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news internazionali : I "ribelli libici" di al-Qaida
Inviato da Redazione il 28/3/2011 3:00:00 (12080 letture)

I RIBELLI LIBICI DELLA CIA SONO GLI STESSI TERRORISTI CHE HANNO UCCISO TRUPPE STATUNITENSI E TRUPPE NATO IN IRAQ. Uno studio di West Point mostra che l’area di Bengasi, Derna e Tobruk era leader mondiale nel reclutamento di bombaroli kamikaze di al Qaida

Di Webster G. Tarpley

L’attuale aggressione militare alla Libia è stata motivata dalla risoluzione ONU 1973 con la necessità di proteggere civili. Le dichiarazioni del Presidente Obama, del Primo Ministro britannico Cameron, del Presidente francese Sarkozy e di altri capi di Stato hanno posto l’enfasi sulla natura umanitaria dell’intervento, che si dice avrebbe lo scopo di prevenire un massacro delle forze pro-democrazia e degli attivisti dei diritti umani da parte del regime di Gheddafi. Al tempo stesso, tuttavia, molti commentatori hanno espresso ansietà a causa del mistero che circonda il governo di transizione anti-Gheddafi, emerso all’inizio di marzo nella città di Bengasi, che si trova nella regione della Cirenaica, nell’est della Libia. Questo governo è già stato riconosciuto dalla Francia e dal Portogallo come il solo legittimo rappresentante del popolo libico. Il consiglio dei ribelli sembra composto di circa 31 delegati, molti dei quali sono avvolti nell’oscurità più totale. Inoltre, i nomi di oltre una dozzina di membri del consiglio dei ribelli vengono tenuti segreti, si dice che sia per proteggerli dalle rappresaglie di Gheddafi. Ma possono esserci altre ragioni per l’anonimato di queste figure. Nonostante molte incertezze, le Nazioni Unite e i vari paesi principali della NATO, inclusi gli Stati Uniti, sono accorsi per assistere le forze armate di questo regime ribelle, con attacchi aerei, che hanno portato alla perdita di una o due aerei della coalizione e a una prospettiva di altre perdite ancora peggiori in futuro, specie se dovesse esserci un’invasione di terra. È giunta l’ora che il pubblico americano ed europea impari qualcosa di più riguardo a questo regime di ribelli che si suppone debba rappresentare un’alternativa democratica e umanitaria a Gheddafi.

I ribelli sono chiaramente non civili, ma una forza armata.

E che tipo di forza armata? Poiché molti leader ribelli sono difficili da analizzare a distanza, e poiché non si può stilare un profilo sociologico dei ribelli con una guerra in corso, forse possono venirci in aiuto i metodi tipici della storia sociale. C’è per noi un modo di ottenere una comprensione più profonda sul clima ideologico prevalente in tali città del Nordest della Libia, in città come Benghasi, Tobruk e Darnah, i principali centri urbani dei ribelli?

Si dà il caso di sì, sotto forma di uno studio condotto a West Point (sede dell’accademia militare statunitense), ...

... del dicembre 2007 che prende in esame il retroterra dei guerriglieri stranieri – jihadisti o mujaheddin, inclusi i bombaroli kamikaze – che attraversano la frontiera siriana per arrivare in Iraq nell’arco di tempo fra il 2006 e il 2007, sotto gli auspici dell’organizzazione terrorista internazionale Al Qaida. Questo studio si basa su una massa di circa 600 documenti di Al Qaida che sono stati sequestrati dalle forze statunitensi nell’autunno del 2007 e analizzati a West Point usando un metodo che discuteremo dopo aver presentato le principali scoperte. Lo studio risultante1 ci permette di fare importanti scoperte riguardo alla mentalità e alle strutture ideologiche vigenti nella popolazione del nordest della Libia e che stanno fornendo la base della ribellione, permettendoci di fare conclusioni circa la natura politica della rivolta anti-Gheddafi in queste aree.


Darnah, nordest della Libia: capitale mondiale dei jihadisti

La scoperta più sbalorditiva che emerge dallo studio di West Point è che il corridoio che va da Bengasi a Tobruk, e che passa attraverso la città di Derna è una delle principali aree ad alta densità di terroristi jihadisti che si trovano nel mondo, e in certa misura possono vedersi come la principale fonte di bombaroli suicidi nel pianeta. Derna, con un combattente terrorista inviato in Iraq per uccidere americani su ogni 1000-1500 abitanti, emerge come un paradiso dei kamikaze, superando facilmente il più vicino competitore: Ryad, in Arabia Saudita.



Secondo gli autori di West Point, Joseph Felter e Brian Fishman, l’Arabia Saudita è al primo posto per numero assoluto di jihadisti inviati a combattere gli Stati Uniti e altri membri della coalizione in Iraq durante il primo arco temporale in questione. Al secondo posto si trova la Libia, paese che conta meno di un quarto della popolazione rispetto all’Arabia Saudita. L’Arabia Saudita ha inviato il 41% dei combattenti. Secondo Felter e Fishman, “La Libia era il secondo paese d’origine dei combattenti, con il 18,8% dei combattenti che aveva dichiarato di provenire dalla Libia”. Altri paesi molto più grandi si trovano molto più indietro: “Siria, Yemen e Algeria erano i paesi che seguirono, contando rispettivamente l’8,2% (49), l’8,1% (48) e il 7,2% (43). I marocchini costituivano il 6,1% (36) di quelli e i Giordani l’1,9% (11).”2
Ciò significa che quasi un quinto dei combattenti stranieri entrati in Iraq attraverso il confine siriano provenivano dalla Libia, un paese con appena 6 milioni di abitanti. Era interessata a combattere in Iraq una proporzione di libici più alta rispetto a qualunque altro paese fornitore di mujaheddin.
Felter e Fishman hanno rilevato: “Quasi il 19 percento dei combattenti nei Sinjar Records proveniva dalla sola Libia. Inoltre, la Libia ha contribuito con molti più combattenti pro capite rispetto a qualunque altra nazione nei Sinjar Records, inclusa l’Arabia Saudita.” (Si veda il grafico del rapporto di West Point, p. 9)3

Ma poiché gli schedari del personale di Al Qaida contiene l’indirizzo di residenza e la città di provenienza dei combattenti stranieri in questione, possiamo stabilire che il desiderio di viaggiare in Iraq e di uccidere gli americani non era distribuito in modo omogeneo in tutta la Libia, ma era altamente concentrato precisamente in quelle aree intorno a Bengasi che sono oggi gli epicentri della rivolta contro il colonnello Gheddafi, che gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia e altre nazioni stanno oggi appoggiando con tanto entusiasmo. Come commenta Daya Gamage di “Asia Tribune” in un recente articolo sullo studio di West Point, “… cosa allarmante per i politici occidentali, molti combattenti provenivano dalla Libia orientale, il centro delle attuali rivolte contro Muammar Gheddafi. La città orientale di Derna ha inviato più combattenti in Iraq rispetto a qualunque altra città o cittadina, secondo il rapporto di West Point. Ha fatto notare che 52 militanti erano arrivati in Iraq da Derna, città di soli 80.000 abitanti (la seconda maggiore fonte di combattenti era Riad, in Arabia Saudita, che ha una popolazione di oltre 4 milioni). Bengasi, capitale del governo provvisorio libico dichiarato dai ribelli anti-Gheddafi, ha inviato 21 combattenti, ancora una volta un numero sproporzionato nel complesso.”4 La sconosciuta Derna ha superato la metropoli Riyadh con 52 combattenti rispetto a 51. Tripoli, la roccaforte di Gheddafi, per contrasto, non esiste neanche nelle statistiche (v. grafico nel rapporto di West Point report, p. 12).

Che cosa spiega questa straordinaria concentrazione di combattenti antiamericani a Bengasi e a Derna? La risposta sembra legata alle scuole estremiste di teologia e politica fiorite in queste aree. Come fa notare il rapporto di West Point: “Sia Derna sia Bengasi per lungo tempo sono state associate alla militanza islamista in Libia”.

Queste aree si trovano in un conflitto teologico e tribale con il governo centrale del Colonnello Gheddafi, oltre a essere opposte a lui politicamente. Se tale conflitto teologico valga le morti di altri soldati americani ed europei è una questione che necessita di una risposta urgente.

Felter e Fishman osservano che “La stragrande maggioranza dei combattenti libici che includevano la loro città di provenienza nei Sinjar Records risiedeva nel nordest di quel paese, in particolare nelle città costiere di Derna, il 60,2% (52) e Bengasi 23,9% (21). Sia Derna sia Bengasi sono a lungo state associate alla militanza islamista in Libia, in particolare per una rivolta da parte di organizzazioni islamiste a metà degli anni 90. Il governo libico ha fatto ricadere la colpa delle rivolte sugli «infiltrati dal Sudan e dall’Egitto» e un gruppo – il Lybian Fighting Group (jama-ah al-libiyah al-muqatilah) – ha affermato di avere veterani afgani fra le sue fila. Le rivolte libiche sono divenute straordinariamente violente.”5

Nordest della Libia: l’area a più alta densità di kamikaze

Un altro notevole tratto caratteristico del contributo libico alla guerra contro le forze statunitensi all’interno dell’Iraq è la marcata propensità dei libici del nordest a scegliere il ruolo di kamikaze come il metodo di lotta preferito. Come si afferma nello studio di West Point, “Dei 112 libici documentati, il 54,4% (61) ha dichiara to il proprio ‘lavoro.’ L’85.2% (51) di questi ha dichiarato che il proprio lavoro in Iraq era quello di «bombarolo suicida».”6 Ciò significa che i libici del Nordest erano molto più propensi al ruolo di kamikaze rispetto a qualunque altro paese: “I combattenti libici erano avevano una più alta probabilità rispetto a qualunque altra nazionalità di entrare in lista come bombaroli suicidi (l’85% per i libici, il 56% per tutti gli altri).”7

I combattenti anti-Gheddafi del Libyan Islamic Fighting Group (LIFG) si uniscono ad al Qaida, 2007

La base istituzionale specifica per il reclutamento di guerriglieri nel Nordest della Libia è associato con un’organizzazione che prima si chiamava Libyan Islamic Fighting Group (LIFG). Nel corso del 2007, il LIFG si è dichiarato una filiale ufficiale di al Qaida, assumendo poi il nome di Al Qaida in the Islamic Maghreb (AQIM). A seguito di tale processo di fusione, in Iraq è arrivato dalla Libia un numero crescente di guerriglieri. Secondo Felter e Fishman, “l’apparente crescita di reclute libiche che si spostano in Iraq potrebbe essere legato ai sempre più stretti rapporti di cooperazione fra il Libyan Islamic Fighting Group (LIFG) e al Qaida, culminati nell’entrata ufficiale del LIFG in al-Qaida, il 3 novembre 2007.”8 Tale fusione è confermata da altre fonti: secondo una dichiarazione del 2008 attribuita ad Ayman al-Zawahiri, il Libyan Islamic Fighting Group si era unito ad al Qaida.9

Per l’“Emiro” terrorista, Bengasi e Derna svolgono un ruolo chiave per al Qaida

Lo studio di West Point chiarisce che i principali bastioni del LIFG e del successivo gruppo AQIM erano le città gemelle di Bengasi e Derna. Questo è documentato in una dichiarazione di Abu Layth al-Libi, sedicente “Emiro” del LIFG, il quale è poi divenuto un funzionario di alto livello di al Qaida. Al tempo della fusione del 2007, “Abu Layth al-Libi, l’emiro del LIFG, ha posto l’enfasi sull’importanza di Bengasi e Derna per i jihadisti libici nel suo annuncio secondo cui il LIFG si era unito ad al Qaida, dicendo: ‘È con a grazia di Dio che stavamo issando la bandiera della jihad contro questo regime di apostati, sotto la leadership del Gruppo dei Combattenti Islamici Libici (LIFG), che ha sacrificato l’elite dei suoi migliori figli e comandanti nella lotta contro questo regime, il cui sangue è stato versato sui monti di Derna, nelle strade di Bengasi, nei sobborghi di Tripoli, nel deserto di Sabha e sulle sabbie dei litorali.’”10

Questa fusione del 2007 significava che le reclute libiche per al Qaida diventavano una parte sempre più importante dell’attività di al Qaida nel suo complesso, allontanando in certa misura il centro di gravità dai sauditi e dagli egiziani, i quali erano già stati in numero cospicuo. Come commentano Felter e Fishman, “le fazioni libiche (in primo luogo il Lybian Islamic Fighting Group) sono sempre più importanti per al Qaida. I Sinjar Records offrono alcune prove secondo cui i libici hanno iniziato a crescere di numero in Iraq, dal maggio 2007. La maggior parte delle reclute libiche proveniva da città del nordest della Libia, un’area a lungo conosciuta come legata alla militanza jihadista.”11

Lo studio di West Point del dicembre 2007 conclude formulando alcune opzioni politiche per il governo degli Stati Uniti. Un approccio, come suggeriscono gli autori, sarebbe quello di iniziare una cooperazione fra Stati Uniti e governi arabi esistenti contro i terroristi. Come scrivono Felter e Fishman, “i governi siriano e libico condividono le stesse preoccupazioni degli Stati Uniti riguardo alla violenta ideologia salafita-jihadista e riguardo alla violenza perpetrata dai suoi aderenti. Questi governi, come altri in Medioriente, temono la violenza dentro i loro confini e preferirebbero che quegli elementi integralisti andassero in Iraq piuttosto che causare destabilizzazioni nel Paese. Gli sforzi degli Stati Uniti e della Coalizione per bloccare il flusso di combattenti in Iraq saranno più efficaci se si rivolgeranno all’intera catena logistica che supporta gli spostamenti di questi individui – a partire dai loro Paesi d’origine – piuttosto che rivolgersi ai soli punti d’accesos siriani. Gli Stati Uniti potrebbe riuscire a intensificare la cooperazione dei governi per bloccare il flusso di combattenti in Iraq rivolgendo le loro attenzioni alla violenza jihadista domestica.”12

Considerato il corso degli eventi seguenti, possiamo concludere su solide basi che quest’opzione non è quella che è stata scelta, né negli anni conclusivi dell’amministrazione Bush, né nella prima metà dell’amministrazione Obama. Lo studio di West Point offre anche un’altra prospettiva più sinistra. Felter e Fishman suggeriscono che sarebbe possibile usare gli ex componenti del LIFG, ora di Al Qaida, contro il governo del Colonnello Gheddafi in Libia, in sostanza creando un’alleanza fra gli Stati Uniti e un segmento di tale organizzazione terroristica. Il rapporto di West Point nota: “L’unificazione del Libyan Islamic Fighting Group con al-Qa’ida e la sua apparente decisione di rendere prioritaria la fornitura di supporto logistico allo Stati islamico dell’Iraq è probabilmente controverso all’interno dell’organizzazione. È probabile che alcune fazioni del LIFG vogliano ancora rendere prioritaria la lotta contro il regime libico, piuttosto che combattere in Iraq. È possibile esacerbare le divisioni fra i capi del LIFG e la tradizionale base di potere egiziana e saudita di al Qaida.”13 Questo suggerisce che le politiche statunitensi che vediamo oggi, quelle consistenti nell’allearsi a fanatici oscurantisti e reazionari di al Qaida contro il modernizzatore nasserista Gheddafi.

Armare i ribelli: l’esperienza dell’Afghanistan

In retrospettiva, dalla tragica esperienza degli sforzi statunitensi d’incitare al popolazione dell’Afghanistan contro l’occupazione sovietica negli anni successivi al 1979, dovrebbe essere chiaro che le politiche della Casa Bianca di Reagan per armare i mujaheddin afgani con missili Stinger e altre armi moderni si sono rivelate assai distruttive per gli Stati Uniti. Come aveva ormai quasi ammesso nel suo memoriale l’attuale Segretario alla Difesa Robert Gates, al Qaida era stata creata in quegli anni dagli Stati Uniti come una forma di Legione Araba contro la presenza sovietica, con risultati a lungo termine che hanno suscitato molte lamentele.

Oggi è chiaro che gli Stati Uniti stanno fornendo armi moderne ai ribelli libici tramite l’Arabia Saudita e attraverso il confine egiziano, con l’assistenza attiva dell’esercito egiziano e della nuova giunta militare egiziano pro-Stati Uniti.14 Questa è una violazione diretta della risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che richiede un completo embargo sulla Libia relativo agli armamenti. L’assunto è che queste armi saranno usate contro Gheddafi nelle prossime settimane. Tuttavia, considerata la natura violentemente antiamericana della popolazione del Nordest della Libia che viene attualmente armata, non vi è alcuna certezza che queste armi non saranno presto rivolte contro coloro che le hanno prodotte e fornite.

Un problema di portata ancora più ampia è rappresentato dalla condotta del futuro governo libico dominato dall’attuale consiglio dei ribelli con una larga maggioranza di islamisti del Nordest, o di un simile governo di un futuro Staterello indipendente della Cirenaica. Nella misura in cui tali regimi avranno accesso ai proventi del petrolio, vi saranno ovvi problemi di sicurezza internazionale. Gamage si chiede: “Se la ribellione riesce nell’intento di rovesciare il regime di Gheddafi, avrà accesso diretto alle decine di miliardi di dollari che si ritiene Gheddafi abbia messo via in conti esteri nei suoi quarant’anni di governo.”15 Considerata la mentalità della Libia del Nordest, possiamo immaginare per cosa potrebbero essere usati tali tesori miliardari.


Che cos’è al Qaida e perché la CIA l’ha usata

Al Qaida non è un’organizzazione accentrata, ma piuttosto una congerie di fanatici, gonzi, psicotici, disadattati, doppi agenti, provocatori, mercenari, delinquenti, e altri elementi. Come è stato appena notato, al Qaida è stata fondata dagli Stati Uniti e dai britannici durante la lotta contro i sovietici in Afghanistan. Molti suoi capi, come colui che ha la reputazione di secondo comandante in capo di al Qaida, Ayman Zawahiri, e l’attuale stella nascente Anwar Awlaki (detto Awlaki the CIA lackey, Awlaki il lacché della CIA), sono evidentemente doppi agenti del MI-6 e/o della CIA. La struttura ideologica fondamentale di al Qaida è incentrata sull’idea per cui tutti i governi esistenti nei mondi arabo e musulmano sono illegittimi e dovrebbero essere distrutti, poiché non rappresentano il califfato che, secondo al Qaida, sarebbe prescritto nel Corano.

Ciò significa che l’ideologia di al Qaida offre una facile scorciatoia, per le agenzie d’intelligence segrete angloamericane, al fine di attaccare e destabilizzare i governi arabi e musulmani esistenti nell’ambito di un incessante necessità di politiche imperialiste e colonialiste che contemplano attacchi e saccheggi a nazioni in via di sviluppo. Questo è esattamente ciò che sta accadendo in Libia oggi.

Al Qaida è emersa dall’ambiente culturale e politico della Fratellanza Musulmana o Ikhwan, essa stessa creazione dell’intelligence britannica in Egitto verso la fine del 1920. Gli Stati Uniti e i britannici usavano la Fratellanza Musulmana per opporsi alle riuscite politiche anti-imperialiste del Presidente egiziano Nasser, il quale era riuscito a mettere a segno grandissime vittorie per il suo Paese nazionalizzando il Canale di Suez e costruendo la diga di Assuan, senza la quale l’Egitto moderno sarebbe semplicemente impensabile. La Fratellanza Musulmana ha fornito una quinta colonna attiva e capace agli agenti stranieri contrari a Nasser, nello stesso modo in cui il sito ufficiale di al Qaida nel Maghreb islamico sta strombazzando il suo appoggio alla ribellione contro il colonnello Gheddafi.

Ho discusso la natura di al Qaida in certa misura nel mio recente libro intitolato La fabbrica del terrore: Made in Usa (Arianna, 2007) e non posso ripetere qui tale analisi. Basterà dire che non abbiamo bisogno di credere nella mitologia fantastica che il governo degli Stati Uniti ha sparso per il mondo sotto il nome di al Qaida al fine di riconoscere il fatto elementare che i militanti e gli zimbelli che si uniscono spontaneamente ad al Qaida sono spesso motivati da un profondo odio nei confronti degli Stati Uniti e da un desiderio bruciante di uccidere tanto gli americani quanto gli europei. Le politiche dell’amministrazione Bush si sono servite della presunta presenza di al Qaida come pretesto per attacchi militari diretti in Afghanistan e in Iraq. L’amministrazione Obama sta ora facendo qualcosa di differente, intervenendo al fianco di ribelli fra i quali al Qaida e i suoi ideologhi sono ampiamente rappresentati e stanno attaccando il governo autoritario secolare del colonnello Gheddafi. Queste politiche sono entrambe disgraziate e devono essere abbandonare.

I capi dei ribelli, Jalil e Younis, e la maggior parte del consiglio dei ribelli sono membri della tribù Harabi, collegata ad al Qaida

Il risultato del presente studio è che il braccio libico di al Qaida rappresenta un continuum con il LIFG (Libyan Islamic Fighting Group), che ha il suo centro a Derna e Bengasi. La base etnica del LIFG è apparentemente da trovare nella tribù Harabi, anti-Gheddafi. Tale tribù comprende la stragrande maggioranza del consiglio dei ribelli, inclusi i due capi ribelli dominanti, Abdul Fatah Younis e Mustafa Abdul Jalil. Tutto ciò dunque suggerisce che il Libyan Islamic Fighting Group, l’élite della tribù Harabi e il consiglio dei ribelli, supportato da Obama, si accavallano. Come molti anni or sono mi ha insegnato il fu Ministro degli Esteri della Guyana Fred Willis, un vero combattente contro l’imperialismo e il neocolonialismo, le formazioni politiche nei paesi in via di sviluppo (e non solo lì) sono spesso una maschera delle rivalità etniche e religiose; così è in Libia. La ribellione contro Gheddafi è un intruglio tossico composto di odio nei confronti di Gheddafi da parte di fanatici, Islamismo, tribalismo e localismo. Da questo punto di vista, Obama ha follemente scelto di stare dalla parte della guerra tribale. Quando Hillary Clinton è andata a Parigi per farsi presentare i ribelli libici dal Presidente Sarkozy, ha incontrato il capo dell’opposizione libica, Mahmoud Jibril, formatosi negli Stati Uniti e già noto ai lettori di Wikileaks come un beneamato degli Stati Uniti.16

Se Jibril si potrebbe considerare presentabile a Parigi, i veri leader dell’insurrezione libica sembrerebbero essere Jalil e Younis, entrambi ex ministri con Gheddafi. Jalil sembra il primus inter pares, almeno per ora: “Mustafa Abdul Jalil or Abdul-Jalil (in arabo: مصطفى عبد الجليل, anche trascritto come Abdul-Jelil, Abd-al-Jalil, Abdel-Jalil or Abdeljalil; e spesso ma erroneamente come Abud Al Jeleil) (nato nel 1952) è un politico libico. È stato Ministro della Giustizia (in via non ufficiale, Segretario del Comitato Generale del Popolo) sotto il colonnello Muammar al-Gheddafi […] Abdul Jalil è stato identificato come presidente del Consiglio Nazionale di Transizione, con sede a Bengasi […] sebbene questa posizione sia contestata da altri nella rivolta, per via delle sue passate connessioni con il regime di Gheddafi.”17

Quanto a Younis, egli è stato strettamente associato a Gheddafi sin dalla presa del potere, nel 1968-9: “Abdul Fatah Younis (Arabic: عبد الفتاح يونس) è un funzionare militare di lunga esperienza in Libia. Ha rivestito la carica di Generale e di Ministro degli Interni, ma si è dimesso il 22 febbraio 2011…”18

Quel che più dovrebbe preoccuparci è che sia Jalil sia Younis provengono dalla tribù Haribi, la tribù dominante nel Nordest della Libia, e quella che ha collegamenti con al Qaida. Secondo Stratfor, “la tribù Harabi è un insieme di tribù che storicamente rivestono un cospicuo potere nell’Est della Libia, e che ha visto la propria influenza scemare sotto il colonnello Gheddafi. Il capo libico ha confiscato intere strisce di terra dei membri della tribù e le ha redistribuite a tribù più deboli e più leali. […] Molti leader oggi emergenti nell’Est della Libia provengono dalla tribù Harabi, incluso il capo del governo provvisorio stabilito a Bengasi, Abdel Mustafa Jalil, e Abdel Fatah Younis, i quali hanno assunto un ruolo di comando chiave nei confronti delle file dell’esercito passate all’opposizione, già all’inizio delle rivolte.”19

Il Consiglio dei ribelli: metà dei nomi sono mantenuti segreti: perché?

Quest’immagine di una base settaria, tribale e regionale non migliora quando si guarda al consiglio dei ribelli come a un tutt’uno. Secondo una versione recente, il consiglio dei ribelli è “presieduto dall’eloquente ex Ministro della Giustizia libico, Mustafa Abdul Jalil, [e] consiste di 31 membri, i quali in apparenza rappresentano tutte le regioni libiche, i cui nomi, in molti casi, non possono essere rivelati per ’motivi di sicurezza’” […] “Gli attori-chiave nel Consiglio, per lo meno coloro che ci sono noti, provengono tutti dalla confederazione Harabi di tribù del Nordest. Tali tribù hanno forti affiliazioni con Bengasi, risalenti al periodo precedente la rivoluzione del 1969 che portò Gheddafi al potere.”20

Altri resoconti convergono per quanto riguarda il numero di rappresentanti: “Il consiglio ha 31 membri; le identità di molti membri non possono essere rese pubbliche per proteggere la loro sicurezza.”21 Considerato ciò che sappiamo circa la straordinaria densità del LIFG e dei fanatici di al Qaida nel Nordest della Libia, siamo autorizzati a chiederci se i nomi di tutti quei membri del Consiglio siano tenuti segreti al fine di proteggerli da Gheddafi oppure se l’obiettivo sia di impedire che essi siano riconosciuti in Occidente come terroristi o simpatizzanti di al Qaida. L’ultima ipotesi sembra riassumere in modo più accurato la realtà delle cose. I nomi finora resi pubblici includono: Mustafa Abduljaleel; Ashour Hamed Bourashed per Derna; Othman Suleiman El-Megyrahi per l’area di Butnan; Al Butnan, per l’area confinante con l’Egitto e Tobruk; Ahmed Abduraba Al-Abaar per Bengasi; Fathi Mohamed Baja per Bengasi; Abdelhafed Abdelkader Ghoga per Bengasi; Omar El-Hariri per gli affari militari; e il dottor Mahmoud Jibril, Ibrahim El-Werfali e Dr. Ali Aziz Al-Eisawi per gli affari esteri.22

Il dipartimento di Stato dovrebbe interrogare queste figure a partire forse da Ashour Hamed Bourashed, il delegato di quella roccaforte di terroristi e kamikaze che è Derna.

Quanti membri, veterani o simpatizzanti di al Qaida ci sono nel Consiglio dei ribelli?

Cercando di vedere per quanto possibile i fatti nella nebbia della guerra, sembra che sia stato pubblicato ufficialmente il nome di poco più d’una dozzina di membri del consiglio dei ribelli, di certo non più della metà di quei 31 membri di cui hanno parlato i media. I media statunitensi ed europei non si sono presi la briga di identificare per noi i nomi oggi noti, e soprattutto, non hanno richiamato l’attenzione sul fatto che la maggioranza dei ribelli del consiglio che sono ancora nascosti nell’ombra della segretezza più totale. Dobbiamo dunque chiedere di sapere quanti membri del LIFG e/o di al Qaida, quanti veterani o simpatizzanti di al Qaida siedono oggi nel Consiglio dei ribelli. Stiamo così assistendo a un tentativo da parte della tribù Harabi di esercitare il proprio dominio sulle 140 tribù della Libia. Gli Harabi esercitano ormai un potere egemonico fra le tribù della Cirenaica. Al centro della confederazione degli Harabi sta la tribù Obeidat, che è divisa in 15 sottotribù.23

Tutte queste potrebbero essere osservazioni di interesse puramente accademico ed etnografico, se non fosse per il fatto delle sconcertanti sovrapposizioni esistenti fra Haribi, LIFG e al Qaida.


Il movimento libico dei Senussi: una democrazia monarchica?

La tradizione politico-religiosa del Nordest della Libia rende quest’area un terreno fertile per le sette musulmane più radicali e le predispone alla monarchia piuttosto che a forme di governo più moderne, come quelle favorite da Gheddafi. La tradizione regionale in questo caso è quella dei Senussi, una setta musulmana antioccidentale. In Libia, l’ordine dei Senussi è strettamente associato ai monarchici, poiché il re Idris I, capo installato dai britannici nel 1951 e poi rovesciato da Gheddafi nel 1969, era anche il capo dell’ordine dei Senussi. I Senussi hanno diretto la ribellione contro il colonialismo italiano impersonato dal maresciallo Rodolfo Graziani e dalla sua armata negli anni 30.

Oggi, i ribelli usano la bandiera monarchica e potrebbero invocare il ritorno al trono di uno dei due pretendenti alla discendenza di re Idris. Essi sono molto più vicini alla monarchia che alla democrazia.

L’idolo dei ribelli libici oggi: re Idris

Ecco cosa scrive Stratfor del re libico Idris e dei Senussi: “Il re Idris proviene da una stirpe di dominatori dell’ordine dei Senussi, un ordine religioso sufista fondato nel 1842 ad Al Bayda, dove si pratica una forma di Islam conservatrice e austera. Nella Cirenaica la Senussya rappresentava una forza politica che precedeva la creazione del moderno Stato libico, e i cui riverberi continuano a farsi sentire ancor oggi. Non è un caso che questa regione sia la sede del jihadismo libico, con gruppi come il LIFG, il Libyan Islamic Fighting Group. La famiglia di Gheddafi ha così definito l’attuale rivolta come un elaborato complotto islamista […].”24

Sotto la monarchia, la Libia è stata, secondo alcune stime, il paese in assoluto più povero del mondo. Oggi, la Libia si trova al 53° posto nell’Indice di Sviluppo Umano dell’ONU e si qualifica come il paese più sviluppato dell’Africa, davanti a Russia, Brasile, Ucraina e Venezuela. La dirigenza di Gheddafi ha meriti oggettivi e innegabili.

Il sito Black Agenda Report di Glen Ford ha correttamente cercato di mostrare il carattere razzista e reazionario dell’insurrezione libica. Le tribù della Libia meridionale, note come Fezzan, sono di pelle scura. Il regime di Gheddafi è stato puntellato da un’alleanza di tribù dell’Ovest, del centro e dalle tribù meridionali dei Fezzan, contro gli Harabi e gli Obeidat, i quali s’identificano con l’ex classe dirigente monarchica. Gli Harabi e gli Obeidat sono noti per il loro profondo odio razziale nei confronti dei Fezzan. Questo è stato espresso in frequenti notizie da parte dei media pro-imperialisti all’inizio della ribellione, evidentemente ispirati dai resoconti degli Harabi, secondo i quali i neri libici dovevano essere trattati come mercenari che lavoravano per Gheddafi. La chiara implicazione era che questi avrebbero dovuto essere sterminati. Queste invenzioni razziste vengono ancora ripetute da trombetti accademici come Dean Slaughter, della Woodrow Wilson School, a Princeton. E, difatti, un gran numero di africani neri provenienti dal Ciad e da altri paesi ed emigrati in Libia per lavorare sono stati sistematicamente linciati e massacrati dalle forze anti-Gheddafi. La Casa Bianca di Obama, nonostante tutto il suo vuoto ciarlare sul non voler ripetere il massacro del Rwanda, ha convenientemente ignorato questa sconcertante storia di genocidio reale fra le mani dei nuovi amici razzisti della Cirenaica.

Contro l’oscurantismo dei Senussi, Gheddafi ha proposto l’equivalente musulmano del sacerdozio universale luterano, argomentando che non è necessario alcun califfato per scoprire il significato del Corano. Egli ha integrato questo con una prospettiva pan-Africana. Gerald A. Perreira, di Black Agenda Report, scrive quanto segue riguardo alle divisioni teologiche fra Gheddafi e i neo-Senussi del Nordest della Libia, così come a proposito di altri oscurantisti: “Al Qaida si trova nel Sahara, minacciando i sui suoi confini e l’Unione Internazionale degli Studiosi Musulmani sta chiedendo cheGheddafi] sia processata […] [Gheddafi] ha messo in questione l’Islam della Fratellanza Musulmana e di al Qaida da una prospettiva Coranica e teologica ed è uno dei pochi leader politici che abbia gli strumenti per farlo […] Bengasi è sempre stata il cuore della controrivoluzione in Libia, avendo fomentato movimenti reazionari islamisti come i Wahabiti e i Salafiti. È questa la gente che ha fondato il Libyan Islamic Fighting Group con sede a Benghazi, che si allea ad al Qaida e che, nel corso degli anni, si è reso responsabile dell’assassino di membri di spicco dei comitati rivoluzionari libici.”25 E quale sarebbe per esempio la condizione delle donne prevista sotto i neo-Senussi del consiglio dei ribelli di Bengasi?

Al Qaida da demone ad alleato degli USA in Libia

Per coloro i quali cercano di seguire la gestione, da parte della CIA, delle sue varie organizzazioni di fantocci e zimbelli all’interno del regno del presunto terrorismo islamista, può essere utile delineare le trasformazioni del LIFG-AQIM da nemici mortali a stretti alleati. Tale fenomeno è strettamente associato al generale rovesciamento dei fronti ideologici dell’imperialismo statunitense, che segna la grande divisione fra le amministrazioni di Bush-Cheney e dei neocon e l’attuale regime di Obama-Brzezinski-International Crisis Group. L’approccio di Bush era di usare la presunta presenza di al Qaida come un motivo per effettuare attacchi militari diretti. Il metodo Obama è di usare al Qaida per rovesciare governi indipendenti e poi o balcanizzare e spartire i relativi paesi oppure usarli come fantocci kamikaze contro nemici più potenti, come Russia, Cina o Iran. Tale approccio implica un appoggio più o meno aperto a gruppi di terroristi, cosa che si è segnalata in maniera generica durante il famoso discorso di Obama al Cairo, nel 2009. I collegamenti fra la campagna di Obama e le organizzazioni di terroristi dispiegate dalla CIA contro la Russia erano già emersi tre anni or sono.26

Tuttavia, tale rovesciamento di fronte non si può improvvisare da un giorno all’altro; ci sono voluti diversi anni di preparazione. Il 10 luglio 2009, il “London Daily Telegraph” aveva riferito che il Libyan Islamic Fighting Group aveva spaccato la sua alleanza con al Qaida. Ciò era accaduto quando gli Stati Uniti avevano deciso di alleggerire le forze in campo nella guerra dell’Iraq, e anche di prepararsi a usare i Fratelli Musulmani sunniti e le loro ramificazioni di al Qaida per la destabilizzazione dei principali Stati arabi, in preparazione del loro dirottamento contro l’Iran sciita. Paul Cruikshank aveva scritto allora nel “New York Daily News” riguardo a un pezzo grosso del LIFG che aveva voluto interrompere i rapporti con al Qaida e l’infame Osama Bin Laden; questo era “Noman Benotman, ex capo del LIFG. Mentre gli esponenti di punta istituzionali musulmani già da tempo avevano espresso posizioni critiche nei confronti di al Qaida, questi critici come Benotman avevano le credenziali jihadiste per rendere le loro critiche particolarmente pungenti.”27

Tuttavia allora alcuni capi del LIFG si erano spostati sotto l’ala di al Qaida: il “London Daily Telegraph” aveva riferito che i dirigenti di spicco di al Qaida Abu Yahya al-Libi e Abu Laith al-Libi erano membri del LIFG. In quel periodo, Gheddafi aveva rilasciato alcuni combattenti del LIFG in una imprevidente azione umanitaria.

Secondo il regime di Gheddafi, molti capi ribelli erano stati trasferiti in Libia dalla prigione americana di Guantanamo, dove erano stati reclusi come terroristi. Tali fenomeni si sono già verificati nel caso dello Yemen. L’accusa di Gheddafi pare quidi verosimile.

I jihadisti libici stanno uccidendo le forze statunitensi e NATO in Afghanistan in questo esatto momento

Una delle fatali contraddizioni nella politica’attuale Dipartimento di Stato e della CIA consiste nel fatto che esse ambiscono a un’alleanza con gli assassini di al Qaida nel Nordest della Libia, e al tempo stesso in cui gli Stati Uniti e la NATO stanno impietosamente bombardando i civili del Nordest del Pakistan nel nome di una guerra totale contro al Qaida, e le forze statunitensi e Nato vengono attualmente uccise da guerriglieri di al Qaida in quello stesso teatro di guerra afgano-pakistano. La forza di questa lampante contraddizione fa crollare l’intero edificio della propaganda bellica degli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti hanno da tempo perso qualunque base morale per l’esercizio della loro forza militare. Di fatto, è plausibile che i combattenti terroristi del Nordest della Libia stiano uccidendo truppe statunitensi e truppe della NATO in Afghanistan in questo esatto momento, proprio quando gli Stati Uniti e la NATO proteggono la loro base dagli attacchi del governo di Gheddafi. Secondo il resoconto che segue, uno dei principali comandanti di al Qaida nel Nordest del Pakistan era un libico che è stato ucciso a seguito di azioni statunitensi ancora nell’ottobre 2010: “Uno storico capo di al Qaida che funge da ambasciatore di al Qaida in Iran, ed è ricercato dagli USA, sarebbe stato ucciso in un attacco aereo di Predator nell’area tribale del Pakistan controllata dai Taliban, l’area del Waziristan del nord […] [si tratta di] Atiyah Abd al Rahman, un uomo di nazionalità libica che aveva risieduto in Iran e aveva svolto il ruolo di ambasciatore di Osama bin Laden davanti ai mullah. Alcuni dispacci non confermati indicano che Rahman sarebbe stato ucciso in un attacco aereo…”28

La pagina sui “Rewards for Justice” del Dipartimento di Stato USA per Atiyah Abd al Rahman nota che egli era l’“emissario” di al Qaida “in Iran, nominato da Osama bin Laden”. Atiyah aveva “reclutato e facilitato le trattative con altri gruppi islamici per operare sotto” l’ala di al Qaida ed era “anche un membro del Libyan Islamic Fighting Group e di Ansar al Sunna.”29 Rahman aveva in al Qaida un ruolo abbastanza importante da renderlo capace di impartire ordini ad Abu Musab al-Zarqawi, capo di al Qaida in Iraq, nel 2005.

In Pakistan era rimasto ucciso anche un altro apparente libico del Nordest, di nome Khalid al Harabi, la cui scelta di un nome di battaglia potrebbe facilmente farlo collegare alla fabbrica di jihadisti esistente fra la tribù Harabi, in Cirenaica. Secondo un resoconto, “Khalid al Harabi è un alias per Khalid Habib, ex comandante militare di Qaida che era rimasto ucciso in un attacco di Predator statunitensi nell0ottobre 2008.”30

Lo scenario scoperto nel 1995 con l’Affare Shayler è oggi operativo

Nel 1995, David Shayler, funzionario dell’organizzazione britannica di controspionaggio MI-5, era venuto a sapere che la sua controparte nell’organizzazione britannica di spionaggio estero, MI-6, aveva pagato la somma di 100.000 sterline a un affiliato di al Qaida in cambio del tentativo di assassinare Gheddafi. Il tentativo di assassinio era avvenuto, e aveva comportato la morte di molti passanti innocenti, ma era fallito. Shayler riteneva di aver inteso che lo scenario previsto dal MI-6 includeva l’eliminazione di Gheddafi, seguito da una discesa della Libia nel caos e nelle guerre tribali, con la possibile opzione di una presa del potere da parte della stessa al Qaida. Questa situazione allora avrebbe fornito un pretesto per la Gran Bretagna, che probabilmente ma non necessariamente avrebbe agito insieme agli Stati Uniti e ad altri paesi, per invadere la Libia e prendere il controllo dei campi petroliferi, probabilmente stabilendo un protettorato permanente sulle regioni ricche di petrolio, gli oleodotti e le coste.31 Questo rimane l’obiettivo ancor oggi.

In coincidenza con il tentativo di assassinare Gheddafi, il MI-6 e altre agenzie di intelligence segrete occidentali, avevano fomentato una considerevole insurrezione nel Nordest della Libia, quasi esattamente nelle stesse aree in cui è in atto la ribellione oggi. Tali insurrezioni erano state represse efficacemente dalle forze di Gheddafi entro la fine del 1996. Gli eventi del 2011 sono semplicemente una ripresa dell’attacco imperialista alla Libia avvenuto 15 anni fa, con l’aggiunta di interventi esterni.

La guerra contro lo Stato nazione

L’odierno attacco alla Libia avviene nel contesto di un più ampio attacco all’istituzione dello Stato sovrano, così come è esistito dal Trattato di Westfalia nel 1648. Gli Stati Uniti e i britannici sono molto preoccupati dall’ampio numero di nazioni che stanno cercando di sfuggire all’egemonia angloamericana perseguendo attivamente programmi di cooperazione su larga scala con la Russia sulla sicurezza, con la Cina su questioni economiche e con l’Iran per considerazioni di ordine geopolitico. La risposta della CIA e del MI-6 è stata un’orgia selvaggia di destabilizzazioni, colpi di Stato del tipo “people power”, rivoluzioni colorate, putsch di palazzo, segnalati dai consistenti rilasci di documenti da parte della CIA in quelle operazioni di disvelamento limitato di informazioni note come Wikileaks, che ha avuto come obiettivi della hit list della CIA, da Ben Ali a Gheddafi.

L’amministrazione Obama, nella sua strategia, avrebbe preferito coltivarel’illusione che la Primavera araba fosse davvero un fatto di giovani idealisti visionari che si riuniscono sulle pubbliche piazze per lodare la democrazia, la giustizia e i diritti umani. La realtà non è mai stata questa. Le vere decisioni venivano prese da cricche brutali di generali e funzionari d’alto livello corrotti o ricattati dalla CIA, i quali si muovevano dietro le quinte per far cadere figure come Ben Ali o Mubarak. Senza dubbio Gheddafi ha in qualche modo costretto la CIA e la NATO a far cadere la piacevole maschera di giovanile idealismo che ha a cuore i diritti umani, rivelando l’orrendo volto dei droni Predator, dei bombardamenti delle città, dei massacri e dell’arroganza colonialista. Gheddafi ha anche strappato da Obama la maschera dello “Yes We Can”, rivelando un cinico guerrafondaio intento a continuare le infami politiche di Bush dei “Vivi o morti”, sebbene tramite mezzi differenti.

Un remoto specchio degli imperialisti in Libya: Pharsalia di Lucano

Gli imperialisti moderni, che non vedono l’ora di accorrere in Libia dovrebbero riflettere sulla “Farsalia” di Lucano, che tratta della guerra nel deserto libico nella contesa fra Giulio Cesare e Pompeo il Grande alla fine della Repubblica Romana. Un brano cruciale in quest’epica latina è il discorso di Catone l’Uticense, un seguace di Pompeo, che incita i suoi soldati a intraprendere una missione suicida in Libia, dicendo: “Serpenti, sete, calore e sabbia […] la Libia da sola può presentare una moltitudine di sventure che agli uomini converrebbe fuggire”. Catone va avanti e trova “una piccola tomba per chiudere il suo sacro nome, la Libia aveva assicurato la morte di Catone.”32
Cerchiamo di non imitare questa follia.

Prospettive investigative a partire dal West Point Study: un appello agli studiosi

Lo studio di West Point, come ho osservato, è stato condotto sulla base di quasi 700 documenti di al Qaida catturati dalle forze della coalizione in Iraq.33 Gli autori dello studio hanno promesso di mantenere a disposizione online la base documentaria di questa indagine, sia sotto forma del linguaggio arabo originale del personale di al Qaida, sia degli stessi documenti in lingua inglese che ne costituiscono la traduzione.35

Assumendo che questo materiale rimanga a disposizione, è possibile che i ricercatori e i giornalisti, e specialmente coloro con capacità in arabo non in possesso di chi scrive, compiano indagini sui combattenti libici che erano andati in Iraq al fine di determinare se qualcuno di loro sia familiare, vicino o addirittura socio in politica dei membri già noti del consiglio dei ribelli di Bengasi o di altre forze anti-Gheddafi. Tale operazione potrebbe offrire un contributo per consentire al pubblico europeo e americano, così come ad altri nel mondo di comprendere meglio la natura dell’avventura militare ora in atto in Libia, arrivando a conoscere più nello specifico chi siano i ribelli libici, di là dai superficiali panegirici sfoggiati dai media occidentali pilotati.

Webster G. Tarpley

Fonte

Download dello Studio di West Point (pdf)

Riferimenti bibliografici:
1 Joseph Felter e Brian Fishman, Al Qa’ida’s Foreign Fighter in Iraq: A First Look at the Sinjar Records (West Point, NY: Harmony Project, Combating Terrorism Center, Department of Social Sciences, US Military Academy, December 2007). Citato come “studio di West Point”.
2 Joseph Felter r Brian Fishman, Al Qa’ida’s Foreign Fighter in Iraq: A First Look at the Sinjar Records (West Point, NY: Harmony Project, Combating Terrorism Center, Department of Social Sciences, US Military Academy, December 2007).
3 Studio di West Point, pp. 8-9.
4 Daya Gamage, Libyan rebellion has radical Islamist fervor: Benghazi link to Islamic militancy, U.S. Military Document Reveals, “Asian Tribune”, 17 marzo 2011, su http://www.asiantribune.com/news/2011/03/17/libyan-rebellion-has-radical-islamist-fervor-benghazi-link-islamic-militancyus-milit
5 Studio di West Point, p. 12.
6 Studio di West Point, p. 19.
7 Studio di West Point, p. 27.
8 Studio di West Point, p. 9.
9 http://english.aljazeera.net/news/africa/2008/04/200861502740131239.html; http://www.adnkronos.com/AKI/English/Security/?id=1.0.2055009989;
10 Studio di West Point, p. 12.
11 Studio di West Point, p. 27.
12 Studio di West Point, p. 29.
13 Studio di West Point, p. 28.
14 Si veda Egypt Said to Arm Libya Rebels, “Wall Street Journal”, marzo 2011, su http://online.wsj.com/article/SB10001424052748704360404576206992835270906.html; si veda anche Robert Fisk, America’s secret plan to arm Libya’s rebels, “Independent”, 7 marzo 2011, su http://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/americas-secret-plan-to-arm-libyas-rebels-2234227.html
15 Gamage.
16 http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-12741414
17 http://en.wikipedia.org/wiki/Mustafa_Abdul_Jalil
18 http://en.wikipedia.org/wiki/Mustafa_Abdul_Jalil
19 Stratfor, Libya’s Tribal Dyanmics, 25 febbraio 2011, disponibile su http://redstomp.org/forums/showthread.php?1109-Libya-s-Tribal-Dyanmics
20 Venetia Rainey, Who are the rebels we are fighting to protect, “The First Post”, http://www.thefirstpost.co.uk/76660,news-comment,news-politics,who-are-the-rebels-we-are-fighting-to-protect#ixzz1HMRIrUP9
21 http://en.wikipedia.org/wiki/National_Transitional_Council
22 Dichiarazione da parte del “Transition National Council,” Bengasi, 5 marzo 2011, http://www.libyanmission-un.org/tnc.pdf; http://en.wikipedia.org/wiki/National_Transitional_Council
23 Massimo Introvigne, L’occidente alla guerra delle tribù, “La Bussola quotidiana”, 22, 2011 marzo, su http://www.cesnur.org/2011/mi-rivolte-05.html
24 Stratfor, Libya’s Tribal Dyanmics, 25 febbraio 2011, disponibile su http://redstomp.org/forums/showthread.php?1109-Libya-s-Tribal-Dyanmics
25 Gerald A. Perreira, Libya, Getting it Right: A Revolutionary Pan-African Perspective, “Black Agenda Report”, 2 marzo 2011, su http://blackagendareport.com/content/libya-getting-it-right-revolutionary-pan-african-perspective
26 Webster G. Tarpley, “Obama Campaign Linked To Chechen Terrorism: Grant Of Taxpayer-Funded U.S. Asylum For Chechen Terror Envoy Gave Obama Foreign Policy Guru Zbigniew Brzezinski ‘One Of The Happiest Days Of My Life’,” 2 febbraio 2008, Obama the Postmodern Coup: The Making of a Manchurian Candidate (Joshua Treet CA: Progressive Press, aprile 2008), pp. 97-115, online su http://tarpley.net/2008/02/03/obama-campaign-linked-to-chechen-terrorism/
27 Paul Cruikshank, How Muslim extremists are turning on Osama Bin Laden, “New York Daily News”, 8 giugno 2008, su http://www.webcitation.org/query?url=http%3A%2F%2Fwww.nydailynews.com%2Fopinions%2F2008%2F06%2F08%2F2008-06-08_how_muslim_extremists_are_turning_on_osa.html&date=2009-08-05. Cruickshank is a fellow at the NYU Center on Law and Security and the co-author, with Peter Bergen, of the … cover story in the New Republic, “The Jihadist Revolt against Bin Laden.”
28 http://www.longwarjournal.org/archives/2010/10/al_qaeda_leader_link.php
29 http://www.longwarjournal.org/archives/2010/10/al_qaeda_leader_link.php#ixzz1HNoUTmn5
30 http://www.longwarjournal.org/archives/2010/10/al_qaeda_leader_link.php#ixzz1HNmzsjat
31 Si veda Machon, Annie (2005). Spies, Lies & Whistleblowers. MI5, MI6 and the Shayler Affair. Lewes, East Sussex: The Book Guild Ltd. 185776952X; Hollingsworth, Mark; Nick Fielding (1999). Defending the Realm: MI5 and the Shayler Affair. Andre Deutsch Ltd. ISBN 0233996672; si veda anche “Guardian”, 10 aprile 2000 http://www.guardian.co.uk/uk/2000/apr/10/davidshayler.richardnortontaylor
32 Lucan, Farsalia, Libro IX.
33 http://www.ctc.usma.edu/harmony/pdf/CTCForeignFighter.19.Dec07.pdf
34 http://www.ctc.usma.edu/harmony/Foreign_Fighter_Bios-Orig.pdf
35 http://www.ctc.usma.edu/harmony/FF-Bios-Trans.pdf

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Autore Albero
Redazione
Inviato: 28/3/2011 3:38  Aggiornato: 28/3/2011 3:38
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida

Kenshiro
Inviato: 28/3/2011 10:25  Aggiornato: 28/3/2011 10:25
Mi sento vacillare
Iscritto: 21/5/2010
Da: Croce del Sud
Inviati: 318
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Che analisi particolareggiata e ricca di fonti!
Complimenti a Tarpley e grazie a te Massimo per la pubblicazione!

In pratica il governo USA da una parte dice di combattere il terrorismo
"al Qaida" e dall'altra li sostiene,addirittura coinvolgendo le forze internazionali contro Gheddafi...
CHE SCANDALO DI PROPORZIONI INAUDITE!!!

Continuo a ribadire che chi ha votato questi governi è in parte responsabile del sangue versato!

Mondo marcio!!!
Decalagon
Inviato: 28/3/2011 11:12  Aggiornato: 28/3/2011 11:12
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/8/2009
Da:
Inviati: 6643
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:
Continuo a ribadire che chi ha votato questi governi è in parte responsabile del sangue versato!


Ma perché, tu sei convinto che siano saliti al potere grazie al voto dei cittadini?

È come credere che Pupo ed Emanuele Filiberto siano arrivati secondi al festival di Sanremo solo grazie al televoto

«Goku è Verità. Io sono la Via, la Verità e la Vita. E risorgo quando mi pare.»
Nuit
Inviato: 28/3/2011 11:28  Aggiornato: 28/3/2011 11:28
Mi sento vacillare
Iscritto: 13/9/2010
Da: Messina
Inviati: 346
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Oserei dire un articolo ILLUMINANTE!!
Grazie Tarpley ed anche a te Massimo per la pubblicazione.
Adesso mi spiego perche Gheddafi chiosava:
IO STO COMBATTENDO CONTRO AL-QAIDA!!

trotzkij
Inviato: 28/3/2011 11:57  Aggiornato: 28/3/2011 11:59
Sono certo di non sapere
Iscritto: 18/9/2006
Da:
Inviati: 3704
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida

I complotti non esistono, ... tranne quando ci sono
etrnlchild
Inviato: 28/3/2011 12:51  Aggiornato: 28/3/2011 12:51
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/10/2007
Da:
Inviati: 1200
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Scusate ma ad un certo punto Gheddafi non aveva minacciato nei suoi discorsi che si sarebbe alleato con Al-Qaida contro gli invasori e avrebbe scatenato una guerra santa? E' stata manipolata la traduzione? Non lo ha detto ?
Che fa dice di allearsi con con coloro che lo vogliono buttare giu?

Che caos...

"Lo spirito del guerriero non conosce né il lasciarsi andare né il lagnarsi, né conosce il vincere o il perdere."
incredulo
Inviato: 28/3/2011 13:45  Aggiornato: 28/3/2011 13:45
Sono certo di non sapere
Iscritto: 23/8/2006
Da: Asia
Inviati: 4061
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:

Che caos...

Hai ragione, e' difficile sbrogliare la matassa, soprattutto se si continua a credere che al-Qaida sia il nemico dell'occidente.

La mente che sta dietro tutto questo, se ne fotte delle etichette.

L'articolo postato da Mazzucco spiega magnificamente, per chi ancora non ci fosse arrivato, chi si NASCONDE dietro quella sigla.

Spiega MOLTO BENE il perche', il disegno, il fine ultimo, dei figli di puttana che stanno manovrando i fili.

L' America, gli Stati Uniti, NON SONO il popolo americano e il suo governo.

I padroni del vapore se NE FOTTONO delle nazioni, sono SOVRANAZIONALI, giocano a figurine con i nostri governanti, che sono solo BURATTINI.

Finche' non andremo OLTRE queste nostre convinzioni, sara' molto dura capirci qualcosa, avremo SEMPRE elementi contraddittori per delineare il quadro degli avvenimenti, arriveremo solo a verita' parziali.

I padroni del vapore sono maestri nell'arte dell' INGANNO.

Un saluto

Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità e la Vita.
Kenshiro
Inviato: 28/3/2011 14:00  Aggiornato: 28/3/2011 14:00
Mi sento vacillare
Iscritto: 21/5/2010
Da: Croce del Sud
Inviati: 318
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Decalagon: Ma perché, tu sei convinto che siano saliti al potere grazie al voto dei cittadini?

In parte si...in parte no. Ossia:

"I Burattinai" dietro le quinte scelgono i candidati alla presidenza che si fronteggeranno nel rush finale.

Comunque e in qualsiasi caso va al potere un presidente sotto il controllo di questi "Burattinai" , MA il popolo viene coinvolto (credendo di avere libertà di scelta) e CONCEDE la sua FIDUCIA ad uno di questi.

Si.. le immagini di quando Obama divenne presidente sono eloquenti:
moltissime persone (e non solo negli USA) hanno riposto GRANDE FIDUCIA in lui...
GRANDISSIMO ERRORE!

Lo so le persone vengono INGANNATE, ma se aprissero un pò di più gli occhi e si prendessero il tempo per capire...
Ma la maggioranza NON LO FA!
E' questa la più grande colpa!
... e intanto innocenti muoiono e vengono ridotti alla miseria.

Mondo marcio!!!
berna85
Inviato: 28/3/2011 14:02  Aggiornato: 28/3/2011 14:04
Ho qualche dubbio
Iscritto: 16/1/2011
Da: Amsterdam
Inviati: 154
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Davvero un articolo ricco e pieno di spunti per avere un idea migliore di cosa sta accadendo oggi.
Io mi sono visto tutta l'ora e un quarto del discorso di Gheddafi, lo consiglio a tutti che non lo avessero ancora fatto.

Devo ammettere che l'idea che avevo di Gheddafi come dittatore (sanguinario?) è cambiata molto nell'ultima settimana.
Ma sopratutto devo ammettere che ero stato fregato alla grande dalla propaganda anti-berlusconiana/filo-israeliana della sinistra italiota!

berna85
Inviato: 28/3/2011 14:24  Aggiornato: 28/3/2011 14:24
Ho qualche dubbio
Iscritto: 16/1/2011
Da: Amsterdam
Inviati: 154
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
kenshiro:
"moltissime persone (e non solo negli USA) hanno riposto GRANDE FIDUCIA in lui... GRANDISSIMO ERRORE!"

Sono daccordissimo con te, ma il concetto dovrebbe essere allargato. Siamo noi con la nostra "fiducia" che leggittimiamo TUTTO il sistema, non solo il presidente o il nostro governo.
Fiducia di poter riscaldarsi l'inverno, fiducia di ricevere la pensione, fiducia che la polizia ci protegga etc.
A livello individuale questa "fiducia" nello Stato può cambiare anche molto, ma al livello collettivo no. Perche? Credo che andando a fondo, nel nostro subconscio, si possa trovare la risposta. La paura. L'istinto di sopravvivenza. Ovviamente queste paure sono in parte infondate ed aumentate ad arte dalla propaganda.

redna
Inviato: 28/3/2011 14:32  Aggiornato: 28/3/2011 14:32
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Ovviamente queste paure sono in parte infondate ed aumentate ad arte dalla propaganda.



C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
etrnlchild
Inviato: 28/3/2011 14:32  Aggiornato: 28/3/2011 14:32
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/10/2007
Da:
Inviati: 1200
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
@Incredulo

Mi sta bene la lettura di Tarpley e Al-quaida il "data base" dell CIA.
Ma come si collocano in questo scenario le affermazioni contraddittorie di Gheddafi?
Perche' se lui per tutelarsi svela il medesimo quadretto che la maggior parte della gente fara' comunque fatica a capire considerandolo un delirante, a che pro creare ancora piu' confusione?
Se Al-quaida e' il braccio per i lavori sporchi dei servizi americani non capisco la consistenza delle sue affermazioni, ripeto, sempre che non siano state travisate (l'arabo non lo conosco).
Quindi, a meno che il rais non soffra di Alzheimer (e potrebbe pure essere) qualcosa non quadra.

Credo anche che nei rischiosi doppi giochi (e sono rischiosi, secondo me, per tutti, anche per quelli che pretenderebbero di tranne comunque vantaggio) ci sono elementi non prevedibili che potrebbe portare a conseguenze pericolose e forse anche all'auto distruzione perche' "l'uranio" non guarda in faccia a nessuno sia che sei burattino sia che sei burattinaio. Un po' come i terremoti e gli tsunami, hai voglia di prevedere...quando arriva arriva.

"Lo spirito del guerriero non conosce né il lasciarsi andare né il lagnarsi, né conosce il vincere o il perdere."
Nuit
Inviato: 28/3/2011 14:48  Aggiornato: 28/3/2011 14:48
Mi sento vacillare
Iscritto: 13/9/2010
Da: Messina
Inviati: 346
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Le affermazioni di Ghaddafi a questo link:
http://tg.la7.it/est/news-14262

etrnlchild
Inviato: 28/3/2011 15:18  Aggiornato: 28/3/2011 15:18
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/10/2007
Da:
Inviati: 1200
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
E qui dice che potrebbe allearsi con Al-qaeda...

"Lo spirito del guerriero non conosce né il lasciarsi andare né il lagnarsi, né conosce il vincere o il perdere."
peonia
Inviato: 28/3/2011 15:23  Aggiornato: 28/3/2011 15:30
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
un mio "amico", con il quale ho avuto qualche scontro sulla questione Libia su FB, mi ha risposto al mio invio di questo articolo di LC, oggi, con quest'altro articolo del 24 febbraio, che io non ho letto perchè in inglese e chiedo a voi, specie a Massimo, di leggerlo e dire che cosa direbbe in sostanza di diverso....chiedo troppo?

Jihadist Opportunities in Libya

http://www.stratfor.com/weekly/20110223-jihadist-opportunities-libya?utm_source=SWeekly&utm_medium=email&utm_campaign=110224&utm_content=readmore&elq=7f24325f34c54c91988dafe5afa31406


sapete che provenienza abbia questo Scott Stewart e questo sito
http://www.stratfor.com/





P.S. REDNA IMMAGINE FICHISSIMA.....AHAHHA









REDNA
Stupenda la foto!!! me la rivendo..

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
Pispax
Inviato: 28/3/2011 15:25  Aggiornato: 28/3/2011 15:32
Sono certo di non sapere
Iscritto: 19/3/2009
Da:
Inviati: 4685
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Articolo suggestivo.


Però ruota attorno a una contraddizione pesante, che Tarpley si guarda bene dallo spiegare. Il fatto che Al Qaeda sia uno strumento della CIA è il perno centrale attorno al quale ruota tutto questo testo.
La cosa viene utilizzata solo come assunto: a parte un certo livello di aneddotica, Tarpley non si ferma mai ad approfondire il concetto.
Lo prende per scontato.
Dal punto di vista logico si è creata una struttura circolare. Per dimostrare che la CIA utilizza Al Qaeda.. si parte dall'assunto che la CIA utilizza Al Qaeda.


La cronaca "storica" invece sembra dare risposte diverse: ma a quanto pare se la realtà contraddice una teoria, è bene che questa stronza di realtà si adegui alla teoria, cazzo.



La questione viene affrontata solo in questo punto:

Citazione:
Una delle fatali contraddizioni nella politica’attuale Dipartimento di Stato e della CIA consiste nel fatto che esse ambiscono a un’alleanza con gli assassini di al Qaida nel Nordest della Libia, e al tempo stesso in cui gli Stati Uniti e la NATO stanno impietosamente bombardando i civili del Nordest del Pakistan nel nome di una guerra totale contro al Qaida, e le forze statunitensi e Nato vengono attualmente uccise da guerriglieri di al Qaida in quello stesso teatro di guerra afgano-pakistano. La forza di questa lampante contraddizione fa crollare l’intero edificio della propaganda bellica degli Stati Uniti.


Il problema è che "gli assassini di al Qaida" in Afghanistan non è che si limitano a "sparare" ai soldati americani: "gli assassini di al Qaida" stanno tranquillamente vincendo quella guerra.
Gli USA hanno perso sia l'iniziativa che la capacità di libero movimento (che in realtà non hanno mai avuto). Le truppe dell'alleanza si limitano a garantire un minimo di stabilità in alcuni grandi centri. Circa il 90% del territorio è fuori dal loro reale controllo.
Certo: bombardano. Ma non è che possono fare molto altro.
Non a caso gli USA cercano solo un motivo appena appena bastevole per poter abbandonare la questione senza perderci troppo la faccia, e prima che quel teatro si trasformi platealmente in un secondo Vietnam.

Avrei piacere che Tarpley mi spiegasse tutto cò.
Perché questa "lampante contraddizione" non fa crollare "l’intero edificio della propaganda bellica degli Stati Uniti": al momento si limita a far crollare le tesi che Tarpley espone.

incredulo
Inviato: 28/3/2011 15:33  Aggiornato: 28/3/2011 15:33
Sono certo di non sapere
Iscritto: 23/8/2006
Da: Asia
Inviati: 4061
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
@etrnlchild

Dal tuo link:

Se l'Occidente "si comporterà come in Iraq, la Libia uscirà dall'alleanza internazionale contro il terrorismo. Ci alleiamo con Al Qaeda e dichiariamo la guerra santa". Lo ha detto il leader libico Muammar Gheddafi in un'intervista concessa al Giornale

Gia' il giornale che ha fatto l'intervista dice tutto.

Se leggi gli opinionisti di quel quotidiano sull'Afghanistan e sul mondo arabo, capisci da solo la spazzatura che vendono alla gente.

Sul quel quotidiano berlusconiano, la favoletta della lotta contro i cattivi islamici integralisti e' il pane giornaliero da dare in pasto al popolino.

Potevano mai perdere questa occasione per legittimare l'aggressione alla Libia?

Nella stessa intervista Gheddafi afferma che:


Per il Colonnello, l'insurrezione è stata fomentata e organizzata da Al Qaeda e i ribelli sono terroristi che "terrorizzano la popolazione e utilizzano la gente come scudi umani, donne comprese". Eppure, proprio con quell'Al Qaeda con cui "non si può trattare perché (i loro membri) sanno solo combattere e uccidere", il leader libico minaccia di allearsi nel caso in cui l'Occidente dovesse inviare truppe di terra ed entrare nel Paese.

Ti sembra POSSIBILE?

Un saluto

Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità e la Vita.
incredulo
Inviato: 28/3/2011 15:38  Aggiornato: 28/3/2011 15:38
Sono certo di non sapere
Iscritto: 23/8/2006
Da: Asia
Inviati: 4061
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
@Pispax

Il problema è che "gli assassini di al Qaida" in Afghanistan non è che si limitano a "sparare" ai soldati americani: "gli assassini di al Qaida" stanno tranquillamente vincendo quella guerra.

Sei proprio sicuro che siano gli "assassini di al Qaida" a stare combattendo quella guerra?

Qualche dubbio ce l'ho.

Un saluto

Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità e la Vita.
redna
Inviato: 28/3/2011 16:18  Aggiornato: 28/3/2011 16:25
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:
Il problema è che "gli assassini di al Qaida" in Afghanistan non è che si limitano a "sparare" ai soldati americani: "gli assassini di al Qaida" stanno tranquillamente vincendo quella guerra.

Sei proprio sicuro che siano gli "assassini di al Qaida" a stare combattendo quella guerra?

Qualche dubbio ce l'ho.



suvvia ......ragazzi!!!





Citazione:

P.S. REDNA IMMAGINE FICHISSIMA.....AHAHHA


REDNA
Stupenda la foto!!! me la rivendo..


mi raccomando i proventi

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Calvero
Inviato: 28/3/2011 17:43  Aggiornato: 28/3/2011 17:43
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/6/2007
Da: Fleed / Umon
Inviati: 13165
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:
È come credere che Pupo ed Emanuele Filiberto siano arrivati secondi al festival di Sanremo solo grazie al televoto


Bella Deca ... e magari fosse solo un ottima battuta. In sintesi il discorso potrebbe chiudersi qui.

Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
PikeBishop
Inviato: 28/3/2011 18:41  Aggiornato: 28/3/2011 18:41
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:
Sei proprio sicuro che siano gli "assassini di al Qaida" a stare combattendo quella guerra?
Qualche dubbio ce l'ho.


Io invece ho solo certezze: la guerra in Afghanistan non ha niente a che vedere con "Al Qaida". Gli Afghani stanno vincendo in Afghanistan, come al solito. Non appena gli stranieri toglieranno l'incomodo ritorneranno a sbudellarsi fra di loro, ma di sicuro non hanno bisogno che nessuno combatta le loro guerre o gliele diriga. Hanno solo bisogno di armi, non di fantasmi che nessuno ha mai realmente visto, novelli Emmanuel Goldstein della propaganda del Grande Cuggino d'Oltreatlantico.

Ma, altrove, quella sigla puo' far comodo per le false flag operations. Cio' non toglie che abbiano pure, come nel caso del terrorismo italiano, qualcuno che magari creda pure di esserlo , "Al Qaida" e probabilmente Gaddafi si riferiva a suoi contatti in tal senso: un po' come i rapporti tra la Camorra e le BR dei tempi andati...

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Paolo69
Inviato: 28/3/2011 19:37  Aggiornato: 28/3/2011 19:37
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/7/2004
Da:
Inviati: 1173
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:
Non appena gli stranieri toglieranno lincomodo torneranno a sbudellarsi fra di loro

Eggia', e chissa fomentati da chi!

desbouvet
Inviato: 28/3/2011 20:48  Aggiornato: 28/3/2011 20:48
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/6/2007
Da:
Inviati: 541
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Scusate, non dirò nulla di nuovo, ma ... che disgusto il "nostro" Giorgino al palazzo di vetro. Il compagno giorgino, compagno affranto di merendina. Disgustoso come un conato di vomito, sapete quella puzza improvvisa, nausebonda, che ti sale su dalle interiora e non ci puoi fare niente.

Redazione
Inviato: 28/3/2011 20:50  Aggiornato: 28/3/2011 20:51
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
PISPAX: Citazione:
"Però ruota attorno a una contraddizione pesante, che Tarpley si guarda bene dallo spiegare. Il fatto che Al Qaeda sia uno strumento della CIA è il perno centrale attorno al quale ruota tutto questo testo. La cosa viene utilizzata solo come assunto: a parte un certo livello di aneddotica, Tarpley non si ferma mai ad approfondire il concetto. Lo prende per scontato. Dal punto di vista logico si è creata una struttura circolare. Per dimostrare che la CIA utilizza Al Qaeda.. si parte dall'assunto che la CIA utilizza Al Qaeda."
Anch’io ho avuto qualche dubbio sulla “circolarità” del ragionamento di Tarpley, e prima di pubblicare l’articolo ho voluto parlargli, per farmi spiegare meglio la sua posizione.

Quando lui dice che “quelli di al Qaida uccidono i soldati americani” usa il punto di vista dei media mainstream. Cioè – dice – sono loro che dovrebbero scandalizzarsi di questo, non certo io (che conosco bene il concetto di “collateral damage”).

Sulla questione dell’assunto-dimostrazione (AlQuaida=CIA) non si scappa, è chiaro che si tratta di una premessa indimostrabile. Ma lui non usa il ragionamento per “dimostrare” che alQuaida è una creazione della CIA, usa il fatto rivelato per ritorcere lo “scandalo” sulla popolazione mainstream.

desbouvet
Inviato: 28/3/2011 21:42  Aggiornato: 28/3/2011 21:53
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/6/2007
Da:
Inviati: 541
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Un giorno guardai bene la bandiera degli Stati Uniti. Cinquanta stelle, numero pari. Eppure, DIAVOLO DI UN BIN LADEN, queste stelle sono disposte su una griglia di 9 file orizzontali per 11 verticali.

In corrispondenza, poi di 4 'stripes' rosse e 3 stripes bianche. Giorgino infatti fu il 43°.

Aveva se non sbaglio 4 o 5 anni, IL DIAVOLO, quando la bandiera fu adottata ufficialmente. Sicuramente Bin Laden ha ordito l'Attacco. Ah non ho dubbi. E prima di farlo (gli ci sono voluti anni, poveretto, ha dovuto mettere su persino una rete di terroristi fantasma senza patria, mentre lui andava in TV più e più volte), è andato pure a cercare la prima pietra del Pentagono, che fin da quando aveva 4 o 5 anni sapeva che un giorno avrebbe incendiato. Cioè lui è nato sapendo che avrebbe distrutto quell'edificio altamente simbolico. Edificio che, precisiamo, è più vecchio di lui eh... Ha visto che la pietra su cui era stato "edificato" il Pentagono recava la scritta commemorativa del giorno < 11 settembre > e solo a quel punto, davanti alla potente ispirazione di quella pietra visibile a tutti, IL DIAVOLO saudita ha .... proclamato guerra ai crociati. Lanciando le sue orde fantasma di assassini planetarii.

Ah ah ah

E la certezza che OSAMA BIN LADEN sia la mente degli attacchi, e il primo responsabile morale della guerra dei mondi,

la si ricava dalla curiosa coincidenza per la quale tale Hudson, nel '600 se non sbaglio, scoprì la baia selvatica che poi divenne la baia di New York City. E cominciò a risalire le acque del fiume che poi prese il suo nome (proprio lì, dove iniziano le acque di quel fiume, sorgevano LE TORRI....) in un giorno ben preciso, che il DIAVOLO SAUDITA, 350 anni prima di nascere, aveva già "ordito".

Cioè un giorno qualunque, semplicemente un 11 settembre. Ah. La nave di Hudson si chiamava " Mezza Luna ". Sembra incredibile eh. Ma sapete quando nasci saudita e stronzo, e in più ti circondi di guerriglieri fantasma, tutto è possibile.

Come per esempio mettere a capo delle operazioni un uomo chiamato Hatta.

Man-Hatta-n

Ah ah ah ah ah ah

Redazione
Inviato: 28/3/2011 22:05  Aggiornato: 28/3/2011 22:05
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
DESBOUVET (ciao): Tu che marca di candeggina bevi?

desbouvet
Inviato: 28/3/2011 22:55  Aggiornato: 28/3/2011 23:02
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/6/2007
Da:
Inviati: 541
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
MAZZUCCO (hi): carissimo,,,,,,,,,,,, NOT A FALSE FLAG !!!!!!!!!!!

prova a fare una semplice cosa... unisci con una linea la Spianata del Tempio, e il centro del Pentagono, a Washington. Osserva un fatto singolarissimo: quella linea passa anche nei pressi dell'aeroporto di Boston, e .. attraversa l'area del World Trade Center, a New York.

E sai cosa è questa linea? Hai idea di quale possa esserne il significato? Per dirne solo una. New Orleans.

Aspetta, non è finita. Cosa successe 911 anni prima dell'anno 2001? Nel 1090? Semplicemente fu decisa la prima crociata (che fu eseguita se non sbaglio 5 anni dopo). Io, per colpa della mia curiosità, il giorno dopo l'11 marzo spagnolo, contai i giorni, bisestile compreso,e vidi che erano passati 911 giorni da NYC. Veramente diabolico. Sai che fine ha fatto Hudson, quello della Mezza Luna? Sai chi era sepolto a pochi passi dal WTC, in un piccolo cimitero urbano del tutto inusuale, in piena Downtown?

Ma vuoi che ti spieghi il senso? L'11 settembre 2001 è la Terza Distruzione del Tempio. Andiamo a vedere in quali GIORNI sono stati distrutti i primi due Templi. Questa è stata la distruzione simbolica, capovolta nei segni, in tutti i segni. Non una vendetta dell'islam, ma una chiara prefigurazione dell' Ultima Opera (di Edificazione). Prima di edificare, bisogna distruggere... A New York c'era il Tempio vero e proprio, le Due Torri e l'Aula (Wall Street, ricordi dove fu messa la grande FLAG ? Il Muro Occidentale...), naturalmente non il tempio di Dio, ma del Denaro. Mentre il Pentagono è la porta. Nella Bibbia si dice proprio così, il pentagono sulla porta...

E sai che nella storia biblica le torri erano di Bronzo, insomma 'metalliche'? E sai che non furono "distrutte" ma ... " FUSE "....? E sai che "el-even" significa "dio-rade al suolo" ? Capito il ground zero? E la demolizione con le pozze di metallo fuso?

Ce ne sono di indizi, per ricostruire un mosaico che senz'altro conferma la responsabilità nell' " ordire gli attacchi " da parte dei pennarelli Osama.

desbouvet
Inviato: 28/3/2011 23:16  Aggiornato: 28/3/2011 23:31
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/6/2007
Da:
Inviati: 541
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
In realtà l'11 settembre è il dramma della mia vita. Ne faccio parte, diciamo così, di questa vicenda... mi tocca personalmente.

Non sarei così disposto ad accettare l'ironia... Anche se è affettuosa, Massimo. No... è colpa mia, non riesco a disgiungere.

Ma va bene uguale. Chi non è capace di risolvere i propri drammi, sia capace almeno una volta di tornare nel suo proprio grembo.


P.S. Comunque, quello che dico è tutto vero. Basta andare a verificare. Sono cose più facili da verificare che non la dinamica esatta del crollo o l'apertura alare del drone e la frrequenza esatta del comando radio detonatore etc etc.

Ma ci hanno distratto operando una dinamica VOLUTAMENTE imperfetta, tecnicamente, e bislacca, nel territorio della logica, dell'attentato... Mentre la firma del serial killer sta da un'altra parte.

desbouvet
Inviato: 28/3/2011 23:50  Aggiornato: 28/3/2011 23:50
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/6/2007
Da:
Inviati: 541
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Cioè... tornando sulla LIBIA,

Reagan il bombarolo fu sparato, persino... Avete mai guardato bene la faccia di Reagan? Traspariva un evidente terrore di essere lì dov'era. Mai accettato fino in fondo ciò per cui si era prestato.

Confrontate con l'impassibile maschera di Obice Nero. Oggi questo strz si è riunito in videoconferenza con altri tre stronzi, per parlare tranquillamente di come continuare le operazioni di guerra. Caffè e guerra. Più nessun dramma. Fanno pure a meno dei proclami a reti unificate. C'è qualcosa che è tremendamente scivolato verso l'ignoto....

E tutto questo, mai sarebbe potuto essere, senza quel trauma mentale di massa, ordito dal principe saudita folle dalla faccia imbecille, spenta come un manichino. Mai.

Pispax
Inviato: 29/3/2011 2:17  Aggiornato: 29/3/2011 2:22
Sono certo di non sapere
Iscritto: 19/3/2009
Da:
Inviati: 4685
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Redazione


Citazione:
PISPAX: Citazione:
"Però ruota attorno a una contraddizione pesante, che Tarpley si guarda bene dallo spiegare. Il fatto che Al Qaeda sia uno strumento della CIA è il perno centrale attorno al quale ruota tutto questo testo. La cosa viene utilizzata solo come assunto: a parte un certo livello di aneddotica, Tarpley non si ferma mai ad approfondire il concetto. Lo prende per scontato. Dal punto di vista logico si è creata una struttura circolare. Per dimostrare che la CIA utilizza Al Qaeda.. si parte dall'assunto che la CIA utilizza Al Qaeda."



Anch’io ho avuto qualche dubbio sulla “circolarità” del ragionamento di Tarpley, e prima di pubblicare l’articolo ho voluto parlargli, per farmi spiegare meglio la sua posizione.

Quando lui dice che “quelli di al Qaida uccidono i soldati americani” usa il punto di vista dei media mainstream. Cioè – dice – sono loro che dovrebbero scandalizzarsi di questo, non certo io (che conosco bene il concetto di “collateral damage”).

Sulla questione dell’assunto-dimostrazione (AlQuaida=CIA) non si scappa, è chiaro che si tratta di una premessa indimostrabile. Ma lui non usa il ragionamento per “dimostrare” che alQuaida è una creazione della CIA, usa il fatto rivelato per ritorcere lo “scandalo” sulla popolazione mainstream.


Hai assolutamente ragione.

In ogni caso ho riscontrato una certa ambiguità in queste sue tesi. Non mi è sembrato che si sia fermato lì dove dici tu, né per gli argomenti utilizzati né tantomeno per il modo di esporli.
E' per questo che ho sottolineato la cosa.


In linea di massima le domande che suscitano tutte queste rivolte, una a ruota all'altra, sono molte e doverose.
E' un effetto domino, visto che si parla di gente che vive da più di 30 anni sotto pesanti dittature? E' un moto della Storia? E' una presa di coscienza collettiva?
E' un effetto collaterale delle contaminazioni portate da internet?
Puole facebook, per il solo fatto di esistere, scatenare una rivolta? Esistono persone disposte a morire pur di avere un iPhone? (leggi: pur di adeguarsi a un qualunque modello occidentale del cazzo?)

E' una sana richiesta di libertà e democrazia o è una roba scatenata da qualche cazzo di propaganda, dove i sobillati si limitano a fare i comodi del sobillatore?


E in questo caso, CHI E' il sobillatore?



Ho letto decine di "analisi" che partono, TUTTE, dalla sconvolgente notizia che dietro a tutte queste rivolte c'è l'immancabile CIA - in molti casi seguita a ruota dall'altrettanto immancabile Mossad, in altri casi preceduta.

Nessuna di queste "analisi" però si è soffermata un attimo a considerare che i governi abbattuti sono tutti o filo-americani, o filo-israeliani, o quantomeno filo-occidentali.
In che modo, per dirne una, CIA e/o Mossad ritengono di poter avere un governo a loro più favorevole di quello di Mubarak? Che garanzie hanno che il prossimo governo egiziano continui a portare avanti, sempre per dirne una, un embargo ferreo nei confronti dei palestinesi allo stesso modo di Mubarak?


Nessuna di queste favolose "analisi" si sofferma un attimo a spiegare il perché secondo loro la CIA starebbe operando contro il proprio interesse.
Macché: troppa grazia.
A quanto pare è sufficiente seguire il pensiero mainstream della cd. "controinformazione", secondo il quale tutto quello che avviene è colpa della CIA.



Tarpley sta seguendo questa falsariga. Non solo si adegua a questa linea mainstream, ma per poterlo fare risponde a un sacco di domande secondarie pur di non rispondere a quelle principali. Che poi sono quelle più interessanti.
Da qui la mia irritazione.

desbouvet
Inviato: 29/3/2011 2:19  Aggiornato: 29/3/2011 2:19
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/6/2007
Da:
Inviati: 541
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
La faccia di Obice Nero è di uno SQUALLORE impressionante.

ivan
Inviato: 29/3/2011 2:39  Aggiornato: 29/3/2011 3:00
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:



Ho letto decine di "analisi" che partono, TUTTE, dalla sconvolgente notizia che dietro a tutte queste rivolte c'è l'immancabile CIA - in molti casi seguita a ruota dall'altrettanto immancabile Mossad, in altri casi preceduta.

Nessuna di queste "analisi" però si è soffermata un attimo a considerare che i governi abbattuti sono tutti o filo-americani, o filo-israeliani, o quantomeno filo-occidentali.
In che modo, per dirne una, CIA e/o Mossad ritengono di poter avere un governo a loro più favorevole di quello di Mubarak? Che garanzie hanno che il prossimo governo egiziano continui a portare avanti, sempre per dirne una, un embargo ferreo nei confronti dei palestinesi allo stesso modo di Mubarak?




La chiave di lettura di tanti eventi si riassume in questo: la disgregazione degli stati come finora li abbiamo conosciuti.



La cosa è spiegata qui:


link

Citazione:


...

Una corsa alla colonizzazione, insomma?
«Si può parlare di una "guerra coloniale", è vero, tenendo questo termine tra virgolette. Il riassetto del Nord Africa può seguire solo due vie: la ricerca di un equilibrio e di una stabilità che permettano degli investimenti futuri, oppure la balcanizzazione dell'area. La seconda soluzione è quella che è stata applicata più spesso negli ultimi anni in tutti gli scenari di guerra: nei Balcani certamente, ma anche in Afghanistan. Se non si riesce a trovare un punto di accordo, allora si destabilizzano le istituzioni e si frammentano, in modo che il potere vada nelle mani di chi ha degli interessi diversi, come le compagnie private energetiche».
...




E qui:

link

Citazione:



...

La connessione tra i presunti combattenti per la libertà etnico-religiosa e i membri dei cartelli della droga, anche se spesso si tratta delle stesse persone, è un segreto di Pulcinella. V. Ivanov, il capo dell'agenzia per il contrasto alla droga in Russia, ha sottolineato, durante un incontro con i media avuto a Roma il 2 marzo del 2011, che oltre a minare la salute e l'ordine pubblico, il traffico di droga contribuisce anche alla destabilizzazione politica e comporta quindi una tutta una serie di conseguenze alle rispettive società. Ha anche aggiunto che ci sono informazioni sul fatto che il traffico di droga sia la causa principale di proliferazione del crimine organizzato e di rivolta in Nigeria, Costa d'Avorio, Algeria, Tunisia, Libia e Egitto.

Seguendo V. Ivanov, la recente rivoluzione, in alcuni dei summenzionati paesi, si deve di fatto attribuire al crimine organizzato legato agli stupefacenti. In terzo luogo, la tendenza va nella direzione di costruire giustificazioni ai miti diffusi dai media, e i servizi di intelligence, strumenti della governance globale, pubblicano con prontezza relazioni di supporto per l'attacco ai regimi non allineati. Dopo di che, i paesi intenzionati a sostenere il nuovo ordine mondiale – confidando nella loro assoluta superiorità militare e quindi senza alcun rischio – sono liberi di devastare le infrastrutture militari e civili dei paesi-vittima. Nel processo, la conta delle morti dei civili supera di molto quella dei membri dei gruppi criminali, che fanno mostra di sé quali combattenti per la libertà. In quarto luogo, i paesi costretti a capitolare diventano quasi sempre preda dei 'cartelli' del traffico della droga. I rappresentanti dei trafficanti e dei gruppi separatisti, che fin dall'inizio scatenano la tensione, o le persone legate a gruppi di pressione esteri vengono così supportati nei paesi sconfitti per imporre nuovi standard apparentemente democratici, dove poi ricopriranno incarichi nella burocrazia post-bellica in modo che le loro risorse tecnologiche e naturali vengano così cedute alle corporation multinazionali. Le popolazioni degli stati in precedenza sovrani si trovano privati di tutte le fonti di sviluppo socioeconomico e si convertono in materiale umano pronto per essere usato dalle mafie. Con la supervisione della NATO, i paesi prendono le sembianze di stati in mano ai gangster, dove la popolazione è divisa tra scagnozzi dei gruppi criminali e servi, vittime e schiavi della criminalità organizzata.

...

La domanda finale è: come il banditismo si può evolvere nella colonna portante del presente geopolitico e come può il crimine organizzato, con i suoi gruppi armati, emergere come lo strumento preminente del nuovo ordine mondiale? La risposta è semplice: la misinterpretazione di un modello preso a prestito dai matematici, e applicato con successo come fondamento per una valutazione socioeconomica, è servito a trasformare una parte dell'umanità in un'organizzazione diffusa che è strutturalmente analoga alla mafia tradizionale. Le similitudini nella struttura stessa fanno da contraltare alla comunanza di forme, principi, metodi e algoritmi. Le implicazioni per il mondo intero non sono difficili da comprendere.


cagliostro
Inviato: 29/3/2011 10:34  Aggiornato: 29/3/2011 10:34
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/9/2007
Da:
Inviati: 1579
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida

«Io non sono di nessuna epoca e di nessun luogo: al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza.»
Gisar
Inviato: 29/3/2011 11:03  Aggiornato: 29/3/2011 11:03
Ho qualche dubbio
Iscritto: 5/1/2010
Da: Umania
Inviati: 270
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida

Instauratio ab imis fundamentis
peonia
Inviato: 29/3/2011 13:37  Aggiornato: 29/3/2011 13:37
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
QUALCUNO POTREBBE RISPONDERE AL MIO POST? IN PARTICOLARE MASSIMO....
mi stanno venendo i complessi...

GRAZIE

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
berna85
Inviato: 29/3/2011 14:15  Aggiornato: 29/3/2011 14:15
Ho qualche dubbio
Iscritto: 16/1/2011
Da: Amsterdam
Inviati: 154
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
@peonia
in sostanza la differenza è che da un lato Tarpley vede una connessione diretta tra la rivolta e l'alta concentrazione di movimenti jihadisti nell'area di benghazi, nell'articolo citato da te invece la presenza jihadista è semplicemente vista come un potenziale pericolo e che LIFG o altri gruppi potrebbero approfittare della situazione.
Inoltre si fa appello alla necessità di un forte esercito, come nel caso dell'Egitto, per colmare il vuoto di controllo che conseguirebbe la caduta di Ghedaffi. Appare chiaro la volontà di mantenere la leggittimità della rivolta ed allo stesso tempo agitare lo spauricchio jihadista senza mai domandarsi chi sono effettivamente i ribelli e se non abbiano già rapporti con gruppi jihadisti.

peonia
Inviato: 29/3/2011 15:09  Aggiornato: 29/3/2011 15:09
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
GRazie BERNA.

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
audisio
Inviato: 29/3/2011 15:37  Aggiornato: 29/3/2011 15:46
Sono certo di non sapere
Iscritto: 29/4/2008
Da:
Inviati: 3471
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Grande Desbouvet, quanto mi sei mancato!
Sai, senza di te eravamo rimasti in pochi qui ad avere le tue
stesse "visioni".
Tipo, la puntata dei Simpson andata in onda nel 1997 in cui un
ubriaco ruba la macchina a Homer e l'abbandona al n. 1 di WTC Plaza.
Dopodichè, la polizia chiama Homer e lo invita perentoriamente a ritirare
la macchina entro 72 (numero sacro massonico) ore !!!
E nella stessa puntata Lisa mostra un cartello raffigurante le Torri
precedute da un gigantesco 9!!!
E la puntata nel cofanetto corrisponde al primo episodio del primo DVD
della nona stagione.
Tralascio mille altre date e cifre che compongo il fatidico 911 per dire
solo che ad un certo punto Lisa parla nella metro con un barbone e gli
chiede l'indirizzo (ad un senzatetto?!) dove scrivergli nonchè il suo nome.
E lui risponde:
"Gesù presso il Pentagono (!!!!!)"
E lei:
"Mi stai prendendo per i fondelli?"
Sì, cara Lisa, ci stanno (ci state) prendendo TUTTI per i fondelli.
Finora mi sono preso da solo (o meglio con pochi altri) tutte le accuse
di follia e paranoia.
Ora spero mi aiuterai a dividerne l'onere.



P.S.: a margine dei miei "scazzi" sulla puntata dei Simpson avevo proprio
individuato nel 911 la distruzione del Terzo Tempio, per sostituirlo con
il monolitico NWO (cosa sorgerà ora a Ground Zero e quali misure
presenta? ).
Boaz e Iachin e l'architrave massonico hanno concluso la loro opera, ora
è un altro tempo...
E' incredibile il collegamento quantistico fra le nostre menti, caro
Desbouvet!

P.S.2: anche le tue considerazioni sulla voluta imperfezione della
cospirazione sono anche le mie.
Pari pari...
Comincio a preoccuparmi, Desbouvet.
Fossi tu per caso una delle tante personalità del mio ego schizofrenico?
Sto scherzando, non vorrei che qualcuno lo pensasse veramente...

desbouvet
Inviato: 29/3/2011 15:47  Aggiornato: 29/3/2011 15:49
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/6/2007
Da:
Inviati: 541
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Ciao AUDISIO, grazie.

Bisogna capire bene cosa è successo in Spagna, nel 1492. Bisogna capire che questo nine-eleven viene davvero da molto lontano. E anche da molto "sopra".

Io sto pagando un onere che non immaginavo. Nel momento in cui non pensavo più all'11S, perchè pensavo a qualcos'altro, ecco che ci sono stato buttato in pieno, dentro, in una misura che non immaginavo. Questo è successo l'11 settembre 2010. E' capitato qualcosa nella mia vita che non immaginavo proprio.... Non posso dettagliare.... A questo punto però non so più cosa pensare. Spero solo che l'11 settembre 2011 per me sia tutto finito. Che io stia finalmente bene.

A quel punto quasi quasi comincio a bere candeggina, così, tanto per provare


P.S. Potrei dire molte cose sulla Freedom Tower, porco mondo. No... in questo momento non ci devo più pensare. Vado a prendere un po' di sole.

baciccio
Inviato: 29/3/2011 15:51  Aggiornato: 29/3/2011 15:53
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/1/2006
Da: Genova
Inviati: 536
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
"La puntata dei Simpson andata in onda nel 1997 in cui un
ubriaco ruba la macchina a Homer e l'abbandona al n. 1 di WTC Plaza.
Dopodichè, la polizia chiama Homer e lo invita perentoriamente a ritirare
la macchina entro 72 (numero sacro massonico) ore !!!".

Caspita! 72 è un numero sacro massonico?
Ricordo che un paio di settimane fa' i Ribelli Libici, a un passo dalla vittoria, intimarono a Gheddafi un ultimatum di 72 ore , se accettava, aveva la garanzia di uscire di scena senza spiacevoli conseguenze...

audisio
Inviato: 29/3/2011 16:01  Aggiornato: 29/3/2011 16:04
Sono certo di non sapere
Iscritto: 29/4/2008
Da:
Inviati: 3471
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
72 erano i congiurati (insieme a Seth) che uccisero e smembrarono
Osiride.
72 era anche il numero dei discepoli di Gesù (quelli del Secondo Cerchio,
ossia gli incaricati di diffondere il Verbo).
Ma 72 erano anche i membri del Sinedrio che decretarono la condanna
di Gesù.
E 72 sono i mattoni che compongono la Piramide tronca raffigurata sul
dollaro, in omaggio anche alla tradizione babilonese.
E 72 è ovviamente un numero molto importante nella precessione
degli equinozi e nel calcolo dell'Anno Lungo Maya.
Ma, soprattutto, 72 sono i Nomi che compongono il Grande Nome di
Dio...


P.S.: dimenticavo
72 = (6+6)*6

baciccio
Inviato: 29/3/2011 16:02  Aggiornato: 29/3/2011 16:02
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/1/2006
Da: Genova
Inviati: 536
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Un interessante punto di vista.

IL CRIMINE ORGANIZZATO, LA SPINA DORSALE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE

DI KONSTANTIN GOORDEEV
strategic-culture.org
Negli ultimi dodici anni, dall'aggressione della NATO all'ex-Yugoslavia, non è la prima volta che siamo testimoni di un intervento internazionale che ha come obbiettivo uno Stato sovrano, sotto l'egida nelle Nazioni Unite e con le parole d'ordine 'democrazia' e 'diritti umani'. Il controllo del caos non è una strategia recente e le leggi internazionali sono oramai defunte da lungo tempo. Nel marzo del 1999, la NATO bombardò Belgrado, Pristina e altre città della ex-Jugoslavia, il Paese che per primo ha sperimentato i test del nuovo corso degli eventi durante gli anni '90.

In effetti, il concetto di caos dei sistemi dinamici è vecchio di circa quarant' anni.
Deriva dagli studi matematici, ma è poi trapelato persino negli scritti di Z. Brzezinski che videro la luce del giorno negli anni '70 e definirono la direzione da intraprendere per la costruzione del nuovo ordine mondiale per i decenni a venire.

Le motivazioni pragmatiche costituiscono la struttura delle applicazioni della teoria del caso, all'interno dei sistemi deterministici in almeno il 90% dei casi, anche non considerando il fatto che questa è in realtà una reincarnazione della strategia del divide et impera, che ha lo scopo di minare la sovranità nazionale, di prendere il controllo delle risorse naturali (in primo luogo, quelle energetiche ma anche le competenze tecnologiche) dei Paesi indipendenti, e di dare supporto agli architetti del nuovo ordine mondiale per rafforzare le loro posizioni, usando il potenziale delle regioni poste sotto il loro controllo.

Le quattro missioni NATO di 'peace-keeping' nel periodo di tempo iniziato nel 1999, quelle in Jugoslavia, Afghanistan, Iraq e Libia, ci forniscono abbastanza materiale per comprendere cosa hanno in comune queste offensive nei termini delle implicazioni politiche internazionali.

Per prima cosa, tutte le campagne simili hanno lo scopo di dare alla NATO il controllo sui territori e sulle risorse naturali, con l'appoggio dello schieramento dei media. Le vittime delle aggressioni sono demonizzate e ritratte come nemici della civilizzazione e dell'umanità mentre, al contrario, le aggressioni sono spacciate all'opinione pubblica - la cui stretta visuale è limitata dagli schermi televisivi e dai monitor dei computer - come atti di giustizia.

In secondo luogo, le provocazioni dei gruppi estremisti o separatisti e quella dei cartelli della droga aiutano a costruire le basi della narrazione per le campagne di propaganda. La connessione tra il crimine organizzato legato al traffico degli stupefacenti e le aggressioni della NATO può sembrare paradossale, ma molti dei Paesi che sono stati vittima di attacchi da parte della NATO sono tutti attraversati da importanti rotte di smercio, o sono conosciuti per essere tra le centrali di traffico della droga. Ad esempio, l'Afghanistan e l'Iraq erano annoverati tra i maggiori produttori al mondo di hashish, marijuana e eroina, e il Kosovo albanese come entità etnica esisteva in larga parte grazie a un enorme clan mafioso, il cui leader H. Thaci, un 'signore della droga' convertitosi in primo ministro di uno Stato che si è auto-proclamato, era la figura-chiave nel business degli stupefacenti in Europa.

Mappa delle rotte-chiave nel traffico mondiale degli stupefacenti
La connessione tra i presunti combattenti per la libertà etnico-religiosa e i membri dei cartelli della droga, anche se spesso si tratta delle stesse persone, è un segreto di Pulcinella. V. Ivanov, il capo dell'agenzia per il contrasto alla droga in Russia, ha sottolineato, durante un incontro con i media avuto a Roma il 2 marzo del 2011, che oltre a minare la salute e l'ordine pubblico, il traffico di droga contribuisce anche alla destabilizzazio ne politica e comporta quindi una tutta una serie di conseguenze alle rispettive società. Ha anche aggiunto che ci sono informazioni sul fatto che il traffico di droga sia la causa principale di proliferazione del crimine organizzato e di rivolta in Nigeria, Costa d'Avorio, Algeria, Tunisia, Libia e Egitto.

Seguendo V. Ivanov, la recente rivoluzione, in alcuni dei summenzionati Paesi, si deve di fatto attribuire al crimine organizzato legato agli stupefacenti. In terzo luogo, la tendenza va nella direzione di costruire giustificazioni ai miti diffusi dai media, e i servizi di intelligence, strumenti della governance globale, pubblicano con prontezza relazioni di supporto per l'attacco ai regimi non allineati. Dopo di che, i Paesi intenzionati a sostenere il nuovo ordine mondiale – confidando nella loro assoluta superiorità militare e quindi senza alcun rischio – sono liberi di devastare le infrastrutture militari e civili dei Paesi-vittima. Nel processo, la conta delle morti dei civili supera di molto quella dei membri dei gruppi criminali, che fanno mostra di sé quali combattenti per la libertà. In quarto luogo, i paesi costretti a capitolare diventano quasi sempre preda dei 'cartelli' del traffico della droga. I rappresentanti dei trafficanti e dei gruppi separatisti, che fin dall'inizio scatenano la tensione, o le persone legate a gruppi di pressione esteri vengono così supportati nei Paesi sconfitti per imporre nuovi standard apparentemente democratici, dove poi ricopriranno incarichi nella burocrazia post-bellica in modo che le loro risorse tecnologiche e naturali vengano così cedute alle corporation multinazionali. Le popolazioni degli Stati in precedenza sovrani si trovano privati di tutte le fonti di sviluppo socioeconomico e si convertono in materiale umano pronto per essere usato dalle mafie. Con la supervisione della NATO, i paesi prendono le sembianze di Stati in mano ai gangster, dove la popolazione è divisa tra scagnozzi dei gruppi criminali e servi, vittime e schiavi della criminalità organizzata.

La situazione nei regimi instaurati dalla NATO, con leader fantoccio, guerre di mafia oltre al totale disprezzo dei diritti umani, è simile a quelle già vista nelle colonie. Diffondendo una versione edulcorata, i media hanno comunque fornito una vasta testimonianza a riguardo: le forze USA hanno, secondo quanto riferito, umiliato gli iracheni e gli afgani, i velivoli NATO hanno deliberatamente bombardato i villaggi locali nelle zone di combattimento, i prigionieri hanno dovuto affrontare molestie sessuali e il centro diretto da Thaci per l'estrazione forzata degli organi da mettere in vendita in Europa e negli USA è stato realizzato nel mezzo dell'Europa stessa. Questi processi aiutano gli architetti del nuovo ordine mondiale nell'accumulare valore e a mettere in atto i programmi di riduzione della popolazione, ma questi scopi sono ancora marginali alle loro strategie. Ovviamente, la reale priorità è quella di allargare le zone soggette al 'controllo del caos' per coinvolgere tutto il mondo globalizzato. Nel lungo termine, questo caos dovrebbe condurre a una ridistribuzione del mondo in linea con un modello socioeconomico dalla concezione astratta.

Le rivoluzioni che hanno sconvolto il Nord Africa e il Medio Oriente nel gennaio-marzo del 2011 dovevano avere lo scopo di creare una cintura di caos perenne che si spandesse dall'Afghanistan al Marocco (per il momento, la Libia, che mette resistenza all'aggressione della NATO, e l'Iran, un Paese che non svenderà la propria sovranità nazionale, stanno contrastando la realizzazione del piano). In aggiunta a questi manifesti obbiettivi geopolitici, quali la formazione di una testa di ponte strategica dalla quale l'intera Eurasia e il Nord Africa avranno la pistola puntata così come la formazione di un monopolio per la formazione dei prezzi dell'energia, capace di provocare arbitrariamente o di far cessare crisi globali, il proposito di questo disegno geopolitico era quello di disseminare il caos, principalmente nei Paesi europei, indirizzando verso di loro un sempre maggiore flusso di migranti e di droga.

E' improbabile che la miscela risultante raggiungerà una concentrazione esplosiva nel futuro prossimo, ma le tensioni etniche che stanno montando in Germania e in Francia e le sue conseguenze socioeconomiche promettono già un collasso generalizzato. Senza ombra di dubbio, l'ora del regolamento dei conti nella vecchia Europa arriverà un giorno o l'altro, anche se, al momento, gli architetti si stanno preoccupando di paesi più vulnerabili, quali la Siria, l'Iran e il Venezuela. L'Iran è il primo obbiettivo scelto per essere il candidato di rivolte preventive guidate dal caos, essendo anche lo Stato che ha osato esprimere la propria opposizione alla politica israeliana, oltre ad costituire un'interruzione nella zona soggetta al crimine che si estende dall'Afghanistan al Marocco e a combattere in modo deciso il traffico di stupefacenti.

In Iran, una guerra con i propositi dell'esportazione della democrazia è imminente.

La ragione in parte risiede nel fatto che le recenti rivoluzioni nel mondo arabo hanno lasciato Teheran a corto di alleati e hanno rafforzato la posizione di Israele, ma va anche considerato che la guerra contro l'Iran nel mondo virtuale è già stata scatenata e, nei piani della NATO, questo Paese è il prossimo della lista dopo la Libia (o dopo Libia e Siria).

La domanda finale è: come il banditismo si può evolvere nella colonna portante del presente geopolitico e come può il crimine organizzato, con i suoi gruppi armati, emergere come lo strumento preminente del nuovo ordine mondiale? La risposta è semplice: la misinterpretazi one di un modello preso a prestito dai matematici, e applicato con successo come fondamento per una valutazione socioeconomica, è servito a trasformare una parte dell'umanità in un'organizzazione diffusa che è strutturalmente analoga alla mafia tradizionale. Le similitudini nella struttura stessa fanno da contraltare alla comunanza di forme, principi, metodi e algoritmi. Le implicazioni per il mondo intero non sono difficili da comprendere.

Konstantin Goordeev
Fonte: www.strategic-culture.org

Rickard
Inviato: 29/3/2011 16:09  Aggiornato: 29/3/2011 18:43
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 9/9/2007
Da: Un mondo pervaso di follia
Inviati: 1609
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Pispax
Citazione:
Nessuna di queste "analisi" però si è soffermata un attimo a considerare che i governi abbattuti sono tutti o filo-americani, o filo-israeliani, o quantomeno filo-occidentali.
In che modo, per dirne una, CIA e/o Mossad ritengono di poter avere un governo a loro più favorevole di quello di Mubarak? Che garanzie hanno che il prossimo governo egiziano continui a portare avanti, sempre per dirne una, un embargo ferreo nei confronti dei palestinesi allo stesso modo di Mubarak?


Nessuna di queste favolose "analisi" si sofferma un attimo a spiegare il perché secondo loro la CIA starebbe operando contro il proprio interesse.
Macché: troppa grazia.
A quanto pare è sufficiente seguire il pensiero mainstream della cd. "controinformazione", secondo il quale tutto quello che avviene è colpa della CIA.

Basta non fermarsi alle immediate apparenze per avere molte valide risposte a questo "dubbio" che sventoli come una definitiva dimostrazione della erroneità di quelle analisi.

Ben alì e Mubarak erano leader insediati da 30 anni ormai, ed inevitabilmente dopo tanto tempo cercavano di smarcarsi, di rendersi indipendenti dai propri padroni, di imporre una linea di succesione semi-monarchica con la quale trasferire il potere ai propri eredi. è inevitabile che questi cani da riporto degli USA dopo molti decenni si illudano di poter alzare la cresta e prendere decisioni per conto proprio, quindi un "ricambio generazione" (tramite la solita rivoluzione color merda) è naturale.

A questo aggiungiamoci che Mubarak e Ben alì erano alleati con Gheddafi da solide relazioni di collaborazione, che riguardavano anche progetti di ampio respiro, come quello delle risorse idriche libiche. Loro si sarebbero opposti strenuamente all'attacco che si sta verificando sulla Libia e avrebbero costituito una spina nel fianco, sia sul piano mediatico che sul piano militare, potendo costituire una solido blocco di paesi nord-africani contrario alla guerra e al contenpo rifornire di risorse la Libia e opporsi a un eventuale passaggio sui propri territori di truppe di terra straniere.

Già questi motivi (che non sono certo gli unici, vedi anche l'intenzione manifestata da Gheddafi di introdurre valuta in oro) sono più che sufficienti per spegare come mai i "governi filo-israeliani" sono stati rovesciati dagli stessi che li hanno creati, non c'è bisogno di andare a pensare a chissà quali oscure motivazioni.

La scienza non è nient'altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità. - Nikola Tesla
azul
Inviato: 29/3/2011 16:55  Aggiornato: 29/3/2011 19:40
Ho qualche dubbio
Iscritto: 12/1/2010
Da:
Inviati: 39
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Trovo gli interventi di Tarpley sempre molto interessanti, contributi essenziali per una diversa interpretazione degli accadimenti storici che viviamo.
Tuttavia rimango perplesso quando vedo che il caro Webster continua a citare David Shayler, ex (?) funzionario dell’organizzazione britannica di controspionaggio MI-5, ritenendolo una fonte attendibile.

E' bene ricordare che David Shayler dopo essere uscito allo scoperto con rivelazioni clamorose sull'11/9 e su varie attività svolte in passato dai servizi segreti inglesi ed essere entrato nel movimento 911 truth, successivamente cambiò nome e sesso, trasformandosi nella drag Delores Kane (fino a quel momento aveva vissuto da perfetto eterosessuale convivendo con una compagna). Nulla di male, sia chiaro, se non fosse per le pose volutamente (credo) ridicole e le relative imbarazzanti dichiarazioni sul travestitismo di Gesù, sulla fine del mondo nel 2012, per culminare con la propria autoproclamazione a reincarnazione del Cristo.

E' ovvio che tutti i debunkers hanno già fatto facile man bassa del personaggio in perfetto stile “guarda un po' chi sono questi cospirazionisti!”.
Per chi avesse ancora dei dubbi vorrei segnalare un recente documentario di Discovery Channel sui nuovi messia nel mondo, dove Shayler appare come il più patetico, sbeffeggiato e umiliato da una bambina di 5-6 anni.
Il disegno è intelligente e mi sembra evidente: Shayler è un cavallo di Troia, mischia verità con menzogne per poi aprirsi riversando discredito e merda su tutti coloro che ancora si affannano nella ricerca della verità.

Come avvertivano i volantini dei comuni toscani negli anni 80: “Occhio, ragazzi!”

peonia
Inviato: 29/3/2011 18:32  Aggiornato: 29/3/2011 18:32
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Ho letto decine di "analisi" che partono, TUTTE, dalla sconvolgente notizia che dietro a tutte queste rivolte c'è l'immancabile CIA - in molti casi seguita a ruota dall'altrettanto immancabile Mossad, in altri casi preceduta. Nessuna di queste "analisi" però si è soffermata un attimo a considerare che i governi abbattuti sono tutti o filo-americani, o filo-israeliani, o quantomeno filo-occidentali.


Sto per fare tilt con tutte le notizie che leggo, una che smentisce l'altra....che caos...
ora leggo addirittura quest'altra ipotesi:
http://italian.irib.ir/notizie/politica/item/89684-al-jazeera-israele-manda-nuovi-mercenari-in-libia

e qualcuno mi ha detto che qualche settimana fa, Blondet aveva avanzato l'ipotesi in questo articolo che segue (mi spiace è lungo ma non accessibile con link):
"Se perde, Gheddafi può fare aliyah"
«Gheddafi non solo è d’origine ebraica, è ebreo per la legge giudaica!»: questa frase è stata pronunciata con lieto stupore alla rete televisiva israeliana Channel Two qualche tempo fa.

TV2 ...intervistava due israeliane nate in Libia, certa Gita Brown e sua nipote Rachel Saada. Le due hanno raccontato la seguente storia: «La nonna di Gheddafi, una giudea sposata ad un giudeo che la maltrattava, scappò dal marito crudele e sposò uno shaik musulmano. La bambina nata da quell’unione era la madre di Gheddafi». http://www.youtube.com/watch?v=fY1ISJeWGtI&feature=player_embedded Non importa che la donna fosse per fede, islamica; per razza è ebrea secondo il Talmud, e il figlio di madre ebrea è – per la stessa legge rabbinica – un ebreo a pieno titolo: tale che, se Gheddafi deciderà o sarà costretto a fare alyah, Israele lo accoglierà come figlio secondo la Legge del Ritorno.

Il che finalmente spiega molti misteri. Fra cui l’ultimo: che Gheddafi abbia chiesto alla ditta di «military contractors» israeliani Global CST di reclutare e fargli arrivare 50 mila mercenari (sempre esagerato, il colonnello) e il governo Nethanyahu abbia dato il via libera alla ditta per salvare il suo dittatore preferito. La CST è una emanazione del regime israeliano, e ve ne sono molte prove: è stata per esempio la CST ad inquadrare ed addestrare le forze della Georgia per poi lanciarle allo scontro con le truppe russe per liberare l’Ossezia del Nord. Il suo direttore è il generale Israel Ziv, oggi a riposo, ma che nel 2006, da capo delle operazioni di Tsahal, è fra i grandi responsabili dei crimini di guerra commessi da Israele in Libano: bombardamenti che sterminarono 1.187 civili, distrussero 15 mila edifici e ridussero un milione di persone alla condizione di profughi.
Non è solo che Gheddafi paga bene, offrendo 2.000 dollari al giorno per ogni mercenario africano (che riceverà 100 dollari al giorno, il resto rimane alla CST). E’ che, come scrive Thierry Meyssan,

«Gheddafi è specialista da anni in un tortuoso doppio gioco... Ha sempre tenuto un discorso ultra-estremista contro l’imperialismo americano e il sionismo, ma spesso ha servito i loro interessi, specialmente liquidando su loro ordine alcuni dei loro principali oppositori (...). Non ha mai intrapreso alcuna azione contro Israele e s’è riconciliato con Washington dal 2003».

Tra i personaggi liquidati dal colonnello su istruzioni usraeliane, Meyssan nomina Abdel Khaled Mahjoub: leader del Partito Comunista Sudanese, nel luglio 1971 tentò un colpo di Stato nel suo Paese, fallito il quale chiese ed ottenne asilo politico a Gheddafi, che credeva amico. Il colonnello lo accolse, e prontamente lo riconsegnò al nemico politico sudanese di Mahjoub, il generale Numeiri, che fece fare al capo comunista la fine che immaginate.

Moussa Sadr
L’altra vittima eccellente dell’israelismo di Gheddafi fu l’imam Moussa Sadr, capo della comunità sciita libanese. Altissima figura spirituale di pace (cercò di scongiurare la guerra civile libanese istigata da Israele), politica e caritativa (fondò un Movimento dei Diseredati per alleviare la miseria della comunità sciita libanese), educato a Qom, Moussa Sadr arrivò in Libia nell’agosto del 1978, con due compagni, per incontrarvi personalità politiche. Dei tre non si è mai saputo più nulla. Molte personalità libanesi, ed anche giornali sauditi, hanno accusato Muhammar Gheddafi dell’assassinio dell’imam.

Le sole guerre condotte da Gheddafi contro l’imperialismo ebraico americano sono guerre di parole, nel cui oltranzismo è certamente imbattibile. Peccato che ogni sua altra iniziativa apparentemente anti-israeliana sembri escogitata per danneggiare i nemici di Sion. Così, nel 1980, per far pagare al presidente egiziano Anwar Sadat il coraggioso trattato di pace con Israele, il colonnello espulse dalla Libia 200 mila lavoratori immigrati egiziani, con le conseguenze sociali immaginabili in Egitto. Nel 2003, quando volle tornare nelle grazie di Washington, Londra e Sion, Gheddafi apertamente rinunciava al (ridicolo) programma nucleare libico: approfittando dell’occasione, rivelò le cooperazioni sul nucleare degli altri Paesi arabi e musulmani, Pakistan, Algeria, Siria.

Fra gli atti compiuti dal colonnello per tornare agli onori del mondo, ed ottenere la fine dell’embargo, c’è stata l’assunzione di responsabilità – prima sempre negata – per l’attentato dell’aereo della PanAm precipitato a Lockerbie nel 1988. Gheddafi ammise di essere il mandante della strage (270 morti) e accettò di pagare 10 milioni di dollari per ogni vittima. Perchè?

«E’ come si fosse assunto le colpe di altri. E il giorno dopo è tornato ad essere onorato, abbracciato, anzi qualcuno si è pure genuflesso davanti a lui»: il giudizio è di Antonio Ferrari del Corriere, profondo conoscitore del Medio Oriente da oltre trent’anni. Ferrari è il giornalista più stimabile che abbia conosciuto, l’ho visto lavorare sul campo in Libano, so che ha fonti notevolissime in ogni Paese dell’area. Ebbene, il suo giudizio coincide singolarmente con quello di Meyssan: il colonnello libico è un tortuoso doppiogiochista.

Si ascolti qui l’intervista che Ferrari ha rilasciato a Radio Radicale nell’ottobre 2010 http://www.radioradicale.it/scheda/312561/la-guerra-in-iraq-si-poteva-evitare-con-lesilio-di-saddam-ma-gheddafi-agi-per-impedirlo-intervista-a-anton . Il giornalista del Corriere rievoca il tentativo di scongiurare in extremis l’invasione dell’Iraq nel 2003, convincendo Saddam a scegliere l’esilio. Quella soluzione, messa in atto da una diplomazia parallela in cui ebbero parte i radicali italiani (insomma, credo, qualche frangia massonica transnazionale), era chiaramante osteggiata da Bush, Blair e dai neocon ebraici. Eppure, Saddam avrebbe accettato l’esilio – togliendo di mezzo il casus belli – se un vertice della Lega Araba lo avesse esortato a quella decisione. Il vertice doveva teneresi a Sharm El Sheik nel marzo 2003. Tutti i leader arabi erano d’accordo. Uno solo fece fallire il progetto: Il colonnello Gheddafi, accusa Ferrari.
Gheddafi è stato l’agente di coloro che volevano la guerra, osserva senza ambagi l’intervistatore di Radio Radicale; ma com’è possibile che da solo abbia fatto fallire un vertice arabo?

Ferrari replica: «Di vertici della Lega Araba, Gh...eddafi ne ha fatti fallire fin troppi. Io personalmente ne ricordo almeno quattro, di quelli a cui fui presente personalmente. Uno, in Tunisia, saltò perchè i sauditi temevano che Ghedafi vi avesse organizato un attentato per uccidere il principe ereditario. Qualcosa di simile accadde in un vertice in Algeria. Che Gheddafi facesse il guastafeste per crearsi uno spazio, oppure per conto terzi, lo lascio alla immaginazione degli ascoltatori».

Ma tu avrai fatto delle ipotesi, incalza l’intervistatore. Ferrari: «Ne ho fatto anche troppe, preferisco non parlare di quel che non posso provare». Ed evoca l’oscurissimo attentato di Lockerbie, le cui responsabilità sono lungi dall’essere certe (pochi giorni prima, l’OLP di Arafat aveva avvertito che terroristi estremisti preparavano un attentato del genere «per far fallire il dialogo tra OLP e Stati Uniti allora in corso»), e di cui furono incolpati alcuni libici. Ferrari, che ha seguito il caso e conosce le falle dell’inchiesta, dice: «E’ come se Gheddafi si sia assunto le colpe di altri. Gheddafi ha sempre svolto un ruolo di copertura».

Conclusione dei radicali: Gheddafi ha svolto un ruolo di «costante e sistematico provocatore della politica internazionale per scopi tutti da chiarire e che sollevano più di una domanda». Se si tien conto del fatto che nella sua ultima fase il colonnello si è devotamente convertito alle visioni fantastiche dei necon USA, farneticando che sono Al Qaeda ed Osama Bin Laden ad aver incitato la rivolta dei libici contro la sua dittatura – una tesi che nemmeno Magdi Cristiano Allam o la Nirenstein hanno la faccia di sostenere – forse quel che abbiamo scoperto nelle righe precedenti risponde ad alcune delle domande.
Non si può dire che sta bombardando il suo popolo; sta bombardando il popolo non suo. E alla peggio, se gli va male, Gheddafi può fare alyah, e raggiungere in Israele tanti altri criminali, siano i generali genocidi che vi abitano o gli oligarchi russi e mafiosi ebraici, che vi hanno trovato asilo."
tratto da effedieffe

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
Giano
Inviato: 29/3/2011 19:08  Aggiornato: 29/3/2011 19:08
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 18/3/2011
Da:
Inviati: 1424
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Cit. Peonia

«Gheddafi non solo è d’origine ebraica, è ebreo per la legge giudaica!»

Ma quindi Geddafi vs Sarkò è un derby o una partita truccata?

Freeman
Inviato: 29/3/2011 19:17  Aggiornato: 29/3/2011 19:17
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 31/7/2006
Da: NiggahCity
Inviati: 2092
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:
Ma quindi Geddafi vs Sarkò è un derby o una partita truccata?


Mi sa che qui non contano tanto le squadre in campo, quanto il pubblico pagante, il vero scopo per cui i giocatori scendono in campo. L'importante è far credere che dietro il tifo esista un "ideale", intanto i giocatori si spartiscono torte multimilionarie alla faccia dei cretini sulle gradinate, che sono pronti a farsi ammazzare per la loro squadra...

"Non siamo noi a trovare la Verità. È la Verità a trovare noi. Dobbiamo solo prepararci. Si può invitare un ospite che non si conosce? No. Ma si può mettere la casa in ordine, così che, quando l'ospite arriva, si è pronti a riceverlo e a conoscerlo".
Redazione
Inviato: 29/3/2011 19:20  Aggiornato: 29/3/2011 19:20
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
DESBOUVET: Vivi per caso in Spagna? (Se sì, come ho fatto a indovinare?)

desbouvet
Inviato: 29/3/2011 19:26  Aggiornato: 29/3/2011 19:26
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/6/2007
Da:
Inviati: 541
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
MASSIMO: No... Italia. Mi incuriosisce sapere cosa te l'aveva fatto pensare, da solo non ci arrivo...

Giano
Inviato: 29/3/2011 19:58  Aggiornato: 29/3/2011 19:58
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 18/3/2011
Da:
Inviati: 1424
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Cit. Freeman:
Mi sa che qui non contano tanto le squadre in campo, quanto il pubblico pagante…etc.


D’accordissimo, e le modalità della “partita” mi hanno fatto
venire in mente una pubblicità di qualche anno fa:
http://www.youtube.com/watch?v=gKgkYxWoZ-M&feature=related

trotzkij
Inviato: 29/3/2011 20:39  Aggiornato: 29/3/2011 20:39
Sono certo di non sapere
Iscritto: 18/9/2006
Da:
Inviati: 3704
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida

I complotti non esistono, ... tranne quando ci sono
cagliostro
Inviato: 29/3/2011 20:46  Aggiornato: 29/3/2011 20:46
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/9/2007
Da:
Inviati: 1579
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
L'impero invisibile, intervista a Daniel Estulin

http://www.youtube.com/watch?v=ZT4EBSNSyAs

alla fine del filmato comincia a parlare della questione africana, aspettiamo la seconda parte.

«Io non sono di nessuna epoca e di nessun luogo: al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza.»
Gisar
Inviato: 29/3/2011 23:05  Aggiornato: 29/3/2011 23:43
Ho qualche dubbio
Iscritto: 5/1/2010
Da: Umania
Inviati: 270
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
@trotzkij

Interessante articolo!!!

@ cagliostro

ecco la seconda.....

http://www.youtube.com/watch?v=B6Rf8HCQrUc



siedo sulla schiena di un uomo, soffocandolo, costringendolo a portarmi. E intanto cerco di convincere me e gli altri che sono pieno di compassione per lui e manifesto il desidero di migliorare la sua sorte con ogni mezzo possibile. Tranne che scendere dalla sua schiena - Leo Tolstoy

Mi ricorda qualcosa... Mah!


Instauratio ab imis fundamentis
Kolza
Inviato: 29/3/2011 23:11  Aggiornato: 29/3/2011 23:11
Mi sento vacillare
Iscritto: 2/6/2004
Da: MMMMMMonza
Inviati: 916
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:
Bisogna capire bene cosa è successo in Spagna, nel 1492
La conquista di Granada, con conseguente cacciata degli Ebrei, che di lì in poi presero il nome di Sefarditi...

Polidoro
Inviato: 29/3/2011 23:31  Aggiornato: 29/3/2011 23:31
Mi sento vacillare
Iscritto: 9/4/2005
Da:
Inviati: 488
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
@ audisio

"72 erano i congiurati (insieme a Seth) che uccisero e smembrarono
Osiride.
72 era anche il numero dei discepoli di Gesù (quelli del Secondo Cerchio,
ossia gli incaricati di diffondere il Verbo).
...................


Per caso hai letto Il Mulino di Amleto di De Santillana ?

I numeri sono quelli ma il messaggio è un'altro ed indica fatti e tempi, non significati magici.

QUELLI (come dice bene Desbouvet) usano numeri e regole per costruire una magia che può impressionare ma che non esiste (cioè non ha forza di per sé).

L'unico messagio di quei numeri è "siamo stati noi, siamo potenti". E sono potenti (secondo me sono anche matti).

Per la Libia:

Oded Yinon's 1982 "Zionist Plan for the Middle East" is in large part taking shape. Is this pure coincidence? Was Yinon a gifted psychic?

Yinon scriveva a proposito dell’Iraq:
La dissoluzione della Siria e dell’Iraq in aree distinte su base etnica o religiosa, come già avviene in Libano, è l’obiettivo primario di Israele sul fronte orientale. L’Iraq, ricco di petrolio da una parte, e dall’altra lacerato internamente, è certamente candidato ad essere preso di mira da Israele. La sua dissoluzione è per noi addirittura più importante di quella della Siria.

"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuovi orizzonti ma nell'avere nuovi occhi." Marcel Proust
cagliostro
Inviato: 29/3/2011 23:56  Aggiornato: 29/3/2011 23:56
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/9/2007
Da:
Inviati: 1579
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:

Ottimo grazie !
Un gigante il personaggio, con due parole ha dipinto la realtà dei fatti, eccezionale !

«Io non sono di nessuna epoca e di nessun luogo: al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza.»
trotzkij
Inviato: 30/3/2011 0:15  Aggiornato: 30/3/2011 0:15
Sono certo di non sapere
Iscritto: 18/9/2006
Da:
Inviati: 3704
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida

I complotti non esistono, ... tranne quando ci sono
Pispax
Inviato: 30/3/2011 0:53  Aggiornato: 30/3/2011 0:53
Sono certo di non sapere
Iscritto: 19/3/2009
Da:
Inviati: 4685
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Ivan, quelle sono proprio le "analisi" a cui mi riferivo.


Senza fare troppi quote, un veloce riassunto:

1) i Balcani si sono "balcanizzati" da soli. Se ti ricordi dell'articolo su Jasenovac, proprio qui su LC, puoi avere un'idea dei motivi.

2) Nessuno sta cercando di "balcanizzare" il Nord Africa. Non si parla di Alto e Basso Egitto, non si parla di Tunisia del Nord e Tunisia del Sud. Per assurdo, l'intervento militare è servito proprio a evitare la "balcanizzazione" della Libia - visto che la divisione in due stati era un'opzione molto seria, alla vigilia.

3) Gli "stati in mano ai gangster, dove la popolazione è divisa tra scagnozzi dei gruppi criminali e servi, vittime e schiavi della criminalità organizzata" sono quelli che c'erano già prima.
Ed erano tutti gangster parecchio filo-occidentali. E anche molto affidabili nei loro comportamenti.

Quindi resta ancora da capire l'interesse dell'Occidente a degangsterizzarli.
Tutti quegli "analisti" lo stanno dando per scontato fingendo che queste cose non esistano, da bravi farlocchi che sono.

Pispax
Inviato: 30/3/2011 0:55  Aggiornato: 30/3/2011 0:55
Sono certo di non sapere
Iscritto: 19/3/2009
Da:
Inviati: 4685
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
desbouvet



Citazione:
Bisogna capire bene cosa è successo in Spagna, nel 1492.


E' partito Cristoforo Colombo?

Pispax
Inviato: 30/3/2011 1:02  Aggiornato: 30/3/2011 1:02
Sono certo di non sapere
Iscritto: 19/3/2009
Da:
Inviati: 4685
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
peonia


Grazie dell'articolo.

In effetti Gheddafi poteva essere l'unico su cui avere dei dubbi. Il tuo articolo li fuga: anche Gheddafi era fortemente filo-isrealiano e filo-americano. Al punto che sembra persino che Israele abbia autorizzato l'invio di mercenari per mantenerlo al potere.
Così come era fortemente filo-isrealiano e filo-americano Mubarak.
Così come era fortemente filo-isrealiano e filo-americano Ben Ali.



Tutto questo non suggerisce niente?
No?

ivan
Inviato: 30/3/2011 4:34  Aggiornato: 30/3/2011 5:10
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Pispax, io l'ho interpretata nel seguente modo,

1: i balcani non si sono balcanizzati da soli, erano decenni che vi erano spinte disgregatrici da parte di forze esterne: su una rivista di cose militari lessi in illo tempore un discorso di Tito dei primi anni 70 in cui egli sosteneva che fin quando fosse vissuto lui i tentativi di dissolvere la Yugoslavia sarebbero stati vani . E in effetti l'unità della nazione Yugoslava è durata proprio fino alla morte di Tito, dopo di che le forze disgregatrici hanno avuto gioco facile. Pensa, non c'è piu' un movimento politico forte come era il movimento dei paesi non allineati, che aveva il suo peso sullo scenario mondiale: un risultato non da poco per chi vuole avere l'egemonia sulla scena mondiale.

2. La tendenza degli eventi politici è la frammentazione degli stati e la fine dei medesimi così come li abbiamo conosciuti fino'ora, con la democrazia parlamentare mantenuta solo in apparenza e con tanti piccoli dittatori issati al potere e non piu' rimovibili. E tutto questo, a quanto pare, perchè i modelli usati dal potere mostrano che l'opizione "dittatoriale" garantisce piu' profitti; ma non solo: la lotta contro la democrazia in realtà dura da decenni e decenni: sono innumerevoli i paesi che si sono illusi di potersi dare un governo proprio e che si sono ritrovati con un colpo di stato con tanto di giunta autoritaria al seguito . La stessa strategia della tensione aveva come fine il restringimento della democrazia e in effetti così è alla fine è stato.

3. In Libia si sta concludendo una guerra iniziata molti decenni fa, guerra che adesso si è fatta esplicita, guerra in cui non c'è nulla di "umanitario" teso a un minimo di bene , guerra che è solo una sporca lotta per il controllo delle risorse energetiche.

4. L'opzione "gangster" è un'opzione che ha preso piede in tutto il mondo; piaccia on on piaccia, è un modello che si sta imponendo in mezzo mondo, anche grazie alla complicità di tanti governi; interventi risolutivi tesi a eradicare la mala pianta delle mafie proprio non se ne vedono. Il giro di soldi che muove il crimine è superiore ai bilanci degli stati e questo ha delle conseguenze politiche.

Makk
Inviato: 30/3/2011 13:33  Aggiornato: 30/3/2011 13:39
Mi sento vacillare
Iscritto: 9/12/2009
Da:
Inviati: 933
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:
In effetti Gheddafi poteva essere l'unico su cui avere dei dubbi. Il tuo articolo li fuga: anche Gheddafi era fortemente filo-isrealiano e filo-americano. Al punto che sembra persino che Israele abbia autorizzato l'invio di mercenari per mantenerlo al potere.
Così come era fortemente filo-isrealiano e filo-americano Mubarak.
Così come era fortemente filo-isrealiano e filo-americano Ben Ali.

Tutto questo non suggerisce niente?
No?

Suggerisce meno di quello che vorresti tu. E molto di più.

La situazione libica è veramente complessa (c'è un intero micromega in edicola dedicato SOLO alle analisi della situazione in Libia)

L'articolo che tu citi dice chiaramente che è Israele a preferire Gheddafi a un futuro governo islamico. L'implicazione che Gheddafi sia filo-israeliano è appunto un'implicazione.

Più che filo-israeliano o filo-americano, Gheddafi ha un "rapporto difficile" (eufemismo) coi fondamentalisti. E quindi si allea con gli anti-fondamentalisti ogni tanto. Ma mica sempre.

Li ha impiccati a 100ia fino agli anni '90, cercando di constrastare in tutti i modi il fenomeno. Un altro dei modi che ha tentato è stata la "cooptazione". Cioè il proclamarsi anti-americano, anti-israeliano e dare ospitalità/protezione ai jihadisti.
Successo parziale.
Da una parte la Libia era una base comoda x i jihadisti e non se la sputtanavano, ma dall'altra i fondamentalisti si fomentano da soli e Gheddafi è sempre stato visto come un infedele, che si rifiuta di applicare la Sharia. Hanno smesso di tentare di ucciderlo e hanno rinunciato (fino a pochi giorni fa) a tentativi di rivolta o rovesciamento del regime, ma gli sono rimasti sul groppone, ben armati, addestrati e pronti.

Quindi c'è stato, da parte di Gheddafi, un infinito tira-e-molla per cui fa "l'anti-terrorista" e amico degli USA ma non combatte i jihadisti che ha in casa (stessa cosa del Pakistan, peraltro). Dà un colpo antimperialista al cerchio e uno pro-WTO alla botte.

Uccide un amico di Hezbollah e dà asilo a un terrorista di ritorno dall'Iraq.

Questo per il beduino.


Quanto alle azioni degli occidentali, a me sembrano abbastanza caotiche.

Gli USA non credono che la No Fly Zone sia una buona idea; poi sì e approvano la risoluzione; però dicono che interverranno gli europei; anzi no, mandano le navi e sparacchiano 110 tomahawk solo il 1° giorno; però l'intervento è "limitato all'inizio", poi, giurano, se ne vanno.

Per l'UK non si capisce perché Cameron tiri la volata agli USA, sono sempre andati d'amore e d'accordo... invece qui ha mandato a remengo tutto e si è alleato con gli odiati francesi nel fottere le prudenze USA. Perché? Boh... forse la crisi la sentono più degli altri e niente di meglio che una bella guerra per sopire la tensione interna? Mah...

I francesi sono incazzati come murene, che vogliono? Solo per non perdere le prossime elezioni tutto sto casino? Mah, può essere... Bush l'ha giocata la carta e ha vinto. E in effetti la Francia è sotto botta anche economicamente ed è perdente contro i tedeschi che (come al solito) guidano la locomotiva Europa. E' un po' che non si parla più di "asse parigi-berlino". Ma la Francia è militarmente una potenza mentre la Germania no (+ che altro ha un'ottimo esercito di terra, ma difetta in aria e mare). La Libia è un'occasione di "riscatto" in termini di leadership europea, soprattutto appena presa la legnata (in termini d'influenza) in algeria e tunisia.

La Germania ha le elezioni in vista e le sinistre che ripigliano fiato... essere guerrafondai non paga, se il teatro è di quelli che la tua popolazione non sente come vicini. Fossero stati i balcani o l'est europeo cambiava la musica. Ma il nord-africa sticazzi. E allora fanculo, facciamo i pacifisti, non ci perdo niente e rischio di guadagnarci.

L'italia (non spariamo sulla crocerossa delle dichiarazioni, rimaniamo ai fatti) prima nicchia, poi si vede costretta a intervenire, poi si butta a capofitto perché la Libia era molto più nostra che dei francesi, e lì attacca il tira-e-molla della NATO e se vuoi le basi mi lasci tutti i vecchi contratti. In realtà se la sta giocando piuttosto bene, i francesi sono in difficoltà perché non possono ignorarci come i tedeschi, noi siamo "volenterosi". E agli americani, sottrarre un po' di importanza e centralità ai mangia-rane gli sta benissimo.


In questo quadro, tutto è possibile: Israele che se ne frega degli USA e manda i mercenari pro-Gheddafi; la Francia che ha armato gli islamici e l'UK che ha le SAS sparse sul territorio; gli USA che muovono i dissidenti non-islamici sperando che scoppi la gioiosa rivolta di twitter e dei giovani (solo che qui si spara, non è così semplice); gli insorti che si mettono a massacrare "sporchi negri che ci rubano il lavoro" (in realtà sono poveracci pro-gheddafi solo perché in Libia mangiano, a casa loro col cazzo); Quelli che vogliono la rivoluzione islamica sono già pronti a sgozzare quelli al loro fianco che vogliono la democrazia...


Citazione:
Tutto questo non suggerisce niente?
No?


L'unica cosa CHIARA è che Gheddafi se ne deve andare per questioni di facciata: anche se in effetti è il candidato ideale a puntellare la stabilità in Libia, ormai l'occidente l'ha decretato "mostro" e non si può tornare indietro senza perdere definitivamente la faccia.

Israele (posto che stia davvero cercando di fare qualcosa) non riuscirà ad arrestare questo trend.

Secondo me il succo del problema politico al momento è che la Francia (e molto a latere l'UK) ha giocato il Jolly della leadership europea e gli altri non hanno altra scelta che giocare la manche al meglio che possono.
Gli USA sono un po' più nella merda degli altri... le dichiarazioni dello staff della Clinton su "non crediate che non possiamo permetterci un terzo fronte" sono rivelatrici più della loro paura che della loro potenza.

Questo spiegherebbe anche il disimpegno di russia e cina, che avrebbero potuto essere molto più "frenanti"...
... in realtà hanno capito che qui si gioca con gli assetti dell'Europa e che gli USA sono in realtà costretti a seguire la corrente per non vedersi esclusi dal gioco.

Russia e Cina non hanno interesse a infognarsi in questa fase: stanno in finestra e aspettano di vedere chi indebolisce chi, chi uscirà indebolito e irrilevante e chi sarà partner strategico o buon alleato contro un avversario fastidioso.
Loro non si stanno sporcando le mani in un'operazione chiaramente coloniale, per un miliardo di musulmani i cattivi siamo ancora (e sempre) noi. Le altre potenze sono quelle pacifiche e che vogliono portere lavoro e prosperità in Africa.
E l'avversario più potente di tutti rischia di uscire con le ossa rotte, come capacità di iniziativa (e come efficacia, potrebbe trovarsi al terzo fallimento militare consecutivo)

La Libia è un ottimo affare per coloro che non la aggrediscono.

Giano
Inviato: 30/3/2011 15:17  Aggiornato: 30/3/2011 15:17
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 18/3/2011
Da:
Inviati: 1424
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Alcune frasi del discorso di Assad, presidente siriano:

'Stiamo affrontando dei complotti contro il nostro paese ma li supereremo

Abbiamo assistito a quanto accade nel mondo arabo - ha detto Assad - noi non siamo isolati dal mondo arabo ma siamo diversi da altri paesi. Speriamo che i fatti recenti accaduti nei paesi arabi possano dare maggiore sostegno alla causa palestinese.

"Le Tv panarabe, messaggi via sms, da settimane fomentano la sedizione", ha aggiunto. Durissimo l'attacco, anche se non esplicito, ad Al Jazeera: "Parte della colpa è di chi su Internet e in tv ha falsificato le notizie - ha aggiunto - le divisioni sono iniziate settimane fa attraverso i canali satellitari". Il capo di stato siriano ha aggiunto che "gli incidenti avvenuti nel paese sono stati istigati attraverso questi media".

L’articolo di Repubblica:

http://www.repubblica.it/esteri/2011/03/30/news/siria_assad-14269400/?ref=HREC1-2


Spunta per la prima volta la parola PALESTINA, ricompare COMPLOTTO e
FOMENTARE SEDIZIONE, FALSIFICARE LE NOTIZIE.
Un altro pazzo sanguinario?
Dove sono i volenterosi?

Gisar
Inviato: 30/3/2011 15:20  Aggiornato: 30/3/2011 15:20
Ho qualche dubbio
Iscritto: 5/1/2010
Da: Umania
Inviati: 270
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Altro tipo di riflessione...


La Guerra Fascista della NATO

(da CubaDebate)

Non era necessario essere indovini per sapere quello che io ho previsto con rigorosa precisione nelle tre Riflessioni pubblicate nel sito Web CubaDebate, tra il 21 febbraio e il 3 marzo: "Il piano della NATO è occupare la Libia", "Danza macabra di cinismo", e "La Guerra inevitabile della NATO".

Nemmeno i leaders fascisti della Germania e dell’Italia furono tanto enormemente svergognati alle radici della Guerra Civile Spagnola, scatenata nel 1936, un episodio che molti forse hanno ricordato in questi giorni.

Sono passati da allora quasi esattamente 75 anni; ma i cambiamenti avvenuti sembrano di 75 secoli o, se lo desiderate, di 75 millenni della vita umana nel nostro pianeta.

A volte sembra che noi che serenamente opiniamo su questi temi, siamo esagerati. Mi azzardo a dire che invece siamo ingenui quando supponiamo che tutti dovremmo essere coscienti dell’inganno o della colossale ignoranza in cui è stata trascinata l’umanità.

Esisteva nel 1936 un intenso scontro tra i due sistemi e le due ideologie, approssimatamente alla pari nel loro potere militare.

Le armi allora sembravano giocattoli, paragonate a quelle attuali. L’umanità aveva la sopravvivenza garantita, nonostante il potere distruttivo e localmente mortale delle stesse.

Città intere potevano essere virtualmente spazzate via, ma mai gli esseri umani nella loro totalità avrebbero potuto essere varie volte sterminati dallo stupido e suicida potere sviluppato dalle scienze e dalle tecnologie attuali.

Partendo da queste realtà sono vergognose le notizie che si trasmettono continuamente sull’utilizzo dei potenti missili indirizzati da laser di totale precisione, cacciabombardieri che viaggiano al doppio della velocità del suono; potenti esplosivi che fanno saltare metalli induriti con l’uranio e il cui effetto sulle popolazioni e sui loro discendenti dura per un periodo indefinito.

Cuba ha esposto nella riunione di Ginevra la sua posizione rispetto il problema interno della Libia. Ha difeso senza esitare l’idea di una soluzione politica al conflitto in questo paese e si è opposta categoricamente a qualsiasi intervento militare straniero.

In un mondo dove l’alleanza degli Stati Uniti e delle potenze capitaliste sviluppate dell’Europa s’impadronisce sempre più delle risorse e del frutto del lavoro dei popoli, qualsiasi cittadino onesto, qualunque sia la sua posizione di fronte al governo si opporrebbe ad un intervento militare straniero nella sua Patria.

La cosa più assurda della situazione attuale è che prima d’iniziare la brutale guerra nel nord dell’Africa, in un’altra regione del mondo, a quasi 10.000 chilometri di distanza, era avvenuto un incidente nucleare in uno dei punti più densamente popolati del pianeta, dopo un tsunami provocato da un terremoto forza nove, che in un paese laborioso come il Giappone è costato già quasi 30.000 vittime. Questo incidente non sarebbe potuto avvenire 75 anni fa.

In Haiti, un paese povero e sottosviluppato, un terremoto di appena 7 gradi della scala di Richter ha provocato la morte di 300.000 persone, incalcolabili feriti e centinaia di migliaia di lesionati.

Senza dubbio, il fatto terribilmente tragico in Giappone è stato l’incidente nell’impianto nucleare di Fukushima, le cui conseguenze sono ancora da determinare.

Citerò solo alcuni titoli delle agenzie di notizie:

"ANSA.- La centrale nucleare di Fukushima 1 sta diffondendo ‘radiazioni estremamente forti, potenzialmente letali", ha detto Gregory Jaczko, capo della Nuclear Regulatory Commission (NRC), l’ente nucleare statunitense."

"EFE.- La minaccia nucleare per la critica situazione di una centrale in Giappone dopo il terremoto, ha costretto a sottolineare le revisioni di sicurezza degli impianti atomici nel mondo ed ha portato alcuni paesi a paralizzare i loro piani."

"Reuters.- Il devastante terremoto del Giappone e l’aggravamento della crisi nucleare potrebbero generare perdite sino a 200.000 milioni di dollari nella sua economia, ma l’ impatto globale è difficile da valutare per il momento."

"EFE.- Il deterioramento di un reattore dopo l’altro nella centrale di Fukushima ha continuato ad alimentare oggi il timore di un disastro nucleare in Giappone, senza che i disperati tentativi per controllare una fuga radioattiva aprano una spiraglio di speranza ."

“AFP.- L’imperatore Akihito ha espresso preoccupazione per il carattere imprevedibile della crisi nucleare che sta colpendo il Giappone dopo il terremoto e il tsunami, che hanno ucciso migliaia di persone e ne hanno lasciate senza tetto 500.000. Riportato un nuovo terremoto nella regione di Tokio”.

Ci sono dispacci che parlano di temi ancora più preoccupanti. Alcuni parlano della presenza di iodio radioattivo tossico nell’acqua di Tokio, con il doppio della quantità tollerabile che possono consumare i bambini più piccoli, nella capitale giapponese. Uno dei dispacci parla delle riserve di acqua imbottigliata che stanno finendo a Tokio, città ubicata in una prefettura a più di 200 chilometri da Fukushima.

Questo insieme di circostanze determina una situazione drammatica per il nostro mondo.

Posso esprimere i miei punti di vista sulla guerra in Libia con totale libertà.

Non condivido con il leader di questo paese concezioni politiche e di carattere religioso. Sono marxista-leninista e martiano, come ho già espresso.

Vedo la Libia come un membro del Movimento dei Paesi Non Allineati, uno Stato sovrano dei quasi 200 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Mai un paese grande o piccolo, in questo caso di appena 5 milioni di abitanti, è stato vittima di un attacco tanto brutale, della forza aerea di un’organizzazione guerrafondaia che conta su migliaia di cacciabombardieri, più di 100 sottomarini, portaerei nucleari ed un arsenale sufficiente per distruggere numerose volte il pianeta. Questa situazione, la nostra specie non l’aveva mai conosciuta prima e non esisteva nulla di simile 75 anni fa, quando i bombardieri nazisti attaccarono gli obiettivi in Spagna.

Adesso, senza dubbi, la disonorata e criminale NATO scriverà una ‘bella’ storiella sui suoi ‘umanitari’ bombardamenti.

Se Gheddafi fa onore alle tradizioni del suo popolo e decide di combattere, come ha promesso, sino all’ultimo respiro assieme ai libici che stanno affrontando i peggiori bombardamenti che un paese ha mai sofferto, farà affondare nel fango dell’ignominia la NATO e i suoi criminali progetti.

I popoli rispettano e credono negli uomini che sanno compiere il proprio dovere.

50 anni fa, quando gli Stati Uniti assassinarono più di cento cubani con l’esplosione della nave mercantile La Coubre, il nostro popolo proclamò ‘Patria o Morte’. Ha rispettato ed è stato sempre disposto a rispettare la sua parola.

"Chi tenterà d’impadronirsi di Cuba, esclamò il più glorioso combattente della nostra storia, raccoglierà solo la polvere del suo suolo annegata nel sangue”.

Chiedo scusa per la franchezza con cui affronto il tema.

Fidel Castro Ruz

28 Marzo del 2011

Instauratio ab imis fundamentis
Pispax
Inviato: 30/3/2011 18:04  Aggiornato: 30/3/2011 18:30
Sono certo di non sapere
Iscritto: 19/3/2009
Da:
Inviati: 4685
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
ivan


Citazione:
i balcani non si sono balcanizzati da soli, erano decenni che vi erano spinte disgregatrici da parte di forze esterne: su una rivista di cose militari lessi in illo tempore un discorso di Tito dei primi anni 70 in cui egli sosteneva che fin quando fosse vissuto lui i tentativi di dissolvere la Yugoslavia sarebbero stati vani


Prova a rileggere fra le altre cose anche quell'articolo che ti dicevo, e a valutarne le implicazioni.
I Balcani si sono disgregati a seguito di fortissime spinte INTERNE, non esterne.
All'epoca di Tito se ci rifletti c'erano solo due possibili forza che avrebbero potuto cercare di dissolvere la Jugoslavia: una era l'URSS, l'altra erano i milioni di nazionalisti che appoggiavano, ognuno di loro, ma in particolare serbi e croati, il proprio nazionalismo.
L'ammonimento di Tito si rivolgeva a loro. Dopo la morte di Tito c'è stato un breve periodo dove l'inerzia e la paura di un intervento russo hanno mandato avanti lo status quo.
Ma già nel 1986 iniziava il processo di destabilizzazione: il crollo del Muro ha poi tolto ogni inibizione.

Infatti fra l'INIZIO del crollo dell'URSS (1989) e lo scoppio delle varie guerre d'indipendenza (1991) il passo è stato esageratamente breve.
Fai te.


N.B.: non solo l'ex Jugoslavia non possiede risorse di particolare valore, ma oggi come oggi non è neppure posizionata strategicamente in modo particolare. E dunque, perché?







Citazione:
la lotta contro la democrazia in realtà dura da decenni e decenni: sono innumerevoli i paesi che si sono illusi di potersi dare un governo proprio e che si sono ritrovati con un colpo di stato con tanto di giunta autoritaria al seguito


Niente da aggiungere al discorso generale. In particolare, sottolineo di nuovo che nei paesi dove ci sono - e ci sono state - le rivolte la guerra contro la democrazia era già stata combattuta e vinta alcune decine di anni fa.

Io mi sto avvicinando alla mezza età, eppure prima che nascessi a Damasco c'era già la legge marziale, proprio quella di cui stanno chiedendo l'abrogazione in queste ore.

In ogno caso è bello leggere ogni tanto che c'è qualcuno che considera la lotta contro la democrazia una roba negativa.
Ultimamente non c'ero più abituato.

Pispax
Inviato: 30/3/2011 18:24  Aggiornato: 30/3/2011 18:27
Sono certo di non sapere
Iscritto: 19/3/2009
Da:
Inviati: 4685
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Makk


Citazione:
Suggerisce meno di quello che vorresti tu. E molto di più.


Però mi sembra che tu non abbia molto chiaro quello che sto "suggerendo" io.

Io "suggerisco" che queste rivolte abbiano pesantemente danneggiato gli interessi americani nel Nord Africa e nel Medio Oriente. E anche quegli europei (per quanto riguarda la Libia, in particolare proprio gli interessi inglesi e francesi. Già nessuno si ricorda più dei motivi che hanno spinto Londra a liberare il terrorista di Lockerbie, tanto per dire?)

In particolare nel MO gli interessi che vengono più danneggiati IN ASSOLUTO da queste rivolte sono quelli americani e quelli israeliani.


E quindi ogni volta che leggo di presunte "rivolte colorate" manovrate dalla CIA e/o dal Mossad mi rovescio in terra da ridere.(*)
Mi sta bene tutto quello che dite, piccini: però PRIMA dovete spiegarmi quali sono i vantaggi che quei due stati si attendono da quelle rivolte.



Nessuno risponde.
Partono TUTTI dal rigo successivo: "visto che queste sono DI SICURO rivoluzioni colorate, allora...".
E quando lo chiedi con più insistenza, arriva il circo delle supposizioni farlocche.(**)


Ho letto con molto interesse le tue osservazioni, e condivido le tue perplessità su molti punti.
Però ribadisco che forse quello che "suggerivo" io non è che lo avevi troppo intuito, visto che parli di altre cose.





(*) Si fa per dire. In realtà la roba prevalente è la tristezza.
In particolare la tristezza di quando ad abboccare sono proprio quelli che si vantano di "non essere schiavi del mainstream" e di "verificare attentamente le fonti"; passando naturalmente dal perentorio "io penso con la mia testa!"


(**) Chissà perché allora le rivolte popolari non sono scoppiate in Turchia, che è già da un anno che si sta decisamente spostando verso la sfera d'influenza cinese. Tutta roba che MUbark, Gheddafi e Ben Ali non si sognavano neppure dopo una cena di merluzzo.

Makk
Inviato: 30/3/2011 21:40  Aggiornato: 30/3/2011 21:40
Mi sento vacillare
Iscritto: 9/12/2009
Da:
Inviati: 933
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:
Però mi sembra che tu non abbia molto chiaro quello che sto "suggerendo" io.

Io "suggerisco" che queste rivolte abbiano pesantemente danneggiato gli interessi americani nel Nord Africa e nel Medio Oriente. E anche quegli europei (per quanto riguarda la Libia, in particolare proprio gli interessi inglesi e francesi. Già nessuno si ricorda più dei motivi che hanno spinto Londra a liberare il terrorista di Lockerbie, tanto per dire?)


Eppure stanno attaccando il loro, secondo te, amichetto.
E' di oggi che volgiono rompere il loro stesso embargo e fornire armi ai ribelli.

Dunque, vediamo che cosa stai suggerendo:
non ci sono rivolte colorate perché gli occidentali hanno comodi i governi in essere. Talmente comodi che li attaccano e adesso vogliono anche [sancire pubblicamente quello che già si sospettava e cioè] armare i ribelli.

Quindi chi presume mani occidentali dietro i ribelli libici è un cialtrone.

Ho capito bene o no?

Citazione:
Nessuno risponde.

O, se lo fa, non capisce di cosa stai parlando e "aggira l'argomento".

A me sembra che vuoi a tutti i costi costi parlare di "rivoluzioni colorate", che non si danno in Libia (tanto per cominciare non sono per niente pacifiche, visto che come minimo sono partite impiccando poliziotti e facendo pogrom di immigrati).

Poi la presenza di frange islamiche è non solo certa ma addirittura rivendicata nel consiglio dei rivoltosi (in Egitto e Tunisia erano arrivati dopo i tumulti, quando c'era da spartirsi i seggi del futuro parlamento democratico).

Quindi chi cerca di stringere il campo ad argomenti meno rilevanti rispetto al topic sembri tu...

Anche cercare di unificare le rivolte e contestare agli altri analisi fatte altrove, in un topic che esamina la Libia, non è proprio ortodossa come tattica dialettica.

Non è che non ti si risponde perché chiami ad argomenti meno puntuali?

Citazione:
però PRIMA dovete spiegarmi quali sono i vantaggi che quei due stati [USA e israele] si attendono da quelle rivolte.

La risposta che ho dato io si può riassumere così:
gli occidentali non hanno avuto grande margine di manovra, nelle precedenti rivolte e neanche in Libia.
In sostanza hanno sparato nel mucchio, mettendo in campo una serie di iniziative confuse e contraddittorie.
Il nordafrica gli è sostanzialmente scoppiato in faccia e non hanno organizzato un gran che bene le azioni (tanto per dire, mentre Ben Ali partiva su suggerimento americano, in tunisia atterrava una nutrita delegazione diplomatico-militare francese, che gli americani non si erano degnati di avvertire).

In questo quadro (che tu chiami, per motivi noti solo a te stesso, "parlare d'altro") i "vantaggi" che USA e Israele si aspettano di ricavare sono solo ottativi: sperano di essere ancora "in gioco" quando si poserà il polverone.

Quindi l'OBBLIGO di spiegare a Pispax esattamente ciò che sperano di ricavare dal bordello libico diviene... obbligatorio solo per te

La realtà dei fatti è che non sanno loro stessi per primi che pesci prendere.

Citazione:
Chissà perché allora le rivolte popolari non sono scoppiate in Turchia, che è già da un anno che si sta decisamente spostando verso la sfera d'influenza cinese. Tutta roba che MUbark, Gheddafi e Ben Ali non si sognavano neppure dopo una cena di merluzzo.

Altra generalizzazione che spiegherebbe per assurdo un'inconsistenza di analisi applicata a situazioni concrete.
Nello specifico, la Turchia è un porcospino, sia internamente che dall'esterno.
E' probabilmente il migliore e più compatto esercito non occidentale, che storicamente "custodisce" il governo turco, pronto a esautorarlo se l'elite militare ritiene che il governo stia danneggiando l'interesse nazionale; per poi tenersi il potere 4-5 anni e riconsegnarlo spontaneamente alla democrazia.
Se non vado errato l'hanno fatto già 3 volte dalla I guerra mondiale a oggi.

Vogliamo dire che è un paese abbastanza ostico da infiltrare con ribellioni più o meno pacifiche?
Vogliamo considerare che è una democrazia parlamentare che, non ostante un certo disprezzo per i diritti umani, è abbastanza difficilina da qualificare come "mostri" ai quali esportare una cosa che hanno già?
Vogliamo considerare che sono candidati a entrare nella NATO?

Insomma: vogliamo ammettere che è un esempio stupido da portare come dimostrazione di non esistenza delle rivoluzioni pilotate?

ivan
Inviato: 30/3/2011 21:54  Aggiornato: 30/3/2011 22:29
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Pispax:

La Juogoslavia:

Le forze che hanno portato alla dissoluzione della Jugoslavia sono state forze esterne, non riconducibili all'Urss ma bensì all'occidente: negli anni 80 del secolo scorso diverse procure scoprirono traffici di armi , gestisti dalla mala e coperte guarda caso dai soliti servizi deviati e all'ombra di alcuni partiti politici, diretti guarda caso proprio verso le regioni che poi avrebbero proclamato la secessione. L'appoggio poi dato alle regioni secessioniste dato subito da diversi paesi dal passato non certo esaltante è stato il tocco finale.
Certo, la disgregazione della nazione Jugoslava necessitava anche di forze interne, ma quelle forze da sole non sarebbero bastate a fare alcunchè se non ci fosse stato l'appoggio di paesi esterni, paesi esterni che hanno poi contribuito a dare il colpo di grazia.
La Jugoslavia ha pagato lo scotto di essersi liberata da solo dal giogo straniero, di aver processato gente che storicamente non era mai stata processata per i suoi peccati in duemila anni di storia, di aver osato dimostrare che al mondo non esisteva solo il duopolio est-ovest, che era possibile essere una nazione forte e progredita ed autorevole conservando la propria identità ed autonomia.
Era troppo per chi voleva e vuole il mondo ai sui piedi.

Citazione:

E quindi ogni volta che leggo di presunte "rivolte colorate" manovrate dalla CIA e/o dal Mossad mi rovescio in terra da ridere.(*)


E già, è difficile crederci. anche perchè in merito i media dicono ben poco.
Però ogni tanto qualcosa sfugge. E qualcosa è sfuggito: la trasmissione Report su Rai3 , qualche anno fa ha trasmesso un servizio sui retroscena delle rivoluzioni colorate dell'est europa.

Era ben fatto e mostrava tutte le pedine in gioco: gli agenti segreti occidentali che preparavano i libretti del perfetto rivoluzionario e lo diffondevano tra i giovani, agenti segreti che si vantavano dell loro azioni simili in Nicaragua contro Ortega, i giovani che aderivano a questi movimenti, le interviste a questi giovani in cui si vantavano di aver preso parte ai moti in Serbia, in Ucraina e così via . Vi erano pure le interviste ai politici cacciati dalle rivoluzioni colorate, politici che erano stati eletti con libere elezioni e con largo consenso, e che dicevano tra le lacrime che quelle non erano state rivoluzioni per la libertà e la democrazia ma bensì veri e propri un colpi di stato .

E' stato un servizio storico, mi rammarico di non averlo registrato su video cassetta ma il web apre sopperire a questa mia mancanza, il link dovrebbe essere questo: link video rivoluzioni colorate all'est . E' un video da tenere bene a mente quando si osservano gli eventi politici di questo periodo.

Citazione:


Mi sta bene tutto quello che dite, piccini: però PRIMA dovete spiegarmi quali sono i vantaggi che quei due stati si attendono da quelle rivolte.



Lo si discuteva su un altro 3ad, la democrazia è una pianta fragile che va coltivata e che richiede cure.
Da L'espresso:

Citazione:


Ma in Italia c'è la democrazia?

di Massimo Cacciari

Il 'potere esercitato dal popolo' funziona solo se questo è capace di scegliere i migliori, non gli idioti populisti. Altrimenti si svuota, perde senso: diventa piaggeria verso gli elettori e compiacimento di una massa di infanti



link

Pispax
Inviato: 30/3/2011 23:25  Aggiornato: 31/3/2011 0:07
Sono certo di non sapere
Iscritto: 19/3/2009
Da:
Inviati: 4685
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Makk


Ci sono discussioni che mi appassionano.
Quelle che si basano sul niente mi appassionano molto poco. In linea di massima mi rifiuto di discutere su cose dove le opinioni non divergono. Mi pare tempo buttato via.


Comunque:


Citazione:
Eppure stanno attaccando il loro, secondo te, amichetto.


Per la precisione gli interventi erano di Peonia.
Io ho una visione più generalista: TUTTI i dittatori nell'area sono/erano amichetti sia di Israele che degli USA. Iran a parte, dichiarazioni infuocate a parte, "boicottaggi" a parte, l'equilibrio dell'area era a loro favore.

Nella fattispecie della Libia, Francia e GB stanno difendendo i loro interessi. Evidentemente ritengono che una vittoria dei rivoltosi dia loro più affidabilità di un superstite governo di Gheddafi. Non a caso si stanno muovendo per i cazzi loro.







Citazione:
Dunque, vediamo che cosa stai suggerendo:
non ci sono rivolte colorate perché gli occidentali hanno comodi i governi in essere. Talmente comodi che li attaccano e adesso vogliono anche [sancire pubblicamente quello che già si sospettava e cioè] armare i ribelli.

Quindi chi presume mani occidentali dietro i ribelli libici è un cialtrone.

Ho capito bene o no?


Se stimo parlando della stessa cosa, cioè dello scoppio generalizzato di rivolte nell'intero NA e MO, si: hai capito benissimo.
O meglio: è un cialtrone nella misura in cui o prende questo fatto per scontato, oppure sceglie solo le argomentazioni che portano acqua al suo mulino - che in questo caso sono anche abbastanza poche.
Nel caso particolare della Libia quelle non sono "rivolte colorate" secondo la definizione che davi tu alla frase in un altro thread: ovvero non sono pilotate dalla CIA.

Se invece sono state pilotate da qualcun altro, può essere interessante cercare di stabilire da CHI. Gheddafi bene o male faceva comodo a parecchissima gente.






Citazione:
O, se lo fa, non capisce di cosa stai parlando e "aggira l'argomento".

A me sembra che vuoi a tutti i costi costi parlare di "rivoluzioni colorate", che non si danno in Libia (tanto per cominciare non sono per niente pacifiche, visto che come minimo sono partite impiccando poliziotti e facendo pogrom di immigrati).

Poi la presenza di frange islamiche è non solo certa ma addirittura rivendicata nel consiglio dei rivoltosi (in Egitto e Tunisia erano arrivati dopo i tumulti, quando c'era da spartirsi i seggi del futuro parlamento democratico).

Quindi chi cerca di stringere il campo ad argomenti meno rilevanti rispetto al topic sembri tu...


Ehi. Fermi tutti.

Io qualche post fa ho espresso i motivi della mia irritazione nei confronti di Tarpley, che è un altro che inizia la salita a partire dal secondo scalino - cioè lo scalino del mainstream del cd. antimainstream. La bieca ortodossia della "controinformazione", secondo la quale tutto quello che accade è colpa della CIA o del Mossad.

Da lì è partita QUESTA frangia della discussione, che è quella che stiamo ancora portando avanti.

Sia chiaro: quando è colpa loro allora giù botte, e accidenti a quelle che vanno di fuori. Però quando sento che tutto DEVE necessariamente essere colpa loro, allora mi viene da rimpiangere l'onestà intellettuale di Minzolini.








Citazione:
La risposta che ho dato io si può riassumere così:
gli occidentali non hanno avuto grande margine di manovra, nelle precedenti rivolte e neanche in Libia.
In sostanza hanno sparato nel mucchio, mettendo in campo una serie di iniziative confuse e contraddittorie.
Il nordafrica gli è sostanzialmente scoppiato in faccia e non hanno organizzato un gran che bene le azioni (tanto per dire, mentre Ben Ali partiva su suggerimento americano, in tunisia atterrava una nutrita delegazione diplomatico-militare francese, che gli americani non si erano degnati di avvertire).

In questo quadro (che tu chiami, per motivi noti solo a te stesso, "parlare d'altro") i "vantaggi" che USA e Israele si aspettano di ricavare sono solo ottativi: sperano di essere ancora "in gioco" quando si poserà il polverone.

Quindi l'OBBLIGO di spiegare a Pispax esattamente ciò che sperano di ricavare dal bordello libico diviene... obbligatorio solo per te

La realtà dei fatti è che non sanno loro stessi per primi che pesci prendere.


Ovvero a quanto sembra anche secondo te la genesi di quei moti va cercata altrove.
Bene.


(EDIT: in ogni caso l'obbligo rimane a carico di chiunque decida di partire dal secondo scalino.
Ovvero: prima di parlare delle implicazioni future del coinvolgimento di Pippo in queste rivoluzioni, sarebbe carino PRIMA spiegare per benino come mai si pensa che Pippo sia coinvolto)






Citazione:
Altra generalizzazione che spiegherebbe per assurdo un'inconsistenza di analisi applicata a situazioni concrete.
Nello specifico, la Turchia è un porcospino, sia internamente che dall'esterno.
E' probabilmente il migliore e più compatto esercito non occidentale, che storicamente "custodisce" il governo turco, pronto a esautorarlo se l'elite militare ritiene che il governo stia danneggiando l'interesse nazionale; per poi tenersi il potere 4-5 anni e riconsegnarlo spontaneamente alla democrazia.
Se non vado errato l'hanno fatto già 3 volte dalla I guerra mondiale a oggi.

Vogliamo dire che è un paese abbastanza ostico da infiltrare con ribellioni più o meno pacifiche?
Vogliamo considerare che è una democrazia parlamentare che, non ostante un certo disprezzo per i diritti umani, è abbastanza difficilina da qualificare come "mostri" ai quali esportare una cosa che hanno già?
Vogliamo considerare che sono candidati a entrare nella NATO?


Descrizione corretta.
Sono meno d'accordo sulla definizione di "porcospino": quando un paese democratico non rispetta i diritti civili, significa che ha le sue belle gatte da pelare sul fronte interno. E non solo per i curdi, che da come sono trattati è un miracolo che non emigrino in massa nella Striscia di Gaza.

Continuando il pour parler, è vero che la Turchia è candidata a entrare nella NATO.
Lo è da più di venti anni.
Poi l'anno scorso si è scocciata (dagli torto) e ha iniziato a fare le manovre militari con i cinesi.






Citazione:
Insomma: vogliamo ammettere che è un esempio stupido da portare come dimostrazione di non esistenza delle rivoluzioni pilotate?


Questo spiegalo a chi è convinto che la CIA possa far scoppiare rivoluzioni colorate più o meno ovunque, basta schioccare le dita.
Per quanto mi riguarda era molto più difficile farla scoppiare in Libia piuttosto che in Turchia, fosse anche solo per l'assenza di specifici gruppi etnici oppressi e di una maggior diffusione della ricchezza.
Ma appunto.

Pispax
Inviato: 30/3/2011 23:46  Aggiornato: 30/3/2011 23:54
Sono certo di non sapere
Iscritto: 19/3/2009
Da:
Inviati: 4685
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
ivan


Citazione:
Le forze che hanno portato alla dissoluzione della Jugoslavia sono state forze esterne, non riconducibili all'Urss ma bensì all'occidente: negli anni 80 del secolo scorso diverse procure scoprirono traffici di armi , gestisti dalla mala e coperte guarda caso dai soliti servizi deviati e all'ombra di alcuni partiti politici, diretti guarda caso proprio verso le regioni che poi avrebbero proclamato la secessione.


Cioè più o meno tutte.
N.B.: se il servizio "deviato" in realtà faceva l'interesse dello Stato, allora ti garantisco che nessuna procura avrebbe scoperto alcunché.
Prendiamolo come un semplice dato di fatto: in 60 anni di maialate, l'unica cosa che le procure hanno portato avanti è stata quella roba dei rapimenti della CIA.

Mi pare comunque di ricordare una serie di articoli a questo proposito, portati avanti all'epoca perlopiù da quegli idioti de Il Giornale.
Ma sicuramente mi sbaglio io. Mi citi gli episodi, per favore?






Citazione:
Certo, la disgregazione della nazione Jugoslava necessitava anche di forze interne, ma quelle forze da sole non sarebbero bastate a fare alcunchè se non ci fosse stato l'appoggio di paesi esterni


Oh, a me pareva che si sgozzassero abbastanza allegramente anche senza bisogno dell'aiuto di nessuno.







Citazione:
La Jugoslavia ha pagato lo scotto di essersi liberata da solo dal giogo straniero


Non mi pare che lo abbia fatto. Non più della Romania, tanto per dire.
E in ogni caso il suo "giogo straniero" era l'URSS, non dimentichiamocene.







Citazione:
di aver processato gente che storicamente non era mai stata processata per i suoi peccati in duemila anni di storia


Di chi stai parlando?
Spero non dei preti, visto che di processi ai preti è stracolma l'intera storia dell'impero sovietico. E in ogni caso quel fenomeno si è molto ridimensionato già partire dagli anni '70.







Citazione:
di aver osato dimostrare che al mondo non esisteva solo il duopolio est-ovest, che era possibile essere una nazione forte e progredita ed autorevole conservando la propria identità ed autonomia.


In quel duopolio c'era dentro con entrambi i piedi.
Autonomia un par di ciuffoli.

E l'idea dell'"identità" è bislacca: morto Tito, l'"identità" è evaporata in meno di sei anni.






Citazione:
E già, è difficile crederci. anche perchè in merito i media dicono ben poco. Però ogni tanto qualcosa sfugge.
E qualcosa è sfuggito: la trasmissione Report su Rai3 , qualche anno fa ha trasmesso un servizio sui retroscena delle rivoluzioni colorate dell'est europa.


Attenzione: io sto parlando unicamente delle presunte "rivoluzioni colorate" del Nord Africa e del Medio Oriente.
Forse questo aspetto non lo avevi colto.

Non sono così sciocco da dire che non esistono o non sono esistite rivoluzioni colorate. Mi limito a sostenere che non lo sono quelle di questi giorni.






Citazione:
Lo si discuteva su un altro 3ad, la democrazia è una pianta fragile che va coltivata e che richiede cure.


Minchia se sono d'accordo.

Gisar
Inviato: 31/3/2011 0:12  Aggiornato: 31/3/2011 0:12
Ho qualche dubbio
Iscritto: 5/1/2010
Da: Umania
Inviati: 270
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida

Instauratio ab imis fundamentis
ivan
Inviato: 31/3/2011 7:28  Aggiornato: 31/3/2011 8:08
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Pispax.

Allora, le procure in illo tempore scoprirono il traffico d'armi verso al Yugoslavia, e scoprirono anche tante altre cose.

Ma le conseguenze allora per chi indagava su tanti sporchi traffici erano spesso tragiche; ad esempio il giudice Carlo Palermo, che scoprì "il quarto livello" scampò per miracolo ad un attentato.

E chi c'era sia dietro gli attentati, dietro ai traffici, dietro ai depistaggi ? C'era quella cosa appunto definita "il quarto livello": un intreccio di interessi tra servizi segreti, malavita, fanatici religiosi, loggie massoniche e quant'altro.

Quanto alla Yugoslavia, coem al solito la storia si sa la riscrivono sempre i vincitori i quali non possono che riscriverla a loro immagine e somiglianza.

La storia della Yugoslavia è semplice: nazione nata dalla disfatta degli imperi centrali dopo la prima guerra mondiale, era uan monarchia che fu travolta dagli eventi della seconda guerra mondiale, eventi che nel balcani tirarono fuori il peggio del lato crudele delle parti in conflitto.
Ma il fato volle che tra le parti in conflitto nei balcani, il movimento di Tito avesse la meglio per tutta una serie di motivi sia sugli invasori tdeschi ed italiani, sia sulel altre fazioni (monarchici, ustascia etc) .

Finita la guerra , la nazione Yugoslava risorse non piu' come monarchia, ma come repubblica; e mentre molti stati occidentali, in gran segreto, aiutavano a farla fare franca a tanti criminali di guerra (Ante Palevic, ad esempio) , le prime azioni della repubblica di Yugoslavia furono proprio quelle di processare i criminali di guerra, prelati compresi ( sui crimini commessi un Yugoslavia c'è un forum su questo sito).
Glia accordi di Yalta prevedevano che la Yuogoslavia fosse nella zona d'influenza dell' URSS ma l'URSS di quel periodo era l'URSS di Stalin e i funzionari yugoslavia in missione in URSS iniziarono a sparire , a non ritornare perchè al potere dittatoriale non era gradita una nazione non sottomessa alla sua volontà.
Fu così che nel 48 si consumò lo scisma: la Yugoslavai di Tito di dissociò completamente dalla sfera d'infleunza sovietica e scelse di percorre una sua strada, strada che avrebbe portato al movimento dei non allineati.

Citazione:


Non mi pare che lo abbia fatto. Non più della Romania, tanto per dire.



La storia della Romania è completamente diversa: mentre la Yugoslavia fu una nazione invasa dalle l forze dell'asse, la Romania era un alleato delle forze dell'asse e partecipò con le sue armate all'invasione di altri paesi, come la Grecia e la Russia. Ma le guerre anche si perdono, e la romania perse nelle steppe del Don e l'armata rossa entrò nei sui territori, arrestò il dittatore che si era alleato con l'asse, e lo processò.


Citazione:


E in ogni caso il suo "giogo straniero" era l'URSS, non dimentichiamocene.



Ma quando mai, non è per nulla così. Il giogo straniero per la Yugoslavia furono prima gli imperi centrali, poi l'Italia e la Germania, gioghi da cui seppe liberarsi.
Ma una nazione che ha saputo sempre liberarsi dal giogo straniero e prospera seguendo una sua via non poteva che essere invisa al potere che vuole tutti ai sui piedi.

Citazione:



Attenzione: io sto parlando unicamente delle presunte "rivoluzioni colorate" del Nord Africa e del Medio Oriente.
Forse questo aspetto non lo avevi colto.

Non sono così sciocco da dire che non esistono o non sono esistite rivoluzioni colorate. Mi limito a sostenere che non lo sono quelle di questi giorni.



Lo scenario è sempre lo stesso da cent'anni in qua: portare con le buone o o con le cattive le nazioni ad essere asservite a determinati paesi: l'opzione militare non sempre è percorribile ed ecco allora che c'è l'opzione rivoluzione colorata: un pò di tv, un pò di propaganda, molti soldi, un pò di gente facilmente condizionabile, un pò di trattative sotterranee, la copertura dei media che non brillano certo per autonomia e il gioco è fatto.

La rivoluzione colorata però presuppone una cosa, il servizio di Report la spiegava: che la gendarmeria dei paesi da colorare sia "pacifica" nel senso che non intervenga con la forza bruta a reprimere.
Ma questo non sempre è possibile (vedere ad esempio i fatti della Cina o dell'Iran) .

Ecco allora scattare l'opzione militare: ma visto che invadere tout-court rischia di scatenare un putiferio non piu' controllabile, allora ci vuole tutta una manovra mediatica per giustificare l'intervento "umanitario teso a ".

Son dieci e passa anni che si discute di sta cosa su questo ed altri siti, non so, piu' solare di così ..

Ci hanno pure fatto un film sopra: "Canadian bacon " (link )

Freeman
Inviato: 31/3/2011 8:49  Aggiornato: 31/3/2011 8:49
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 31/7/2006
Da: NiggahCity
Inviati: 2092
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:
N.B.: non solo l'ex Jugoslavia non possiede risorse di particolare valore, ma oggi come oggi non è neppure posizionata strategicamente in modo particolare. E dunque, perché?


Dipende se nelle considerazioni strategiche inserisci anche le rotte mondiali del narcotraffico. La mega-base USA in Kosovo a che serve, allora?

"Non siamo noi a trovare la Verità. È la Verità a trovare noi. Dobbiamo solo prepararci. Si può invitare un ospite che non si conosce? No. Ma si può mettere la casa in ordine, così che, quando l'ospite arriva, si è pronti a riceverlo e a conoscerlo".
redna
Inviato: 31/3/2011 13:27  Aggiornato: 31/3/2011 13:28
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:
Continuando il pour parler, è vero che la Turchia è candidata a entrare nella NATO.
Lo è da più di venti anni.
Poi l'anno scorso si è scocciata (dagli torto) e ha iniziato a fare le manovre militari con i cinesi.



la Turchia vorrebbe anche entrare nella UE.... ma pare non sia possibile...
Peccato che sia stato possibile mettere Israele nell'OCSE.
Miracoli sionisti?

La Turchia non è che si è scocciata. La Turchia ha avuto un sacco di morti sulle navi pacifiste tipo MaviMarmara ....
Vogliamo ricordare chi è che ha fatto tutti questi morti oppure la memoria è corta?
Se ha cominciato a fare le manovre militari con i cinesi ha capito che stare con la NATo non solo non è conveniente ma anche non è attendibile considerato lo schieramento non certamente neutrale che ha.
La sesta flotta USA nel Mediterrano non dovrebbe supportare i sionisti nei loro bliz contro navi pacifiste turche che portano gli aiuti ai palestinesi di Gaza che vivono in condizioni di apartheid (sempre a causa dei sionisti).

Non è che si è scocciata Pispax, proprio ha capito tutto.
Quello che invece tu fai sempre finta di non capire e meni in can per l'aia come se nulla fosse.

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
complo
Inviato: 31/3/2011 13:58  Aggiornato: 31/3/2011 13:58
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 14/10/2005
Da:
Inviati: 2555
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Citazione:
E quindi ogni volta che leggo di presunte "rivolte colorate" manovrate dalla CIA e/o dal Mossad mi rovescio in terra da ridere.(*)
Mi sta bene tutto quello che dite, piccini: però PRIMA dovete spiegarmi quali sono i vantaggi che quei due stati si attendono da quelle rivolte.

(*) Si fa per dire. In realtà la roba prevalente è la tristezza.
In particolare la tristezza di quando ad abboccare sono proprio quelli che si vantano di "non essere schiavi del mainstream" e di "verificare attentamente le fonti"; passando naturalmente dal perentorio "io penso con la mia testa!"


Parole sante.
Attendiamo di sentire i vantaggi.............

Giano
Inviato: 31/3/2011 16:37  Aggiornato: 31/3/2011 16:37
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 18/3/2011
Da:
Inviati: 1424
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Libia: Usa, Obama autorizza operazioni segrete Cia
Armare o non armare gli insorti in Libia? Anche negli Usa il
dibattito è acceso, con il presidente Barack Obama che non
esclude questa possibilità. Intanto però, il capo della Casa
Bianca, secondo l'agenzia Reuters, avrebbe già autorizzato,
firmando un ordine segreto, operazioni di appoggio ai ribelli
da parte della Cia.

Operazioni che secondo il sito web
del "New York Times" sono già iniziate "da alcune settimane",
con agenti disseminati sul territorio libico per individuare obiettivi
per i raid aerei e per contatti con la "rivoluzione" assieme a colleghi
dell'MI6 britannico. E questo, osserva il giornale, nonostante Obama
abbia detto più volte che in Libia non intende inviare forze di terra,
peraltro non previste dalla risoluzione Onu.

Prima o dopo la “rivoluzione” è sicuro che questi non mancano mai, certo che…
…”alcune settimane” è un po’ vaga come definizione. Bisogna intervistare Pulcinella
alla Reuters.


http://www.swissinfo.ch/ita/rubriche/notizie_d_agenzia/mondo_brevi/Libia:_Usa,_Obama_autorizza_operazioni_segrete_Cia.html?cid=29889610

berna85
Inviato: 21/4/2011 17:15  Aggiornato: 21/4/2011 17:15
Ho qualche dubbio
Iscritto: 16/1/2011
Da: Amsterdam
Inviati: 154
 Re: I "ribelli libici" di al-Qaida
Qualcuno ha visto il pezzo di Ruotolo andato in onda su Annozero giovedì scorso?

Ruotolo nel suo pezzo da Benghazi racconta la vita dei ribelli costretti a far fronte all'esercito libico con poche armi e sotto continuo assedio dall'artiglieria libica, i famigliari indignati delle vittime innocenti, giovani studenti che si arruolano per combattere quella che loro credono una causa giusta, tutte storie che suscitano empatia verso queste persone.

Ascoltando però le dichiarazioni dei ribelli, tranne il linciaggio di Gheddafi non evince nessuno scopo di tale ribellione armata. Sono consapevoli di essere in guerra e sono anche consapevoli di non avere i mezzi per vincerla però si lamentano che l'esercito libico li combatte. Cosa dovrebbe fare un esercito se non combattere? Lasciare che prendano il controllo? Poi dire che "la nostra è una rivoluzione pacifica" e nella stessa frase chiedere che la NATO invii armi è ridicolo.

Credo che molti ribelli sono in buona fede, ma credo che la risoluzione di un conflitto (in termini assoluti) non possa avvenire solo tramite la violenza. La violenza è una sconfitta, vuol dire non essere in grado di gestire la situazione, vuol dire imporre se stessi a tutti i costi, la violenza è paura e egocentrismo. Paura che il controllo che noi esercitiamo possa venire a meno, egocentrismo perchè tale controllo nelle mani dell'altro (non io) sarebbe automaticamente abusato (i know best).
Nasce così il Paladino che difronte alla dimostrazione che la sua 'via' non è l'unica come invece egli crede, uccide, distrugge, giura guerra a tale evidenza nel disperato intento di cancellarla per sempre e di rinnegarla come realtà.

D'altronde la premassa dell'autore non lascia molti dubbi. "Io non so se è giusto o meno armare i ribelli, ma se non li armiamo vince Gheddafi"

Che idea vi siete fatti voi? Questo documento cambia in qualche modo le opinioni che si sono formate?

Qui il Video - servizio di Ruotolo (Annozero 17/04)


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