Lo sdegno da poche lire

Data 19/9/2007 9:50:00 | Categoria: media

Lo sdegno da poche lire è una delle migliori armi dei media “di sinistra” (curioso, ma per la seconda volta in 24 ore torniamo a parlare di “Repubblica”), i peggiori e più subdoli gatekeepres del sistema, che denunciano il palazzo in nomen populi, raccogliendo facili applausi, su piccoli eventi tanto vistosi quanto innocui per la preservazione dello satus quo.

Per i pecoroni dei “grandi numeri”, come sappiamo, basta lo stadio alla domenica: una bella caterva di legnate fra curva nord e curva sud, e anche per questa settimana la preservazione del potere è assicurata. Per gli intellettuali, ovvero le quattordici menti pensanti sopravvissute in qualche modo all’Olocausto della Ragione, ci vuole invece qualcosa di più sofisticato: e lo sdegno da poche lire è una delle armi usate con maggiore frequenza.

E‘ il caso, ad esempio, dello studente della Florida “taserato” ieri dai poliziotti, mentre poneva domande scomode a John Kerry. Ecco l’episodio, ripreso e messo in onda dalle TV locali.



(in coda un secondo video, meno traballante ma incompleto)

Allegando il video, ieri Repubblica titolava: “Studente fa domande scomode a Kerry - Arrestato e immobilizzato col Taser”.

Ma non è esattamente così. La percezione dell’evento è falsata, nel titolo di Repubblica (come in molti altri casi) ...
... da una sequenza logico-temporale decisamente incompleta, che secondo Repubblica sarebbe questa:

1 - Studente pone domande scomode.
2 - Kerry balbetta
3 - Studente arrestato, condotto fuori
4 - Studente urla “che ho fatto?”
5 - Studente taserato
6 – Sdegno

Ma rispetto ai fatti reali, verificabili dallo stesso video, mancano altrettanti piccoli ma fondamentali passaggi intermedi:

1 - Studente pone una domanda scomoda.
2 - Kerry balbetta
2B (manca) – Studente incalza, e nonostante l’avviso aggiunge altre domande a Kerry, che è così ben felice di “non riuscire” a rispondere alla prima.
3 - Studente arrestato, condotto fuori.
3B (manca) – Studente si dimena, cerca di divincolarsi dalla stretta dei poliziotti.
4 – Sempre dimenandosi, studente urla “che ho fatto?”
4B (manca) – Poliziotto lo avvisa che se non si lascia portare fuori verrà “taserato”.
5 - Studente taserato
5B (manca) – ... poichè ha continuato a dimenarsi, nonostante l’avviso.
6 – Commento: Sdegno
6B (manca) – Studente se l’è cercata.

Nell’abbandonarsi al facile sdegno, infatti, c'è un problema di cui nessuno tiene conto: nei rapporti con la polizia, in America, ci sono delle precise “regole di ingaggio”, che tutti conoscono, e che vanno rispettate nelo stesso interesse del cittadino. Faccio un esempio:

Io vivo a Los Angeles, in una delle classiche “villette a schiera” che si vedono in mille film. Un giorno sento un elicottero girare in circolo sopra la casa, e contemporaneamente sento arrivare voci concitate dal giardinetto che sta sul retro. Esco a vedere cosa succede, e mi trovo davanti un individuo con in mano la pistola, puntata verso il basso. C’è un istante che si congela nel tempo, nel quale ci guardiamo negli occhi e ciascuno di noi si domanda “Chi cazzo è questo qui?”. Nel frattempo noto che l’uomo tiene il dito fuori dalla “gabbia” del grilletto, appoggiato cioè sul lato della stessa, parellelo alla canna della pistola. A mia volta, tengo le mani bene in vista.

L’uomo alza l’altra mano e mi mostra un “badge” della polizia, mentre mi dice: “LAPD. Under cover. We’re chasing a suspect”. “Polizia di Los Angeles, in borghese. Stiamo inseguendo un ricercato”. Faccio due più due, calcolo l’elicottero, vedo che l’uomo ha un auricolare all’orecchio, e deduco che non stia mentendo. Ci rilassiamo tutti e due, gli dico “fate pure”, e rientro in casa chiudendo subito porte e finestre. Risulterà che stessero inseguendo un rapinatore, che pareva avesse scavalcato il muro di cinta posteriore, ma del quale a quel punto avevano perso le tracce.

Ora, nel momento in cui io sono uscito, se fossi stato armato, avrei potuto sparare tranquillamente in faccia al poliziotto in borghese, senza fare un solo giorno di prigione. In America infatti la regola è, per coloro che oltrepassano i limiti di una propietà privata, “First we shoot, then we ask questions”. Prima spariamo, poi facciamo le domande. A loro volta i poliziotti lo sanno, e sono particolarmente solleciti nel farti sapere chi sono e cosa fanno nel giardinetto di casa tua.

Se a mia volta invece avessi fatto una mossa repentina, o non avessi tenuto le mani bene in vista, era suo diritto puntarmi conto la pistola e ordinarmi di stendermi immediatamente a terra, a faccia in giù e con le braccia allargate sul terreno. Teoricamente, l’uomo che cercavano potevo anche essere io.

Non è certo il massimo della civiltà, ma queste sono le regole del gioco, e tutti le conoscono.

La stessa cosa vale per lo studente della Florida, che non poteva non sapere che in America NON ci si divincola quando la polizia ti tiene fermo, ti ammanetta o ti porta via. Se infatti tu fossi armato, potresti cercare di sparare a uno di loro, o accoltellarli, oppure potresti cercare di impadronirti della loro pistola, e quindi i poliziotti hanno tutto il diritto di ridurti al più presto all’impotenza fisica. Saranno dei fetenti finchè vuoi, ma di vite da spendere ne hanno una sola pure loro. E anche loro hanno figli da cui amano tornare a casa, la sera.

Ora, si può discutere sul fatto che sei poliziotti non riuscissero a ridurre all’impotenza lo studente senza bisogno di taserarlo, ma il ragazzo, visto nel video, non sembrava certo un anoressico, ed evidentemente, se hanno fatto ricorso al taser, è perchè non riuscivano ad ammanettarlo diversamente. Ma prima di usarlo lo hanno avvisato. Nel video si sente chiaramente.

Di fatto quindi lo studente ha sbagliato due volte: prima nell’ impedire a Kerry di (non) rispondere alla prima domanda, aggiungendone stupidamente altre, e offrendo così alla polizia un’ottima scusa per arrestarlo (poco prima lo avevano avvisato di tagliar corto, ma lui aveva continuato), e poi dimenandosi (resisting arrest), pur cosciente che in quel modo avrebbe obbligato i poliziotti a ridurlo all’impotenza con qualunque mezzo a disposizione.

E’ quindi sbagliato scrivere “Studente fa domande scomode a Kerry - Arrestato e immobilizzato col Taser”. Il titolo giusto doveva essere “Studente fa troppe domande a Kerry, e quindi viene arrestato. E siccome resiste all’arresto, viene pure taserato”. Ma a quel punto chi si “indignava” più?

Ancora una volta, quindi, è stata abilmente montata una notizia spostando l’attenzione su un falso problema, nel momento in cui quello vero - la mancata protesta di Kerry per le frodi elettorali – stava per venire a conoscenza del grande pubblico televisivo.

E’ facile, signori giornalisti, farci indignare col povero studentello disarmato che urla “don’t taser me, don’t taser me”. Perchè invece non indagate su quello che lo studente non è riuscito a sapere? Perchè John Kerry non ha protestato per le evidenti frodi elettorali dei repubblicani nel 2004?

Io la risposta credo di conoscerla, ma non ve la dico. E’ vostro compito quello di scoprirlo, e voi siete pure pagati per farlo.

Massimo Mazzucco


NOTA: Se si vuole contestare un grosso personaggio in pubblico, in America, questo è il modo di farsi portare via senza essere “taserato”, e facendo comunque sapere a tutti quello che pensi:





Questo invece è il modo di porre domande imbarazzanti a un big shot come Rumsfeld, senza nemmeno farsi portare via. (In realtà c’è un istante in cui la security cerca di intervenire – non lo si vede ma lo si capisce, ma McGovern reclama semplicemente “Siamo in America” - riferendosi alla libertà di espressione - mentre lo stesso Rumsfeld in qualche modo è costretto a farlo rimanere, pagando così il giusto prezzo che McGovern intendeva fargli pagare. Un imbarazzo prolungato.



Grande Ray. Riuscire a fischiare un “non sequitur” a Rumsfeld non è male.

M.M.


Un secondo video dello studente “taserato”







La fonte di questa news è Luogocomune
https://old.luogocomune.net/site

L'indirizzo di questa news è:
https://old.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=2048