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elezioni Usa : L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Inviato da Redazione il 24/1/2009 7:20:00 (19518 letture)

Webster Tarpley è il principale propugnatore della teoria che vede Barack Obama come un prodotto di laboratorio, coltivato per lunghi anni dal gruppo politico di Zbigniew Brezinsky, e ora impostoci alla Casa Bianca con una sofisticata operazione di “marketing ideologico”, in cui la facciata del “cambiamento” serve solo a coprire una realtà di aggressione imperialista ancora peggiore di quella che abbiamo vissuto negli ultimi otto anni.

Sotto Obama – secondo Tarpley – l’America riporterà in auge quella politica di destabilizzazione globale il cui scopo ultimo è demolire una volta per tutte l’impero russo. Non potendo attaccarlo militarmente, questa strategia prevede inizialmente la frantumazione del Pakistan – alleato-chiave della Cina in Asia – e poi la riduzione dell’afflusso di petrolio africano verso la Cina, per obbligare quest’ultima a rivolgersi ai territori siberiani, alla ricerca di petrolio, trovandosi così in conflitto diretto con la Russia.

In questa intervista Tarpley spiega anche che la chiave di volta di tutta l’operazione è quella di riuscire a mettere l’Iran contro la Russia stessa, attraverso un’alleanza di cui farebbe le spese Israele, …

… che finirebbe per ritrovarsi fortemente ridimensionato sullo scacchiere medio-orientale.

Massimo Mazzucco





L’intervista è liberamente riproducibile in rete, purchè resti intatta dall’inizio alla fine, e ne venga citata la fonte.

Scarica QUI l’intervista completa (60 min. - mp3 - 115 mb).

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
zioluther
Inviato: 24/1/2009 9:12  Aggiornato: 24/1/2009 9:12
So tutto
Iscritto: 30/5/2008
Da: Rurale
Inviati: 8
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Nel dubbio uso la bici.
Così, per effetto joule, mi scaldo pure...

Citazione:
"Maronn dell incoroneite!" - (Lino Banfi)
gnaffetto
Inviato: 24/1/2009 9:45  Aggiornato: 24/1/2009 9:47
Mi sento vacillare
Iscritto: 4/1/2008
Da:
Inviati: 336
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
ringrazio massimo e il sig. tarpley per la piacevole intervista, gli spunti e la visione d'insieme che traspare.

un primo passo per non sentirsi toralmente impotenti è la divulgazione dell'argomento agli amici, conoscenti, non come verita' ma come spunto di riflessione

alcune cadute di tarpley, a mio avviso, quando parla dei presunti incontri con omosessuali come dei "problemi" e del diritto a difendersi di israele.

ma vi sono molti altri spunti..

LoneWolf58
Inviato: 24/1/2009 9:53  Aggiornato: 24/1/2009 9:53
Sono certo di non sapere
Iscritto: 12/11/2005
Da: Padova
Inviati: 4861
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley

La storia, come un'idiota, meccanicamente si ripete. (Paul Morand)
Il problema, però, è che ci sono degli idioti che continuano a credere che la storia non si ripeta. (LoneWolf58)
edo
Inviato: 24/1/2009 9:54  Aggiornato: 24/1/2009 9:56
Sono certo di non sapere
Iscritto: 9/2/2006
Da: casa
Inviati: 4529
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Tarpley è affascinante, o almeno lo è, secondo me, più di G. Chiesa che in gran parte sostiene una visione analoga.
Personalmente "ondivagheggio" tra la speranza e il pessimismo, cogliendo qua e la' elementi diversi e contrastanti per costruirmi una quadro fluido adatto più alla mia emotività che alla realtà oggettiva (ammesso che esista).
Un punto che attualmente mi sembra importante da tenere in considerazione è che, a dispetto di qualunque previsione, nessuno (che io sappia) ha ipotizzato il deprezzamento, in pochi mesi, del barile di petrolio dai 140 dollari ai 30 attuali.
Intimamente sono persuaso che l'obiettivo finale sia la creazione del NWO con annessa moneta unica (solo elettronica); chiaro che per arrivare allo scopo, il mondo attuale deve essere portato allo sfinimento e al fallimento senz'altra via d'uscita.

Meriterebbe d'essere approfondito quanto riportato dal link di LoneWolf

clausneghe
Inviato: 24/1/2009 10:54  Aggiornato: 24/1/2009 10:54
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/4/2006
Da: nordcentro
Inviati: 1679
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Ho appena finito di leggere il post di Falso MB, che è sì esagerato, ma a ben guardare neanche troppo!
Volevo quasi linkarlo, ma vedo che Lone mi ha preceduto. Bene.
Che sia Lui (non Wolf, ma l'abbronzato) il lupo travestito da agnello?

Forse sono solo coincidenze, forse...

Stiamo a guardare

Non cinico sono, ma disincantato, pensando al peggio che come è noto non ha mai fine

peonia
Inviato: 24/1/2009 11:55  Aggiornato: 24/1/2009 11:55
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Caro Massimo, ti ringrazio moltodi questa intervista interessante, ma allora dobbiamo ricrederci ....e chiedere scusa ai complottisti di L.C.?
naggia!!!!

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
Iskandar
Inviato: 24/1/2009 12:29  Aggiornato: 24/1/2009 12:29
Ho qualche dubbio
Iscritto: 20/6/2006
Da: pistoia
Inviati: 104
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
più di una volta mi è venuto da pensare che la deriva terroristica degli ultimi 8 anni sia un pò troppo evidente.
nel senso... che dopo aver creato il problema ( non binladen-alquaede e monade varie, ma nwo, pnac e via dicendo) ci viene proposta anche la soluzione. Solo che questa trappola è destinata a chi ha superato il primo livello di coscienza ( quella fornita-imposta dai mass media )

nosh1t
Inviato: 24/1/2009 12:30  Aggiornato: 24/1/2009 12:31
Ho qualche dubbio
Iscritto: 30/9/2008
Da:
Inviati: 143
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
una teoria che mi quadra assai - proporrei di tenere d'occhio Obama magari aprendo un post-bacheca dove elencare tutti i passi che fa (quelli importanti) nel corso del tempo di modo da avere un agile quadro di riferimento per tutti - magari iniziando a inserire la chiusura dell'affaire Guantanamo, ampiamente anticipato gia' da Bush.

Paxtibi
Inviato: 24/1/2009 12:59  Aggiornato: 24/1/2009 12:59
Sono certo di non sapere
Iscritto: 3/4/2005
Da: Atene
Inviati: 8134
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
The extraordinary impact of the President-elect on the imagination of humanity is an important element in shaping a new world order. But it defines an opportunity, not a policy. The ultimate challenge is to shape the common concern of most countries and all major ones regarding the economic crisis, together with a common fear of jihadist terrorism, into a strategy reinforced by the realisation that the new issues like proliferation, energy and climate change permit no national or regional solution.


(Henry Kissinger, "The chance for a new world order")

drdea
Inviato: 24/1/2009 13:06  Aggiornato: 24/1/2009 13:06
Ho qualche dubbio
Iscritto: 28/7/2005
Da:
Inviati: 99
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
A me sembra una teoria un po' contraddittoria nel momento in cui la prossima e voluta flessione dei consumi americani diventerebbe funzionale all'oligarchia finanziaria (interdipendente dall'oligarchia industriale).
Se il consumo (il potere, attraverso la gestione del consumo) si può definire l'obiettivo, diminuirne la portata per uno scopo strategico non può essere un boomerang in un mercato completamento drogato ed in crisi?
Inoltre non riesco a trovare i motivi che spingerebbero Obama (partendo dal presupposto che ne sia consapevole, come sostiene Tarpley) a sacrificare volontariamente la sua immagine storica in una catastrofe che verrebbe inevitabilmente attribuita a lui.

edo
Inviato: 24/1/2009 13:07  Aggiornato: 24/1/2009 13:07
Sono certo di non sapere
Iscritto: 9/2/2006
Da: casa
Inviati: 4529
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
proporrei di tenere d'occhio Obama magari aprendo un post-bacheca dove elencare tutti i passi che fa (quelli importanti) nel corso del tempo di modo da avere un agile quadro di riferimento per tutti - magari iniziando a inserire la chiusura dell'affaire Guantanamo, ampiamente anticipato gia' da Bush.

Quoto.
Chissà che ne farà del patriot act?

Santaruina
Inviato: 24/1/2009 13:20  Aggiornato: 24/1/2009 13:21
Sono certo di non sapere
Iscritto: 13/10/2004
Da: Sud Europa
Inviati: 5123
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Webster Tarpley cinico e nichilista.

-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
cherubino
Inviato: 24/1/2009 13:39  Aggiornato: 24/1/2009 13:39
Mi sento vacillare
Iscritto: 1/6/2006
Da: Haute-Normandie
Inviati: 430
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Webster Tarpley cinico e nichilista.

Eh eh

Descartes
Inviato: 24/1/2009 13:55  Aggiornato: 24/1/2009 14:16
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 21/6/2006
Da: Christ = Sun God
Inviati: 1087
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Complimenti a Massimo per aver realizzato questa intervista, dimostrando imparzialità anche su argomenti su cui magari la pensa diversamente.

Proprio in attesa della intervista avevo postato un thread dedicato a Tarpley (link al thread), con alcuni suoi video dove l'argomento viene approfondito (che meriterebbero tra l'altro una sottotitolatura in italiano da parte del mitico team di luogocumunesi).

Per chi volesse approfondire l'identità di questo gruppo, vi invito a leggere quattro cose di base sulla cupola massonica Anglo-Americana:

Pilgrim's Society
http://www.isgp.eu/organisations/Pilgrims_Society02.htm

The Green Agenda
http://green-agenda.com/globalgovernance.html
(a cui si collega il prezioso thread di Santaruina: link)

Final Warning: A History of the New World Order (libro)
http://www.scribd.com/doc/6491259/Final-Warning-A-History-of-the-New-World-Order-Illustrated-Edition

"Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia" (libro)
un estratto: http://www.disinformazione.it/pilgrims.htm
il libro: http://www.ibs.it/code/9788889015636/massoneria-sette-segrete

P.S.
Questi ultimi due libri sono scritti da fondamentalisti cristiani (spesso gli unici con sufficiente motivazione per fare simili difficili ricerche), quindi alcune cose di natura apocalittica sono a mio parere da prendere con le pinze.

P.P.S.
Sarebbe utile convertire l'audio dell'intervista in un video (anche magari con solo la foto di Tarpley statica o uno slideshow di foto dei personaggi e dei luoghi che cita), allo scopo di dargli maggiore diffusione su YouTube.

kataclisma
Inviato: 24/1/2009 13:58  Aggiornato: 24/1/2009 13:59
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Un punto che attualmente mi sembra importante da tenere in considerazione è che, a dispetto di qualunque previsione, nessuno (che io sappia) ha ipotizzato il deprezzamento, in pochi mesi, del barile di petrolio dai 140 dollari ai 30 attuali.

Effettivamente può sembrare sorprendente, anche se il calo della domanda di petrolio determinato dalla crisi, potrebbe spiegare almeno in parte la diminuzione del prezzo.

Citazione:
Intimamente sono persuaso che l'obiettivo finale sia la creazione del NWO con annessa moneta unica (solo elettronica); chiaro che per arrivare allo scopo, il mondo attuale deve essere portato allo sfinimento e al fallimento senz'altra via d'uscita.

Però mi sfugge il collegamento tra la diminuzione del prezzo del petrolio e questo piano per portare il mondo allo sfinimento...

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
redna
Inviato: 24/1/2009 14:07  Aggiornato: 24/1/2009 14:18
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Lonewolf


Citazione:
Ma ha giurato o non ha giurato??


Ma l'articolo è del falso Blondet! accidenti Lone non vorrei....ma attenzione alla....lavagna!!!!

(comunque anch'io ho notato che la seconda volta non c'era una bibbia di mezzo. L'immagine fa vedere solo una mano di entrambi...però l'altra dove sarà appoggiata)



mi sembra sia l'unica immagine del secondo giuramento

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
kataclisma
Inviato: 24/1/2009 14:09  Aggiornato: 24/1/2009 14:09
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
A me sembra una teoria un po' contraddittoria nel momento in cui la prossima e voluta flessione dei consumi americani diventerebbe funzionale all'oligarchia finanziaria (interdipendente dall'oligarchia industriale).

Per chi vuole per forza trovare del marcio in qualunque cosa, basta un po' di fantasia e la "spiegazione" te la trova, stanne certo.

Citazione:
Inoltre non riesco a trovare i motivi che spingerebbero Obama (partendo dal presupposto che ne sia consapevole, come sostiene Tarpley) a sacrificare volontariamente la sua immagine storica in una catastrofe che verrebbe inevitabilmente attribuita a lui.

Qua la spiegazione te la trovo io poiche' ci vuole pure poca fantasia.
Primo Obama non sarebbe incolpato proprio di nulla poichè la crisi è iniziata già da un bel po' e lui non centrerebbe nulla, avrebbe solo fallito il "miracolo". In ogni caso, se fosse veramente daccordo col "sistema" dei cattivi, secondo te quanto gliene fregherebbe dell' immagine che potrebbe avere di lui una mandria di bovini che va al macello?

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
drdea
Inviato: 24/1/2009 14:15  Aggiornato: 24/1/2009 14:26
Ho qualche dubbio
Iscritto: 28/7/2005
Da:
Inviati: 99
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Citazione:
Inoltre non riesco a trovare i motivi che spingerebbero Obama (partendo dal presupposto che ne sia consapevole, come sostiene Tarpley) a sacrificare volontariamente la sua immagine storica in una catastrofe che verrebbe inevitabilmente attribuita a lui.
Qua la spiegazione te la trovo io poiche' ci vuole pure poca fantasia. Primo Obama non sarebbe incolpato proprio di nulla poichè la crisi è iniziata già da un bel po' e lui non centrerebbe nulla, avrebbe solo fallito il "miracolo". In ogni caso, se fosse veramente daccordo col "sistema" dei cattivi, secondo te quanto gliene fregherebbe dell' immagine che potrebbe avere di lui una mandria di bovini che va al macello?

Ok, ma siccome Obama non è l'oligarchia finanziaria, per arrivare a prestare la faccia, i suoi interessi quali sarebbero (se non ideologici)? Voglio dire che in questa teoria c'è ampio spazio per un Obama burattino, ma mi sembra contraddittorio affermare che possa essere consapevole. O forse l'hanno ricattato perché è gay?

edo
Inviato: 24/1/2009 14:28  Aggiornato: 24/1/2009 14:28
Sono certo di non sapere
Iscritto: 9/2/2006
Da: casa
Inviati: 4529
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Intimamente sono persuaso che l'obiettivo finale sia la creazione del NWO con annessa moneta unica (solo elettronica); chiaro che per arrivare allo scopo, il mondo attuale deve essere portato allo sfinimento e al fallimento senz'altra via d'uscita.

Però mi sfugge il collegamento tra la diminuzione del prezzo del petrolio e questo piano per portare il mondo allo sfinimento...


Già. E' la mia parte emotiva che ha paura della paura a spingermi verso accostamenti (apparentemente?) illogici.
Comunuqe se Tarpley dovesse aver visto giusto, a breve tutto dovrebbe inflazionarsi e perciò anche il prezzo del petrolio (haimè ) salire.

Di questi tempi non scommetterei su niente!

peonia
Inviato: 24/1/2009 14:36  Aggiornato: 24/1/2009 14:36
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Redna, io seguivo Blondet (prima che diventasse a pagamento) e seguo ancora (per quel che e' possibile..) e anche se non condividevo sempre i suoi articoli, mi era sembrato intellettualmente onesto....a che titolo gli dai del falso? tanto per capire......

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
kataclisma
Inviato: 24/1/2009 14:47  Aggiornato: 24/1/2009 14:47
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Ok, ma siccome Obama non è l'oligarchia finanziaria, per arrivare a prestare la faccia, i suoi interessi quali sarebbero (se non ideologici)? Voglio dire che in questa teoria c'è ampio spazio per un Obama burattino, ma mi sembra contraddittorio affermare che possa essere consapevole. O forse l'hanno ricattato perché è gay?

Ma veramente ti serve una mano per trovare qualche motivazione plausibile?
Quante ne vuoi?
Soldi? Potere? Donne? Uomini? Lo ricattano perchè è gay?ahahah
O magari perchè hanno preso in ostaggio il criceto della figlia?

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
kataclisma
Inviato: 24/1/2009 14:50  Aggiornato: 24/1/2009 14:50
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Già. E' la mia parte emotiva che ha paura della paura a spingermi verso accostamenti (apparentemente?) illogici.
Comunuqe se Tarpley dovesse aver visto giusto, a breve tutto dovrebbe inflazionarsi e perciò anche il prezzo del petrolio (haimè ) salire.

Non dicevo fosse illogico, semplicemente che non riesco io a vedere il collegamento, infatti banalmente pensavo che l'aumento del petrolio fosse più nel verso che dicevi dello sfinimento....

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
Descartes
Inviato: 24/1/2009 14:51  Aggiornato: 24/1/2009 14:52
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 21/6/2006
Da: Christ = Sun God
Inviati: 1087
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:

Autore: peonia Inviato: 24/1/2009 14:36:57

Redna, io seguivo Blondet (prima che diventasse a pagamento) e seguo ancora (per quel che e' possibile..) e anche se non condividevo sempre i suoi articoli, mi era sembrato intellettualmente onesto....a che titolo gli dai del falso? tanto per capire......



Redna si riferiva al fatto che quell'articolo non è di Blondet, ma di un tizio che si fa chiamare "Falso Maurizio Blondet" e che ha aperto un blog dove scrive articoli caricatura di quelli di Blondet, esagerando la loro parte fondamentalista cristiana per cercare di ridicolizzarlo (ma tra l'altro non fa ridere per nulla).

http://falsoblondet.blogspot.com/2009/01/il-giuramento-di-lucifero.html

drdea
Inviato: 24/1/2009 14:52  Aggiornato: 24/1/2009 14:53
Ho qualche dubbio
Iscritto: 28/7/2005
Da:
Inviati: 99
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Citazione:
Ok, ma siccome Obama non è l'oligarchia finanziaria, per arrivare a prestare la faccia, i suoi interessi quali sarebbero (se non ideologici)? Voglio dire che in questa teoria c'è ampio spazio per un Obama burattino, ma mi sembra contraddittorio affermare che possa essere consapevole. O forse l'hanno ricattato perché è gay?
Ma veramente ti serve una mano per trovare qualche motivazione plausibile? Quante ne vuoi? Soldi? Potere? Donne? Uomini? Lo ricattano perchè è gay?ahahah O magari perchè hanno preso in ostaggio il criceto della figlia?

Appunto (mi dispiace che non abbia capito che la mia fosse ironia). Se non è direttamente parte dell'oligarchia dei quali interessi si starebbe occupando, visto che non comporterebbe un cambio del suo stile di vita (più o meno stesse donne, più o meno stessi soldi, ...) perché mai dovrebbe prestare la faccia? Di motivazioni non ne rimangono molte oltre al potere fine a se stesso. Ma se anche questo è una farsa, allora cosa?
Non è che ne abbia bisogno io di motivazioni, è che senza una motivazione credibili che lo porterebbe ad esporsi nel modo ipotizzato, a me sembra che l'impianto sia contraddittorio.

echoes
Inviato: 24/1/2009 14:52  Aggiornato: 24/1/2009 15:04
Ho qualche dubbio
Iscritto: 20/11/2005
Da: genova
Inviati: 127
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Di sicuro non perde tempo il ragazzo, oltre al vizio... ( )

....ehi man...slow down
gnaffetto
Inviato: 24/1/2009 15:08  Aggiornato: 24/1/2009 15:08
Mi sento vacillare
Iscritto: 4/1/2008
Da:
Inviati: 336
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
non è che questi giornalisti (webster) in realta' non ipotizzano MA SUGGERISCONO quello che c'e' da fare?

ecco come fanno "i cattivi" a seguire tutti una direzione.... altro che denunciare!

ora mi metto io a scrivere un libro... per i "buoni"

drdea
Inviato: 24/1/2009 15:13  Aggiornato: 24/1/2009 15:13
Ho qualche dubbio
Iscritto: 28/7/2005
Da:
Inviati: 99
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley non è che questi giornalisti (webster) in realta' non ipotizzano MA SUGGERISCONO quello che c'e' da fare? ecco come fanno "i cattivi" a seguire tutti una direzione.... altro che denunciare! ora mi metto io a scrivere un libro... per i "buoni"


Allora si potrebbe scrivere anche un finto libro per "cattivi", giusto per burattinarli un po'....

kiko76
Inviato: 24/1/2009 15:14  Aggiornato: 24/1/2009 15:14
Ho qualche dubbio
Iscritto: 22/1/2009
Da: Cagliari
Inviati: 59
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Complimenti Massimo, gran bel lavoro.

Non c’è dubbio che Webster Tarpley conosca bene l’ambiente di cui scrive e che le sue considerazioni meritino attenzione. In una parola: inquietante…

In effetti non mi spiego il calo del prezzo del petrolio se, come sottolineato da edo, l’inflazione programmata a tavolino vuole il contrario. Voglio dire, se tutto è stato predisposto e manovrato per avere lo scenario politico attuale, con Obama presidente eccetera, ebbene, non sarebbe stato più “normale” far si che il prezzo del greggio rimanesse alto come quando ha toccato i circa 150 dollari al barile? So per certo che ci devo riflettere parecchio.

Da tutti gli intrecci raccontati nell’intervista emerge, almeno ai miei occhi, quanto poco complicato debba essere stato organizzarsi in casa l’undici settembre.

Descartes
Inviato: 24/1/2009 15:38  Aggiornato: 24/1/2009 15:46
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 21/6/2006
Da: Christ = Sun God
Inviati: 1087
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:

Autore: gnaffetto Inviato: 24/1/2009 15:08:55

non è che questi giornalisti (webster) in realta' non ipotizzano MA SUGGERISCONO quello che c'e' da fare?


Difficile che qualcuno sia in grado di suggerire qualcosa a Brzezinski. Rockefeller lo ha scelto apposta come stratega del CFR perché come cervello strategico non è secondo a nessuno.

Inoltre quello che dice Tarpley lo si poteva leggere in questo libro di Brzezinski del 1998:

The Grand Chessboard: American Primacy and Its Geostrategic Imperatives



"America's global primacy is directly dependent on how long and how effectively its preponderence on the Eurasian continent is sustained. [...] A power that dominates Eurasia would control two of the world's three most most advanced and economically productive regions. A mere glance at the map also suggests that control over Eurasia would almost automatically entail Africa's subordination, rendering the Western Hemishphere and Oceania geopolitically peripheral to the world's central continent . . . About 75 percent of the world's people live in Eurasia, and most of the world's physical wealth is there as well, both in its enterprises and underneath its soil. Eurasia accounts for about 60 percent of the world's GNP and about three-fourths of the world's known energy resources. [...] Eurasia is also the location of most of the world's politically assertive and dynamic states. After the United States, the next six largest economies and the next six biggest spenders on military weaponry are located in Eurasia. All but one of the world's overt nuclear powers and all but one of the covert ones are located in Eurasia. The world's two most populous aspirants to regional hegemony and global influence are Eurasian. All of the potential political and/or economic challengers to American primacy are Eurasian. [...]
"If the middle space can be drawn increasingly into the expanding orbit of the West (where America preponderates, if the southern region is not subjected to domination by a single player, and if the East is not unified in a manner that prompts the expulsion of America from its offshore bases, America can then be said to prevail. But if the middle space rebuffs the West, becomes an assertive single entity (Russia-China), and either gains control over the South or forms an alliance with the major Eastern actor (Japan), then America's primacy in Eurasia shrinks dramatically. The same would be the case if the two major Eastern players were somehow to unite. Finally, any ejection of America by its Western partners from its perch on the western periphery (NATO) would automatically spell the end of America's participation in the game on the Eurasian chessboard, even though that would probably also mean the eventual subordination of the western extremity to a revived player occupying the middle space."

fonte: Zbibniew Brzezinski, The Grand Chessboard, 1998

Inoltre già all'epoca, sempre nello stesso libro, Brzezinski suggeriva indirettamente la strategia poi usata per l'11 Settembre, cioè di creare una minaccia esterna per creare il consenso:

"As America becomes an increasingly multicultural society, it may find it more difficult to fashion a consensus on foreign policy issues, except in the circumstances of a truly massive and widely perceived direct external threat."
fonte: Zbibniew Brzezinski, The Grand Chessboard, 1998

kataclisma
Inviato: 24/1/2009 17:06  Aggiornato: 24/1/2009 17:08
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Se non è direttamente parte dell'oligarchia dei quali interessi si starebbe occupando, visto che non comporterebbe un cambio del suo stile di vita (più o meno stesse donne, più o meno stessi soldi, ...) perché mai dovrebbe prestare la faccia? Di motivazioni non ne rimangono molte oltre al potere fine a se stesso. Ma se anche questo è una farsa, allora cosa?

Il discorso secondo me è molto semplice. Se Obama fosse un burattino, e dico se poichè non sono un convinto assertore di tale visione, non ci sarebbe nulla di strano o contradditorio a mio parere.
Prestare la faccia per cosa?
Per essere ricordato dalla storia come il primo presidente di colore, eletto nel momento più difficile per l'america e il mondo tutto, che ha provato ha cambiare le cose con tutte le sue forze modificando la politica del suo pessimo predecessore, ma che purtroppo non è riuscito a scongiurare completamente le varie crisi che magari, si dirà anche, saranno state rese dal suo intervento molto più sopportabili.
Non so se è necessario aggiungere che per sopportare questa gravissima onta deve anche inpersonare davanti a tutto il mondo l'uomo più potente della terra, vivere alla casa bianca, coi migliori cuochi al suo servizio, girare in lungo e in largo con l'air force one, poter avere l'ubbidienza e il rispetto di praticamente chiunque sulla faccia della terra, esclusi forse solo quella dozzina che sarebbero i suoi burattinai.
Che vitaccia! Io quasi quasi preferirei lavorare all'italsider.
Non dico che sia questa la realtà ma perchè farsi problemi dove non ce ne sono?

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
padegre
Inviato: 24/1/2009 17:07  Aggiornato: 24/1/2009 17:07
Mi sento vacillare
Iscritto: 28/11/2007
Da:
Inviati: 496
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
I primi due atti ufficiali di Obama: la direttiva su Guantanamo e la riapertura del finanziamento della ricerca sulle staminali, mi piacciono, ma nessuno mette il dito nella piaga e parla chiaro, Onu e Tribunale internazionale dell’Aia per primi.
Se un presidente degli Usa, per prima cosa, ordina ai vari corpi speciali e segreti di non torturare più la gente, bisogna dedurre che pure i sassi sapevano che ciò era vero, e che l’America era un paese diretto da un criminale, fuori dalle leggi democratiche, che aveva aggredito una nazione indipendente, l’Iraq, a migliaia di km di distanza dall’America, che non costituiva alcun pericolo o minaccia, anche se avesse avuto quelle armi di distruzione di massa, la cui esistenza era stata “provata” solo dalla immaginazione degli agenti della CIA.
Come mai il Tribunale dell’Aia, che perentoriamente chiede che siano arrestati e condotti in catene i responsabili serbi di una guerra etnica, evento comprensibile nei Balcani che sono al confine tra Europa e Asia e dove l’intolleranza religiosa pesa, nel caso del petroliere Bush, torturatore e assassino, che aggredisce una nazione, la distrugge, è responsabile di almeno un milione di morti e di 3.500 soldati americani caduti, il predetto Tribunale fa scena muta?
Eppure questo Tribunale dovrebbe essere fatto apposta per togliere dalla scena internazionale i criminali politici, che nessuno Stato ha la forza o il coraggio di condannare, e le sue sentenze dovrebbero essere tempestive e in grado di non far durare 5 anni l’aggressione all’Iraq.
L’Onu poi, che nella sua storia non ha impedito una sola guerra, è prigioniero del “diritto di veto”, mentre una elementare regola democratica dovrebbe stabilire che ogni paese, a prescindere dal numero dei suoi abitanti, vale un voto, e che la maggioranza è sovrana.
Le deliberazioni prese da Obama sulla riapertura del credito per la ricerca scientifica sulle staminali, ci dice un’altra grande verità: la Chiesa evangelica americana aveva ottenuto dal criminale Bush, così sensibile alla salvaguardia della vita embrionale, il blocco di quei finanziamenti, dimostrando in modo inequivocabile che l’alleanza tra destra e religione è un fattore certo, che però altera in modo pesante la vita democratica, in quanto la Chiesa si comporta come un partito e fa politica in senso stretto, con strutture e mezzi imponenti.
Spero proprio che Obama, che sembra contentare con questi provvedimenti l’ala progressista del suo partito, non si presenti a chiedere all’Europa maggior impegno in Afghanistam che forse non è una guerra di rapina come quella dell’Iraq, ma è sicuramente un terreno su cui l’America vuol dimostrare di essere ancora l’arbitro delle controversie internazionali, capace di alleanze con gli altri paesi occidentali, in un territorio dove vuole ostacolare la naturale egemonia della Russia e della Cina che entrambe confinano con l’Afghanistan.
Una cosa è sicura: se gli USA abbandonano quel paese, senza condizioni, nessuna minaccia arriverà mai all’America dagli afgani, e presto quel paese potrebbe essere attraversato da oleodotti e gasdotti per i quali ci vuole la PACE e il reciproco interesse.
Se anche Obama continuerà a cercare di ottenere con la forza militare il controllo su quella area, non sarà diverso dagli altri presidenti, che non hanno capito che il mondo è multipolare e che sarebbe meglio che ognuno comandasse solo a casa sua.
Paolo De Gregorio

menphisx
Inviato: 24/1/2009 17:15  Aggiornato: 24/1/2009 17:15
Mi sento vacillare
Iscritto: 19/5/2008
Da: Everywhere
Inviati: 463
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Voglio ringraziare Massimo per questa interessante intervista
Poi parla pure italiano non hai dovuto tradurti tutta l'intervista
Concordo anchio che un video su youtube darebbe più visibilità

« Tramuta tutto in ciò che è veramente: l’Astratto, lo Spirito, il Nagual. Non c’è stregoneria, né il male, né il diavolo. C’è solo la percezione. »
Don Juan Matus
drdea
Inviato: 24/1/2009 17:22  Aggiornato: 24/1/2009 17:25
Ho qualche dubbio
Iscritto: 28/7/2005
Da:
Inviati: 99
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Citazione:
Citazione: Se non è direttamente parte dell'oligarchia dei quali interessi si starebbe occupando, visto che non comporterebbe un cambio del suo stile di vita (più o meno stesse donne, più o meno stessi soldi, ...) perché mai dovrebbe prestare la faccia? Di motivazioni non ne rimangono molte oltre al potere fine a se stesso. Ma se anche questo è una farsa, allora cosa?
Il discorso secondo me è molto semplice. Se Obama fosse un burattino, e dico se poichè non sono un convinto assertore di tale visione, non ci sarebbe nulla di strano o contradditorio a mio parere. Prestare la faccia per cosa? Per essere ricordato dalla storia come il primo presidente di colore, eletto nel momento più difficile per l'america e il mondo tutto, che ha provato ha cambiare le cose con tutte le sue forze modificando la politica del suo pessimo predecessore, ma che purtroppo non è riuscito a scongiurare completamente le varie crisi che magari, si dirà anche, saranno state rese dal suo intervento molto più sopportabili. Non so se è necessario aggiungere che per sopportare questa gravissima onta deve anche inpersonare davanti a tutto il mondo l'uomo più potente della terra, vivere alla casa bianca, coi migliori cuochi al suo servizio, girare in lungo e in largo con l'air force one, poter avere l'ubbidienza e il rispetto di praticamente chiunque sulla faccia della terra, esclusi forse solo quella dozzina che sarebbero i suoi burattinai. Che vitaccia! Io quasi quasi preferirei lavorare all'italsider. Non dico che sia questa la realtà ma perchè farsi problemi dove non ce ne sono?

Scusa ma forse tu non hai ascoltato integralmente l'intervista (o forse io, che l'ho ascoltata tutta, ho interpretato male qualche passaggio della stessa; con il massimo dell'onestà, se tu confermi di averla ascoltata con attenzione la riascolterò io per trovare ciò che mi ha fatto credere quello che sto per scrivere).
Ovvero, secondo la teoria di tarpley (io non posso entrare nel merito perché mi mancano troppe informazioni, per ora mi limito a verificare almeno che l'impianto sia internamente coerente e che non abbia contraddizioni) quello che avverrà avrà effetti molto più gravi per l' "immagine" di Obama di quanto tu non abbia descritto. Se gli effetti fossero quelli da te descritti, è ovvio concordare con quello che scrivi.
Quindi, per arrivare ad accettare come compromesso quello di subire un danno così grande, la vita da Obama-presidente non mi sembra una motivazione sufficiente (ovviamente considerando che il non accettare il premio-presidente non vuol dire lavorare all'italsider, ma continuare ad essere comunque una delle persone politicamente più importanti al mondo, ovvero un senatore nero, affascinante, economicamente agiato, bla bla).

kataclisma
Inviato: 24/1/2009 17:23  Aggiornato: 24/1/2009 17:23
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
L’Onu poi, che nella sua storia non ha impedito una sola guerra, è prigioniero del “diritto di veto”, mentre una elementare regola democratica dovrebbe stabilire che ogni paese, a prescindere dal numero dei suoi abitanti, vale un voto, e che la maggioranza è sovrana.

Senza voler stare a discutere sulla bontà o meno deell' istituzione ONU, mi spieghi quale elementare regola democratica stabilirebbe che ogni stato avrebbe diritto ad un voto indipendentemente dal numero di abitanti?
Per quanto riesco a capire io, la democrazia imporrebbe un voto per ogni uomo, quindi al più i voti dovrebbero essere ripartiti con questo criterio...cioè in proporzione agli abitanti, e non in base al numero di testate nucleari posseute, come forse accade oggi.

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
drdea
Inviato: 24/1/2009 17:34  Aggiornato: 24/1/2009 17:39
Ho qualche dubbio
Iscritto: 28/7/2005
Da:
Inviati: 99
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Senza voler stare a discutere sulla bontà o meno deell' istituzione ONU, mi spieghi quale elementare regola democratica stabilirebbe che ogni stato avrebbe diritto ad un voto indipendentemente dal numero di abitanti? Per quanto riesco a capire io, la democrazia imporrebbe un voto per ogni uomo, quindi al più i voti dovrebbero essere ripartiti con questo criterio...cioè in proporzione agli abitanti, e non in base al numero di testate nucleari posseute, come forse accade oggi.

Se le entità rappresentate nell'organismo ONU fossero persone, allora è chiaro che ogni voto dovrebbe avere un peso proporzionale al numero di esseri umani rappresentato da quel voto (o, equivalentemente, ogni stato dovrebbe disporre di voti in proporzione al numero di persone che rappresenta). Questo porterebbe direttamente ad una forma di governo mondiale che, però, non è lo scopo dell'ONU. Le entità rappresentate dall'organizzazione sono, invece, stati, ovvero autonomie politiche, sovranità riconosciute: in quest'ottica, avrebbe effettivamente senso un sistema di voto che assegni ad ogni entità un voto indipendentemente dal numero di persone collegate a quel voto.
In ogni caso, comunque, il diritto di veto appare un autoritarismo immotivato. Forse, considerando lo squilibrio di potere, avrebbe persino più senso che gli stati più deboli fossero rappresentati da un peso maggiore per riequilibrare lo sbilanciamento.

edo
Inviato: 24/1/2009 17:35  Aggiornato: 24/1/2009 17:36
Sono certo di non sapere
Iscritto: 9/2/2006
Da: casa
Inviati: 4529
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
deve anche inpersonare davanti a tutto il mondo l'uomo più potente della terra

Esatto, si tratta d'interpretare, più che altro...

mi spieghi quale elementare regola democratica stabilirebbe che ogni stato avrebbe diritto ad un voto indipendentemente dal numero di abitanti?

Finchè esiste il diritto di veto, è una questione di lana caprina.

kataclisma
Inviato: 24/1/2009 17:58  Aggiornato: 24/1/2009 17:58
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Se le entità rappresentate nell'organismo ONU fossero persone, allora è chiaro che ogni voto dovrebbe avere un peso proporzionale al numero di esseri umani rappresentato da quel voto (o, equivalentemente, ogni stato dovrebbe disporre di voti in proporzione al numero di persone che rappresenta). Questo porterebbe direttamente ad una forma di governo mondiale che, però, non è lo scopo dell'ONU. Le entità rappresentate dall'organizzazione sono, invece, stati, ovvero autonomie politiche, sovranità riconosciute: in quest'ottica, avrebbe effettivamente senso un sistema di voto che assegni ad ogni entità un voto indipendentemente dal numero di persone collegate a quel voto.

In senso strettamente logico condivido quello che dici, ma il voto indipendente dal numero di abitanti darebbe comunque vita ad un governo di pochi su molti, cosa che non dovrebbe essere lo scopo della democrazia.
Il diritto di veto è certamente una anomalia che dimostra sostanzialmente che l' ONU ha poco a che vedere con la democrazia e la tutela dei deboli.

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
gnaffetto
Inviato: 24/1/2009 18:00  Aggiornato: 24/1/2009 18:00
Mi sento vacillare
Iscritto: 4/1/2008
Da:
Inviati: 336
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
è un po' che saltavo l'appuntamento con le foto dei gruppi e dei personaggi che vengono citati nei vari articoli....

ONU -

Trilateral -

Heinz Alfred Kissinger -

Webster Griffin Tarpley -

Zbigniew Kazimierz Brzezinski -

x massimo: posso creare una categoria dedicata sul forum in cui chiedo la collaborazione degli utenti per scovare le foto di personaggi "introvabili" ?

Redazione
Inviato: 24/1/2009 18:54  Aggiornato: 24/1/2009 18:55
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Se qualcuno ha avuto il tempo di ascoltare tutta l'intervista, mi piacerebbe sentire un suo commento.

°°°

Gnaffetto: se lo ritieni importante, certamente.

drdea
Inviato: 24/1/2009 19:34  Aggiornato: 24/1/2009 19:34
Ho qualche dubbio
Iscritto: 28/7/2005
Da:
Inviati: 99
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Io l'ho ascoltata tutta, anche se con qualche calo dell'attenzione.
Il mio commento sull'intervista è che la stessa mi sembra di ottima qualità: sia per la qualità della "fonte" (Tarpley mi è sembrato molto competente e preciso) che per la qualità delle domande (interessanti e mai puntigliose).
Il mio commento sul contenuto dell'intervista è, intanto, che è molto difficile analizzare criticamente l'impianto se non si conoscono già bene tutti i fatti riportati: l'unica possibilità di approfondimento che rimane (o, almeno, nel mio caso è così) è quella sull'eventuale coerenza interna della tesi (tutt'altro discorso sarebbe se fosse già disponibile il libro). Cercando quindi almeno di far quadrare i conti dando per scontati e verificate le ipotesi di base, come ho cercato di esporre nei commenti sopra, c'è qualcosa che non mi torna sul ruolo che avrebbe Obama nel complotto (passatemi l'abuso di linguaggio): ho qualche dubbio sui vantaggi effettivi che potrebbe trarne (cioè, in qualche modo, dell'entità reale del valore aggiunto ottenuto dall' "effetto presidente dell'impero" su una persona del suo ruolo sociale) al costo del sacrificio che dovrebbe sopportare la sua immagine e la sua vita nel presente e nel futuro.
E' come se, secondo me, per avere un ruolo come quello prefigurato per Obama da Tarpley sia necessario essere un inconsapevole marionetta oppure qualcuno che ha molto da guadagnarci (non misembra questo il caso per Obama).
Inoltre mi sembra contraddittorio che l'oligarchia finanziaria veda come utile uno strumento strategico che avrebbe, fra i suoi fini, quello di flettere i consumi verso un modello più equo (ciò in realtà sarebbe smentibile se l'obiettivo della riduzione dei consumi in suolo americano fosse finalizzato all'aumento dei consumi nel resto del globo).
Tuttavia, potrei aver interpretato male che, nell'ipotesi Tarpley, Obama debba pagare personalmente un costo importante per l'intera manovra: se chi l'ha ascoltata interamente pensa che sia stato io a travisarlo, la riascolterò cercando conferma o smentita...

kataclisma
Inviato: 24/1/2009 19:56  Aggiornato: 24/1/2009 20:00
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Scusa ma forse tu non hai ascoltato integralmente l'intervista (o forse io, che l'ho ascoltata tutta, ho interpretato male qualche passaggio della stessa; con il massimo dell'onestà, se tu confermi di averla ascoltata con attenzione la riascolterò io per trovare ciò che mi ha fatto credere quello che sto per scrivere).

Scusami tu non avevo centrato la questione, non avevo ascoltato l' intervista e pensavo parlassi in generale non di una questione in particolare.
Adesso l'ho ascoltata, perciò ci ho messo tanto a risponderti, ma cmq non riesco a capire il punto della questione. Condivido completamente l'approccio del tuo discorso:
Citazione:
io non posso entrare nel merito perché mi mancano troppe informazioni, per ora mi limito a verificare almeno che l'impianto sia internamente coerente e che non abbia contraddizioni)

però non rilevo questa grande contraddizione nella teoria di tarpley.
Anche se Obama operasse sottobanco per scatenare cina e afganistan contro la russia, oppure dichiarasse guerra al pakistan, o si trovasse a gestire una crisi economica in modo da favorire l'estabilishment finanziario, non vedo perchè la sua immagine ne dovrebbe risentire più di tanto. Ci sono innumerevoli modi per travestire una realtà sordida e farla apparire nobile, specialmente quando si controllano quasi completamente gli organi di informazione di massa.
Nel primo caso non sarebbe necessario che il mondo lo sappia, nel secondo, si potrebbe sempre sfruttare qualche falso attentato o motivazioni pseudonobili, nel terzo si potrebbe far passare per uno che ci ha provato ma si è trovato di fronte qualcosa più grande di lui.
L'unica cosa che non capisco è perchè Tarpley sostiene che in una di queste "crisi" la posizione della america non risulterebbe subito chiara, e non solo come faccia a prevederlo, ma anche che bisogno ci sarebbe, nell' ottica di quello che ho detto prima.
Ad ogni modo, come ho già detto prima, cosa gli potrebbe mai importare dell'immagine che si potrebbe formerebbe di lui il popolo bue, specialmente se oltretutto anche lui facesse parte dei mandriani?

Citazione:
Quindi, per arrivare ad accettare come compromesso quello di subire un danno così grande, la vita da Obama-presidente non mi sembra una motivazione sufficiente (ovviamente considerando che il non accettare il premio-presidente non vuol dire lavorare all'italsider, ma continuare ad essere comunque una delle persone politicamente più importanti al mondo, ovvero un senatore nero, affascinante, economicamente agiato, bla bla).

Come ho cercato di spiegare non vedo questo grande danno e oltretutto a mio modesto parere tra senatore nero affascinante e agiato, e presidente USA nero osannato dalle folle affascinante e praticamente onnipotente, ci sta la stessa differenza che ci passa tra operaio dell' italsider e Montezemolo.

Per esprimere un parere generale sull' intervista, come chiesto anche da Massimo, posso dire che non mi ha impressionato particolarmente, forse anche perchè con una semplice intervista è difficile presentare le "prove" di quello che si afferma ma si può solo cercare di esporre le conclusioni a cui si è arrivati, che è quello che ha cercato di fare tarpley sollecitato dalle domande di Massimo.
In generale sono dell' idea che facendo leva su prove circostanziali e sospetti più o meno giustificati si potrebbe far passare chiunque per il suo alter ego cattivo o viceversa, quindi per quanto mi riguarda, questa intervista non sposta il mio punto di vista, che come ho spiegato più volte è abbastanza a metà tra Obama santo e Obama diavolo. Anche se, dalla considerazione, non certezza, che il sistema politico sia globalmente marcio, non riesco a riporre moltissima fiducia nel fatto che qualcuno possa scalare la vetta, ingannare i vari nuclei di potere e cercare di smantellarli, oltretutto sbandierando a destra e a manca le sue intenzioni fin dalle campagna elettorale.

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
Redazione
Inviato: 24/1/2009 20:29  Aggiornato: 24/1/2009 20:33
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
DRDEA: Grazie per il commento. Mi rendo conto che stare ad ascoltare Tarpley per un’ora sia uno sfinimento, ma la questione di Obama-burattino è particolarmente complessa, e ritengo che sia necessario ascoltarlo per intero prima di poter esprimere una opinione sensata.

Come giustamente hai notato tu, io non ho preso una posizione antagonistica. Era un' intervista, non un dibattito, e ci sono delle regole da rispettare. Però ho notato due profonde contraddizioni, nel discorso di Tarpley, che lui stesso non è riuscito ad appianare.

La prima è fra la filosofia radicale “alla Rousseau” di Obama, che lo stesso Tarpley ha citato, e l’idea di imperialismo globale di Brezinsky, che stanno esattamente agli antipodi.

L'altra è il fatto che manchino completamente gli elementi di supporto per questa presunta affiliazione di Obama verso Brezinsky. A parte il fatto che stesse alla Columbia nello stesso periodo in cui c’era Obama, e un paio di frasi che permettono di risalire al suo pensiero, non esiste assolutamente nulla per supportarla.

E’ evidente che Obama abbia avuto una certa “riverenza” verso Brezinsky, ma ne ha avuto altrettanta verso John Kerry, per dire, senza dover “sospettare” che anche Obama faccia parte degli Skull&Bones.

Trovo inoltre che la teoria di voler mettere oggi la Cina contro la Russia, nel momento in cui è proprio a Cina detenere la maggior parte del debito pubblico americano, sia particolarmente debole, se non improponibile del tutto.

Comunque, ripeto, per tutti coloro che sono interessati alla teoria di Obama-burattino credo di aver offerto il meglio che ci fosse a disposizione - la sua fonte originaria - e vale quindi la pena di spendere un'ora per farsi almeno un'idea coerente e giustificata della sua solidità.

Mande
Inviato: 24/1/2009 20:32  Aggiornato: 24/1/2009 20:32
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 13/1/2008
Da: Cologna veneta
Inviati: 1301
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Innanzitutto mi accodo agli elogi per l'ottima intervista. In primo luogo perché hai dimostrato con i fatti il corretto comportamento che dovrebbe tenere qualsiasi Giornalista, merce ben rara in Italia sicuramente. Scavare, approfondire, cercare contraddizioni...

Gli argomenti trattati sono innumerevoli ed ognuno meriterebbe un lungo approfondimento. Per cominciare c'è una domanda nel contesto economico alla quale secondo me Tarpley non ti ha risposto esaurientemente nonostante io sia sostanzialmente d'accordo con lui.

"Ma come si concilia una politica anti-Cina di Brezinsky con bene o male il fatto che gli Stati Uniti hanno bisogno di essere sorretti dalla Cina perché credo che la maggior parte del debito sia verso di loro."

Il discorso parte dall'innominabile "quadrilione" o migliaio di trilioni ma che in Italia si traduce meglio con milione di miliardi. Definirlo "buco" può anche essere corretto ma per i lettori meno informati non va confuso con debito. In realtà i derivati possono essere descritti come scommesse e dovranno essere pagati solo nel caso la previsione sia sbagliata. Ovvero un derivato si trasforma in debito solo nel momento in cui si verifica la condizione negativa non attesa come ogni assicurazione. Detto questo resta comunque valida l'affermazione che, anche tralasciando i derivati, la maggior parte del debito sia verso la Cina. Con una piccola puntualizzazione però. Anche la Russia possiede montagne di debito Statunitense e non è seconda con un enorme divario ma grossomodo i debiti verso Cina e Russia sono comparabili per ordine di grandezza.
E' difficile dire cosa abbia spinto esattamente o tracciare il momento esatto di questo indebitamento ma è sicuro che chi è indebitato subisce comunque in qualche maniera l'influenza del creditore.
Tanto per capire di cosa stiamo parlando possiamo rifarci al salvataggio che ha dato inizio al "bailout" ovvero quello di "Fanny e Freddy". La maggior parte dei debiti di queste agenzie infatti era in mano a fondi sovrani Cinesi e sono state salvate, a differenza di Lehman, per accontentare la Cina.
Sta di fatto comunque che nel giro di pochi mesi, se non erro, il debito pubblico Americano (per pietas tralasciamo quello privato) è raddoppiato portandolo a livelli percentuali sul PIL italiani.
Ed ecco dunque la domanda che si pongono un po tutti. Con un debito così alto e l'economia in recessione vi è la possibilità che l'America non riesca ad onorare neppure gli interessi. E badate che che non si parla di capitale+interessi (cosa matematicamente impossibile) ma dei soli interessi.
Le opzioni si restringono di giorno in giorno fino ad arrivare forzatamente alla dichiarazione di default, cosa che oggi banalmente associamo solo a stati del terzo mondo. Ma se ci pensiamo bene sono anni che ad un paese del G8 come l'Italia viene profetizzato l'imminente default. Il default ovvero il rifiuto di onorare i propri debiti può avere svariate conseguenze di cui una su tutte certa ovvero inimicarsi i creditori. In questo caso particolare i maggiori creditori sono proprio Russia e Cina e se per qualche motivo fossero impegnati in una guerra tra loro non avrebbero tempo di occuparsi di qualche debito estero. In aggiunta l'America potrebbe riottenere l'amicizia di una od entrambe le nazioni rifornendole di armi tecnologicamente avanzate.
Che questo scenario apocalittico si realizzi o meno comunque un dato di fondo rimane. Se finora il popolo Americano ha potuto avere uno standard di vita elevato anche per le merci fornite a "credito" dalla Cina questo modello sta comunque per finire inesorabilmente. Il punto di rottura consiste proprio nell'impossibilità di ripagare il solo interesse sui debiti contratti. Interesse che ricordiamolo è stato portato tra lo 0 ed il 0,5% per rimandare l'inevitabile. Appunto di inevitabile si parla però ovvero di una situazione che prima o poi avverrà.
Ecco dunque che si delinea la politica di Brezinsky per far scontrare i creditori tra loro e che vede l'America come attore "terzo" fuori dal campo. Terzo però dal conflitto specifico che invece dovrà essere innescato con tensioni i Pakistan oltre alle già attuali in Afganistan.
Dirà la storia se questa ridicola strategia potrà funzionare o meno. Di sicuro la storia ha già decretato fallimentare la strategia neocon per il controllo del petrolio attraverso l'invasione dell'Iraq. Vista con gli occhi di oggi era sicuramente anche quella una strategia non credibile eppure la hanno attuata comunque. Temo dunque si proverà questo nuovo scenario Cina-Russia in ogni modo se pur spero che ciò non avvenga e sia unicamente il frutto di una dietrologia troppo "spinta" sulla influenza di Brezinsky su Obama.

Halo1367
Inviato: 24/1/2009 20:41  Aggiornato: 24/1/2009 20:41
Ho qualche dubbio
Iscritto: 3/6/2006
Da: Bengodi
Inviati: 174
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Massimone, se, dopo averti ringraziato per l'intervista a Tarpley, dico che "amo" Santaruina e che ritengo centratissimo il commento introdotto da Paxtibi, tu mi prometti di non arrabbiarti dandomi del cinico e di non avere vista tutta l'intervista?

Quale altro commento fare su ipotesi ed attese?

"Voi lasciatemi battere e controllare la moneta di una nazione e a me non interesserà chi ne faccia le leggi".
Nathan Rothschild, 1791
Redazione
Inviato: 24/1/2009 20:44  Aggiornato: 24/1/2009 20:48
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Siamo qui per parlare di Tarpley e Obama, non di me o Santaruina.

Io la mia parte di lavoro l'ho fatta. Se uno non ha tempo di ascoltare tutta l'intervista eviti di postare stupidaggini.

Non è certo per leggere delle battute da 3a elementare che ho investito il mio tempo.

gnaffetto
Inviato: 24/1/2009 20:48  Aggiornato: 24/1/2009 21:04
Mi sento vacillare
Iscritto: 4/1/2008
Da:
Inviati: 336
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
la teoria del prodotto di laboratorio potrebbe essere supportata (oltre al fatto che obama avrebbe passato 2 anni in clausura all'universita' "allevato" da Brzezinski, minuto 7 e 50 sec del video indicato dopo) anche dal doppio colpo di fortuna che ha messo fuori gioco i 2 candidati (uno interno e l'altro opposto) come riportato nel video di massimo http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=2891 dal minuto 12:40

(sarebbe interessante sapere i nomi degli altri cavalli della scuderia preparata alla columbia university....)

questo potrebbe essere la prova che c'e' una forza che riesce a gestire i 2 partiti, e che li utilizza a seconda delle cose che si vogliono fare (anzi, dell'unica cosa che vogliono fare):

un partito repubblicano al governo per infrangere spudoratamente il diritto internazionale, usare massiciiamente la forza e con un partito repubblicano che contrasta appena il dovuto. un partito democratico al governo per far sopportare sacrifici e ancora un uso della forza (piu' limitato), ma digerito con un "meglio di quello che avrebbero fatto i repubblicani".

(esattamente cio' che succede in italia.. vedi indulto, missioni di pace, sacrifici per l'euro, privatizzazioni, precariato)...

e cosi' via.. senza vedere che in realta' il disegno è sempre lo stesso, cioe' l'imperialismo. a questo punto molti si soffermano sul falso problema del debito , della svalutazione del dollaro. ma se indebitandomi ho creato la piu' grande potenza militare del mondo con cosa mi si vuole combattere.. coi soldi di carta o elettronici?

ritornando a tarpley (che mi trova d'accodo sull'analisi-previsione ma , come spieghero' poi, sbaglia il vero obiettivo) vorrei far notare (oltre alle 2 cadute segnalate prima) come ad un certo punto "disprezzi" la prima parte della vita di obama, o meglio, gli ideali insegnatogli dalla madre, di russeau.

e in quel punto si innesta un argomento secondo me chiave (quando si parla della trasformazione di obama-russeau da Anti-capitalista a sostenitore della volonta' popolare.. leggasi democrazia diretta....)

ecco forse la strategia americana (che vediamo anche in italia con i vari beppe grillo, liste civiche, ecc...) del futuro... che è quella di traghettare la sensazione di impotenza della popolazione nella decisione dei singoli evvanimenti (vedi guerra) in un cambiamento di sistema (cosa enfatizzata dai media sulla storia dei finanziamenti arrivati perlopiu' dai singoli....) di voto (manipolabile informaticamente...).

pensate, un popolo che vota direttamente (condizionato dalla propaganda dei media...) per fare un'azione (una guerra), con il delegato che la esegue e che , nel momento in cui si manifestasse nell'opinione pubblica un ripensamento potrebbe continuare rinfacciando al popolo che è stata una sua scelta e quindi , in base alla dissonanza razionale (psicologia), portando ad una escalation di scelte successive sempre peggiori (per giustificare nel singolo la giustezza della scelta precedente).

ecco che il potere sulle masse oggi esercitato finanziariamente (col controllo della moneta..) continuera' ad essere esercitato facendo credere alla gente di averlo e quindi digerire le decisioni perche' cosi' vuole la maggioranza.

tutto per evitare che una minoranza riesca (sta' crescendo) a fare la "rivoluzione" semplicemente mettendo il re a nudo (informazione).
se questa tattica non funzionasse, stanno gia' sviluppando delle armi apposta per l'antisommossa, da utilizzarsi in ambienti urbani (vedi radar da 5 km di portata, sorveglianza aerea, armi a microonde su jeep....)

mi piacerebbe che per una volta la gente "giusta" non corresse dietro agli eventi (preannunciati e studiati ad arte....) ma si fermasse a riflettere (confronto e informazione) e a impostare la battaglia su altri terreni.

ps. x massimo
grazie, ne approfitto. i volti si ricordano piu' dei nomi e le facce parlano piu' delle informazioni

edited: http://www.luogocomune.net/site/modules/newbb/viewtopic.php?viewmode=flat&topic_id=4848&forum=6

peonia
Inviato: 24/1/2009 21:24  Aggiornato: 24/1/2009 21:24
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
GRAZIE DESCARTES, NON AVEVO CAPITO....OVVIAMENTE, INFATTI MI SEMBRAVA STRANO....GRAZIE ANCORA.
MI ERO PERSA IL LINK....

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
mazzi
Inviato: 24/1/2009 22:19  Aggiornato: 24/1/2009 22:19
Ho qualche dubbio
Iscritto: 27/11/2008
Da:
Inviati: 45
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Kataclisma:
"Però mi sfugge il collegamento tra la diminuzione del prezzo del petrolio e questo piano per portare il mondo allo sfinimento..."

Tutto fa brodo.

mazzi
Inviato: 24/1/2009 22:28  Aggiornato: 24/1/2009 22:28
Ho qualche dubbio
Iscritto: 27/11/2008
Da:
Inviati: 45
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Ancora kataclisma:
"Il discorso secondo me è molto semplice. Se Obama fosse un burattino, e dico se poichè non sono un convinto assertore di tale visione, non ci sarebbe nulla di strano o contradditorio a mio parere.
Prestare la faccia per cosa?"

Per tornare a vendere (e esportare) la democrazia americana. Senza il mito Obama non la comprerebbe piu' nessuno.

Al2012
Inviato: 25/1/2009 0:03  Aggiornato: 25/1/2009 0:03
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 25/10/2005
Da:
Inviati: 2158
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Ho ascoltato tutta l’intervista, e devo ancora digerire il colpo.

Non nascondo che speravo che Obama potesse fare qualcosa, non certo miracoli, ma qualcosa che portasse l’america verso una nuova direzione, una direzione più moderata, meno imperialista e più aperta verso il dialogo diplomatico togliendo un po’ di potere (no tutto ovviamente) alle forze armate, ai falchi.

Questa intervista è un colpo basso ……. Cazzo !!!!

“Capire … significa trasformare quello che è"
Cassandra
Inviato: 25/1/2009 0:06  Aggiornato: 25/1/2009 0:06
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 10/5/2006
Da:
Inviati: 1551
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Problema petrolio:
l'abbassamento del prezzo (ammesso che sia provocato) serve ad accelerare l'esaurimento della risorsa.
L'unica speranza per salvarci il c*** da una drammatica crisi energetica per un altro po' di anni sono/erano i massicci investimenti nei giacimenti "difficili" ma che ancora offrono possibilità di estrazione.
In questo momento si sono bloccati TUTTI gli investimenti, sia per il prezzo poco conveniente che per la crisi del credito. Andiamo avanti coi barili estratti dai vecchi giacimenti "facili", che si esauriranno presto (nel giro di qualche anno).

"Il buon senso c'era; ma se ne stava nascosto,
per paura del senso comune" (Alessandro Manzoni)
ProphetOne
Inviato: 25/1/2009 1:17  Aggiornato: 25/1/2009 1:32
Ho qualche dubbio
Iscritto: 13/6/2006
Da: Pianeta Nibiru
Inviati: 79
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
L'intervista è troppo lunga per ascoltarla con attenzione stando fissi davanti al pc. Invece si segue bene se nel frattempo siamo occupati a fare qualcosa che non richiede grande attenzione. Io l'ho fatto cucinando e mangiando e non mi sono perso una parola. Provare per credere.
Probabilmente funziona anche guidando.
Più nel merito, per quanto disegni un quadro piuttosto scuro del nostro futuro, l'intervista è un rarissimo esempio di giornalismo vero in cui si affrontano e si approfondiscono temi importanti e ignoti ai più. La diffonderò con cura.

Mi avventuro in qualche ipotesi sulle questioni sollevate negli altri interventi.

Citazione:
Kataclisma: "Però mi sfugge il collegamento tra la diminuzione del prezzo del petrolio e questo piano per portare il mondo allo sfinimento..."

Condivido il ragionamento di Cassandra e aggiungo qualcosa.
Nel momento in cui il prezzo ha cominciato a salire ci siamo tutti spaventati, pensando che non sarebbe più sceso (io ad esempio stavo pensando di comprare la macchina a metano). Ora il prezzo è sceso (per la prima volta da quando esiste la benzina, badaben!) e la paura è passata. E' possibile che averci fatto vedere che il prezzo può scendere sia una bella mossa per farci credere che anche in futuro potrà scendere di nuovo. Ma non lo farà, e noi ci troveremo veramente col culo per terra perché nel frattempo nessuno avrà prodotto automobili che sfruttano energie rinnovabili.

Citazione:
Mande: "Ma come si concilia una politica anti-Cina di Brezinsky con bene o male il fatto che gli Stati Uniti hanno bisogno di essere sorretti dalla Cina perché credo che la maggior parte del debito sia verso di loro."

Dipende da che fine fa quel debito. Non vorrei dire bestialità perché non sono esperto di economia, ma non potrebbe essere che un un bel (?) giorno, con l'introduzione dell'Amero e la morte (o ultrasvalutazione) del dollaro, moriranno (o si ultrasvaluteranno) anche tutti i debiti in dollari?
Questo, fra l'altro, potrebbe anche causare una tale incazzatura nei paesi creditori da indurli addirittura a dichiarare guerra agli USA, che ovviamente non chiedono di meglio...


Citazione:
drdea: Inoltre mi sembra contraddittorio che l'oligarchia finanziaria veda come utile uno strumento strategico che avrebbe, fra i suoi fini, quello di flettere i consumi verso un modello più equo

Forse è proprio il modello che non sarà equo. Sicuramente l'oligarchia finanziaria sa molto meglio di noi di quali siano le effettive risorse residue della terra ed è possibile che sappia che sono talmente poche da dover ridurre al più presto tutta l'umanità ad un'orda di nullatenenti affamati e ignoranti (internet ce lo scorderemo), con una ridottissima élite di ricconi che saranno gli unici a potersi permettere di usare energia, mezzi di trasporto e informazioni.
In questo allegro quadretto, Obama potrebbe semplicemente aver accettato di giocarsi la faccia in cambio dell'iscrizione al club dei privilegiati, alla fine del mandato.

desbouvet
Inviato: 25/1/2009 2:31  Aggiornato: 25/1/2009 2:31
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/6/2007
Da:
Inviati: 541
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Ho ascoltato tutta l'intervista. Emotivamente ti stavo vicino, Massimo. L'affabulazione dispersiva e concitata di Tarpley ti induceva al "dibattito", dì la verità.

Solo una annotazione: un burattino non è mai consapevole. Per quanto possa sembrare strano, Giorgino Lo Scemo era consapevole, ed infatti era nato in Famiglia. Obama L'Intelligente è un burattino VERO ed è esattamente l'Imperatore di cartapesta scelto per fare sprofondare l'Impero. E' tutto - meticolosamente, oscenamente - invertito, rispetto alla percezione delle masse. L'Impero deve sprofondare per rinascere ovunque, sotto altre forme. Non si tratta di geopolitica, di "heartland" o altro. Pensiamo piuttosto alle implicazioni che la tecnologia può creare a breve termine. Non è un caso che la "profezia" del cretino Biden abbia avuto luogo di fronte ai "ricconi" della Microsoft. L'Impero DEVE cadere ! Come cadde Roma (nel segno dell'Aquila, l'America "confida in Dio"), e proprio come questa fottutissima oligarchia "veneziana". Ma in altre forme, ripeto in altre forme. L'Himalaya (figurativamente intesa) può incendiarsi ? Può darsi, pure io lo credo. Ma per lo spazio di un'ora. La sostanza del "cambiamento" è altove. E' l'Impero, che deve rinnovare il suo volto. Ancora una volta. Ma con un salto di qualità, questa volta. Viviamo nell'ombra delle macerie di Ground Zero... Non è geopolitica, è rivoluzione del Linguaggio. Obama è uno che viene dal basso, ma scelto dall'alto. E' impossibile pensare una situazione PEGGIORE di questa...

Una considerazione finale: le battute da 3a elementare sono prerogativa degli stolti, degli scemi, dei bastardi. Ma non credo che Paxtibi o Santaruina (o altri ancora, qua) siano nati in Famiglia. (Scusa non è un attacco personale, solo un invito a comprendere le modalità di comunicazione diverse dalla tua, le quali non vogliono affatto offendere il tuo stupendo lavoro di informazione e di riflessione, che ancora una volta, oggi, ho veramente apprezzato).

Mande
Inviato: 25/1/2009 7:22  Aggiornato: 25/1/2009 8:37
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 13/1/2008
Da: Cologna veneta
Inviati: 1301
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
ProphetOne
Citazione:

Dipende da che fine fa quel debito. Non vorrei dire bestialità perché non sono esperto di economia, ma non potrebbe essere che un un bel (?) giorno, con l'introduzione dell'Amero e la morte (o ultrasvalutazione) del dollaro, moriranno (o si ultrasvaluteranno) anche tutti i debiti in dollari?
Questo, fra l'altro, potrebbe anche causare una tale incazzatura nei paesi creditori da indurli addirittura a dichiarare guerra agli USA, che ovviamente non chiedono di meglio...

Forse qualche imprecisione, bestialità no di certo
Vediamo di approfondire un po questo scenario di cui parla anche Tarpley. Cominciamo col dire che ultrasvalutazione come la definisci tu è lo specchio dell'iperinflazione come paventato ipoteticamente anche da Tarpley. Ovvero stiamo parlando di un dollaro che viene "creato" sempre in maggior misura causando di conseguenza una diminuzione del suo valore (svalutazione) ovvero con gli stessi dollari puoi comprare meno merci (inflazione dei prezzi).
Questo caso ipoteticamente può avvenire ma non è esattamente il più probabile tra tutti poiché richiede che il mondo intero continui imperterrito a mantenere la sua fiducia (o accettazione) dei dollari anche se questi perdono valore di giorno in giorno. Una iperinflazione è più semplice nel caso di una valuta "nazionale" poiché il suo corso è imposto con la forza dalla legge e dallo stato. Si parla infatti di corso forzoso o legale per le banconote. Una valuta internazionale come il dollaro invece è più difficile da gestire in questo modo poiché gli altri stati sovrani potrebbero teoricamente smettere di accettarla a meno che non crediamo che il NWO sia già compiuto ed a guida Americana.
Sostituire il dollaro con l'Amero invece è praticamente una dichiarazione di default. Ovvero il rifiuto di pagare i debiti contratti emettendo dollari. Questo è un atto fortemente deflattivo. Se una banca centrale straniera ha stampato sua moneta coprendola con dollari (ovvero debiti americani) dovrà distruggere la quantità di moneta corrispondente.
Dunque spariranno dalla circolazione non soltanto i dollari ma anche le quote di altre monete "coperte" da dollari. Se pensi che il nostro sistema deriva da Breeton Woods quando il dollaro era usato per l'emissione al posto dell'oro capirai la portata internazionale del problema.
C'è poi l'ipotesi intermedia e peggiore di tutte (per gli Americani) di una doppia circolazione di Amero e Dollaro. In questo caso l'Amero verrebbe usato come divisa per gli scambi internazionali mentre il dollaro avrebbe corso legale solo in America e verrebbe così iperinflazionato per svalutare i debiti esteri preesistenti. Con questa opzione la repubblica di Weimar sparirà dai libri di storia soppiantata dall'iperinflazione Americana. Scenario da terzo mondo, non c'è che da rabbrividire.
Per quanto riguarda il fatto che gli USA non chiedano di meglio che i creditori gli dichiarino guerra permettimi un sano scetticismo. Iraq docet.
Penso piuttosto convenga loro uno scenario alla Brezinsky dove l'America fa il terzo che si gode una guerra tra "polli".

Mande
Inviato: 25/1/2009 8:04  Aggiornato: 25/1/2009 8:53
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 13/1/2008
Da: Cologna veneta
Inviati: 1301
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Redazione
Citazione:

L'altra è il fatto che manchino completamente gli elementi di supporto per questa presunta affiliazione di Obama verso Brezinsky. A parte il fatto che stesse alla Columbia nello stesso periodo in cui c’era Obama, e un paio di frasi che permettono di risalire al suo pensiero, non esiste assolutamente nulla per supportarla.

A tuo parere non esiste nulla che supporti una "affiliazione" di Obama?
A mio parere siamo ben oltre e precisamente ad un "continum ideologico".
Vediamo se riesco a spiegare cosa intendo per continum.

Partiamo da ciò che sappiamo seppure non sia molto e poi verso la fine ti propongo pure un parallelo in "salsa" italiana.

Obama si trova a frequentare la Columbia university in concomitanza con la presenza di Brezinsky. Non abbiamo prove documentali di un loro qualsiasi incontro però possediamo una tesi di laurea che riprende pari pari l'impianto ideologico di Brezinsky e le sue analisi strategiche. Questo non è sufficiente per dire che Obama sia stato allievo diretto ma prova senza alcun dubbio che sia stato culturalmente affascinato ed abbia fatto sua l'ideologia di Brezinsky. Non è necessario che si siano incontrati fisicamente. E' sufficiente che un allievo o amico del professore ne abbia discusso con lui e si siano trovati in sintonia. Dunque abbiamo un primo dato di fatto:
Obama al tempo della Columbia University apprezzava e condivideva il pensiero di Brezinsky.
Procedendo con la storia arriviamo all'ormai noto ghetto. Già il New York Times ci aveva svelato che il lavoro post universitario di Obama non era proprio il massimo al quale aspirava ora Tarpley va oltre ed investiga il lavoro al ghetto. In primo luogo la domanda da farsi è:
"Obama ha lanciato il cappello in aria vedendo dove tirava il vento od è andato al ghetto sapendo precedentemente che là c'era un lavoro per lui?"
A questo Tarpley risponde collegando il lavoro al ghetto con Brezinsky. In pratica Obama avrebbe lavorato alle dipendenze di una persona che a sua volta dipendeva da questo ormai noto personaggio. Anche qui non sappiamo se Obama si fosse rivolto direttamente a lui per ottenere il lavoro ma se così non fosse può averlo ottenuto parlando con il presunto collega di università che a sua volta conosceva Brezinsky. Secondo dato di fatto dunque:
Obama anche dopo l'università mantiene rapporti e dunque non è in conflitto ideologico con Brezinsky od un suo collaboratore.
E qui entra il giornalista di razza che obbietta:
"Una persona comunque nel corso del tempo può modificare il suo pensiero. Si parla di parecchi anni fa. C'è qualcosa che lega oggi Brezinsky ad Obama?"
La risposta di Tarpley è lapidaria ed inequivocabile.
Brezinsky è stato invitato a parlare di politica estera durante la campagna elettorale di Obama.
Tutto questo può permetterci di andare ben oltre l'Obama burattino ovvero si può parlare di una persona che nel corso del tempo ha dimostrato di attingere, ammirare e seguire l'impronta ideologica di Brezinsky. Questo è molto più grave perché ci porta ad affermare che se anche il presunto burattinaio dovesse ritirarsi o morire Obama continuerebbe comunque a seguire il solco ideologico tracciato da Brezinsky poiché lo condivide pienamente.
Ecco dunque che si delinea un "continum ideologico" o comunione di intenti tra Obama e Brezinsky.

Ora invece ti porto verso un parallelo tutto italiano parlando di Berlusconi e Gelli. Per quel che ne so i collegamenti tra loro due sono ben più labili e consistono solo nel fatto che entrambi appartenevano alla stessa "società" (la P2 per chi non lo sapesse). Non sono a conoscenza di un singolo incontro o telefonata tra i due ne di qualsiasi altro legame diretto. Pur con così poche connessioni abbiamo un ideologo, Gelli, che elabora una strategia ovvero il piano di azione della P2 ed un Berlusconi (oltre ad altri) che ne viene a conoscenza, lo condivide e partecipa alla sua attuazione. A distanza di anni e con Gelli ritirato da tempo a vita privata il progetto arriva miracolosamente a compimento comunque.
Esiste dunque un legame diretto e continuativo fatto di incontri Berlusconi e Gelli?
Esiste qualcosa di più di una condivisione "culturale" di due persone che appartengono ad una stessa "associazione"?
Nonostante apparentemente il legame sia molto più labile di un Obama-Brezinsky abbiamo comunque un ideologo da un parte che "fa cultura" ed un allievo dall'altra che mette in pratica gli insegnamenti del maestro.

Trovi forse il parallelo forzato?

Redazione
Inviato: 25/1/2009 8:55  Aggiornato: 25/1/2009 9:03
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
DESBOUVET: “un burattino non è mai consapevole”.

Tarpley sostiene che Obama lo sia. Gliel’ho chiesto esplicitamente.

E’ per quello che continua a mancarmi il grande salto dal “comunista, radicale e buon selvaggio” descritto dallo stesso Tarpley, a questo presunto lanciere dell’imperialismo globale.

Ho fatto notare a Tarpley due volte la contraddizione: la prima volta non ha risposto, la seconda ha detto semplicemente che Obama nel frattempo “è cambiato”.

Peccato che alla Columbia con Brezinsky Obama ci stesse nel 1981, mentre l’associazione con Bill Ayers risale a molto più tardi.

Quindi cosa avrebbe fatto Obama? Prima assorbe la “lectio magistralis” di Brezinsky, poi diventa comunista e nemico del sistema, … poi si ricorda della lezione e cambia completamente direzione?

Insomma, io ho cercato di presentarmi all’intervista con la mente aperta, al punto da essere sinceramente disposto a cambiare idea, ma non sono riuscito a trovare nessuna logica in questo presunto percorso mentale di Obama.

Quando è lo stesso Tarpley a riconoscere un certo suo idealismo romantico, non mi basta sicuramente un lunch con Brezinsky per giustificare un reversal ideologico di 180°.

Sinceramente, tu te lo vedi Obama che “pianifica” di far rivoltare l’Iran contro la Russia, proponendogl di comprare da lui le speciali bombe atomiche da puntare contro Mosca?

E che per fare tutto questo, inoltre, sceglie proprio il ministro degli esteri più disprezzato da Brezinsky, cioè la “cameriera” Hillary?

Cazzo, se sei il suo burattino, metti almeno agli esteri chi ti dice lui, no?

Ma soprattutto, nessuno oggi in America potrebbe illudersi di mettere la Cina contro la Russia, quando sono proprio quei due paesi a detenere buona parte del loro debito. Quelli ormai li tengono per i coglioni, e saranno già fortunati se non glieli strizzano, a questo punto, altro che metterli l’uno contro l’altro.

Ancor prima della teoria su Obama, è la stessa strategia di Brezinsky ad essere oggi improponibile.

***

MANDE: “In pratica Obama avrebbe lavorato alle dipendenze di una persona che a sua volta dipendeva da questo ormai noto personaggio.”

Credo che in quell’occasione Tarpley si riferisse a Bill Ayers, non a Brezinsky. Era Ayers a capo del famoso “lavoro nel ghetto”, se non sbaglio.

Citazione:
“si può parlare di una persona che nel corso del tempo ha dimostrato di attingere, ammirare e seguire l'impronta ideologica di Brezinsky.”
Quali siano le influenze di Brezinsky nel lavoro di Obama alla Columbia non l’ho mai valutato, ma c’è di mezzo comunque molto tempo, mentre le frequentazioni più recenti io le spiego in tutt’altro modo: se tu avessi conosciuto, per dire, Andreotti, quando eri all’università, e oggi volessi portare a termine una scalata politica assolutamente impossibile a detta di tutti, da chi ti faresti presentare in campagna elettorale? Da Andreotti, o da Pippo Peppuzzi?

Io ritengo, in altre parole, che Obama abbia “usato”, in maniera cinica e calcolata, tutto quello cha aveva intorno, leccando culi a destra e a manca fino a diventare il “cocco di tutti”.

Ora saranno cazzi suoi, ovviamente, spiegare a Brezinsky che “forse non è il momento più adatto per cercare di far rivoltare l’Iran contro la Russia”, ma nel frattempo è diventato presidente. E l'altro ha superato gli 80 anni.

D’altronde, come ho già detto, è inutile cercare la logica nel presunto reversal ideologico di Obama, quando è la stessa strategia a cui si sarebbe venduto a non stare in piedi nemmeno dipinta.

edo
Inviato: 25/1/2009 9:25  Aggiornato: 25/1/2009 9:25
Sono certo di non sapere
Iscritto: 9/2/2006
Da: casa
Inviati: 4529
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Ma soprattutto, nessuno oggi in America potrebbe illudersi di mettere la Cina contro la Russia, quando sono proprio quei due paesi a detenere buona parte del loro debito. Quelli ormai li tengono per i coglioni, e saranno già fortunati se non glieli strizzano, a questo punto, altro che metterli l’uno contro l’altro.

Impossibile fare previsioni ma non resisto alla tentazione d'ipotizzare due scenari:

gli usa cancellano unilateralmente il proprio debito (una mossa assimilabile a quella di Nixon nel 1971 con cui cancellò la convertibilità dollaro-oro); gli usa possono permettersi questa strategia solo se cina e russia lasciano da parte la possibilità di ricorrere alla guerra atomica. A quel punto gli usa propongono una nuova valuta che comprenda anche messico e canada.

gli usa cancellano il debito... e così fanno anche tutti gli stati occidentali, (alla peggio chi ci rimette sono quelli che hanno acquistato i bond garantiti (!) dai vari ministeri dei "tessssssori". A quel punto, tutti insieme appassionatamente si fa la bella moneta unica mondiale. Alè!

ohmygod
Inviato: 25/1/2009 10:15  Aggiornato: 25/1/2009 10:15
Sono certo di non sapere
Iscritto: 16/10/2007
Da:
Inviati: 3652
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
@ per tutti

è da ieri che tento di scaricare l'interessante intervista di Massimo ma cliccando sul link parte l'intervista e mai il download e non riesco a capirne il perchè.
c'è qualche procedimento particolare per poterla scaricare?
Grazie.

Pyter
Inviato: 25/1/2009 10:21  Aggiornato: 25/1/2009 10:21
Sono certo di non sapere
Iscritto: 15/9/2006
Da: Sidonia Novordo
Inviati: 6250
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
redazione:
Quindi cosa avrebbe fatto Obama? Prima assorbe la “lectio magistralis” di Brezinsky, poi diventa comunista e nemico del sistema, … poi si ricorda della lezione e cambia completamente direzione?

Tutti i grandi intellettuali italiani degli anni settanta hanno fatto così, quelli estremisti di sinistra per intenderci. Prima hanno assorbito la lezione, poi sono diventati comunisti (e anche estremisti), poi dopo mani pulite sono improvvisamente tornati da "mamma", e ora stanno in parlamento o nei giornali più schifosamente ...di destra.

Questo cosa vuol dire?
Vuol dire l'unica cosa che io ho capito dall'intervista:

I presidenti passano, vanno e vengono, idioti e intelligenti, ma gli strateghi rimangono.

"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
Redazione
Inviato: 25/1/2009 10:44  Aggiornato: 25/1/2009 10:44
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
OHMYGOD: fai click sul link con il tasto destro, e poi "salva come" (o "salva target come", ecc. )

Se usi mac (vendilo e prendi un PC, oppure) usa Control con l'unico tasto di cui dispone quella strana saponetta attaccata con un filo al computer. (E poi fai "salva come", ecc. )

Stefano
Inviato: 25/1/2009 10:59  Aggiornato: 25/1/2009 11:38
Mi sento vacillare
Iscritto: 15/8/2004
Da:
Inviati: 344
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Ricordo una dichiarazione piuttosto trionfale del ministro dell'economia russo, poco prima dello scatenarsi "ufficiale" della crisi economica globale (intendo "ufficiale" per noi, visto che i media russi ne parlavano già da almeno un anno e mezzo), quando il prezzo del petrolio stava intorno ai 120 dollari al barile. Più o meno diceva: crisi o non crisi, la Russia si è liberata da tutti i debiti internazionali, e ha una riserva di cassa ("fondo di stabilizzazione") tale da poter reggere indefinitamente senza problemi anche con il petrolio a 70 dollari al barile. L'orgoglio era legittimo: soltanto liberarsi dal debito col FMI era stata una doppia fatica, con tutto l'establishment internazionale contrario, che proponeva "altri debiti", oppure di "investire in spese sociali" i soldi coi quali i russi volevano affrancarsi dalla schiavitù degli interessi.

Trac!

In meno di due mesi il petrolio è sprofondato a 70 dollari, e poi al livello attuale, preceduto da una serie di operazioni finanziarie che hanno fatto crollare la borsa russa PRIMA di quelle europee, messe oggettivamente assai peggio. Il valore di Gazprom è crollato di due terzi. I supermercati - che comprano e vendono soprattutto prodotti da importazione, ma a credito - si sono visti stringere i cordoni della borsa dalle banche, e gli scaffali hanno cominciato a svuotarsi. Immagini da incubo per la popolazione russa, dove i meno giovani hanno ancora qualche ricordo delle file per acquistare una salsiccia.

Segue la crisi georgiana, e ora quella ucraina, con ulteriori danni - oltre che all'economia europea - agli introiti russi da esportazione energetica.

La crisi ucraina naturalmente non è finita. Persa la faccia davanti all'Europa, il presidente Jushenko se ne frega, e ricomincia a parlare di "rivedere" l'accordo firmato la settimana scorsa. Ma il punto serio è un altro: l'accordo di "mutuo soccorso" firmato lo scorso dicembre tra USA e Ucraina, che prevede anche la "rimodernizzazione" della rete di trasporto del gas a cura degli americani. Come a dire: fino a ieri abbiamo lasciato fare al cagnolino, ora sul tubo che porta energia dalla Russia all'Europa ci sediamo direttamente noi a cavalcioni.

In pratica, mentre nessuno qui ne parla, gli USA hanno prima scatenato la chiusura delle forniture energetiche all'"alleato" europeo da parte del vassallo ucraino, mettendo in non poche ambasce i nostri "rappresentanti" (Solana non sapeva più come arrampicarsi sugli specchi per non incolpare Kiev, e quando gli osservatori internazionali hanno chiaramente detto che la Russia non aveva alcuna colpa nella faccenda se ne sarebbe volentieri andato in ferie); e ora, METTONO DIRETTAMENTE LE LORO MANI, in senso fisico e tecnico, su un'arteria strategica dell'economia europea - un'economia che senza la Russia va a farsi fottere in meno di vent'anni.

Non ho dubbi che questo processo proseguirà, come non ho dubbi che le guerre di Clinton non fossero che il primo capitolo di un libro che Bush ha continuato a scrivere, intitolato "Guerra all'Europa".

Una guerra per il dominio dell'Earthland, per evitare che l'Europa, stramazzata dopo la II Guerra Mondiale, possa mai rialzare la testa.

Per Europa, naturalmente, intendo dai Pirenei a Vladivostok, proprio come ritengo Putin il miglior politico europeo, forse l'unico, rimastoci.

Ecco perché da un punto di vista d'immagine e di fatto, ritengo Obama "l'anti-Putin" (e mi risuona nella mente la frase di un generale americano esperto di Psi-Ops: "C'è una difficoltà nel demonizzare i russi: sono bianchi").

Stefano

Al2012
Inviato: 25/1/2009 11:03  Aggiornato: 25/1/2009 11:03
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 25/10/2005
Da:
Inviati: 2158
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Se ho capito bene:

1. L’America cerca un accordo con Iran per scatenare una guerra contro la Russia
2 spingono la Cina ad uno scontro con la Russia per i giacimenti in Siberia, perché l’America bombarda l’angola.

Per quanto posso capirci attualmente se l’Iran non è stato attaccato dalla America è probabilmente dovuto al fatto che la Russia si posta in mezzo.

Se l’ America cerca di sloggiare la Cina dalla Angola per quale motivo la Cina dovrebbe andare a scornarsi con la Russia ?? Non è più probabile che la Cina e la Russia si alleino contro l’America ??

Quello che voglio dire e che nella intervista mi sembra che non si tenga conto delle reazioni di Cina e Russia …… o si pensa che essi si comportino come desidera l’America …..

“Capire … significa trasformare quello che è"
Stefano
Inviato: 25/1/2009 11:36  Aggiornato: 25/1/2009 11:36
Mi sento vacillare
Iscritto: 15/8/2004
Da:
Inviati: 344
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Non facciamoci ingannare dai giri di valzer e dalla cronaca. L'Iran storicamente e geopoliticamente è un avversario della Russia, e l'accordo USA-Iran è qualcosa che va al di là delle apparenze, delle "facce feroci" e anche di qualche eventuale lancio di scud sul territorio persiano (un'eventualità che renderebbe la popolarità di Ahmadinejad in patria ancora più alta). In realtà Iran e Israele sono due carte quasi simmetriche che da un momento all'altro qualcuno deciderà di giocare (alla facia del sionismo, dell'islamismo, e di altre baratterie). La differenza che vedo sta nell'approccio: gli USA mandano in giro il prorio esercito a conquistare lil dominio energetico dell'Eurasia (cioè del mondo); la Russia, i suoi commessi commerciali che stringono accordi di compravendita. La Russia infatti ha un bisogno vitale di rapporti commerciali con l'Europa (e secondariamente con altre potenze subregionali), per organizzare un bilanciamento al monopolio USA e alla sua dottrina di full spectrum dominance chiaramente enunciata (ma qui i nostri Mieli, Ostellino, Bernard-Henry Levy di questo non si scandalizzano, è Putin a essere cattivo se rintuzza i carri armati dei fascisiti georgiani). L'unione commerciale ed economica Russia-Europa è il vero incubo degli USA e della Gran Bretagna. Tanto da preferire che la Russia, stanca di combattere con l'eurocrazia serva di Washington, alla fine si decida a "mollare" l'Europa per riversare le sue risorse e la sua tecnologia in Cina e in India. Ma a medio e a lungo termine rendere potente la Cina non è bene per la Russia, che la fronteggia da otto secoli, e sa cosa sia l'incubo della mera e inarrestabile invasione demografica (una bomba a lenta esplosione sempre pronta nelle mani degli accorti governanti di Pechino).

L'altra opzione, cioè lo scontro Russia-Cina, è il vecchio progetto di Brzezinsky. Certo che né Mosca né Pechino sono così stolti da caderci, ma certe cose avvengono come nel gioco degli scacchi, e non dipendono dalle posizioni visibili.

ohmygod
Inviato: 25/1/2009 11:48  Aggiornato: 25/1/2009 11:48
Sono certo di non sapere
Iscritto: 16/10/2007
Da:
Inviati: 3652
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Grazie Massimo finalmente sono riuscito a scaricarla.
Cavolo era così semplice.

etrnlchild
Inviato: 25/1/2009 12:33  Aggiornato: 25/1/2009 12:33
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/10/2007
Da:
Inviati: 1200
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
I presidenti passano, vanno e vengono, idioti e intelligenti, ma gli strateghi rimangono.

Questa frase mi fa rivenire in mente un'altra classica che diceva un maresciallo anziano in caserma quando parlava dell'avvicendamento dei vari comandanti: "I cazzi cambiano ma i culi restano sempre gli stessi". Non si puo' non attribuire a questa affermazione un certo fondamento universale

Venendo all'intervista di Tarpley. Caspita la carne che mette al fuoco...e' un fiume in piena. Anche se alterna scenari di geopolitica mondiale, in cui Obama e' la longa manus di questo Brezinsky e delle sue idee di distruzione del nemico russo (ma che gli hanno fatto?), a presunte vicende di droga e omossessualita' legate al neo eletto presidente, che fossero anche vere non ci vedo un gran legame.

Innanzi tutto mi preme di capire bene il punto di vista di Tarpley, sull'obbiettivo di questa nuova politica di restaurazione dell'impero americano, e poi eventualmente inquadrare Obama come l'uomo giusto "da utilizzare".
Da quel che ho capito la rinascita dell'imperto si attuerebbe procurando lo scontro tra i grandi del momento, Cina, Russia (e l'India?), che sono appunto i maggiori creditori e un'eventuale loro scontro aiuterebbe quel "reset" monetario di cui forse avrebbero bisogno (sara' per questo che hanno chiesto l'aiuto a Microsoft che in fatto di reset sono maestri? ).

In questo caso gli USA starebbero a guardare e interverrebbero a cose fatte, da terzi attori dietro le quinte, come ricostruttori dopo lo tsunami.
In questo caso un'uomo come Obama avrebbe senso, poiche' parla alla gente e porta l'opinione pubblica a seguirlo.

E' il primo presidente nero, e quindi nell'immaginario non puo' non essere associato da parte della gente comune ad un "reale" cambiamento (ma poi mi viene in mente la strausata frase del principe Tancredi del "Gattopardo", "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi).

Uno come Obama quindi e' quanto mai utile, un perfetto prodotto in linea con i tempi, in un momento in cui la consapevolezza della gente (rispetto all'era pre-Internet), e' e sara' sempre maggiore. E per rispondere alla domanda del cambiamento a 180° della sua ideologia, questo sarebbe perfettamente funzionale al doppio gioco. La gente mica si poteva fidare di un guerrafondaio dichiarato...ci voleva uno aderente al "buon selvaggio" di Russeau, se no la credibilita' dove andava a finire?

Serve quindi uno come Obama per raffreddare eventuali bollori popolari. In un momento dove la pentola popolare bolle sempre piu'.

Insomma l'uomo giusto al momento giusto, per far rinascere la fenice dallle sue ceneri, con la gente tranquilla al suo posto, casa, lavoro, sacrificio ( e che smettessero di chiedere altre inchieste sull' 11/9) al resto pensa mamma USA, faremo un bel RESET, e si ricomincia da capo.

Ma lo scenario geopolitico mi pare talmente complesso (e la consapevolezza della gente spero in crescita esponenziale) che, se anche Obama fosse il miglior burattino che il potere potesse costruire, sara' difficile per loro fare i giochini di una volta senza che qualcuno se ne accorga subito (e non dopo 30 anni), nonostante sia giovane, "abbronzato" , parli ai giovani, etc...

D'altra parte se viene paragonato a Giano bifronte, osserviamolo ben bene con quattro occhi anche noi! e stiamo a vedere.
Niente nichilismo e cinismo, ma cervello acceso,consapevolezza e osservazione.

Complimenti a Massimo per come ha condotto l'intervista, manifestando le proprie perplessita' in maniera iperdiplomatica. D'altra parte osservo che questo e' il miglior modo per lasciar esprimere liberamente l'interlocutore, per cercare di capire a fondo il suo pensiero evitando "la nebbia di guerra" che si alzerebbe inevitabilmente lasciando spazio al dibattito.

"Lo spirito del guerriero non conosce né il lasciarsi andare né il lagnarsi, né conosce il vincere o il perdere."
lalonde
Inviato: 25/1/2009 12:35  Aggiornato: 25/1/2009 12:35
Ho qualche dubbio
Iscritto: 29/11/2005
Da:
Inviati: 294
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
L’altro Obama.
Perchè ce ne sono due?
Quale dei due si è già macchiato di sangue?

President orders air strikes on villages in tribal area

Paolo69
Inviato: 25/1/2009 14:41  Aggiornato: 25/1/2009 14:41
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/7/2004
Da:
Inviati: 1173
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Chapeau , un vero pezzo di giornalismo contemporaneo.
Armare l’iran per contrapporlo alla russia trovo sia il passaggio piu’ ardito, non sarà facile un cambio di rotta a 360 gradi sull’iran , quando per otto anni è stato definito come il principale paese componente l’asse del male.
Verosimile la contrapposizione col blocco “comunista” russia cina e verosimile il metodo con cui combatterli ,non frontalmente , ma mettendoli uno contro l’altro , appunto sfruttando anche l’odio iraniano verso i russi.
E il pakistan sarebbe il paese da cui proviene il falso attacco, come bombardarlo altrimenti , anche se questa a mio parere è piu’ una tecnica necons.
Notevoli i riferimenti sulle contrapposizioni interne americane , tra i neocons sconfitti e i “ministri democratici” al potere , forse il vero fronte da tenere sotto controllo, anche alla luce dei trascorsi dell’Obama fomentatore della rabbia popolare da usare contro il suo nemico(i neocons in questo caso).
Distruggere il modello occidentale per instaurare un presunto modello “neolitico” sembra la premessa ad una vera guerra civile interna con l’instaurazione della legge marziale.
Da come viene dipinto Obama c’è quasi da rimpiangere il buon vecchio cattivo bush , tanto brutale quanto frescone , al contrario di Obama , apparentemente più pacato ma in realtà piu’ pericoloso.
Si spiega cosi’ anche perché sul fronte palestinese russia e cina stanno a gurdare senza battere ciglio , e anche l’iran non prende iniziative , evidentemente sono a conoscenza dei nuovi progetti americani , e sanno che quello è solo un “regalo” fatto agli israeliani che dovranno accettare lo scenario .
Non è da escludere a questo punto che il fronte “rosso” prenda l’iniziativa.
è realista il quadro economico che traccia un futuro americano e mondiale , con una iperinflazione alle porte ed una conseguente depressione mondiale , gli 8 mila miliardi di dollari regalati a wall street a fronte dei 1,5 quadriliardi di deficit, una bomba ad orologeria.
Un po’ deboli forse le accuse di un Obama con passato di omosessualità , droga e brigatismo rosso , accuse tanto eclatanti quanto inutili.
Insomma sembrerebbe attenderci un futuro di depressione ,di guerre , interne ed internazionali , una specie di tutti contro tutti , e se le premesse sono fondate non dovremo aspettare molto , sei mesi un anno al massimo.

edo
Inviato: 25/1/2009 15:06  Aggiornato: 25/1/2009 15:07
Sono certo di non sapere
Iscritto: 9/2/2006
Da: casa
Inviati: 4529
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Armare l’iran per contrapporlo alla russia trovo sia il passaggio piu’ ardito, non sarà facile un cambio di rotta a 360 gradi sull’iran , quando per otto anni è stato definito come il principale paese componente l’asse del male.

Eppure, se non ricordo male, su un articolo dell'ottimo uruknet lessi che il secondo paese coinvolto nello sviluppo del nucleare in Iran, sarebbe la Gran Bretagna, dopo... naturalmente la Russia, che a qualcuno risulterebbe "politicamente lontana" da Teheran! chissà chi ha dato a hezbollah le armi per colpire l'esercito israeliano... e chissà tramite chi .

Fazi editore pubblica un bel libro dove si spiega il funzionamento dei servizi segreti. Questi servizi sono peggio di "arlecchino servitore di due padroni", lo scopo finale del loro gioco non è "vincere" (perchè a quel punto il gioco finisce), ma garantire il più a lungo possibile l'eterna instabilità.
E' su questa instabilità che "il sistema" poggia le sue basi più solide.

Paolo69
Inviato: 25/1/2009 15:54  Aggiornato: 25/1/2009 15:54
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/7/2004
Da:
Inviati: 1173
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Eppure, se non ricordo male, su un articolo dell'ottimo uruknet lessi che il secondo paese coinvolto nello sviluppo del nucleare in Iran, sarebbe la Gran Bretagna, dopo... naturalmente la Russia, che a qualcuno risulterebbe "politicamente lontana" da Teheran!


si , edo , anche israele ha armato hamas , non è proprio un segreto , però quello che intendevo dire è che agli occhi dell'opinione pubblica sarebbe una svolta di 360° difficile da far digerire , anche perchè pare che obama abbia impostato la sua strategia in maniera piu' "soft" rispetto a "wanted dead or alive" di bush. secondo te con quale escamotage mediatico potrebbero superare questo ostacolo? io non ne vedo.

edo
Inviato: 25/1/2009 16:43  Aggiornato: 25/1/2009 17:14
Sono certo di non sapere
Iscritto: 9/2/2006
Da: casa
Inviati: 4529
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
si , edo , anche israele ha armato hamas , non è proprio un segreto , però quello che intendevo dire è che agli occhi dell'opinione pubblica sarebbe una svolta di 360° difficile da far digerire , anche perchè pare che obama abbia impostato la sua strategia in maniera piu' "soft" rispetto a "wanted dead or alive" di bush. secondo te con quale escamotage mediatico potrebbero superare questo ostacolo? io non ne vedo.

Da quello che mi risulta: hamas non è stato armato da nessuno. Se le avesse avute, queste armi, le avrebbe usate contro l'esercito israeliano dal 27 dicembre 2009 in poi.

giusto due esempi sulla digestione delle svolte:
Quanti hanno acceso il cervello dopo che l'11 sett. si bombardavano Iraq e Afganistan, estranei più che mai ai fatti per i quali ricevevano tante bombe?

Quanti sanno che l'Islanda è considerato uno "stato canaglia"?

Per far digerire le "svolte" anche se fossero di 36000 gradi, bastano i mass media, con o senza un piccolissimo pretesto, che seppure fabbricato in vitro (vedi esplosivo liquido sugli aerei), diventa sufficiente a trasformare in massa invasata e fondamentalista gl'ignavi abitanti del "progredito e democratico" occidente.

ProphetOne
Inviato: 25/1/2009 16:49  Aggiornato: 25/1/2009 16:51
Ho qualche dubbio
Iscritto: 13/6/2006
Da: Pianeta Nibiru
Inviati: 79
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Mande:
Citazione:
Per quanto riguarda il fatto che gli USA non chiedano di meglio che i creditori gli dichiarino guerra permettimi un sano scetticismo. Iraq docet.

No, non sono d'accordo. Oppure non ho capito cosa volevi dire.
A mio avviso l'Iraq docet sul fatto che quella non è una normale guerra di "liberazione" con restituzione del territorio agli abitanti (e governo fantoccio), ma una accurata manovra di destabilizzazione della regione, con lo scopo finale di dividere l'area geografica in tre statarelli a base etnica o religiosa. Il prolungamento della guerra è anche favorito dall'uso limitato delle risorse militari, nonostante le dichiarazioni di sempre maggior impegno da parte di Bush e soci. Se avessero realmente voluto vincere la guerra, avrebbero raso al suolo tutto e poi se ne sarebbero andati (lasciando un governo fantoccio), come hanno fatto da noi nella seconda guerra mondiale.

11 settembre, Pearl Harbour e tutti i casus belli inventati dagli americani negli ultimi 100 anni docunt (o docent?) sul fatto che nessuno vuole guerre contro la superpotenza USA ma alla fine ci si trovano perché vengono attaccati, direttamente o indirettamente (il giappone attaccò in risposta all'affondamento di numerose petroliere da parte degli americani, se non sbaglio. Era un suicidio, ma non aveva altra scelta). Cina e Russia sono nelle stesse condizioni: per quanto grandi potenze, non possono minimamente competere a livello di sofisticazione degli armamenti con gli americani, che sono sempre pronti a schiacciare militarmente qualsiasi nazione osi svilupparsi al punto di insidiare la loro egemonia.
E' un po' quello che accade, più in piccolo come scala geografica, con Israele e i suoi vicini: il Libano non aveva la minima intenzione di fare guerre perché stava tornando ad essere un paese normale dopo anni di occupazione, ma è stato attaccato con una scusa e distrutto nelle infrastrutture, riportandolo a 30 anni fa.
Da quello che dice Tarpley gli USA tenteranno di fare qualcosa di simile con la Cina, ma in maniera più subdola, con una triangolazione: invece di simulare un attacco terroristico cinese (troppo inverosimile) lo simuleranno da parte dei malvagi integralisti islamici pakistani, per avere la scusa per bombardarli e impedirgli di costruire l'oleodotto che porterebbe il petrolio in Cina. Se potessero fare direttamente la guerra con la Cina, sarebbe molto più facile, ma i cinesi lo sanno e stanno ben attenti a non provocare il gigante americano. Anzi, lo finanziano pure, comprando i titoli di stato, pensa un po'...

kataclisma
Inviato: 25/1/2009 16:53  Aggiornato: 25/1/2009 16:53
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Verosimile la contrapposizione col blocco “comunista” russia cina e verosimile il metodo con cui combatterli ,non frontalmente , ma mettendoli uno contro l’altro , appunto sfruttando anche l’odio iraniano verso i russi.

Invece secondo me questo forse è proprio il passaggio meno condivisibile di tutti. Probabilmente sarebbe la strategia più vantaggiosa anche e specialmente per la questione dei debiti americani in mano alle due potenze asiatiche. Il fatto è che credo veramente improbabile che i due si facciano infinocchiare tanto facilmente, avranno anche loro qualche analista economico e politico in gradi di prevedere tali tentativi, o Tarpley pensa di essere l'unico al mondo insieme a Brezinsky e al suo staff in grado di ipotizzare uno scenario del genere?
Che Tarpley pensi ad un nuovo 11 settembre? Magari però a Mosca con una decina di agenti della CIA che indossano occhiali a mandorla? Certo se i russi fossero quegli stupidi bisonti stile "io ti spiezzo in due" tratteggiati nei film americani, forse sarebbe anche possibile, ma mi sa che Putin e i suoi siano parecchio più scaltri...

Citazione:
Mazzucco: L'altra è il fatto che manchino completamente gli elementi di supporto per questa presunta affiliazione di Obama verso Brezinsky. A parte il fatto che stesse alla Columbia nello stesso periodo in cui c’era Obama, e un paio di frasi che permettono di risalire al suo pensiero, non esiste assolutamente nulla per supportarla.

Su questo mi trovo assolutamente daccordo, non basta fare qualche illazione usando dei fatti più o meno concreti per basare su questi tutta un teoria. infatti ricalcando quello che dice Mande:
Citazione:
Obama al tempo della Columbia University apprezzava e condivideva il pensiero di Brezinsky.

Non mi sembra un fatto tanto decisivo per potersi costruire delle certezze, non basta una tesi di laurea per affermare tutto questo, sennò basterebbe, per esempio, se studiassi storia, una tesi su Hitler per dire che sono nazista.
Citazione:
Obama anche dopo l'università mantiene rapporti e dunque non è in conflitto ideologico con Brezinsky od un suo collaboratore.

Idem come sopra. Sarebbe come dire che se lavorassi per banca Mediolanum sarei un berlusconiano.
Citazione:
Brezinsky è stato invitato a parlare di politica estera durante la campagna elettorale di Obama.

Anche questo non mi sembra così decisivo. Allora se avesse parlato Clinton dovremmo dedurre che Obama non è gay e sceglierà come stagista una bella morettona con la passione per i sigari?
Perciò a parte tante illazioni collegate per bene, sono con Massimo nel ritenere che nella teoria di Tarpley non ci sia tanto di più, in ogni caso non ci vorrà tanto per saperne di più, un anno o ancora meno, se il tizio ha ragione...speriamo solo che se per allora non sarà successo nulla, non se ne uscirà con un altro libro nel quale ammette di aver sbagliato leggermente i calcoli temporali...

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
Descartes
Inviato: 25/1/2009 16:54  Aggiornato: 25/1/2009 17:17
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 21/6/2006
Da: Christ = Sun God
Inviati: 1087
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:

Autore: Redazione Inviato: 25/1/2009 8:55:44

E’ per quello che continua a mancarmi il grande salto dal “comunista, radicale e buon selvaggio” descritto dallo stesso Tarpley, a questo presunto lanciere dell’imperialismo globale.


Massimo, se ti manca il "salto" è perchè probabilmente non stai inquadrando il globalismo massonico nella sua giusta luce.

Nel suo libro "Between Two Ages", del 1970, dove auspica una moneta unica mondiale ed un governo mondiale, Brzezinski scrive: “Marxism is simultaneously a victory of the external, active man over the inner, passive man and a victory of reason over belief” (fonte: link). Tradotto: "Il Marxismo è simultaneamente una vittoria dell'uomo esterno e attivo, su quello interiore e passivo, ed una vittoria della ragione sulla fede".

Il globalismo di Brzezinski non è contrario al socialismo di Obama, anzi ne è il più grande tifoso. A differenza di quello che molti credono il globalismo massonico non è fascista o imperialista nel senso classico, patriottico del termine. Il globalismo è anzi il nemico assoluto di ogni nazionalismo, fascismo, imperialismo o colonialismo, cioè di ogni fede patriottica. E' l'annullamento della divisione tra paesi ricchi e dominanti e poveri e dominati, e la loro fusione in un unico organismo globale capace di gestire le risorse in modo illuminato. E' la cancellazione del prestigio dinastico e culturale dei singoli imperi. E' l'imposizione del governo della ragione sul governo della forza, che non lascia nulla al caso della storia (ordo ab chaos come direbbero loro), cosa resa possibile solo con la cancellazione dei confini nazionali e con un governo mondiale.

I massoni sono REALMENTE convinti che miglioreranno il mondo imponendo un governo globale sotto la loro guida illuminata. Carroll Quigley cita il testamento del massone Cecil Rhodes, padre della Pilgrim's Society, dove questi indica come obiettivo "the foundation of so great a power as to hereafter render wars impossible and promote the best interests of humanity.". Tradotto: "La fondazione di un così grande potere da rendere di conseguenza le guerre impossibili e di promuovere l'interesse dell'umanità". David Rockefeller nelle sue memorie lo ammette addirittura orgogliosamente: “Alcuni credono che facciamo parte di una cabala segreta che manovra contro gli interessi degli Stati Uniti, definendo me e la mia famiglia come ‘internazionalisti’ e di cospirare con altri nel mondo per costruire una struttura politica ed economica integrate – un nuovo mondo, se volete. Se questa è l’accusa, mi dichiaro colpevole, e sono orgoglioso di esserlo”. Sono così presuntuosi da essere REALMENTE convinti di essere i "Re Filosofi" di Platone, capaci di guidare il "gregge" ed il "popolo bue" per il suo bene in un mondo dove non ci sarà più competizione o guerra perchè decideranno tutto loro usando ragione ed intelligenza invece che dalle forze del patriottismo e del libero mercato. Loro ritengono che si possa creare un mondo dove "i beni saranno distribuiti in base ai bisogni", e naturalmente a decidere di cosa gli individui avranno bisogno e di cosa no, saranno loro, i buoni e saggi pastori illuminati, con la scusa dell'ambientalismo o di altri problemi "globali" opportunamente creati a tavolino. La loro idea è che il mondo gestito da uomini saggi invece che lasciato al caos della libertà e del libero conflitto militare o economico, produce un mondo più giusto, dove non è la forza a dominare ma la saggezza. Ignorando (per loro convenienza) la fondamentale verità citata da Montesquieu, cioè che per quanto intelligenti possano essere, "Il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente."

Ecco perchè "il cuore della massoneria batte a sinistra", come dice il Gran Maestro del Grande Oriente Italiano Gustavo Raffi. Perchè solo un socialismo massiccio, cioè una fusione e concentrazione di ogni aspetto dell'economia dell'intero pianeta nelle mani di una burocrazia illuminata, slegata dai limiti della competizione economica, può consentire tale controllo centralizzato della società intera. Ecco perchè i tentativi di socialismo "nazionali" (nazional-socialismo appunto, come Hitler o il fascismo, che erano di fatto monarchie mascherate) sono stati fatti a pezzi. Il "capitalismo" ed il libero mercato sono utilizzati solamente come mezzo per debilitare ed indebolire gli interessi nazionali e locali e costringere le nazioni alla globalizzazione, così come spiegava nel 1848 Karl Marx: “Free trade breaks up old nationalities ... in a word, the free trade system hastens social revolution.” Tradotto: "Il libero mercato agisce come fattore di distruzione delle vecchie nazioni... in una parola, il sistema della libertà di commercio accelera la rivoluzione sociale".

In sostanza sia Obama che Brzezinski mirano allo stesso identico obiettivo, come tutti i massoni: la realizzazione del "governo dei custodi" di Platone, ma su scala globale. Non è un caso che il simbolo del CFR sia un uomo su un cavallo bianco.

Nel Fedro Platone descrive il simbolo della biga come simbolo del governo dell'anima o del mondo: un auriga trainato da due cavalli, uno bianco ed uno nero. Il cavallo bianco rappresenta la tendenza all'ordine, all'ideale e all'obbedienza. Il cavallo nero rappresenta invece la ribellione, l'istinto ed i desideri materiali. L’auriga che li guida impersonava la ragione, che doveva riuscire ad equilibrare le due forze e a dominarli entrambi, e che alla fine vi riusciva grazie alla collaborazione del cavallo bianco, che si trova a destra ed è guidato con il braccio destro (da cui deriva storicamente il saluto romano). Anche le anime degli dei hanno i cavalli, aggiungeva Platone, ma solo bianchi. Platone non parlava a caso, ma all'interno della corrente gnostica elitista cui apparteneva e di cui i massoni sono eredi dichiarati. La metafora dell'auriga e del cavallo bianco risale alla dottrina gnostica, era sacro per i Fenici, era l'animale preferito da Horus e da Nimrod, il più antico monastero Buddista al mondo è il Tempio del Cavallo Bianco di Luoyang, e lo troviamo naturalmente anche nell'Apocalisse:

Apocalisse 19:11 - Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco, e colui che lo cavalcava si chiama il Fedele e il Verace; ed egli giudica e guerreggia con giustizia. I suoi occhi erano come fiamma di fuoco e sul suo capo vi erano molti diademi, e aveva un nome scritto che nessuno conosce se non lui; era vestito di una veste intrisa nel sangue, e il suo nome si chiama: "La Parola di Dio". E gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano su cavalli bianchi, vestiti di lino finissimo, bianco e puro. Dalla sua bocca usciva una spada acuta per colpire con essa le nazioni; egli governerà con uno scettro di ferro ed egli stesso pigerà il tino del vino della furente ira di Dio onnipotente.



Tutto il resto lo si può leggere tra le righe della rivista ufficiale del CFR: http://www.foreignaffairs.org/

etrnlchild
Inviato: 25/1/2009 17:19  Aggiornato: 25/1/2009 17:25
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/10/2007
Da:
Inviati: 1200
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
secondo te con quale escamotage mediatico potrebbero superare questo ostacolo? io non ne vedo.

Basterebbe un "nuovo" video di OBama Bin Laden che minaccia da quelle terre...

Citazione:
"il cuore della massoneria batte a sinistra", come dice il Gran Maestro del Grande Oriente Italiano Gustavo Raffi.

Se lo sa Berlusconi gli viene un infarto!

--
Riascoltando l'intervista e guardando il link proposto da lalonde, mi pare di capire che Tarpley dia per scontato che gia' si sappia che Obama ha dato il via libera al bombardamento in Pakistan ("The first attack yesterday was on the village of Zharki, in Waziristan; three missiles destroyed two houses and killed 10 people") tramite questi aerei drone Predator, mentre io non sapevo niente (e dalla reazione di Massimo alle parole di Tarpley "lo sta gia' facendo", mi pare che anche lui non sapesse, o sbaglio?) non mi pare che i TG abbiano dato notizia.
Insomma si tratterebbe di un'azione concreta, e non piu' uno spot da campagna elettorale per accontentare qualcuno, o ho capito male?

Qui un video recente della notizia http://it.youtube.com/watch?v=UxTtQrARL7s

"Lo spirito del guerriero non conosce né il lasciarsi andare né il lagnarsi, né conosce il vincere o il perdere."
Mande
Inviato: 25/1/2009 17:49  Aggiornato: 25/1/2009 17:49
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 13/1/2008
Da: Cologna veneta
Inviati: 1301
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Redazione
Citazione:

Credo che in quell’occasione Tarpley si riferisse a Bill Ayers, non a Brezinsky. Era Ayers a capo del famoso “lavoro nel ghetto”, se non sbaglio.

Hai perfettamente ragione e l'audio è li a testimonianza. Ascoltandolo evidentemente non ho recepito perfettamente quello che veniva detto ma ad esempio in questo passaggio ho "sentito quello che volevo fosse detto". Ovvero ho creato mentalmente un collegamento che non esiste per il solo fatto che presupponevo dovesse esistere. Ahime quanto le parole possono essere ingannevoli rispetto ad uno scritto che può essere analizzato e riletto facilmente più volte.
Citazione:

Quali siano le influenze di Brezinsky nel lavoro di Obama alla Columbia non l’ho mai valutato, ma c’è di mezzo comunque molto tempo, mentre le frequentazioni più recenti io le spiego in tutt’altro modo: se tu avessi conosciuto, per dire, Andreotti, quando eri all’università, e oggi volessi portare a termine una scalata politica assolutamente impossibile a detta di tutti, da chi ti faresti presentare in campagna elettorale? Da Andreotti, o da Pippo Peppuzzi?

Andreotti a capo della balena bianca ovvero il "centro perfetto" è un esempio non adatto secondo me. Te ne propongo uno a mio avviso più calzante. Se tu ti fossi presentato alle elezioni italiane sotto la bandiera comunista avresti invitato a parlare "un Almirante" solo perché era l'unico politico famoso che conoscevi?
Prima di invitare qualcuno a sostenere la tua campagna elettorale dovresti almeno assicurarti che abbia una ideologia quantomeno vicina al tuo modo di concepire la politica. Non si può nemmeno ipotizzare che Obama non conoscesse il pensiero di Brezinsky perché ne ha scritto pure una tesi che lo ricalca.

Prophet One
Citazione:

No, non sono d'accordo. Oppure non ho capito cosa volevi dire.

La seconda ma rileggendo è colpa mia che mi sono spiegato male. Con "Iraq docet" volevo porre all'attenzione che la potenza militare americana non è invincibile ne imbattibile. Hanno bombardato, usato armi al fosforo, militarizzato tutta la regione con checkpoint, ect. ma non sono riusciti a piegare ed a sottomettere la popolazione tanto che il governo fantoccio senza i militari americani non è in grado di controllare minimamente il territorio ovvero di governare. Ma l'argomentazione in effetti presentata così è sicuramente debole. Quello che volevo esprimere ed ho omesso è che sia Russia che Cina sono potenze nucleari (a differenza di Iraq, Libano, ect.) ed una presunta superiorità tecnologica dell'equipaggiamento dei militari verrebbe sicuramente colmata dalla potenza devastante delle armi atomiche contro le quali nessuno può nulla. Ecco dunque l'accelerazione sul fronte dello "scudo stellare" e la grande opposizione di Mosca. Con uno scudo stellare l'opzione nucleare viene annullata e la supremazia tecnologia potrebbe fare la differenza ma senza non vedo scampo per chi osasse attaccare una potenza nucleare impunemente.

Mande
Inviato: 25/1/2009 18:07  Aggiornato: 25/1/2009 18:07
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 13/1/2008
Da: Cologna veneta
Inviati: 1301
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Kataclisma
Citazione:

Su questo mi trovo assolutamente daccordo, non basta fare qualche illazione usando dei fatti più o meno concreti per basare su questi tutta un teoria. infatti ricalcando quello che dice Mande:
Citazione:

Obama al tempo della Columbia University apprezzava e condivideva il pensiero di Brezinsky.


Non mi sembra un fatto tanto decisivo per potersi costruire delle certezze, non basta una tesi di laurea per affermare tutto questo, sennò basterebbe, per esempio, se studiassi storia, una tesi su Hitler per dire che sono nazista.

Una tesi di laurea dove viene osannata la politica di Hitler non ti è sufficiente per dire che in quel periodo storico una persona è filo-nazista?
Brezinsky non è Hitler ma sicuramente con la sua tesi Obama ha dimostrato che al tempo aveva una ideologia "affine" ovvero era filo-Brezinsky.
Se la politica disegnata da Brezinsky ti piace troverai soddisfazione anche nel leggere la tesi di Obama e sapere quale era il suo pensiero al tempo. Talmente radicato da esprimerlo attraverso un passo fondamentale quale una tesi di laurea non uno scarabocchio qualunque.
Citazione:

Obama anche dopo l'università mantiene rapporti e dunque non è in conflitto ideologico con Brezinsky od un suo collaboratore.

Idem come sopra. Sarebbe come dire che se lavorassi per banca Mediolanum sarei un berlusconiano.

Questo legame è stato un mio personale malinteso comunque...
Idem come sopra.
Berlusconi se fonda banca Mediolanum non è contro le banche.
Tu se vai a lavorare per banca Mediolanum non sei contro le banche.
Se noi partiamo dal definire che Obama non ci piace perché è a favore delle banche (condivide la politica estera di Brezinsky) vediamo una continuità di pensiero nel fatto che lui vada a lavorare in banca (lavori per un gruppo diretto da Brezinsky)
Anche se questo non sta in piedi poiché Tarpley in questo caso parla di Bill Ayers senza legarlo a Brezinsky in nessun modo.
Citazione:

Brezinsky è stato invitato a parlare di politica estera durante la campagna elettorale di Obama.

Anche questo non mi sembra così decisivo. Allora se avesse parlato Clinton dovremmo dedurre che Obama non è gay e sceglierà come stagista una bella morettona con la passione per i sigari?

Se Clinton viene invitato da Obama a parlare di politica estera in campagna elettorale è lecito attendersi che Obama sappia cosa Clinton andrà a dire al suo elettorato e lo condivida. Altrimenti tirando il parallelo italiano un candidato potrebbe invitare a parlare durante la campagna elettorale sia Fini che Diliberto e nessuno si scandalizzerebbe. Tanto Fini e Diliberto parlano a titolo personale, il candidato secondo te non avrebbe nulla in comune con ciò che dicono sebbene l'invito parta da lui.
Logica ineccepibile.

Descartes
Inviato: 25/1/2009 18:08  Aggiornato: 25/1/2009 18:08
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 21/6/2006
Da: Christ = Sun God
Inviati: 1087
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:

Autore: etrnlchild Inviato: 25/1/2009 17:19:56

Citazione:
"il cuore della massoneria batte a sinistra", come dice il Gran Maestro del Grande Oriente Italiano Gustavo Raffi.


Se lo sa Berlusconi gli viene un infarto!


Berlusconi lo sa benissimo, come lo sapeva Mussolini.

"[..]L’ostilità di Mussolini nei confronti della Massoneria comincia a delinearsi già nel 1914 quando, ancora socialista, al Congresso di Ancona del partito si scagliò contro la Massoneria, facendo votare un ordine del giorno che diceva: “Può darsi che il massonismo tenda all’umanitarismo. Ma è tempo di reagire contro questa infiltrazione. Anzi è il solo e unico problema. Non possiamo confondere il nostro umanitarismo con l’altro umanitarismo, elastico, vacuo, illogico, propugnato dalla Massoneria.”
E’ chiaramente un attacco non tanto alla Massoneria come istituzione, quanto alla sua cultura, al suo “umanitarismo”."
fonte: link

Solo che a differenza di Mussolini, Berlusconi nasce come affarista pragmatico e non come idealista fanatico, e non ci ha pensato due volte ad allinearsi al potere iscrivendosi alla P2. Il fatto che goda di un margine di movimento anomalo per un capo di stato e che possa strappare talvolta accordi con Russi e Arabi che danno fastidio alla massoneria britannica lo deve solo al suo potere economico personale. E anche con questo suo volare basso da Londra continuano ad spuntare testimoni (vedi Mills) che lo tengono sotto scacco. Sa benissimo che se tira troppo il guinzaglio fa la fine del suo mentore Craxi.

kataclisma
Inviato: 25/1/2009 18:15  Aggiornato: 25/1/2009 18:15
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
ho trovato estrememente interessante leggere il post di Descartes, utile a mio parere sia nella discussione in atto riguardo Obama, sia più in generale per quanto riguarda il New world order.
Proprio perciò, e mi scuserete spero se vado leggermente OT, leggendo queste righe:
Citazione:
Il globalismo è anzi il nemico assoluto di ogni nazionalismo, fascismo, imperialismo o colonialismo, cioè di ogni fede patriottica. E' l'annullamento della divisione tra paesi ricchi e dominanti e poveri e dominati, e la loro fusione in un unico organismo globale capace di gestire le risorse in modo illuminato. E' la cancellazione del prestigio dinastico e culturale dei singoli imperi. E' l'imposizione del governo della ragione sul governo della forza, che non lascia nulla al caso della storia (ordo ab chaos come direbbero loro), cosa resa possibile solo con la cancellazione dei confini nazionali e con un governo mondiale.

mi è sorta spontanea una domanda. Se sono questi i principi che muovono i fautori del NWO, si può davvero considerare una cosa tanto negativa? spero solo di non essere attaccato da tutte le parti per questa mia affermazione, preferirei solo qualche dritta per aprire gli occhi e capire dove sto sbagliando. Certo condivido sicuramente la frase di:
Citazione:
Montesquieu, cioè che per quanto intelligenti possano essere, "Il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente."

Ma non vedo un peggioramento sostanziale nel passaggio da molti stati governati in modo assoluto, dittature o finte democrazie come accade oggigiorno, ad un solo stato governato cmq in modo assoluto...
Aiutatemi a capire dove sta l'inghippo...

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
Al2012
Inviato: 25/1/2009 18:35  Aggiornato: 25/1/2009 18:35
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 25/10/2005
Da:
Inviati: 2158
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Un mondo senza bandiere e stati libero da competizioni che ti portano a passare sulla testa di qualcuno, dove la competizione è sostituita dalla collaborazione, dove il lavorare per vivere è sostituito dal fare tutto quello che puoi e sai fare per essere utile alla comunità in cui vivi, senza imposizioni o costrizioni, lo fai perché senti che è giusto e utile farlo.

Utopia, perché tutto questo dovrebbe succedere senza imposizioni derivate da una gerarchia dominante, senza lavaggio del cervello, ma da qualcosa che è interiormente in ciascun individuo, da un desiderio di essere individuo in una comunità di individui liberi dal desiderio di possesso di cose o persone o ambiente, libero dalla paura di perdere perché non possiedi nulla che puoi perdere o che qualcuno può portarti via perché sei un individuo in comunità con altri individui nullatenenti, ma individui che sanno veramente amare il prossimo e tutto ciò che li circonda …… libero dalla paura della morte perché hai compreso …… ma questo è soltanto un sogno ……

“Capire … significa trasformare quello che è"
kataclisma
Inviato: 25/1/2009 18:38  Aggiornato: 25/1/2009 18:50
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Una tesi di laurea dove viene osannata la politica di Hitler non ti è sufficiente per dire che in quel periodo storico una persona è filo-nazista?
Brezinsky non è Hitler ma sicuramente con la sua tesi Obama ha dimostrato che al tempo aveva una ideologia "affine" ovvero era filo-Brezinsky.
Se la politica disegnata da Brezinsky ti piace troverai soddisfazione anche nel leggere la tesi di Obama e sapere quale era il suo pensiero al tempo. Talmente radicato da esprimerlo attraverso un passo fondamentale quale una tesi di laurea non uno scarabocchio qualunque.

Certamente osannare in una tesi un pensiero significa aderirvi, su questo c'è poco da discutere, il fatto che volevo sottolineare è che non è detto che fare una tesi su un argomento significhi osannarlo, cioè se tu hai potuto leggere la tesi di Obama e da essa trarre la convinzione che egli appoggiasse le idee di Brezinsky, allora è un' altra storia.

Citazione:
Se Clinton viene invitato da Obama a parlare di politica estera in campagna elettorale è lecito attendersi che Obama sappia cosa Clinton andrà a dire al suo elettorato e lo condivida. Altrimenti tirando il parallelo italiano un candidato potrebbe invitare a parlare durante la campagna elettorale sia Fini che Diliberto e nessuno si scandalizzerebbe. Tanto Fini e Diliberto parlano a titolo personale, il candidato secondo te non avrebbe nulla in comune con ciò che dicono sebbene l'invito parta da lui.

Si la mia battuta su Clinton non era così azzeccata, però voglio dire che non è detto che far parlare qualcuno alla sua campagna elettorale sia così decisivo (bisogna anche vedere cosa è andato a dire Brezinsky), come ha sottolineato Massimo:
Citazione:
E’ evidente che Obama abbia avuto una certa “riverenza” verso Brezinsky, ma ne ha avuto altrettanta verso John Kerry, per dire, senza dover “sospettare” che anche Obama faccia parte degli Skull&Bones.


In ogni caso la mia opinione era che non basta mettere insieme qualche informazione più o meno veritiera per tirare su una costruzione così articolata, e ti parla uno che non è un fautore dell' Obama uomo del cambiamento, anche se potrei sbagliarmi sia in un verso che nell'altro, poichè penso che le informazioni che possiedo siano troppo poche per formarmi una idea ben definita.

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
kataclisma
Inviato: 25/1/2009 18:45  Aggiornato: 25/1/2009 18:45
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Utopia, perché tutto questo dovrebbe succedere senza imposizioni derivate da una gerarchia dominante, senza lavaggio del cervello, ma da qualcosa che è interiormente in ciascun individuo, da un desiderio di essere individuo in una comunità di individui liberi dal desiderio di possesso di cose o persone o ambiente, libero dalla paura di perdere perché non possiedi nulla che puoi perdere o che qualcuno può portarti via perché sei un individuo in comunità con altri individui nullatenenti, ma individui che sanno veramente amare il prossimo e tutto ciò che li circonda …… libero dalla paura della morte perché hai compreso …… ma questo è soltanto un sogno ……

Su questo sono assolutamente daccordo, ma io mi riferivo ad una pura e semplice forma di organizzazione sociale pratica e non utopica.
Quello che mi chiedevo è dove starebbe questa grande differenza nel vivere in uno dei tanti staterelli nei quali è diviso il globo, piuttosto che in un mega stato con le stesse regole e quindi teoricamente gli stessi problemi di quelli odierni, meno forse, la corsa all'accaparramento delle risorse tra l'uno e l'altro stato, anche se naturalmente rimarrebbe la lotta interna per l'arricchimento e il potere, cosa eliminabile solo in un mondo utopico.

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
Paolo69
Inviato: 25/1/2009 18:48  Aggiornato: 25/1/2009 18:55
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/7/2004
Da:
Inviati: 1173
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
edo
Citazione:
Da quello che mi risulta: hamas non è stato armato da nessuno. Se le avesse avute, queste armi, le avrebbe usate contro l'esercito israeliano dal 27 dicembre 2009 in poi.

e le battaglie con gli israeliani le hanno fatte con i sassi? comunque la domanda era un'altra , e cioè come farebbero a giustificare che l'iran passa all'improvviso dalla parte dei buoni , perchè mi pare fosse questo che si sostiene nell'intervista.

kataclisma
Citazione:
Invece secondo me questo forse è proprio il passaggio meno condivisibile di tutti.

ho detto verosimile , non condivisibile.
certo che non sono bischeri , non l'ho mai detto , dico solo che è verosimile che la vera contrapposizione amaricana futura sia col blocco comunista (russia e cina in primis) , è li' che c'è l'altro centro di potere , non di certo tra i musulmani che ormai sono belli che asserviti agli usa.

etrnlchild
Citazione:
Basterebbe un "nuovo" video di OBama Bin Laden che minaccia da quelle terre...

chiedevo con quale escamotage mediatico gli usa giustificherebbero che l'iran diventa buono e combatte i comunisti che diventano cattivi.
Bin laden secondo l'intervista fa parte del passato e serve per designare i musulmani come cattivi , esattamente l'opposto.

redazione
Citazione:
Quindi cosa avrebbe fatto Obama? Prima assorbe la “lectio magistralis” di Brezinsky, poi diventa comunista e nemico del sistema, … poi si ricorda della lezione e cambia completamente direzione?

se si presuppone che si ha a che fare con una persone che davanti ti dice "i have a dream..." e dietro manipola per dominare il mondo non credo sia difficile che possa cambiare opinione a secondo dei propri interessi.
Certo , presupponendo che sia qual tipo di persona , perchè se invece si pensa che sia vero quel "i have a dream ..." allora cambia tutto.
Proprio per questo credo che Tarpley dica che Obama inganna mentre bush era brutale.
Citazione:
Ma soprattutto, nessuno oggi in America potrebbe illudersi di mettere la Cina contro la Russia, quando sono proprio quei due paesi a detenere buona parte del loro debito. Quelli ormai li tengono per i coglioni, e saranno già fortunati se non glieli strizzano, a questo punto, altro che metterli l’uno contro l’altro.

questa è la questione che riesco a capire di meno , vada per la contrapposizione col blocco comunista , ma come fare a metterli uno con l'altro non ne ho idea, non mi sembra che neppure Tarpley abbia risposto a questo, probabilmente la sua è una deduzione ideologica piu' che qualcosa basato sui fatti , anche se non per questo deve essere necessariamente irrealizzabile.

kataclisma
Inviato: 25/1/2009 18:57  Aggiornato: 25/1/2009 18:57
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
ho detto verosimile , non condivisibile.
certo che non sono bischeri , non l'ho mai detto , dico solo che è verosimile che la vera contrapposizione amaricana futura sia col blocco comunista (russia e cina in primis) , è li' che c'è l'altro centro di potere , non di certo tra i musulmani che ormai sono belli che asserviti agli usa.

Io con condivisibile intendevo dire che è difficile immaginare qualcuno che davvero spera di salvare Gli USA mettendo Cina e Russia l'una contro l'altra, mi sembrerebbe una politica estera leggermente troppo ingenua, ma è un'idea mia. Certo che la contrapposizione maggiore sarà con i "rossi", sono gli unici che possono minacciare veramente l'egemonia statunitense, ma questa è un'altra storia.

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
redna
Inviato: 25/1/2009 18:58  Aggiornato: 25/1/2009 19:01
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Visto che si sa con CERTEZZA che Israele ha armato Hamas


le fonti, le fonti...altrimenti è meglio star zitti...


Citazione:
e le battaglie con gli israeliani le hanno fatte con i sassi?

e questo significa che Israele ha armato Hamas per poter fare le battaglie con loro?

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
kataclisma
Inviato: 25/1/2009 19:09  Aggiornato: 25/1/2009 19:09
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Autore: redna Inviato: 25/1/2009 18:58:25

Visto che si sa con CERTEZZA che Israele ha armato Hamas


le fonti, le fonti...altrimenti è meglio star zitti...


Citazione:
e le battaglie con gli israeliani le hanno fatte con i sassi?

e questo significa che Israele ha armato Hamas per poter fare le battaglie con loro?

Assolutamente daccordo.

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
etrnlchild
Inviato: 25/1/2009 19:28  Aggiornato: 25/1/2009 19:28
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/10/2007
Da:
Inviati: 1200
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
etrnlchild Citazione: Basterebbe un "nuovo" video di OBama Bin Laden che minaccia da quelle terre...

Autore: Paolo69 Inviato: 25/1/2009 18:48:49
chiedevo con quale escamotage mediatico gli usa giustificherebbero che l'iran diventa buono e combatte i comunisti che diventano cattivi. Bin laden secondo l'intervista fa parte del passato e serve per designare i musulmani come cattivi , esattamente l'opposto.

Si' scusa pensavo al Pakistan, non all'Iran.
Su questo eventuale clamoroso dietrofront riguardo all'Iran sono curioso anche io...

"Lo spirito del guerriero non conosce né il lasciarsi andare né il lagnarsi, né conosce il vincere o il perdere."
mazzi
Inviato: 25/1/2009 20:38  Aggiornato: 25/1/2009 20:38
Ho qualche dubbio
Iscritto: 27/11/2008
Da:
Inviati: 45
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Kataclisma:
"mi è sorta spontanea una domanda. Se sono questi i principi che muovono i fautori del NWO, si può davvero considerare una cosa tanto negativa? spero solo di non essere attaccato da tutte le parti per questa mia affermazione, preferirei solo qualche dritta per aprire gli occhi e capire dove sto sbagliando. Certo condivido sicuramente la frase di:
Citazione:
Montesquieu, cioè che per quanto intelligenti possano essere, "Il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente."

Ma non vedo un peggioramento sostanziale nel passaggio da molti stati governati in modo assoluto, dittature o finte democrazie come accade oggigiorno, ad un solo stato governato cmq in modo assoluto..."

(Scusa Kataclisma, non e' che ce l'ho con te e' solo che mi ci tiri per i capelli.)

ESATTO!!! Tu, con quello che dici, sei la dimostrazione vivente che la strategia del nuovo ordine mondiale PAGA. Questi sono i ragionamenti che un bel momento tutti dovranno farsi: "se tutto sta andando a puttane... perche' no?" E perche' tutto continui ad andare a puttane non ci sono problemi, ci pensano i soliti noti.

Dimenticando o volendo dimenticare chi e' che dettera' legge e sara' alle redini di questo governo globale: a parte i superumanitari massoni di Gelli & company (ma veramente ci credete a quello che scrivete?), l'aristocrazia del denaro (gli squali), le multinazionali, le grosse lobbies e i loro cani da guardia: i colonnelli di tutto il mondo.

No grazie vado a piedi.

redna
Inviato: 25/1/2009 21:00  Aggiornato: 25/1/2009 21:03
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Dimenticando o volendo dimenticare chi e' che dettera' legge e sara' alle redini di questo governo globale: a parte i superumanitari massoni di Gelli & company (ma veramente ci credete a quello che scrivete?), l'aristocrazia del denaro (gli squali), le multinazionali, le grosse lobbies e i loro cani da guardia: i colonnelli di tutto il mondo. No grazie vado a piedi.


Non è che si vuole dimenticare : solo non si può sapere, ovviamente.
E i massoni britannici o meno, Gelli o meno chi sono alla fin fine?
Non è che ci si vuol costruire un mondo e nel contempo non si guarda a quello che c'è realmente ?


Citazione:
Assolutamente daccordo.

kataclisma
almeno su di un punto siamo d'accordo!

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Paolo69
Inviato: 25/1/2009 21:05  Aggiornato: 25/1/2009 21:05
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/7/2004
Da:
Inviati: 1173
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:

Visto che si sa con CERTEZZA che Israele ha armato Hamas
le fonti, le fonti...altrimenti è meglio star zitti...
Citazione:
e le battaglie con gli israeliani le hanno fatte con i sassi?
e questo significa che Israele ha armato Hamas per poter fare le battaglie con loro?
Assolutamente daccordo


perchè chi ha fomentato lo scontro tra hamas e fatah secondo voi? lupo alberto?
io per la verità non ho detto "con certezza" ma "non è proprio un segreto".
non vorrei però andare off topic seguendo questo vostro ragionamento.
per quanto riguard la richiesta di fonti eccovene una che parla di armi israeliane che entrano in palestina , vai a sapere poi che fine fanno...
http://it.peacereporter.net/articolo/7009/Benzina+sul+fuoco
con questo vorrei chiudere questa parentesi sulla palestina e parlare se è possibile dell'intervista realizzata da massimo , che trovo decisamente piu' interessante.

edo
Inviato: 25/1/2009 21:11  Aggiornato: 25/1/2009 21:14
Sono certo di non sapere
Iscritto: 9/2/2006
Da: casa
Inviati: 4529
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
e le battaglie con gli israeliani le hanno fatte con i sassi? comunque la domanda era un'altra , e cioè come farebbero a giustificare che l'iran passa all'improvviso dalla parte dei buoni , perchè mi pare fosse questo che si sostiene nell'intervista.

Quasi, un ak49 può fare nulla contro gli f 16 o i carri armati.
Qualcuno sostiene che la fazione palestinese armata da israele sia stata invece fatah. Le armi gli sarebbero state date con l'intenzione di fargli rovesciare il governo di hamas, che comunque neutralizzò con una brevissima guerretta civile svoltasi circa sei mesi fa, questo balordo tentativo.
Alla domanda che poni ti ho già risposto (nei limiti delle capacità del mio neurone), sono persuaso che un'operazione, anche piccola, di false flag gestita dai mass media possa rovesciare in pochi giorni le " nostre radicate" convinzioni su qualunque popolo.

p.s. grazie per il link di peacereport!

Paolo69
Inviato: 25/1/2009 21:14  Aggiornato: 25/1/2009 21:14
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/7/2004
Da:
Inviati: 1173
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Io con condivisibile intendevo dire che è difficile immaginare qualcuno che davvero spera di salvare Gli USA mettendo Cina e Russia l'una contro l'altra, mi sembrerebbe una politica estera leggermente troppo ingenua, ma è un'idea mia

non credo affatto sia ingenua , ma semplicemente difficile da realizzare.
verosimile perchè se gli riesce è un metodo ottimo agli occhi dell'opinione pubblica.onestamente non ho idea di come potrebbero riuscirci

kataclisma
Inviato: 25/1/2009 21:17  Aggiornato: 25/1/2009 21:17
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Questi sono i ragionamenti che un bel momento tutti dovranno farsi: "se tutto sta andando a puttane... perche' no?" E perche' tutto continui ad andare a puttane non ci sono problemi, ci pensano i soliti noti.

Dimenticando o volendo dimenticare chi e' che dettera' legge e sara' alle redini di questo governo globale: a parte i superumanitari massoni di Gelli & company (ma veramente ci credete a quello che scrivete?), l'aristocrazia del denaro (gli squali), le multinazionali, le grosse lobbies e i loro cani da guardia: i colonnelli di tutto il mondo.

Come temevo non ci siamo capiti...
Primo non ho fatto la premessa, visto che sta andando tutto a puttane, secondo è normale demonizzare il governo mondiale se si parte dal presupposto che abbia scopi tremendi. Il fatto è che se questi timori su un NWO partono dalle dichiarazioni di intenti che ho citato, in linea di principio sarebbero ingiustificati, quindi mi chiedevo quali sono invece i motivi per i quali dovremmo abborrire questa ipotesi. Forse per molti di voi sono chiari, ma per me no, non dico che non esistono.
Inoltre mi chiedevo dove stava il grosso peggioramento considerando che già adesso siamo più o meno succubi di
Citazione:
superumanitari massoni di Gelli & company (ma veramente ci credete a quello che scrivete?), l'aristocrazia del denaro (gli squali), le multinazionali, le grosse lobbies e i loro cani da guardia: i colonnelli di tutto il mondo.

nonostante la forma di governo apparente sia quella della democrazia.

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
Paolo69
Inviato: 25/1/2009 21:19  Aggiornato: 25/1/2009 21:19
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/7/2004
Da:
Inviati: 1173
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Alla domanda che poni ti ho già risposto (nei limiti delle capacità del mio neurone), sono persuaso che un'operazione, anche piccola, di false flag gestita dai mass media possa rovesciare in pochi giorni le " nostre radicate" convinzioni su qualunque popolo.


cioè , se non ho capito male tu ipotizzi qualcose tipo : i russi o i cinesi vengono incolpati di un attacco terroristico contro civili iraniai e questo li fa diventare buoni? mah , onestamente lo trovo improponibile anche se ripetuto 1 miliardo di volte al giorno in tv. Ormai il messaggio è chiaro , l'iran sono i cattivi , e come li fai diventare buoni?

redna
Inviato: 25/1/2009 21:38  Aggiornato: 25/1/2009 21:45
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Duemila fucili d’assalto ak47 e oltre due milioni di proiettili sono entrati ieri nella striscia di Gaza. Secondo le fonti israeliane e l’agenzia Reuters il trasferimento del carico di armi, destinate a rinforzare le milizie del presidente Abu Mazen, è stato autorizzato dal governo israeliano in seguito all’incontro, avvenuto sabato scorso, tra il premier israeliano Olmert e il presidente palestinese.


(tratto dal link di peacereporte)
quindi le fonti sono israeliane ma non le armi.
C'è stata una autorizzazione israeliana.

State portando avanti un discorso comunque senza fonti e senza link.
Un discorso fra 'noartri' oppure da bar, se volete.

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
mazzi
Inviato: 25/1/2009 22:22  Aggiornato: 25/1/2009 22:22
Ho qualche dubbio
Iscritto: 27/11/2008
Da:
Inviati: 45
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Kataclisma, adesso siamo ancora in una situazione indefinita, fluida, c'e' tensione ma, anche se allo stremo, c'e' speranza... qualche speranza.
Quando "loro" vinceranno sara' finita, non dovranno nemmeno preoccuparsi di perdere la faccia, il potere si cristallizzera' nelle mani di elites inaccessibili e le minoranze saranno ridotte al piu' completo silenzio.

Come ci si sbarazza di un governo mondiale? Col voto? Che genere di stampai potra' mai criticarlo? Che senso avra' protestare? Domande lecite o no? O forse dobbiamo tutti quanti fare un corso rapido di ottimismo?

Redna: "Non è che si vuole dimenticare : solo non si può sapere, ovviamente."

E cosa secondo te non si puo' sapere? Che a governare saranno l'aristocrazia del denaro (gli squali), le multinazionali, le grosse lobbies e i loro cani da guardia: i colonnelli di tutto il mondo? E secondo te chi pensi che potranno essere: pippo, pluto e paperino?

redna
Inviato: 25/1/2009 22:39  Aggiornato: 25/1/2009 22:39
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
E cosa secondo te non si puo' sapere? Che a governare saranno l'aristocrazia del denaro (gli squali), le multinazionali, le grosse lobbies e i loro cani da guardia: i colonnelli di tutto il mondo? E secondo te chi pensi che potranno essere: pippo, pluto e paperino?


potrebbero essere pippo pluto e anche paperino con le stesse probalità che ci sono per l'aristocrazia del denaro le lobbies ecc....
Nessuno conosce il futuro perchè se solo uno lo conoscesse sarebbe il padrone di tutto.
Pertanto scommettere sul futuro è assurdo, tenuto anche conto che non conosciamo nemmeno il futuro di noi stessi.


Citazione:
Quando "loro" vinceranno sara' finita, non dovranno nemmeno preoccuparsi di perdere la faccia, il potere si cristallizzera' nelle mani di elites inaccessibili e le minoranze saranno ridotte al piu' completo silenzio.

conosciamo proprio 'loro' ? siamo sicuri che li conosciamo tutti?
Siamo convinti che tutto quello che sappiamo corrisponde alla realtà?
Stiamo dicendo che ci sono delle manipolazioni.
Perchè stavolta dovrebbe essere vero, quello che pensiamo 'potrebbe' essere vero nel prossimo futuro?

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Mande
Inviato: 25/1/2009 22:53  Aggiornato: 25/1/2009 22:56
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 13/1/2008
Da: Cologna veneta
Inviati: 1301
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:

i russi o i cinesi vengono incolpati di un attacco terroristico contro civili iraniai e questo li fa diventare buoni? mah , onestamente lo trovo improponibile anche se ripetuto 1 miliardo di volte al giorno in tv. Ormai il messaggio è chiaro , l'iran sono i cattivi , e come li fai diventare buoni?

Una prima risposta al quesito l'ha già data Tarpley nell'intervista quando ricorda:

Minuto 6.36
"L'altra cosa che bisogna sottolineare è che già con le elezioni al congresso 2006 i neocon hanno già cominciato a perdere il potere...
Io vedo un colpo di stato a freddo dietro le quinte ad opera di questo gruppo che io chiamo "comitato ministeriale" di non neocon...
Ha preso il potere circa un anno fa quando pubblicarono quella valutazione dicendo che l'Iran non disponeva affatto di alcun programma per fare bombe atomiche"

Fino al giorno prima tutti i media anche italiani parlavano quotidianamente della minaccia nucleare iraniana. Dopo quella valutazione il silenzio assoluto.

Ancora sicuro che oggi l'Iran sia "cattivo"?
Se la televisione non lo ripete la gente dimentica in fretta.

Ti aggiungo poi una mia considerazione personale:
http://news.kataweb.it/item/487726/iran-il-12-giugno-2009-fissate-elezioni-presidenziali
Citazione:

Le prossime elezioni presidenziali in Iran si terranno il 12 giugno del 2009.

Lo ha annunciato il Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione, l’assise suprema iraniana, secondo quanto riporta l’agenzia Mehr. Tra i possibili candidati l’attuale presidente Mahmoud Ahmadinejad, in forte calo di consensi a causa di una politica economica sempre più contestata per l’impennata dell’inflazione. Formalmente Ahmadinejad non ha ancora deciso m, a può contare sul sostegno della Guida suprema Ali Khamenei. Come possibile sfidanti si fa il nome del leader del partito di opposizione “Etemad Melli” ed ex presidente del parlamento (Majilis) Mehdi Karroubi; l’attuale sindaco di Teheran, il conservatore Mohammed Baqer Qalibaf critico di Ahmadinejad e il presidente del Parlamento Ali Larjani, leader dei conservatori pragmatici. Più difficile è considerato un ritorno in pista del predecessore di Ahmadinejad, l’ex presidente riformatore Mohammad Khatami.


Potrebbe essere eletto un "Obama" anche in Iran che tutte le televisioni del mondo si affretteranno a definire "il cambiamento" e che traghetterà l'Iran verso occidente...
Non è assolutamente certo che possa riuscire anche in Iran una "rivoluzione colorata" ma è molto probabile che i preparativi siano già partiti.

Un nuovo presidente per un nuovo Iran con una nuova politica estera farebbero certo molto comodo alle strategie ipotizzate da Tarpley.

lamblia
Inviato: 25/1/2009 23:29  Aggiornato: 25/1/2009 23:29
So tutto
Iscritto: 12/3/2007
Da:
Inviati: 11
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Visto che chiedi un opinione...

Massimo, non me ne volere per il tuo più che egregio lavoro, ma sono stati più interessanti i commenti che ho letto sul forum delle parole di Tarpey.

Da lui ho capito:

Che gli Stati Uniti perseguiranno una politica imperialista (ma davvero? e pensare che fino ad adesso...)

Che per essere eletti Presidenti degli USA non basta andare in giro e fare comizi, ma ci vogliono gli appoggi di qualcuno (questa è stata una grande delusione, perché contavo di presentarmi alle prossime elezioni).

Che il VP di fronte ai "ricconi" ha detto che nei prossimi mesi si troveranno ad affrontare crisi politiche internazionali e malcontento interno per le misure economiche che prenderanno (magari chiederanno agli americani di usare le carte di credito a giorni alterni e ci sarà una rivolta)

Che se incontri qualcuno, vuol dire che ci vai d'accordo, ma se non incontri qualcuno, vuol dire che non vuoi far sapere che ci vai d'accordo (qui mi ha ricordato Woody Allen).

Che bisogna stare attento perché Obama non è nemmeno più un comunista, ma un pauperista della peggior specie e forse anche omosessuale (fosse magari anche negro?).

Hai provato ad inchiodarlo sui fatti, ma quello fuggiva come una biscia (peggio di Alemanno, quando gli chiedi come vanno gli stupri a Roma).

Non credo che comprerò il suo libro.

Redazione
Inviato: 26/1/2009 0:07  Aggiornato: 26/1/2009 0:07
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Ringrazio tutti quelli che mi hanno fatto i complimenti per il "buon giornalismo" mostrato in questa intervista. Non sono vanitoso, ma per continuare a fare quello che faccio sono necessarie periodiche iniezioni di entusiasmo, e questa è stata sicuramente una bella dose. (Non per questo siete invitati ad applaudure ogni tre minuti, sia chiaro - Però ogni tanto cose del genere fanno davvero piacere).

Linucs
Inviato: 26/1/2009 0:36  Aggiornato: 26/1/2009 0:36
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
l'abbassamento del prezzo (ammesso che sia provocato) serve ad accelerare l'esaurimento della risorsa.

Prima i petrolieri erano un cartello, e ti imponevano il prezzo che volevano (ergo il prezzo non doveva mai scendere).

Poi il petrolio stava per finire, ergo il prezzo doveva aumentare a dismisura fino ad arrivare ai $500 al barile.

ORA, COLPO DI SCENA, il cartello dei petrolieri ha imposto un prezzo del petrolio più basso, PER FARLO FINIRE PRIMA...

In questo momento si sono bloccati TUTTI gli investimenti, sia per il prezzo poco conveniente che per la crisi del credito. Andiamo avanti coi barili estratti dai vecchi giacimenti "facili", che si esauriranno presto (nel giro di qualche anno).

...e nessuno estrarrà più petrolio per via del prezzo basso imposto dai petrolieri!...

(panico in sala)

Teba
Inviato: 26/1/2009 10:27  Aggiornato: 26/1/2009 10:27
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 14/9/2007
Da:
Inviati: 1846
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Biden intervistato dalla CBS: articolo riportato da La Stampa.

DOMANDA:Lei è appena tornato da alcune zone del mondo più toccate dal terrorismo: Pakistan, Afghanistan, Iraq. Due settimane fa un aereo senza pilota americano ha attaccato un gruppo armato di Al Qaeda in territorio pachistano. Il precedente presidente ha dato l’autorizzazione alla Cia e alle forze armate statunitensi di colpire oltre il confine. Obama farà lo stesso?

RISPOSTA: «Non posso parlare di uno specifico attacco. Ma posso dire che il Presidente degli Stati Uniti ha detto durante la campagna elettorale e nei dibattiti che se ci fosse un obiettivo di alto livello, appartenente ad Al Qaeda, non esiterebbe ad agire e ad affrontarlo. Ma c’è anche una buona notizia. Nel mio ultimo viaggio - sono già stato in Pakistan molte volte - ho trovato una grande, crescente cooperazione con l’esercito pachistano in quelle aree tribali - come il Waziristan - di cui si sente sempre parlare come ingovernabili e infestate da terroristi. È là che si nascondono i cattivi. È là che ci sono i tipi di Al Qaeda. Ora, quello che stiamo facendo è lavorare con il Pakistan per accrescere le capacità delle sue forze anti-insurrezione e abbiamo raggiunto un accordo per controllare meglio i movimenti dei terroristi attraverso il confine con l’Afghanistan»

kataclisma
Inviato: 26/1/2009 11:50  Aggiornato: 26/1/2009 11:50
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/12/2008
Da:
Inviati: 325
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
Autore: Linucs Inviato: 26/1/2009 0:36:29

l'abbassamento del prezzo (ammesso che sia provocato) serve ad accelerare l'esaurimento della risorsa.

Prima i petrolieri erano un cartello, e ti imponevano il prezzo che volevano (ergo il prezzo non doveva mai scendere).

Poi il petrolio stava per finire, ergo il prezzo doveva aumentare a dismisura fino ad arrivare ai $500 al barile.

ORA, COLPO DI SCENA, il cartello dei petrolieri ha imposto un prezzo del petrolio più basso, PER FARLO FINIRE PRIMA...

In questo momento si sono bloccati TUTTI gli investimenti, sia per il prezzo poco conveniente che per la crisi del credito. Andiamo avanti coi barili estratti dai vecchi giacimenti "facili", che si esauriranno presto (nel giro di qualche anno).

...e nessuno estrarrà più petrolio per via del prezzo basso imposto dai petrolieri!...

Effettivamente la mia domanda era proprio suggerita da dubbi di questo tipo, anche se non li avrei espressi con questo sarcasmo, poichè non credo giovi al confronto.
Il problema che da anni noto, nei meandri dell'informazione "alternativa", è che riguardo praticamente qualsiasi questione e qualsiasi evento, c'è qualcuno che riesce ad ipotizzare scenari "complottisti". Questo credo derivi dalla convinzione giustificata(?) che nel mondo vada tutto storto e ci sia sempre qualcuno che prova a "metterci a pecora", ma credo anche che sia un grosso limite di quasi tutti coloro cercano di trovare la verità, poichè ci porta a poter sempre pensare tutto e il contrario di tutto ed in pratica finiamo col metterci gli stessi paraocchi, magari di un diverso colore, di chi segue come un cagnolino l' informazione ufficiale.
Soltanto un mio modesto parere, che nasce anche dalla forte spinta a voler trovare delle risposte e eventualmente anche a fare qualcosa concretamente, se mi si presentasse l'opportunità.

E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
aotearoa
Inviato: 26/1/2009 12:02  Aggiornato: 26/1/2009 12:02
Ho qualche dubbio
Iscritto: 19/12/2007
Da: ogni dove
Inviati: 118
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Autore: Redazione Inviato: 26/1/2009 0:07:43Ringrazio tutti quelli che mi hanno fatto i complimenti per il "buon giornalismo" mostrato in questa intervista. Non sono vanitoso, ma per continuare a fare quello che faccio sono necessarie periodiche iniezioni di entusiasmo, e questa è stata sicuramente una bella dose. (Non per questo siete invitati ad applaudure ogni tre minuti, sia chiaro - Però ogni tanto cose del genere fanno davvero piacere).



CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP


DI CUORE

"Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero".
Johann Wolfgang v. Goethe
Vivi
Inviato: 26/1/2009 14:02  Aggiornato: 26/1/2009 15:42
Ho qualche dubbio
Iscritto: 13/10/2004
Da: nord Italia
Inviati: 198
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Russia stops US on road to Afghanistan
Moscow has indeed agreed in principle to grant permission to the United States to use a transit route to Afghanistan via Russian territory. But before this happens, Russia wants something in return: to challenge the US's secret veto power over Afghanistan's external relations and to prise Kabul out of Washington's stranglehold. - M K Bhadrakumar (Jan 26,'09)
http://www.atimes.com/atimes/South_Asia/KA27Df01.html

Obama: una sgangherata recita di fine stagione la sua predica/discorso


(Click here to enlarge image)

In the following PNAC, Exxon, AEI pipedream, Paksitan and Iran are located at geo-strategic positions which the warlords considers a considerable stumbling blocks in their way to realizing their global totalitarian designs. No wonder if we witness terrorist attacks in Pakistan and India. Pakistan is the prime target. And India has to suffer just as Pakistan suffered when it was time for Afghanistan to be on the chopping block. Today, Pakistan is on the chopping block and India has to play the tole which Paksitan has been playing since October 7, 2001. The region is in for a big trouble ineed.

Israel and American warlords' pipedream
Dictatorship Watch - December 4th, 2008
http://www.dictatorshipwatch.com/2008/12/04/israel-and-american-warlords-pipedream.html

Piuma
Inviato: 26/1/2009 18:54  Aggiornato: 26/1/2009 18:54
So tutto
Iscritto: 11/7/2005
Da: Napoli
Inviati: 9
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Ho ascoltato l'intervista e l'ho trovata molto interessante e da verificare nel medio-lungo periodo intanto poco fa sul sito di Repubblica.it:

Obama svolta diplomatica
"Contatti diretti con l'Iran"
Susan Rice
WASHINGTON - Svolta diplomatica degli Stati Uniti con la nuova presidenza Obama. L'inviato dell'Amministrazione alle Nazioni Unite ha detto che gli Usa "non vedono l'ora di avviare una diplomazia vigorosa con l'Iran, compresi contatti dipolmatici diretti".

La nuova Amministrazione Obama, ha aggiunto Rice al termine di un incontro di 45 minuti con il segretario generale dell'Onu Ban ki-Moon, farà del programma nucleare iraniano una priorità diplomatica di primissimo piano e cercherà di avere colloqui diretti con Teheran. La pressione sul governo degli ayatollah, dice la rappresentante di Obama alle Nazioni Unite, si intensificherà nel caso in cui l'Iran continuasse a rifiutarsi di "adempiere agli obblighi internazionali".

Da che si doveva bombardare nella scorsa presidenza ai contatti diretti sembra già un cambiamento radicale non trovate?

winston
Inviato: 26/1/2009 21:41  Aggiornato: 26/1/2009 22:11
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/10/2005
Da: Eurasia
Inviati: 392
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Sulla natura dell’Uomo Nero s’è già discusso...

Fra gli ispirati c’è chi dice sia il Genio di Aladino, già segnato da bambino, di prodigio in prodigio da Giakarta a Honolulu, poi nuovo Saladino venuto dall’oriente lotta per inquadrare i mori e arrotondare la pagnotta... Asbesto/kriptonite danno superpoteri ed ecco il CHANGE, d’impeto: Chicago alla Casa Bianca..

Per i tecnocrati invece, il risultato di ogni cosa dipende da quello che si USA...
E nel paese del fordismo, il sistema prevede produzione di massa di prodotti omogenei: stampaggio, ingranaggio, montaggio, reclame, si vende, si usa, si abusa, si getta. E si riparte.
Lasciando sempre al consumatore il massimo di scelta, opportunamente diretta. Ford-T docet:
NB You can have it any color you like, provided it’s black”

Restano poi i cinici: per quelli, un però non darà mela; un uovo di pollo, comunque covato, non sarà cigno, ma calimero; al massimo. Insistono a credere che le marionette si muovano per via dei fili... Certo, dicono, non manca l’esempio nobile di Mastro Geppetto, ma pure il suo burattino, per quanto magicamente animato, pure si trovò Gatto & Volpe associati nella sua Amministrazione. . Poca sorpresa quindi che in prima stesura, Collodi in finale lo metteva impiccato.
Poi tutto è possibile.. Anche Pinocchio rivisto divenne vero bambino.., grazie alla Fata Turchina.

A poco serve ora discutere i punti di vista:
il divinare aveva un senso prima per energizzare in qualche modo gli eventi..,
ma ora che i giochi sono fatti e basterà osservare dove va Barack per capire da dove viene Obama: l’Annunciazione riportava CHANGE nello striscione: se la Casa Banca emetterà valori di zecchino sonante, allora saranno contenti tutti, anche i perdenti! Se invece la Zecca USA batterà spicciolo vile,vorrà dire che la magia nera era chimera. Se poi i nuovi valori saranno gli Ameri, allora si potrà ridere tutti, di lazzi amari.

Idem, forse, per le speculazioni di Webster-Tarpley: dalla fellatio bianca al Caucus Nero.. gli elementi utili non mancano, ma l' analisi come bozza di testo, meglio si associa al Barbanera-almanacco che con Noah del dizionario omonimo..

Più interessante, invece, il perno su cui Webster fa girare il suo lavoro, dal 9/11 al caso Moro, è che nella sceneggiatura dei due secoli di secoli di storia trascorsa, la produzione, regia & distribuzione siano nelle di una Casa, Oligarchica che Mira al Dominio Mondiale: divide, moltiplica et impera, costi quel che costi , pur di incassare il Globo per la propria Elite & Razza Superiore! Scenario nel quale per Costituzione si divorano i nemici dall’interno, come i parassiti che vi depositano la larva; con gli USA infettati e -secondo bisogna- aizzati, salassati o portati al guinzaglio! Primo tempo molto interessante, ed il secondo pure.., se non fosse per l’oblio di un protagonista importante. Parole sue: (1)

«The *** insist on a world system or a form of organized chaos (.) based on an irrational principle of arbitrary power. The idea that the *** have the God-given right to rule. The ***master race.

(.) Therefore, the purpose of this entire system, is to crush humanity.
Sure, it's really directed against Germany to keep the Germans down and divided. To keep the Germans and the Russians (.) the French and the Germans at each other's throats. It also implies that the United States is subjected to colonial rule, which you see

So ultimately, you have to ask yourself:
What is the problem of evil in the 20th century (Nazi-Fascim-Bolshevism-Stalinism-RedChina), because it has turned out not to be any of those, but rather, the ***oligarchy. ***geopolitical thinking. The idea of dividing the world along these lines, and creating a series of endless wars.»


Uno schema che anticipa i “Protocolli”,quì in carta da bollo.
Ma chi sono questi Anziani Savi, e quale il Popolo Eletto?
Ed ecco la sorpresa: GLI INGLESI - ***British & Anglo-Saxon Master-Race
Con la postilla in appendice che questi hanno ereditato linfa, arte e mestiere dai Veneziani.

Cioè.., Venezia istruisce i British, questi tutto infettano ed aizzano: governi e rivoluzioni, finanza e informazione, per dominare il pianeta da Razza Superiore e Padrona.

NOW (nei due sensi), due sono le cose:
-se così è Webster è un profeta che va rispettato, riverito e fargli un monumento,
-Se invece come Popolo Eletto, religio, Libro, Savi e libretto, si vede un’altra Entità in azione spudoratamente a scena aperta, con l’occhio lungo, che si vuol far passare per nuovi Ceki... Allora bisognerebbe concludere che il nostro vaneggia; o peggio.., è sotto ingaggio.

Ammenochè, per pensarle tutte, i suoi “British” non si prestino (Bri-shit?)alla dubbia mutazione dei Rettiliani by David Ike.. Un double-speak per adattarsi ai tempi.., come dire, imparando dagli Anziani già raminghi per riferirsi agli altri e vicini li appellavano con lo pseudo di bestie, gentili..

(1) Webster Tarpley, Schiller Institute Food For Peace Conference, Chicago, Illinois, February 22-23, 1992.

"Chi controlla il presente controlla il passato, chi controlla il passato controlla il futuro" Orwell, 1984
Descartes
Inviato: 27/1/2009 0:24  Aggiornato: 27/1/2009 0:26
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 21/6/2006
Da: Christ = Sun God
Inviati: 1087
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:

Autore: winston Inviato: 26/1/2009 21:41:22

se così è Webster è un profeta che va rispettato, riverito e fargli un monumento


Webster Tarpley non ha scoperto nulla di nuovo.

Alcuni brani scelti da me nella vasta documentazione disponibile:

"...As a student at Georgetown, I heard that call clarified by a professor named Carroll Quigley, who said to us that America was the greatest country in the history of the world because our people have always believed in two things: that tomorrow can be better than today and that every one of us has a personal, moral responsibility to make it so." - Bill Clinton, 1992

Dal libro di Quigley, Tragedy and Hopes:

COUNCIL ON FOREIGN RELATIONS

There does exist, and has existed for a generation, an international Anglophile network which operates, to some extent, in the way the radical Right believes the Communists act. In fact, this network, which we may identify as the Round Table Group has no aversion to cooperating with the Communists, of any other groups, and frequently does so.

I know of the operations of this network because I have studied it for twenty years and was permitted for two years, in the early 1960's, to examine its papers and secret records. I have no aversion to it or to most of its aims and have, for much of my life, been close to it and to many of its instruments.

I have objected, but in the past and recently, to a few of its policies (notably to its belief that England was an Atlantic rather than a European Power and must be allied, or even federated, with the United States and must remain isolated from Europe), but in general my chief difference of opinion is that it wished to remain unknown, and I believe its role in history is significant enough to be known.

The Round Table Groups have already been mentioned in this book several times, notably in connection with the formation of the British Commonwealth in chapter 4 and in the discussion of appeasement in chapter 12 ("the Cliveden Set").

At the risk of some repetition, the story will be summarized here, because the American branch of this oganization (sometimes called the "Eastern Establishment") has played a very significant role in the history of the United States in the last generation.

The Round Table Groups were semi-secret discussion and lobbying groups organized by Lionel Curtis, Philip H. Kerr (Lord Lothian), and (Sir) William S. Marris in 1908-1911. This was done on behalf of Lord Milner, the dominant Trustee of the Rhodes Trust in the two decades 1905-1925.

The original purpose of these groups was to seek to federate the English-speaking world along lines laid down by Cecil Rhodes (1853-1902) and William T. Stead, (1840-1912), and the money for the organizational work came originally from the Rhodes Trust.

By 1915 Round Table groups existed in seven countries, including England, South Africa, Canada, Australia, New Zealand, India, and a rather loosely organized group in the United States (George Louis Beer, Walter Lippman, Frank Avdelotte, Whitney Shepardson, Thomas W. Lamont, Jerome D. Greene, Erwin D. Canham of the Christian Science Monitor, and others).

The attitudes of the various groups were coordinated by frequent visits and discussions and by a well-informed and totally anonymous quarterly magazine, The Round Table, whose first issue, largely written by Philip Kerr, appeared in November 1910.

The leaders of this group were: Milner, until his death in 1915, followed by Curtis (1872-1955), Robert H. (Lord) Brand -- brother-in-law of Lady Astor -- until his death in 1963, and now Adam D. Marris, son of Sir William and Brand's successor as managing director of Lazard Brothers bank. The original intention had been to have collegial leadership, but Milner was too secretive and headstrong to share the role.

He did so only in the period 1913-1919 when he held regular meetings with some of his closest friends to coordinate their activities as a pressure group in the struggle with Wilhelmine Germany. This they called their "Ginger Group". After Milner's death in 1925, the leadership was largely shared by the survivors of Milner's 'Kindergarten', that is, the group of young Oxford men whom he used as civil servants in his reconstruction of South Africa in 1901-1910.

Brand was the last survivor of the "Kindergarten", since his death, the greatly reduced activities of the organization have been exercised largely through the Editorial Committee of The Round Table magazine under Adam Marris.

Money for the widely ramified activities of this organization came originally from the associates and followers of Cecil Rhodes, chiefly from the Rhodes Trust itself, and from wealthy associates such as the Beit brothers, from Sir Abe Bailey, and (after 1915) from the Astor family.

Since 1925 there have been substantial contributions from wealthy individuals and from foundations and firms associated with the international banking fraternity, especially the Carnegie United Kingdom Trust, and other organizations associated with J.P. Morgan, the Rockefeller and Whitney families, and the associates of Lazard Brothers and of Morgan, Grenfell, and Company.

The chief backbone of this organization grew up along the already existing financial cooperation running from the Morgan Bank in New York to a group of international financiers in London led by Lazard Brothers.

Milner himself in 1901 had refused a fabulous offer, worth up to 100,000 a year, to become one of the three partners of the Morgan Bank in London, in succession to the younger J.P. Morgan who moved from London to join his father in New York (eventually the vacancy went to E.C. Grenfell, so that the London affiliate of Morgan became known as Morgan, Grenfell, and Company).

Instead, Milner became director of a number of public banks, chiefly the London Joint Stock Bank, corporate precursor of the Midland Bank. He became one of the greatest political and financial powers in England, with his disciples strategically placed throughout England in significant places, such as the editorship of The Times, the editorship of The Observer, the managing directorship of Lazard Brothers, various administrative posts, and even Cabinet positions.

Ramifications were established in politics, high finance, Oxford and London universities, periodicals, the civil service, and tax exempt foundations.

At the end of the war of 1914, it became clear that the organization of this system had to be greatly extended. Once again the task was entrusted to Lionel Curtis who established, in England and each dominion, a front organization to the existing local Round Table Group.

This front organization, called the royal Institute of International Affairs, had as its nucleus in each area the existing submerged Round Table Group. In New York it was known as the Council on Foreign Relations and was a front for J.P. Morgan and Company in association with the very small American Round Table Group.

The American organizers were dominated by the large number of Morgan "experts", including Lamont and Beer, who had gone to the Paris Peace Conference and there became close friends with the similar group of English "experts" which had been recruited by the Milner group.

In fact, the original plans for the Royal Institute of International Affairs and the Council on Foreign Relations were drawn up at Paris.

The Council of the RIIA (which, by Curtis's energy came to be housed in Chatham House, across St. James's Square from the Astors, and was soon known by the name of the headquarters) and the board of the Council on Foreign Relations have carried ever since the marks of their origin.

Until 1960 the council at Chatham House was dominated by the dwindling group of Milner's associates, while the paid staff members were largely the agents of Lionel Curtis. The Round Table for years (until 1960) was edited from the back door of Chatham House grounds in Ormond Yard, and its telephone came through the Chatham House switchboard.

The New York branch was dominated by the associates of the Morgan Bank. For example, in 1928 the Council on Foreign relations had John W. Davis as president, Paul Cravath as vice-president, and a council of thirteen others, which included Owen D. Young, russell C. Leffingwell, Norman Davis, Allen Dulles, George W. Wickersham, Frank L. Polk, Whitney Shepardson, Isaiah Bowman, Stephen P. Duggan, and Otto Kahn.

Throughout its history, the council has been associated with the American Round Tablers, such as Beer, Lippmann, Shepardson, and Jerome Greene.

The academic figures have been those linked to Morgan, such as James T. Shotwell, Charles Seymour, Joseph P. Chamberlain, Philip Jessup, Isaiah Bowman and, more recently, Philip Moseley, Grayson L. Kirk, and Henry W. Wriston.

The Wall Street contracts with these were created originally from Morgan's influence in handling large academic endowments. In the case of the largest of these endowments, that at Harvard, the influence was usually exercised indirectly through "State Street", Boston, which, for much of the twentieth century, came through the Boston banker Thomas Nelson Perkins.

Closely allied with this Morgan influence were a small group of Wall Street law firms, whose chief figures were Elihu Root, John W. Davis, Paul D. Cravath, Russell Leffingwell, the Dulles brothers and, more recently, Arthur H. Dean, Philip D. Reed, and John J. McCloy. Other nonlegal agents of Morgan included men like Owen D. Young and Norman H. Davis.

On this basis, which was originally financial and goes back to George Peabody, there grew up in the twentieth century a power structure between London and New York which penetrated deeply into university life, the press, and the practice of foreign policy.

In England the center was the Round Table Group, while in the United States it was J.P. Morgan and Company or its local branches in Boston, Philadelphia, and Cleveland.

Some rather incidental examples of the operations of this structure are very revealing, just because they are incidental. For example, it set up in Princeton a reasonable copy of the Round Table Group's chief Oxford headquarters, All Souls College.

This copy, called the Institute for Advanced Study, and best known, perhaps, as the refuge of Einstein, Oppenheimer, John von Neumann, and George F. Kennan, was organized by Abraham Flexner of the Carnegie Foundation and Rockefeller's General Education Board after he had experienced the delights of All Souls while serving as Rhodes Memorial Lecturer at Oxford. The plans were largely drawn by Tom Jones, one of the Round Table's most active intriguers and foundation administrators.

The American branch of this "English Establishment" exerted much of its influence through five American newspapers (The New York Times, New York Herald Tribune, Christian Science Monitor, the Washington Post, and the lamented Boston Evening Transcript )

In fact, the editor of the Christian Science Monitor was the chief American correspondent (anonymously) of The Round Table, and Lord Lothian, the original editor of The Round Table and later secretary of the Rhodes Trust (1925-1939) and ambassador to Washington, was a frequent writer in the Monitor.

It might be mentioned that the existence of this Wall Street Anglo-American axis is quite obvious once it is pointed out.

It is reflected in the fact that such Wall Street luminaries as John W. Davis, Lewis Douglas, Jock Whitney, and Douglas Dillon were appointed to be American ambassadors in London.

This double international network in which the Round Table groups formed the semi-secret or secret nuclei of the Institutes of International Affairs was extended into a third network in 1935, organized by the same people for the same motives.

Once again the mastermind was Lionel Curtis, and the earlier Round Table Groups and Institutes of International Affairs were used as nuclei for the new network.

However, this new organization for Pacific affairs was extended to ten countries, while the Round Table Groups existed only in seven. The new additions, ultimately China, Japan, France, the Netherlands, and Soviet Russia, had Pacific councils set up from scratch.

In Canada, australia, and New Zealand, Pacific councils, interlocked and dominated by the Institutes of International Affairs, were set up.

In England, Chatham House served as the English center for both nets, while in the United States the two were parallel creations (not subordinate) of the Wall Street allies of the Morgan Bank. The financing came from the same international banking groups and their subsidiary commercial and industrial firms.

In England, Chatham House was financed for both networks by the contributions of Sir Abe Bailey, the Astor family, and additional funds largely acquired by the persuasive powers of Lionel Curtis. The financial difficulties of the IPR Councils in the British Dominions in the depression of 1929-1935 resulted in a very revealing effort to save money, when the local Institute of International Affairs absorbed the local Pacific Council, both of which were, in a way, expensive and needless fronts for the local Round Table groups.

The chief aims of this elaborate, semi-secret organization were largely commendable: to coordinate the international activities and outlooks of all the English-speaking world into one (which would largely, it is true, be that of the London group); to work to maintain the peace; to help backward, colonial, and underdeveloped areas to advance toward stability, law and order, and prosperity along lines somewhat similar to those taught at Oxford and the University of London (especially the School of Economics and the Schools of African and Oriental Studies).

These organizations and their financial backers were in no sense reactionary or Fascistic persons, as Communist propaganda would like to depict them. Quite the contrary.

They were gracious and cultured gentlemen of somewhat limited social experience who were much concerned with the freedom of expression of minorities and the rule of law for all, who constantly thought in terms of Anglo-American solidarity, of political partition and federation, and who were convinced that they could gracefully civilize the Boers of South Africa, the Irish, the Arabs, and the Hindus, and who are largely responsible for the partitions of Ireland, Palestine, and India, as well as the federations of South Africa, Central Africa, and the West Indies.

Their desire to win over the opposition by cooperation worked with Smuts but failed with Hertzog, worked with Gandhi but failed with Menon, worked with Stresemann but failed with Hitler, and has shown little chance of working with any Soviet leader. If their failures now loom larger than their successes, this should not be allowed to conceal the high motives with which they attempted both.

It was this group of people, whose wealth and influence so exceeded their experience and understanding, who provided much of the frame-work of influence which the Communist sympathizers and fellow travelers took over in the United States in the 1930's.

It must be recognized that the power that these energetic Left-wingers exercised was never their own power or Communist power but was ultimately the power of the international financial coterie, and, once the anger and suspicions of the American people were aroused, as they were by 1950, it was a fairly simple matter to get rid of the Red sympathizers.

Before this could be done, however, a congressional committee, following backward to their source the threads which led from admitted Communists like Whittaker Chamber, through Alger Hiss, and the Carnegie Endowment to Thomas Lamont and the Morgan Bank, fell into the whole complicated network of the interlocking tax-exempt foundations.

The Eighty-third Congress in July 1953 set up a Special Committee to investigate Tax-Exempt Foundations with Representative B. Carroll Reece of Tennessee, as chairman. It soon became clear that people of immense wealth would be unhappy if the investigation went too far and that the "most respected" newspapers in the country, closely allied with these men of wealth, would not get excited enough about any revelations to make the publicity worth while, in terms of votes or campaign contributions.

An interesting report showing the Left-wing associations of the interlocking nexus of tax-exempt foundations was issued in 1954 rather quietly. Four years later, the Reece committee's general counsel, Rene A. Wormser wrote a shocked, but not shocking, book on the subject called Foundations: Their Power and Influence.

One of the most interesting members of this Anglo-American power structure was Jerome D. Greene (1874-1959). Born in Japan of missionary parents, Greene graduated from Harvard's college and law school by 1899 and became secretary to Harvard's president and corporation in 1901-1910. This gave him contacts with Wall Street which made him general manager of the Rockefeller Institute (1910-1012), assistant to John d. Rockefeller in philanthropic work for two years, then trustee to the Rockefeller Institute, to the Rockefeller foundation, and to the Rockefeller General Education Board until 1939.

For fifteen years (1917-1932) he was with the Boston investment banking firm of Lee, Higginson, and Company, most of the period as its chief officer, as well as with its London branch. As executive secretary of the American section of the Allied Maritime Transport Council, stationed in London in 1918, he lived in Toynbee Hall, the world's first settlement house, which has been founded by Alfred Milner and his friends in 1984.

This brought him in contact with the Round Table Group in England, a contact which was strengthened in 1919 when he was secretary to the Reparations Commission at the Paris Peace Conference. Accordingly, on his return to the United States he was one of the early figures in the establishment of the Council on Foreign Relations, which served as the New York branch of Lionel Curtis's Institute of International Affairs.

As an investment banker, Greene is chiefly remembered for his sales of millions of dollars of the fraudulent securities of the Swedish match king, Ivar Kreuger. That Greene offered these to the American investing public in good faith is evident from the fact that he put a substantial part of his own fortune in the same investments. As a consequence, Kreuger's suicide in Paris in April 1932 left Greene with little money and no job. He wrote to Lionel Curtis, asking for help, and was given, for two years, a professorship of international relations at Aberystwyth, Wales."

fonte: link

Cecil Rhodes was a British colonial statesman, and prime minister of Cape Colony, South Africa (1890-6), he born in Bishop's Stortford, Hertfordshire, SE England, UK. Suffering from a lung weakness, he was sent for his health to a brother's cotton farm in South Africa; he subsequently made a fortune at the Kimberley diamond diggings, and amalgamated the several diamond companies to form the De Beers Consolidated Mines Co (1888). Dividing his time between Kimberley and England, he studied at Oxford, and entered the Cape House of Assembly, securing Bechuanaland as a protectorate (1884) and the charter for the British South Africa Company (1889), whose territory was later to be named Rhodesia after him. He became prime minister of Cape Colony, but was forced to resign in 1896 because of complications arising from the Jameson raid. He was a conspicuous figure during the Boer War (1899-1902), when he organized the defenses of Kimberley. His will founded scholarships at Oxford for Americans, Germans, and colonials (Rhodes scholars).

Two manuscript versions exist. The first, in Rhodes' own handwriting, was written on June 2, 1877, in Oxford. The second is a fair copy made by a clerk in Kimberley in the summer of 1877, with additions and alterations in Rhodes' handwriting. It is this second fair copy which is reproduced here. It is not clear why the paragraph near the end of the document was placed in parentheses. The final paragraph was not in the original draft, was added in Kimberley, and thereafter was crossed out, presumably when Rhodes made a more formal will. The document is reproduced here in its original form, without any editing of spelling or punctuation.

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Cecil Rhodes' "Confession of Faith"

It often strikes a man to inquire what is the chief goal in life; to one the thought comes that it is a happy marriage, to another great wealth, and as each seizes on his idea, for that he more or less works for the rest of his existence. To myself thinking over the same question the wish came to render myself useful to my country. I then asked myself how could I and after reviewing the various methods I have felt that at the present day we are actually limiting our children and perhaps bringing into the world half the human beings we might owing to the lack of country for them to inhabit that if we had retained America there would at this moment be millions more of English living. I contend that we are the finest race in the world and that the more of the world we inhabit the better it is for the human race. Just fancy those parts that are at present inhabited by the most despicable specimens of human beings what an alteration there would be if they were brought under Anglo-Saxon influence, look again at the extra employment a new country added to our dominions gives. I contend that every acre added to our territory means in the future birth to some more of the English race who otherwise would not be brought into existence. Added to this the absorption of the greater portion of the world under our rule simply means the end of all wars, at this moment had we not lost America I believe we could have stopped the Russian-Turkish war by merely refusing money and supplies. Having these ideas what scheme could we think of to forward this object. I look into history and I read the story of the Jesuits I see what they were able to do in a bad cause and I might say under bad leaders.
In the present day I became a member of the Masonic order I see the wealth and power they possess the influence they hold and I think over their ceremonies and I wonder that a large body of men can devote themselves to what at times appear the most ridiculous and absurd rites without an object and without an end.

The idea gleaming and dancing before one's eyes like a will-of-the wisp at last frames itself into a plan. Why should we not form a secret society with but one object the furtherance of the British Empire and the bringing of the whole uncivilised world under British rule for the recovery of the United States for the making the Anglo-Saxon race but one Empire. What a dream, but yet it is probable, it is possible. I once heard it argued by a fellow in my own college, I am sorry to own it by an Englishman, that it was a good thing for us that we have lost the United States. There are some subjects on which there can be no arguments, and to an Englishman this is one of them, but even from an American's point of view just picture what they have lost, look at their government, are not the frauds that yearly come before the public view a disgrace to any country and especially their's which is the finest in the world. Would they have occurred had they remained under English rule great as they have become how infinitely greater they would have been with the softening and elevating influences of English rule, think of those countless 000's of Englishmen that during the last 100 years would have crossed the Atlantic and settled and populated the United States. Would they have not made without any prejudice a finer country of it than the low class Irish and German emigrants? All this we have lost and that country loses owing to whom? Owing to two or three ignorant pig-headed statesmen of the last century, at their door lies the blame. Do you ever feel mad? do you ever feel murderous. I think I do with those men. I bring facts to prove my assertions. Does an English father when his sons wish to emigrate ever think of suggesting emigration under another flag, never - it would seem a disgrace to suggest such a thing I think that we all think that poverty is better under our own flag rather than wealth under a foreign one.
Put your mind into another train of thought. Fancy Australia discovered and colonised under the French flag, what would it mean merely several millions of English unborn that at present exist we learn from the past and to form our future. We learn through having lost to cling to what we possess. We know the size of the world we know the total extent. Africa is still lying ready for us it is our duty to take it. It is our duty to seize every opportunity of acquiring more territory and we should keep this one idea steadily before our eyes that more territory simply means more of the Anglo-Saxon race more of the best the most human, most honourable race the world possesses. To forward such a scheme what a splendid help a secret society would be a society not openly acknowledged but who would work in secret for such an object. I contend that there are at the present moment numbers of the ablest men in the world who would devote their whole lives to it.
I often think what a loss to the English nation in some respects the abolition of the Rotten Borough System has been. What thought strikes a man entering the house of commons, the assembly that rules the whole world? I think it is the mediocrity of the men but what is the cause. It is simply - an assembly of wealth of men whose lives have been spent in the accumulation of money and whose time has been too much engaged to be able to spare any for the study of past history. And yet in the hands of such men rest our destinies. Do men like the great Pitt, and Bourke and Sheridan not now exist. I contend they do. There are men now living with I know no other term the mega chschegis of Aristotle but there are not ways for enabling them to serve their Country. They live and die unused unemployed. What has been the main cause of the success of the Romish Church? The fact that every enthusiast, call it if you like every madman finds employment in it. Let us form the same kind of society a Church for the extension of the British Empire. A society which should have its members in every part of the British Empire working with one object and one idea we should have its members placed at our universities and our schools and should watch the English youth passing through their hands just one perhaps in every thousand would have the mind and feelings for such an object, he should be tried in every way, he should be tested whether he is endurant, possessed of eloquence, disregardful of the petty details of life, and if found to be such, then elected and bound by oath to serve for the rest of his life in his Country. He should then be supported if without means by the Society and sent to that part of the Empire where it was felt he was needed.
Take another case, let us fancy a man who finds himself his own master with ample means on attaining his majority whether he puts the question directly to himself or not, still like the old story of virtue and vice in the Memorabilia a fight goes on in him as to what he should do. Take it he plunges into dissipation there is nothing too reckless he does not attempt but after a time his life pulls on him, he mentally says this is not good enough, he changes his life, he reforms, he travels, he thinks now I have found the chief good in life, the novelty wears off, and he tires, to change again, he goes into the far interior after the wild game he thinks at last I've found that in life of which I cannot tire, again he is disappointed. He returns he thinks is there nothing I can do in life? Here I am with means, with a good house, with everything that is to envied and yet I am not happy I am tired of life he possesses within him a portion of the mega chschegis of Aristotle but he knows it not, to such a man the Society should go, should test, and should finally show him the greatness of the scheme and list him as a member.
Take one more case of the younger son with high thoughts, high aspirations, endowed by nature with all the faculties to make a great man, and with the sole wish in his life to serve his Country but he lacks two things the means and the opportunity, ever troubled by a sort of inward deity urging him on to high and noble deeds, he is compelled to pass his time in some occupation which furnishes him with mere existence, he lives unhappily and dies miserably. Such men as these the Society should search out and use for the furtherance of their object. In every Colonial legislature the Society should attempt to have its members prepared at all times to vote or speak and advocate the closer union of England and the colonies, to crush all disloyalty and every movement for the severance of our Empire. The Society should inspire and even own portions of the press for the press rules the mind of the people. The Society should always be searching for members who might by their position in the world by their energies or character forward the object but the ballot and test for admittance should be severe. Once make it common and it fails. Take a man of great wealth who is bereft of his children perhaps having his mind soured by some bitter disappointment who shuts himself up separate from his neighbours and makes up his mind to a miserable existence. To such men as these the society should go gradually disclose the greatness of their scheme and entreat him to throw in his life and property with them for this object. I think that there are thousands now existing who would eagerly grasp at the opportunity. Such are the heads of my scheme.
For fear that death might cut me off before the time for attempting its development I leave all my worldly goods in trust to S. G. Shippard and the Secretary for the Colonies at the time of my death to try to form such a Society with such an object."

fonte: Cecil Rhodes' "Confession of Faith", 1877


This analysis of the Pilgrims Society has confirmed the existence of a network as described by Quigley. The Rockefellers, Carnegie, Astor, Whitney, Lazard and Morgan interests have all been very influential within the Pilgrims. Even in the 1970s, on the executive board of the Pilgrims of Great Britain were the 2nd Viscount Harcourt, a great-grandson of Junius S. Morgan who headed the British branch of J. P. Morgan & Co., Morgan Grenfell; and the 2nd Lord Kindersley, who had taken over the Lazard bank from his father and Lord Brand in 1953. Although virtually all of the Round Table members described by Quigley have at least visited the Pilgrims on one or more occasions, not all have been confirmed members. However, some of the alleged organizers and leaders of the Round Table certainly were members. They include Lord Lothian (d. 1940), Lord Brand of Lazard (d. 1963) and Adam D. Marris of Lazard (d. 1983). Among the Pilgrims can further be found a good number of All Souls fellows and Rhodes Scholars. A number of officers of the Rhodes Trust have appeared in PEHI/ISGP's membership list of the Pilgrims Society, while in other cases close relatives were on the board of the Rhodes Trust (including chairmen). In other words, without going into the specifics of his Round Table network, Quigley's Anglo-American Establishment certainly did exist and at least to some extent still exists today. It's actually quite surprising that Quigley never mentioned the Pilgrims Society in his works.

The founding of the Federal Reserve system in the United States in 1913, which is often portrayed as a banker's conspiracy, can also be traced to members of the Pilgrims. The conspiracy centered on a meeting at Jekyll Island in November 1910 in which leading bankers worked out the details of setting up a privately-owned central bank in the United States. Those that attended were Senator Nelson Aldrich, whose daughter married John D. Rockefeller, Jr. in 1901 and who was the person to introduce the banker's plan to Congress; Frank Vanderlip, president of the Rockefellers' National City Bank; Henry Davison, a partner of J.P. Morgan & Co. and a representative of the Astor interests; Charles Norton, president of the Morgan-dominated First National Bank of New York; Benjamin Strong, Jr. vice president of the Banker's Trust of New York, also controlled by the Morgans; and Paul Warburg, a partner in Kuhn, Loeb & Co. Pilgrims researcher Charles Savoie has labeled virtually all of the Jekyll Island visitors as Pilgrims. This author has not seen the original sources in this case, but it is clear that many descendents, family members and business partners of the Jekyll Island conspirators have appeared in the Pilgrims. Among the descendants and families have been Benjamin Strong, Frank Vanderlip, Jr., the Warburg family and many Aldriches. The financial advisor to Senator Nelson Aldrich, Alfred L. Aiken, was a Pilgrim, and so was Aldrich's associate in Congress, Edward B. Vreeland. Paul Warburg's partners at Kuhn, Loeb, Jacob Schiff and Otto Kahn, were both Pilgrims, just as members of the Rockefeller, Morgan and Astor families. Since then Pilgrims have dominated the board of the Federal Reserve Bank of New York and also had considerable presence on the Federal Open Market Committee (FOMC), the main body of the Federal Reserve that decides on monetary policy. In other words, the Pilgrims are very relevant to the history of the Federal Reserve and the financial history of the United States.

Globalist theory
It is sometimes amazing to see how America's anti-globalist conspiracy community can twist words, turning them into quotes which have been taken completely out of context. One of the biggest of such manipulations is a widely-circulated quote from H. G. Wells from his 1940 pamphlet 'The New World Order'. You may have seen come across it:

"Countless people ... will hate the new world order ... and will die protesting against it."

The full text of Wells's pamphlet is readily available on the internet, so let's take a look at the full text. We read:

"Countless people, from maharajas to millionaires and from pukkha sahibs to pretty ladies, will hate the new world order, be rendered unhappy by frustration of their passions and ambitions through its advent and will die protesting against it." [161]

Quite a difference, don't you think? The "shortened" version of the quote will make people believe Wells is talking about suppressing the common men. The full quote, on the other hand, shows that Wells was actually talking about the elites of this world. It's impossible to look inside Wells's head to see his real motivations, but his pamphlets 'The Open Conspiracy and Other Writings' (1934) and 'The New World Order' (1940) come down to the following points:

- All governments and their policies are temporary. They frequently abuse their power. This should be countered. They are not to interfere with the establishing of a "world economic system".

- All private, local and national ownership of such things as credit, transport, and staple production should be transferred to a "responsible world directorate" serving the common ends of the human race.

-The world directorate controls a world armed force, tries to eradicate disease and looks after population control.

- There should be a "minimum standard of individual freedom and welfare in the world."

- The personal career should be subordinate to the creation of the world directorate and the general advancement of human knowledge.

- People should be educated that immortality does not lie in our individual selves, but in our race as a whole.

Wells was somewhat of an establishment figure and is even known to have visited a dinner of the Pilgrims of Great Britain in November 1913. In the years before, he was a member of the Coefficients, a 14-member pro-Empire dining club consisting of rather notable figures. Among the members were Sidney and Beatrice Webb, leading Fabian socialists; Sir Edward Grey, of Quigley's Rhodes Secret Society and the Milner Group; Viscount Alfred Milner, of Quigley's Milner Group; Leopold James Maxse, brother of Violet Cecil, who was married to Lord Edward Cecil, the son of the 3rd Marquess, and from 1921 to Lord Milner; and Lord Leopold Amery, another member of Quigley's Round Table. The members of this group do not appear to have been particularly involved in the Pilgrims. The Webbs were prominent Fabian socialists, a group which has had considerable influence on the principles of the British Labour Party, including New Labour. Lord Amery and the Cecils were early supporters of Zionism, largely in contrast to the Pilgrims establishment and the more right-wing (read: fascist) Duke of Windsor-Chamberlain clique. Wells knew these men through the Webbs, but at some point severed his ties again with the Webbs because he came to consider them Machiavellian manipulators. Wells did remain prominent in Labour politics over the years and in 1932 - alongside Aldous Huxley, Julian Huxley and Bertrand Russell - became one of the founding vice presidents of the Federation of Progressive Society and Individuals (FPSI), a lobby and pressure group to boost overall support of Labour, which had suffered a crushing defeat in the elections of 1931 after a years-long economic depression. In their magazine 'Plan' the FPSI actually claimed the recent economic depression had been engineered by the large bankers. Alongside allied groups as the Council for Civil Liberties and the Socialist League, the FPSI also crusaded against what they saw was the increased "fascisation" of Britain, sponsored by the big banks, the Rothermere Press and the British Union of Fascists. [162] Among the material they wrote was the following text, which was published in 1934 and by now should contain some highly recognizable accusations:

"Then came 1931, and there was an operation planned to bring Germany into the dictatorship-world empire scheme. The British monarchy was behind it; others were behind it; people in New York were behind it. Initially, the understanding of the Anglo-American supporters of this fascist project - which was largely based in France, actually, around firms like Lazard Freres and so forth. But the intent of the project was to have the Germans re-arm, and destroy the Soviet Union. While Germany was embedded in Russia, in the process of trying to […] the Soviet Union, then, the allies - France and Britain - intended to jump on Germany's rear, and crush Germany, and be rid of the Soviet Union at the same time, and set up world dictatorship." [163]Wells was a promoter of his own version of "world social democracy" through his writings
and through his H. G. Wells Society (Cosmopolis), which merged with the FPSI in 1936. Wells's idea of world social democracy is today largely continued by organizations as the Socialist International, which, although seemingly not part of the big globalist think tanks sponsored by banks and multinationals, do not really seem to have any particularly original or independent ideas on how to organize the world.

fonte: The Pilgrim's Society - Istitute for the Study of Globalization and Covert Politics

Redazione
Inviato: 27/1/2009 5:30  Aggiornato: 27/1/2009 5:30
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Simpatico, il Sor Cecilio.

Tollani
Inviato: 27/1/2009 13:34  Aggiornato: 27/1/2009 13:34
Ho qualche dubbio
Iscritto: 20/1/2009
Da: NowhereLand
Inviati: 212
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Citazione:
kataclisma: mi è sorta spontanea una domanda. Se sono questi i principi che muovono i fautori del NWO, si può davvero considerare una cosa tanto negativa? spero solo di non essere attaccato da tutte le parti per questa mia affermazione, preferirei solo qualche dritta per aprire gli occhi e capire dove sto sbagliando


io credo che questa domanda possa (potrebbe) essere lo spunto adatto per una questione veramente approfondita sul tema. Ho provato a pormi la tua domanda ed ho realizzato di avere un'idea piuttosto preconcetta (pre-confezionata) sul tema NWO=Male assoluto. Ora, non pensa che un governo mondiale (di chicchessia, lobbies, multinazionali, pluto, pippo e paperino) sia la soluzione migliore, in quanto le imposizioni dall'alto sarebbero incontrovertibili (ancora piu' di adesso), ma ho fatto una piccola riflessione che un po' mi ha spaventato. Nella situazione politica odierna, nel caso le cose si mettessero male (troppo male) in Italia, avrei sempre la possibilità di trasferirmi in Svizzera, Germania, Inghilterra, USA, Cina.... etc; cercando un assetto economico sociale piu' affine alle mie idee. Nel caso di un NWO, questo come sarebbe gestito...? Avrei ancora la possibilità di spostarmi...? E se si, cosa ci sarebbe di socio-politicamente diverso da un posto all'altro (esclusi clima e territorio)....?

Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia. Pier Paolo Pasolini
winston
Inviato: 28/1/2009 15:39  Aggiornato: 28/1/2009 16:08
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/10/2005
Da: Eurasia
Inviati: 392
 Re: L’altro Obama – Intervista a W.Tarpley
Il punto non è quanto il rivelato sia inedito, ma se in conclusione (Rule Britannia) sia fondato:
Quigley fa risalire la “Cupola” via CFR ~Round Table(RT) ~Società Eletti ~Rhodes-Prime Cause, La ricostruzione è illuminante, ma si direbbe non esauriente...
Se l’incognita interessa , follow the money trail:

-Cecil Rhodes, 1853 nasce Mr. Nessuno, qiunto filgio di vicario anglicano.
-ROTHSCHILD (Nathan) fa da sponsor per controllo De Beers con £200.000 (!!!): Cecil 27enne!
-Monopolista dei diamanti, Rhodes † 1902, lascia una eredità da Creso: a Lionel Rothschild.
-Gli Eletti fanno RT in 3 ordini: Associati, iniziati (BALFOUR), Junta: 1/3 Lord ROTHSCHILD.
-International Banking: 12 famiglie dedite alla segreta influenza politica (Quigley, T&H §57/58)
-ROTSCHILDs fra queste sopratutto, con l’altra metà distinta progenie di Giacobbe-Israele.

--Tutti insieme appassionatamente, ma israeliti prevalentemente, ispirati a Cecilio, il figlio del prete, indefessi lottatori per il dominio della AngloSaxon Master Race, i.e. (ZOG-speak) degli angli-cani?!

Se quella è la missione dei Tavolieri, come Tarpley avalla...
=with friends like them, the British need no enemies..
== l’Impero Inglese è fuso, sta seguendo quello USA...
===Per il movimiento forse sarebbe opportuno un re-branding.., tipo FUCK-U
i.e. Foxes United for Chicken Kingdom of the Universe - volpi unite per il regno universale dei polli

"Chi controlla il presente controlla il passato, chi controlla il passato controlla il futuro" Orwell, 1984

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