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media : L'UOMO IN DODICESIMI
Inviato da Redazione il 29/12/2004 0:33:47 (2727 letture)

L'UOMO IN DODICESIMI

Esiste un personaggio - un signore in carne ed ossa - che io rispetto profondamente, perchè condivide con me degli ideali che sono superiori ad ogni barriera di qualunque tipo. Come ho detto, è un un signore con tanto di nome e cognome, anche se incarna un archetipo ben più ampio di quanto si possa immaginare.

Lui, l'essere umano in questione, da qualche tempo sta fingendo (con sè stesso, più che altro, per scaramanzia) di prendere sottogamba un'iniziativa che ritiene invece assolutamente seria ed importante. Fondamentale, direi, per lui prima ancora che per il mondo.

E' l'idea, utopica ma non irrealizzabile (e qui sta l'inghippo), di un giornale collettivo. Un quotidiano, stampato su carta, che raccolga…

…autori che viaggiano su sentieri completamente diversi, ma che abbiano in comune la caratteristica che una volta si dava per scontata nel giornalista, e che oggi invece sembra esser diventata più rara delle mosche bianche: il dovere di informare, nel rispetto della Verità. Sembra niente, detto così.

Lasciamo perdere ora i dettagli, contano poco. Chi lo dirigerà, quanto costerà stamparlo, chi lo comprerà, sono tutti problemi riconosciuti tali - nessuno è bambino - ma di fronte alla forza dirompente dell'ideale questi appaiono come moscerini sulla pelle dell'elefante.

Vediamo nel concreto cosa dice l'amico, ad altri amici come lui.

"Immagino un giornale di 36/48 pagine che abbia un bel formato: come era un tempo il Corsera o come è (ancora oggi) il New York Times. Una bella carta "legnosa" (quella che scrocchia quando la pieghi)".

Curioso come il primo aspetto che viene descritto di questo giornale ancora non nato sia quello fisico. Esclusivamente fisico. L'Uomo in Dodicesimi ha descritto prima di tutto il supporto. Vuoto, bianco, astratto. Ideale, appunto. E quando vi sia infine da "sporcarlo", che lo si faccia il meno possibile:

"Immagino un bel giornale in bianco e nero. Senza il deturpante colore che storpia molti quotidiani europei rendendoli simili nella forma (e spesso nei contenuti) ai depliants pubblicitari che riempiono le nostre cassette della posta."

Ma siamo sempre alla forma. E' solo al terzo paragrafo di questo sogno ad occhi aperti - è in realtà un sogno collettivo: l'Uomo sogna per sè, ma sogna anche per tanti come lui - che si presenta il problema dei contenuti.

"Penso a un giornale che non si pensi di sinistra solo perchè chi ci scrive è di sinistra: un giornale ha un'anima, respira, è capace di ribellarsi perfino a chi lo scrive."

Nei sogni, tutto è possibile. E' per quello che sono affascinanti.

"Penso al mio essere di sinistra costretto a fare i conti tutti i giorni con la resistenza di essere un reporter 'di una parte' senza essere 'di parte'."

Qui il subconscio ha iniziato a mandare messaggi talmente forti, che un senso di autoassoluzione anticipata sembra già pervadere una direzione che (possibilmente gli verrà offerta, ma che) ancora non gli è stata assegnata. In realtà siamo ormai tutti "direttori" dentro, e questo, se non valutato correttamente, può risultare un problema insormontabile. Può essere invece un enorme vantaggio, se sfruttato adeguatamente.

"Penso a un giornale che recuperi un pò di sano giornalismo investigativo, che oltre a porre domande sia capace anche di dare un pò di risposte. Che guardi in faccia, a occhi ben aperti, la realtà. Che non facia sconti a nessuno, e che faccia le pulci a tutti (proprio a tutti...) quelli che si 'sentono qualcuno'."

Qui la regressione è giunta al suo Alfa: siamo tornati al momento magico in cui fu presa la drastica decisione senza ritorno: sì, io sarò Giornalista. Sarò il cavaliere del popolo, nel nome del quale impersonerò la Giustizia e la Rettitudine, attraverso la mia penna schiava solo della Verità.

"Che giri il collo anche verso l'Africa e l'America Latina oltre che tenere lo sguardo fisso sulla Casa Bianca, su Downing Street o Palazzo Chigi. Che si sporchi le mani dentro la povertà, la malattia e il disagio di milioni di cittadini dell'Unione Europea."

Poter esorcizzare i nostri sensi di colpa occidentali in maniera asettica - lasciando che sia il giornale a farlo per noi - è l'autoinganno supremo. Che a sporcarsi le mani sia lui, ma che quando io lo tengo in mano scrocchi e profumi d'inchiostro e di tipografia. (*)

"Penso a un giornale che sia capace di ridicolizzare i "grandi temi dell'attualità", ma che sia capace di essere serio e autorevole (e ficcanaso) sulla libertà di stampa, sulle libertà individuali e sui diritti civili. Spesso limitati, se non peggio negati, proprio in quei paesi dove meno te lo aspetteresti. Sapevate per esempio che è la Danimarca (la patria del burro!) uno dei paesi dove è più limitata la libertà di stampa?"

No, io non lo sapevo. (Evidentemente qui da noi è ancora più limitata.)

"Penso a un giornale che non scriva di 'pace tra israeliani e palestinesi'. Ma che scriva che non potrà mai esserci Pace lì dove c'è un'occupazione militare da parte di un esercito straniero...che non potranno mai esserci elezioni libere nel'Iraq occupato. Penso a un giornale che si ponga dalla parte della Pace, certo, ma che sappia riconoscere quando è giusto che un popolo si ribelli ai suoi aguzzini o agli occupanti. Qualsiasi popolo, contro qualsiasi aguzzino o occupante."

L'Uomo in Dodicesimi sta avvicinandosi al momento del risveglio: non cerca più giustificazioni per sè, nel profondo delle proprie contraddizioni, ma quelle per gli altri, più superficiali e solo apparentemente più difficili da sostenere. Come fare ad urlare ai quattro venti - si domanda in realtà il Nostro - che è ingiusto, profondamente, infinitamente, schifosamente ingiusto che un popolo occupi di prepotenza la terra di un altro popolo, senza apparire per forza filopalestinese nel senso di "terrorista"?

"Ma penso anche a un giornale 'leggero', con pezzi e articoli 'brevi' e leggibili da tutti. Pieno di schede e piccoli box di approfondimento di facile consultazione."

L'Uomo in Dodicesimi comincia ad acquistare coscienza, e si immagina in qualche modo al cospetto dell'Editore, che gli mostra il borsellino vuoto. Non vorremo mica autolimitare le tirature con un linguaggio d'elite, per caso?

"Penso a un giornale che riesca a parlare a quel 30% di cittadini italiani che non va più a votare e che se ne fotte se l'Ulivo di ieri si chiama oggi 'Gad' o 'Fed'. E che se ne fotte ancor di più del nome che porterà alle elezioni. Che ride a crepapelle sul fatto che Mastella abbia deciso di 'correre da solo' verso le Regionali."

Qui c' è una breve ricaduta nel sonno profondo - molto spesso i sogni, prima del risveglio, si fanno incubi - in cui popolo e soggetto sognante si confondono, con il primo che se ne fotte di tutto e manco va più a votare ma ha il tempo di accorgersi che Mastella corre da solo alle elezioni.

"Penso a un giornale che non si occupi ossessivamente di Berlusconi solo per leggersi in ciò che scrive autocompiacendosi di essere 'contro Berlusconi', leggendo se stesso."

Altro rigurgito autoassolutivo, in prossimità del risveglio imminente. Perchè non riesco a non voler fare sempre e soltanto articoli contro Berlusconi?

"Penso che questa classe dirigente sia la peggiore in assoluto dal dopo guerra ad oggi nel nostro paese. E non sento proprio il bisogno di continuare a scriverlo solo per rileggere quello che ho scritto. Ed essere tutto soddisfatto di 'quello che scrive il gornale'."

Questo passaggio tradisce nuovamente una frattura fra le intenzioni conscie (fare un giornale non di parte) e i desideri inconsci (sputare in faccia a questa banda di delinquenti travestiti da politici che si è appropriata della nostra Nazione).

"Penso a un giornale che sappia dimostrare (o provare a dimostrare...) che le elezioni si possono anche perdere, ma con dignità. E che con più dignità ancora si possa esercitare l'opposizione. Fuori e dentro il Parlamento. Oltre che a 'Porta a Porta'".

Perdere? Opposizione? Perchè, chi le avrebbe perse, scusate, e chi le ha vinte? Anche se lui non se n'è accorto, infatti, il primo articolo di sinistra dell'uomo di sinistra che mai potrà scrivere se non da sinistra, è già iniziato.

La Pagina Bianca ha avuto il suo Battesimo dell'Inchiostro. Ora bianca già non è più.

Ma va benissimo anche così. Anzi.

Massimo Mazzucco


* La critica, in questo caso in particolare, come quella di fondo in generale, vale anche per me, sia chiaro.

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
SWE
Inviato: 29/12/2004 16:48  Aggiornato: 29/12/2004 16:48
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 744
 Re: L'UOMO IN DODICESIMI

"Penso a un giornale che sappia dimostrare (o provare a dimostrare...) che le elezioni si possono anche perdere, ma con dignità. E che con più dignità ancora si possa esercitare l'opposizione. Fuori e dentro il Parlamento. Oltre che a 'Porta a Porta'". Massimo, tu non immagini quanto condivida (oltre al resto..) questa affermazione Significherebbe che potremmo ancora contare su un piccolo ma deciso e compatto nucleo di forze politiche non contaminate sul quale ricostruire un sistema in decomposizione. Purtroppo mi sto convincendo che non esiste neanche quest'ultima speranza... emanuela

Mazzucco
Inviato: 29/12/2004 19:48  Aggiornato: 29/12/2004 19:48
Webmaster
Iscritto: 21/12/2003
Da:
Inviati: 193
 Re: L'UOMO IN DODICESIMI
Se ti interessa ti metto in contatto con loro. Sono un gruppo di circa 40 persone, che si tengono in contatto con una mailing-list. Massimo

Stefano
Inviato: 30/12/2004 10:08  Aggiornato: 30/12/2004 10:08
Mi sento vacillare
Iscritto: 15/8/2004
Da:
Inviati: 344
 Re: L'UOMO IN DODICESIMI
Caro Massimo, non so se la tua provocazione sia uno scherzo di fine anno... Resto alquanto basito dal sentire che tu possa credere non dico alla possibilità di fare politica attraverso l'informazione nazionale, ma al solo progetto di un giornale indipendente. Non è pessimismo, è matematica. Fatta con quel borsellino vuoto dell'editore, ma anche con il sistema dell'informazione (ormai sistema globale, non solo italiano: 4 agenzie di stampa che pasturano TUTTI i cosiddetti media del mondo; giornali in perdita, perché la stampa serve solo da vassoio per la pubblicità, ecc.). Se mi si parlasse dell'utopia di un'agenzia di stampa, tanto tanto... E' impossibile se non sei Rockfeller (dunque è impossibile tout-court che la struttura sia libera e veritiera), ma almeno il sogno avrebbe un senso... Ma un giornale! C'è da sbellicarsi dal ridere, anzi da piangere, e nemmeno più di tenerezza. Che cos'è la cosiddetta "informazione"? Riflettiamoci su. E' uno strumento del potere di massa. Ne è anzi lo strumento per eccellenza, quello con cui il potere plasma la nuova umanità inebetita. E credo non occorra nemmeno citare Guy Debord, ormai. L'informazione vera NON PUO' essere di massa, per definizione. Paradossalmente, siamo come nel '500, quando la rete d'informazione era quella delle lettere scambiate fra i singoli intellettuali del mondo di allora. E poi per favore, risparmiamo qualche albero... Si può fare pubblicità (e chiacchiere) anche su Internet. Buon anno a tutti, Stefano

SWE
Inviato: 30/12/2004 11:34  Aggiornato: 30/12/2004 11:34
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 744
 Re: L'UOMO IN DODICESIMI

E' talmente vero quello che dice Stefano da poter essere dimostrato - prove alla mano - con quello che sta succedendo a L'Unità. L'ultimo ( e unico !) giornale che aveva cominciato a parlar chiaro, a dire , nei limiti del possibile consentito da questo nostro delinquenziale sistema informativo, alcune "verità" scomode Quello che più spaventa e che non lascia speranze, è che l'attacco non viene dalla destra, come sarebbe logico e naturale, ma dalla sinistra stessa ossessionata dall'idea che si debba fare un'opposizione "morbida" Vi riporto una lettera pubblicata sul forum de L'Unità : Non ci voglio credere! Ora che l'acquisto quotidiano dell'Unità mi consente di respirare una delle poche boccate d'aria fresca, che mi fa sentire, sfogliando le sue pagine, un uomo libero, dovrei cominciare a temere cambiamenti che ne snaturano la linea? Dovrei ritrovarmi tra le mani un quotidiano da "interpretare"? Un vecchio arnese che rispolvera il sempre troppo poco vituperato "politichese". E questo perchè? Perchè qualche pezzo da novanta della politica ha emesso un contr'ordine? Si pensa forse ad una linea "morbida" per non mettersi, signorilmente, sullo stesso piano del "manovratore"? Si crede, in questo modo, di conquistare il cosidetto "elettorato moderato"? Scusate il termine, cazzate. I moderati, i centristi, ed io sono uno di quelli, che hanno scelto questa parte della barricata, non sono affatto "moderati" nei confronti di Berlusconi; vogliono, con tutta l'anima, liberare l'Italia da questo vero e proprio cancro che la sta minando. Non vogliono un'opposizione perbenista e inciuciona ma decisa; nettamente e chiaramente contrapposta. Essere moderati non significa evitare la lotta nei momenti gravi del Paese e questo è un momento gravissimo, ne va della nostra libertà, della dignità dell'intera comunità nazionale che si sta giocando, giorno dopo giorno, il prestigio che aveva conquistato con il sacrificio di tutti. Molti altri argomenti mi si affollano alla mente, ma non voglio rubare altro tempo, permettetemi solo di concludere con un appello alla proprietà: non ascoltate le sirene di chi invita alla moderazione; chi legge l'Unità vuole un giornale battagliero e deciso che dice pane al pane e ladro al ladro (si dice in un'altro modo ma dati i tempi mi pare più appropriato)); bisogna prepararci a vincere una dura battaglia elettorale, e in questo Colombo, Padellaro, Travaglio, Dalla Chiesa, la Ravera ecc. sono troppo importanti, no proprio non possiamo permetterci una resa Annunziata. roben(democristiano non pentito) BUON ANNO a tutti emanuela
[ Modificato da SWE Attivo 30/12/2004 10:35 ] [ Modificato da SWE Attivo 30/12/2004 10:38 ]


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