Calcio-violenza: chi perde e chi vince

Data 4/5/2014 21:30:00 | Categoria: opinione

"Il mondo del calcio e della politica sono sotto choc per la notte di follia calcistica di ieri sera allo stadio Olimpico." Così esordiva oggi un articolo dell'ANSA , riferendosi agli scontri fra tifosi che hanno preceduto la finale di Coppa Italia.

Giancarlo Abete, presidente Figc, ha detto che ''il calcio è vittima di situazioni che vanno oltre: gli ultrà utilizzano gli stadi per manifestazioni di potere. In alcuni stadi gli ultrà hanno un ruolo inaccettabile''.

Secondo la vedova di Filippo Raciti "E' una vergogna. Lo Stato che non reagisce, impotente e quindi ha perso".

Il responsabile Sicurezza del Pd, Emanuele Fiano, ha detto: "E' una sconfitta complessiva, che pesa sul mondo dello sport e del calcio, su tutti noi che facciamo politica e su tutti i corpi dello Stato".

Beppe Grillo ha scritto: "La Repubblica è morta, i suoi cittadini non hanno più rappresentanza, la pentola a pressione sta per saltare. All'Olimpico veniva da piangere, come a un funerale".

No signori, state sbagliando tutti: lo stato non ha perso, e non è affatto stato sconfitto. Lo stato - inteso come emanazione visibile dei poteri occulti - ha vinto clamorosamente la sua partita. [...]
Quando la polizia arriva a dover scortare i drappelli di tifosi che attraversano la città, per proteggerli gli uni dagli altri, quando gli stadi stessi sono trasformati in "gabbie" per tifosi che assomogliano più a orde di vandali che a normali cittadini, vuole dire che si è creato all'interno del tessuto sociale un stato di belligeranza fra tifoserie rivali che è ormai diventato permanente.

E finchè la gente si scanna fra di loro, lo stato - inteso come emanazione dei poteri occulti - è salvo. Finchè si riesce ad incanalare la rabbia popolare nel confronto fra una fazione e l'altra, nessuno si porrà mai le vere domande che riguardano il potere, le sue origini ed il suo mantenimento.

Quando lo stato vuole davvero risolvere un problema lo risolve in quattro e quattr'otto: ricordate le Brigate Rosse? Finchè erano utili ad alimentare il terrore, sembravano una organizzazione formidabile ed imbattibile. Ma appena non servivano più, le stesse Brigate Rosse sono state smantellate nell'arco di pochi mesi.

Invece per la violenza nel calcio si professa una specie di strana impotenza, come se davvero non esistesse una soluzione al problema. La verità è che questo problema fa comodo a tutti, ai vertici delle istituzioni, per i motivi che abbiamo detto prima.

Nel cantare il peana ipocrita del falso dolore e della falsa indignazione lo stato ieri ha celebrato una delle sue vittorie più clamorose.

Chi ha perso, naturalmente, siamo tutti noi cittadini.

Massimo Mazzucco



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