implicavano. In ogni caso dentro di sé doveva darsene una ragione e questa pare esserlo. Poi ad avvalorare il fatto che fosse non solo un'idea estemporanea da diario ma qualcosa di profondamente "suo" c'è il fatto che un grande come Abbagnano lo riporti esplicitamente.
Anche se, ora che ci faccio caso Abbagnano riporta il dubbio, si chiede cioè se il mito dell'eterno ritorno fosse per N:
1-una certezza cosmologica (quella avvalorata dai frammenti postumi e da me portata avanti in questo 3d)
2-un semplice imperativo categorico per l'oltreuomo, cioè vivere la vita come se si dovesse ripetere eternamente
3-l'enunciazione metaforica di un modo di essere dell'essere che l'uomo può incarnare solo nella misura in cui è felice (..boh?)
Per me era una certezza cosmologica con ovvie implicazioni sulla morale etc etc, alla luce dei frammenti riportati da doctorenko.
Docnight: è interessante quello che proponi, ma ciò significa che tra una certa quantità, enorme, di tempo le leggi della fisica possano cambiare di quel tanto da permettere la stabilizzazione di nuove e sempre nuove forme-strutture della materia?
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