LA PARANOIA PROGRAMMATA

Data 8/7/2005 5:24:20 | Categoria: terrorismo

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</head>
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<div style="text-align: center;"><span style="font-weight: bold;"><img
align="top" vspace="5" hspace="0" style="width: 400px; height: 91px;"
alt="" src="http://www.luogocomune.net/lc/images/library/paurao.jpg"></span><br>
<span style="font-weight: bold;">LA PARANOIA PROGRAMMATA</span><br
style="font-weight: bold;">
</div>
<br style="font-weight: bold;">
di Enrico Voccia<br>
<br>
Davanti alle immagini di Londra mi è tornata di colpo in mente
una pagina di Repubblica, di circa un mese fa, che avevo conservato. Se
già mi aveva inquietato allora, per certe "premonizioni" fin
troppo trasparenti, oggi sembra quasi di leggere una sceneggiatura
all'incontrario. La pagina è di venerdi 10 giugno, e riporto
l'articolo - o almeno quello che sembrava tale - nella sua
integralità, ...
.. comprese
alcune evidenti sgrammaticature. Si
trattava, a guardar meglio, di uno spazio a pagamento, che appariva in
tutto e per tutto come un normalissimo articolo.</span><br>
<br>
<table
style="background-color: rgb(230, 230, 230); width: 100%; text-align: left; margin-left: auto; margin-right: auto;"
border="1" cellspacing="2" cellpadding="2">
<tbody>
<tr>
<td style="vertical-align: top;">“Avviso a pagamento<br>
<br>
A quanta libertà<br>
siete disposti a rinunciare<br>
per risparmiarvi<br>
un’altra Madrid?<br>
<br>
È un compromesso sempre molto difficile. D’altro canto, le
libertà di
cui godiamo ogni giorno sono fondamentali per il nostro essere europei.
Ma cosa accadrebbe se proprio quelle libertà, come il diritto di
esprimere opinioni contrarie, per esempio, fossero usate come armi
contro di noi?<br>
<br>
In alcune città europee, i mullah fondamentalisti predicano
apertamente
la violenza, reclutando “martin” per attacchi suicidi. Tutttavia,
legalmente, le autorita possono fare ben poco per fermarli.(1)<br>
<br>
Un anno prima degli attacchi di Madrid, per esempio, la Spagna ha
ricevuto un allarme sui sospetti esecutori da parte dei servizi segreti
di un altro paese.(2) Tuttavia quando la polizia ha effettuato un
sopralluogo nelle abitazioni dei sospetti, non ha trovato armi o
esplosivi, ma solo opuscoli sovversivi e video di al-Qaeda. II
materiale non era illegale e quindi non era possibile procedere ad
arresti. L’11 marzo 2004, siamo stati testimoni delle fatali
conseguenze.<br>
<br>
È una storia triste, ma con qualche aspetto positivo, per
esempio ii
fatto che i servizi segreti vicini condividevano le informazioni sui
terroristi. Dai fatti di Madrid, e specialmente con il coinvolgimento
dell’Unione Europea, il terrorismo è stato trattato sempre
più in
questo modo, come un problema di comune interesse.(3)<br>
<br>
È solo agendo insieme, prendendo le adeguate misure legislative
e di
esecuzione che possiamo vincere il terrorismo. Vincere, senza
rinunciare a quei valori a cui piu teniamo... come cittadini d’Europa.<br>
<br>
ESAG FOUNDATION<br>
www.esag.info<br>
<br>
Non c’è futuro nel terrorismo.<br>
<br>
1. Magdi Allan, “Islam, la svolta olandese: leggi speciali
anti-terrorismo”, Corriere della Sera, 27 Dicembre 2004.<br>
2. Anastasia Doukaki, “Fighting terrorism: a delicate balancing act”,
Babel International, www.cafebabel.com, 31 maggio, 2004.<br>
3 www.europa.eu.int oppure Andrea Carli, “Parola d’ordine:
cooperazione”, City_news M@g,”<br>
</td>
</tr>
</tbody>
</table>
<br>
C’è poco da dire: si tratta della richiesta esplicita di un
Patrioct Act europeo, dell’instaurazione di uno stato di polizia
“antiterrorismo”! Ho visitato il sito, ed eccp, tradotta dalla versione
francese, qualche chicca commentata.<br>
<br>
<table
style="height: 137px; background-color: rgb(230, 230, 230); width: 100%; text-align: left; margin-left: auto; margin-right: auto;"
border="1" cellspacing="2" cellpadding="2">
<tbody>
<tr>
<td style="vertical-align: top;">“CHI SIAMO? Un gruppo formato
dopo l’11 settembre, in base alla
convinzione che il terrorismo è una minaccia crescente e
costante. (…)
[Il gruppo è] concentrato sull’Europa perché questo
continente lamenta
più di un terzo degli attentati perpetrati nell’ultimo decennio.
Si
compone dei diversi talenti di un gruppo costituito da professionisti
europei della comunicazione ed accademici diretto da un Comitato
Consultivo Pubblico emanante da sei paesi europei. (…) IL NOSTRO
COMITATO CONSULTIVO. Il Consiglio d’Amministrazione attuale rappresenta
sei paesi differenti, ciascuno dei suoi membri coprendo un percorso
professionale od accademico distinto. (…) le compagnie assicurative
sono restie a garantire la protezione degli individui o delle
istituzioni che finanziano o s’impegnano in prima persona nella lotta
contro il terrorismo. Di conseguenza, la Fondazione ESAG non rivela il
nome delle persone o delle organizzazioni che dedicano il loro tempo e
le loro risorse finanziarie a questa causa.”<br>
</td>
</tr>
</tbody>
</table>
<br>
In altri termini, un’ORGANIZZAZIONE SEGRETA, in quanto tale
espressamente vietata dalla Costituzione della Repubblica Italiana,
estremamente simile alla P2, anche, come vedrete, in molte delle
finalità.<br>
<br>
<table cellpadding="2" cellspacing="2" border="1"
style="height: 94px; background-color: rgb(230, 230, 230); width: 100%; text-align: left; margin-left: auto; margin-right: auto;">
<tbody>
<tr>
<td style="vertical-align: top;">“COSA TENTIAMO DI FARE.
Allertare l’opinione pubblica sulla disastrosa
minaccia che il terrorismo fa pesare sulla pace nel mondo. Suscitare
una presa di coscienza sull’impatto negativo del terrorismo in ogni sua
forma. Mobilitare l’opinione pubblica per contrastare le menzogne e le
illusorie promesse dei terroristi. (…) <br>
<br>
LE “ARMI” CHE UTILIZZIAMO.
Messaggi su giornali, riviste e TV Utilizzazione di fatti ed esempi per
dimostrare che il terrorismo non è la affatto soluzione di cui
avvalersi per i bisogni delle nostre società. Sforzo sostenuto
volto a
cambiare i comportamenti e le attitudini.”</td>
</tr>
</tbody>
</table>
<br>
In apparenza, niente di particolare. Ma l’ultimo punto ci colpisce:
quali comportamenti ed attitudini si vogliono cambiare? Diamo
un’occhiata più approfondita al sito.<br>
<br>
<table
style="height: 233px; background-color: rgb(230, 230, 230); width: 100%; text-align: left; margin-left: auto; margin-right: auto;"
border="1" cellspacing="2" cellpadding="2">
<tbody>
<tr>
<td style="vertical-align: top;">“COSA POTETE FARE. Esprimete le
vostre opinioni ai rappresentanti
politici ed ai direttori responsabili delle testate giornalistiche.
Messaggi diretti di sostegno indirizzati alle figure chiave governative
responsabili della lotta antiterrorismo. Fatevi volontari per lavorare
coi gruppi locali coinvolti. Restate in guardia e segnalate le
attività
sospette. Riflettete bene prima di dare il vostro contributo
finanziario a delle organizzazioni che raccolgono fondi forse destinati
a terroristi. (…)<br>
<br>
REAZIONI. CHE POSSO FARE? 1. Informatevi bene sulla
minaccia reale alla quale l’Europa è esposta. Leggete,
ascoltate,
osservate le discussioni pubbliche, partecipate a conversazioni con
esperti, con la vostra famiglia, con i vostri amici. (…) 2. Non
effettuate donazioni ad organizzazioni “caritatevoli” ambigue. 3. Non
reagite eccessivamente. Non più del 3% di un gruppo etnico,
locale o
straniero, è costituito da militanti. Il 97% cercano di vivete
in pace.
Evitate di stigmatizzarli. 4. Procuratevi le occasioni per saperne
più
sui vostri vicini stranieri. 5. Sostenete le iniziative importanti del
vostro governo per impostare un azione di lotta contro il terrorismo
che rispetti la pace e la libertà di ciascuno. Se pensate che
certe
questioni chiave non sono trattate con sufficiente cura, fatelo
presente: ai giornali, ai rappresentanti politici o a chiunque sia
influente politicamente. 6. Restate in guardia, ma ricordate che
l’apparenza esteriore non basta a fare la differenza tra il bene ed il
male. 7. Quando sentite dire che non v’è una minaccia
terroristica
immediata per il vostro paese, ricordatevi che i terroristi non
annunciano i loro progetti”.<br>
</td>
</tr>
</tbody>
</table>
<br>
Insomma, fate di tutto per mettere in piedi uno stato di polizia e,
prima durante e dopo, diventate i poliziotti del vostro vicino,
tenetelo sotto controllo in ogni suo movimento, anche se l’apparenza

esteriore è quella di una bravissima persona. Una pagina intera
del sito è dedicata, infatti, al panegirico del mandato di
cattura europeo, quanto di più simile in Europa abbiamo al
Patrict Act statunitense.<br>
<br>
Da notare anche il tentativo di mandare in paranoia le persone, insito
nel punto 3. Prima la malafede di dire “non più del 3%” - che
può essere anche lo 0,0000000000003% - degli stranieri
(chissà poi perché solo loro) sono dei terroristi
“militanti”, poi dire immediatamente dopo “il 97%” non lo sono (non
“almeno il 97%” non lo sono!). Meno male che bisogna “evitare di
stigmatizzarli”! Dunque, chi legge, ha l’impressione che il 3% degli
stranieri siano terroristi militanti!<br>
<br>
Traduciamo questi numeri. In Italia vi sono circa 2.000.000 di
stranieri, il 3% fa 60.000 (SESSANTAMILA!) individui dediti IN
PERMANENZA (questo significa il termine “militante”)
all’attività terroristica. Giusto per fare un confronto, il
“gruppo di fuoco” delle Brigate Rosse negli anni del sequestro Moro era
composto da meno di 20 (VENTI!) unità… Per fare un altro
confronto, io, la domenica mattina, passando per la stazione centrale
di Napoli, facendo un rapido conto, dovrei incontrare in media tra i
cinquanta e sessanta terroristi militanti! Non ho mai letto niente di
più pericolosamente razzista nella mia vita, nascosto dietro una
fraseologia apparentemente “tollerante”. Ma tutto il sito, come i loro
“avvisi a pagamento”, sono imbevuti di questo meccanismo ideologico,
che non mi pare affatto casuale.<br>
<br>
L’ESAG, tali “avvisi a pagamento” su quotidiani, riviste e televisioni
li pubblica in Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia,
Portogallo, Russia, Spagna, Svizzera e Turchia. Un calcolo
approssimativo fatto sulla base di alcune richieste telefoniche fatte a
quotidiani, riviste e televisioni, vede, a tenersi bassi, una spesa
dell’ordine di ALCUNI MILIONI DI EURO. Chi diamine sono i signori di
questa - lo ripetiamo - ORGANIZZAZIONE SEGRETA, e da dove tirano fuori
tutti questi soldi?<br>
<br>
Infine, in tutti questi paesi, l’ESAG ha promosso un sondaggio
(realizzato presso l’Istituto parigino TNS/Sofres), rinnovato
regolarmente, per “comprendere gli atteggiamenti e l’interesse del
pubblico nei confronti del terrorismo mondiale”. I risultati sono
pubblicati sul sito, qui basta vedere le domande.<br>
<br>
<table
style="background-color: rgb(230, 230, 230); width: 100%; height: 130px; text-align: left; margin-left: auto; margin-right: auto;"
border="1" cellspacing="2" cellpadding="2">
<tbody>
<tr>
<td style="vertical-align: top;">“Il terrorismo rappresenta un
grave problema a livello mondiale? Il
terrorismo rappresenta una grave minaccia per il tuo paese? Il
terrorismo ha un’influenza diretta sulle persone con cui sono a
contatto? Il terrorismo ha un’influenza sul mio benessere personale? Il
terrorismo può influenzare la politica del mio governo? Discuto
regolarmente di queste questioni con le persone con cui sono a
contatto? Vorrei poter entrare in contatto coi membri del mio governo
inviandogli una lettera normale od elettronica? I governi europei sono
sufficientemente impegnati nella lotta contro il terrorismo? La lotta
contro il terrorismo deve essere una delle priorità maggiori del
mio
governo negli anni a venire? La lotta contro il terrorismo ha un
impatto negativo sui miei diritti individuali? La lotta contro il
terrorismo utilizza denaro che sarebbe meglio impiegato in altri scopi
come per esempio l’insegnamento?” </td>
</tr>
</tbody>
</table>
<br>
Sono riuscito a scaricare tutti i sondaggi, salvo quello portoghese. La
“scientificità” del lavoro è pressoché pari a
zero: non voglio essere cattivo, ma quando incontro su 99 blocchi di
risposte 16 “non lo so” con il valore 0 (ZERO)%, mi viene in mente mia
nonna ed il suo “pensar male è brutto, ma c’azzecchi quasi
sempre”. Credo, insomma, che si tratti di uno pseudosondaggio, volto
solo, da un lato, ad instillare paranoia razzistica ed autoritaria
nelle persone, dall’altro (si vedano le ultime due domande), a
controllare fin dove i governi si possono spingere nelle loro politiche
di controllo “antiterroristiche”.<br>
<br>
Qui sta il punto dell’intera faccenda: anche ammettendo la massima
buona fede di quest’organizzazione segreta, chi volesse imporre – per
scopi di puro potere – una svolta autoritaria, potrebbe tranquillamente
utilizzare il lavoro dell’ESAG per organizzare una Strage di Stato al
momento opportuno. Ciò, ripeto, ammettendo e non concedendo la
buona fede di un’organizzazione segreta, i cui membri e finanziatori
nessuno conosce. Mia nonna, invece, so cosa direbbe.<br>
<br>
Enrico Voccia (Shevek)<br>
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