Se la Sicilia fosse l'Italia?

Data 30/10/2012 0:10:00 | Categoria: politica italiana

Non seguo da vicino la politica italiana, e non avrei nulla di particolarmente interessante da commentare sui mille battibecchi attualmente in corso fra i vari politici sulle elezioni siciliane.

Ma anche viste da lontano, queste elezioni stanno mettendo in mostra diversi fenomeni importanti.

Il primo è che la politica "classica" sta mostrando il solito ritardo endemico nel comprendere di avere a che fare con una forza politica decisamente nuova e diversa come il Movimento 5S.

Quando senti un Bersani commentare che Grillo "comunque c'é, c'é in modo serio", viene da domandarsi su quale pianeta abbia vissuto il segretario del PD fino a ieri. Le "curve" non sono una diavoleria satanica inventata da qualche stregone di passaggio, ma sono concetti matematici, molto precisi, che ti vengono insegnati fin dalle scuole medie.

E quando la "curva" di un movimento politico rimane costante per dozzine di mesi consecutivi, ...

... non ci vuole una laurea in astrofisica per tracciare il prossimo segmento di quella curva, e poi volendo anche quello successivo.

Invece sembra che i nostri politicanti abbiano dovuto attendere l'elezione di ieri per avere una conferma di questa semplice verità matematica.

Il secondo fenomeno che salta all'occhio è il mal gusto evidente con cui i giornalisti di tutte le testate mainstream ammettono il successo del M5S in Sicilia, invece di rallegrarsi sinceramente per questa ventata di novità che sembra voler diventare, a questo punto, irreversibile.

Talmente evidente è il malumore dei nostri giornalisti che questi rivelano involontariamente come siano psicologicamente soggiogati ad un sistema di potere del quale hanno sempre fatto parte fin dall'inizio.

Ma forse il terzo fenomeno, più importante di tutti, è quello dell'astensionismo, che in Sicilia ha raggiunto quote storiche: più della metà degli aventi diritto ha disertato le urne.

Questo potrebbe anche essere considerato un problema marginale, se preso come un fatto a sé. L'astensionismo diventa invece potenzialmente devastante se moltiplicato con l'altro fenomeno, la crescita esponenziale del Movimento 5S.

L'astensionismo infatti non è che la fase intermedia del voto antisistema. In altre parole, il nuovo elettore passa solitamente attraverso due fasi distinte di transizione: la prima è il disamoramento per il vecchio sistema, la seconda è la scoperta di una reale alternativa politica (vera o falsa che sia non importa. Ciò che conta è che lui in quel momento ci crede).

Non sempre si passa necessariamente dalla prima fase alla seconda - molti cioè si fermano al disamoramento tout court - ma la prima fase rimane comunque una fermata inevitabile per chi è destinato a compiere il tragitto completo.

Nuovamente, quindi, non ci vuole una laurea in astrofisica per capire che le onde, prese isolatamente, possono sempre essere tenute sotto controllo, ma quando onde diverse viaggiano nella stessa direzione, e tendono ad accavallarsi una all'altra, il maremoto può diventare tanto improvviso quanto travolgente.

Massimo Mazzucco



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