Giustizia per Bernard Brown

Data 7/4/2006 9:04:48 | Categoria: 11 settembre

BARDAZZI HA RISPOSTO (nei commenti)

Marco Bardazzi è uno scrittore italiano "all-american", che vive a Washington. Oltre ad aver pubblicato alcuni libri come autore, è comparso di recente alla Columbia University di New York per la presentazione dell'edizione inglese del libro "Senza Radici", di Joseph Ratzinger e Marcello Pera.

Lo scorso 22 marzo, Bardazzi ha pubblicato sul suo blog un articolo sull'undici settembre, relazionandolo - un pò forzatamente - al voto nelle nostre elezioni di questa settimana. L'articolo è stato ripreso, significativamente, da un periodico di area cattolica, Tempo.

Ne parliamo qui perchè la mentalità che rivela ci risulta essere molto diffusa fra moltissimi italiani un pò dappertutto. Essa si basa sulla seguente serie di equazioni:
Osama = oriente islamico = medioevo = aggressore = cattivo
Bush = America cristiana = progresso = vittima = buono
Dopodichè
Berlusconi=cristiano/pro-America/libera impresa=buono
Quindi
Voto Berlusconi

Ovvero, "o con noi, o contro di noi". Proprio quello che volevano ottenere i neocons, …

… quando inzialmente crearono la spaccatura dei "buoni " e dei "cattivi" nel mondo.

Se poi, su questa miscela di luoghi comuni, si getta la benzina del ricatto del "povero Bernard Brown", la contorsione mentale diventa una perversione vera e propria. Il timore è che purtroppo il tutto avvenga in perfetta buona fede, sia nell'autore del blog, che in moltissime altre persone nel mondo.

Lasciamo la parola all'articolo stesso, prima di aggiungere un nostro commento in coda, con un invito all'Autore per un aperto confronto.

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Il piccolo Bernard e il voto del 9 aprile

di Marco Bardazzi - Spirit of America. Sito ufficiale marcobardazzi.com.

Bernard Brown aveva 11 anni, l'eta' delle mie figlie gemelle, quando la mattina dell'11 settembre 2001 sali' su un aereo a Washington per quello che doveva essere un eccitante viaggio premio in California. Con due coetanei e un insegnante, Bernard andava a visitare un santuario marino, dopo aver vinto una competizione scolastica promossa dal National Geographic. Da settimane sognava quel volo, ma non vide mai la California: Bernard si disintegro' contro le pareti del Pentagono, dopo aver trascorso lunghi minuti di un orrore difficile da immaginare, a bordo di un aereo diventato un'arma di distruzione di massa.

Il destino del piccolo Bernard c'entra con le elezioni del 9 aprile piu' del futuro dell'Irap o dell'alta velocita' in Val di Susa. Il motivo? Per molte, troppe persone in Italia, Bernard non e' mai morto. L'aereo su cui volava non e' mai esistito. I 58 passeggeri e i sei membri dell'equipaggio del volo United 77 sono fantasmi inventati dalla CIA.

Prima o poi occorrera' fare un sondaggio per scoprire quanti siano gli italiani convinti che al Pentagono l'11 settembre non e' caduto un aereo pilotato da terroristi di Al Qaida, ma e' scoppiata una bomba. Il risultato, ne sono certo, sarebbe sconvolgente, perche' e' un dubbio che serpeggia in una percentuale consistente di persone.
Andando al voto a quasi cinque anni da quel giorno, occorre interrogarsi su chi e perche' abbia fatto di tutto in questi anni in Italia per cercare di trasformare l'11 settembre in un mistero.

Occorre capire come un diffuso antiamericanismo sia andato cosi' fuori controllo da spingere tanti, nelle nostre citta', a pensare che quello che e' accaduto al Pentagono o alle Torri Gemelle sia una sorta di equivalente americano della strage di Piazza Fontana o di quella alla stazione di Bologna. Siccome siamo abituati ai misteri senza soluzione di casa nostra, ci sembra scontato che anche in America, quando scoppia qualcosa, occorra guardare ai 'servizi', piu' o meno deviati.

Se non si capisce cosa e' accaduto l'11 settembre 2001 negli Usa, non si comprende piu' niente della storia contemporanea. Se si pensa che gli americani abbiano inventato il loro giorno piu' nero, per avere una scusa per andare a lanciare bombe in giro per il mondo, allora d’un tratto cambia la prospettiva di tutto cio’ che stiamo discutendo sui rapporti con l’Islam e sui rischi del jihadismo globale. Se continuiamo a pensare a macchinazioni della CIA o crediamo alle stupidaggini di chi ci racconta che “tutti gli ebrei erano scappati in anticipo dalle Torri Gemelle” – io c’ero, quell’11 settembre a New York, e so che e’ una balla colossale – allora non abbiamo capito quale sia la sfida a cui e’ chiamata la nostra generazione. E non potremo dare un voto che tenga conto della realtà.

Potrei fornire innumerevoli dettagli per spiegare cosa è realmente accaduto al Pentagono. Potrei sommergervi con una mole di documenti che raccontano come Khalid Sheikh Mohammed abbia pianificato l’attacco già anni prima sulle montagne afghane di Tora Bora, alla presenza di Osama bin Laden. Potrei ripercorrere minuto per minuto – perche’ queste cose sono tutte agli atti negli USA – cio’ che hanno fatto i cinque terroristi kamikaze che lanciarono quell’aereo contro la sede della Difesa USA. Potrei descrivervi le mappe e i grafici che all’interno del Pentagono – dove vado spesso per motivi di lavoro – mostrano come la traiettoria in diagonale dell’aereo United 77 abbia falciato chi sedeva a una certa scrivania e risparmiato il suo vicino (nessuna bomba potrebbe ottenere un effetto del genere).

Ma preferisco ricordare a tutti il piccolo Bernard e i suoi coetanei Asia Cottom e Rodney Dickens, che sognavano di andare a vedere i pesci della California e si sono ritrovati ridotti in brandelli. Preferisco ricordare l’incredibile ironia del destino che ha voluto che Bernard morisse nel luogo dove lavorava il suo papa’, Bernard Sr., un ufficiale della US Navy in servizio al Pentagono. Quando la mamma di Bernard vide in tv le immagini della tragedia, terrorizzata si mise alla ricerca del marito e con sollievo scopri’ che in quel momento non era in ufficio. Fu una gioia di pochi istanti, il tempo di capire che non era vedova, ma aveva perso un figlio.

Bernard, Asia e Rodney erano saliti sull’aereo all’aeroporto Dulles di Washington. Eccitati dal viaggio, non fecero certamente caso a due sauditi dal volto teso, Majed Moqed e Khalid al Midhar, che sedevano vicino a loro, ai posti 12A e 12B. Ne’ probabilmente lanciarono qualcosa di piu’ di uno sguardo ad Hani Hanjour, che sedeva in prima classe nel posto 1B o a due fratelli sauditi a loro volta con posti di business, Nawaf e Salem al Hamzi (5E e 5F). E’ piu’ probabile che si siano accorti di altri due bambini che erano sull’aereo, i fratellini Dana e Zoe Falkenberg, 3 e 8 anni, in viaggio con i genitori.

Chi ha voluto in questi anni, in Italia, che ci si dimenticasse di quei cinque bambini? Chi ha promosso campagne antiamericane cosi’ irrazionali da instillare nella gente la convinzione che non siano mai esistiti e che in fondo “gli americani si sono inventati tutto?”.

Da italiano all’estero, quest’anno avro’ per la prima volta la possibilita’ di votare qui negli USA. Non so voi, ma io votero’ avendo in mente non le piccole beghe di casa nostra, ma il volto sorridente di Bernard Brown.

E il mio voto cerchera’ di rendergli un po’ di giustizia.

*************

Personalmente, potrei cominciare dalla fine, dicendo a Bardazzi che anch'io, da italiano all’estero, quest’anno avrò per la prima volta la possibilità di votare qui negli USA, e anch'io vorrei rendere un pò di giustizia a Bernard, e agli altri tremila morti di quel giorno insieme a lui.

Ma sinceramente non saprei come farlo, visto che sulla scheda non compare l'opzione "metti in galera i responsabili dell'11 settembre".

Ma lascerei volentieri a Bardazzi l'illusione che votando in un certo modo si possa automaticamente "portare giustizia" da qualunque parte, perchè non è questo il problema. C'è invece una sua frase , all'interno dell'articolo, che mi ha particolarmente colpito: "se non si capisce cosa e' accaduto l'11 settembre 2001 negli Usa, non si comprende piu' niente della storia contemporanea".

Pensi, Sig. Bardazzi, che questo sito è nato proprio per questo motivo.

La invito quindi ad un aperto dibattito, nella speranza che fra tutti si riesca a raggiungere questo obiettivo comune.

In attesa di una sua replica, comincerei intanto a correggere le falsità più grossolane da lei riportate.

Nell'articolo lei dice: "Prima o poi occorrera' fare un sondaggio per scoprire quanti siano gli italiani convinti che al Pentagono l'11 settembre non e' caduto un aereo pilotato da terroristi di Al Qaida, ma e' scoppiata una bomba."

Pochissimi, a quel che ci risulta. Ce ne sono invece moltissimi - di italiani e non - che faticano a credere che sia stato un Boeing 757 a colpire il Pentagono. E' di questo casomai che le suggerisco di occuparsi. Qui ne trova, volendo, già in discrete quantità.

I motivi principali per cui fatichiamo a crederlo, sono tutti raccolti in questo blocco della nostra Sez. 11 settembre, e sono riassunti anche, per sua comodità, in questo segmento del nostro filmato sull'11 Settembre. Non è la versione definitiva, ma ce n'è abbastanza per poter prendere posizione in merito.

La invitiamo quindi a confutare questi motivi uno per uno, prima di poter sostenere, a sua volta, che fu davvero AA-77 a colpire l'edificio (il volo non era United, ma American). Lo faccia però, gentilmente, senza rimandarci alle tristi pagine di Paolo Attivissimo. Su quel fronte, se permette, abbiamo già dato. Inoltre, lei dice di conoscere personalmente il Pentagono, e sembra in grado di apportare qualcosa di suo alla discussione, quando dice:

"Potrei fornire innumerevoli dettagli per spiegare cosa è realmente accaduto al Pentagono".

Ce li fornisca, la prego. Non chiediamo di meglio.

"Potrei sommergervi con una mole di documenti che raccontano come Khalid Sheikh Mohammed…"

Ci sommerga, la prego. Non chiediamo di meglio.

"Potrei ripercorrere minuto per minuto ciò che hanno fatto i cinque terroristi kamikaze …"

Ripercorra, la prego. Noi stiamo qui ad aspettare (abbiamo già ripercorso, grazie).

"Potrei descrivervi le mappe e i grafici che all’interno del Pentagono …"

No grazie, quelli proprio non ci servono. Infatti nessuno ha mai sostenuto che le bombe viaggino per centinaia di metri in diagonale, come - erratamente - ci vuole mettere in bocca lei. Come già detto, noi sosteniamo semplicemente che si debba essere trattato di un aereo diverso dal 757, molto più agile e veloce, ed eventualmente in grado di sparare qualche cosa davanti a sè, prima di esplodere.

Oppure ci offre direttamente lei una spiegazione per il foro al terzo anello, così facciamo prima.

Questo vizio, di mettere in bocca agli altri cose non dette, per poi confutarle con irrisoria facilità, è molto diffuso nell'ambito della discussione sull'undici settembre. E lei stesso se ne approfitta al punto che rende difficile continuare a credere nella sua buona fede:

Che “tutti gli ebrei erano scappati in anticipo dalle Torri Gemelle” , infatti, non lo ha mai sostenuto nessuno. Che invece ALCUNI ebrei non siano andati a lavorare quel giorno, poichè avvisati in anticipo da qualcuno, sta scritto addirittura su un giornale israeliano.(Qui la nostra copia in cache).

A questo punto cosa ci dice, Sig. Bardazzi? Come se lo spiega, questo, rispetto alla sua beneamata tesi ufficiale?

Lasciamo quindi perdere i singoli elementi da lei citati, perchè sembrano purtroppo volgersi tutti a suo sfavore, e dedichiamoci invece al "senso" generale del suo articolo, che è comunque la cosa più importante.

Lei si domanda "come un diffuso antiamericanismo sia andato cosi' fuori controllo da spingere tanti, nelle nostre citta', a pensare che quello che e' accaduto al Pentagono o alle Torri Gemelle sia una sorta di equivalente americano della strage di Piazza Fontana o di quella alla stazione di Bologna."

Perchè, gli americani non fanno queste brutte cose, secondo lei? S.S. Maine, S.S. Lusitania, Pearl Harbour, Golfo del Tonkino, sono tutte parole che non le dicono niente? Nel caso, può dare un'occhiata qui. Pensi che ad altri dicono talmente tanto, da far sospettare che in realtà Piazza Fontana e le altre stragi (che vedo lei accetta con molta tranquillità, peraltro) ce l'abbiano addirittura suggerite loro. Lei ha sentito parlare di Gladio, vero Sig. Bardazzi?

Rispetto al quesito che si pone, quindi, perchè non prova a capovolgerlo? Perchè non prova a pensare che sia accaduto esattamente l'inverso, e cioè che "tanti" siano diventati anti-americani (o meglio, anti-Bush & C.), dopo essersi resi conto di quello che è successo al Pentagono e alle Torri Gemelle? Se non altro, la Logica qui sta tutta in piedi.

"Se si pensa che gli americani abbiano inventato il loro giorno piu' nero, per avere una scusa per andare a lanciare bombe in giro per il mondo, …. "

A quel che ci risulta, quello che lei definisce "giorno più nero" era stato addirittura auspicato da un certo Paul Wolfowitz, proprio un anno prima dell'11 settembre. Vedasi PNAC.

"…. allora d’un tratto cambia la prospettiva di tutto cio’ che stiamo discutendo sui rapporti con l’Islam e sui rischi del jihadismo globale."

Infatti, Sig. Bardazzi, la prospettiva cambia completamente. E indovini un pò chi sono i cattivi, a questo punto? Indovini un pò chi sono gli assassini del piccolo Bernard?

Voti quindi per chi crede, in Italia, senza fare troppa confusione con l'America, e attraversi invece la strada - visto che le viene comodo - e vada a piazzarsi davanti alla Casa Bianca con un bel cartello affisso al petto, che dice: "Giustizia per il povero Bernard".

Ma non si illuda, a quel punto. Se davvero l'America fosse quella che sogna lei (insieme a tanti altri, mi creda), giustizia vera verrebbe fatta, e metà dell'amministrazione Bush finirebbe in galera, insieme a tre quarti del corpo giornalisti che sapevano ma hanno taciuto.

Invece finirà che arrestano lei, che le danno dell'antipatriota, e se non sta più che attento le tappano pure la bocca per sempre.

E' forse questa l'America che lei difende, Sig. Bardazzi?

Massimo Mazzucco

(Marco Bardazzi è stato personalmente avvisato di questo articolo).

Grazie a RedO per la segnalazione.



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