In cosa crede luogocomune?

Data 18/1/2012 3:30:00 | Categoria: varie

Approfitto di un breve scambio avvenuto nei commenti all’articolo sulla Concordia per ricordare a tutti – e specialmente ai nuovi arrivati – una cosa molto importante. Il criterio con cui certe idee particolarmente controverse trovano spazio su luogocomune.

Un utente (i nomi non hanno importanza qui) lamentava la scarsa disponibilità del sottoscritto a prendere seriamente l’ipotesi “ritualistica” dell’affondamento della nave, e diceva: “Ancora più assurdo, venendo da un sito che ha ospitato articoli ed interviste di Franceschetti.”

Un altro utente, che invece respinge categoricamente quell’ipotesi, rispondeva: “Franceschetti? Fa bella coppia in coerenza con certe sparate di questo thread. Ma di questo devi chiedere conto a Massimo, mica agli utenti.”

Rispondo dicendo prima di tutto che ambedue gli utenti si sbagliano, ...
... in un senso come nell'altro.

Il fatto che ospitiamo interviste o articoli di altre persone non significa che luogocomune ne validi automaticamente le posizioni. Significa che queste persone hanno (a mio giudizio, ovviamente) una tesi rispettabile su un argomento che ci può interessare, e che vale la pena di discutere. Dove per “rispettabile” si intende una tesi completa, con una coerenza e una logica interne, che potrà risultare vera oppure no, ma che comunque ha tutto il diritto di essere discussa seriamente.

Il discorso vale quindi per le interviste a Paolo Franceschetti come per quelle a Corrado Malanga, a Jim Fetzer o allo stesso Webster Tarpley, con il quale non sempre sono d’accordo.

Questo si chiama “rispetto delle idee altrui”. Sembra un’espressione pomposa e retorica, ma è la semplice verità.

Come dicevo, chi decide quando una tesi sia “rispettabile” sono io, per cui le mie opinioni non sempre possono coincidere con quelle altrui. Sappiate però che io uso sempre un parametro assoluto, che mi permette di decidere senza dover entrare nel merito della questione: valuto se la persona sia in buona fede oppure no rispetto a quello che dice. Indipendentemente “da quello” che la persona dice.

Per stabilire la buona fede non ci vuole molto. Basta parlare un pò con questa persona, e verificare se i punti principali della sua tesi poggiano su convinzioni sincere, oppure sul vuoto più assoluto.

Ho parlato a lungo con Franceschetti, e credo che sia sinceramente convinto di ciò che dice (io non riesco a seguirlo fino in fondo, nella sua teoria pan-rosacrociana, ma capisco che abbia dei validi motivi per sostenerla, e lo ritengo una persona seria e preparata). Ho parlato a lungo con Malanga, e ho avuto la stessa identica impressione di lui (posso seguirlo fino ad un certo punto, nei suoi volteggi spazio-temporali, ma so che ciò che dice deriva da un serio ragionamento e da una esperienza tutt’altro che comune). E persino Jim Fetzer, che sostiene la teoria no-planes (che io invece respingo in pieno), mi ha mostrato di avere dei solidi motivi (cioè delle convinzioni sincere) che lo portano a credere in quella teoria.

A questo punto chi sono io per decidere in nome degli altri che non valga nemmeno la pena di sentire cos'hanno da dire? Come posso essere sicuro che dicano delle cazzate solenni, quando mi sento in dovere di rispettare la loro intelligenza almeno quanto la mia?

Decido quindi di dare loro il giusto spazio, e lascio che ognuno si faccia la propria idea. Se poi per caso nel corso della discussione salta fuori qualche elemento utile a capirci qualcosa di più, ancora meglio per tutti.

This is luogocomune.

Massimo Mazzucco



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