L'Egitto, la Libia e il regista misterioso

Data 14/9/2012 7:50:00 | Categoria: news internazionali

Quando ho iniziato a fare il regista, non avrei mai immaginato che fosse possibile scatenare una mezza rivoluzione a livello internazionale girando un filmetto da poche lire, con attori sconosciuti, talmente malfatto - dice chi lo ha visto - da non meritare nemmeno la definizione di film vero e proprio.

Invece, a quanto pare, la cosa è successa.

Secondo la versione comunemente accettata, un ebreo-americano che si faceva chiamare Sam Bacile avrebbe girato un film intitolato "L'innocenza dei musulmani", e poi lo ha mostrato ad un ristretto circolo di conoscenti, nel giugno di quest'anno, in un piccolo cinema di Los Angeles.

È stata la classica "prima ed ultima", nel senso che mostri il film una volta, tutti si rendono conto che è una porcheria innominabile, e da quel giorno non ne sentirai più parlare.

Ma a quanto pare Sam Bacile non si è arreso, e di recente ha messo il suo film su YouTube. Purtroppo per lui qualcuno nei paesi arabi, fra cui Libia ed Egitto, si è accorto che questo film aveva dei contenuti fortemente offensivi verso la religione islamica. [...]
A questo punto migliaia di egiziani, accecati dalla rabbia, si sono riversati verso l'ambasciata USA del Cairo, circondandola e inscenando una manifestazione ben poco pacifica contro i rappresentanti del governo americano.

In una situazione simile a Bengasi, in Libia, l'ambasciata americana è stata addirittura attaccata con mezzi paramilitari e messa a ferro e fuoco. Nello scontro sono morti quattro americani, fra cui lo stesso ambasciatore USA in Libia.

Con la loro fantasia leggendaria, gli Stati Uniti hanno subito mandato un paio di navi militari verso la Libia, mentre pare che una cinquantina di Marines siano già sbarcati sul territorio - non si sa bene per fare che cosa.

Nel frattempo è partita la caccia al sedicente Sam Bacile, il quale ovviamente non si fa trovare, ma parla attraverso persone che dicono di conoscerlo.

Ora però sembra che la polizia americana abbia scoperto la sua vera identità: è un egiziano di nome Nakoula Bassely Nakoula, residente a Cerritos, California, aderente alla locale chiesa copto-cristiana.

Qui finisce la versione comunemente accettata dei fatti, talmente folle ed improponibile che persino i più acuti osservatori politici americani si ritrovano in difficoltà nel cercare di dare un senso a tutta la faccenda.

Proviamo ora ad aggiungere una serie di notizie collaterali, che potrebbero anche tornare utili a chi volesse provare a mettere insieme la propria versione alternativa dei fatti. (Fra parentesi, i miei commenti a ciascuna di queste notizie).

1 - Durante uno scambio telefonico con i giornalisti, "Sam Bacile" ha detto di essere un imprenditore immobiliare di origine ebreo-israeliana. Bacile ha detto che il film è costato 5 milioni di dollari, ed è stato parzialmente finanziato da un gruppo di 100 donatori ebrei. (Detto da chi questo mestiere lo conosce, trovare anche solo 3 "donatori", di qualunque religione, per fare un film da 5 milioni di dollari senza nomi, senza speranze e senza futuro, equivale a fare 13 al totocalcio tre volte di seguito, nel giono in cui l'ultima in classifica batte in casa la capolista, giocando in 9 con il portiere infortunato).

2 - In Egitto i cristiano-copti sono circa il 10 per cento della popolazione, ed hanno avuto sempre dei grossi problemi a convivere pacificamente con il resto della cittadinanza islamica. (I copti sarebbero quindi il candidato ideale per fare il patsy di turno, ovvero per venire incolpati di aver fatto un film anti-islamico, nella più classica delle false-flag dei giorni nostri).

3 - I cristiano-copti del Cairo hanno subito smentito qualunque collegamento con il presunto filmmaker californiano, e si sono apertamente dissociati dai contenuti anti-islamici del film in questione. (Mi viene in mente un certo Osama bin Laden, che la sera dell'11 settembre si affrettò a far sapere dall'Afghanistan che lui con le Torri Gemelle non c'entrava un fico secco. Mi sembra che disse anche "i responsabili di questo gesto dovete cercarli fra i servizi segreti delle nazioni straniere", ma non credo che gli abbiano dato molto retta).

4 - Nonostante l'autore del film sia un cristiano-egiziano, gli abitanti del Cairo preferiscono continuare a prendersela con gli americani in generale. Sulla piazza della capitale girava gente indemoniata, che sembrava però avere le idee molto chiare sui veri responsabili di questo affronto. Fra loro c'era un uomo, arrabbiato ma apparentemente colto, che gridava ripetutamente nelle telecamere della CNN "Obama is guilty! Obama is guilty!", cioè "Obama è colpevole". (Di cosa debba essere colpevole Obama, l'uomo non lo spiegava, ma che stesse mandando un messaggio per conto terzi era chiaro a chiunque lo osservasse con un minimo di attenzione. In una situazione simile, quando avevo 15 anni mi ritrovai per caso fra la folla di persone che si era avvicinata alla Banca dell'Agricoltura, in Piazza Fontana, subito dopo l'esplosione della bomba. Mentre tutti si guardavano esterrefatti, cercando di capire cosa fosse successo, c'era un signore che girava fra la gente e continuava a ripetere: "Sono stati gli anarchici, sono loro. E' chiaro che sono stati loro". Paese che vai, indovino che trovi).

5 - Qualche giorno fa, il premier Netanyahu ha chiesto alla Casa Bianca un incontro bilaterale con Obama durante la prossima assemblea generale delle Nazioni Unite, che si terrà a New York fra due settimane. Ma Obama ha fatto rispondere che "non avrà tempo per incontrarlo, poiché impegnato nella propria campagna elettorale". Insomma, uno schiaffo vero e proprio, per un Netanyahu che dal 2009 ha sempre potuto incontrare Obama a suo piacimento, ogni volta che si è recato negli Stati Uniti.

Che cosa voglia Netanyahu da Obama in questo periodo lo sanno perfino i paracarri: in Israele continua a crescere la pressione dalla destra per un attacco anticipato all'Iran, e naturalmente Netanyahu ha bisogno di strappare prima la garanzia ad Obama che gli Stati Uniti interverranno immediatamente al loro fianco, non appena l'attacco sia iniziato.

Evidentemente in questo momento Obama non ha nessuna voglia di assumersi un impegno del genere, ed ecco che di colpo gli americani si ritrovano ad avere problemi in mezzo mondo, con gente aizzata contro di loro da un misterioso cristiano che dice di essere un ebreo americano, grazie ad un film finanziato da altrettanto misteriosi "donatori", anche loro ebrei americani.

Della serie "chi ha orecchie per intendere intenda"?

Massimo Mazzucco




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