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Medicina : L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Inviato da Redazione il 24/6/2011 18:14:36 (7634 letture)

di Gianluca Freda

“L’origine delle malattie è nell’uomo e non fuori di esso; ma le influenze esterne agiscono sull’intimo e fanno sviluppare le malattie [...]. Un medico [...] dovrebbe conoscere l’uomo nella sua interezza e non solo nella sua forma esterna”. (Paracelso)

Ero bambino quando, nel 1973, a Napoli scoppiò una delle periodiche epidemie di colera. Gli effetti del contagio sulla popolazione furono relativamente contenuti (una trentina di morti in tutto), ma l’economia, in particolare quella ittica, ne risultò devastata. I TG e i reportage televisivi dell’epoca trasmettevano a ripetizione le immagini di un pescatore napoletano che, nel disperato tentativo di dimostrare l’inesistenza del contagio vibrionico, diluviava cozze e patelle crude dinanzi alle telecamere, in una performance poi divenuta, nei decenni successivi, paradigmatica dell’incultura popolare sulle questioni epidemiologiche.

Eppure la grottesca esibizione sperimentale di quell’anonimo operatore ittico partenopeo aveva, come scoprii molti anni dopo, un assai più illustre e spettacolare precedente. Nel 1892, il celebre medico e chimico bavarese Max von Pettenkofer chiese a Robert Koch, che nove anni prima aveva isolato il bacillo del colera, di inviargli un campione delle sue colture vibrionali. Koch glielo inviò. Qualche giorno dopo, Pettenkofer lo ringraziò con una lettera, nella quale scriveva:

“Il Dottor Pettenkofer offre al Dottor Professor Koch i propri rallegramenti e lo ringrazia per la fiala contenente i cosiddetti vibrioni del colera, che egli è stato così gentile da inviargli. Il Dottor Pettenkofer ne ha bevuto l’intero contenuto ed è lieto di informare il Dottor Professor Koch che egli permane nella consueta ottima salute”.

Pettenkofer, intestarditosi su una prospettiva epidemiologica del tutto differente, …

… se non addirittura opposta, rispetto a quella di Koch, aveva in effetti trangugiato non un qualsiasi prodotto potenzialmente infetto, ma un’intera coltura di bacilli del colera, senza riportare conseguenze. Non riuscendo a spiegare il fenomeno in modo convincente, i “contagionisti” dell’epoca sostennero che i bacilli del colera erano stati probabilmente neutralizzati dalla forte acidità di stomaco di Pettenkofer; il quale all’epoca aveva 74 anni ed effettivamente entrava in preda a forti disturbi dispeptici ogni volta che sentiva parlare delle teorie, che reputava campate in aria, dei suoi avversari accademici. A parte questo, godeva di ottima salute. E se si esclude un’infezione alla gola che aveva accentuato la sua cronica malinconia, era ancora in discreta forma quando, nove anni più tardi, si suicidò con una revolverata alla tempia.

Il suicidio di von Pettenkofer segnò la fine dell’ultima resistenza contro le teorie dei “contagionisti”, poi elaborate nella cosiddetta “Teoria dei Germi”. Tale teoria, che nel XX secolo regnerà incontrastata, individua come causa diretta delle malattie l’azione dei microrganismi (virus, bacilli, ecc.), restringendo dunque l’indagine eziologica sulle patologie ad un “attacco all’organismo” da parte di agenti esterni e rifiutando ogni valutazione differente, tanto rispetto al possibile influsso di altri fattori, quanto rispetto all’effettivo ruolo svolto dai cosiddetti “agenti patogeni” nello scenario epidemico.

Anche laddove non sia possibile ricondurre una data patologia all’azione di un agente esterno specifico, non essendo tale agente individuabile (come nel cancro, nel parkinson, nell’alzheimer, ecc.), si dà comunque per scontato che esista, da un lato, un “ente sano” (l’organismo umano) e dall’altro un qualche nemico che lo aggredisce per comprometterne la salute. Un nemico, in questi casi, ancor più insidioso perché sconosciuto e invisibile. Un nemico contro il quale occorre “lottare” (si parla comunemente di “lotta contro il cancro”, “contro l’alzheimer”, ecc., come se tali patologie fossero invasori barbarici che assaltano una cittadella incustodita) e che occorre “sconfiggere”.

Questa concezione della malattia, tipica della medicina occidentale, ricalca alla perfezione l’atteggiamento politico e culturale che è stato proprio dell’Occidente nell’ultimo secolo. Anche in politica esiste un “ente sano” (la democrazia) continuamente assediato dal caos, da perfidi nemici esterni (la dittatura, il comunismo, il terrorismo, Berlusconi, ecc.) che mirano a distruggerla e contro i quali occorre difendersi. E per difendersi occorre che i singoli rinuncino ad ogni iniziativa personale e si mettano nelle mani di un’autorità superiore, che provvederà ad adottare le necessarie misure cautelative. Così, per difendersi dal “terrorismo”, i cittadini permetteranno ai governi di vietare i raduni, di limitare la libertà d’espressione, di sorvegliare i loro movimenti con telecamere disposte ovunque, di incarcerare e torturare senza prove e senza processo, e così via. Allo stesso modo, delegando alle autorità sanitarie le adeguate misure di profilassi, le masse accetteranno passivamente trattamenti sanitari obbligatori, vaccinazioni imposte, protocolli terapeutici standardizzati tanto più diffusi quanto più palese è la loro assurdità e inefficacia; e non oseranno fiatare di fronte alla criminalizzazione di ogni devianza che provi a sfidare l’ortodossia medica dell’elite e a proporre terapie alternative.

Per tenere in piedi questo teatro dell’”accerchiamento ostile” perenne, che porta infiniti vantaggi politici ed economici alle elite dirigenti, la medicina ufficiale ha bisogno di funzionari che siano poco più che burocrati. Occorrono tecnici, esperti settoriali, specialisti che siano competenti in un circoscritto campo dello scibile e non possiedano quella visione d’insieme che consentirebbe loro di mettere in discussione alla radice l’impostazione dogmatica costituita; secondo la quale l’essere umano è un ente a sé, separato dalla natura. E la natura gli sta intorno al solo scopo di insidiarlo, di aggredirlo proditoriamente, con armi ignote che solo la saggezza e la preparazione “scientifica” dei dominanti sono in grado di neutralizzare. Le posizioni di potere e il profitto economico dell’elite sono garantiti da questo autodichiarato monopolio sugli strumenti salvifici in grado di debellare e sottomettere le forze avverse del creato.

Max von Pettenkofer non era uno di questi burocrati specializzati. Egli fu uno degli ultimi studiosi di medicina a poter contare su una formazione umanistica completa. Prima di dedicarsi agli studi di medicina e di chimica presso l’Università di Monaco, aveva studiato grammatica e latino al Ginnasio, era appassionato di letteratura, si interessava di filologia, aveva scritto poesie, era stato attore di teatro. Chi lo conobbe, lo descrive come un uomo di forti sentimenti, gioviale, dotato di uno spiccato senso dell’umorismo, cui faceva da sottofondo un costante velo di malinconia.

Pettenkofer non credeva nella scissione tra uomo e natura. Si rifiutava di considerare l’organismo umano come un’entità separata dall’ambiente, simile a un borgo cinto da mura, sotto la perenne minaccia di un invasore in agguato. Koch aveva identificato uno di tali invasori nel vibrione del colera, il quale – era sua convinzione – rappresentava la causa diretta del morbo. Era il vibrione che, trasmettendosi da un soggetto all’altro attraverso il contatto fisico oppure tramite cibi e materiali infetti, aggrediva l’ospite e provocava l’insorgere della malattia.

La visione di Pettenkofer era più complessa. Egli era convinto che il bacillo non bastasse da solo a spiegare la malattia e che per generare l’infezione fosse necessaria un’interazione tra il germe del colera e l’ambiente. Quando il germe veniva a contatto con suoli asciutti e porosi, durante periodi di scarsa disponibilità idrica, esso dava origine ai cosiddetti “miasmi”, che erano, secondo Pettenkofer, la vera causa scatenante dell’epidemia. Questa visione delle cose escludeva, ad esempio, che il contagio potesse trasmettersi per semplice contatto tra individui o per ingestione di sostanze infette (ad es. l’acqua). Affinché il germe potesse “acquisire virulenza”, occorreva che il suolo presentasse certe caratteristiche di porosità e che contenesse materia fecale in decomposizione. Senza tali condizioni, il germe non era in grado di maturare ed evolversi in “miasma”. Ciò implicava che misure come la quarantena o come la bollitura e il filtraggio dell’acqua fossero considerate da Pettenkofer perfettamente inutili ad arrestare l’epidemia. Non è il contatto diretto col germe che uccide, bensì il contatto con un ambiente degradato che ha consentito al germe di propagarsi nell’atmosfera come esalazione infettiva.

Dunque, se per Koch il bacillo era causa diretta del morbo, nonché condizione necessaria e sufficiente per il suo insorgere, Pettenkofer riteneva che il vibrione rappresentasse solo una causa indiretta e che le condizioni per il diffondersi dell’epidemia fossero almeno quattro:

- La presenza del germe;

- L’esistenza di specifiche condizioni locali (in particolare le condizioni del suolo);

- L’esistenza di specifiche condizioni stagionali (ad es. un periodo di siccità);

- L’esistenza di particolari condizioni individuali.

Pongo l’accento sull’ultima di queste quattro condizioni. Pettenkofer ritiene che il morbo possa attecchire soltanto in organismi già predisposti (causa debilitazione prodotta da altre cause) alla sua ricezione. Un organismo che non sia già debilitato per conto proprio, resterà comunque immune alle esalazioni miasmatiche.

Riassumendo: per Koch il germe è il mortale nemico esterno da combattere con tutte le (potenzialmente costose) risorse che la scienza medica mette a disposizione. Per Pettenkofer il germe non è il nemico (da solo non può nulla) e non è esterno (è già presente, nel suo stato non virulento, nell’organismo umano). Ciò che bisogna modificare per aver ragione della malattia sono le modalità d’interazione tra uomo e ambiente, nonché il rapporto del singolo con il proprio organismo. Per debellare il morbo non servono vaccini, terapie ospedaliere, farmaci ed interventi chirurgici. Servono servizi idrici, che assicurino abbondante fornitura di acqua pulita; servono fognature, che permettano di smaltire la materia fecale, sita nel sottosuolo, nella quale il germe completa la propria mutazione in miasma epidemico; servono buona alimentazione e vita equilibrata, che implementino la resistenza dell’organismo. Nella visione di Pettenkofer, l’uomo, il suo corpo e il suo ambiente sono una cosa sola ed è dagli scompensi insorti all’interno di questa unità ecoantropica che scaturiscono le epidemie.

Pettenkofer aveva cercato di mettere a punto un approccio integrato, fondato su osservazioni attinenti a diversi settori dello scibile: chimica, biologia, statistica, filosofia, politiche sociali. Questo perché l’obiettivo che egli perseguiva era l’eliminazione o la limitazione del contagio, che poteva essera ottenuta solo affrontando il problema nella sua complessità, attraverso studi ad ampio raggio ed interventi mirati che ne eliminassero le cause ambientali. Koch e i seguaci del paradigma batterico si accontentavano invece di additare all’umanità un nemico che giustificasse il potere della tecnocrazia, i suoi interventi invasivi, il suo controllo sulle procedure terapeutiche. Il loro approccio era semplificatorio, perché la finalità principale non era il miglioramento della salute pubblica attraverso la rimozione delle cause epidemiche, ma la perpetuazione di queste ultime. Essi non miravano a impedire la diffusione del contagio, ma a combatterlo quando si era già affermato, vendendo a caro prezzo l’apparato chirurgico-farmacologico necessario a tale scopo.

Quando all’inizio del ‘900 divenne chiaro che l’applicazione della teoria dei germi alla salute pubblica richiedeva molto di più che la mera individuazione dei microrganismi collegati all’epidemia, molte delle teorie igieniste ed ambientali di Pettenkofer vennero recuperate, con grave smacco dei “contagionisti” ormai già in piena parata trionfale. Gli studi relativi all’influsso dell’ambiente sugli agenti patogeni, sui vettori e sui portatori sani del contagio vennero integrati nella teoria dei germi, come pure l’attenzione per il ruolo svolto dalle specifiche situazioni di vita degli individui nel diffondersi delle malattie. Ci si rese conto che l’identificazione dell’agente patogeno (vero o presunto) non eliminava la necessità di studiare le condizioni sociali e ambientali che ne agevolavano la diffusione, ma la rendeva ancor più impellente.

Questo ostacolo imprevisto sulla strada del controllo delle masse attraverso la medicina fu comunque di breve durata. Ben presto le elite tecnocratiche misero a punto - e diffusero poi attraverso gli appositi strumenti di propaganda - una visione del “nemico” più funzionale ai propri obiettivi. L’individuazione dei bacilli del colera, del tifo e della difterite presentava come sgradevole (per le elite) controindicazione quella di spingere le autorità sanitarie a “bonificare” gli ambienti in cui tali bacilli prosperavano, eliminando così le cause ambientali del contagio. Il “nemico”, così accuratamente creato, veniva in tal modo neutralizzato prima ancora di poter essere utilizzato come remunerativo spauracchio. Occorreva dunque un nemico indistinto, che permettesse di escludere la ricognizione eziologica volta a determinare la causa delle patologie, che scongiurasse ogni intervento ecoantropico a monte dei fenomeni e consentisse alla casta medica di prosperare sulla guerra ai grandi flagelli. Sorse così l’alba delle neoplasie, dei tumori, delle “sindromi” e delle patologie dall’origine sconosciuta. Il grande vantaggio di tali malattie è, appunto, che esse saltano a piè pari l’indagine sulle cause e si concentrano sulla terapia degli effetti; il che consente di mantenere la società nello stato di guerra permanente su cui le case farmaceutiche hanno costruito la propria fortuna. Se fosse consentito indagare sulle cause, si scoprirebbe che sono proprio le terapie, i vaccini (strapieni di metalli pesanti come mercurio e alluminio) e i farmaci proposti per la cura una delle principali cause della diffusione e della recrudescenza di questi mali; tra gli infiniti esempi, è possibile portare quello della “sindrome di Guillain-Barrè”, il cui insorgere – pare ormai acclarato – è legato a doppio filo alla somministrazione vaccinica; quello della SIDS (Sudden Infant Death Syndrome), che uccide i neonati intorno al terzo mese, proprio il periodo in cui inizia per i bambini il ciclo di vaccinazioni obbligatorie; e naturalmente quello dei (presunti) rimedi chemioterapici, radioterapici e chirurgici contro i tumori, vera orgia di avvelenamenti e mutilazioni con cui si distrugge l’organismo del paziente nel tentativo di rimuovere un disturbo di cui non si conosce e non si vuole conoscere l’origine. La lotta permanente agli effetti consente la perpetua medicalizzazione dei pazienti e la sicurezza di poter contare su una domanda chirurgico/terapeutica illimitata.

Le elite farmaceutiche non si limitano dunque a costruire il proprio avversario: esse coltivano e rafforzano il clima della guerra. E lo fanno sia diffondendo, attraverso i farmaci, le stesse patologie che dovranno poi essere curate, sia attraverso l’incessante invenzione di patologie nuove (tutte rigorosamente refrattarie all’indagine eziologica), sia tramite il terrorismo propagandistico della stampa, la quale si occupa di creare e mantenere il clima di psicosi necessario a tenere alta la domanda terapeutica.

Max von Pettenkofer è stato uno degli ultimi studiosi in occidente a dedicarsi alla crescita e al benessere della città, anziché alla difesa delle sue mura contro i nemici. Aveva sviluppato una “scienza dell’igiene” che poneva in primo piano la prevenzione, la cura dell’ambiente, la fortificazione dell’organismo, anziché la lotta senza quartiere ai fantasmi patogeni. Era convinto che, quando una persona si ammala, ciò non avviene perché essa sia stata aggredita da un germe o da un bacillo venefico; avviene perché essa ha permesso al proprio organismo di debilitarsi, conducendo una vita insalubre, vivendo in ambienti malsani, consumando cibi nocivi o poco nutrienti. I bacilli non creano la debilitazione dell’organismo, si limitano a prosperare nei tessuti debilitati, che rappresentano il loro habitat naturale. Per questo motivo, nei suoi scritti, forniva indicazioni minuziose sul modo di vestirsi, sull’igiene dei luoghi di riposo, sulla pulizia dell’ambiente domestico; si interessava delle condizioni igieniche del suolo, dell’aria, dell’acqua, del cibo, degli edifici; offriva informazioni sull’illuminazione, sul riscaldamento, sulla ventilazione degli ambienti, postulando che l’interazione tra la collettività e l’ecosistema consentisse di spiegare i fenomeni epidemici in modo assai più preciso di quanto non potessero fare le semplificazioni dei batteriologi.

Fu uno degli ultimi studiosi a concepire la medicina e la biologia come scienze che si occupano della vita (cioè dell’uomo inteso nella sua interezza e nel suo legame indissolubile con la natura), prima che la medicina del ‘900 riducesse l’essere umano ad una catasta di organi e la natura ad una presenza malevola che trama per distruggerlo. Prima cioè che qualcuno si accorgesse che la vita, commercialmente parlando, è un affare assai più redditizio se viene smembrata, suddivisa in settori di competenza, enumerata in componenti infinitesimali che rendano lo spezzatino risultante più lucrativo dell’insieme e perfino della somma delle sue parti.

Gianluca Freda

Fonte

Grazie a Mauro Quagliati per la segnalazione.

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Autore Albero
PikeBishop
Inviato: 24/6/2011 20:00  Aggiornato: 24/6/2011 20:01
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Avevo gia' letto questo intervento sul Blog di Freda ed e' molto interessante. mi e' subito venuto in mente Peter Duesberg quando alla fine degli anni '80, nel bel mezzo dell'isteria e del panico indotto dai media per la tremenda epidemia di AIDS che avrebbe decimato un'umanita' peccaminosa e per cui i becchini inglesi si rifiutavano di seppellire i morti per supposto AIDS, usava baciare sulla bocca malati e qualsiasi sieropositivo.
A quanto ne so anche questo scienziato tedesco e' vivo e vegeto e neanche sono riusciti a sospenderlo.

Citazione:
Fu uno degli ultimi studiosi a concepire la medicina e la biologia come scienze che si occupano della vita (cioè dell’uomo inteso nella sua interezza e nel suo legame indissolubile con la natura), prima che la medicina del ‘900 riducesse l’essere umano ad una catasta di organi e la natura ad una presenza malevola che trama per distruggerlo.

L'idiozia totale di questa visione meccanicistica e' cosi' palese che si penserebbe che anche i bambini arrivino a capire che c'e' differenza tra una macchina fatta dall'uomo che viene progettata ed assemblata e a cui si possono cambiare parti e si guasta per influenze esterne chiaramente individuabili e prevedibili e qualcosa che cresce.
Per quanto riguarda la concezione della natura maligna, quella temo che sia una eredita' deteriore del pensiero giudaico-cristiano: dovro' decidermi a scriverlo, quell'articolo...

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Redazione
Inviato: 24/6/2011 20:02  Aggiornato: 24/6/2011 20:02
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
PIKEBISHOP: "dovro' decidermi a scriverlo, quell'articolo..."

Yes, dovresti certamente farlo .

LoneWolf58
Inviato: 24/6/2011 20:07  Aggiornato: 24/6/2011 20:07
Sono certo di non sapere
Iscritto: 12/11/2005
Da: Padova
Inviati: 4861
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Citazione:
Autore: Redazione Inviato: 24/6/2011 20:02:55
...
Yes, dovresti certamente farlo
È bello, ogni tanto, condividere il pensiero di Redazione...
Pike... datte da fa'

La storia, come un'idiota, meccanicamente si ripete. (Paul Morand)
Il problema, però, è che ci sono degli idioti che continuano a credere che la storia non si ripeta. (LoneWolf58)
clim77
Inviato: 24/6/2011 20:15  Aggiornato: 24/6/2011 20:17
Ho qualche dubbio
Iscritto: 1/8/2007
Da:
Inviati: 38
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Il "supposto AIDS" non è nuovo a cose simili: ho conosciuto in Francia due persone entrambe malate di AIDS, che, con nel giro di pochi anni di dieta macrobiotica abbastanza stretta, non solo sono guariti, ma hanno persino avuto un figlio, nato perfettamente sano. Mi ha dato molto da riflettere.

Mi permetto di consigliare la lettura perlomeno dell'introduzione di questo libro:

Medicina Macrobiotica

scritta da un dottore di.. chiara fama. Parla della sua visione della medicina moderna occidentale, riscontrando in essa moltissimi tratti delle religioni.

Il resto del libro (che ritengo un caposaldo di una medicina che, a differenza di quella industriale di cui parla anche Freda, funziona molto bene anche con le cosiddette "malattie incurabili", essendo basata su un corretto stile di vita ed un'attenta alimentazione, oltre alla conoscenza di alcuni meccanismi del corpo umano non noti alla medicina ufficiale, in particolare sulla genesi di sangue) sarebbe da studiare a memoria da ogni persona che volesse diventare veramente medico di se stesso, e magari anche di altri.
Suggerisco di acquistare il libro, perchè non è di facile reperibilità, ormai. Funziona troppo bene....

Ciao!

Rickard
Inviato: 24/6/2011 20:37  Aggiornato: 24/6/2011 20:37
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 9/9/2007
Da: Un mondo pervaso di follia
Inviati: 1609
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Bell'articolo, che ho già avuto modo di apprezzare sul blog del Freda.

Un'altra testimonianza di quanto il moderno approccio della "medicina" sia appunto solo e soltanto quello di somministrare qualcosa, anziché vedere l'essere umano nella sua totalità lo si vuole vedere come un conglomerato di pezzi tutti intercambiabili.

My two cents, tanto per dire quanto lo stato d'animo influenzi e sia attore primario nella salute di una persona, non fattore marginale o trascurabile.

Molto importante anche il caso di Norman Cousin, nei riguardi della terapia del riso e dell'importanza della Vitamina C. Caso talmente eclatante che nemmeno il cancro di internet riuscì a negare o a oscurare.

P.S.

Sì Pike, dovresti proprio scriverlo quell'articolo

La scienza non è nient'altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità. - Nikola Tesla
NeWorld
Inviato: 24/6/2011 21:18  Aggiornato: 24/6/2011 21:18
Mi sento vacillare
Iscritto: 25/1/2011
Da: Around the World
Inviati: 629
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Le convinzioni di Max von Pettenkofer si avvicinano molto a quelle della scienza olistica:
http://it.wikipedia.org/wiki/Scienza_olistica

"La convinzione dell'olismo è che può esistere una differenza qualitativa tra un sistema e la somma delle sue parti: la suddivisione in moduli può portare all'errore. L'approccio quindi si diversifica non tanto per l'oggetto dello studio, quanto per i metodi e le basi scelte per studiarlo."

IN EFFETTI A RIGOR DI LOGICA NON HA SENSO UNA VISIONE LIMITATA O LIMITATIVA DI DETERMINATE SITUAZIONI (MALATTIE) CHE NON TIENE CONTO DELLA MAGGIOR PARTE DEI FATTORI POSSIBILI.
SIGNIFICA LIMITARE ANCHE LA VISIONE D'INSIEME...COME SE LE INTERAZIONI CHE ESISTONO ALL'INTERNO E ALL'ESTERNO DELL'ESSERE UMANO E TRA LORO,NON AVESSERO NESSUNA INFLUENZA RECIPROCA.

SEMPLICEMENTE NON HA SENSO LA MEDICINA MODERNA.
NeWorld

"perché abbiamo un combattimento non contro sangue e carne, ma contro i governi, contro le autorità, contro i governanti mondiali di queste tenebre, contro le malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti"
Al2012
Inviato: 24/6/2011 22:01  Aggiornato: 24/6/2011 22:01
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 25/10/2005
Da:
Inviati: 2158
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Questo articolo mi ricorda un altro, in certo senso simile, dove si mette in risalto il fatto che i germi o i batteri non sono direttamente la causa delle malattie, ma semmai la conseguenza ….

La teoria dei germi come causa delle malattie.
http://www.medicinenon.it/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=18

(…) Noi non prendiamo malattie. Le fabbrichiamo.
Lavoriamo duramente per sviluppare le nostre malattie. Dobbiamo lavorare più duramente di quanto dobbiamo per ripristinare la salute.
La presenza di germi non costituisce la presenza di una malattia.
I batteri sono gli spazzini della Natura ... riducono i tessuti morti agli elementi di base.
I germi o i batteri non hanno alcuna influenza di alcun genere sulle cellule vive. I germi o i microbi prosperano facendo gli spazzini nelle aree malate.
Vivono solo con i rifiuti metabolici non elaborati e con i tessuti malati, denutriti e deboli.
Non sono la causa della malattia, allo stesso modo che le mosche e i vermi non sono la causa della spazzatura. Le mosche, i vermi e topi non causano la spazzatura ma piuttosto si nutrono della spazzatura.
Le zanzare non sono la causa dell'acqua stagnante.
Vediamo sempre i pompieri vicino al fuoco, ma non significa che abbiano causato il fuoco. Le iene e gli avvoltoi ripuliscono la prateria e la savana dai cadaveri, non sono la causa della morte. (…)


(…) Rudolf Virchow, il padre della teoria dei germi, ha dichiarato nei suoi ultimi anni: "Se potessi rivivere la mia vita, la dedicherei a provare che i germi cercano il loro habitat naturale -- i tessuti malati -- invece di causare malattia".

Pasteur (1822-1895) e Paul Ehrlich (1854-1915) hanno dato congiuntamente al mondo civilizzato le dottrine della teoria della malattia di microbiologia e immunologia prima della scoperta delle vitamine, degli elementi traccia e di altre sostanze nutrienti.
Per i loro sforzi e discutibili scoperte, i vaccini diventarono di moda e furono promossi da eminenti scienziati.

Il Dr. Antoine Béchamp, uno dei primi batteriologi al mondo e contemporaneo di Pasteur, fece grandi scoperte scientifiche e alcune delle menti più elevate del suo tempo hanno accettato le sue teorie e le sue scoperte come fatti sicuramente certi.
Béchamp ha ottenuto così tanti conseguimenti che sono state necessarie otto pagine di un giornale scientifico di elencarli quando è morto.
Tra molte altre cose, ha salvato l'industria francese della seta dalla moria dei bachi da seta, sotto il naso di Pasteur, che era stato incaricato di risolvere il problema.

Ha descritto chiaramente il processo della fermentazione per quello che è: il processo di digestione di esseri microscopici.
E' stato il primo ad affermare che il sangue non è un liquido, ma un tessuto fluente.
Ha sviluppato un processo economico per la produzione dell'anilina che ha dato inizio all'industria della tintoria.

Ciò che rende la teoria dei germi così pericolosa è che sembra così ovviamente vera.
Ma è vera solo parzialmente. Bechamp affermava:
"Non c'è alcuna dottrina così falsa che non contenga un granello di verità. È questo vale anche per la dottrina sui microbi."

Béchamp ha scoperto i Microzimi (chiamati ora genericamente micro-organismi) e che i germi sicuramente sono il risultato, non la causa della malattia.

Attraverso i suoi esperimenti ha mostrato che le caratteristiche vitali delle cellule sono determinate dal terreno in cui i loro microzimi si alimentano, crescono e si moltiplicano nel corpo umano.
Sia le cellule normali che i germi hanno i loro compiti specifici.
Le cellule organizzano i tessuti e gli organi del corpo umano.
I germi puliscono il sistema e lo liberano dall' accumulo di materia patogena e mucoide.

Inspiriamo costantemente circa 14.000 germi e batteri all'ora.
Se i germi sono così nocivi, perché non moriamo?

Nei primi stadi di infiammazione (formazione di pus,) i batteri presenti sono gli streptococchi ma man mano che i globuli rossi e i tessuti si disintegrano ulteriormente gli streptococchi si trasformano in stafilococchi-- cioè cambiano in una forma adeguata al nuovo ambiente dei tessuti morti.

I batteri non hanno alcuna azione sulle cellule vive, solo sulle cellule morte.
Non sono la causa della malattia ma il risultato.
In molti casi di polmonite i pneumococchi appaiono sulla scena da 36 a 72 ore dopo l'insorgenza della malattia.

Il lavoro di Béchamp nel campo della Biologia avrebbe potuto rivoluzionare la medicina con una profonda intuizione sulla natura della vita.
Ma in un mondo politico, si è trovato a dover fronteggiare uno scaltro politicante connesso a ricchi poteri: Louis Pasteur.
Antoinne Béchamp era uno scienziato , mentre il farmacista Pasteur era un chimico, senza alcuna educazione nelle scienze umanistiche, e un inserzionista pubblicitario, ha plagiato la ricerca di Béchamp, l'ha distorta, l'ha sottoposta all'Accademia Francese della Scienza come sua propria!
E rendendo pubbliche queste scoperte, Pasteur ha avuto un gran seguito che lo acclamava come un genio della scienza.

Pasteur è stato responsabile in grande parte delle stragi di animali per la sperimentazione nella ricerca medica.
Pasteur ha utilizzato preparazioni ottenute da tessuti di animali malati iniettandole poi in animali sani rendendoli a loro volta malati.
Questo ha dato l'apparenza che i germi causino la malattia, quando in realtà queste preparazioni erano estremamente velenose.
Questa non è una procedura scientifica, ma dimostra semplicemente il fatto che si può far ammalare qualcuno avvelenando il suo sangue.

Basandosi sulla sua teoria dei microzimi, Béchamp diede enfatici avvertimenti contro l'invasione diretta e artificiale del sangue.

“Capire … significa trasformare quello che è"
edo
Inviato: 24/6/2011 23:08  Aggiornato: 24/6/2011 23:09
Sono certo di non sapere
Iscritto: 9/2/2006
Da: casa
Inviati: 4529
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Questo sito è stato oscurato. Era talmente malevolo che parlava delle statistiche sulle morti per cancro...

Nuit
Inviato: 24/6/2011 23:27  Aggiornato: 24/6/2011 23:27
Mi sento vacillare
Iscritto: 13/9/2010
Da: Messina
Inviati: 346
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Bellissimo articolo!!
...mi permetto di postare una piccola parte del mio libro:

Le piante dall’antichità fino ad oggi hanno accompagnato la vita degli esseri umani, costituivano, e costituiscono, la base dell’alimentazione umana, venivano impiegate a scopo terapeutico, ma anche come ingredienti fondamentali di porzioni magiche, nel medioevo, infatti, era labile il confine fra alchimia e stregoneria.
Le piante hanno ispirato poeti ed artisti, entrando a far parte del mondo dei miti e delle leggende. Molte di esse sono legate alla mitologia classica Greca e Latina, dove, venivano considerate la manifestazione più immediata e concreta della divinità, attribuendone poteri e virtù straordinari, ad esse gli uomini si rivolgevano per chiedere aiuto, protezione e guarigioni.

Si evince, quindi, che i popoli antichi, in tutti i continenti, avevano imparato a conoscere ed a coltivare le piante, sapevano distinguere le piante commestibili e curative da quelle velenose, le percezioni sensoriali, olfatto e spirito si osservazione, erano molto sviluppati.

L’uomo moderno ha perso gran parte di queste percezioni e la consapevolezza della sua preziosità.

music-band
Inviato: 25/6/2011 8:11  Aggiornato: 25/6/2011 8:11
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 6/10/2005
Da: Shangri-la
Inviati: 1680
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Grazie per questo interessante articolo di Freda che si dimostra sempre molto acuto nelle sue analisi scegliendo dei paragoni per trasmettere il messaggio, efficaci e illuminanti.

Approfitto di questo post per esortare a mia volta Pike a scrivere il suo articolo. Ho letto i suoi ultimi scritti ed oltre ad averli trovati molto interessanti, ho scoperto un pike che non conoscevo, decisamente più simpatico e comunicativo. Aspetto con piacere quindi l'ultima sua fatica.

JohnTitor
Inviato: 25/6/2011 9:47  Aggiornato: 25/6/2011 9:47
Mi sento vacillare
Iscritto: 27/11/2010
Da: Tampa
Inviati: 602
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
OT
ho letto questo titolo sul web Sole 24 ore

Manovra (con il ddl delega per la riforma fiscale) in Cdm giovedì. Sarà modulata su più anni - Stipendi statali ridotti - Tagliare i costi della politica

tenendo fede al mio nick faccio qualche previsione:

non faranno riforma fiscale se non per aumentare le tasse ai poveri e ai lavoratori

faranno una riforma previdenziale a carico dei lavoratori e dei precari e non dei dirigenti statali

aumentera' il numero dei dipendenti statali e i loro stipendi pure

aumentera' il numero e il costo delle auto blu

aumenterà il costo della politica e delle consulenze esterne.

il problema dei rifiuti a Napoli sarà risolto costringendo le regioni virtuose ad accollarseli permanentemente, così imparano che è meglio non fare la differenziata.

John Titor

Pensoso
Inviato: 25/6/2011 12:24  Aggiornato: 25/6/2011 12:24
Mi sento vacillare
Iscritto: 13/8/2009
Da:
Inviati: 436
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
>faranno una riforma previdenziale a carico dei lavoratori e dei precari e non >dei dirigenti statali

nemmeno dei dirigenti privati, se è per quello...

(uso non improprio di firma)
Pensoso
Inviato: 25/6/2011 12:25  Aggiornato: 25/6/2011 12:25
Mi sento vacillare
Iscritto: 13/8/2009
Da:
Inviati: 436
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
bell'articolo, coglie nel segno

(uso non improprio di firma)
Giano
Inviato: 25/6/2011 12:30  Aggiornato: 25/6/2011 12:30
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 18/3/2011
Da:
Inviati: 1424
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Dall’articolo:
Prima cioè che qualcuno si accorgesse che la vita, commercialmente parlando, è un affare assai più redditizio se viene smembrata, suddivisa in settori di competenza, enumerata in componenti infinitesimali che rendano lo spezzatino risultante più lucrativo dell’insieme e perfino della somma delle sue parti.


Critica al mondo medico che non nasce ai giorni nostri.
Qualche passo della tesi di laurea in medicina del “controverso” scrittore
Cèline, titolo “il dottor Semmelweis” datata 1924:
"Supponiamo che oggi, allo stesso modo, venga un altro innocente che si metta a guarire il cancro.
Manco s’immagina che genere di musica gli farebbero subito ballare! Sarebbe veramente fenomenale!
Ah! Meglio che prenda doppie misure di prudenza!
Ah! Meglio che sia avvertito. Che se ne stia maledettamente bene in guardia!
Ah! Sarebbe tanto di guadagnato se si arruolasse immediatamente in una qualche Legione Straniera!
Niente è gratuito in questo basso mondo.
Tutto si espia, il bene come il male, si paga prima o poi. Il bene è molto più caro, per forza."
http://it.wikipedia.org/wiki/Il_dottor_Semmelweis

La differenza col ‘24 è che oggi, forse, siamo tutti un po’ più coscienti della situazione,
merito di chi si impegna alla diffusione e alla creazione di queste
informazioni. Il mio ringraziamento a Freda, alla Redazione e a chi(un utente
di CDC) mi ha involontariamente fatto conoscere questo passo di Cèline.

OT
Agli amanti del Freda style suggerisco la lettura dell’introduzione ad un articolo da lui (la pecora danzante di LC) tradotto e pubblicato sul suo sito, una goduria…
http://blogghete.altervista.org/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=832:gianluca-freda&catid=30:scienza-bufale&Itemid=44

benitoche
Inviato: 25/6/2011 12:31  Aggiornato: 25/6/2011 12:31
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/9/2006
Da:
Inviati: 1941
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Avevo aperto un topic"origine delle malattie",e sono ben contento di vederlo in home page

“L’origine delle malattie è nell’uomo e non fuori di esso; ma le influenze esterne agiscono sull’intimo e fanno sviluppare le malattie [...]. Un medico [...] dovrebbe conoscere l’uomo nella sua interezza e non solo nella sua forma esterna”. (Paracelso)

Come si fà a curare una polmonite di un bambino nella stessa maniera di un vecchio?
Fantastico sarebbe giungere ad una correlazione tra latte artificiale ed indurimento del fegato in eta adulta (45 anni)
PS
Mi farebbe piacere sig.Mazzucco un suo articolo esaustivo su Aids,la sua posizione mi interessa

la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
o_dotor
Inviato: 25/6/2011 13:42  Aggiornato: 25/6/2011 13:42
Ho qualche dubbio
Iscritto: 25/11/2006
Da:
Inviati: 82
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Non capisco perché l’autore, nel paragone della medicina con la politica, abbia accomunato Berlusconi con gli spauracchi dei vari pericoli per la democrazia.

Ma se lui è sceso in campo per la nostra libertà e per difenderci dal comunismo!

Forse l'autore intendeva le toghe rosse...

JohnTitor
Inviato: 25/6/2011 13:54  Aggiornato: 25/6/2011 13:54
Mi sento vacillare
Iscritto: 27/11/2010
Da: Tampa
Inviati: 602
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
AGGIORNAMENTO

OT
ho letto questo titolo sul web Sole 24 ore

Manovra (con il ddl delega per la riforma fiscale) in Cdm giovedì. Sarà modulata su più anni - Stipendi statali ridotti - Tagliare i costi della politica

tenendo fede al mio nick faccio qualche previsione:

non faranno riforma fiscale se non per aumentare le tasse ai poveri e ai lavoratori

faranno una riforma previdenziale a carico dei lavoratori e dei precari e non dei dirigenti statali (i dirigenti privati non prendono soldi pubblici e possono essere licenziati se non lavorano)

aumentera' il numero dei dipendenti statali e i loro stipendi pure

aumentera' il numero e il costo delle auto blu

aumenterà il costo della politica e delle consulenze esterne.

il problema dei rifiuti a Napoli sarà risolto costringendo le regioni virtuose ad accollarseli permanentemente, così imparano che è meglio non fare la differenziata.

la patromoniale sulle rendite finanziarie (che gli elettori progressisti amano) sarà il pretesto per aumentare le tasse sui titoli sicuri a reddito fisso per favorire il mercato azionario e la lotteria delle borse.

John Titor

Pyter
Inviato: 25/6/2011 17:04  Aggiornato: 25/6/2011 17:04
Sono certo di non sapere
Iscritto: 15/9/2006
Da: Sidonia Novordo
Inviati: 6250
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
musicband:
Ho letto i suoi ultimi scritti ed oltre ad averli trovati molto interessanti, ho scoperto un pike che non conoscevo, decisamente più simpatico e comunicativo.

PikeBishop è SEMPRE stato molto simpatico e molto comunicativo.

"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
music-band
Inviato: 25/6/2011 18:29  Aggiornato: 25/6/2011 18:29
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 6/10/2005
Da: Shangri-la
Inviati: 1680
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Citazione:
PikeBishop è SEMPRE stato molto simpatico e molto comunicativo.


Off Course... Parlavo a titolo di esperienza personale, non certo in termini assoluti.

Pyter
Inviato: 25/6/2011 19:53  Aggiornato: 25/6/2011 19:54
Sono certo di non sapere
Iscritto: 15/9/2006
Da: Sidonia Novordo
Inviati: 6250
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Anche io parlo in assoluto in termini di esperienza personale.

"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
Inenascio
Inviato: 25/6/2011 21:26  Aggiornato: 25/6/2011 21:26
Ho qualche dubbio
Iscritto: 17/9/2010
Da: Provincia di Napoli
Inviati: 166
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Una sola voce fuori dal coro.

Tutto il mio profondo rispetto per gli studi e l'intera vita del professor MAX VON PETTENKOFER, e non vorrei turbare il grande capo MM e commentatori di LC. Ma non mi sembra che questo insigne scienziato sia da additare a modello positivo per edificare al meglio la civile convivenza, dal momento che l'unico dato oggettivo emergente della sua vita, culminata nel suicidarsi con una pistola alla tempia, ovvero, è il conseguimento della misura massima della disperazione. Si è trattato di un auto-annientamento fine a se stesso. Praticamente, un fallimento!

Apparentemente, molto peggio del suicidio di MAX VON PETTENKOFER , circa 2 millenni fa, è stata la ignominiosa condanna alla morte di croce del c.d. "Figlio dell'uomo" Cristo, perché auto-dichiaratosi "Figlio di Dio", con la non trascurabile differenza che, da quest'ultimo, circa 1 miliardo e 200 milioni di persone, oggi, con l'occhio della fede, credono nella Sua Risurrezione e lo ritengono Dio perfettissimo, Creatore e Signore Universale, al disopra di tutto e di tutti. Redentore e Salvatore del Creato e delle Sue creature. Cordialmente

Unico IMBECILLE al mondo, per avere la Fede in Cristo senza il dubbio
medicialbe
Inviato: 25/6/2011 21:29  Aggiornato: 25/6/2011 21:29
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/2/2008
Da:
Inviati: 96
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
In attesa del pezzo di Pike, anticipo anche io qualcosa (da "ingannati"):

La malattia, intesa non soltanto come anticamera della dipartenza ma come elemento invalidante, che ci separa dalla comunità, è vista, specie nella nostra cultura definita giudaico cristiana come un castigo di Dio. A dire il vero c’è un fondo di saggezza in questa definizione: non perché Dio castiga i suoi figli, ma perché l’allontanamento (che l’uomo effettua sua sponte) dall’armonia e dal rispetto della natura che Dio ha creato provoca una alterazione dall’equilibrio che il corpo cerca di risolvere. In questi termini, e solo in questi, possiamo dire che la malattia è una conseguenza del peccato, non certo perché Dio, offeso della nostra disubbidienza, si vendica facendoci ammalare.

(giusto per scaldare le polveri...)

NeWorld
Inviato: 26/6/2011 0:38  Aggiornato: 26/6/2011 0:38
Mi sento vacillare
Iscritto: 25/1/2011
Da: Around the World
Inviati: 629
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
medicialbe:
...l’allontanamento (che l’uomo effettua sua sponte) dall’armonia e dal rispetto della natura che Dio ha creato provoca una alterazione dall’equilibrio che il corpo cerca di risolvere. In questi termini, e solo in questi, possiamo dire che la malattia è una conseguenza del peccato, non certo perché Dio, offeso della nostra disubbidienza, si vendica facendoci ammalare.


Sono d'accordo.
Vorrei dunque approfondire la definizione di "peccato":

“Peccato” traduce di solito l’ebraico chattàʼth e il greco hamartìa. In entrambe le lingue le forme verbali (ebr. chatàʼ; gr. hamartàno) significano “mancare”, nel senso di fallire un bersaglio o non raggiungere un obiettivo o un punto esatto, sbagliare strada.
Gli scrittori greci usavano spesso hamartàno parlando di un lanciere che mancava il bersaglio. Entrambi i vocaboli hanno il significato di non riuscire a raggiungere non solo oggetti o obiettivi materiali, ma anche mete o obiettivi morali o intellettuali.
Proverbi 8:35, 36 dice che chi trova la sapienza di Dio trova la vita, ma chi ‘perde [dall’ebr. chatàʼ] la sapienza fa violenza alla propria anima’, provocandone la morte. Nelle Scritture sia il termine ebraico che quello greco si riferiscono principalmente al peccare o mancare il bersaglio da parte di creature intelligenti nei confronti del Creatore.
Il peccato si manifestò inizialmente nel reame spirituale prima di essere introdotto sulla terra. Per epoche immemorabili nell’universo era regnata una completa armonia con Dio. La spaccatura fu provocata da una creatura spirituale chiamata semplicemente Oppositore, Avversario (ebr. Satàn; gr. Satanàs) il principale falso Accusatore o Calunniatore (gr. Diàbolos) di Dio.
In seguito la prima coppia umana fu ingannata dalla propaganda di quest'ultimo...ci sono quindi validi motivi per ritenere che il peccato sia stato trasmesso dai nostri progenitori alle generazioni successive come risultato della ben nota legge dell’ereditarietà.
Il peccato mise l’uomo in disaccordo col Creatore, e quindi danneggiò la sua relazione non solo con Dio ma anche col resto della creazione di Dio, oltre che l’uomo stesso, la sua mente, il suo cuore e il suo corpo. Questo ebbe conseguenze tragiche per la razza umana.

"perché abbiamo un combattimento non contro sangue e carne, ma contro i governi, contro le autorità, contro i governanti mondiali di queste tenebre, contro le malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti"
Pyter
Inviato: 26/6/2011 10:01  Aggiornato: 26/6/2011 10:01
Sono certo di non sapere
Iscritto: 15/9/2006
Da: Sidonia Novordo
Inviati: 6250
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
NeWorld:
“Peccato” traduce di solito l’ebraico chattàʼth e il greco hamartìa. In entrambe le lingue le forme verbali (ebr. chatàʼ; gr. hamartàno) significano “mancare”, nel senso di fallire un bersaglio o non raggiungere un obiettivo o un punto esatto, sbagliare strada.


Nel caso di Max von Pettenkofer però non si può parlare di peccato. Colui che si suicida, secondo la Chiesa, compie peccato. Ma se peccare significa mancare il bersaglio allora c'è contraddizione.

"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
NeWorld
Inviato: 26/6/2011 13:09  Aggiornato: 26/6/2011 13:09
Mi sento vacillare
Iscritto: 25/1/2011
Da: Around the World
Inviati: 629
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Pyter: Ma se peccare significa mancare il bersaglio allora c'è contraddizione.

Ti riferisci alla modalità di suicidio di Max von Pettenkofer? Ovviamente è una battuta...

Sinceramente mi dispiace per lui. E sono sicuro che dispiace molto anche a Dio quando un essere umano giusto si toglie la vita(lascio il giudizio a Dio).
Non sono d'accordo con le posizioni della Chiesa perchè spesso insegna o pratica cose lontane da ciò che insegna la Bibbia.

"perché abbiamo un combattimento non contro sangue e carne, ma contro i governi, contro le autorità, contro i governanti mondiali di queste tenebre, contro le malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti"
ivan
Inviato: 26/6/2011 22:06  Aggiornato: 26/6/2011 22:07
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: L'ultima resistenza di Max von Pettenkofer
Citazione:


. Nel 1892, il celebre medico e chimico bavarese Max von Pettenkofer chiese a Robert Koch, che nove anni prima aveva isolato il bacillo del colera, di inviargli un campione delle sue colture vibrionali. Koch glielo inviò. Qualche giorno dopo, Pettenkofer lo ringraziò con una lettera, nella quale scriveva:

“Il Dottor Pettenkofer offre al Dottor Professor Koch i propri rallegramenti e lo ringrazia per la fiala contenente i cosiddetti vibrioni del colera, che egli è stato così gentile da inviargli. Il Dottor Pettenkofer ne ha bevuto l’intero contenuto ed è lieto di informare il Dottor Professor Koch che egli permane nella consueta ottima salute”.



O delle conclusioni affrettate.

Dice Wikipedia

Citazione:


Si conoscono oltre 155 sierotipi di vibrione del colera ma di essi solamente il sierotipo O1 ed O139 (quest'ultimo scoperto nel 1992 per un'epidemia avvenuta nel Bangladesh) sono responsabili di epidemie. Altri sierotipi di Vibrio cholerae sono stati comunque associati a casi sporadici di colera.
Il batterio si trasmette per via oro-fecale, tramite l'ingestione di acqua o cibi contaminati da esso. I molluschi, a causa della loro azione filtrante, sono in grado di accumulare al loro interno un buon numero di vibrioni, costituendo, così, un buon mezzo d'infezione qualora siano consumati crudi o poco cotti.
Generalmente la dose infettante del batterio è piuttosto elevata (circa un milione di vibrioni) ma può essere più bassa in persone con ipocloridria (per malattie gastriche, uso di antiacidi, pasti con azione tamponante o malnutrizione). La malattia si verifica nel 20% delle persone infette

...



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