Il sacrificio individuale

Data 22/8/2013 22:10:00 | Categoria: opinione

Vi sono infiniti casi nella storia nei quali una persona ha creduto di poter dare un contributo importante alla causa in cui credeva, sacrificando la propria vita.

Purtroppo i risultati non sono mai quelli sperati.

Il soldato Bradley Manning, responsabile per aver divulgato tonnellate di informazioni segrete sulle operazioni illegali degli americani in Afghanistan, ha dichiarato di aver compiuto il suo gesto perchè questo "avrebbe cambiato il mondo, dando inizio ad un dibattito sulla politica estera degli Stati Uniti e dei suoi militari."

L'unico risultato che ha ottenuto invece è stato quello di prendersi 35 anni di prigione, che intendono non soltanto punire lui, ma mandare anche un chiaro messaggio a chiunque altro pensasse di fare una cosa del genere.

Un paio di anni fa, in Germania, una donna affetta dal Morgellons si suicidò lanciandosi da un pallone aerostatico, ...

... perché voleva richiamare l'attenzione del mondo su una malattia che la medicina ufficiale si ostina ad ignorare.

L'unico risultato che ottennne fu qualche articolo di giornale, mentre l'esistenza del Morgellons continua a essere negata dalla medicina ufficiale, esattamente come prima.

E persino i casi storici più famosi sono destinati a lasciare il tempo che trovano: nel 1968 Jan Palach si diede fuoco sulla piazza S. Venceslao di Praga, per protestare contro l'invasione della Cecoslovacchia da parte dei sovietici. Palach finì su tutti i giornali del mondo (e persino nei libri di storia), ma i sovietici rimasero nel suo paese, e se ne andarono solo dopo aver costretto i leader cecoslovacchi a rinunciare ad ogni tentativo di emancipazione dal Patto di Varsavia.

Per quanto possa risultare drammatico e coinvolgente, il sacrificio di un singolo individuo non potrà mai cambiare il corso della storia, perchè "il corso della storia" è determinato da forze che sono infinitamente più grandi e possenti di qualunque individuo.

Nel caso di Bradley Manning, hai da una parte un soldato semplice, e dall'altra l'intero complesso militare-industriale americano. Nel caso della donna tedesca, hai da una parte un anonimo cittadino, e dall'altra l'intero sistema mondiale di Big Pharma. Nel caso di Jan Palach hai da una parte un semplice studente, e dall'altra l'intera macchina da guerra dell'impero sovietico.

È vero che in ciascun caso l'individuo, con il suo sacrificio, intende richiamare l'attenzione su un problema che ritiene di fondamentale importanza. Ma è altrettanto vero che se quel problema esiste, è perché la società nel suo insieme gli ha permesso fino ad oggi di esistere. E' quindi una mera illusione pensare che "la società si rivolterà" in seguito al tuo gesto, visto che quella è la stessa società che fino ad oggi ha accettato l'esistenza del problema.

Invece di darsi fuoco in piazza, quindi, sarebbe forse più utile adoperarsi per far crescere il dissenso sociale nei confronti del problema, finchè la società nel suo insieme non sia pronta a liberarsene una volta per tutte.

Come diceva Robert Kennedy, "Pochi sono grandi abbastanza da poter cambiare il corso della storia. Ma ciascuno di noi può cambiare una piccola parte delle cose, e con la somma di tutte quelle azioni verrà scritta la storia di questa generazione".

Massimo Mazzucco



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