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storia & cultura : Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Inviato da Redazione il 2/2/2014 19:20:00 (9737 letture)

[continua dalla 1a parte]

Intervistato il 19 marzo del ‘92 da Augusto Minzolini per "La Stampa", “lo squalo” ebbe modo di argomentare la sua tesi riguardo al progetto di destabilizzazione e ai suoi presunti mandanti.

[Minzolini:]On. Sbardella ci crede davvero a questa storia del piano di destabilizzazione?

[Sbardella:]Qui dovrebbero finirla di essere tutti ciechi. Bisogna partire da un fatto: in Italia non c'è, non esiste, per ora, un'alternativa alla Dc. Eppure c'è un attacco concentrico a questo partito che ha come risultato la frantumazione della geografia politica di questo paese in tanti piccoli partitini, o, peggio, una sempre maggiore astensione dal voto. Così si creano le condizioni peggiori per governare e quando non si governa qualcuno può sostituirsi ai partiti e tentare la svolta autoritaria. Chi potrebbe volerla? Ad esempio chi non vuole l'Europa: gli americani insieme ad alcuni gruppi industriali, che non si sentono preparati a questo passo. Ecco a cosa serve la destabilizzazione.

[Minzolini:]Dice che dietro alla destabilizzazione ci sono gli Usa e alcuni gruppi economici?

[Sbardella:]Gli americani non nascondono questa loro ostilità verso l'unità europea, specie dopo la fine del comunismo. Del resto quel documento del Pentagono che vuole impedire la nascita di una nuova superpotenza che faccia ombra agli Usa, mi pare abbastanza eloquente.


Sbardella si riferisce al "Defense Planning Guidance": un progetto del Pentagono reso noto dal "New York Times" l’8 marzo del 1992. Il testo, scritto principalmente da due dei massimi esponenti del mondo neoconservatore americano, ...

... ovvero Paul Wolfowitz e Lewis Libby (stretto collaboratore di Dick Cheney), sosteneva che il primo obiettivo della politica estera statunitense doveva essere quello di prevenire il riemergere di un nuovo rivale, impedendo a qualunque potenza straniera di dominare una regione le cui risorse sarebbero state sufficienti a generare un potere di portata globale.

Lo stesso Andreotti dalle pagine del "Corriere della Sera" si lascerà andare a qualche insolito commento: "Ora che non temono più il comunismo pensano di poterci mettere all'angolo".

“Complottismo”? Manco per sogno.

Sbardella, tanto per fare un esempio, 48 e 24 ore prima della strage di Capaci, da una testata giornalistica in odore di Servizi, aveva scritto i due seguenti articoli. Dall'articolo "Impasse nell'elezione del presidente della Repubblica: metodo Forlani o metodo De Mita?": "C'è da temere, a questo punto, che qualcuno rispolveri la tentazione tipicamente nazionale al colpo grosso. Le strategie della tensione costituiscono in questo Paese una metodologia d'uso corrente in certe congiunture di blocco politico. Quando venne meno "la solidarietà nazionale" e il sistema apparve anche allora bloccato, ci ritrovammo davanti il rapimento di Moro e la strage della sua scorta. Non vorremmo che ci riprovassero: non certo per farci trovare un Andreotti a gestire ancora l’immobilismo del sistema (visto che i tempi sono mutati e Andreotti è politicamente deceduto) ma magari uno Spadolini o uno Scalfaro quirinalizzati."

"Forlani dimissionario. Il burattinaio non è iscritto alla Dc": "Avremo dunque la candidatura obbligata e vincente di Giovanni Spadolini? Manca ancora, perché passi in modo indolore questa candidatura del "partito trasversale", qualcosa di drammaticamente straordinario. I partiti cioè, senza una strategia della tensione che piazzi un bel botto esterno - come ai tempi di Moro - a giustificazione di un voto d'emergenza, non potrebbero accettare d'autodelegittimarsi. Per fortuna, le Brigate rosse e nere oggi sono roba da museo. E, comunque, i poteri dello Stato hanno accumulato esperienza e professionalità."

Sempre da questa testata giornalistica, legata secondo alcuni articoli di stampa del ’93 al Sisde, venne pubblicato il 19 marzo (lo stesso giorno dell’intervista di Sbardella a Minzolini) un articolo intitolato “Un'Ira per Lima? Sicilia come Singapore del Mediterraneo”. Secondo l’anonimo articolo l’omicidio dell’europarlamentare andreottiano farebbe parte di un piano diretto: a) ad attaccare i centri nevralgici di mediazione del sistema dei partiti popolari; b) a determinare il collasso del vecchio sistema e a regionalizzare il voto all'interno di un progetto federalista che consegnerebbe il Nord e il Sud dell'Italia a forze interessate a spartirsi il Paese; c) a fare della Sicilia la "Singapore del Mediterraneo", paradiso fiscale e crocevia di tutti i traffici e impieghi produttivi illeciti e leciti.

Il Sisde, il cosiddetto servizio segreto “civile”, operava alle dirette dipendenze del Ministero dell'Interno.

Lo stesso Sisde che già il 5 febbraio del ‘92, ancora prima delle rivelazioni del “premonitore” Ciolini, aveva inviato la seguente nota al gabinetto del ministro degli Interni: “Non è da sottovalutare la possibilità che frange eversive stipulino con la criminalità organizzata accordi di collaborazione ai fini operativi per la destabilizzazione del paese”.

Lo stesso Sisde che il 23 maggio di quello stesso anno, con un volo segreto e non registrato, porterà con un jet Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo ad incontrare il loro tragico destino.
Perfino sul teatro della strage vengono rinvenuti alcuni indizi che ci riportano direttamente al Sisde: spunta infatti, tre giorni dopo la strage, un criptico bigliettino dove c’è appuntato il numero di cellulare dell’allora vice capo centro della struttura informativa di Palermo, Lorenzo Narracci.

Narracci è il braccio destro di Bruno Contrada, al tempo delle stragi numero tre del servizio con delega all’antimafia. Contrada verrà condannato nel maggio del 2007 dalla Corte di Cassazione a dieci anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Sempre Contrada, a detta della sua stessa agenda, nel periodo immediatamente precedente alla strage di Capaci si era tenuto in stretto contatto con il generale dei Carabinieri Subranni (diretto superiore dell’allora colonnello Mario Mori) e con il deputato della sinistra DC Calogero Mannino.

Subranni, Mori e Mannino sono stati tutti rinviati a giudizio nel processo relativo alla cosiddetta “trattativa” fra Stato e mafia: una trattativa portata avanti dal Ros dei Carabinieri con Cosa Nostra tramite gli ufficiali Mori e De Donno e l’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Calogero Ciancimino (presunto agente di Gladio in Sicilia).

Una trattativa che a detta del boss di San Giuseppe Jato Giovanni Brusca (l’uomo che aziono l’ordigno di Capaci), sarà la principale causa di morte di Paolo Borsellino.

Secondo Bursca infatti, “Paolo Borsellino muore per la trattativa che era stata avviata fra i boss corleonesi e pezzi delle istituzioni. Il magistrato, dopo la strage di Capaci, ne era venuto a conoscenza e qualcuno gli aveva detto di starsene in silenzio, ma lui si era rifiutato.

A Borsellino era stato proposto di non opporsi alla revisione del maxiprocesso e di chiudere un occhio su altre vicende. Il suo rifiuto ha portato venti giorni dopo a progettare ed eseguire l'attentato in via D'Amelio”(7).

Ma andiamo con ordine. Secondo le indagini del gip Morosini, il “padrino” di questa sciagurata trattativa sarebbe proprio Calogero Mannino. Mannino, il mese stesso della conferma in Cassazione della sentenza che ha condannato in via definitiva i vertici di Cosa Nostra (febbraio ’92), confiderà al maresciallo dei Carabinieri Guazzelli che “o ammazzano me, o ammazzano Lima”.

Assolto nel 2010 dalla corte di Cassazione dopo diciassette anni di processi per concorso esterno in associazione mafiosa, Mannino, vicino a realtà emblematiche come quella del Centro Scontrino di Trapani (punto d’incontro tra mafia e massoneria), fino al 28 giugno del 1992 (a 21 giorni di distanza dalla strage di via D’Amelio) era a capo del Ministero per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno.

Un dato insignificante se Mannino non fosse ritenuto l’ispiratore della trattativa o semplicemente non avesse intrattenuto rapporti con Bruno Contrada, in quanto (udite udite) il famigerato Cerisdi situato all’interno del magnifico Castello Utveggio che domina Palermo dal Monte Pellegrino, luogo in cui una cellula del Sisde ha dato il suo appoggio logistico all’infame strage di via D’Amelio, ricadeva proprio sotto l’egida del dicastero presieduto fino a qualche giorno prima dal deputato DC.

Il commando che ha operato in via Mariano D’Amelio (identificato solo in parte), è quello dei boss di Brancaccio Giuseppe e Fillippo Graviano. Quei Graviano che si ritrovano anche nelle motivazioni della condanna in primo grado a Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa: "Nell’ambito degli accertati rapporti e contatti, diretti o mediati da terze persone, tra Marcello Dell’Utri ed esponenti di primo piano di alcune potenti “famiglie” mafiose palermitane, un posto particolare meritano i fratelli Graviano Giuseppe e Graviano Filippo, responsabili della consorteria mafiosa operante in Brancaccio, quartiere alla periferia di Palermo."

Quei Graviano che facevano i latitanti in Sardegna (ad un tiro di schioppo da Villa Certosa) e nella capitale lombarda (dove verranno arrestati nel gennaio del '94), ma non nel loro “mandamento” che era una sorte di roccaforte inespugnabile.

Via D’Amelio quindi, si può tranquillamente definire un vero e proprio punto d’incontro tra prima e seconda Repubblica, in quanto, mentre “qualcuno” barattava la vita di altri per salvare la propria (vedi Mannino), e mentre “qualcuno” s’impadroniva dell’agenda rossa di Paolo Borsellino (al cui interno c’era la prova scritta della trattativa) per garantisti una vera e propria assicurazione sulla vita a livello istituzionale, si poteva già cominciare a scorgere il “nuovo” che avanza.
Quel “nuovo” è Forza Italia.

Il progetto che porterà alla nascita del partito-azienda di Berlusconi (la cosiddetta “Operazione Botticelli”) secondo la preziosa testimonianza dell’ex democristiano Ezio Cartotto, che a quel progetto ci ha lavorato, comincia a svilupparsi clandestinamente all’interno della Fininvest per volere di Marcello Dell’Utri proprio nel periodo tra la strage di Capaci e l’inizio della trattativa portata avanti dal Ros con Ciancimino.

Ennesima curiosità: i fratelli di Silvio Berlusconi e Mario Mori, Alberto Mori e Paolo Berlusconi, proprio in Sicilia, e proprio ad inizio anni ’90, erano soci nella ditta Co.Ge, una ditta sospettata dalla Direzione investigativa antimafia di aver fatto parte del cosiddetto “tavolino degli appalti”: “tavolino” che garantisce i legami con la grande imprenditoria per la realizzazione dei lavori, il controllo su di essi di Cosa nostra, il recupero delle somme da corrispondere all’organizzazione e ai politici che assicuravano gli appalti.

Gli imprenditori con i quali la Co.Ge. di Paolo Berlusconi e Alberto Mori tratta sono Filippo Salamone e Giovanni Bini: ambedue condannati in via definitiva nel maggio del 2008 per concorso in associazione mafiosa.

Lo stesso discorso vale per Vito Ciancimino, anche lui legato economicamente al Cavaliere da alcuni assegni databili tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, consegnati dalla moglie dell’ex sindaco mafioso di Palermo ai pm Guido e Di Matteo nel luglio del 2010.

Ma torniamo a Cartotto. Racconta l’ex DC in una deposizione resa al pm di Palermo Domenico Gozzo: “Nel maggio-giugno 1992 sono stato contattato da Marcello Dell'Utri perché lo stesso voleva coinvolgermi in un progetto da lui caldeggiato. In particolare Dell'Utri sosteneva la necessità che, di fronte al crollo degli ordinari referenti politici del gruppo Fininvest, il gruppo stesso "entrasse in politica" per evitare che un'affermazione delle sinistre potesse portare prima a un ostracismo e poi a gravi difficoltà per il gruppo Berlusconi. Immediatamente Dell'Utri mi fece presente che questo suo progetto incontrava molte difficoltà nello stesso gruppo Berlusconi e, utilizzando una metafora, mi disse che dovevamo operare come sotto il servizio militare e cioè preparare i piani, chiuderli in un cassetto e tirarli fuori in caso di necessità, eseguendo in tale ultimo caso ciascuno la propria parte”.

Scrive il giornalista Maurizio Torrealta nel suo saggio “La Trattativa”: “Il ruolo di cui veniva investito Cartotto era quello di tenere delle conferenze politiche ai dirigenti e ai funzionari della Fininvest e di seguire la crescita delle centinaia di persone coinvolte nel caso in cui qualcuna avesse avuto intenzione di cambiare lavoro e di impegnarsi nell'avventura di una nuova forza politica. [...]. Gli incontri sarebbero iniziati fin dalla tarda primavera del 1992; poi, nel settembre di quell'anno ci fu una cena alla convention di Publitalia [concessionaria di pubblicità delle reti televisive del gruppo Fininvest], a Montecarlo. In quell'occasione Silvio Berlusconi e Ezio Cartotto discussero della situazione politica e di come sviluppare quell'attività, fino ad allora condotta da Cartotto come soggetto esterno all'azienda, affinché restasse per il momento riservata. L'incontro finale e decisivo per l'entrata in politica si tenne, infatti, il 4 aprile 1993, e vi partecipò anche Bettino Craxi”.

Inizia così la scalata al potere del piduista Berlusconi. Una scalata forzata dai suoi legami economici con Cosa Nostra, dal crollo dei referenti politici tradizionali (come ha spiegato precedentemente Cartotto) e dai debiti colossali della Fininvest.

Uno scenario che si può semplificare nella famosa frase del suo amico Fedele Confalonieri: “La verità è che se [Silvio Berlusconi] non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l'accusa di mafia”(8).
Stando a Tullio Cannella, imprenditore vicino al boss Leoluca Bagarella (cognato di Riina): “L'appoggio a Forza Italia non determina l'abbandono della strategia separatista che continua ad essere coltivata perché questa strategia costituiva il punto di arrivo e la soluzione finale dei problemi di Cosa Nostra e dei suoi alleati esterni. [...] Quando nell'ottobre 1993, su incarico di Bagarella, costituii a Palermo il movimento Sicilia libera, le due strategie già coesistevano, e lo stesso Bagarella sapeva della prossima "discesa in campo" di Silvio Berlusconi. Bagarella, tuttavia, non intendeva rinunciare al programma separatista, perché non voleva ripetere "l'errore" di Riina, cioè dare troppa fiducia ai politici, e voleva, quindi, conservarsi la carta di un movimento politico in cui cosa nostra fosse presente in prima persona. Inoltre, va detto che vi era un'ampia convergenza tra i progetti, per come si andavano delineando, del nuovo movimento politico capeggiato da Berlusconi e quelli dei movimenti separatisti. Si pensi al progetto di fare della Sicilia un porto franco, che era un impegno dei movimenti separatisti ed un impegno dei siciliani aderenti a Forza Italia. [...] Questo era per noi un primo obiettivo immediato di non scarsa rilevanza nell'ambito del nostro progetto separatista”(9).

Nonostante tutto, Berlusconi resta il punto cardine di quel “rinnovamento” che per stessa ammissione dell’ambasciatore statunitense Reginald Bartholomew doveva essere sostenuto per cercare di dare all’Italia un nuovo equilibro.

Un equilibrio evidentemente più proficuo per paesi come gli Stati Uniti, i quali non avevamo mai visto di buon occhio un certo tipo di filo arabismo portato avanti dall’Italia, come, ad esempio, la vicinanza dell'establishment italiano al leader libico Gheddafi, salvato almeno in un’occasione da un tentativo d'assassinio americano da Bettino Craxi in collaborazione con Giulio Andreotti. Una collaborazione che negli anni ottanta mirava ad intensificare ulteriormente i rapporti tra l’Italia ed il leader palestinese Yasser Arafat (considerato al tempo da Stati Uniti e Israele un terrorista), fino al punto di rischiare uno scontro a fuoco nella base aerea di Sigonella tra la Delta Force (reparto dell’esercito statunitense) e le forze di sicurezza italiane (vigilanza dell’aeronautica militare e carabinieri).

Insomma, con il crollo del muro di Berlino si era presentata l'opportunità di regolare i conti e sbarazzarsi dei vecchi garanti dello status quo italiano, oramai divenuti solo dei pedoni che avevano esaurito il loro scopo originale (la lotta al comunismo appunto), e vista la situazione che si era venuta a creare con lo scandalo di Tangentopoli da una parte e lo stragismo di mafia dall'altra, la tentazione di creare un nuovo e più proficuo equilibrio, era troppa. Bastava solo soffiare sul fuoco.

Ad alcuni esponenti della prima Repubblica però, questo nuovo equilibrio (per motivi più o meno leciti) non andava molto a genio. Una delle riprove più esplicite di questo è da ricercarsi nell’operazione gestita dal Viminale e dal ministero della Difesa (datata 9 novembre del ’93) denominata “Ditex Superga Sette”.

L’Italia, travolta dagli scandali di Tangentopoli e da quello dei fondi neri del Sisde (che arriverà a sfiorare addirittura l’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro), stava fronteggiando un periodo drammatico sia sul piano internazionale (con i mercati finanziari) sia sul piano della politica interna (con la Lega Nord che invocava a gran voce la secessione).

Quella secessione a cui ambivano anche Cosa Nostra e i suoi referenti politici esterni. Da un articolo di "Repubblica" del 5 dicembre ‘93 firmato da Sandra Bonsanti: “Una normale esercitazione di difesa civile e di cooperazione civile-militare", dice il Ministero dell' Interno. "Predisposizioni attuate in tempo di pace, da sempre, per la verifica, di volta in volta, della rispondenza delle misure preventive", dicono al Ministero della Difesa. Vigilia di ballottaggio, ore rese inquiete dalla novità di un durissimo scontro politico: Progressisti contro Lega al Nord; Progressisti contro Msi al Centro-Sud. E in questo scenario di Italia divisa "Il Corriere della Sera" pubblica la notizia dell'esercitazione che tenne impegnati tra il 9 e l'11 novembre scorso prefetture e questure di Lombardia, Piemonte e Liguria e il comando della Regione militare di Nord Ovest. Poco più di un mese fa, in un clima politico arroventato, nei giorni in cui la Lega predicava ipotesi di secessione, qualcuno fra il Viminale e via XX Settembre pensò di mettere alla prova, non sul campo, ma a tavolino, una ipotesi di guerra civile. Col Nord regione ricca e stabile, attaccata dal Sud, coacervo di forze instabili e povere. Il Nord resiste all'attacco, i cattivi sono respinti oltre "confine". Miglio parlava di generali leghisti. E' la prima volta in assoluto, a quanto risulta, che forze dell'ordine e militari si preoccupano di risolvere a tavolino una situazione da rivoluzione interna: si immagina di combattere fra italiani, non contro un nemico esterno, e non contro terroristi del tipo Br. Può davvero essere utile, una tale esercitazione? E come mai una ipotesi del genere è stata studiata? A chi è saltata in mente? Dopo ore e ore di attesa, mentre Bossi già chiede le dimissioni dei responsabili, i vertici del Viminale mettono insieme una smentita che smentita non è. Poche righe per spiegare che l'esercitazione si è chiamata "Superga", che si è svolta proprio tra il 9 e l'11 novembre, e che "operazioni del genere vengono ripetute periodicamente, interessando di volta in volta parti diverse del territorio nazionale; si tratta, in pratica, di verificare la tenuta delle strutture poste a salvaguardia della vita civile del Paese in caso di emergenze esterne o interne". Il Viminale si meraviglia che all'esercitazione "Superga" "possa esser stato attribuito un significato diverso da quello di mera simulazione, non collegata ad alcuna contingenza concreta. Essa ha ricalcato nel suo svolgimento le modalità sempre osservate nelle esercitazioni che l'hanno preceduta a partire dalla fine degli anni Settanta". Tutto regolare, allora? Dal Ministero della Difesa chiariscono che l'operazione si chiamava "Ditex Superga Sette", ed era una delle tante esercitazioni di difesa del territorio e di eventuali obiettivi sensibili "da ipotetici attacchi e/o da sabotaggi". Tutto sulla carta, senza spiegamento di forze. E tutto per verificare "la pianificazione operativa". Esercitazioni programmate con molto anticipo "un anno per l'altro". Ogni anno tocca a turno a una delle cinque regioni militari. Spiegano ancora alla Difesa che quando c' era la contrapposizione fra Est e Ovest sulle cartine le forze amiche erano indicate con l'azzurro e quelle nemiche con l'arancione. Adesso invece gli amici sono verdi, e marroni i nemici. Poco più di un gioco, dunque, a sentire le fonti ufficiali. Un "war game" innocuo, innocente, forse persino inutile. E sarebbe davvero inutile continuare ad occuparsene se non fosse per un paio di "singolarità" che val la pena di sottolineare e che riguardano essenzialmente i momenti politici in cui il giochino viene giocato e in cui il giochino viene reso pubblico da misteriose fonti anche all'interno del Viminale. La prima singolarità riguarda quei giorni di autunno in cui si svolse "Superga". Era stato un crescendo: in ottobre, Gianfranco Miglio aveva vantato il controllo della Lega sulle Forze Armate. Il 9 ottobre il generale Goffredo Canino, capo di Stato maggiore dell'Esercito, risponde che "sarebbe il colmo se l'Esercito stesse con la Lega". L'11 ottobre il ministro della Difesa, Fabio Fabbri attacca Bossi: "Il suo federalismo che, in vista della fondazione della Repubblica del Nord persegue la divisione dell'Italia in tre Stati, è obiettivamente una minaccia per l'unità nazionale". Passano dieci giorni e Canino se ne va, sulla scia delle polemiche nate per la rimozione del generale Biagio Rizzo che aveva sottovalutato il caso Monticone-Di Rosa. Ed eccoci al nove novembre, data di inizio di "Superga". Ciampi sta rispondendo alla Camera sul caso [dei fondi neri del] Sisde, annuncia lo scioglimento di Gladio e si schiera con il presidente della Repubblica. Bossi interviene a Montecitorio e annuncia che siccome la classe politica non intende andare alle elezioni anticipate, si assisterà al "ritiro della delegazione parlamentare della Lega e alla nascita di un governo provvisorio contro questo Parlamento. Questo governo provvisorio" dice il leader della Lega "farà una costituente federalista, naturalmente dove la Lega è presente, è chiaro che partirà dal Nord". Nelle stesse ore, a Milano, il presidente del Senato Spadolini avverte: "Nessuno creda di aver vinto gli spettri del nazionalismo, che si riproduce nell'ombra cupa del nazionalismo. Questi sono i veri pericoli sui quali occorre tenere ben aperti gli occhi e non è neppure estranea la prospettiva traumatica di una balcanizzazione dell'Europa". […]. Alla fine della giornata parla anche [l’esponente Dc Mino] Martinazzoli: "La proposta della Lega è antistorica e quando la storia va indietro la parola va alle armi". […] Mentre Viminale e Difesa "giocano" la "Superga", le forze politiche si attaccano al suon di secessioni minacciate e di accuse di voler rompere l'unità nazionale. Scalfaro riceve Ciampi. […]. Finisce l' esercitazione. La Lega si dedica alla campagna elettorale e usa toni meno allarmanti."

E’ difficile dare una lettura non banale di questa esercitazione.
Forse, "Ditex Superga Sette", non era altro che il colpo di coda della prima Repubblica: la teorizzazione di una sorta di ultima difesa delle istituzioni concepita da quella parte di classe dirigente italiana ancora "integra" (più sul piano giudiziario che su quello politico), desiderosa di mantenere a tutti i costi (per necessità o virtù) il traballante ma pur sempre vigente sistema di potere.

Forse, "Ditex Superga Sette", era l’ultima carta da giocare per provare a bloccare gli effetti più devastanti del piano di destabilizzazione politico-mafioso e quelli del travolgente vento di rinnovamento che stava scuotendo l’Italia. Un rinnovamento che per stessa ammissione dell’ambasciatore americano Bartholomew veniva spronato e alimentato proprio dagli statunitensi; un piano di destabilizzazione (riscontri giudiziari alla mano) che veniva sponsorizzato da ambienti transnazionali riconducibili a certi settori della politica USA e Britannica (vedi il coinvolgimento del “patron” della P2 Licio Gelli e la stesura del progetto “Eurotopia” fatta dell’agente britannico Cyril Northcote Parkinson).

Curiose in tal senso, le parole pronunciate dall’ex Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso: "Nel 1993 a Cosa Nostra fu affidata in subappalto una vera e propria strategia della tensione che ebbe nelle bombe di Roma, Milano e Firenze soltanto il suo momento più drammatico, ma ci sono tanti altri episodi da ritirare fuori e rileggere tutti insieme". Le stragi, spiega, furono compiute per spianare la strada a "nuove entità politiche. Con una duplice finalità: orientare la situazione in Sicilia verso una prospettiva indipendentista, sempre balzata fuori nei momenti critici della storia"; e, contemporaneamente, offrire la possibilità a "un’entità esterna" di "riprendere in pugno l’intera situazione economica, politica e sociale" di un paese sotto le "macerie di Tangentopoli"(10).

"L’entità esterna" a cui si riferisce consciamente o meno Grasso, entità che si è sempre nascosta dietro ai vari Andreotti, Berlusconi o qualsiasi altro burattino dall’influenza più o meno elevata, è quella tecnocrazia che per decenni si è celata, e si cela tutt’ora, dietro alle varie realtà istituzionali: ovvero quei gruppi di potenti (in stile Bilderberg Group) che spaziano dalla finanza speculativa, ad un controllo personalistico delle risorse come il petrolio, passando per la massoneria cosiddetta deviata e l’uso criminoso degli apparati d’intelligence. Vere e proprie lobby criminali che all’indomani della strage di Capaci erano già pronte a spartirsi la torta italiana.
Estratto da un documento diffuso dall'Executive Intelligence Review e dal Movimento Solidarietà il 14 gennaio 1993: "Il 2 giugno 1992, a pochi giorni dall'assassinio del giudice Giovanni Falcone, si verificava in tutta riservatezza un altro avvenimento che avrebbe avuto conseguenze molto profonde sul futuro del Paese. Il "Britannia", lo yacht della corona inglese, gettava l'ancora presso le nostre coste con a bordo alcuni nomi illustri del mondo finanziario e bancario inglese: dai rappresentanti della BZW, la ditta di brockeraggio della Barclay's, a quelli della Baring & Co. e della S.G. Warburg. A fare gli onori di casa era la stessa regina Elisabetta II d'Inghilterra. Erano venuti per ricevere alcuni esponenti di maggior conto del mondo imprenditoriale e bancario italiano: rappresentanti dell'ENI, dell'AGIP, Mario Draghi del ministero del Tesoro, Riccardo Gallo dell'IRI, Giovanni Bazoli dell'Ambroveneto, Antonio Pedone della Crediop, alti funzionari della Banca Commerciale e delle Generali, ed altri della Società Autostrade.
Si trattava di discutere i preparativi per liquidare, cedere a interessi privati multinazionali, alcuni dei patrimoni industriali e bancari più prestigiosi del nostro paese. […]. Da parte loro gli inglesi hanno assicurato che la City di Londra era pronta a svolgere un ruolo, ma le dimensioni del mercato borsistico italiano sono troppo minuscole per poter assorbire le grandi somme provenienti da queste privatizzazioni. Ergo: dovete venire a Londra, dove c'è il capitale necessario. Fu poi affidato ai mass media, ed al nuovo governo Amato, il compito di trovare gli argomenti, parlare dell'urgente necessità di privatizzare per ridurre l'enorme deficit del bilancio. […]. L'obiettivo è semplicemente quello di prendere il controllo di ogni aspetto della vita economica italiana sfruttando le numerose scuse di ingovernabilità, corruzione, partitocrazia, inefficienza, ecc. […] A questo punto occorre dedicare qualche riga alle finanziarie di Wall Street che svolgono un ruolo decisivo nella “privatizzazione” delle imprese pubbliche italiane. Sono tre le ditte impiegate all'uopo come “consulenti” del governo Amato: Goldman Sachs, Merrill Lynch e Salomon Brothers. Lo stesso ministro dell'Industria Giuseppe Guarino, contrario a una “svendita” del patrimonio industriale raccolto nelle ex Partecipazioni Statali, sembra riporre fiducia in queste tre finanziarie, i cui dirigenti incontrò il 17 settembre scorso nel corso di un viaggio a New York.
Sono molti attualmente a ritenere la Goldman Sachs la più potente finanziaria di Wall Street, posizione conquistata almeno a partire dal 1991, quando scoppiarono gli scandali di “insider trading” che la coinvolgevano assieme alla Salomon Brothers. Il presidente della Goldman Sachs, Robert Rubin, sarà il capo del Consiglio per la Sicurezza Nazionale del Presidente Clinton. Quel posto dovrà essere un “ufficio di guerra economica” in stile britannico, per fronteggiare quelli che l'ex capo della CIA William Webster chiamò “gli alleati politici e militari dell'America che sono i suoi rivali economici”. Rubin non è il primo dirigente della Goldman Sachs che ricopre una carica nel governo americano. Prima di lui l'attuale vicepresidente, Robert Hormats, fu consigliere di Henry Kissinger al Dipartimento di Stato e un altro “senior partner”, John Whitehead, fu sottosegretario di Stato con Ronald Reagan. La Goldman Sachs é uno dei più influenti manipolatori del prezzo del petrolio e del valore delle monete, che determina tramite la sussidiaria J. Aron & CO., che opera sul mercato delle merci e dei “futures”. La Goldman Sachs ha rafforzato la sua presenza in Italia aprendo nel 1992 un “ufficio operativo” a Milano. […].
La Salomon Brothers domina, assieme alla Goldman Sachs, il commercio di greggio mondiale. La Salomon possiede anche la svizzera Phibro (Philipp Brothers), che opera nel settore delle materie prime. Nel 1989 la Phibro fu coinvolta in un caso di riciclaggio di milioni di dollari ricavati dalla vendita di cocaina negli Stati Uniti. I soldi venivano riciclati dalla banda chiamata “La Mina”, che lavorava per il cartello della coca colombiano, nella Phibro Precious Metal Certificates. Dopo gli scandali di “insider trading” e speculazione su Buoni del Tesoro USA scoppiati nel 1991, a cui abbiamo accennato sopra, ci fu un completo rinnovo dei vertici della finanziaria. Il nuovo presidente, attuale azionista di maggioranza, è Warren Buffett, originario di Omaha, Nebraska. Buffett, oltre ad essere amico intimo di George Bush, è anche il principale azionista del Washington Post e della rete televisiva ABC. Egli possiede vasti interessi anche nell'American Express (del cui consiglio di amministrazione fa parte Henry Kissinger) e nella Wells Fargo Bank. […] La Merrill Lynch è famosa per il ruolo che svolse in una sensazionale operazione di riciclaggio del denaro tra l'Italia, la costa orientale degli Stati Uniti e Lugano. Si tratta della “Pizza connection”, che portò al processo in cui la famiglia mafiosa newyorchese dei Bonanno fu accusata di aver riciclato circa 3,5 miliardi di dollari fino a quando fu arrestata, nel 1984. I Bonanno avevano usato, per i loro traffici, la sede centrale di New York e gli uffici di Lugano della Merrill Lynch. L'aspetto più sconcertante del processo sulla “Pizza connection” in Svizzera e a New York è che essi ignorarono completamente la complicità dei vertici della Merrill Lynch. All'epoca del processo il ministro del Tesoro americano, responsabile per le ispezioni sul riciclaggio del denaro, era l'ex presidente della Merrill Lynch Donald Regan. Il processo si concluse con alcune multe nei confronti di funzionari minori della sede luganese della finanziaria americana, e la storia finì lì. Come è noto, la Merrill Lynch é stata incaricata dall'IRI, il 9 ottobre scorso, di preparare la privatizzazione del Credito Italiano.

Abbiamo fin qui identificato alcuni fatti poco noti che riguardano le tre finanziarie di Wall Street chiamate a svolgere un ruolo decisivo nella valutazione e nella stessa privatizzazione delle imprese pubbliche italiane. Queste finanziarie accedono a dati di grande importanza e delicatezza che riguardano alcune delle più valide imprese europee e si posizionano in assoluto vantaggio come “consiglieri per la privatizzazione”. Naturalmente, tutto secondo una rigida etica professionale e senza conflitti di interesse!"


Una lettura pienamente condivisa anche dall’ex dirigente ENI Benito Livigni: “[Negli anni 90] avevamo una crisi economica ed eravamo usciti dal Sistema Monetario Europeo, ma questo non giustificava l’abolizione del sistema che aveva garantito il Miracolo Economico. Quindi vi fu un attacco allo Stato imprenditore organizzato dalle grandi banche d’affari, che convinsero Ciampi e Amato a liberalizzare il settore pubblico. Mario Draghi, allora direttore generale del Ministero del Tesoro, spinse verso la privatizzazione. Venne distrutto lo Stato imprenditore, l’Eni da 130 mila dipendenti si ridusse a 30 mila, scaricando ai cittadini il costo di questa operazione. Operazione veramente indegna, perché si sono chiuse attività che portavano profitti allo Stato come la Nuovo Pignone, la Lebole, la chimica di base. Si distrusse l’Eni. Il patrimonio immobiliare dell’Eni, che valeva mille miliardi di lire, è stato venduto a Goldman Sachs per una lira. Si è commesso un crimine che secondo me doveva essere perseguito per legge, invece si è andato avanti: si è distrutto l’Iri, l’Imi, il sistema bancario italiano e financo la Banca d’Italia che non esiste più ed ora non abbiamo più un sistema di controllo finanziario. Naturalmente Draghi fu premiato e divenne presidente della Goldman Sachs Europa… Io non so se in un paese sia possibile un conflitto di interesse di questo genere”.

Sempre dal documento diffuso dall'Executive Intelligence Review e dal Movimento Solidarietà il 14 gennaio 1993: "Un capitolo a parte merita il ruolo svolto dalla Lega Nord nella strategia anglo-americana di saccheggio dell'economia italiana. La Lega Nord, infatti, con la sua politica liberista radicale, è lo strumento politico ideale per realizzare gli obiettivi angloamericani. La Lega propone la privatizzazione di ogni attività economica in mano allo stato, dall'energia ai trasporti, dalle industrie di difesa alla Rai. Se si realizzasse la politica della Lega, non occorrerebbe sancire la secessione del Nord dal Sud (e infatti Bossi ha abbandonato il progetto di “Repubblica del Nord”, definendola una “provocazione”), in quanto la Repubblica italiana si frantumerebbe da sé. Allo stato centrale, infatti, secondo i leghisti, resterebbero solo i poteri di battere moneta, di difesa e di politica estera. Ma, poichè il primo è saldamente nelle mani della Banca d'Italia e il secondo, come gli stessi leghisti affermano, sarà delegato a strutture sovrannazionali nell'ambito dei nuovi scenari di guerre Nord-Sud, lo stato nazionale italiano sará una vuota carcassa. Ecco perché la Lega è stata appoggiata dai media che fanno capo alla City di Londra (Economist, Financial Times) e da Wall Street (Wall Street Journal, Time). E' difficile scoprire diretti legami tra questi centri finanziari internazionali e la Lega, anche se si può ipotizzare l'esistenza di contatti nell'ambito di canali massonici. Certamente si nota una straordinaria coincidenza tra l'ideologia leghista e i programmi sviluppati da certi centri studi. Un esempio: la trasformazione dell'Italia in “macroregioni” è una politica ufficialmente promossa dalla Fondazione Agnelli, che alla fine del 1990 avviò un progetto chiamato “Padania”, poi presentato in un convegno tenutosi a Torino l'11 e il 12 giugno 1992, con la partecipazione dell'ideologo della Lega, Gianfranco Miglio. Scopo del convegno fu quello di discutere “soluzioni specifiche, procedurali e/o istituzionali” per l'autonomia amministrativa della “macroregione” Padania, allo scopo di valorizzarne le risorse con “opportune competenze di governo”. Al di là del linguaggio formale, è chiaro che la Fondazione Agnelli promuove il progetto leghista. La Fondazione Agnelli, come è noto, fa capo alla famiglia Agnelli, legata a Enrico Cuccia, il “garante” degli equilibri economico-finanziari tra le grandi famiglie italiane e i centri di potere internazionali, ai quali è collegato tramite la banca Lazard. Checché ne dica Bossi, egli si sta muovendo esattamente verso la distruzione dello stato nazionale, obiettivo ben chiaro nelle strategie dei suoi sponsor internazionali. Lo stesso organo della Lega, Repubblica del Nord, ha pubblicato il 21 ottobre 1992 uno studio promosso dalla “Associazione Americana di Geografia” […] la quale prevede entro sei anni la divisione dell'Italia in cinque repubbliche, Nord, Centro, Sud e le isole. Un progetto coerente col disegno leghista, tanto che l'organo del partito di Bossi se ne compiace, e con quello attribuito alla Mafia di cui ha parlato, in una udienza presso la Commissione Parlamentare Antimafia, il pentito Leonardo Messina."

E’ questa la vera motivazione dietro al piano di smembramento degli stati europei pubblicizzato da Heineken: l’acquisto (tramite le grandi banche anglo-americane) delle principali infrastrutture del paese per provare ad eterodirigerne la politica, limitando così le mire geostrategiche italiane (soprattutto nell’area mediterranea) per favorire quei paesi che da sempre, per motivi geopolitici, sono stati alleati, ma allo stesso tempo avversari del nostro paese. Uno degli esempi più lampanti è la Gran Bretagna; la stessa Gran Bretagna che negò al procuratore Tescaroli una rogatoria per accertare le dichiarazioni rese dal boss Di Carlo riguardo i suoi incontri con esponenti dei servizi segreti di più nazioni al fine di eliminare Falcone.
Finito dunque il periodo di “chaos organizzato” a suon di bombe e scandali veri o presunti, arriva il momento in cui i burattinai della realtà italiana si trovano costretti a scegliere dei personaggi politici locali, il cui scopo sarà quello di garantire quel nuovo equilibrio che renderà possibile il disegno sopradescritto: un piano eversivo che punta ad un ricambio della classe dirigente del nostro paese per dare vita a quel "nuovo ordine deviato massonico politico culturale" descritto a tempo debito dal "premonitore" Ciolini.

Un piano eversivo in cui s’inserisce opportunisticamente anche Cosa Nostra, la quale, analogamente ai burattinai internazionali, voleva fare piazza pulita dei vecchi riferenti politici che avevano “tradito” l’organizzazione. E’ forse questo il motivo per cui gruppi esterni all’organizzazione criminale ritennero utile stabilire, o semplicemente rinnovare, un’alleanza con la mafia siciliana al fine di strumentalizzarla per raggiungere obiettivi sconosciuti o semplicemente ignorati (per motivi prevalentemente culturali) dai picciotti di Cosa Nostra; il processo che crea, come in questo caso, una sorta d’unione d’intenti tra mafia e altri interessi, venne battezzato all’indomani del fallito attentato all’Addaura da Giovanni Falcone come “la saldatura”.

Tra le persone che rientrano in questo concetto di “saldatura”, dati alla mano, c’è sicuramente Silvio Berlusconi: personaggio indubbiamente potente ma allo stesso tempo ricattabile (e quindi nei limiti del possibile controllabile) per i suoi vecchi legami di natura economica con Bettino Craxi, Licio Gelli e Cosa Nostra.

Sarà lui il principale addetto al mantenimento del nuovo equilibrio italiano.

Estratto dall’articolo “Più poveri ma brutti” di Sergio Ferrari e Roberto Romani: "La Relazione sulle privatizzazioni del ministero dell'Economia e delle finanze del luglio 2004 ha fotografato lo stato dell'arte delle privatizzazioni in Italia e come queste hanno contribuito in misura significativa alla riduzione del peso economico pubblico nel consesso internazionale. L'Italia si colloca al secondo posto, tra i paesi di area Ocse, per valore di introiti, e al primo a livello europeo, nella cessione ai privati delle imprese pubbliche. Dal 1994 al 31 dicembre 2003 lo Stato ha ceduto quote di proprietà pubblica per un ammontare di quasi 90 miliardi di euro. Inoltre, se all'inizio della legislatura l'attuale compagine governativa [il secondo governo Berlusconi] aveva una certa difficoltà a mettere all'ordine del giorno la cessione di ulteriori attività pubbliche, con il 2003 il paese riconquista un ruolo di rilievo a livello internazionale. Infatti, l'Italia rappresenta il 34% delle privatizzazioni mondiali nel 2003, cioè molto al di sopra dei picchi, già alti, del 1997 (14%), 1999 (15%) e del 2001 (15%). Nonostante il 2003 sia stato un anno significativamente modesto per le privatizzazioni mondiali, soprattutto se comparate al periodo 1996-2000; nonostante la modesta crescita economica e la profonda crisi della governance finanziaria delle imprese nazionali; nonostante una sostanziale stagnazione degli scambi mobiliari; il governo di centro-destra è riuscito a realizzare operazioni per un controvalore di 16.600.300.500,00 euro".

Scrive Massimo Gaggi sul Corriere della Sera: “Con la conclusione della vendita Telecom [25 ottobre 1997] (ventiseimila miliardi incassati dal Tesoro, l'operazione più grossa mai conclusa in Europa), l'Italia conquista il record mondiale delle privatizzazioni: sui 460 miliardi di dollari del giro d'affari planetario di questo business negli anni '90, gli incassi complessivi realizzati da imprese italiane e dal Tesoro ammontano a circa 100 miliardi di dollari. Nel solo 1997 al Tesoro sono arrivati 32 miliardi di dollari, mentre nello stesso periodo le privatizzazioni spagnole hanno raggiunto i 10 miliardi e quelle francesi i 7,5. La Germania si è fermata a due e mezzo. Nulla di miracoloso, visto che l'Italia partiva da una presenza dello Stato in economia di un'estensione che non ha pari in Occidente. Ma anche un risultato che solo cinque anni fa [nel ‘92], quando il governo Amato aprì la strada delle privatizzazioni con la trasformazione degli enti come Iri, Eni ed Enel in società per azioni, sembrava un traguardo irraggiungibile”.

Ecco, perché non si può dire la verità.

Massimiliano Paoli (M4X)

Note

1 - Grignetti Francesco, Gladio spiava Cosa Nostra, La Stampa.
2 - Palazzolo Salvo, Trapani, tra mafia e servizi deviati, Limes.
3 - Dichiarazioni rese all’autorità giudiziaria il 9 maggio 1994.
4 - http://www.youtube.com/watch?v=ia5DlqSWeeQ
5 - Lo Bianco Giuseppe; Rizza Sandra, L’agenda rossa di Paolo Borsellino, Chiarelettere.
6 - Torrealta Maurizio; Mottola Giorgio, Processo allo Stato, Biblioteca Universitaria Rizzoli.
7 - Dichiarazioni rese all’autorità giudiziaria nel 1998 e riprese successivamente dal giornale “la Repubblica” nel 2001.
8 - Maltese Curzio, Sinistra, giudici, Rai ora basta con le guerre, la Repubblica.
9 - Dichiarazioni rese all’autorità giudiziaria il 28 maggio 1997.
10 - Ziniti Alessandra, Grasso: "Le stragi mafiose del ’93 volevano favorire un’entità politica", la Repubblica.

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Autore Albero
horselover
Inviato: 2/2/2014 20:19  Aggiornato: 2/2/2014 20:23
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/9/2012
Da:
Inviati: 1898
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
mettendo a posto le tessere del puzzle come fa questo articolo si può iniziare a vedere quella verità indicibile che si poteva solo intuire. complimenti

m4x
Inviato: 2/2/2014 23:12  Aggiornato: 2/2/2014 23:12
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)

cavillo
Inviato: 3/2/2014 0:38  Aggiornato: 3/2/2014 0:38
Ho qualche dubbio
Iscritto: 8/11/2010
Da:
Inviati: 158
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
In linea di massima ci siamo, anche tenendo conto del fatto che affrontare l'argomento è come cercare di attraversare un campo minato con un attacco di dissenteria in corso mentre ti sparano con la mitragliatrice.
Comunque dietro la faccenda di Li Causi e della Alpi probabilmente c'era ben altro che non il semplice traffico d'armi e di scorie radioattive (notoriamente segreto di Pulcinella anche all'epoca).
Quanto ai pescherecci non era certo con quelli che trasportavano i carri armati e le scorie delle centrali nucleari.

infosauro
Inviato: 3/2/2014 1:01  Aggiornato: 3/2/2014 1:02
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 23/5/2008
Da: questo mondo (credo)
Inviati: 2376
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Si riesce a fare un video che riassuma il tutto?
Qualcosa con una grafica di questo tipo: http://www.youtube.com/watch?v=7KkhVeJPrX0

"It's just a ride"
William Melvin "Bill" Hicks, l'ultimo degli hippy, il primo dei complottisti (a comparire in TV).
m4x
Inviato: 3/2/2014 2:07  Aggiornato: 3/2/2014 2:20
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/ratenews.php?storyid=4253

Per chi fosse interessato qualche mesetto fa avevo scritto un malloppone (vedi link sopra) che è una sorta di versione più lunga e per certi aspetti particolareggiata di quest'ultimo pezzo.

Edit: @infosauro > Qualcosa del genere l'ha provata a fare il Fatto Quotidiano...

http://www.youtube.com/watch?v=qADkCs2xd7g

mirco
Inviato: 3/2/2014 6:17  Aggiornato: 3/2/2014 6:17
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/1/2010
Da:
Inviati: 387
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:

Scrive Massimo Gaggi sul Corriere della Sera: “Con la conclusione della vendita Telecom [25 ottobre 1997] (ventiseimila miliardi incassati dal Tesoro, l'operazione più grossa mai conclusa in Europa), l'Italia conquista il record mondiale delle privatizzazioni: sui 460 miliardi di dollari del giro d'affari planetario di questo business negli anni '90, gli incassi complessivi realizzati da imprese italiane e dal Tesoro ammontano a circa 100 miliardi di dollari. Nel solo 1997 al Tesoro sono arrivati 32 miliardi di dollari, mentre nello stesso periodo le privatizzazioni spagnole hanno raggiunto i 10 miliardi e quelle francesi i 7,5. La Germania si è fermata a due e mezzo. Nulla di miracoloso, visto che l'Italia partiva da una presenza dello Stato in economia di un'estensione che non ha pari in Occidente. Ma anche un risultato che solo cinque anni fa [nel ‘92], quando il governo Amato aprì la strada delle privatizzazioni con la trasformazione degli enti come Iri, Eni ed Enel in società per azioni, sembrava un traguardo irraggiungibile


Ormai lo stato Italiano ha venduto tutto il vendibile per ridurre i debiti, ma cosa potrà vendere nei prossimi mesi quando entrerà in vigore il Fiscal-Compact ?
Per ridurre il debito pubblico di circa 50 miliardi di euro all'anno ( per arrivare ad un INDEBITAMENTO PUBBLICO intorno al 60% del PIL ) cosa dovranno fare i prossimi governi ?

onemanband
Inviato: 3/2/2014 10:41  Aggiornato: 3/2/2014 10:41
Ho qualche dubbio
Iscritto: 9/10/2013
Da: Praga
Inviati: 89
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
m4x complimenti per il superbo lavoro che hai fatto :) Grazie.

Merio
Inviato: 3/2/2014 13:38  Aggiornato: 3/2/2014 13:41
Sono certo di non sapere
Iscritto: 15/4/2011
Da:
Inviati: 3677
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
@ Mirco

L'aveva spiegato Sertes qualche notizia fa...

In pratica all'inizio molto probabilmente tenteremo di posticipare i pagamenti (1-2 anni), poi messi davanti all'impossibilità di non poter non pagare (cioè o paghiamo, o paghiamo), diventeremo come la Grecia... se poi si incazzano i militari potremmo arrivare alla situazione egiziana...

Purtroppo non riesco a ritrovare il post di Sertes...

La libertà di parola senza la libertà di diffusione è come un pesce rosso in una vasca sferica...
Ezra Pound
f_z
Inviato: 3/2/2014 14:35  Aggiornato: 3/2/2014 14:35
Mi sento vacillare
Iscritto: 16/1/2012
Da: Un mondo popolato da (troppi)pezzi di merda
Inviati: 958
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Ottimo articolo M4X!

L'unica cosa che mi lascia perplesso e' l'indicare "Cosa nostra" come una organizzazione autonoma, mentre io credo che sia direttamente integrata nello stato, almeno dal dopoguerra.

Questo implica che lo stato stesso e' nient'altro che una organizzazione criminale di enormi dimensioni, diretta da potentati stranieri con l'obiettivo di rubare tutte le (poche) ricchezze rimaste ai suoi abitanti.

Codardo e' il soldato che "esegue gli ordini".

Eroe e' il soldato che ha il coraggio di sparare in faccia ai suoi "superiori".

Peccato che i soldati siano tutti scelti minuziosamente tra gli appartenenti alla prima categoria.
Calvero
Inviato: 3/2/2014 16:54  Aggiornato: 3/2/2014 17:21
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/6/2007
Da: Fleed / Umon
Inviati: 13165
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
______________
________

"Cosa Nostra" è integrata con lo Stato sin dai tempi in cui agganciò trattative oltreoceano affinché lo Sbarco avvenisse in Sicilia e si interrompessero le salassate fasciste contro lo strapotere della mafia, che gli stavano facendo il culo a strisce; poi, of course, ripagato con i VOTI mafiosi promessi oltremare - dove "CIA & compagnia bella", fornivano le liste di candidati che dovevano salire al Potere in ammeriga.

Lo scandalo GLADIO sarebbe potuto emergere anche prima, ma da quel che ne so io, si era già scoperchiata la pentola per indagini di polizia le quali, per vie trasversali, avevano scoperto il "magheggio" ... ma le gerarchie militari e non, ritardarono l'esplosione della bomba a tempi migliori. Questo fa supporre che anche i cosiddetti "scandali" sono programmati per ll momento in cui devono "scandalizzare".

MA ANCHE:

- un bel passaggio sulle sporche questioni legate al compromesso storico, lo traccia invece con qualche coordinata il buon Icke, quando spiega che il mitico [e immortale] Kissinger diede "semaforo Verde" direttamente ad Andreotti, per liquidare la questione Moro una volta per tutte.


Perché non si può dire la Verità (3a parte)

Adesso si dovrebbe realizzare, così, diciamo tra le righe cosa non sappiamo noi dell'evoluzione di questi giochetti sovra e sotto-nazionali. Neanche con la più fervida immaginazione, possiamo comprendere a che livello di potere il Nuovo Ordine sta portando avanti l'Agenda. Spinte PAUROSE che, a mio avviso, stanno involando disperatamente RENZI; un dato dell'equazione cruciale sullo scacchiere; tutto connesso coi medesimi interessi.

Non si può dire la verità ?? quale verità?? .. che NULLA può essere ciò che si millanta, si studia, si sostiene, si glorifica?

Leggere queste cose e poi farsi un giro il sabato sera per le province italiane o la domenica pomeriggio nei Centri Commerciali o magari testare l'entusiasmo messo nell'ultimo fuori gioco ... o nella stragrande maggioranza degli ululati indignati su faccialibro (che sono miliiiiiooooni) ...

... fa capire che neanche l'Universo che si piega riesce ad avvicinare i due emisferi nella testa degli Italiani.

Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
f_z
Inviato: 3/2/2014 17:13  Aggiornato: 3/2/2014 17:13
Mi sento vacillare
Iscritto: 16/1/2012
Da: Un mondo popolato da (troppi)pezzi di merda
Inviati: 958
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
Autore: Calvero Inviato: 3/2/2014 16:54:40

"Cosa Nostra" è integrata con lo Stato sin dai tempi in cui agganciò trattative oltreoceano affinché lo Sbarco avvenisse in Sicilia e si interrompessero le salassate fasciste contro lo strapotere della mafia, che gli stavano facendo il culo a strisce; poi, of course, ripagato con i VOTI mafiosi promessi oltremare


Giusta precisazione: era a quel periodo che mi riferivo ma mi sono espresso male.
Invece che "dopoguerra" intendevo proprio il periodo verso fine guerra in cui gli usa hanno cominciato ad usare la mafia per i loro sporchi giochi.

Codardo e' il soldato che "esegue gli ordini".

Eroe e' il soldato che ha il coraggio di sparare in faccia ai suoi "superiori".

Peccato che i soldati siano tutti scelti minuziosamente tra gli appartenenti alla prima categoria.
cnj
Inviato: 3/2/2014 18:11  Aggiornato: 3/2/2014 18:11
Mi sento vacillare
Iscritto: 15/11/2004
Da: Romagna
Inviati: 795
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Un bel "mattone" che mi sono sciroppato con piacere. Complimenti M4X!!

La scienza non è nient'altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità. Nikola Tesla
FedeV
Inviato: 3/2/2014 19:48  Aggiornato: 3/2/2014 19:48
Mi sento vacillare
Iscritto: 18/10/2006
Da:
Inviati: 445
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:


Autore: f_z Inviato: 3/2/2014 14:35:24

Ottimo articolo M4X!

L'unica cosa che mi lascia perplesso e' l'indicare "Cosa nostra" come una organizzazione autonoma, mentre io credo che sia direttamente integrata nello stato, almeno dal dopoguerra.




Sono molto d'accordo e aggiungo anche servizi segreti deviati che deviati proprio non sono. Forse bisognerebbe dire efficienti più che deviati.

f_z
Inviato: 3/2/2014 23:06  Aggiornato: 3/2/2014 23:06
Mi sento vacillare
Iscritto: 16/1/2012
Da: Un mondo popolato da (troppi)pezzi di merda
Inviati: 958
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
Autore: FedeV Inviato: 3/2/2014 19:48:38

e aggiungo anche servizi segreti deviati che deviati proprio non sono


Sono deviati dal nostro punto di vista, ma per lo scopo vero per cui sono stati creati funzionano benissimo!

Ormai se capovolgiamo il significato di certi termini chiave possiamo arrivare alla verita' se non sempre almeno in gran parte dei casi. Qualche esempio:

- liberta' = quella della elite al potere di fare i cazzi loro
- uguaglianza = di trattamento a cetrioli per tutti quelli che non fanno parte dell'elite di cui sopra
- fraternita' = quella massonica dell'elite di cui sopra
- democrazia = sistema in cui una manciata di individui (l'elite di cui sopra) schiavizza tutti gli altri
- competitivita' = sempre l'elite di cui sopra che aumenta i propri guadagni rubandoli da quelli che stanno sotto di loro

e cosi' via...

Codardo e' il soldato che "esegue gli ordini".

Eroe e' il soldato che ha il coraggio di sparare in faccia ai suoi "superiori".

Peccato che i soldati siano tutti scelti minuziosamente tra gli appartenenti alla prima categoria.
m4x
Inviato: 3/2/2014 23:29  Aggiornato: 3/2/2014 23:38
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
@f_z

"L'unica cosa che mi lascia perplesso e' l'indicare "Cosa nostra" come una organizzazione autonoma"

Infatti Cosa Nostra non è un'organizzazione autonoma (altrimenti oggi non parleremmo di concorso esterno in associazione mafiosa) ma un'organizzazione che in un contesto molto complesso gode di una certa autonomia...

Va detto però che già un ragionamento del genere sarebbe da considerarsi "eretico" visto che Giovanni Falcone - come fece intendere dopo l'attentato all'Addaura che "centri occulti di potere" avevano la possibilità di orientare azioni della mafia - si è sempre opposto all'idea che Cosa Nostra fosse eterodiretta:

"Questi crimini eccellenti, su cui finora non si è riusciti a fare interamente luce, hanno alimentato l’idea del «terzo livello», intendendosi con ciò che al di sopra di Cosa Nostra esisterebbe una rete, ove si anniderebbero i veri responsabili degli omicidi, una sorta di supercomitato, costituito da uomini politici, da massoni, da banchieri, da alti burocrati dello Stato, da capitani di industria, che impartirebbe ordini alla Cupola. Questa suggestiva ipotesi che vede una struttura come Cosa Nostra agli ordini di un centro direzionale sottratto al suo controllo è del tutto irreale e rivela una profonda ignoranza dei rapporti tra mafia e politica"

Giovanni Falcone, Cose di Cosa Nostra.

Calvero
Inviato: 3/2/2014 23:50  Aggiornato: 3/2/2014 23:51
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/6/2007
Da: Fleed / Umon
Inviati: 13165
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
Questa suggestiva ipotesi che vede una struttura come Cosa Nostra agli ordini di un centro direzionale sottratto al suo controllo è del tutto irreale e rivela una profonda ignoranza dei rapporti tra mafia e politica"


Può dirlo anche il Papa. Che un uomo sia stato ucciso non lo rende detentore di verità totali. E questo non toglie nulla al valore di un uomo che perseguiva la giustizia, così lui così un Dalla Chiesa.

Certo quello che dice è veritiero, ma una cosa non esclude l'altra. Asserire che Cosa Nostra sia sotto il controllo di un centro direzionale, per me rimane una sonora cazzata a prescindere, non serve un Falcone per capirlo; basti pensare come ci si può affiliare a Cosa Nostra, partendo dal basso; cioè realmente è l'unico Ente più democratico nel Sistema odierno. Figurarsi se il controllo può essere unidirezionale in una simile organizzazione, "infiltrata" ancor prima nel tessuto sociale che in quello politico ....


... ma nulla di tutto questo leva un solo grammo dalla bilancia, sul fatto che influenze pesanti e di poteri sovranazionali di politici, massoni, banchieri e alti burocrati ... siano una Rete ben al di sopra del gioco chiamiamolo mafioso delle cosiddette famiglie.

Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
f_z
Inviato: 3/2/2014 23:51  Aggiornato: 3/2/2014 23:51
Mi sento vacillare
Iscritto: 16/1/2012
Da: Un mondo popolato da (troppi)pezzi di merda
Inviati: 958
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
Autore: m4x Inviato: 3/2/2014 23:29:42

Infatti Cosa Nostra non è un'organizzazione autonoma (altrimenti oggi non parleremmo di concorso esterno in associazione mafiosa) ma un'organizzazione che in un contesto molto complesso gode di una certa autonomia...


Questo lo vedo piu' vicino all'idea che me ne sono fatto io.

Ma quello che intendo e' che secondo me il "vero" potere "usa" la mafia per farsi fare i lavori sporchi e rimanere impunito nell'ombra, ma non esiterebbe a spazzarla via in una settimana se fosse necessario ai loro scopi.

Sull'affermazione di Falcone credo che lui fosse semplicemente impossibilitato a credere ad una ipotesi seppure evidente come il terzo livello...altrimenti avrebbe dovuto smettere di fare il magistrato o di collaborare col ministero perche' non avrebbe avuto piu' senso.

Insomma credo che Falcone fosse semplicemente troppo ottimista per accettare il terzo livello...

Codardo e' il soldato che "esegue gli ordini".

Eroe e' il soldato che ha il coraggio di sparare in faccia ai suoi "superiori".

Peccato che i soldati siano tutti scelti minuziosamente tra gli appartenenti alla prima categoria.
Calvero
Inviato: 3/2/2014 23:54  Aggiornato: 3/2/2014 23:54
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/6/2007
Da: Fleed / Umon
Inviati: 13165
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
Insomma credo che Falcone fosse semplicemente troppo ottimista per accettare il terzo livello...


Non se ne abbia a male nessuno, io non metto la mano sul fuoco per nessuno, quando siamo a quei livelli. Ottimisti e ingenui non esistono in quei ruoli.

Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
earlturner
Inviato: 4/2/2014 0:03  Aggiornato: 4/2/2014 0:03
Mi sento vacillare
Iscritto: 4/7/2013
Da:
Inviati: 561
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Ogni tanto dare una rinfrescata sul letamaio delle vergogne italo americo mafiose non puo' fare che bene : la cia era in italia ancora prima che la guerra finisse, in cerca di manovalanza nera da impiegare contro il comunismo. certo era ancora tutto allo stato embrionale ma portella della ginestra e' la firma e la svolta criminale che ha sfregiato il paese per oltre 40 anni
bell articolo

f_z
Inviato: 4/2/2014 0:22  Aggiornato: 4/2/2014 0:22
Mi sento vacillare
Iscritto: 16/1/2012
Da: Un mondo popolato da (troppi)pezzi di merda
Inviati: 958
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
Autore: Calvero Inviato: 3/2/2014 23:54:14

Ottimisti e ingenui non esistono in quei ruoli.


Ottimista nel senso che accettando l'ipotesi del terzo livello, lui avrebbe semplicemente dovuto accettare che tutte le istituzioni erano marce e quindi la totale inutilita' del suo ruolo di magistrato. Probabilmente dura da sopportare per uno come lui.

Quindi forse credeva che qualcosa di non totalmente marcio esistesse ancora sopra di lui, oppure si rendeva conto del sistema ma forse andava avanto solo per la morbosa curiosita' di voler scoprire la verita'?

Codardo e' il soldato che "esegue gli ordini".

Eroe e' il soldato che ha il coraggio di sparare in faccia ai suoi "superiori".

Peccato che i soldati siano tutti scelti minuziosamente tra gli appartenenti alla prima categoria.
cavillo
Inviato: 4/2/2014 0:27  Aggiornato: 4/2/2014 0:28
Ho qualche dubbio
Iscritto: 8/11/2010
Da:
Inviati: 158
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
@mirco
Citazione:
rmai lo stato Italiano ha venduto tutto il vendibile per ridurre i debiti, ma cosa potrà vendere nei prossimi mesi quando entrerà in vigore il Fiscal-Compact ?
Indovina indovinello.... Un aiutino:

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=3BgHqkTP8sA

@ Merio
citazione:
diventeremo come la Grecia... se poi si incazzano i militari potremmo arrivare alla situazione egiziana...
Si dopo la Grecia la situazione egiziana, eccola:

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=Slf9c5hkpBE

@ f_z
Hai ragione di "cosa nostra" non ci si può fidare, è troppo infiltrata dallo stato.

@ Calvero
citazione:
un bel passaggio sulle sporche questioni legate al compromesso storico, lo traccia invece con qualche coordinata il buon Icke, quando spiega che il mitico [e immortale] Kissinger diede "semaforo Verde" direttamente ad Andreotti, per liquidare la questione Moro una volta per tutte.
Spero che tu non dia credito ad una cosa del genere, a parte che Icke puzza di disinformazione, ma un'uscita del genere è tipica di chi non ha la minima idea di quali fossero metodi e sistemi della DC in quel periodo, non starebbe in piedi neanche se avesse sostenuto che non ha fatto nulla per salvarlo, accusa che pure è stata fatta.
Comunque il rapporto di Tarpley è stato piuttosto secco sul tema, operativamente è la NATO che ha agito e guarda caso qualche anno dopo è Andreotti che ha silurato GLADIO facendo imbestialire americani e francesi.
Non voglio difendere Belzebù, ma storicamente queste sono sparate che non stanno in piedi e che oltretutto lasciano nell'ombra qualche manina mooolto più pericolosa sulla quale qualche sospetto (sempre di malpensanti) a suo
tempo si è addensato.

m4x
Inviato: 4/2/2014 0:42  Aggiornato: 4/2/2014 0:42
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
@f_z

"Ma quello che intendo e' che secondo me il "vero" potere "usa" la mafia per farsi fare i lavori sporchi e rimanere impunito nell'ombra, ma non esiterebbe a spazzarla via in una settimana se fosse necessario ai loro scopi"

Si ma su questo punto penso che siamo tutti d'accordo (basta vedere le dinamiche che hanno portato all'ascesa prima e alla disfatta poi i cosiddetti "corleonesi")... Un conto però è orientare (anche pesantemente) certe azioni, altra cosa invece è provare a coordinare da fuori un'organizzazione come la mafia.

Poi però ci s'imbatte in cose del genere e allora non si sa più che pesci prendere > http://www.youtube.com/watch?v=bKkHGNsfiGs (53:05)


Calvero
Inviato: 4/2/2014 0:51  Aggiornato: 4/2/2014 0:51
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/6/2007
Da: Fleed / Umon
Inviati: 13165
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
Spero che tu non dia credito ad una cosa del genere


Sì, gli dò credito

Citazione:
a parte che Icke puzza di disinformazione


Adesso è un po che non mi metto sotto, ma ho studiato Icke per dieci anni e non solo lui, e ho imparato benissimo a cogliere dove Icke potrebbe benissimo spararle grosse affinché strategicamente da una parte si tutelasse e dall'altra portasse s'un altro livello le sue argomentazioni, ebbene: per me Icke non puzza minimamente di disinformazione. Non è certo Dio e non ha tutte le verità in tasca, potrebbe, come tutti gli studiosi di questi argomenti, prendere dei granchi .... ma questo è lungi dal concetto di disinformazione.

Citazione:
ma un'uscita del genere è tipica di chi non ha la minima idea di quali fossero metodi e sistemi della DC in quel periodo


.. e qual'è il livello minimo? .. quale parametro lo definisce in questi giochi che toccano tutto e tutti a livello mondiale, con annessi servizi segreti e Agenzie sovra e sotto nazionali? ...

... posso usare la tua stessa logica, e asserire ad esempio: - ma un'uscita del genere è tipica di chi non ha la minima idea di quali fossero le meccaniche dei Poteri sovranazionali e dell'ordine delle Agende che stanno alle spalle della politica.

Quindi?

Citazione:
operativamente è la NATO che ha agito e guarda caso qualche anno dopo è Andreotti che ha silurato GLADIO facendo imbestialire americani e francesi.


Questo significa che Andreotti avrebbe sempre avuto intenzioni di silurarla? Magari doveva silurarla. Facendo imbestialire "americani e francesi" .. chi? .. di quali "americani e francesi" parli? .. quelli che mettono la faccia nel teatro della politica, o quelli che sono dietro il teatro della politica?

Andreotti fa arrabbiare qualcuno fino al punto che avrebbe rischiato la pelle? Anche il termine "arrabbiare" in questi giochi vale quanto il termine "affari" in Borsa.

Citazione:
Non voglio difendere Belzebù, ma storicamente queste sono sparate che non stanno in piedi e che oltretutto lasciano nell'ombra qualche manina mooolto più pericolosa sulla quale qualche sospetto (sempre di malpensanti) a suo
tempo si è addensato.


Non lo so. Ad esempio su la questione che ho citato per prima ci metto quasi la mano sul fuoco, poi sai, né io né Te, eravamo in Sicilia a quei tempi ...

... il punto è che sulla questione "Kissinger" ho riportato quanto lessi, quindi è un'informazione. Poi, quello che mi fa decidere se pubblicarlo, è il grado di plausibilità e pertinenza, che ho trovato sufficiente.

Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
m4x
Inviato: 4/2/2014 1:05  Aggiornato: 4/2/2014 1:05
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
@Calvero

Che cosa intende Icke quando scrive che Kissinger aveva dato il semafoto verde ad Andreotti? Con semaforo verde intende il lasciar finire le cose in un certo modo (a rapimento avvenuto) oppure era un esplicito riferimento per organizzare un attentato contro Moro?

Perchè onestamente questa è una teoria che non mi torna visto che a detta di Tullio Ancora, consigliere di Moro, il vero garante del compromesso storico (ironia della sorte) sarebbe stato proprio il Gobbo. Cito una frase ripresa dal libro di Stefania Limiti "Doppio Livello":

"Perchè non guida lei questo governo? [si riferisce al quarto governo Andreotti]" chiede Enrico Berlinguer.

"No" gli rispose Moro. "Potrei creare preoccupazioni in America. Accettate Andreotti, che è uno più ben visto negli Usa".

(http://www.pbmstoria.it/giornali3826 - Qui c'è il contesto da cui è presa la citazione).

Cioè, che interesse avrebbe avuto Andreotti a distruggere una situazione che lo rendeva ancora più potente di prima?

Calvero
Inviato: 4/2/2014 1:19  Aggiornato: 4/2/2014 1:19
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/6/2007
Da: Fleed / Umon
Inviati: 13165
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
Con semaforo verde intende il lasciar finire le cose in un certo modo (a rapimento avvenuto)


Questa.

Riuscire a trovare quel passaggio è arduo adesso, lo ripescassi ti faccio sapere.

Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
m4x
Inviato: 4/2/2014 1:31  Aggiornato: 4/2/2014 1:32
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Non c'è bisogno che lo ripeschi; le minacce di Kissinger a Moro unite all'opportunistico fatalismo di Andreotti bastano e avanzano per rendere questo scenario alquanto credibile.

Calvero
Inviato: 4/2/2014 1:39  Aggiornato: 4/2/2014 1:39
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/6/2007
Da: Fleed / Umon
Inviati: 13165
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
Non c'è bisogno che lo ripeschi; le minacce di Kissinger a Moro unite all'opportunistico fatalismo di Andreotti bastano e avanzano per rendere questo scenario alquanto credibile.


Nello specifico la sai lunga, quindi sai tu come inserire queste teorie, anzi, pardon, ho mancato di farti i complimenti.


Magari se lo ripesco, possono esserci altre coordinate interessanti.

Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Redazione
Inviato: 4/2/2014 8:28  Aggiornato: 4/2/2014 8:28
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
E' da un po' che vado dicendo a m4x che deve scrivere un libro. Diteglielo anche voi, perchè a quanto pare i miei incoraggiamenti non bastano.

onemanband
Inviato: 4/2/2014 9:04  Aggiornato: 4/2/2014 9:04
Ho qualche dubbio
Iscritto: 9/10/2013
Da: Praga
Inviati: 89
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
¨E' da un po' che vado dicendo a m4x che deve scrivere un libro. Diteglielo anche voi, perchè a quanto pare i miei incoraggiamenti non bastano.

M4X mi sembra che sia giunto il momento di scrivere un libro!!!
Mi sto leggendo anche quello che hai scritto su Moro e devo dire che hai talento da vendere.

wendellgee
Inviato: 4/2/2014 12:00  Aggiornato: 4/2/2014 12:03
Mi sento vacillare
Iscritto: 17/1/2013
Da:
Inviati: 700
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Ho letto sia la prima che la seconda parte.
In questo periodo ho letto anche il libro di Imposimato La Repubblica delle stragi impunite.
Devo dire che faccio ancora molta fatica a seguire questi racconti perché sono pieni di nomi di personaggi a me quasi sconosciuti.

Ho tre domande per M4X (mi scuso preventivamente se dovessero risultare ingenue):
1. Tu fai riferimento al piano Eurotopia, e il libro di Imposimato fa riferimento a tentativi di golpe (Piano Solo, Golpe Borghese, ecc.). Secondo te come mai alla fine questi piani non sono mai stati portati a termine?
2. A me non è mai sembrato che ci fosse una seria discussione intergovernativa sugli Stati Uniti d'Europa (e non c'è nemmeno oggi). Pertanto non riesco a capire le paure degli USA (che tra l'altro hanno incentivato la cooperazione europea a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale).
3. Sto leggendo il libro di Estulin sul Bilderberg e la trama che propongono queste lobby internazionali sembra essere un unico sistema mondiale piuttosto che il regionalismo. Tu cosa ne pensi?

PS: avevo scaricato tempo fa i tuoi appunti ma non ero riuscito a leggerli, se dovessi scrivere un libro sull'argomento lo comprerò senz'altro.

Il mio blog:
lumiebarlumi.blogspot.com
f_z
Inviato: 4/2/2014 12:48  Aggiornato: 4/2/2014 12:48
Mi sento vacillare
Iscritto: 16/1/2012
Da: Un mondo popolato da (troppi)pezzi di merda
Inviati: 958
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
Autore: m4x Inviato: 4/2/2014 0:42:25

basta vedere le dinamiche che hanno portato all'ascesa prima e alla disfatta poi i cosiddetti "corleonesi"

Poi però ci s'imbatte in cose del genere e allora non si sa più che pesci prendere > http://www.youtube.com/watch?v=bKkHGNsfiGs (53:05)


Infatti ho l'impressione che i boss arrestati sono semplicemente boss destituiti dall'organizzazione stessa e abbandonati a se stessi, oppure...non sono boss ma li dipingono come tali per coprire altri!

Appena ho tempo provo a dare un'occhiata al video, grazie.

Codardo e' il soldato che "esegue gli ordini".

Eroe e' il soldato che ha il coraggio di sparare in faccia ai suoi "superiori".

Peccato che i soldati siano tutti scelti minuziosamente tra gli appartenenti alla prima categoria.
ELFLACO
Inviato: 4/2/2014 12:51  Aggiornato: 4/2/2014 12:51
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 28/10/2005
Da:
Inviati: 1839
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
... fa capire che neanche l'Universo che si piega riesce ad avvicinare i due emisferi nella testa degli Italiani.





Si puó mettere questa fra le voci del sito?? Tostissima

“Le persone non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi a dover aver paura delle persone.”
FedeV
Inviato: 4/2/2014 14:23  Aggiornato: 4/2/2014 18:25
Mi sento vacillare
Iscritto: 18/10/2006
Da:
Inviati: 445
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:


Autore: Calvero Inviato: 3/2/2014 23:50:21


Certo quello che dice è veritiero, ma una cosa non esclude l'altra. Asserire che Cosa Nostra sia sotto il controllo di un centro direzionale, per me rimane una sonora cazzata a prescindere, non serve un Falcone per capirlo; basti pensare come ci si può affiliare a Cosa Nostra, partendo dal basso; cioè realmente è l'unico Ente più democratico nel Sistema odierno. Figurarsi se il controllo può essere unidirezionale in una simile organizzazione, "infiltrata" ancor prima nel tessuto sociale che in quello politico ....


... ma nulla di tutto questo leva un solo grammo dalla bilancia, sul fatto che influenze pesanti e di poteri sovranazionali di politici, massoni, banchieri e alti burocrati ... siano una Rete ben al di sopra del gioco chiamiamolo mafioso delle cosiddette famiglie.



Infatti secondo me il vertice va pensato come un elemento funzionale di quella rete sovranazionale e non come un elemento estraneo che si limita ad eseguire ordini e fornire semplice manovalanza. Il famoso accordo fra stato e mafia lo vedo piu' come un rimpasto di governo piuttosto che una trattativa fra entità reciprocamente non compenetrate.

f_z
Inviato: 4/2/2014 21:32  Aggiornato: 4/2/2014 21:32
Mi sento vacillare
Iscritto: 16/1/2012
Da: Un mondo popolato da (troppi)pezzi di merda
Inviati: 958
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
Autore: m4x Inviato: 4/2/2014 0:42:25

Poi però ci s'imbatte in cose del genere e allora non si sa più che pesci prendere > http://www.youtube.com/watch?v=bKkHGNsfiGs (53:05)


Ho visto il video (alla fine l'ho visto tutto): a 53:05 c'e' quella intercettazione in cui sembra che i due mafiosi parlino in codice, e' quello a cui ti riferisci?

Col linguaggio criptico che usano potrebbero voler dire qualsiasi cosa...

Codardo e' il soldato che "esegue gli ordini".

Eroe e' il soldato che ha il coraggio di sparare in faccia ai suoi "superiori".

Peccato che i soldati siano tutti scelti minuziosamente tra gli appartenenti alla prima categoria.
m4x
Inviato: 4/2/2014 23:04  Aggiornato: 5/2/2014 0:02
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
@f_z

"Col linguaggio criptico che usano potrebbero voler dire qualsiasi cosa..."

In linea teorica si, però con molta probabilita i "due mafiosi" (che in realtà sono due boss fedelissimi di Riina a cui era stato dato un ruolo chiave nell'esecuzione della strage di Capaci, e che quindi godevano di estrema fiducia all'interno dell'organizzazione) si riferiscono proprio al "capo dei capi" quando dicono che "noi non abbiamo un reggente ma abbiamo un pupo", perchè loro (Gioacchino La Barbera e Antonino Gioè) non erano soldati o elementi di basso rango all'interno dell'organizzazione mafiosa, anzi, erano capofamiglia di Altofonte. Quindi è estramamente improbabile che si riferissero ad altre persone....

Comunque la cosa che mi fa veramente cascare la braccia è quando Gioè parla di "gente pericolosa" (lui che sventrava le autostrade)... Chi è la "gente pericolosa" ? Elementi esterni all'organizzazione ?

A mio parere questa è una delle intercettazioni più sottovalutate di sempre.

Edit: http://www.youtube.com/watch?v=gbVZHjPmgcE - Per capire di più ti consiglio vivamente questo servizio (in particolar modo da 2:07 in poi).

m4x
Inviato: 4/2/2014 23:47  Aggiornato: 4/2/2014 23:51
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
@wendellgee

1. Prima di tutto andrebbe visto quali di questi colpi di stato erano dei veri e propri golpe e quali invece erano delle "semplici minacce" per spaventare il Pci con stratagemmi da "complesso cileno". Tu dici "come mai alla fine questi paini non sono mai stati portati a termine", io sinceramente non so risponderti, andrebbe chiesto a chi quelle vicende le ha vissute da protagonista.

2. Ti dirò di più, finchè c'è stata la Guerra Fredda gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per mantenere l'integrità strutturale del paese. Cito il giudice Rosario Priore:

"In molteplici occasioni, quando si sono aperti contenziosi territoriali, gli americani si sono sempre schierati in difesa dei nostri antichi confini. Per esempio, quando nel 1945, approfittando della fine delle ostilità, i francesi occuparono la Valle d’Aosta, gli americani minacciarono addirittura l’invio dei loro carri armati per ricacciarli indietro. Parigi aveva delle mire persino sull’Isola d’Elba, che considerava una pistola puntata sulla Corsica, proprio come l’Italia considerava a sua volta la Corsica una pistola puntata contro di sé. Ma anche in quel caso gli Stati Uniti respinsero le pretese francesi. Così come fecero sul nostro confine orientale, quando, tra il 1945 e il 1954, la Jugoslavia di Tito rivendicava dei diritti sul Friuli e la Venezia Giulia. A differenza degli inglesi, i quali erano assai più sensibili alle pretese titine. E non dimentichiamo, infine, che negli anni Sessanta Washington si comportò allo stesso modo con gli austriaci, che avevano ambizioni sull’Alto Agide. Insomma, gli Stati Uniti hanno sempre fatto in modo che l’Italia non si indebolisse, che non perdesse porzioni del proprio territorio, che avesse la sua disponibilità petrolifera, che fosse rispettata. Certo, tutto questo non per filantropia, ma per una razionale e cruda valutazione strategica sulle funzioni geopolitiche della penisola e sulle possibili imprese che potevano essere compiute partendo al nostro territorio".

Il problema è che dire Stati Uniti è dire tutto e niente, senza contare che nel '92 non solo era crollato il muro ma era addirittura implosa da qualche mese l'Unione Sovietica, e di conseguenza erano saltate tutte le logiche che avevano retto mezzo mondo per più di quarant'anni. Poi, sempre a parer mio, andrebbero visti con attenzione (per diversi motivi) anche gli eventuali ruoli di paesi come l'Inghilterra. Primo perchè sin da inizio '900 siamo sempre stati in competizione con gli inglesi (idem coi francesi) per l'area nord africana; il secondo motivo è la storia raccontata dal cugino di Gioè Francesco Di Carlo; il terzo invece è un mero dato di fatto: il famigerato meeting dove l'Italia si apprestava a svendersi anche le mutande (Iri, Eni, ecc..) è stato fatto sulla nave Britannia che era lo yacht della famiglia reale.

3. Vuol dire che le due cose probabilmente non si escludevano a vicenda, e che Eurotopia era una costola alternativa del progetto di unificazione mondiale; oppure vuol dire che chi sta in cima alla piramide prima di pensare alla creazione di un governo mondiale pensa a trovare modi più veloci e senza scrupoli per accumulare capitale e quindi potere, strafottendosene dei progetti politici.

Io sinceramente non credo che esista una cospirazione monolitica (per la creazione di un governo mondiale) all'interno delle varie elites che governano il mondo. Ci sono sicuramente molti personaggi che stanno provando a spingere i popoli verso un modello del genere (vedi Rockefeller che lo ha ammesso pubblicamente), ma se tutta l'elite mondiale spingesse in quella direzione penso che al NWO ci saremmo già arrivati.

Ste_79
Inviato: 4/2/2014 23:56  Aggiornato: 4/2/2014 23:56
Mi sento vacillare
Iscritto: 27/8/2011
Da: Reggio Emilia
Inviati: 766
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
un bel passaggio sulle sporche questioni legate al compromesso storico, lo traccia invece con qualche coordinata il buon Icke, quando spiega che il mitico [e immortale] Kissinger diede "semaforo Verde" direttamente ad Andreotti, per liquidare la questione Moro una volta per tutte.


Non solo lui, che per altro è una fonte molto attendibile.
La moglie di Moro pare che abbia dichiarato che quando Moro rientrò dall'incontro con Kissinger abbia fatto intendere che si sentiva sotto minaccia. Ora purtroppo non ricordo dove l'ho letto, quindi è da prendere con le molle, ma credo di non essermelo inventato.
Probabilmente il fastidio che dava Moro era lo stesso fastidio che dava Enrico Mattei, Federico Caffé e probabilmente anche Falcone e Borsellino.
Non credo che I due Pm siano stati fatti saltare per aria solo per beghe interne, probabilmente anche loro stavano indagando su faccende internazionali legati alla finanza.
Non si doveva scoprire della svendita dell'Italia sui mercati finanziari, nel 92 era troppo presto.
Un'altra cosa che vorrei sottolineare è La questione Berlusconi.
Nell'articolo si dice che Craxi e Andreotti erano troppo vicino a paesi non-amici, si fa il nome della Libia. Una delle ragioni per cui sono stati silurati. Concordo pienamente.
Ma alla luce di questo fatto, Berlusconi stesso è stato Amico della LIbia, oltre che di Putin, ed è stato ultimamente silurato.
La storia si ripete? Berlusconi alla fine è stato un ottimo stratega ed ha commesso gli stessi errori dei precedenti? Chi era l'uomo della Goldman Sachs in Italia? Non era Berlusconi bensì Prodi.
In Italia l'unico geoverno che ha riproposto la statalizzazione della banca centrale è statoTremonti, sotto il geoverno Berluconi.



Citazione:
E’ questa la vera motivazione dietro al piano di smembramento degli stati europei pubblicizzato da Heineken: l’acquisto (tramite le grandi banche anglo-americane) delle principali infrastrutture del paese per provare ad eterodirigerne la politica, limitando così le mire geostrategiche italiane (soprattutto nell’area mediterranea) per favorire quei paesi che da sempre, per motivi geopolitici, sono stati alleati, ma allo stesso tempo avversari del nostro paese. Uno degli esempi più lampanti è la Gran Bretagna; la stessa Gran Bretagna che negò al procuratore Tescaroli una rogatoria per accertare le dichiarazioni rese dal boss Di Carlo riguardo i suoi incontri con esponenti dei servizi segreti di più nazioni al fine di eliminare Falcone. Finito dunque il periodo di “chaos organizzato” a suon di bombe e scandali veri o presunti, arriva il momento in cui i burattinai della realtà italiana si trovano costretti a scegliere dei personaggi politici locali, il cui scopo sarà quello di garantire quel nuovo equilibrio che renderà possibile il disegno sopradescritto: un piano eversivo che punta ad un ricambio della classe dirigente del nostro paese per dare vita a quel "nuovo ordine deviato massonico politico culturale" descritto a tempo debito dal "premonitore" Ciolini.


Direi proprio che il piano è stato ed è ancora questo, siamo troppo scomodi per essere un paesino così piccolo.
Aggiungerei alla lista degli acquisitori di beni altrui, Francia e Germania.

Ste_79
Inviato: 5/2/2014 0:03  Aggiornato: 5/2/2014 0:03
Mi sento vacillare
Iscritto: 27/8/2011
Da: Reggio Emilia
Inviati: 766
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
Ormai lo stato Italiano ha venduto tutto il vendibile per ridurre i debiti, ma cosa potrà vendere nei prossimi mesi quando entrerà in vigore il Fiscal-Compact ? Per ridurre il debito pubblico di circa 50 miliardi di euro all'anno ( per arrivare ad un INDEBITAMENTO PUBBLICO intorno al 60% del PIL ) cosa dovranno fare i prossimi governi ?


No, rimangono ancora Eni e finmeccanica. Dopo potremo tranquillamente tornare alla lira che nessuno si opporrà più.

Kolza
Inviato: 5/2/2014 0:05  Aggiornato: 5/2/2014 0:05
Mi sento vacillare
Iscritto: 2/6/2004
Da: MMMMMMonza
Inviati: 916
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
M4X, guarda meglio dov'è Villa Certosa, mi pare sia in Sardegna Milano è vicino (non ad un tiro di schioppo, ma a una ventina di km) da Macherio e Arcore
Buona esposizione, dovremmo mettere tra le fonti John Kleeves e il diabolico Cirino Pomicino: in tempi e modi diversi hanno parlato del golpe del 1992-3 targato (anche) Mani Pulite. Anche se inarrivabile rimane L'Anno dei Complotti, di Arcidiacono e Andriola...

m4x
Inviato: 5/2/2014 0:24  Aggiornato: 5/2/2014 1:26
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Oddio, invece di scrivere Sardegna ho scritto Milano... Grazie Kolza.

Ps - Redazione, questo me lo corregge oppure continua con la sua "linea della fermezza" ?



(Le ho mandato due mail con la correzione, salti pure la prima e guardi pure l'ultima)


wendellgee
Inviato: 5/2/2014 10:04  Aggiornato: 5/2/2014 10:04
Mi sento vacillare
Iscritto: 17/1/2013
Da:
Inviati: 700
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
@m4x
Citazione:
1. Prima di tutto andrebbe visto quali di questi colpi di stato erano dei veri e propri golpe e quali invece erano delle "semplici minacce" per spaventare il Pci con stratagemmi da "complesso cileno". Tu dici "come mai alla fine questi paini non sono mai stati portati a termine", io sinceramente non so risponderti, andrebbe chiesto a chi quelle vicende le ha vissute da protagonista.

2. Ti dirò di più, finchè c'è stata la Guerra Fredda gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per mantenere l'integrità strutturale del paese. Cito il giudice Rosario Priore:

"In molteplici occasioni, quando si sono aperti contenziosi territoriali, gli americani si sono sempre schierati in difesa dei nostri antichi confini. Per esempio, quando nel 1945, approfittando della fine delle ostilità, i francesi occuparono la Valle d’Aosta, gli americani minacciarono addirittura l’invio dei loro carri armati per ricacciarli indietro. Parigi aveva delle mire persino sull’Isola d’Elba, che considerava una pistola puntata sulla Corsica, proprio come l’Italia considerava a sua volta la Corsica una pistola puntata contro di sé. Ma anche in quel caso gli Stati Uniti respinsero le pretese francesi. Così come fecero sul nostro confine orientale, quando, tra il 1945 e il 1954, la Jugoslavia di Tito rivendicava dei diritti sul Friuli e la Venezia Giulia. A differenza degli inglesi, i quali erano assai più sensibili alle pretese titine. E non dimentichiamo, infine, che negli anni Sessanta Washington si comportò allo stesso modo con gli austriaci, che avevano ambizioni sull’Alto Agide. Insomma, gli Stati Uniti hanno sempre fatto in modo che l’Italia non si indebolisse, che non perdesse porzioni del proprio territorio, che avesse la sua disponibilità petrolifera, che fosse rispettata. Certo, tutto questo non per filantropia, ma per una razionale e cruda valutazione strategica sulle funzioni geopolitiche della penisola e sulle possibili imprese che potevano essere compiute partendo al nostro territorio".

Il problema è che dire Stati Uniti è dire tutto e niente, senza contare che nel '92 non solo era crollato il muro ma era addirittura implosa da qualche mese l'Unione Sovietica, e di conseguenza erano saltate tutte le logiche che avevano retto mezzo mondo per più di quarant'anni. Poi, sempre a parer mio, andrebbero visti con attenzione (per diversi motivi) anche gli eventuali ruoli di paesi come l'Inghilterra. Primo perchè sin da inizio '900 siamo sempre stati in competizione con gli inglesi (idem coi francesi) per l'area nord africana; il secondo motivo è la storia raccontata dal cugino di Gioè Francesco Di Carlo; il terzo invece è un mero dato di fatto: il famigerato meeting dove l'Italia si apprestava a svendersi anche le mutande (Iri, Eni, ecc..) è stato fatto sulla nave Britannia che era lo yacht della famiglia reale.

3. Vuol dire che le due cose probabilmente non si escludevano a vicenda, e che Eurotopia era una costola alternativa del progetto di unificazione mondiale; oppure vuol dire che chi sta in cima alla piramide prima di pensare alla creazione di un governo mondiale pensa a trovare modi più veloci e senza scrupoli per accumulare capitale e quindi potere, strafottendosene dei progetti politici.

Io sinceramente non credo che esista una cospirazione monolitica (per la creazione di un governo mondiale) all'interno delle varie elites che governano il mondo. Ci sono sicuramente molti personaggi che stanno provando a spingere i popoli verso un modello del genere (vedi Rockefeller che lo ha ammesso pubblicamente), ma se tutta l'elite mondiale spingesse in quella direzione penso che al NWO ci saremmo già arrivati.


Grazie per le risposte
Continuerò a informarmi su questo tipo di argomenti

Il mio blog:
lumiebarlumi.blogspot.com
f_z
Inviato: 5/2/2014 10:50  Aggiornato: 5/2/2014 10:50
Mi sento vacillare
Iscritto: 16/1/2012
Da: Un mondo popolato da (troppi)pezzi di merda
Inviati: 958
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Citazione:
Autore: m4x Inviato: 4/2/2014 23:04:05

Comunque la cosa che mi fa veramente cascare la braccia è quando Gioè parla di "gente pericolosa" (lui che sventrava le autostrade)... Chi è la "gente pericolosa" ? Elementi esterni all'organizzazione ?


Forse gente pericolosa per i loro affari...dal loro punto di vista e' plausibile.

Citazione:

Edit: http://www.youtube.com/watch?v=gbVZHjPmgcE - Per capire di più ti consiglio vivamente questo servizio (in particolar modo da 2:07 in poi).


Ok grazie, devo trovare il tempo perche' e' un bel mattone!

Codardo e' il soldato che "esegue gli ordini".

Eroe e' il soldato che ha il coraggio di sparare in faccia ai suoi "superiori".

Peccato che i soldati siano tutti scelti minuziosamente tra gli appartenenti alla prima categoria.
earlturner
Inviato: 5/2/2014 14:02  Aggiornato: 5/2/2014 14:02
Mi sento vacillare
Iscritto: 4/7/2013
Da:
Inviati: 561
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Ripropongo qui un articolo che ho postato anche in commenti liberi poiche' attinente

Adriano Sofri e' innocente ? Ho trovato questa intervista a mio parere interessante di un personaggio che non conoscevo, tale Aldo Giannulli, ricercatore di Storia contemporanea e collaboratore nel blog di Grillo.
Il caso e' tornato alla ribalta [ il caso Sofri, che periodicamente resuscita dalla cripta ] dopo le dichiarazioni di Rocco Casalino [ ecchicazz e'? ma si, un ex partecipante del Grande Fratello che ora e' nel Movimento 5stelle ( lol ) ] nel salotto televisivo di Daria Bignardi [ il lupo perde il pelo...]
qui
http://www.beppegrillo.it/2014/02/lettera_aperta_a_daria_bignardi.html


Vi spiego perché Adriano Sofri è vittima di un errore giudiziario

Aldo Giannuli è ricercatore di Storia contemporanea all’Università statale di Milano, è stato collaboratore di molte procure impegnate in indagini sui misteri d’Italia ed ha collaborato dal 1994 al 2001 con la Commissione Stragi. Ha scritto molti libri su Piazza Fontana, l’omicidio Calabresi e la strategia della tensione, mentre oggi è anche collaboratore del blog di Beppe Grillo. Giornalettismo lo contatta per chiedergli un’opinione sulla polemica scatenatasi in seguito al post di Rocco Casalino sul “suocero assassino” di Daria Bignardi.


Innanzitutto però mi faccia dire una cosa.

Prego

La questione nasce dall’intervista di Alessandro Di Battista alle Invasioni barbariche, e dalla famosa domanda sul padre fascista dell’esponente del MoVimento 5 Stelle. Ecco, a mio parere quella domanda è una bestialità. Da quando in qua è argomento di discussione in tv l’opinione politica di fratelli, sorelle e padri degli intervistati? Lo confesso: mio padre è stato contabile della Federazione Fascista, e per tutta la vita ha votato Movimento Sociale Italiano. Ciò non toglie che io abbia militato per anni in organizzazioni di estrema sinistra, e che la pensi diversamente da lui. Forse qualcuno ha il diritto di tirare fuori l’argomento delle idee politiche di mio padre? Quella della trasmissione è stata un’infelice partenza.

Poi però c’è stata la reazione.

Anche la reazione è stata infelice, ma mi preme sottolineare che c’è stato un effetto reattivo a una provocazione che non aveva ragione d’essere. E secondo me altrettanto infelicemente è stato tirato dentro Adriano Sofri, vittima del più clamoroso errore giudiziario della storia dell’Italia repubblicana con la condanna che gli è stata inflitta per l’omicidio Calabresi. Inutile stare qui a rinvangare i dieci processi, le tante contraddizioni di Marino, l’assoluzione fornita con motivazioni illogiche allo scopo di ottenere l’annullamento dell’Appello. Bisogna sempre rispettare la verità giudiziaria, ma in quella storia tormentata e discutibile c’è una sola cosa certa.

Quale?

Per determinare la colpevolezza di Sofri, riconosciuto come il mandante dell’omicidio, ci sono solo le parole di Leonardo Marino. Senza riscontri fattuali e tanto piene di contraddizioni che in una sentenza si afferma persino che si sia autocalunniato. La storia processuale di Adriano Sofri è quella di un presunto colpevole, mentre io da storico mi sento di sostenere l’estraneità di Sofri all’omicidio Calabresi. Quella sentenza per me è un errore giudiziario. Ne accadono, lo sappiamo. Sacco e Vanzetti per la giustizia americana sono colpevoli. E’ successo anche in questa occasione.

Lei ha scritto tre libri in cui ha trattato il tema di Piazza Fontana: "Storie di intrighi e di processi" , "Bombe a inchiostro" e "Il noto servizio" . Quali ulteriori elementi storici pensa siano emersi negli anni per una maggiore conoscenza del caso?

Ne ho parlato diffusamente. Alcune note confidenziali del ministero dell’Interno, ad esempio, le quali confermano che Calabresi non c’entrava con l’uccisione di Pinelli, ma anche che il suo omicidio matura in tutt’altro ambiente. Anche il suocero, che aveva indagato sui fatti, parla di un’inchiesta su un traffico d’armi condotta dal commissario. Dobbiamo però differenziare tra piano storico e piano giuridico.

E cioé?

Ci sono tanti elementi che non sono mai passati al vaglio del tribunale. E mi intenda bene: ciò non esclude in teoria che l’attentatore fosse di estrema sinistra. Non possiamo nemmeno escludere che fosse proprio di Lotta Continua. Il problema è scoprire se sia stato anche uno strumento inconsapevole di un’operazione dei servizi: è di quello che stiamo discutendo. Su Sofri non c’è l’accusa di una sua partecipazione fisica all’omicidio. Lui viene accusato di essere il mandante, ed è un’accusa senza prove, come dicevamo.Quindi bisognerebbe dimostrare che l’esecutore sia quello, poi confermare il comando presunto di Sofri. Anche se l’attentatore fosse Bompressi, questo non signicherebbe che il mandante sia stato Sofri. L’esecutore potrebbe essere stato strumentalizzato per esempio da qualche infiltrato nel suo movimento. E’ una questione estremamente delicata. Abbiamo però indizi di sospetto che tra militanti e dirigenti ci fossero elementi che andavano in senso diverso.

In un articolo sul suo sito che parlava di “Romanzo di una strage”, lei scrive: “Con buona pace di quanti vorrebbero dimenticare che, oltre che i fascisti, in quella storia c’erano bei pezzi di Stato. Le collusioni ed i depistaggi non furono l’opera di qualche mela marcia annidata fra le pieghe della polizia, dell’Arma, dei servizi ecc (e di mele marce, da questo punto di vista ve ne furono davvero molte) ma di elementi che sia a livello basso che alto si muovevano all’interno di una teoria come quella della “Guerra rivoluzionaria” che non era la trovata di qualche giornalista, ma la dottrina ufficialmente adottata dalla Nato dal 1958 al 1974″.

E lo confermo. Tutta la vicenda della strategia della tensione in quegli anni è strettamente connessa ed era dottrina ufficiale della Nato. Non solo in Italia: noi dimentichiamo che nel decennio tra il 1965 e il 1975 ci fu il maggior numero di colpi di stato, tra tentati e riusciti: 129. Questo è indicativo: solo quando la Cia abbandona il Piano Caos, filiazione diretta di quella teoria, e la Nato cambia dottrina ufficiale, la strategia della tensione cessa.

E la lobby di Lotta Continua, l’annosa questione della presunta solidarietà tra sodali appartenenti a quel movimento, che tanto spesso esce nei giornali della destra italiana?

La lobby di Lotta Continua? Diciamo la verità: qualsiasi gruppo che ha avuto una sua presenza politica ha dato luogo a solidarietà umane che sono poi durate nel tempo, anche dopo lo scioglimento del gruppo. Le faccio un esempio. Mia zia era dirigente del Partito Sardo d’Azione. Vent’anni dopo lo scioglimento del partito, andò a fare una visita al miglior oculista della città per un’operazione che avrebbe fatto di lì a poco. Al momento di pagare il conto si sentì dire di no, perché venne fuori che l’oculista era militante dello stesso partito, e quindi per questo non volle farsi pagare. Questa come si chiama? “Lobby del Partito Sardo d’Azione”?

No, certo. Però la storia ritorna sempre. Ritornello Continuo.

È abbastanza ovvio che un gruppo che ha avuto una sua storia breve ma intensa ricrei delle solidarietà umane che durano nel tempo. Ma poi, soprattutto, scusatemi: nel paese di Loggia Continua lei mi viene a parlare di Lotta Continua?

m4x
Inviato: 6/2/2014 20:40  Aggiornato: 6/2/2014 20:40
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Piccola precisazione: la sigla Falange Armata non debutta il 27 ottobre 1990 ma il 22 maggio di quello stesso anno sotto la sigla Falange Armata Carceraria...

Il quadro d'insieme però non cambia di una virgola:

06/12/89 Il Col. Notarnicola, dir.della 1° Div. del Sismi(controspionaggio) depone davanti al Giudice Casson ( per la “strage di Peteano”) e rivela l’esistenza dei Nasco

19/01/90 Il Giudice Casson chiede al PCM accesso agli archivi SISMI per gli anni dal 1972 al 1974

15/03/90 Il PCM (on Andreotti) chiede al CSM Difesa una relazione sullo Stay Behind

03/04/90 CSM Difesa consegna al PCM la relazione (iniziale)

15/04/90 Primo articolo su( Gladio) sulla stampa (Panorama - di Marcella Andreoli)

05/05/90 CSM Difesa consegna al PCM Andreotti la relazione completa sullo Stay Behind

17/05/90 PCM Andreotti risponde al Giudice Casson in merito al ritiro dei “Nasco” nel 1972

http://www.stay-behind.it/Zas/Documenti/cronologia.htm

dr_julius
Inviato: 10/2/2014 0:48  Aggiornato: 10/2/2014 0:48
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/8/2006
Da:
Inviati: 1637
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)
Grazie M4X!

E' giunto il momento di scrivere un libro!!!


Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma. (Carlo Rubbia)
m4x
Inviato: 10/2/2014 15:41  Aggiornato: 10/2/2014 15:41
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)

m4x
Inviato: 3/3/2014 21:19  Aggiornato: 13/4/2014 17:24
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)

m4x
Inviato: 5/3/2014 20:28  Aggiornato: 13/4/2014 17:25
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)

m4x
Inviato: 14/7/2014 15:09  Aggiornato: 2/4/2015 4:09
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)

m4x
Inviato: 21/7/2014 3:14  Aggiornato: 21/7/2014 3:14
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)

m4x
Inviato: 2/11/2014 22:14  Aggiornato: 2/11/2014 22:14
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Perché non si può dire la Verità (2a parte)


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