Ite, Missa est

Data 29/6/2007 7:20:00 | Categoria: chiesa e religione

Geniale. Questo Papa non è affatto un restauratore, come molti avevano suggerito. Questo Papa è un vero rivoluzionario. Questo Papa ha nel sangue un concentrato puro di DNA di tutte le migliori agenzie pubblicitarie del mondo. Questo Papa è uno stratega sopraffino, degno di Macchiavelli, Mazzarino e Winston Churchill messi insieme.

La Chiesa perde proseliti in tutto il mondo, il cristiano si sta “distaccando” sempre più dal Vangelo, alla domenica le navate delle chiese sono desolatamente vuote, e lui cosa ti fa? Ripristina la messa in latino.

E’ come se la Ferrari, in difficoltà di fronte all’evoluzione della McLaren, tornasse ad adottare il motore con cui Ascari vinse la Mille Miglia del ’37.

In compenso, Ratzinger è davvero un uomo originale: ha voluto presentare la sua decisione ai cardinali con un “Motu Proprio”, ovvero quel tipo di documento che i papi nel passato hanno sempre scritto “d’istinto”, “di propria iniziativa”, quando il ripristino della messa in latino è stato il chiodo fisso di tutto il clero lefebvriano dallo scisma post-conciliare in poi. “Chissà come gli è venuta questa stramba idea?”, si chiederanno i vescovi un pò dappertutto nel mondo.

Rivoluzionario, e originale quindi: una miscela davvero esplosiva, per quel rinnovo che la Chiesa va cercando disperatamente ormai da decenni.

Anche perchè la differenza con il rito originale non sta tanto nella lingua – bene o male, la solfa è sempre quella, per cui si può pure impararla a memoria – ma nel fatto che il prete volge costantemente le spalle ai fedeli, ...
... e rimane sempre rivolto verso l’altare, eccetto che per l’omelìa. Come dire, “con Lui ci parlo io. Dopo casomai mi giro e vi spiego cosa mi ha detto”. Mentre i fedeli dovrebbero trascorrere la maggior parte del tempo non più seduti su delle scomode panche di legno, ma addirittura inginocchiati.

Sai che voglia di tornare a Messa, per quelli che hanno perso l’abitudine. (E anche per quelli che hanno fatto il menisco da poco, volendo).

A questo punto è evidente che a Ratzinger del destino dei cristiani nel mondo interessa molto poco. A lui interessa soprattutto riaffermare quei valori gerarchici che vedono il clero al di sopra dei comuni mortali, e che resero la Chiesa la vera regina del tardo impero romano: non a caso il messale reintrodotto da Ratzinger è quello della Messa tridentina di Paolo V, che risale al 1500.

Certo che il mondo è davvero curioso: un comico di piazza si arrischia a dire che “la Chiesa non si rinnova”, e si prende del “terrorista” dallo stesso balcone da cui, poche settimane dopo, esce un editto che ci riporta direttamente nel Medioevo.

L’unico augurio a questo punto è che Joseph “scarpine di Prada” Ratzinger, in arte Papa Benedetto XVI, abbia un giorno un “motu proprio“ vero e genuino, che lo spinga a prendere in mano il Vangelo. Scoprirà così, ad esempio, che “colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo”. Non il contrario.

Massimo Mazzucco



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