Il Male profondo

Data 17/11/2005 2:08:07 | Categoria: Iraq

(in coda appello/volantino da stampare e distribuire)

Quando Bush fu rieletto, nonostante il suo lampante fallimento su ogni fronte, qualcuno pensò che gli angeli avessero deciso di rimandarcelo per altri 4 anni, perchè i primi 4 non erano bastati al mondo per capire fino in fondo quale abisso di inciviltà si celasse dietro alla sua banda di delinquenti criminali (lui, poverino, sarà già fortunato se si renderà conto di essere stato davvero il presidente della nazione più potente del mondo, prima di morire).

E se è vero che siamo tutti qui per imparare, il filmato di Falluja ci ha dato l'opportunità di fare il cosiddetto "salto quantico", dalle elementari all'università. Chi ha visto quelle immagini non le dimenticherà mia più, e chi non le ha viste, nella maggior parte dei casi, si fida ciecamente dello sdegno e dell'orrore che ci trasmettono quelli che lo hanno fatto.

Ma la pubblica rivelazione di quella vergogna non sarà sufficiente a capovolgere l'esito della partita, a causa di un piccolo particolare …

… che anche chi crede agli angeli sembra trascurare: non si arriva ad essere delinquenti e criminali a quel livello, per poi farsi prendere col sorcio in bocca dal "primo " Ranucci che passa. Quelle teste sono talmente imbevute di menzogna, che hanno perso ogni pudore e ogni senso di decenza nel mentire, anche di fronte all'evidenza più schiacciante.

E' il Corriere di oggi (che succede? Rigurgitino di coscienza, dopo l'abboffata del ponte "sindacale"?) a pubblicare le reazioni del Pentagono alla notizia della diffusione del documentario.

Pubblichiamo l'articolo per intero, poichè le contorsioni verbali - e la faccia di palta - dell'intervistato sono tali, che risulta impossibile farne degli estratti significativi. Quando il percorso mentale è assolutamente illogico, è impossibile restituirgli una qualunque dignità di ragionamento coerente.

Anche perchè quando l'accusa si fa stringente, le prove inoppugnabili, e le immagini ti tolgono ogni possibilità di scappatoia, loro semplicemente il filmato "non l'hanno visto per intero". Sono usciti proprio in quel momento a fare la pipì.

Cosa credevate che fossero, questi, dei dilettanti allo sbaraglio? A questo punto anzi viene da chiedersi se costoro non siano dei tali professionisti della menzogna, che paradossalmente finiscono per credere loro stessi alle mostruose bugie che vanno continuamente raccontando.

Solo così puoi ancora pensare di riuscire a cavarti un sorriso, ogni volta che incroci quel ghigno satanico che ti appare da ogni specchio che incontri per strada.

Massimo Mazzucco


In coda all'articolo del Corriere pubblichiamo (fra poco) un appello promosso da un nostro iscritto.

Alll'interno dell'articolo mi sono permesso di fare un appunto all'intervistatore: certe bugie passano anche perchè viene loro permesso di passare.

(Il Pentagono ha usato il fosforo ma non per uccidere)

L'esperto militare Pike: le immagini dei cadaveri? Solo propaganda antiamericana

«Il Pentagono non dice tutta la verità sul fosforo bianco a Falluja. Ma il documentario di RaiNews24 è soltanto un esempio di cattiva propaganda anti-americana». John Pike è uno dei più ascoltati esperti
mondiali di questioni militari. Al telefono dalla Virginia, il direttore di GlobalSecurity.org (che ha fondato nel 2000) ammette: «Nella battaglia di Falluja, novembre 2004, sono stati usati proiettili al fosforo bianco». Per illuminare le postazioni nemiche, come sostiene il Pentagono? «No. Li hanno usati per stanare i guerriglieri».

Il documentario «La strage nascosta» firmato dal giornalista Rai Sigfrido Ranucci accusa i marines di averlo usato per distruggere la città. Ci sono le testimonianze di ex militari... «Non si distrugge una città con il fosforo bianco».

Nei 22 minuti del documentario si vedono cadaveri anneriti...

«Non l'ho visto per intero. * Ma ho visto le immagini e il testo in inglese sul sito Internet. Non provano nulla. Quei cadaveri non hanno i segni del fosforo bianco. Sembrano cadaveri rimasti al sole per una
settimana».

[* A questo punto io avrei interrotto l'intervista, dicendo: "Se lei il filmato non l'ha visto per intero, qui stiamo solo perdendo del tempo. Mi faccia gentilmente parlare con chi l'ha visto tutto. Oppure, se nessuno l'ha visto tutto, mi metta per iscritto che il Pentagono non si preoccupa nemmeno di prendere in seria considerazione accuse come quelle contenute nel suddetto documentario". Quando uno è in torto, c'è SEMPRE il modo di metterlo all'angolo. Basta volerlo. M.M.]

Il fosforo non brucia i cadaveri fino alle ossa?

«È difficile che produca bruciature estese. E brucia anche i vestiti».

Nel documentario si dice che una caratteristica del fosforo bianco è quella di «sciogliere» la carne lasciando intatti i vestiti...

«Ma chi l'ha detta questa fesseria? Non è vero. Il fosforo bianco non è neppure particolarmente letale. Produce bruciature che possono essere molto dolorose, ma normalmente non uccide».

E cosa fa normalmente?

«Fa uscire il nemico dai nascondigli. È usato per questo. In gergo si dice shake and bake, scuoti e cuoci. È una tecnica di battaglia: a Falluja l'hanno usato per stanare i guerriglieri, l'hanno scritto anche sulla rivista di artiglieria Field Artillery nella primavera di quest'anno».

E poi che succede al «nemico» quando è cotto e stanato?

«Viene ucciso con altre armi. Ma non è il fosforo bianco a uccidere. Chi parla del fosforo bianco come di un'arma di distruzioni di massa non sa quel che dice».

Ma non è possibile che a «cuocere» fino alla morte siano stati anche dei civili?

«Non possiamo escludere che ci fossero civili in città. Non possiamo escludere che i proiettili al fosforo bianco siano finiti vicino a dei civili. Ma ripeto, tenendo conto delle caratteristiche di questa arma incendiaria non credo si possa parlare di strage».

I media americani non hanno mai parlato del fosforo bianco usato a Falluja. Eppure alcuni sono molto critici sul modo in cui Bush conduce la guerra in Iraq.

«I media americani non parlano di molte cose, non è per questo che si deve ritenere sloppy il documentario Rai».

Lei lo ritiene sloppy, approssimativo?

«Sì. Le immagini di quei cadaveri non dimostrano nulla. Anzi: dimostrano che quelle persone non sono state uccise dal fosforo bianco».

Però anche la tesi del Pentagono è sloppy: usiamo il fosforo per illuminare il campo di battaglia...

«Propaganda da una parte e dall'altra. Con una pecca in più».

Quale?

«Per essere buona, la propaganda non dovrebbe sembrare tale. Il documentario Rai su Falluja è cattiva propaganda. Come la panzana dell'uranio che Saddam avrebbe cercato di comprare in Niger».

Michele Farina

CdS 15 novembre 2005



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Quello che segue è il testo dell'appello (grazie Schiumaquantica), che potere copiare e mandare via email, non solo ad amici e conoscenti, ma anche ai giornali, ad esempio.

Oppure potete scaricare QUI il formato PDF da strampare e distribuire a mano.

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APPELLO

Bombe al fosforo a Fallujah

I nostri sentimenti davanti ai documenti resi pubblici grazie all’indagine della RAI (la tv pubblica italiana) (http://www.rainews24.rai.it/ran24/inchiesta/body.asp), specialmente mediante il filmato documentario (http://www.rainews24.rai.it/ran24/inchiesta/video.asp, nelle versioni in italiano, inglese e arabo) sui massacri compiuti con le cosiddette armi non convenzionali nella città di Fallujah, in Iraq, sono di orrore e sgomento.

Orrore a causa del suo contenuto, inequivocabile, e sgomento di fronte al silenzio assordante da parte di tutti i più importanti media nazionali e internazionali.

Crediamo che, adesso, non sarà più possibile continuare a volgere il nostro sguardo da un’altra parte davanti a questo orrore. Impossibile, a meno che non decidiamo di rinunciare ad un’altra, e decisiva, parte del nostro essere donne e uomini.

NOI NON VOGLIAMO FARLO!

Riteniamo che questo sia un documento di importanza storica, e che ci ponga tutti quanti di fronte a molti interrogativi (sulle convenzioni internazionali, sui diritti nelle guerre internazionali, sui trattati, sui protocolli e sui tribunali internazionali); ma addirittura prima di tutto ciò, esige e comanda a tutti noi di informare tutti coloro che possiamo raggiungere, in ogni angolo del mondo, su quello che è accaduto.

Non delegheremo questo compito a nessun altro. Perché nessun altro lo farà.

Chiediamo quindi a tutti coloro che - nelle università, nelle industrie e nei campi della politica, dell’attività sociale, dell’azione umanitaria e dell’informazione - siano in contatto con persone di altre parti del mondo, OVUNQUE nel mondo, di contribuire alla diffusione di questo appello e del documentario, disponibile anche in inglese e in arabo al seguente indirizzo:
http://www.rainews24.rai.it/ran24/inchiesta/video.asp
In questo modo, questa guerra – perché QUESTA è la guerra, potrà divenire un tabù.




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