NATO panacea per tutti i mali

Data 29/1/2007 6:10:00 | Categoria: news internazionali

di Giorgio Mattiuzzo

Da tempo ormai la Nato non ha alcun ruolo difensivo reale, perlomeno non dalle minacce a causa delle quali era stata creata, durante la Guerra Fredda. Tuttavia i governi hanno ben pensato, venuta meno la ragione di esistere dell'Alleanza, di rafforzarla, espanderla e affidarle compiti nuovi. Per non parlare del fatto che la Nato, a differenza dei caschi blu, non soggiace alle bizze di Russia e Cina e del loro diritto di veto alle Nazioni Unite; ed ha disposizione un bel po' di testate nucleari.

Sull'International Herald Tribune, il colonnello dell'esercito americano Joseph R. Núñez, Presidente del Dipartimento dell'Arte della Guerra presso l'Istituto di Studi Strategici, ha scritto un illuminante articolo che esplicita bene un certo modo di intendere il cosiddetto problem solving.

In particolare, il colonnello si è soffermato sulla necessità di venire incontro alle difficoltà che la Nato sta affrontando, ...
... contestuali alle responsbilità che il suo ruolo di milizia globale comporta. Qual è il problema di fondo?

“L'amara verità è che ci saranno ancora più Stati che avranno bisogno di un intervento multinazionale di lungo termine. Non ci si dovrebbe aspettare che la Nato sia ovunque. Mentre si è evoluta per affrontare le nuove missioni al di fuori dell'Europa nel 21 secolo, non è un pozzo senza fondo di soldati.

[...] A cosa sono preparate le altre regioni del mondo per affrontare i prossimi probabili conflitti, siano essi in Sudan, Fiji, Congo, Somalia, Bolivia, Nord Corea o Nepal? Dobbiamo divenire più creativi nella nostra capacità di preservare la stabilità di tali instabili fronti. Troppi interventi, come l'Unione Africana in Darfur, sono fatti in modo episodico, ad hoc; nessuna meraviglia se di solito non funzionano.”


E cosa dovremmo fare “noi” per salvare il mondo?

“Abbiamo bisogno di organizzazioni di sicurezza e difesa locale permanenti, coadiuvate dalle potenze maggiori. E' nell'interesse nazionale degli Stati locali e delle grandi nazioni, per non parlare degli alti valori morali. L'alternativa alla costruttiva cooperazione è la selvaggia anarchia, che si allarga oltre i confini e si alimenta anche troppo.”

L'anarchia, chiaro. Cioè: tutti i popoli sono liberi di fare quello che “noi” diciamo loro. Soluzione concreta? E' presto pensata:

“Più che affidarsi su gruppi regionali che si fondano tra loro, gli Stati Uniti e i loro alleati dovrebbero lavorare per creare almeno altre sei organizzazioni di sicurezza e difesa sul modello della Nato – una per il Nord America, il Sud America, l'Africa, la regione Asia e Pacifico, l'Asia del Sud e il Medio Oriente. [...]”

Si vis pacem, para bellum...

“Ognuna di queste nuove alleanze dovrebbe essere preparata a dispiegare velocemente una forza di almeno una brigata – circa 6000 soldati con capacità di terra, mare e aria – ovunque nella loro sfera di influenza. Dovrebbero avere anche squadre diplomatiche ed economiche a disposizione dopo i combattimenti per mettere nuovamente in moto il governo e i mercati del Paese in questione.”

Questa visione della Nato, a dire il vero, è divenuta una realtà già da tempo, almeno da quando il summit di Riga ha definito una nuova strategia globale per il milite del mondo e ha iniziato degli abboccamenti con il lontano oriente, sfidando Mosca e Pechino

In quell'occasione i portavoce della Nato, infatti, “hanno provocato Mosca e Pechino dicendo che [la Nato] offrirà nuove formule di alleanza alle nazioni dell'Asia centrale e alle grandi nazioni della regione Asiatico-Pacifica (Giappone, Korea, Australia e Nuova Zelanda), e persino alla democratica India. [...] il summit di Riga è stato intelligentemente atteso come l'evento che trasforma l'alleanza della Guerra Fredda in un'autentica organizzazione globale, politica e militare, del ventunesimo secolo, che siederà quale arbitro del nascente ordine mondiale, a prescindere dal ruolo delle Nazioni Unite.

Tornando al nostro colonnello Núñez, anche lui si rende conto di ciò che può comportare una cosa del genere.

“Creare queste nuove alleanze significherà che molti Stati dovranno cambiare il loro approccio alla difesa [cioè calare le brache, NdT]. Ma in questa era di globalizzazione, le Nazioni dovranno essere altrettanto flessibili e cooperative in materia di sicurezza quanto lo sono state con i trattati commerciali.”

[...] Due fatti porteranno molti Stati ad aderire alle organizzazioni per la sicurezza nazionale: l'attuale sistema è ampiamente disfunzionale
[sic], e unirsi offrirebbe ad ogni membro una maggiore visibilità internazionale. Ora e nel futuro, la Nato non basta.”

Quindi in pratica, negli auspici del colonnello, avremo sei macro organizzazioni militari a risposta rapida, che terranno sotto controllo l'intero globo. Faranno capo agli Stati Uniti, ai loro alleati europei della Nato, a Pechino e all'India.

Sembra quasi un film di fantascienza, ma non lo è. Abbiamo fatto la globalizzazione, adesso dobbiamo fare i cittadini globalizzati. Extra Nato nulla salus

Giorgio Mattiuzzo (Pausania)




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