Quelli che il debito pubblico c'è perché abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità

Data 25/7/2014 20:00:53 | Categoria: Economia

di Wendell Gee

C'è una storia che viene raccontata da anni agli italiani, soprattutto dall'arrivo della crisi, e sarebbe che il debito pubblico c'è perché abbiamo vissuto per anni al di sopra delle nostre possibilità, che ora dobbiamo risparmiare, e per questo il governo ci impone l'austerità.

Di seguito potrete vedere un grafico che mostra l'andamento del debito pubblico. La serie va dal 1994, che è l'anno del precedente massimo storico, fino al 2007, inizio della crisi finanziaria ed economica mondiale.



Durante il periodo selezionato, il debito pubblico è sceso costantemente perché tenuto sotto controllo dai vari governi che si sono succeduti. Ce lo chiedeva l'Europa con il trattato di Maastricht.

Ora, guardate il grafico successivo che mostra l'andamento del debito pubblico dal 2007 al 2013. [...]


Si vede un notevole incremento. La spiegazione di questo risultato è molto semplice. Tanto per cominciare nei momenti di crisi lo Stato ha maggiori spese, pensate solo al finanziamento della cassa integrazione, alle indennità di disoccupazione, ai salvataggi delle aziende come Alitalia, etc. etc.

Se poi volessimo proprio mettere i puntini sulle "i", ci sarebbero anche da contare i quasi 60 miliardi dati ai vari fondi di sostegno per paesi dell'Unione Europea in difficoltà finanziaria durante i governi Berlusconi e Monti (Fonte Banca d'Italia).

Ma la ragione principale dell'aumento del debito sono proprio le politiche di austerità. Il meccanismo è noto in economia come politica pro ciclica, che aggrava il ciclo economico, e funziona come nella grafica sotto riportata.



Quindi, in conclusione, ora sappiamo che non è vero che il debito pubblico è aumentato perché abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità ma che, al contrario, sono state proprio le politiche economiche degli ultimi governi a causarne la crescita.

Wendell Gee

[Ne approfittiamo per fare gli auguri a Wendell Gee col suo nuovo blog.]




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