Pakistan: il dado è tratto?

Data 11/3/2013 5:40:00 | Categoria: news internazionali



Dopo un estenuante braccio di ferro con gli Stati Uniti, il Pakistan ha finalmente deciso di firmare l'accordo con l'Iran per il nuovo gasdotto di circa 800 km. che unirà le due nazioni.

In tempi normali, questa dovrebbe essere una notizia di ordinaria amministrazione, visto che ci sono ormai centinaia di gasdotti che attraversano intere nazioni in ogni parte del mondo.

Ma quello fra l'Iran e il Pakistan è un gasdotto molto particolare, che è stato lungamente osteggiato dagli Stati Uniti, i quali stanno tentando in tutti i modi di soffocare le esportazioni energetiche dell'Iran con la scusa del rischio nucleare.

È già da qualche anno che la love story fra il Pakistan e gli Stati Uniti è terminata. Da una parte c'era il goffo tentativo del Pakistan di continuare a tenere il piede in due scarpe, ...
... fingendo di aiutare gli americani nella lotta contro i talebani, mentre aiutavano di nascosto i talebani stessi. Iniziò così il periodo nero dei droni, che culminò con il blocco totale della frontiera con l'Afghanistan, in seguito al quale l'esercito americano si ritrovò prigioniero nel paese stesso che voleva conquistare.

Ma è soprattutto la scarsità di risorse energetiche che frena da tempo la crescita economica del Pakistan.

Fino a ieri, gli americani erano riusciti a tenere i pakistani sotto controllo, minacciandoli apertamente di togliere loro ogni sussidio economico e militare, se avessero fatto l'accordo con l'Iran.

Ma evidentemente il Pakistan deve aver fatto i propri conti, arrivando a concludere che può anche rischiare di fare a meno degli americani.

È possibile infatti che l'accordo appena firmato possa diventare l'ago della bilancia che arriverà a spezzare il già fragile equilibrio che si mantiene attualmente nell'Asia centrale.

E con la Cina alle porte, che spinge a sua volta per poter soddisfare il proprio bisogno di risorse energetiche, non è difficile immaginare che il gasdotto fra l'Iran e il Pakistan possa presto proseguire fino alle pendici dell'Himalaya, raggiungendo così il territorio cinese.

Si arriverebbe così ad una situazione paradossale, nella quale le stesse motivazioni che spinsero inizialmente gli americani ad invadere l'Afghanistan (vedi filmato) verrebbero a cadere proprio per mano di coloro che avrebbero dovuto aiutarli a vincere la guerra.

Come dicono dalle parti di Kabul, "il diavolo fa le pentole ma non i coperchi".

Massimo Mazzucco



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