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news internazionali : La sesta vita di Ingrid Betancourt
Inviato da Redazione il 3/7/2008 10:55:27 (5941 letture)

Di Gennaro Carotenuto

Il primo pensiero è di allegria, allegria per Ingrid Betancourt e per gli altri 14 sequestrati liberati, tra i quali tre mercenari statunitensi, che in qualunque altro conflitto al mondo sarebbero stati da tempo passati per le armi.

Il secondo pensiero è perchè non si spenga la luce sulle centinaia di ostaggi che restano nella selva nelle mani delle FARC. Si vedrà se l’interesse dei benpensanti europei per la selva colombiana era genuino o era solo figlio del colonialismo mentale e razzista con il quale l’Europa guarda ai drammi del Sud del mondo. Se le luci sulla selva si spegneranno dovremo amaramente concludere una volta di più che è così, che la benpensante Europa si mobilita solo se qualcuno buca lo schermo. Altrimenti se ne frega.

Il terzo pensiero è per Álvaro Uribe, apparente trionfatore della giornata di oggi. La giornata per lui si era aperta nel peggiore dei modi, come si era aperta la settimana, il mese, l’anno. La Corte Suprema, con parole insolitamente dure, aveva preteso il rispetto delle proprie decisioni ...


... da parte del Presidente che non accetta che la sua stessa rielezione, nel 2006, sia stata viziata dalla corruzione nella forma e nella sostanza e che potrebbe perfino essere annullata.

Se è presumibile che l’azione sia stata preparata nel tempo, è evidente che la stessa sia stata giocata alla disperata ricerca di un successo personale. Per fortuna è andata bene, ma ciò non sposta i termini della questione, anzi se è possibile, se è dovuto ricorrere a giocarsi tutto con la liberazione di Ingrid, avendo fatto sempre di tutto per evitarla in passato, la vittoria di Uribe potrebbe essere la vittoria di un Pirro disperato.

Il quarto pensiero è per le FARC. E’ difficile non pensarle indebolite politicamente e militarmente. E’ difficile pensare alle FARC come chi tiene alta la bandiera di milioni di esclusi colombiani. E’ difficile non pensare che le FARC da anni sono oramai la scusa per i paramilitari per appropriarsi delle terre e consegnarle alle multinazionali. Ma allo stesso tempo è difficile pensare alla liquidazione delle FARC come un processo indolore e possibile, in una Colombia dove l’ingiustizia è causa della guerriglia e non viceversa.

L’interesse per Ingrid Betancourt da parte dei media e dell’opinione pubblica europea è stata in questi anni una cartina tornasole del colonialismo mentale con il quale l’Europa guarda alle cose del Sud del mondo. Ingrid è giovane, Ingrid è bella, aristocratica, elegante. Ingrid è francese, una di noi quindi. Ingrid è progressista. Ingrid buca lo schermo. Ingrid, lungi dall’esserne colpevole, ha occupato in questi sei anni completamente lo schermo, oscurando milioni di altre donne vittime di una guerra, quella colombiana, che conta più profughi, 4 milioni, che Iraq, Afghanistan e Darfur insieme.

Lungi dall’esserne colpevole, lungi dal giustificare la sua orribile e imperdonabile prigionia, Ingrid è stata soprattutto una foglia di fico servita a distorcere il conflitto colombiano in maniera manichea fino a renderlo incomprensibile. Visto dall’Europa e per chi nulla sa di Colombia, in piena logica post-11 settembre di “guerra al terrorismo”, le FARC che hanno tenuta sequestrata Ingrid rappresentano tutto il male in Colombia, laddove chi l’ha liberata, il governo paramilitare di Álvaro Uribe rappresenterebbe tutto il bene. E’ una visione manichea ed infondata del conflitto colombiano.

Reyes fu ammazzato in pieno territorio ecuadoriano, con un’azione militare tanto illegale quanto chirurgica, orchestrata dagli eserciti colombiano e statunitense: Ingrid, per i governi di Washington e Bogotà, non doveva essere liberata anche al prezzo di una crisi internazionale. Adesso le cose sono cambiate, in due mesi ancora molti scandali hanno pesato sull’uomo di Washington tanto da farlo decidere di legare la sua immagine alla liberazione della sua più acerrima nemica che bucava e chissà se bucherà ancora lo schermo rompendo il silenzio sulla Colombia. Una Colombia facile da digerire e dimenticare per gli stomaci delicati dell’opinione pubblica europea, che non vuol sapere dei contadini fatti a pezzi con la motosega dai paramilitari, di fumigazioni velenose come in Vietnam e di una guerra con la quale il paramilitarismo si è già appropriato di sei milioni di ettari di terra fertile, strappandoli ai piccoli produttori indigeni e afrodiscendenti e girandoli alle multinazionali.

La sesta vita di Ingrid Betancourt

Ingrid viene dal mondo delle oligarchie, quello della Colombia bene che chiude un occhio da sempre sulle ingiustizie e se ne fa complice, del narcotraffico, della corruzione, dello sfruttamento, delle voci critiche sistematicamente silenziate. È figlia di Gabriel Betancourt, che fu Ministro dell’Educazione al tempo di Gustavo Rojas Pinilla. È figlia di Yolanda Pulecio, già Miss Colombia e poi politica e diplomatica, che in questi anni ha girato il mondo accusando con coraggio Álvaro Uribe di essere il primo responsabile della cattività della figlia.

Nacque nel 1961 a Bogotà Ingrid, lo stesso anno di Zapatero e forse non è un caso, quando il suo paese era già desolato da più di un decennio dalla Violencia, che dura tuttora. Con i natali giusti, non poteva non fare le scuole giuste, il Liceo francese e poi il salto a Parigi con il padre Ambasciatore colombiano all’UNESCO. Lì comincia rapidamente una seconda vita, dorata come la prima. A vent’anni è già sposata con un diplomatico francese e prende quella cittadinanza comunitaria così preziosa che l’ha sottratta all’oscurità. Si laurea in Scienze politiche, e sarà madre per due volte. Ha fretta di vivere Ingrid e archivia quella vita per una nuova, la terza, di nuovo in America.

Torna in Colombia, divorzia, e si impegna in politica con il Partito Liberale. Collabora con César Gaviria, allora presidente e nel 1994, ad appena 33 anni, diventa deputata. È pienamente integrata nel sistema e l’aspetta una radiosa carriera, ma è lì che scatta qualcosa. E’ la corruzione che comincia a risultarle insopportabile. Quella corruzione con la quale il Cartello di Cali, uno dei più importanti nel paese, sta finanziando il presidente liberale Ernesto Samper che lei stessa appoggia. Resta nel Partito Liberale ma ne diventa una spina nel fianco. In pieno parlamento a Bogotà si mette in sciopero della fame contro la sentenza aggiustata che aveva assolto Samper per aver preso soldi dal narcotraffico.
Denuncia dagli stessi scranni del Partito Liberale in parlamento come questo fosse viziato da interessi mafiosi. La fischiano e la spingono giù con la forza. E’ il segno che il suo mondo, che alla corruzione e all’ingiustizia deve il proprio benessere, la sta espellendo e le dichiara guerra. Da quel momento saranno continue le minacce di morte e gli attentati, dai quali esce viva per miracolo. I sicari sono i paramilitari, i mandanti la parapolitica, la narcopolitica, lo stesso Álvaro Uribe, al quale contenderà la presidenza, che gliel’ha giurata.

Comincia così una nuova vita ancora, la quarta, al di fuori delle sicurezze del mondo dorato nel quale è nata, cresciuta, educata. Nel 1998 ottiene un buon successo personale con una nuova forza politica, il partito Verde Oxígeno, che unisce alle tematiche ambientali quelle della corruzione. È eletta senatrice, appoggia il predecessore di Uribe, Andrés Pastrana, ma poi se ne dichiarerà tradita. E’ protagonista di azioni clamorose per la società colombiana, distribuisce preservativi e perfino il Viagra, sempre in polemica con la corruzione. Ha un linguaggio diretto che piace alla gente, ma è sempre più isolata dal sistema politico. Nel 2002 si candida alle presidenziali. Dalla Francia, dall’Europa, c’è interesse per lei, ma in Colombia c’è il vuoto e il silenzio intorno alla sua candidatura. Attacca duramente Álvaro Uribe. Lo accusa carte alla mano di essere un paramilitare, complice di paramilitari e di considerare l’assassinio come una normale arma politica. Aveva ragione e da quando è stato eletto una media di 600 oppositori politici sono stati ammazzati ogni anno in Colombia. È troppo scomoda Ingrid per il candidato di Washington che si propone di spazzar via le FARC con una guerra senza quartiere. È scomoda ma è un grillo parlante che molti temono ma pochi ascoltano. Quando viene rapita non arriva all’1% nei sondaggi.

Comincia così la quinta vita di Ingrid, prigioniera delle FARC dal 23 febbraio del 2002. È la più angustiosa, quella che lei stessa definirà in una lettera alla madre “una non vita”. Era andata a San Vicente del Caguán, la località al centro della zona di distensione tra governo e guerriglia, che con la fine del governo Pastrana veniva smobilitata. Voleva testimoniare l’appoggio a quella comunità (una delle poche che il suo partito amministrava) e continuare a puntare sul dialogo con la guerriglia come soluzione alla guerra. Il governo se ne lavò le mani. “E’ colpa sua se è stata rapita” dichiarò il Ministro degli Interni.

Da allora sono passati sei anni, quattro mesi e una settimana. Ingrid è stata la più pregiata di un migliaio di disgraziati prigionieri delle FARC nella selva. Lei è l’unica che per i media occidentali conti qualcosa e le dirette di queste ore nelle quali la selva colombiana diviene boliviana e lei viene definita Premio Nobel lo testimoniano. Il contesto non conta nulla e neanche la bella francese serve per parlare della Colombia e della sua guerra dimenticata. Oggi parlano tutti di lei, i politici, le grandi firme del giornalismo, ma la Colombia sembra non esistere e dalle loro parole Ingrid sembra sia stata in questi anni sequestrata dagli extraterrestri.

Ingrid adesso è libera, salvata paradossalmente da Uribe che l’ha voluta e forse la vuole ancora morta. Lo hanno testimoniato i precedenti, le minacce, gli attentati, l’odio che il parapresidente della Colombia ha per lei. Un Uribe travolto da uno scandalo alla settimana al quale la liberazione di Ingrid, dà respiro. Qualcuno in Europa fantastica di una Ingrid restituita alla vita politica e addirittura futura presidente della Repubblica. Per adesso lasciamole cominciare la sua sesta vita, abbracciare i suoi cari e ricominciare a vivere. E’ solo la sua sesta vita e speriamo, ma siamo pessimisti, che la luce non si spenga sul dramma colombiano.

Gennaro Carotenuto

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
Lestaat
Inviato: 3/7/2008 11:25  Aggiornato: 3/7/2008 12:50
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 27/7/2005
Da: Perugia
Inviati: 1774
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
O_O
Sono basito.

"Ringrazia il presidente Uribe e l'esercito e annuncia: "Aspiro ancora alla massima carica dello stato""
"La rielezione di Alvaro Uribe nel 2006 è stata molto positiva per la Colombia" ha detto la donna che era in corsa per la carica presidenziale nel 2002 contro Uribe quando fu rapita dalle Farc. "Uribe è stato finora un buon presidente, ma continuo ad aspirare alla sua carica. Anche se per ora sono solo un soldato in più" ha concluso.

Sul serio non so cosa dire.

Uribe si è quindi felicitato con la forza pubblica del suo paese. "Le forze armate colombiane, l'esercito della nostra patria, i nostri soldati e poliziotti, sono entrati a far parte della storia degli eroi dell'umanità. Hanno scritto il nome della Colombia a caratteri d'oro nel mondo democratico"


In nomine libertatis vincula edificamus.
In nomine veritatis mendacia efferimus.
Linucs
Inviato: 3/7/2008 13:50  Aggiornato: 3/7/2008 13:50
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Il secondo pensiero è perchè non si spenga la luce sulle centinaia di ostaggi che restano nella selva nelle mani delle FARC. Si vedrà se l’interesse dei benpensanti europei per la selva colombiana era genuino o era solo figlio del colonialismo mentale e razzista con il quale l’Europa guarda ai drammi del Sud del mondo. Se le luci sulla selva si spegneranno dovremo amaramente concludere una volta di più che è così, che la benpensante Europa si mobilita solo se qualcuno buca lo schermo. Altrimenti se ne frega.

Ok, capito, possiamo passare oltre, grazie.

La prossima volta cerchiamo di fottercene direttamente di quanto avviene nel buco del culo del mondo, così almeno non ci dobbiamo sciroppare la morale zuccherosa.

shm
Inviato: 3/7/2008 14:59  Aggiornato: 3/7/2008 14:59
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
“Grazie alla sua impeccabile operazione… è stata un’operazione perfetta”. Ingrid Betancourt è stata liberata da meno di un’ora quando pronuncia queste prime commosse parole di ringraziamento, rivolte in primis al presidente colombiano, Alvaro Uribe, al comandante in capo dell’esercito, Mario Montoya Uribe, e al ministro della Difesa, Juan Manuel Santos.

L’elicottero con le insegne della finta Ong terzomondista è appena atterrato nell’aeroporto di Catam, una base militare di Bogotà, non lontana dalla giungla in cui si nascondono i membri dell’esercito dei narcotrafficanti terroristi marxisti-leninisti delle Farc. L’operazione “Jacque” è da poco terminata e il mondo sta apprendendo dalla viva voce di Ingrid Betancourt della sua liberazione. Un’operazione antiterrorismo targata Cia e degna di essere menzionata nei futuri libri di testo aggiornati delle accademie militari.

Oscurando il ricordo del raid israeliano di Entebbe in Uganda, quando il 27 giugno del 1976 un commando dello stato ebraico riuscì a liberare gli ostaggi del gruppo terrorista misto tra palestinesi e membri della Rote arme fraction (la Raf) tedesca. In quel caso purtroppo lo spargimento di sangue fu inevitabile e anche alcuni ostaggi morirono. Ma nella selva di Tomachipan nella regione del Guaviare, a 62 chilometri da San Josè, gli uomini delle forze speciali non hanno dovuto sparare un solo colpo di pistola.

Agendo come Ulisse con il suo cavallo di Troia, due elicotteri di una fantomatica Ong guevarista sono entrati nella tana del lupo (con il permesso del lupo) per prendere gli ostaggi e portarli “in un luogo più sicuro”. Con la Betancourt c’erano quindi anche i tre cittadini americani finiti nelle mani della guerriglia dopo che l’aereo con cui curavano le defoliazioni delle piantagioni di coca era caduto nella giungla, nonché tredici ufficiali dell’esercito colombiano; una piccola frazione insomma degli altri 1.200 ostaggi tuttora nelle mani delle Farc. Nell’elicottero hanno trovato posto anche i due carcerieri incaricati di guardare a vista la Betancourt e i tre americani: Cesar, meglio conosciuto come Gerado Antonio Aguilar, ed “Enrique”, le cui generalità non sono ancora state rese note. Probabilmente, è grazie alla corruzione dei due uomini che si è resa possibile l’operazione d’infiltraggio. Il loro arresto è avvenuto per evitare che fossero lasciati alla mercé dei propri compagni dopo il blitz. Ma si parla anche della disponibilità di un pezzo grosso delle Farc a trasferire gli ostaggi e di conseguenza a collaborare con la Ong dietro cui si celava l’esercito di Uribe.

I preparativi dell’operazione hanno preso il via un anno e mezzo fa, quando un altro prigioniero delle Farc riuscì a liberarsi e a fuggire nella giungla. L’uomo raccontò particolari determinanti per identificare il territorio esatto dove agivano i guerriglieri. Negli scorsi mesi, poi, due eventi hanno fatto precipitare la situazione a svantaggio delle Farc: la cattura dei computer di Alvaro Reyes, ucciso nella giungla ai confini con il Venezuela insieme ad altri diciassette terroristi suscitando l’ira di Chavez, nei quali si trovano le prove dei continui finanziamenti alle Farc; e la morte per infarto di un altro dei capi nello scorso marzo, il famigerato “Tirofijo”, al secolo Manuel Marulanda.

Le Farc si sono sentite circondate e a quel punto l’opera di infiltrazione degli uomini delle forze speciali colombiane ha avuto la meglio. Fondamentale è stata la regia della Cia, che ieri ha anche fermato in Florida un uomo d’affari americano sospettato di riciclare il denaro della cocaina per conto loro. I due carcerieri sono stati così “convinti” che la cosa migliore da fare fosse quella di trasferire tutti gli ostaggi con due elicotteri della suddetta Ong in un posto più sicuro. Magari a ridosso dei territori controllati da uno degli ultimi capi in libertà delle Farc, il “mono Jojoy”, al secolo Víctor Julio Suárez Rojas.

Giorni prima erano state diffuse ad arte notizie di un interessamento di Francia e Svizzera per possibili scambi umanitari tra gli ostaggi delle Farc e loro militanti prigionieri in Colombia da compiersi nel territorio di un altro dirigente dell’organizzazione, “Alfonso Cano”, al secolo Guillermo León Sáenz. Così i guerriglieri che avevano in mano gli ostaggi hanno acconsentito al trasferimento di questi ultimi a bordo di due grossi elicotteri da cui sono scesi una decina di uomini in tuta mimetica con icone di Che Guevara stampigliate sulla schiena.

Gli ostaggi sono stati presi a calci, come usano fare le Farc, in modo che nessuno dei guerriglieri che ha assistito alla scena, definita “surreale” dalla stessa Betancourt, potesse sospettare di niente, e caricati a forza sui due velivoli su cui sono saliti anche i due carcerieri. Entrambi oggi saranno portati davanti al tribunale colombiano che si occupa di crimini contro l’umanità, ma probabilmente il loro arresto e il processo fanno parte di una copertura per evitare rappresaglie da parte dei loro companeros.

Dopo dieci minuti di volo il pilota di uno degli elicotteri ha urlato: “Siamo dell’esercito nazionale e voi siete liberi”, e a bordo sarebbero tutti scoppiati a ridere e a piangere in maniera isterica, almeno secondo l’emozionante racconto fatto dalla Betancourt in diretta televisiva dall’aereoporto di Catam.

Un particolare riportato dal ministro della Giustizia colombiano, Manuel Santos, il coordinatore politico di tutta l’operazione “Jacques” o “cavallo di Troia”: “Potevamo ammazzare tutti i guerriglieri che tenevano prigioniera la Betancourt perché erano circondati, ma abbiamo scelto di lasciarli liberi e vivi perché meditino sulla resa e sulla pace con la Colombia e perché nel frattempo liberino le centinaia di altri ostaggi che hanno prigionieri ormai da anni”.

http://www.loccidentale.it/articolo/gli+incredibili+retroscena+della+liberazione+di+ingrid+betancourt.0054111

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
PikeBishop
Inviato: 3/7/2008 16:09  Aggiornato: 3/7/2008 16:11
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Citazione:
Il primo pensiero è di allegria, allegria per Ingrid Betancourt e per gli altri 14 sequestrati liberati

Mi spiace, ma provare simpatia per gente che porta quel cognome mi e' un tantino ostico: preferisco i Bush.
Citazione:
tra i quali tre mercenari statunitensi, che in qualunque altro conflitto al mondo sarebbero stati da tempo passati per le armi.

Per l'appunto. Partigiani incivili, non usano neanche l'hard rock ed il waterboarding (surf, surf, surf, surfing USA? No).
Citazione:
è stata un’operazione perfetta

E' gente con una insospettata familiarita' con le operazioni da commando...
Citazione:
L’elicottero con le insegne della finta Ong terzomondista

Finta???? Ma pensa un po'....
Citazione:
narcotrafficanti terroristi marxisti-leninisti

Sono anche sicuramente islamici.
Citazione:
Un’operazione antiterrorismo targata Cia e degna di essere menzionata nei futuri libri di testo aggiornati delle accademie militari.

Pensavo che nelle accademie studiassero ingegneria, balistica, amministrazione etc., non la vita di Garibaldi.
Citazione:
nella selva di Tomachipan nella regione del Guaviare, a 62 chilometri da San Josè, gli uomini delle forze speciali non hanno dovuto sparare un solo colpo di pistola.

Potenza del denaro!
Citazione:
Con la Betancourt c’erano quindi anche i tre cittadini americani finiti nelle mani della guerriglia dopo che l’aereo con cui curavano le defoliazioni delle piantagioni di coca era caduto nella giungla

Che gente simpatica, e come fa bene il defoliante che viene sparso su chi si vuol vendere la coca senza passare per la CIA: la loro coca fa male, quella della CIA invece fa bene e va proprio tutta nella Coca-Cola che sponsorizza, non dimentichiamocelo, anche Papa' Natale.
La Fatina del Frigo ringrazia.
Citazione:
a bordo di due grossi elicotteri da cui sono scesi una decina di uomini in tuta mimetica con icone di Che Guevara stampigliate sulla schiena.

Fricchettoni o cattivoni?
Citazione:
Potevamo ammazzare tutti i guerriglieri che tenevano prigioniera la Betancourt perché erano circondati, ma abbiamo scelto di lasciarli liberi e vivi perché meditino sulla resa e sulla pace con la Colombia e perché nel frattempo liberino le centinaia di altri ostaggi che hanno prigionieri ormai da

Passatemi un accappatoio per le lacrime di gioia, Soy Feliz, Muy Feliz...porca puttana. E mi tocca pure leggerle qui...
Beam me up, Linucs!

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
phobos
Inviato: 3/7/2008 17:18  Aggiornato: 3/7/2008 17:18
Ho qualche dubbio
Iscritto: 25/9/2006
Da:
Inviati: 224
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Stranissimo (si fa per dire) che l'operazione sia stata effettuata nel momento "più opportuno".
Ancora più strano il fatto che la Betancourt, appena liberata, anziché finire in ospedale per i controlli del caso, si sia presentata pimpante davanti alle telecamere esibendosi subito in un vero e proprio comizio elettorale.
Ulteriormente più strano il fatto che la stessa Betancourt abbia subito manifestato l'intenzione di recarsi da Sarkozy; teoricamente, dovrebbe essere Sarkozy ad andare in Colombia ad incontrare un ostaggio così importante.

Mi sa tanto di messainscena mediatica; attendo con interesse il comunicato delle FARC, stranamente silenziose ...

Pyter
Inviato: 3/7/2008 19:13  Aggiornato: 3/7/2008 19:13
Sono certo di non sapere
Iscritto: 15/9/2006
Da: Sidonia Novordo
Inviati: 6250
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Secondo me più cha andare da Sarkozy dovrebbe andare prima a trovare McCain.I due hanno qualcosa in comune.
Ne avrebbero di cose da raccontarsi!

"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
Lestaat
Inviato: 3/7/2008 19:19  Aggiornato: 3/7/2008 19:19
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 27/7/2005
Da: Perugia
Inviati: 1774
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Sono seriamente basito per la vicenda.
E' tutto un po' bizzarro.
E per certi versi anche un po' inquietante.
Seriamente tutto mi aspettavo tranne che sto papocchio.
Sarà che conoscevo a malapena la vicenda della Betancourt.
Sono davvero sorpreso.

In nomine libertatis vincula edificamus.
In nomine veritatis mendacia efferimus.
Redazione
Inviato: 3/7/2008 21:55  Aggiornato: 3/7/2008 21:55
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
LINUCS: "La prossima volta cerchiamo di fottercene direttamente di quanto avviene nel buco del culo del mondo,..."

Immagino che diresti le stesse identiche cose se nel buco del culo del mondo ci fossi nato tu, vero?

Linucs
Inviato: 4/7/2008 13:34  Aggiornato: 4/7/2008 13:34
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Immagino che diresti le stesse identiche cose se nel buco del culo del mondo ci fossi nato tu, vero?

Ohibo: guardando fuori dalla finestra... mi hai fatto venire un vago sospetto...

D'altra parte: se ce ne fottiamo siamo cattivi, se ce ne interessiamo siamo tutti ipocriti (eufemismo per "europei"), tranne ovviamente l'autore: tanto valeva dire subito che dobbiamo accopparci col gas (tranne l'autore) in modo da lasciare spazio al nuovo che avanza. Ovvero: sarebbe tutto ammirevole e degno di nota, se non fosse per la consueta premessa che ormai comincia lievemente a puzzare di marcio.

redna
Inviato: 4/7/2008 14:55  Aggiornato: 4/7/2008 14:55
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Ginevra, 4 lug. (Apcom) - Le Forze armate rivoluzionarie di Colombia (Farc) avrebbero liberato Ingrid Betancourt e gli altri 14 ostaggi dietro il pagamento di un riscatto di milioni di dollari. Lo ha riportato oggi la Radio svizzera francese Rsr citando una fonte "vicina all'operazione la cui affidabilità è stata provata a più riprese negli ultimi anni". L'operazione che ha portato alla liberazione degli ostaggi, osserva l'emittente, sarebbe stata quindi una "messa in scena" . "I 15 ostaggi in realtà sono stati comprati ad un alto prezzo", ha riferito l'emittente radiofonica nel suo giornale radio, aggiungendo che l'operazione sarebbe stata quindi una "messa in scena" Circa 20 milioni di dollari sono stati versati ai rapitori, ha assicurato Rsr che ha aggiunto che gli Stati Uniti, di cui tre agenti dell'Fbi sono stati liberati nella stessa operazione, sono stati "all'origine della transazione". La Svizzera è stata incaricata in questi ultimi anni con Spagna e Francia, dal presidente colombiano Alvaro Uribe, di una missione di mediazione con le Farc. (con fonte Afp) (segue)

----

Infatti le Farc non hanno mosso un dito quando sono stati liberati i prigionieri.

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
phobos
Inviato: 4/7/2008 14:58  Aggiornato: 4/7/2008 14:58
Ho qualche dubbio
Iscritto: 25/9/2006
Da:
Inviati: 224
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
E puntualmente .....

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/topnews/news/2008-07-04_104234371.html

Ma che schifo! Che mondo di merda!

E tutti gli organi di informazione a fare finta di nulla!


(Scusa Redna, abbiamo postato assieme)

redna
Inviato: 4/7/2008 15:05  Aggiornato: 4/7/2008 15:05
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
...attendiamo che qualche coraggioso quotidiano locale dia qualche cenno....
al momento nessuno sa nulla.
Pare che la Betancourt stia andando da diverse personalità politiche, fra queste il papa.
D'altra parte la cifra del riscatto è ingente.

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
phobos
Inviato: 4/7/2008 15:11  Aggiornato: 4/7/2008 15:11
Ho qualche dubbio
Iscritto: 25/9/2006
Da:
Inviati: 224
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
L'Unità addirittura aveva lanciato ingenuamente la campagna: "Nobel per la pace alla Betancourt"; ovviamente adesso non sanno come uscirne e "attendono ulteriori sviluppi".
Niente ancora sul sito di Repubblica; sul sito del Corriere è appena comparso questo articolo:

http://www.corriere.it/esteri/08_luglio_04/betancourt_pagato_riscatto_radio_svizzera_126d7ea8-49c2-11dd-9284-00144f02aabc.shtml

redna
Inviato: 4/7/2008 15:21  Aggiornato: 4/7/2008 17:01
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Parigi, 4 lug. (Apcom) - La Francia non ha pagato alcun riscatto alla guerriglia delle Farc per il rilascio di Ingrid Betancourt. Lo ha precisato il ministero degli Affari Esteri di Parigi. "La risposta è molto semplice: no", ha detto il portavoce Eric Chevallier, interpellato sulle indiscrezioni di stampa riguardo al pagamento di una somma in denaro. "Dal momento che non siamo stati coinvolti in questa operazione, non siamo stati interessati neanche a questa modalità di pagamento, ammesso che si sia effettivamente realizzato", ha detto il portavoce del ministero. Secondo la Radio Svizzera francese Rsr, che cita una fonte "vicina all'operazione la cui affidabilità è stata provata a più riprese negli ultimi anni", la liberazione di Ingrid Betancourt sarebbe stata una "messa in scena". "I 15 ostaggi in realtà sono stati comprati ad un alto prezzo", ha riferito l'emittente radiofonica nel suo giornale radio. Circa 20 milioni di dollari sono stati versati ai rapitori, ha assicurato Rsr che ha aggiunto che gli Stati Uniti, di cui tre agenti dell'Fbi sono stati liberati nella stessa operazione, sono stati "all'origine della transazione". (fonte afp)

----

Si incomincia la solita 'sceneggiata'....

===edit---

Parigi, 16:22
BETANCOURT: ARRIVATA A PARIGI, "DEVO MIA VITA A FRANCIA"
L'aereo di Ingrid Betacourt e' arrivato a Parigi. Ad accogliere l'ex ostaggio della guerriglia colombiana, accompagnata dai suoi familiari e dal ministro degli Esteri Bernard Kouchner, ci sono il presidente francese Nicolas Sarkozy e la moglie Carla Bruni. Durante il volo la Betancourt ha espresso la sua profonda gratitudine alla Francia per l'impegno profuso per la sua liberazione. "Devo la mia vita alla Francia, se la Francia non si fosse battuta per me, non starei facendo questo viaggio straordinario", ha dichiarato. Domani l'ex candidata alle presidenziali sara' sottoposta a esmi clinici all'ospedale Val-de-Grace.

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Qui la Betancourt è ancora più esplicita.
Ma il portavoce Chevallier dice non sono stati coinvolti in questa operazione.
===============
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=76853

Intanto una radio svizzera rivela che la liberazione della Betancourt non è stata un operazione di guerra, ma una trattativa costata al governo di Bogotà ben 20 milioni di dollari, serviti a «comprare» un numero imprecisato di elementi e dirigenti delle Farc. La Francia ha già smentito ogni suo coinvolgimento: il portavoce del ministero degli Esteri, Eric Chevallier, ha spiegato che «non avendo partecipato a questa operazione, noi non abbiamo partecipato alle sue modalità di finanziamento, se ci sono state modalità di finanziamento».

Secondo la fonte citata dalla radio svizzera, che in passato avrebbe fornito informazioni rivelatesi poi fondate, il prezzo pagato per la Betancourt è stato di circa 20 milioni di dollari. La fonte fa nomi e cognomi e chiarisce che il tramite tra Bogotà e i guerriglieri è stata la moglie del capo dei carcerieri della ex candidata alla presidenza. È lei che ha consentito l'apertura di un canale negoziale con Geraldo Aguilar, che ha finito con il cambiare bandiera.

=====
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=11547
Secondo la radio Rsr, l’operazione militare tanto propagandata dal governo di Bogotà non sarebbe quindi altro che una messa in scena per non rovinare l’immagine intransigente del presidente colombiano Alvaro Uribe, fermamente contrario a ogni trattativa con i guerriglieri. “Visto che tutte le operazioni di successo condotte dalle forze armate colombiane sono sempre filmate da un operatore militare, come mai – si chiede la radio svizzera – di questa non vi sono immagini?”.

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
winston
Inviato: 4/7/2008 17:50  Aggiornato: 5/7/2008 20:52
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/10/2005
Da: Eurasia
Inviati: 392
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Su tutti gli schermi e fra le dive!

Copione strano.., chissà chi scrive:
Prima Ingrid in lungometraggio greve,
poi sens’azione e d’emblée il fine lieve:
piccioni dal cilindro, ecco gli ostaggi in breve.

In attesa dell’Oscar Alvaro(Uribe)suona le pive,
Bush telefona, udienza Papale e Sarkò riceve...
Assurda tappa “francese”, quasi mosse allusive.

Certo l’Impero (PTB) sta allerta e non manca di iniziative..,
che se un destriero si azzoppa, si programmano alternative:
e se promettere tanto e consegnare Bhutto placa certe aspettative,
allora per un virtuale cambio tout court entra in scena la Betancourt.

"Chi controlla il presente controlla il passato, chi controlla il passato controlla il futuro" Orwell, 1984
redna
Inviato: 4/7/2008 20:43  Aggiornato: 4/7/2008 20:58
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Parigi, 4 lug. (Ap) - In un "ambiente assolutamente ostile", quello della giungla colombiana, l'ex ostaggio delle Farc, Ingrid Betancourt, è riuscita ad andare avanti grazie "all'amore" dei francesi, che ha ringraziato a lungo dopo il suo arrivo in Francia. Nel corso di un incontro con i comitati di sostegno all'Eliseo, assieme al presidente Nicolas Sarkozy e ai suoi familiari, Ingrid ha ripercorso i momenti più difficili della sua prigionia, lunga 2.312 giorni. "In questo ambiente ostile (...) dove ogni cosa è contro di voi, l'unico mio sostegno era Dio e poi c'eravate voi", ha affermato la franco colombiana. "Ero certa del vostro amore, dalle vostre preghiere, dalle vostre parole, delle vostre azioni". Poi Betancourt è entrata nei particolari. "Se sapeste come ho vissuto... Non si vedeva il sole, non si vedeva il cielo, c'era solo un muro verde, un muro di alberi, e anche se sono ecologista, tutto questo verde era troppo", ha detto sorridendo. "E poi era pieno di animali, spaventosi, uno più spaventoso dell'altro". In questi sei anni e mezzo di prigionia Ingrid è stata costretta a camminare tanto. "In media, ho percorso 300 chilometri a piedi all'anno. Camminavo con un cappello calzato fino alle orecchie per ripararmi da tutto quello che mi cadeva in testa (...) e poi avevo dei guanti perché ogni cosa che si tocca punge... Si tratta di un ambiente ostile, con tanti animali pericolosi. Ma il più pericoloso di tutti è l' uomo", in particolare "quelli che erano dietro di me che con i loro fucili mi spingevano".

da:www.apcom.net
======

..un ambiente assolutamente ostile....
Forse sta dicendo che bisogna cominciare a demolire del tutto la jungla amazzonica?
Per il resto probabilmene ha letto qualche libro si Salgari...


===
qui invece si vede con gli ' animali più pericolosi ' con cui si fa anche fotografare:
http://www.lefigaro.fr/international/2008/07/04/01003-20080704ARTFIG00425--millions-de-dollarspour-liberer-betancourt-.php

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
redna
Inviato: 5/7/2008 12:02  Aggiornato: 5/7/2008 12:02
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Bogotà, 5 lug. (Apcom) - Rodolfo Rios, l'avvocato di "Cesar" (il cui vero nome è Gerardo Aguilar), il capo delle Farc che aveva in custodia Ingrid Betancourt e gli altri 14 ostaggi liberati con una complessa azione di intelligence, ha detto che il suo assistito è caduto in pieno nella trappola tesagli dai servizi segreti colombiani. Attualmente, si trova in una prigione di Bogotà. Rios ha detto all'Associated Press che il suo cliente "si è reso conto dell'inganno soltanto una volta a bordo dell'elicottero". Ha aggiunto che è stato malmenato degli agenti segreti fintisi membri di una organizzazione umanitaria, e che dopo essere stato immobilizzato gli sono state praticate delle iniezioni di natura non precisata. Mostrato ai giornalisti, Cesar esibiva un occhio nero e diversi graffi sul volto. A bordo dell'elicottero usato per l'azione c'era un radiofaro e alcuni microfoni grazie ai quali il comando operazioni ha potuto seguire momento per momento lo svolgersi della missione. Anche un aereo-spia americano sorvegliava tutto dall'alto.


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(forse 'cesar' voleva racccontare una versione diversa?)

...la 'messa i scena' continua...ogni giorno una nuova puntata....

infatti ora c'è anche il video della liberazione degli ostaggi....

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
phobos
Inviato: 5/7/2008 14:02  Aggiornato: 5/7/2008 14:02
Ho qualche dubbio
Iscritto: 25/9/2006
Da:
Inviati: 224
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Il video, mostrato dal governo colombiano per smentire il pagamento di un riscatto, non fa altro che confermare i dubbi; si vede una allegra compagnia che sale in elicottero tra scherzi e risate.

Ma figuriamoci se a qualcuno poteva venire in mente di accendere la videocamera durante il blitz ...

redna
Inviato: 5/7/2008 16:01  Aggiornato: 5/7/2008 18:38
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
in francia si stanno chiedendo se in colombia non avevano ospedali per malattie tropicali, chi è che paga il tutto e il perchè di queso can can...

http://www.lefigaro.fr/flash-actu/2008/07/05/01011-20080705FILWWW00330-betancourt-arrivee-au-val-de-grace.php


edit---

http://www.aprileonline.info/print_article.php?id=8429

qui si parla che il tutto doveva essere risolto anche per problemi di salute della betancourt.
Ma, come dicono i francesi,in colombia quel genere di malattie si curano meglio....

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
trotzkij
Inviato: 6/7/2008 0:29  Aggiornato: 6/7/2008 0:44
Sono certo di non sapere
Iscritto: 18/9/2006
Da:
Inviati: 3704
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Gli 'sfisseri' insistono:
Tra l'altro, come si chiamava la fantomatica ONG? E perchè precisare la nazionalità dei componenti? Le Farc li conoscevano a uno a uno? Se sì, il finto nome del finto italiano qual'era? Solo per curiosità...
I membri delle ONG vanno in giro con il Che stampato sulla giacca?
Infine, non è imrpobabile che a Cèsar possa succedere qualcosa in carcere... (essere suicidato)
---------------------------------------------------------------------------

http://www.letemps.ch/template/international.asp?page=4&article=235554

COLOMBIE. De 5 à 20 millions de dollars auraient été versés pour pousser des ravisseurs à déserter avec leurs 15 otages. Bogota nie avoir payé.
Vincent Taillefumier, Bogota
Samedi 5 juillet 2008
L'opération «impeccable», «100% colombienne», qui a permis la libération d'Ingrid Betancourt et de 14 autres otages de la guérilla, mercredi 2 juillet, cacherait d'importantes zones d'ombre. Selon les confidences d'une source proche du dossier, «au moins 5 millions de dollars» auraient été versés aux ravisseurs pour qu'ils acceptent de se rendre avec leur butin humain. Ces affirmations, faites au Temps, recoupent en partie une information de la Radio suisse romande (RSR) diffusée vendredi.
La RSR, qui cite une «source fiable» et «éprouvée», évoque la somme de 20 millions de dollars et ajoute que les Etats-Unis auraient été «à l'origine de la transaction». Le versement aurait permis à Washington de récupérer trois de ses agents, enlevés en février 2003 lors d'une mission de reconnaissance antidrogue, et libérés mercredi avec la Franco-Colombienne.
Interrogé hier matin par la radio locale, le commandant en chef de l'armée colombienne, le général Freddy Padilla, a cherché à dédouaner les autorités de son pays: «Je nie que le gouvernement colombien ait payé un centime pour cette opération.» Son prestige est en jeu: deux jours plus tôt, il présentait l'opération, aux côtés du ministre de la Défense Juan Manuel Santos, comme un coup de maître de ses services secrets. Selon lui, depuis l'évasion de l'otage policier John Frank Pinchao, en avril 2007, les agents avaient avancé dans la localisation des kidnappés, infiltré leurs gardiens et même la direction des Forces armées révolutionnaires de Colombie (FARC) pour leur faire organiser un faux transfert d'otages. C'est seulement une fois montés dans un hélicoptère militaire, repeint aux couleurs d'une ONG «fictive» amie de la guérilla (Ma quale? Ha un nome questa ONG?), que les ravisseurs auraient découvert la supercherie. «Je jure sur mon honneur qu'il aurait été encore plus destructeur pour les FARC que [des déserteurs] aient reçu 20 millions de dollars, insistait vendredi Freddy Padilla. Ça aurait été une incitation pour les autres.»
Selon nos informations, le chef du groupe de ravisseurs, «César», officiellement arrêté en vol avec son second «Enrique», aurait en fait trahi. Sa compagne, connue comme «Doris Adriana», a été détenue le 2 février dans le cadre d'une opération conjointe des autorités colombiennes avec le FBI contre un réseau de trafic d'armes et de drogue des FARC. Arrêtée alors qu'elle montait dans un bus, près de la frontière vénézuélienne, elle a aussitôt dû affronter une demande d'extradition des Etats-Unis, notamment pour sa participation supposée à la capture des trois Américains. Mais c'est dans la prison de femmes de Bogota, le Buen Pastor, qu'elle se morfond depuis, et c'est là que les services secrets la travailleraient depuis des mois pour qu'elle «retourne» son compagnon. Par l'intermédiaire d'agents doubles, elle l'aurait finalement convaincu de déserter, peut-être avec son second, tristement connu par les otages sous le pseudonyme d'«Enrique» ou «Gafas».
La promesse d'un avenir doré a sans doute pesé. Le paiement de récompenses en Colombie n'est pas un secret, mais au contraire une politique officielle du pouvoir. L'an dernier, le président Alvaro Uribe a créé un fonds de 100 millions de dollars pour les déserteurs qui se livreraient avec des otages. Le chef de l'Etat lui-même annonçait, le 14 juin, que les ravisseurs d'Ingrid Betancourt avaient contacté les autorités pour demander des garanties en échange d'une reddition. «Dites-leur qu'ils peuvent se livrer, qu'ils ne perdent plus de temps en coups de fil», répond le président devant les micros, en promettant argent, impunité et exil. Depuis, Juan Carlos Lecompte, l'époux de la Franco-Colombienne, s'attendait à une «bonne nouvelle» rapide.
Ce scénario, certes moins glorieux que celui des barbouzes impeccables, n'en constituait pas moins un lourd revers pour la guérilla, et une victoire pour Alvaro Uribe. Pourquoi élaborer une mise en scène? Peut-être pour mieux soigner encore le prestige des autorités, en Colombie et à l'étranger, alors que la justice a brièvement mis en cause la légitimité du président pour une affaire de clientélisme. La cote de popularité déjà élevée du chef de l'Etat, applaudi unanimement dans le monde entier, a ainsi atteint le record de 91%, dans un sondage effectué au lendemain des libérations. Plus simplement, le ou les déserteurs ont aussi pu demander à protéger leurs proches, ou les agents de renseignement avaient besoin de discrétion pour mener à bien des opérations semblables.
Le scénario a-t-il été trop fignolé, ou est-il totalement fantaisiste? «César», combattant aguerri, est apparu hier aux caméras boitant bas, le visage tuméfié: le résultat, probablement, de la rapide «neutralisation» à laquelle ont assisté les otages quelques instants après le décollage. Mais son avenir pourrait être moins sombre que sa mine ne le laisse paraître. Le procureur général colombien, Mario Iguarán, a rapidement évoqué la possibilité de lui attribuer des réductions de peine réservées aux déserteurs et démobilisés «s'il collaborait avec la justice».
Les Etats-Unis possèdent également l'arsenal légal nécessaire à la réinsertion de «César» ou «Gafas». Un trafiquant de drogue colombien sanguinaire, Victor Patiño, extradé et condamné en 2002 à 16 ans de prison, aurait ainsi été intégré depuis quelques semaines à un programme de protection de témoins. «Ce qui veut dire que dans quelques mois, il aura un nouveau nom et un emploi, dans une ville seulement connue de ses proches», a révélé au quotidien El Tiempo une personne qui connaît bien «César». Un futur enviable pour les deux éventuels déserteurs, dont le chef de l'armée de terre colombienne, Mario Montoya, s'est empressé de dire que «leur extradition était pratiquement acquise».
Par ailleurs, la sénatrice colombienne Piedad Cordoba, ancienne médiatrice entre la guérilla et le président Hugo Chavez, interrogée par le quotidien argentin Clarin, a affirmé: «Ceci n'est pas un sauvetage. C'est une opération de remise d'otages pour laquelle une rançon a été versée», tout en indiquant ne pas avoir de preuves tangibles, mais se baser sur les déclarations des autorités colombiennes.

«J'étais avec des personnes qui souffraient autant que moi, probablement plus»
Accueillie triomphalement en France, Ingrid Betancourt raconte son calvaire dans la jungle.
Sylvain Besson, Paris
Elle avait l'air incrédule de se retrouver là, Ingrid Betancourt, sous les dorures de l'Elysée, à côté de majordomes en gilet blanc prêts à servir le champagne. Moins de quarante-huit heures avant son arrivée en France, où elle a été accueillie vendredi avec des égards réservés à un chef d'Etat, elle était encore prisonnière des FARC dans la jungle colombienne. Devant les membres de son comité de soutien, aux côtés de sa famille et de Nicolas Sarkozy, elle a livré un récit saisissant de ses six ans et cinq mois de captivité.

«Absolument hostile»
«Si vous saviez ce que c'était de savoir [que vous me souteniez], au fin fond de cette jungle. Il n'y avait pas de soleil, pas de ciel, juste un plafond vert. Je suis très écolo, mais là, c'était trop... une muraille d'arbres, des bêtes plus épouvantables les unes que les autres. J'ai fait en moyenne 300 km à pied par an. [...] J'ai marché avec un chapeau sur la tête, enfoncé jusqu'aux oreilles, parce qu'il y a toutes sortes de choses qui vous tombent dessus, des fourmis qui vous piquent, des bestioles, des poux, des tiques... [...] Tout, dans la jungle, pique. C'est un monde absolument hostile.»
Pour elle, cependant, l'animal le plus dangereux de la forêt vierge n'est ni la tarentule, ni le serpent, mais l'homme. En particulier ceux qui marchaient derrière elle, en la «poussant dans le dos, avec leurs gros fusils» - les rebelles des FARC. «J'étais avec des personnes qui souffraient autant que moi, probablement plus, a expliqué Ingrid Betancourt au sujet de ses camarades de détention, soldats et policiers colombiens pour la plupart. Parce que, eux, ils n'avaient personne.»
Afin de distraire les autres prisonniers, la captive franco-colombienne s'était improvisée professeur de français. Elle leur apprenait les paroles de La Marseillaise, leur parlait de sa seconde patrie, «pour qu'ils arrêtent de penser au suicide, de se morfondre l'âme». Son réconfort personnel, elle le trouvait dans la prière, dans les messages que lui faisaient parvenir, grâce à la radio dédiée aux otages, sa famille et ses supporters dans le monde entier. Ils lui ont permis, dit-elle, de «rester vivante, physiquement et spirituellement» .
Ingrid Betancourt s'imaginait, aussi, le jour de sa libération, rêvait de s'évader - toutes ses tentatives ont échoué - et de marcher jusqu'à un village isolé où, grâce à une cabine téléphonique, elle pourrait entendre à nouveau la voix de sa mère. Un moment qu'elle a finalement vécu pour de bon, mercredi dernier, en arrivant sur la base militaire où l'avaient amenée ses libérateurs de l'armée colombienne.
Une rançon ou une récompense a-t-elle été versée pour soudoyer ses geôliers, comme l'a affirmé la Radio suisse romande? Ingrid Betancourt est sceptique: «J'ai dans la tête l'image du commandant Enrique (ndlr: son principal gardien). Je connaissais bien Enrique. Vous savez, il y a une intimité qui se crée entre le bourreau et le torturé. Je pouvais voir ce qu'il sentait là, par terre [dans l'hélicoptère] , je pouvais voir le rictus de sa bouche. Il avait honte, il avait peur. Je ne pense pas qu'un homme qui vient de recevoir une rançon puisse avoir une expression pareille

«Nouveau départ»
Désormais, Ingrid Betancourt pense à l'avenir. Ce samedi, elle subira des examens médicaux dans un hôpital militaire parisien avant de «prendre un nouveau départ». Elle entend se consacrer à la libération des nombreux otages qui demeurent prisonniers de la jungle colombienne. Mais, d'abord, elle veut se reposer, retrouver les siens: «Il y a des jours devant moi, des jours merveilleusement vides, pour les remplir de bonheur.»

Des «conseillers israéliens» ont aidé les forces spéciales
Bogota a recruté des dizaines d'experts en 2007.
Serge Dumont, Tel-Aviv
«L'opération Entebbe des Colombiens.» C'est en ces termes que les médias israéliens présentent la libération d'Ingrid Betancourt par un commando de l'armée colombienne. En effet, le 3 juillet 1976, la «Sayeret Matkal» (un commando d'élite de Tsahal) avait libéré les 244 passagers d'un avion retenus sur l'aéroport d'Entebbe (Ouganda) en utilisant des techniques de leurre semblables à celles employées il y a quelques jours par les Colombiens.
Or, en 2007, la Colombie a recruté des dizaines de «conseillers» israéliens issus de la «Sayeret Matkal», du Mossad, ainsi que du Shabak (la Sûreté générale de l'Etat hébreu). Opérant pour le compte de la société Global CST - une firme créée par l'ancien officier supérieur de la «Sayeret Matkal», Israël Ziv, et par l'ex-patron des Renseignements militaires israéliens, Yossi Kuperwasser -, ces «consultants» ont aidé les forces spéciales colombiennes à devenir plus performantes.
Chef des opérations de la «Sayeret Matkal» jusqu'en 2004, Israël Ziv et le personnel de Global CST ont formé les Colombiens aux techniques de renseignement (infiltration, retournement d'éléments ennemis, interception et brouillage de communications) ainsi qu'aux méthodes d'interrogatoire de prisonniers. En outre, ils ont participé à l'élaboration de stratégies visant à perturber le fonctionnement des FARC en isolant ses différents fronts, en sapant ses lignes d'approvisionnement , et en coupant les communications entre ses unités de base et son état-major.
Le contrat entre Global CST et la Colombie (10 millions de dollars) a été avalisé par le Ministère israélien de la défense. A la condition que les «consultants» israéliens ne participent pas directement aux opérations contre les FARC. Ou qu'ils ne prennent pas part physiquement à la libération d'otages détenus par la rébellion marxiste.
Ailleurs en Amérique latine «Les «consultants militaires» israéliens n'opèrent pas qu'en Colombie. On en trouve dans de nombreux pays d'Amérique du Sud ainsi qu'en Afrique, explique le chroniqueur militaire Allon Ben David. Etant donné leur passé dans l'appareil sécuritaire de l'Etat hébreu, leurs firmes ont pignon sur rue en Israël où leurs activités sont connues des autorités. Celles-ci laissent généralement faire parce que ces «experts» aident à étendre l'influence d'Israël et parce qu'ils font tourner les industries militaires de leur pays.»
A ce propos, Israël est depuis longtemps le premier fournisseur de matériel militaire de la Colombie. Ces dernières années, Jérusalem à ainsi vendu à Bogota des armes légères, des drones, des bombes téléguidées, ainsi que du matériel électronique. La collaboration entre les deux pays a été renforcée en février dernier à l'occasion de la visite en Israël du ministre colombien de la Défense. Durant son séjour, Juan Manuel Santos a, entre autres, passé commande de 24 avions de chasse israéliens Kfir, des appareils de conception ancienne mais que l'on trouve toujours en activité dans plusieurs armées sud-américaines et au Sri Lanka.


Foto eloquente


Altra Foto eloquente


La futura candiata alla presidenza potrà già contare sull'amicizia delle forze armate (non rivoluzionarie) della Colombia.

I complotti non esistono, ... tranne quando ci sono
Redazione
Inviato: 6/7/2008 0:32  Aggiornato: 6/7/2008 0:32
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Interessante, Trotzkij, molte grazie.

Sono in tanti a dire che molte cose non quadrano.

trotzkij
Inviato: 6/7/2008 0:56  Aggiornato: 6/7/2008 0:56
Sono certo di non sapere
Iscritto: 18/9/2006
Da:
Inviati: 3704
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Grazie!
Si fa quel che si può.
E visto che ci sono, pongo un altro paio di domande:
1. Perchè i guerriglieri, quelli rimasti a terra, appena hanno visto fuggire l'elicottero non gli hanno sparato per abbatterlo? E' improbabile che il comandante e il suo braccio destro avessero detto ai loro uomini, che sarebbero andati via con l'ONG e ben 15 prigionieri...
2. Il ministro della difesa colombiano ha detto che aveva fatto circondare il campo delle FARC. Che poteva distruggerle. Perchè allora la messinscena, pericolosa tra l'altro, dell'elicottero? Solo per l'audience?

I complotti non esistono, ... tranne quando ci sono
redna
Inviato: 6/7/2008 19:15  Aggiornato: 6/7/2008 19:15
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
Bogota, 6 lug. (Apcom) - Un emissario svizzero incaricato di negoziare la liberazione degli ostaggi delle Farc "ha avuto con sè" 500.000 dollari della guerriglia colombiana, secondo documenti trovati nel computer di Raul Reyes, numero due delle Farc, morto lo scorso marzo. Un fatto che "questo signor Gontard dovrà spiegare: vogliamo capire perchè figura nelle corrispondenze di Paul Reyes come portatore dei 500.000 dollari confiscati alle Farc in Costa Rica", ha dichiarato il ministro colombiano della Difesa, Juan Manuel Santos, in un'intervista al quotidiano El Tiempo. Lo scorso marzo, dopo l'uccisione di Reyes in un blitz dell'esercito colombiano in territorio eucuadoregno, le autorità costaricane avevano trovato in una fattoria di San José 480.000 dollari. Gli abitanti della fattoria hanno detto di averli ricevuti da uomini delle Farc. Il ministro Santos non ha voluto dire di più. Ma di Jean Pierre Gontard si sa che era stato incaricato dal governo svizzero di entrare in contatto con le Farc per tentare di liberare Ingrid Betancourt e altri ostaggi stranieri. Il governo francese aveva incaricato parallelamente un proprio inviato, Noel Saez.

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....nella jungla colombiana ultimamente si trova di tutto

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
redna
Inviato: 8/7/2008 14:53  Aggiornato: 8/7/2008 15:13
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: La sesta vita di Ingrid Betancourt
http://www.lefigaro.fr/international/2008/07/08/01003-20080708ARTFIG00313-betancourt-ne-rentrera-pas-en-colombie.php

Interrogée sur la même chaîne pour savoir si elle envisageait d'être candidate à l'élection présidentielle de 2010, elle a répondu: «Si je peux servir la Colombie et si je peux la servir en assumant par exemple la présidence tant mieux. Mais je pense qu'il y a d'autres façons de faire comme par exemple travailler pour la Colombie d'ici en France».

----
La Betancourt dice che ha delle altre cose da fare (invece che candidarsi nel 2010) come per esempio lavorare per la Colombia in Francia.
Si presume che sia la colombia che la francia siano d'accordo su questo.
(come lo sono stati per la liberazione)

Come si può vedere la Betancourt (che ci hanno fatto vedere in fin di vita,emaciata e anche malata,gode invece di ottima salute)
Evidentemente molti non lo hanno ancora notato.O hanno visto di sfuggita le foto presentate qualche settimana prima della liberazione.
=====

«Le fait que Jésus a tenu parole : je vis un miracle», s'exclame-t-elle.

Ingrid Betancourt se rendra ce week-end dans la ville mariale de Lourdes. Un souhait émis dès son arrivée en France. Elle s'est déjà rendue dimanche soir avec ses enfants à la basilique du Sacré-Coeur à Montmartre à Paris. Elle devait également être reçue, à sa demande, par le pape Benoît XVI.
----

Ora passa alla fase religiosa prima dell'incontro con il papa.
Vive un miracolo. Per merito di chi non lo sa ancora nessuno.



====

già nel 2003, sempre la francia, avrebbe pagato un riscatto:

http://www.adnkronos.com/IGN/Esteri/?id=1.0.2320615798

quindi la prigionia della signora dovrebbe essere stata tutt'altro di quello che ci racconta.
Infatti dai racconti che ci fa della jungla colombiana ci si rende conto che invece potrebbe essere stata una gita domenicale in luoghi insoliti.
E le foto truccate sono del tutto plausibili, allora.

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)

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