Onestà a senso unico

Data 28/5/2006 12:19:40 | Categoria: 11 settembre

Aggiunta in coda all'articolo una nota per gli iscritti/visitatori pù recenti M.M.

(Breve spezzone inedito di Inganno Globale all'interno)

Che debunkers di ogni colore e dimensione, nei giorni scorsi, si siano disperatamente aggrappati alla faccenda dei filmati del Pentagono sincronizzati male (dal responsabile di questo sito, nonchè sottoscritto), in fondo è comprensibile. La sorpresa del "filmato che metterà a tacere una volta per tutte le voci complottistiche", e che invece ha mostrato di tutto meno che l'aereo che andiamo cercando da 5 anni, deve essere stata per loro una mazzata non da poco.

Quando poi abbiamo mostrato che con tutta probabilità quel filmato era pure manipolato, e con questo abbiamo acceso la scintilla mediatica - grazie a La7 - a livello nazionale, devono essere arrivati ad accarezzare con la mano la canna del gas. Figuriamoci quindi la rabbia, la cecità animale, la totale perdita di senso critico che li deve aver investiti, …

… quando hanno capito che la sincronizzazione fatta da noi si poteva mettere in discussione, e quindi si poteva accusare noi di falso clamoroso, e quindi - secondo la loro logica distorta ma immutabile - si poteva ancora continuare a tenere in piedi un castello di bugie che ormai è ridotto a un colabrodo.

Non ci hanno capito più niente, e si sono messi a scrivere istericamente dappertutto, nei blog ai giornali e persino nei gabinetti delle stazioni, che noi siamo solo una mandria di "comunisti sovversivi eccetera eccetera eccetera, il cui unico scopo è eccetera eccetera….". La musica la conosciamo bene. ("Lui" ha appena perso le elezioni, insistendo oltre ogni decenza su questa tecnica antidiluviana dello spauracchio comunista, ma evidentemente "loro" non hanno saputo trovare nel frattempo nulla di meglio a cui ricorrere).

Ma la vera misura della cecità raggiunta la si può avere osservando la rapidità fulminante con cui queste persone sono riuscite a dimenticarsi l'immensa foresta che ormai circonda questo episodio, pur di mettersi ad abbaiare con tutta la forza che hanno in corpo a questo albero in particolare. (Che non sono affatto certo sia quello giusto, fra l'altro, ma questo è un altro discorso).

Si sono cioè dimenticati che il filmato con cui vorrebbero tanto mettermi alla gogna (parlo al singolare perchè la responsabilità di quel filmato è tutta mia, e alcuni dei nostri iscritti - a conferma della disonestà che gira da queste parti - avevano addirittura sollevato loro stessi delle obiezioni, con le quali peraltro io discordo), sta all'interno di un montaggio, lungo almeno 6 volte tanto, nel quale si elencano molteplici ragioni per cui quell'aereo non poteva essere comunque un Boeing 757.

Questo è il punto che io ho cercato di sottolineare più volte, nei giorni scorsi, ma che naturalmente è stato completamente ignorato dalla muta di lupi inferociti. E cosi ora siamo tutti costretti a rileggere questo mio passaggio, tratto dall'articolo Pilota professionista cercasi):

"Stiamo però attenti, a questo punto, a non farci coinvolgere in polveroni artificiali, intesi solo a distrarre l'attenzione dal cuore vero della faccenda: che i fotogrammi mancanti fossero due, quattro, nessuno o quarantasette, a questo punto non ha più molta importanza - alla peggio torneremo a "squola" a imparare a contare fino a 20 - ma nel frattempo quel filmato ha denunciato con chiarezza assoluta che la versione ufficiale era una bugia, e QUESTO è quello che conta davvero. Nessun pilota al mondo, infatti, è in grado di portare cento tonnellate di Boeing, che viaggiano a 850 chilometri all'ora, a volare raso-erba in QUEL punto del Pentagono - dove compare il fatidico ditino - per poi mettersi a giocare a cavallina con gli enormi rulli di cavo elettrico che si trova davanti, solo per scomparire nel nulla perchè "gli aerei oggi sono fatti di leghe leggerissime", mentre le pareti del Pentagono sarebbero "resistentissime".

Per chi non avesse seguito la faccenda del dettaglio, spiego brevemente che il nuovo filmato posiziona il presunto Boeing in maniera tale da obbligarlo a percorrere rasoterra tutta la distanza che ancorar lo separa dalla facciata. Questo però è assolutamente impossibile per diversi motivi, di dimensione, di velocità, di manovrabilità, e sopprattuto di aerodinamica, come spiega (ulteriormente) lo spezzone inedito del nostro film che alleghiamo in coda. Non va inoltre dimenticato, nel considerare la questione, che l'aereo arrivava già dall'aver volato rasoterra, per qualche centinaio di metri, sul quadrifoglio autostradale che sta subito alle spalle, ma che si trova più in alto del prato stesso di una decina di metri almeno. (Chi volesse avere un quadro più preciso della faccenda, trova una buona sintesi nello stesso articolo citato prima).

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A questo punto faccio pubblicamente una proposta: visto che chi insiste nel chiedermi una correzione lo fa nel nome dell' "onestà intellettuale" - non sapete il brivido, quando ho letto quelle parole, conoscendone il pulpito - mi sembra giusto affrontare la questione in quel modo, purchè lo si faccia da ambo le parti.

Si faccia quindi avanti chiunque lo desidera, ma voglia gentilmente prima mostrarci di aver preso in considerazione l'intero problema, e non solo l'aspetto dei fotogrammi che fa comodo a lui. Ci dimostrerà cosi di non essere uno squallido debunker, il cui unico scopo è di cercare disperatamente un punto debole nella posizione avversaria, per montarci su il classico Carnevale di Rio, e distrarre l'attenzione dal vero problema, ma che anche lui è alla sincera ricerca della verità, qualunque essa sia.

Perchè se davvero lo è, non può trascurare che:

1 - Nessuno, che non abbia mai guidato un jet nella sua vita, è in grado di impradonirsi di una di quelle bestie, tanto pesanti e potenti quanto sensibili al minimo tocco dei comandi, e andarci a spasso per tre quarti d'ora come se fosse la macchina che usa tutti i giorni.

2 - Non può inoltre saper ritrovare il Pentagono, partendo da un punto qualunque del cielo della West Virginia, senza più nessuna comunicazione da terra. (No, signori, è soltanto nei fumetti di Alan Ford che "basta un geosatellitare" per farlo. Nella vita vera il sistema di guida di quegli aerei è un mostro di elettronica che richiede profonde conoscenze tecniche - Hanjour "non sapeva nemmeno come funziona il motore di un'automobile", a detta dei suoi istruttori - oltre che lunghi mesi di pratica approfondita, per saperci almeno dialogare)..

3 - Una volta arrivato in zona, il tuo "geosatellitare" lo puoi comunque buttare, mentre il Pentagono - che da 4000 metri è poco più di un puntino marrone in mezzo ad altri cento puntini marroni - devi trovarlo con gli occhiuzzi santi tuoi.

4 - E una volta arrivato in vista del Pentagono (vada ancora per il volo in quota), non può in nessun modo essere stato in grado di scendere di quota con il tipo di manovra che i controllori di volo hanno osservato nei radar, e che non a caso hanno attribuito a un aereo di tipo militare ("fighter jet").

5 - Una volta allineato al Pentagono, dopo una virata di 270 gradi (che naturalmente ha impostato "a occhio", anche se per un bersaglio del genere, vista la velocità, deve allinearsi da almeno 3-4 chilometri di distanza), non può aver coperto il tratto di percorso del quadrifoglio a una quota talmente bassa che gli ha permesso di tranciare svariati lampioni (qui non c'entra la "fortuna", come suggerisce il debunker in difficoltà, qui c'entra l'aerodinamica, e quella non fa regali a nessuno).

6 - Una volta spuntato sulla collinetta, a quella velocità folle, per poter "copiare" il terreno in modo da posizionarsi dove l'abbiamo visto nel video della discordia, deve come minimo avere le rotaie dell'ottovolante.

Se riesce ad allinearsi, non deve toccare il prato nè con le ali, nè col muso, nè con la coda.

Se riesce a non farlo, deve ora sorvlare il camion generatore e i rulli di cavo elettrico che ha davanti, senza farli cadere.

Riuscito anche in questo, deve solo più scomparire nel nulla, cercando di risparmiare almeno buona parte dei vetri delle finestre.

E tutto questo lo ha fatto, signori miei, non un dilettante qualunque, ma uno che era giudicato un tale incompetente che non gli davano nemmeno un Cessna 150 da portare in giro da solo.

Prego. (Si suggerisce di guardare il breve video, prima di completare la lettura dell'articolo).

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Dunque, parlavamo di onestà intellettuale, mi pare.

Si faccia allora avanti chi da me vuole correzioni oneste sul sincro dei video, ma mi dica prima con altrettanta onestà se secondo lui, alla luce di tutti gli elementi elencati sopra (per non parlare del buco troppo piccolo sulla facciata, o del secondo inspiegabile buco al terzo anello, eccetera eccetera eccetera… ), si può continuare a credere che l'aereo fosse davvero un 757, e che alla sua guida ci fosse Hani Hanjour, e nel caso, perchè lo si può fare.

Ecco cosa intendo io, per "non farsi tirare nel polverone", e cosa intendo io per onestà intellettuale.

Io sono qui, garantisco a chiunque verrà - per quanto sotto anonimato - la massima protezione, sono prontissimo a rimettere in discussione le mie conclusioni sui video sincronizzati, e se dovesse risultare che ho fatto un errore, lo riconoscerò senza riserve, e ne accetterò le conseguenze.

Ma se nel frattempo dovesse risultare che la versione ufficiale non sta in piedi nemmeno a pagarla, qualcuno mi vuole spiegare perchè perdere tempo a contare dei fotogrammi di un video, quando non sono quelli la parte del filmato che ci ha permesso di stabilire una volta per tutte la bugia?

A tutti quelli che sostengono, con Bush e Blair, che "anche se ci siamo sbagliati, andando in Iraq per delle ADM che non c'erano, è stato comunque un bene perchè ci siamo liberati di Saddam", io ora domando: se un "errore" come quello basta a giustificare una guerra con centomila civili ammazzati, perchè un mio eventuale "errore" sui fotogrammi mancanti non dovrebbe giustificare la rivelazione della bugia che copre proprio quella vergognosa carneficina?

Massimo Mazzucco



Ai nostri iscritti: ferma restando l'assoluta libertà di scelta, mi permetto di suggerire che non sia questo lo spazio adatto per rimettere in moto fra di noi una discussione che già abbiamo esaurientemente affrontato altrove, ma che questo spazio vada lasciato "rispettosamente" libero a chi dall'esterno volesse accogliere il mio invito.

Non sto dicendo di non commentare, ma di evitare di entrare nel merito specifico, visto che in ogni caso è un argomento che sta a me affrontare personalmente.

Non fatico infatti a immaginare come molti furbetti cercheranno comunque, sotto i più disparati nick, di riattizzare direttamente la questione fotogrammi, saltando a piè pari quello che invece credo sia una doversa presa di posizione da parte loro, visto che sono stati loro ad appellarsi per primi all'onestà intellettuale.

Se è vero che cercano la verità sopra di tutto, questa è l'occasione buona per dimostrarlo. Altrimenti avviso già in anticipo che non interverrò in nessun caso all'eventuale diatriba che riuscissero ad attizzare.

Non so voi, ma io di tempo sprecato ai debunker ne ho già regalato fin troppo. Gli elementi a disposizione, per giudicare, ormai abbondano, ed è ora di andare al dunque invece di continuare a girare in tondo per il pìacere altrui.

M.M.


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NOTA AGGIUNTIVA: Questa nota è rivolta soprattutto ai nuovi iscritti/visitatori, che non conoscano il nostro sito già da qualche tempo.

Per quanto possa assomigliare a ciò che si trova normalmente in rete, per gli standard di luogocomune quello che segue è un thread di commenti decisamente anomalo. Ma anche molto significativo, come avremo modo di mostrare molto presto.

Normalmente, qui l'insulto non solo non è tollerato, ma il problema si pone raramente, poichè noi partiamo già dal presupposto di discutere esclusivamente le idee, e mai le persone che se ne fanno portatrici. E mentre alle seconde chiediamo solo di attenersi a quell'unica regola, per le prime portiamo un rispetto incondizionato, che le mette tutte e comunque, per principio, sullo stesso piano. Diventa quindi più difficile dare del cretino a dei concetti astratti, soprattutto quando per definizione partono tutti dallo stesso piano.

In questo caso invece, trattandosi di uno scontro diretto (di certo non provocato da noi) con personaggi che frequentano siti decisamente "diversi" dal nostro, abbiamo voluto lasciare in bella vista gli insulti e le provocazioni, per rimarcare ancora meglio questa differenza. Dopotutto, se uno desidera davvero così fortemente fare scempio di se stesso, non si vede perchè negargli questa possibilità. La nostra è una vetrina interessante anche per quello.
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Sintesi del problema

Già che ci siamo, approfitto per sintetizzare anche il problema che ci ha portato fino a qui, in modo da non obbligare chi volesse capirci qualcosa a sciropparsi l'intera sceneggiata. Molto semplicemente, io sono stato accusato di aver errato - volente o nolente - nell'ìmpostazione tecnica di un confronto fra i due filmati del Pentagono, che io sostengo dimostri come questi siano stati manipolati con il preciso intento di non mostrare il velivolo che lo ha colpito.

Io non ho ancora aperto bocca in proposito, ma ho detto di essere dispostissimo a mettere in discussione il mio operato, e a riconoscere, facendo pubblica ammenda, eventuali miei errori, a condizione che si metta però in discussione l'intero filmato da me pubblicato, e non soltanto il segmento incriminato che ne fa parte, e che a prima vista appare più debole e attaccabile. Sarebbe come criticare aspramente una certa scena di un film, con l'intento dichiarato di affossare l'intera "carriera" del regista, senza nemmeno prendere in considerazione l'intero film di cui fa parte.

Mi pare sinceramente un pò troppo, anche per il più rapace degli avvoltoi in circolazione. Anche perchè qui non si discute di arte, ma di un crimine internazionale di portata storica. Se processo deve essere, quindi, che lo sia, ma fino in fondo.

Ma per qualche motivo, che non sta a me suggerire, siamo ormai all'alba del terzo giorno, e nonostante la mia promessa di procedere immediatamente alla tanto agognata "correzione", di serio qui a discutere non si è ancora presentato nessuno.
(In caso di equivoco, sottolineo che io qui per "serio" intendo affrontare a muiso duro i sette quesiti fondamentali che pongo nell'articolo, e non certo fingere di discutere seriamente di qualunque altro problema collaterale).

Chi ha il gusto dell'orrore, a questo punto può tranquilamente procedere e verificare di persona.

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Buñuel

A proposito di criticare una parte per il tutto, racconto qui un piccolo aneddoto riservato agli appassionati di cinema. Come loro sicuramente sanno, se c'è una cosa decisamente orrida in molti film di Buñuel (soprattutto "Il fascino discreto della borghesia" e "Il Fantasma della Libertà"), è la fotografia. Anche il più affezionato amatore del maestro spagnolo non può non notare i brutali spot di luce - che in gergo si chiamano appunto "bruti" e "minibruti", e che vanno adeguatamenet filtrati a seconda delle situazioni - sparati senza pietà da pochi metri sulla faccia degli attori, senza un minimo di velatura o di gusto fotografico, che danno a quei film il sapore inconfondibile di un Tv movie girato in fretta e furia, e che ti fanno domandare dove mai avesse gli occhi Don Luis per non accogersene lui per primo.

Vedere sfigurata persino una Catherine Deneuve sullo schermo non capita spesso, e la cosa mi aveva sempre lasciato perplesso. Capivo si fosse trattato dei primi film, fatti con due lire alla luce dei lampioni, ma negli ultimi anni Buñuel aveva finalmente avuto tutti i soldi che voleva per fare i film come li voleva lui, e poteva certo permettersi di curare meglio anche l'immagine.

Una volta ebbi l'occasione di lavorare con uno dei suoi direttori della fotografia preferiti, che fra l'altro aveva anche lavorato con Orson Wells, e quindi era di tutto meno che un pivellino. Approfittai della prima occasione per chiedergli di Don Luis, e riuscii a portare in pochi minuti l'argomento sulla faccenda che da tempo mi andava tormentando.

Era lui che la voleva così - mi disse sottovoce - Pensa, appena io cercavo in qualche modo di ammorbidire la luce, mettendo magari un semplice strato di velina, lui arrivava furibondo e me lo faceva subito togliere.

"Devono essere orribili - mi diceva - Se li guardi bene, da vicino, i ricchi sono gente orribile, lo hai notato? E noi orribili li dobbiamo raccontare. Mi spiace per te, Edmond, che ci farai una brutta figura, ma noi non possiamo mentire, è troppo importante. Se quella è la realtà, noi così la dobbiamo raccontare".

A proposito, si diceva, di giudicare la parte per il tutto.




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