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Medicina : Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Inviato da Mnz86 il 8/12/2006 23:25:14 (8692 letture)

di Andrea Franzoni

«Cosa giustifica questo accanimento? Che è una specie di accanimento opposto a quello terapeutico, e però ugualmente ingiusto e disumano. Un accanimento fatto di sbattere in prima pagina, di lanciare proclami. E’ tutto un assieparsi di gente interessata alla morte più che alla vita. Che la morte la invoca. Di fronte a un uomo che, disperato, non trova più motivi per vivere, si accaniscono, inventano manifestazioni clamorose, convocano commissioni di saggi per dire: muoia. Che strano accanimento, che circo nero. Che in nome della pietà invoca la morte. Invece che i motivi per la vita».

Il dibattito che ha come fulcro la vicenda dolorosa di Piergiorgio Welby sta diventando sempre più surreale e, come mostra il brano tratto dall’editoriale di Avvenire (1), quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, sempre più ideologico. In realtà la vicenda di Welby non richiede né alti struggimenti etici né dissertazioni teologiche: sono spesso più delicate e discutibili molte liti di condominio.

Perché, si chiede l’editorialista, tutta questa gente che sta attorno a Welby ...

... e lo «sbandiera come un pupazzo» invece di fare il possibile per realizzare la sua ponderata e tragica volontà, non lavora per convincerlo ad accettare il suo stato di inumana simbiosi con la macchina e di dolorosa impotenza facendogli bere, come attraverso il tubo che introduce aria e proteine in un corpo alieno, qualche presunto “motivo per la vita”? Forse perché i “motivi per la vita” non si possono travasare, perché gli uomini adulti e vaccinati non si possono ammaestrare e abbindolare in nome di un principio radicale, di una interpretazione integralista della «vita dal suo concepimento alla sua morte naturale»? C’è forse una mancanza di rispetto per l’individuo, per la sua intelligenza e per la sua vicenda umana, per la sofferenza sua e di chi osserva, immobile, uno stato tanto civile quanto sordo?

Avvenire parte dalla posizione di chi ha la verità assoluta a propria disposizione e non ha che da travasarla nel prossimo che la farà necessariamente sua in quanto giusta. E se la pecorella smarrita si fosse soltanto stufata del pastore, che la teneva in gabbia guardata a vista dai cani, e avesse deciso deliberatamente di fuggire, di trovare una sua strada, di “peccare”? Che diritto hanno questi signori di catturarla, di violentarla, di batterla e di legarla (tutto per il “suo” bene) nel recinto?

Aggiunge Avvenire in un altro editoriale: «Da studi clinici abbiamo appreso che la richiesta della morte assistita più che da una ferma volontà o da libere convinzioni, proviene dalla solitudine dal dolore, dal senso amaro della propria superfluità». Il paziente non è quindi “libero” di decidere, ma è condizionato da una qualche “ostilità” o comunque da un’assenza di affetto o di conforto di chi gli sta intorno. Che lo distoglie dalla “retonforto di chi gli sta intorno. Che lo distoglie dalla “retta via”. La questione posta da Eugenia Roccella merita sicuramente una riflessione, anche se è probabile che la sensazione di «senso amaro della propria superfluità» sia più figlia della percezione della propria condizione reale che di una qualche carenza di dedizione di amici parenti-(radical)serpenti che l’articolo lascia intendere. La questione in ogni caso non si sposta ma, anzi, viene rilanciata: perché il paziente che richiede la morte assistita (anche sulla base della solitudine del dolore) non ha il diritto a mettere fine alle proprie sofferenze non solo fisiche ma anche morali?

Di fronte alle questioni bioetiche e al dibattito sull’eutanasia la “componente clericale” (Chiesa, fedeli e “atei devoti”) dà l’impressione di giocare sporco e di radicalizzare. Proprio come negli slogan che accompagnavano la battaglia di tante donne e di tanti uomini per il diritto a provare la gioia e il cemento della gravidanza e del parto che tiravano in ballo l’eugenetica nazista e il dottor Mengele, che lasciavano intendere tutto tranne l’interesse ad affrontare onestamente una questione rapidamente uscita dai binari della realtà risoltasi con la confusione, con la paura, con il fallimento del quorum (occasione che forse alla luce di queste posizioni gli italiani dovrebbero rivalutare?). Questo radicalismo, questa incapacità di dimostrare rispetto e flessibilità di fronte alle istanze del singolo, questa convinzione di avere dalla propria parte una ragione ultraterrena tanto alta da dover essere imposta, non solo non fanno onore a chi urla tali insulti, ma rischia di radicalizzare anche la posizione degli “avversari”.

Tornando a Welby, la situazione che si pone è semplice, limpida, perfettamente definita, tanto che tutte le battaglie di principio paiono assolutamente fuori luogo. Ci troviamo, infatti, di fronte al caso di un uomo che, tenuto in vita dalle macchine che prolungano la sua agonia, chiede di poter essere lasciato morire o, se preferite, di suicidarsi. Purtroppo la sua situazione di invalidità non gli permette di farlo ma la sua mente, lucida e colta, ha deciso –certo con grande dolore- di mettere fine alla sofferenza. Perché un uomo che vive una determinata situazione, l’unico a sapere esattamente cosa prova e a cosa va incontro, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, non può mettere volontariamente fine alla propria esistenza? Da quando il suicidio, se cosciente, è reato? E se non si è in grado fisicamente di concludere la propria agonia, perché non si può delegare a qualcuno il semplice gesto di amore di spezzare quel fragile tubo di gomma che tiene legato il caro ad una vita che non è più vita?

«Io amo la vita, Presidente –scriveva Piergiorgio Welby a Giorgio Napoletano-. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita – è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Il mio corpo non è più mio ... è lì, squadernato davanti a medici, assistenti, parenti. La morte non può essere “dignitosa”; dignitosa, ovvero decorosa, dovrebbe essere la vita, in special modo quando si va affievolendo a causa della vecchiaia o delle malattie incurabili e inguaribili».

«Vien da dire che se uno di questi manifestanti avesse a cuore veramente la fine delle sofferenze di quell’uomo che hanno reso bandiera, se avesse a cuore la sua propria, e personale sofferenza, andrebbe lì. staccherebbe la spina. Invece di sbandierarlo come un pupazzo. O meglio, spenderebbe i giorni e ogni sua risorsa per consolarlo». Così scrive Avvenire, nel medesimo editoriale che dipinge un uomo inconsolabile che, anche se ciò comportasse una colpa, ha scelto liberamente di consacrare la sua agonia mostrando il suo corpo, «squadernato» e irrigidito dalla malattia nell’era del culto dell’estetica, come un pupazzo. Un uomo che –qualcuno lo vedrebbe come un gesto di altruismo, di carità, di amore- vuole, come ultima missione su questa terra, fare in modo che altri, dopo di lui, possano evitare la condizione che il pio editorialista, dal suo palazzo romano, non può forse nemmeno immaginare.

Le questioni serie sulle quali un dibattito avrebbe ragione di essere sono altre. Cosa fare, ad esempio, in caso di coma vegetativo, di incoscienza, di incapacità della vittima di esprimere il proprio intendere e volere? Quale limite stabilire per l’accanimento terapeutico (e di “termine naturale della vita”), fermo restando il fatto che l’accanimento è un valore relativo e individuale? Quali parametri, quali esecutori, quali tolleranze stabilire prima che un terzo, che non conosce la volontà del paziente ma che si può rifare al volere di un parente, di un delegato o di un testamento biologico, possa mettere fine a quel simulacro di vita che stravolge le famiglie? Famiglie impegnate ad immaginarsi le sofferenze del figlio o del padre tiepido ma ormai da anni silenzioso, mentre la loro vita si “sfalda” per “colpa” dell’incidente o della malattia di qualcuno che li amava e che, forse, non avrebbe voluto vedere i suoi cari immolare la propria vita all’assistenza di un corpo senza speranza.

La posizione di chiusura integrale anche di fronte a casi semplici come quello di Welby allontana l’attenzione da dibattiti ben più seri e da questioni ben più delicate riducendo la posizione di questi garanti dell’anima altrui a una ridicola e medievale sordità. Sono questi gli interlocutori con cui gli ultrà della genetica e dell’ultraumanismo avranno a che fare?

Il suicidio, anche tramite una pietosa mano esterna armata dalla vittima cosciente ma invalida, dovrebbe essere un diritto inalienabile del cittadino. Esso non ha nulla a che vedere con la manipolazione della vita, con gli embrioni, con la responsabilità che nessuno si vuole accollare di mettere fine alla “vita” di un uomo da anni incosciente, con l’aborto: questioni che dovrebbero essere al centro di un dibattito sereno. E’ il diritto di peccare che è in questione, e in questo caso non coinvolge nemmeno presunte vite terze da difendere (come la manciata di materia che costituisce uno delle centinaia di embrioni che nella maggioranza dei casi “muoiono” naturalmente, o meglio non attecchiscono). Dov’è, quindi, l’orrore?

«Rispondete dunque, circensi della morte: se cessiamo di considerare “illegale” l’autogestione dei limiti della propria vita, in base a quale principio domani multerete un ragazzino che, essendosi assicurato di non fare danno a nessuno, passerà con il semaforo rosso?». E chi (e come) si è mai sognato di multare il cittadino che, coscientemente, adotti volontariamente comportamenti che (è risaputo) mettono a repentaglio la sua vita?

La “morte opportuna”, il “suicidio assistito” è un “peccato” che uomini adulti e provati vogliono compiere ma che l’integralismo di casa nostra, gettando fumo negli occhi tronfio della propria verità, vuole continuare a proibire.

Andrea Franzoni (Mnz86)


(1) http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=CTNCZ

(2) http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=CE2ED

(3) http://www.lucacoscioni.it/node/7638


Dal blog di Piergiorgio Welby

Il mio nome è Piergiorgio, la mia storia è simile a quella di tanti altri distrofici.

Ricordare come tutto sia iniziato non è facile perché la memoria non è accumulazione ma selezione e catalogazione. Forse fu una caduta immotivata o il bicchiere, troppo spesso sfuggito di mano etc. ma quello che nessun distrofico può scordare è il giorno in cui il medico, dopo la biopsia muscolare e l'elettromiografia, ti comunica la diagnosi: Distrofia Muscolare Progressiva.

Questa è una delle patologie più crudeli; pur lasciando intatte le facoltà intellettive, costringe il malato a confrontarsi con tutti gli handicap conosciuti: da claudicante a paraplegico, da paraplegico a tetraplegico, poi arriva l'insufficienza respiratoria e la tracheotomia.

Il cuore, di solito, non viene colpito e l'esito infausto, come dicono i medici, si ha per i decubiti o una polmonite.
Io ho raggiunto l'ultimo stadio: respiro con l'ausilio di un ventilatore polmonare, mi nutro di un alimento artificiale (Pulmocare), parlo con l'ausilio di un computer e di un software.

Per anni e anni ho sperato che la ricerca scientifica trovasse un rimedio. Oggi, che le prospettive di una cura potrebbero, grazie agli studi sulle cellule staminali, sia adulte che embrionali, trasformarsi da speranza in realtà, sempre più ostacoli si frappongono sul cammino di una ricerca libera.

Questa malattia non è una maledizione biblica, è una malattia genetica che può essere sconfitta grazie alla diagnosi prenatale: i villi coriali, l'amniocentesi e soprattutto la diagnosi preimpianto.

In Italia ci sono oggi circa 2.000 bambini con distrofia muscolare Duchenne. L'incidenza della distrofia miotonica, la più comune distrofia muscolare dell'adulto, è di approssimativamente 135 casi ogni milione di nascite (maschi o femmine). L'incidenza della distrofia dei cingoli è di circa 65 casi per milione di nascite e quella della distrofia facioscapolomerale è ancora inferiore. Considerando insieme tutte le principali malattie neuromuscolari ereditarie, verosimilmente ne risultano colpiti in Italia circa 30 persone ogni 100.000 abitanti, ossia oltre 17.000 persone.
Se delle dispute capziose e, spesso, ideologiche dovessero ritardare la scoperta di una cura e condannare anche un solo bambino a vivere il dramma che io ho vissuto e sto vivendo...beh, pensateci! Pensateci questa estate quando vi tufferete, affronterete un sesto grado, percorrerete un sentiero con la mountain bike...

Piergiorgio Welby

Associazione Luca Coscioni

Lettera di Welby al Presidente della Repubblica

La risposta di Napolitano


********************

IL CASO TERRY SCHIAVO

EVANGELICI ALL'ASSALTO - I diversi aspetti del caso Schiavo

AL DI SOPRA DELLA LEGGE - Bush fece approvare nottetempo una legge anticostituzionale, pur di fermare l'eutanasia di Terry Schiavo

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
ziomao
Inviato: 9/12/2006 6:55  Aggiornato: 9/12/2006 6:55
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/10/2005
Da:
Inviati: 339
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Questa storia del Welby, la metterei insieme alla polemica dei PACS ....

Sono classiche notizie fantoccio per attirare l'opinione pubblica e distrarla dai veri problemi; scatenare i cani sulla lepre impagliata.

Non sto' a discutere sul problema, ma sul metodo, sulle tempistiche e sugli attori del gioco.

Sara' un caso strano ma queste polemiche spuntano fuori sempre nei momenti "giusti", e tutti i giornali italiani, che non brillano per indipendenza e coraggio giornalistico, sono sempre pronti al coro pecoreccio.

Per non parlare poi delle figure che rinfocolano le polemiche, come i radicali, che tra le leccate d'ano ai banchieri e alle mafie economiche trovano il tempo per ballare sulla cassa del morituro.

una roba indegna.

Intanto le banche ringraziano ...


Mao

XSD
Inviato: 9/12/2006 8:54  Aggiornato: 9/12/2006 8:54
Ho qualche dubbio
Iscritto: 13/2/2006
Da: Roma
Inviati: 279
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
In quanto cattolico, e sembrerà strano, sono a favore dell'eutanasia.

Sono a favore dell'eutanasia in quanto libertà, in determinate situazioni, di non voler credere ai MIEI valori che sono religiosi e che altri possono non avere. Libertà di decidere, senza ledere la libertà altrui, di morire perchè il valore che io singolo, dò alla vita è inferiore al mio prossimo che, magari, nella mia stessa situazione sarebbe andato avanti spinto da motivazioni religiose che non dovrebbero influenzare lo stato in alcun modo (ammenochè lo stato non sia uno stato religioso, ovvero nel cui stato la totalità delle persone è religiosa).

La posizione della Chiesa in questo caso è del tutto autoritaria e direi contraddittoria.

Dio ci dà la libertà di peccare e di seguire i suoi insegnamenti. Non ci dice che ci fulmina se pecchiamo.

Ora lo stato deve dare la stessa libertà all'uomo (beh in realtà Dio, per chi crede ovviamente in Dio, dà molta più libertà dell'uomo) affinchè, però, la propria libertà non vada oltre certi limiti.

Nel caso dell'eutanasia non vado a ledere la libertà di nessuno. Se il dottore firma che è disposto, prende e stacca la spina. Per ME, cattolico, commette un omicidio. Per LUI, non credente magari, ha fatto una buona azione.

Per ME il tizio x sul letto, non dovrebbe morire perchè credo che Dio mi è accanto nella sofferenza e la sofferenza ha un fine come tutte le cose che ci circondano, anche le più insignificanti.

Per LUI non esiste altro che la materia e quindi siccome ora la sua materia (il corpo/vita) è ridotta allo stato vegetativo, lui decide di togliersi la vita o meglio di farsela togliere impossibilitato anche di questo atto.

Lo stato come comunità non può imporre credi religiosi o valori basati su di essi.

(questo caso è diverso dall'aborto che invece ha radici diverse a mio parere in quanto c'è il discorso di decidere se l'embrione, o comunque se allo stato x di crescita del bambino, c'è vita o no).

Dusty
Inviato: 9/12/2006 10:21  Aggiornato: 9/12/2006 10:21
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 3/10/2005
Da: Mondo
Inviati: 2248
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Segnalo in tema il (a mio parere ovviamente) bellissimo film Il mare dentro che parla di un problema del tutto analogo.
Il protagonista è lo spagnolo Ramon Sampedro che ha combattuto per 30 anni una battaglia in favore dell'eutanasia e per il suo diritto a morire.

"Tu non ruberai, se non avendo la maggioranza dei voti"
-- Dal Vangelo Secondo Keynes, Capitolo 1, verso 1.
Il portico dipinto
Redazione
Inviato: 9/12/2006 10:21  Aggiornato: 9/12/2006 10:26
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
XSD: Il tuo ragionamento, secondo me, è tanto onorevole quanto non necessario:

Credo infatti che vada prima fatta chiarezza sui termini che usiamo, perchè c'è una enorme differenza fra "suicidio", "eutanasia" e "lasciar morire".

Il suicidio è un atto letale e volontario contro sè stessi.

L'eutanasia è un atto letale e volontario contro un'altra persona, su specifica richiesta e per conto esclusivo della persona stessa (che evidentemente non è in grado di compierlo da sola).

Lasciar morire significa semplicemente permettere il corso naturale delle cose.

Qui scatta la biforcazione fondamentale: nel caso Terry Schiavo, la persona non è in grado di comunicare con l'esterno, e non sappiamo quindi se sia cosciente o meno di esistere. Si pone quindi il dilemma morale di decidere PER SUO CONTO se porre fine ad uno stato che potrebbe essere soltanto vegetale, ma che rischia anche di non esserlo.

Nel caso di Welby invece abbiamo la assoluta lucidità mentale di un individuo adulto, perfettamente in grado di intendere e di volere, e la risposta sta nella Costituzione stessa: l'inviolabilità della persona è sacra, e se io dico che quel tubo non me lo dovete mettere voi non me lo dovete mettere e basta.

Se un Testimone di Geova rifiuta una trasfusione di sangue in punto di morte nessuno può imporgliela: perchè allora il tubo a Welby sì, ma il sangue al Testimone no?

A mio parere infatti ha sbagliato Welby ad appellarsi al Presidente della Repubblica "chiedendo" di esser lasciato morire, mentre doveva pretendere che intervenisse contro la violazione costituzionale del suo diritto all'inviolabilità della persona. Dopodichè se muore o meno sono esclusivamebnte cavoli suoi.

Imperdonabile a sua volta la risposta di Napolitano, che la Costituzione dovrebbe come minimo conoscerla a memoria.

alexg
Inviato: 9/12/2006 10:31  Aggiornato: 9/12/2006 10:31
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/5/2006
Da: Sybar
Inviati: 179
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
La mia opinione è la seguente:
LA NATURA HA GIA' DECISO.
Il resto e' un gioco di ruolo.
L'unico che non gioca e' Piergiorgio Welby...
..eppure sembra essere l'unico a pagare per il gioco tutto intellettuale di questi Teologi, Professoroni e Profeti che tanto amano parlare dai loro palazzi d'orati.
LA NATURA HA GIA' DECISO.
Alessandro

Ci sono due errori che si possono fare lungo la via verso la verità...non andare fino in fondo, e non iniziare.

"Democrazia" è due lupi e una pecora che decidono ai voti cosa mangiare.
"Libertà" è la pecora ben armata che contesta il voto.
Piero79
Inviato: 9/12/2006 10:37  Aggiornato: 9/12/2006 10:37
Mi sento vacillare
Iscritto: 20/5/2006
Da:
Inviati: 781
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Citazione:
Segnalo in tema il (a mio parere ovviamente) bellissimo film Il mare dentro



sono assolutamente d'accordo con te. In questi giorni la vicenda di Welby mi ha fatto pensare proprio al "Mare dentro"..

Segnalo a mia volta un altro film "Le invasioni barbariche"

XSD
Inviato: 9/12/2006 12:22  Aggiornato: 9/12/2006 12:22
Ho qualche dubbio
Iscritto: 13/2/2006
Da: Roma
Inviati: 279
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Citazione:
XSD: Il tuo ragionamento, secondo me, è tanto onorevole quanto non necessario:....

....Imperdonabile a sua volta la risposta di Napolitano, che la Costituzione dovrebbe come minimo conoscerla a memoria.



Sisi sono completamente daccordo con te. Non ho capito che intendi per non necessario all'inizio. =]

Wolfgang
Inviato: 9/12/2006 14:04  Aggiornato: 9/12/2006 14:04
So tutto
Iscritto: 2/11/2006
Da:
Inviati: 26
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
In tutta questa vicenda attorno al povero Welby, l'unico che comunque patisce pesantemente la natura di una malattia così terribile, leggendo i commenti di persone di Chiesa mi è tornato alla mente un fatto:
se non sbaglio quando Giovanni Paolo II stava male, gli ultimi giorni, lui stesso si è rifiutato di andare al Gemelli. Ora io non sono un medico, ma magari sarebbe morto in ospedale e anche dopo qualche mese e la sua malattia si sarebbe protratta.
Perchè non è stato portato all'ospedale per farlo vivere ancora un pò?
Perchè non lo si è intubato e portato avanti finchè non cessava di battere il cuore?
Forse perchè era poco conveniente e svilente della sua figura vedere un Papa morire così?
Poi magari sono io che penso male...

ciau

Forgil
Inviato: 9/12/2006 14:33  Aggiornato: 9/12/2006 14:34
Ho qualche dubbio
Iscritto: 23/8/2006
Da: Villa Bacilla
Inviati: 211
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Citazione:
Segnalo in tema il (a mio parere ovviamente) bellissimo film Il mare dentro

Quoto in pieno
Citazione:
Segnalo a mia volta un altro film "Le invasioni barbariche"

Anche questo è molto bello, ed è anche un po' meno triste

"Le uniche idee a cui abbiamo diritto sono quelle che mettiamo in pratica" informazione alternativa peacereporter
Linucs
Inviato: 9/12/2006 15:27  Aggiornato: 9/12/2006 21:00
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Fumare. Scopare. Morire.

C’è forse una mancanza di rispetto per l’individuo, per la sua intelligenza e per la sua vicenda umana, per la sofferenza sua e di chi osserva, immobile, uno stato tanto civile quanto sordo?

Fumare, scopare e morire sono le uniche tre attività in cui si riesce a scorgere una timida difesa delle cosiddette libertà personali. Periodicamente, infatti, si rivendica il diritto a fumare la canapa, scopare con chi ci pare e nel modo che più ci aggrada, e morire nel modo che ci pare più consono, in nome della dignità. Richieste sacrosante, se non fosse che in altri ambiti si richiede invece la tutela collettiva garantita dal processo democratico, tutelando il singolo da se stesso, perché l'organismo sociale è uno solo e c'è l'asimmetria dell'informazione, eccetera. Dovrebbe essere piuttosto difficile far convivere questi due punti di vista, a meno di non essere quel tipo di schizofrenici che parlano con Frank il coniglio.

Si trae spunto dall'articolo per meditare tutti in coro:

Avvenire parte dalla posizione di chi ha la verità assoluta a propria disposizione e non ha che da travasarla nel prossimo che la farà necessariamente sua in quanto giusta.

Naturalmente, quando si tratta di difendere le libertà personali a targhe alterne, il nemico dev'essere necessariamente un ultrà bigotto, incapace di formulare razionalmente la propria opinione. E Avvenire sicuramente lo è. La cosa singolare è che in tutti gli altri attentati alle libertà personali l'argomento dell'ultrà bigotto scompare magicamente, e ci si appella invece alla tutela pubblica, alla salute pubblica e all'ordine pubblico.

Ovvero: le libertà personali valgono, ma solo quando non disturbano la nostra piccola visione etica e solidale del mondo. Siamo d'accordo con il diritto di Welby di decidere cosa fare della propria vita, però siamo contro l'obeso che grava sulla sanità pubblica: quest'ultimo è giusto che sia "tutelato", incentivato, penalizzato, "educato" con ogni mezzo, per il suo bene, come se uno traesse diletto dall'obesità, o fosse tanto imbecille da non capire cause ed effetti. Per non parlare di chi non mette il casco e non allaccia le cinture: voglio poter fumare, scopare e morire come meglio credo, però voglio anche essere obbligato ad osservare le norme di sicurezza, per il mio bene, altrimenti - lasciato a me stesso, stupido individuo - andrei in giro sbattendo sui muri per divertimento. Quando invece sono attaccato ad una macchina per respirare, magicamente acquisisco una facoltà di capire quale sia il mio bene, cosa che mi è invece negata nella vita quotidiana, perché probabilmente sono offuscato dai fumi della bigotteria.

Aggiunge Avvenire in un altro editoriale: «Da studi clinici abbiamo appreso che la richiesta della morte assistita più che da una ferma volontà o da libere convinzioni, proviene dalla solitudine dal dolore, dal senso amaro della propria superfluità».

E come nel caso della dottrina dell'organismo sociale, Avvenire si arroga il diritto di valutare le scelte individuali secondo il proprio metro. Anzi, peggio, secondo il proprio metro corroborato dal giudizio degli esperti, degli studi clinici con i quali il povero Welby, se potesse, si pulirebbe certamente il culo, cosa che faccio volentieri io al posto suo.

Purtroppo ci si accorge che questa linea di ragionamento è una solenne boiata solo quando ce la propone Avvenire, giudicando una volontà individuale in base agli studi clinici. Con quale autorità lo faccia, resta un mistero. Ma resta altrettanto un mistero quale sia l'autorità della "legge" di decidere se Welby possa morire o meno.

E' un mistero misterioso: l'editorialista di Avvenire non può neanche immaginare la situazione di Welby, quindi non ha diritto di esprimersi. D'accordo, ma allora neanche il legislatore non può immaginare la situazione, però legifera comunque in virtù del mandato democratico di altra gente che non può immaginare. Ma questo va bene se legifera come piace a noi, e non come piace a quelli di Avvenire: anche qui, ben venga il mezzo purché il fine sia quello giusto. Male che vada ci si potrà lamentare delle ingerenze del clero nel governo, non sia mai che ci venga in mente di criticare la demente dottrina collettivista in quanto tale.

La questione in ogni caso non si sposta ma, anzi, viene rilanciata: perché il paziente che richiede la morte assistita (anche sulla base della solitudine del dolore) non ha il diritto a mettere fine alle proprie sofferenze non solo fisiche ma anche morali?

Ottima domanda, da conservare per la conclusione.

Di fronte alle questioni bioetiche e al dibattito sull’eutanasia la “componente clericale” (Chiesa, fedeli e “atei devoti”) dà l’impressione di giocare sporco e di radicalizzare.

Ricordate, bambini: solo la Chiesa e il clero giocano sporco e radicalizzano. Quando si tratta di difendere il collettivismo rampante, sentitevi pure liberi di dire che senza "tutele assortite" moriremmo tutti di fame entro una settimana: ragionare non è richiesto, conta l'effetto speciale. E' giusto radicalizzare, ma solo a fin di bene, ricordate.

Questo radicalismo, questa incapacità di dimostrare rispetto e flessibilità di fronte alle istanze del singolo, questa convinzione di avere dalla propria parte una ragione ultraterrena tanto alta da dover essere imposta, non solo non fanno onore a chi urla tali insulti, ma rischia di radicalizzare anche la posizione degli “avversari”.

Ma le istanze del singolo sono assolute e non hanno certo bisogno della nostra dimostrazione di rispetto e flessibilità: se Welby chiede di morire non c'è bisogno che ci dimostriamo flessibili e rispettosi, è sufficiente che ci togliamo dai coglioni e lo lasciamo in pace. Disprezzo nel modo più totale la vaga ipotesi che il singolo debba appellarsi ad una qualche autorità (ultraterrena o laica), alla quale chiedere flessibilità, per poter morire in pace, brego bwana badrone tu lascia morire bovero sghiavo. Semmai si potrà appellare a un individuo disposto ad andare lì e staccare la spina.

Perché un uomo che vive una determinata situazione, l’unico a sapere esattamente cosa prova e a cosa va incontro, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, non può mettere volontariamente fine alla propria esistenza?

Altra ottima domanda da conservare.

Il suicidio, anche tramite una pietosa mano esterna armata dalla vittima cosciente ma invalida, dovrebbe essere un diritto inalienabile del cittadino.

Eccolo là: beccato.

Dov’è, quindi, l’orrore?

L'orrore, per dirne una, è doversi appellare al pupazzo impagliato Napolitano (che ritengo ben più "pupazzo" di Welby) o alla "Costituzione" per vedere riconosciuto un ennesimo "diritto" costruito ad arte per ciascun caso particolare.

Tralasciamo il fatto che la pietosa mano esterna non possa essere un diritto, poiché implicherebbe per qualcuno un dovere corrispondente, e se nessuno si offrisse per adempiere al compito allora si dovrebbe obbligare qualcuno a farlo.

Il problema del "diritto" si risolve piuttosto semplicemente eliminando la "pietosa mano esterna" oggetto del dibattito: il "diritto" riguarda unicamente medico e paziente, non certo qualche vecchia autorità rimbambita dalla lauta pensione.

Israelis to be allowed euthanasia by machine

Machines will perform euthanasia on terminally ill patients in Israel under legislation devised not to offend Jewish law, which forbids people taking human life. A special timer will be fitted to a patient's respirator which will sound an alarm 12 hours before turning it off. Normally, carers would override the alarm and keep the respirator turned on but, if various stringent conditions are met, including the giving of consent by the patient or legal guardian, the alarm would not be overridden. Similar timing devices, known as Sabbath clocks, are used in the homes of orthodox Jews so that light switches and electrical devices can be turned on during the Sabbath without offending religious strictures. Parliamentarians reached a solution after discussions with a 58-member panel of medical, religious and philosophical experts. "The point was that it is wrong, under Jewish law, for a person's life to be taken by a person but, for a machine, it is acceptable," a parliamentary spokesman said. "A man would not be able to shorten human life but a machine can." The bill, which was approved at the third and final reading in the Knesset by 22 votes to three with one abstention, will become law next year. Danny Naveh, the health minister, described the passing of the law as a historic moment, saying: "This is one of the most important laws passed by the Knesset. It represents major moral value for the terminally ill and their families." It is expected that elderly Israelis will begin to leave "living wills" in which they stipulate whether they would allow the new euthanasia procedure to apply to them if they were to end up in hospital, dependent on a respirator and suffering from a terminal disease.

Oplà, ecco risolto il diritto, basta copiare le idee buone dai nostri preziosi alleati che ogni tanto ne imbroccano una, invece di limitarsi a farsi scrivere le leggi speciali.

La “morte opportuna”, il “suicidio assistito” è un “peccato” che uomini adulti e provati vogliono compiere ma che l’integralismo di casa nostra, gettando fumo negli occhi tronfio della propria verità, vuole continuare a proibire.

Eh certo: l'integralismo di casa nostra non poteva mancare. Ma abbiamo appena visto che l'integralismo si sconfigge con un semplice e miserabile timer, quindi il problema non si pone. O meglio, il nostro problema è un altro, è il famoso "diritto inalienabile del cittadino".

Orbene, torniamo alle domande:

La questione in ogni caso non si sposta ma, anzi, viene rilanciata: perché il paziente che richiede la morte assistita (anche sulla base della solitudine del dolore) non ha il diritto a mettere fine alle proprie sofferenze non solo fisiche ma anche morali?
[...]
Perché un uomo che vive una determinata situazione, l’unico a sapere esattamente cosa prova e a cosa va incontro, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, non può mettere volontariamente fine alla propria esistenza?

Le nostre due domande si traducono in una sola, semplice, stupida e banale domanda: Welby è proprietario della sua stessa vita, ovvero ne può disporre come meglio crede?

Domanda apparentemente futile alla quale però risponde brillantemente l'Avvenire.

Se io ho un bicchiere di vetro, oppure un televisore, o qualsiasi altra cosa, lo posso vendere, regalare, cedere a qualsiasi titolo, o sbattere forte sul muro e romperlo in mille piccoli pezzi? Sì, perché è mio, ne sono il proprietario.

Se ho una mazzetta da 1000 euro in tagli da 50, la posso bruciare senza violare qualche legge? Provateci e ditemi com'è andata: probabilmente non eravate proprietari della mazzetta.

Welby aveva facoltà di sottrarsi all'obbligo scolastico, al servizio di leva, al contributo forzoso nei confronti della collettività, ai divieti per il suo bene? Ovviamente no, il che ci suggerisce che Welby non sia mai stato (e chi lo è?) proprietario della sua stessa vita, ergo ora non ne può disporre come meglio crede. Sorpresa.

Motivo per cui, visto che questo genere di proprietà è inammissibile per i motivi che ben potete immaginare, occorre un "inalienabile diritto" ad emendare questo triste stato di cose, però solo in casi eccezionali. Gli "inalienabile diritti" crescono insieme agli emendamenti, ma l'unico vero "inalienabile diritto" a monte del tutto non può essere riconosciuto - né in verità è compito di qualche pupazzo centenario riconoscerlo in virtù di qualche inutile pezzo di carta. Se fosse riconosciuto, il giocattolo si romperebbe: se posso decidere come morire, allora a maggior ragione potrò decidere come vivere. Orrore, orrore.

E il bigotto, stupido, demente Avvenire l'ha ben capito. Udite udite:

«Rispondete dunque, circensi della morte: se cessiamo di considerare “illegale” l’autogestione dei limiti della propria vita, in base a quale principio domani multerete un ragazzino che, essendosi assicurato di non fare danno a nessuno, passerà con il semaforo rosso?».

Alla faccia del cristiano! Collettivismo puro e distillato, prevenzione del peccato per legge. Ma se il peccato contro se stessi è prevenuto per legge, a cosa stracazzo serviranno mai i cristi, le madonne, i santi, la fede, il pentimento, la redenzione e tutte le altre facezie? Se questi son cristiani, io sono San Teobaldo Martire della Scodella.

E' un'ottima domanda, quella dell'Avvenire: se abbiamo facoltà di decidere come, dove e quando morire, decisione ultima dell'esistenza per definizione, come si potrà sostenere che non abbiamo diritto di decidere come vivere? Come si potrà giustificare lo stillicidio di regole, regolette, tutele, diritti a doppio taglio, doveri mazziniani anticipati, l'interdipendenza forzata e quant'altro?

E chi (e come) si è mai sognato di multare il cittadino che, coscientemente, adotti volontariamente comportamenti che (è risaputo) mettono a repentaglio la sua vita?

Altra ottima domanda: chi se l'è mai sognato? Provate ad indovinare? Chi si è mai sognato di multare il cittadino che non mette la cintura? La sua assicurazione, oppure il vigile?

Perché un uomo che vive una determinata situazione, l’unico a sapere esattamente cosa prova e a cosa va incontro, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, non può mettere volontariamente fine alla propria esistenza?

Potrebbe farlo, se fosse un uomo. Non può farlo se è un ingranaggio, una cellula del proverbiale organismo sociale, che interverrà a difenderlo (contro la sua volontà, ma le cellule hanno forse volontà?) con i suoi provvidenziali anticorpi. Non si può togliere Welby dalla sua miseria senza dichiarare che il diritto a disporre della propria vita esiste, con le dovute conseguenze, oppure senza inventare un ennesimo "diritto umano alla morte" come caso particolare, senza sputtanare il bel teorema dell'organismo sociale. Casualmente, si sceglie la via dell'emendamento progressivo.

Ancora:

E' morta Maria, aveva rifiutato l'amputazione della gamba

Una vicenda alla quale ora, di certo, non seguirà il silenzio. Ma che riaccenderà il dibattito sulla libertà del paziente. Già stamattina, il segretario della Federazione dei medici siciliani, Saverio La Bruzzo, commenta: "Non sempre è un bene rispettare le volontà di chi è malato, soprattutto, quando c'è una soluzione che gli impedisce di arrivare alla morte". Parole che, dopo la morte di Maria, promettono nuove polemiche.

Si dibatte sulla libertà del paziente e sulla volontà del malato, come se il famigerato individuo ad un tratto si trasformasse in "paziente" perdendo la libertà. Ma è inutile che ci pigliamo per il culo: non l'ha come paziente perché non l'aveva da sano, non l'aveva da inutile "cittadino", da pupazzo col numero di serie, allora è inutile far finta di stupirsi se la SWAT ti abbatte la porta di casa per farti amputare una gamba per il tuo bene, oggettivamente valutato dagli esperti. La cosiddetta autorità non è in grado di sfamare i barboni per strada, però è sempre ben disposta a ficcarti il Pulmocare in gola: evidentemente ne ha un qualche ritorno.

Sicuramente Welby prima o poi morirà, come tutti. L'importante, per lorsignori guardiani della vita, è che muoia indipendentemente dalla sua volontà: se Welby può scegliere volontariamente di morire, a sangue freddo, razionalmente, il giocattolo si rompe. Se avesse potuto scegliere di morire nell'incoscienza, col proverbiale testamento biologico sarebbe stato meno peggio, la morte sarebbe giunta per mezzo del consueto modulo ben compilato, ultimo atto di prostrazione, firmato dall'autorità solo dopo aver fatto esaminare il caso ai proverbiali esperti.

E a qualche altro difensore del fumare, scopare e morire (bere no, quello è una malattia sociale, come mangiare) sicuramente farà più comodo così: meglio sacrificare (ovvero salvare) Welby, per salvare il giocattolo, l'organismo sociale che ha priorità su tutto. Evidentemente Welby deve ancora "fare la sua parte", forse non ha fatto abbastanza, magari è ancora in debito nei confronti della società e deve ripagarla in questo modo, per farci vedere quanto sono buoni e generosi i tutori della vita con le loro leggi, la loro etica universale che dev'essere per forza una per tutti, come la legge, e affanculo l'intelligenza dell'individuo di cui sopra. Essa conta solo se si può spremere a dovere per ottenere un contributo alla collettività.

Ma quale dovrebbe mai essere l'effetto di tutte queste norme a tutela della vita?

Orbene, attento lettore: metti il caso di venire a sapere di essere affetto da distrofia muscolare progressiva. Cosa preferisci fare: la fine-non-fine di Welby, per alimentare i dotti dibattiti dei Fini e dei Pannella, note autorità etiche della pubblica moralità, oppure spararti un bel colpo in testa finché sei in tempo, magari cogliendo prima l'occasione per esprimere in modo tangibile il tuo apprezzamento per le nobili attenzioni di lorsignori?

Complimenti a lorsignori per la difesa della vita, e a buon rendere.

===

Vale la pena di leggere con cura la cosiddetta "risposta" del Presidente della Repubblica, Garante dei Diritti e della Costituzione.

Caro Welby,

ho ascoltato e letto con profonda partecipazione emotiva l'appello che lei ha voluto pubblicamente rivolgermi. Ne sono stato toccato e colpito come persona e come Presidente.

Tradotto: mi scrivono lettere moleste e fastidiose ogni 10 minuti circa, quindi abbiamo preparato una risposta che contiene tutto il campionario del buzzword bingo per poter rispondere tempestivamente, retoricamente, tuttavia senza sputtanarci affrontando l'argomento, sul quale dovrei altrimenti prendere una posizione.

Lei ha mostrato piena comprensione della natura e dei limiti del ruolo che il Parlamento mi ha chiamato ad assolvere, secondo il dettato e lo spirito della nostra Costituzione.

Tradotto: non posso fare un cazzo, però mi pagano ugualmente. Non mi disturbo neanche a dire se sono favorevole o contrario alle tue osservazioni, perché sono un ologramma imparziale al servizio della Costituzione, un robot. Però condivido il tuo dolore, perché sono tanto, tanto umano e solidale.

Penso che tra le mie responsabilità vi sia quella di ascoltare con la più grande attenzione quanti esprimano sentimenti e pongano problemi che non trovano risposta in decisioni del governo, del Parlamento, delle altre autorità cui esse competono. E quindi raccolgo il suo messaggio di tragica sofferenza con sincera comprensione e solidarietà.

Tradotto: lo raccolgo come si raccoglie una carta da terra, per buttarla via: domani mi sarò dimenticato di questa nostro lieto scambio epistolare.

Esso può rappresentare un'occasione di non frettolosa riflessione su situazioni e temi, di particolare complessità sul piano etico, che richiedono un confronto sensibile e approfondito, qualunque possa essere in definitiva la conclusione approvata dai più.

Tradotto: senza fretta, con nostro comodo, decideremo democraticamente, per maggioranza, cosa fare di te, anche se probabilmente ce ne dimenticheremo appena sarai passato di moda in seguito al prossimo round di pargoli azzannati dai pitbull in prima pagina. Mentre noi ci balocchiamo con il nostro alto confronto istituzionale, vai pure avanti a forza di Pulmocare.

Mi auguro che un tale confronto ci sia, nelle sedi più idonee, perché il solo atteggiamento ingiustificabile sarebbe il silenzio, la sospensione o l'elusione di ogni responsabile chiarimento.

Tradotto: lasciarti lì, se deciso dalla maggioranza (di che?), è un atteggiamento perfettamente giustificabile. Io ancora cammino e parlo, cosa vuoi che me ne importi, ci penserà il Parlamento dopo aver deciso democraticamente in quale cesso far pisciare Luxuria, che è un problema urgente, ne hanno parlato anche i giornali.

Con sentimenti di rinnovata partecipazione,

Ve l'immaginate, la partecipazione di Napolitano? Di più: le lacrime.

Giorgio Napolitano

La risposta istituzionale è, per definizione, vuota ed inconcludente, al contrario della missiva del malcapitato Welby, il quale fa sembrare Napolitano un povero... lasciamo perdere.

A conferma del vuoto assoluto della risposta istituzionale, della sua palese inutilità, della sua falsità, del suo carattere di modulo asettico da stampare timbrare e firmare quando occorre, della sua demenza spacciata per imparzialità, possiamo provare a leggerla in altri contesti.

Scrive Badombe:

===
Jambo Bwana Napolitano,

Woogabalooga Wumbaradonga 'Mbutu! Ieri mi hanno rubato la bicicletta. Purtroppo i criminali d'ogni ordine e grado riescono sempre a scamparla con il provvidenziale indulto, quello che evidentemente non richiede un confronto non frettoloso, quindi sono indeciso se acquistarne un'altra, d'altra parte se non dovessi acquistare un'altra bicicletta sentirei di non fare la mia parte per ravvivare la crescita economica. Penso che la certezza della pena, seppur minima, dovrebbe essere una garanzia per il cittadino aggredito e derubato. Le chiedo cordialmente di intervenire per spronare un dibattito sul tema, invece di farneticare facezie su Napoli e patti sociali assortiti.

Hakuna matata, Bwana Napolitano 'mbutu.

Badombe 'Mbulu.
===

Leggiamo:

Caro Badombe,

ho ascoltato e letto con profonda partecipazione emotiva l'appello che lei ha voluto pubblicamente rivolgermi. Ne sono stato toccato e colpito come persona e come Presidente.

Lei ha mostrato piena comprensione della natura e dei limiti del ruolo che il Parlamento mi ha chiamato ad assolvere, secondo il dettato e lo spirito della nostra Costituzione.

Penso che tra le mie responsabilità vi sia quella di ascoltare con la più grande attenzione quanti esprimano sentimenti e pongano problemi che non trovano risposta in decisioni del governo, del Parlamento, delle altre autorità cui esse competono. E quindi raccolgo il suo messaggio di tragica sofferenza con sincera comprensione e solidarietà. Esso può rappresentare un'occasione di non frettolosa riflessione su situazioni e temi, di particolare complessità sul piano etico, che richiedono un confronto sensibile e approfondito, qualunque possa essere in definitiva la conclusione approvata dai più.

Mi auguro che un tale confronto ci sia, nelle sedi più idonee, perché il solo atteggiamento ingiustificabile sarebbe il silenzio, la sospensione o l'elusione di ogni responsabile chiarimento.

Con sentimenti di rinnovata partecipazione,

Giorgio Napolitano

Sorpresa: se nella risposta togliete il nome Welby, non c'è alcun modo di capire di che cosa cazzo stia parlando Napolitano. Sarebbe questa la viva partecipazione solidale?

Hola Napolitano,

Con 100 euro si possono vaccinare duemila bambini in Africa contro le malattie. Quanti ne accoppi ogni anno con il tuo lauto stipendio, e con le parate di carattere vagamente nazionalista con cui si osannano le cosiddette forze armate al servizio degli obblighi internazionali? Li conti ogni sera prima di andare a dormire, o c'è un ufficio competente che se ne occupa? Oppure ogni parlamentare ne conta una piccola quota? Avete spiegato ai "parlamentari" che il Darfur non è una pellicceria e la Consob non è una fottuta marca di assorbenti?

In fede,

Pedro Pendejo

Avanti:

Caro Pedro,

ho ascoltato e letto con profonda partecipazione emotiva l'appello che lei ha voluto pubblicamente rivolgermi. Ne sono stato toccato e colpito come persona e come Presidente. Lei ha mostrato piena comprensione della natura e dei limiti del ruolo che il Parlamento mi ha chiamato ad assolvere, secondo il dettato e lo spirito della nostra Costituzione...

Tra tutti i gran diritti del cittadino, c'è almeno quello di non essere preso per il culo da automi, robot, ologrammi e pupazzi?

Santro
Inviato: 9/12/2006 16:03  Aggiornato: 9/12/2006 16:03
Mi sento vacillare
Iscritto: 13/11/2005
Da:
Inviati: 748
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Lode a te, Linucs!

ETERNAL SALVATION
(or triple your money back)
Pausania
Inviato: 9/12/2006 16:09  Aggiornato: 9/12/2006 16:09
Sono certo di non sapere
Iscritto: 6/4/2006
Da:
Inviati: 3872
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
E' un'ottima domanda, quella dell'Avvenire: se abbiamo facoltà di decidere come, dove e quando morire, decisione ultima dell'esistenza per definizione, come si potrà sostenere che non abbiamo diritto di decidere come vivere? Come si potrà giustificare lo stillicidio di regole, regolette, tutele, diritti a doppio taglio, doveri mazziniani anticipati, l'interdipendenza forzata e quant'altro?


Una sola domanda: ma come cazzo fai a trovare un collegamento con Israele ad ogni post?!?

Linucs
Inviato: 9/12/2006 16:21  Aggiornato: 9/12/2006 16:21
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Una sola domanda: ma come cazzo fai a trovare un collegamento con Israele ad ogni post?!?

Leggo il giornale

effeviemme
Inviato: 9/12/2006 16:28  Aggiornato: 9/12/2006 16:28
Mi sento vacillare
Iscritto: 28/6/2006
Da:
Inviati: 698
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
non tanto rumore per nulla, ma per tutti i motivi citati nel post di Linux.
Welby invece che a Napolitano, potrebbe chiedere aiuto ad un bravo tecnico di computer (se ce ne fosse uno disposto a farlo) per programmare la possibilità di comandare di persona lo spegnimento di quello che controlla le macchine che lo "obbligano" attualmente a restare "in vita.
non ho la sfortuna che è toccata a Welby,
riconosco che non posso conoscere quel che prova, sono solo addolorato che non trovi la soluzione che vuole.

Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera - S. Quasimodo.
nike
Inviato: 9/12/2006 16:44  Aggiornato: 9/12/2006 16:44
Mi sento vacillare
Iscritto: 7/3/2006
Da:
Inviati: 845
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Thanks to Linucs!

Grande contributo

Citazione:
Quelli che creano sono duri di cuore. Nietzsche, Friedrich. Così parlò Zarathustra: II, Dei compassionevoli
Ramingo
Inviato: 9/12/2006 19:51  Aggiornato: 9/12/2006 19:52
Mi sento vacillare
Iscritto: 13/10/2005
Da: Puglia
Inviati: 657
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla

La storia insegna che quando si diventa indifferenti e si perde la volontà di combattere, qualcuno che ha la volontà di combattere prenderà il sopravvento. Colonel Arthur "Bull" Simons
manneron
Inviato: 9/12/2006 20:36  Aggiornato: 9/12/2006 20:36
Mi sento vacillare
Iscritto: 20/2/2006
Da:
Inviati: 951
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Continuo a rimanere esterefatto difronte a certe cose e lo ripeto: se vuole staccare la spina non c'è niente di più semplice che passare a wodafone e problema risolto.

effeviemme
Inviato: 9/12/2006 22:07  Aggiornato: 9/12/2006 22:31
Mi sento vacillare
Iscritto: 28/6/2006
Da:
Inviati: 698
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
rif.
Machines will perform euthanasia

ho tentato una traduzione maccheronica dell'articolo e mi pare di capire che esiste già qualcosa di "normalmente" applicato a certe macchine mediche.
dannazione agli anglofoni!, perchè non scrivono in italiano?!
se ho afferrato il concetto, la libertà di scelta è molto più semplice da attuare.
ma qui da noi è più difficile da predisporre,vero?


fvm

edit fvm 22.50

Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera - S. Quasimodo.
fiammifero
Inviato: 9/12/2006 23:01  Aggiornato: 9/12/2006 23:01
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Linucs sei da OSCAR

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Rolly
Inviato: 10/12/2006 0:03  Aggiornato: 10/12/2006 0:05
Ho qualche dubbio
Iscritto: 7/10/2005
Da: Valle d'Aosta
Inviati: 104
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Redazzucco:
Citazione:
Se un Testimone di Geova rifiuta una trasfusione di sangue in punto di morte nessuno può imporgliela: perchè allora il tubo a Welby sì, ma il sangue al Testimone no?


L'argomento è piuttosto spinoso, e temo che neanche tutti i medici legali siano d'accordo fra loro...

Io ne so poco perchè mi occupo di bambini, quindi la situazione è parecchio diversa.

Per quel che ne so io non appena un testimone di geova (adulto e capace di intendere e volere) perde coscienza, perde la sua capacità di intendere e volere e quindi puoi/devi fargli la trasfusione, e poi si vede se tira le cuoia o no.

Diverso il caso della ragazza che non si è fatta amputare l'arto, perchè evidentemente dal momento della perdita di coscienza non c'era più la possibilità medica di salvarle la pelle (immagino sia morta per setticemia, quindi non fai in tempo a salvarla).

Se il sig. Ratzinger mi scomunicasse sarebbe per me motivo di orgoglio.
Redazione
Inviato: 10/12/2006 7:57  Aggiornato: 10/12/2006 8:00
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Più di una volta chiesi a Linucs, in passato, di scrivere degli articoli. Poi ho smesso di chiederglielo, tanto ho capito che li fa già lo stesso. Basta cercarli nei commenti.

Anzi, spesso sono ancora meglio.

°°°°°°°°°

ROLLY: Praticamente, la volontà dell'individuo non conta nulla. Appena perdi conoscenza, fanno comunque il contrario di quello che gli hai detto di fare.

E se poi il TdG si riprende, cosa fa? Li denuncia perchè adesso ha adosso anche il sangue di un altro?

spettatore
Inviato: 10/12/2006 10:29  Aggiornato: 10/12/2006 10:29
Mi sento vacillare
Iscritto: 15/11/2004
Da:
Inviati: 883
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Mentre si attende una risposta "istituzionalizzata" chi vuole, chi può, chi sa come fare, chi ci crede, chi non ci crede, può rivolgere una preghiera o un pensiero al sig. Welby ed alla sua dolorosa situazione. Se siamo creatori di mondi con l'energia dei nostri pensieri, male non possiamo fargli.


Lo spettatore

P.S. Linucs santo subito!!!

Citazione:
Non metterti a discutere con un idiota. La gente potrebbe non accorgersi della differenza.
spinox
Inviato: 10/12/2006 17:07  Aggiornato: 10/12/2006 17:14
Ho qualche dubbio
Iscritto: 13/1/2006
Da:
Inviati: 262
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
NESSUNO oggi decide come morira', a meno che:
1) non venga ucciso;
2) non tenti il suicidio in maniera efficace;
e, SOPRATTUTTO:
3) non sia solo al mondo (ed in mezzo al deserto, per giunta) quando accadra'.

vecchietta di 97 anni, shock settico, temperatura 39 e 8, frequenza cardiaca e pressione sistolica in rapido calo.
se prendete tre medici, due diranno "non accaniamoci...", uno dira' "per intubare!".
se prendete tre parenti stretti, due diranno "lasciamola andare...", uno dira' "fate qualcosa!".
la vecchietta e' un pezzo che non dice piu' niente.

ma, anche l'avesse detto (ad esempio con il "proverbiale testamento biologico") chi puo' assicurarci che non abbia, nel frattempo, cambiato idea?
perche' puo' sempre arrivare un diabolico giudice democratico ed accusarti di omissione di soccorso.

testimone di geova, emoglobina in rapido calo.
"senta, ha l'hb a 7 punto 8, sarebbe meglio trasfondere queste emazie concentrate"
"mi spiace, la mia confessione me lo vieta"
"mhh, in 6 ore ha perso un'ulteriore grammo di emoglobina, presto andra' in stato di shock"
"sia fatta la volonta' del signore"
"guardi che cosi' rischia la vita"
"e allora affanculo la rel..." e sviene.
cosa stava per dire? la mettiamo su o no 'sta cazzo di sacca di sangue?
magari voleva dire "religione", anzi l'ha detto proprio. ma non ha avuto il tempo di firmare il consenso informato.
il parente stronzo che esercita la liberta' individuale di andare dall'avvocato si trova sempre.
che mestiere di merda il medico.

ah, e se il nostro protagonista fosse un minorenne? chi decide? la legge cattiva? paura, eh?

ed ora, tenetevi stretti, pronunciero' le parole "codice civile" e "costituzione", che ad alcuni fanno spavento piu' di pipi' e pupu'.

la costituzione dice che la salute e' un diritto inviolabile della persona. salute non vuol dire solo fare tre rampe di scale senza il fiatone.
il codice civile dice che non si puo' disporre del proprio corpo se da questo ne deriva un'invalidita' permanente.

in virtu' di queste norme posso:
tagliarmi una gamba se ho la gangrena (la mia salute aumenta);
tagliarmi il pisello e diventare donna (se sento di trarne giovamento);
estirparmi un feto dal ventre (se dopo sono piu' contenta);
privarmi di un po' del mio sangue (l'invalidita' e' transitoria).

in virtu' di queste norme non posso:
togliermi un rene e venderlo. anzi, se lo faccio, non mi ridanno il rene e vado pure in galera.
e' chiaro che lo stato lo fa per schiavizzarci tutti. perche' il rene e' mio e lo gestisco io.

"fosse riconosciuto, il giocattolo si romperebbe: se posso decidere come morire, allora a maggior ragione potrò decidere come vivere. Orrore, orrore."

la tesi e' interessante. peccato che esistano nazioni in cui questa possibilita' di scelta e' riconosciuta e, stranamente, il giocattolo e' ancora li' bello funzionante.
probabilmente, in quei posti, il malvagio organismo sociale e' un plagiatore di primo ordine.
oppure, la' i collettivizzati ingranaggi sono ancora piu' fessi.

(ma non si chiamava harvey, il coniglio?) buona e lunga vita a tutti, spinox.

ps.: di trattamenti sanitari obbligatori ne parliamo un'altra volta...

soleluna
Inviato: 10/12/2006 18:14  Aggiornato: 10/12/2006 18:14
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
L'argomento è delicato e tocca corde personali ed emotive molto forti.

L'idea di poter scegliere per se e solo per se è quella più vicina al mio sentire.

Nel caso specifico credo ci sia un uomo la cui salute, non ha nulla più di questo nome, è condannato a morire, soffrendo, e la terapia in questo caso prolunga solo un agonia, che senza strumentazione artificiale si sarebbe già di per se interrotta.

Un uomo che a gran voce chiede solo per se stesso la fine di questa cura che così rasenta più la tortura. Non ha alcuna speranza di migliorare.

Quest'uomo ha una dignità che non ha il tempo delle leggi e delle dissertazioni filosofiche, tempo che per lui è solo sofferenza aggiunta.

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
davlak
Inviato: 10/12/2006 21:48  Aggiornato: 10/12/2006 21:48
Mi sento vacillare
Iscritto: 3/6/2006
Da:
Inviati: 678
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
meno male che esiste LC...

e Linucs...un post davvero da incorniciare.

«Proclamare il diritto all'uguaglianza in una società che ha bisogno di una massa di schiavi salariati vuol dire aver perso la testa» (F. Nietzsche)
Linucs
Inviato: 10/12/2006 23:57  Aggiornato: 10/12/2006 23:57
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
ma, anche l'avesse detto (ad esempio con il "proverbiale testamento biologico") chi puo' assicurarci che non abbia, nel frattempo, cambiato idea? perche' puo' sempre arrivare un diabolico giudice democratico ed accusarti di omissione di soccorso.

Ecco il motivo per cui dobbiamo adottare un sano pragmatismo sociale: siccome la vecchia grava sulla sanità, si può tranquillamente staccare la spina. Per "vecchio" intendiamo ovviamente chiunque in età pensionabile, che è un peso (quasi) morto per definizione. Si stabilirà che la maggiore età coincide con l'età pensionabile, in modo da poter decidere liberamente della sorte dei rimanenti.

Vediamo come!

magari voleva dire "religione", anzi l'ha detto proprio. ma non ha avuto il tempo di firmare il consenso informato.

Anche qui, è sufficiente chiedersi: il testimone è in età pensionabile? Sì o no.

Se non lo è, si deciderà se deve vivere o crepare in base a delle quote etniche assegnate dal Ministero dell'Armonia Sociale, per garantire una società veramente equilibrata. Le quote saranno aggiornate quotidianamente e il medico le potrà consultare in tempo reale. Bisogna anche considerare che l'europeo medio ha un'impronta ecologica più devastante sul pianeta, quindi le quote rifletteranno anche queste considerazioni di carattere ecologico.

il parente stronzo che esercita la liberta' individuale di andare dall'avvocato si trova sempre.

Quindi il medico è libero di rifiutare un paziente a rischio e rifilarlo a qualche altro medico già sputtanato per non vedersi rovinare il rating? Fico! Potremmo avere un pool medici col rating sputtanato, i quali si occuperanno unicamente dei poveri, che tanto non fanno causa a nessuno perché non hanno soldi per l'avvocato. I ricchi, che invece hanno soldi per l'avvocato, verranno semplicemente congelati. Ecco risolti due problemi.

ah, e se il nostro protagonista fosse un minorenne? chi decide? la legge cattiva? paura, eh?

Il minorenne, volendo adottare l'odierna definizione, va sempre salvato perché deve ancora contribuire alla società, e rappresenta ancora un costo puro e distillato, non ammortizzato dai contributi. Quindi gli si deve dare occasione di ripagarci tutti. A meno che non rientri nelle quote etniche di cui sopra.

C'è poi un caso speciale, ovvero quello dei bambini poveri. Questi verranno tenuti in coma farmacologico, come deposito di organi per i bambini ricchi, che si potranno permettere i trapianti! Il che è un vantaggio, perché abbiamo appena visto che verrebbero comunque curati dai macellai. Poi si sa che i poveri fanno più figli, quindi tra ricchi e poveri si potrà stabilire un rapporto costante, che chiamaremo riserva frazionaria degli organi. Ma una maggiore offerta di organi porterà più bambini ad ammalarsi, quindi ogni tanto se ne accopperà qualcuno, in base alla fredda logica del profitto.

la costituzione dice che la salute e' un diritto inviolabile della persona.

Dice anche che il servizio militare è obbligatorio, con le dovute conseguenze sulla salute, lasciando ovviamente l'arbitrio alla legge vigente che può essere modificata in qualsiasi momento. Tutela sì, ma non troppo. Dio benedica la Patria!

il codice civile dice che non si puo' disporre del proprio corpo se da questo ne deriva un'invalidita' permanente.

Quindi se tento il suicidio, e mi viene male, vado in carcere?

in virtu' di queste norme posso:

Ottimo, puoi. Ma può farlo qualcun altro contro la tua espressa volontà, in assenza di incoscienza o grave demenza? Lo chiedo perché non vorrei che qualcuno staccasse una gamba a Lapo Elkann mentre parla dei sogni che vende al posto dei prodotti.

in virtu' di queste norme non posso: togliermi un rene e venderlo. anzi, se lo faccio, non mi ridanno il rene e vado pure in galera.

Però chi ha ricevuto il rene non si becca la galera. Spero che almeno il compenso ti venga sequestrato, altrimenti i poveri avranno un incentivo ad andare in carcere senza un rene, facendosi mantenere dalla società, per far avere il compenso alla propria famiglia. Soluzione: tassiamo le rendite della vendita di organi, dico io! Così sarà tutto legale! Gli evasori si faranno operare in cliniche clandestine, e moriranno come meritano: due piccioni, una fava.

e' chiaro che lo stato lo fa per schiavizzarci tutti. perche' il rene e' mio e lo gestisco io.

Mio non è, quindi se non è tuo non so di chi sia. Forse è di Dio, come l'anima immortale. Forse il rene ha una sua piccola anima, e l'aborto è un triplice omicidio! Spero che nessuno lo dica a Ratzinger e all'Avvenire.

la tesi e' interessante. peccato che esistano nazioni in cui questa possibilita' di scelta e' riconosciuta e, stranamente, il giocattolo e' ancora li' bello funzionante.

Da cui l'emendamento. Quindi siamo al punto di prima.

probabilmente, in quei posti, il malvagio organismo sociale e' un plagiatore di primo ordine. oppure, la' i collettivizzati ingranaggi sono ancora piu' fessi.

Ipotesi da non scartare, vista la merda che mangiano in Olanda e UK, per dirne una, ma sto divagando.

(ma non si chiamava harvey, il coniglio?)

Dipende dal coniglio. Ora che abbiamo due conigli, vale la pena tassare pure quelli, insieme ai piccioni e alle fave.

spinox
Inviato: 11/12/2006 0:38  Aggiornato: 11/12/2006 0:38
Ho qualche dubbio
Iscritto: 13/1/2006
Da:
Inviati: 262
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
oscar per linucs.
mi presti una delle magliette con scritto su "rivolta fiscale"?
contribuiro' anch'io a salvare le genti dal giogo statalista.
poi te la lavo, promesso.

Ashoka
Inviato: 11/12/2006 1:28  Aggiornato: 11/12/2006 1:29
Sono certo di non sapere
Iscritto: 11/7/2005
Da:
Inviati: 3660
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Citazione:
oscar per linucs.
mi presti una delle magliette con scritto su "rivolta fiscale"?


Il guardaroba con le magliette:

"voto il meno peggio, per fare la legge sul conflitto di interessi"

"Nel paese c'è bisogno di legalità: per questo voglio Mastella alla giustizia"

"Ieri missioni di guerra; con noi missione solidali di pace!"

"meno finanziamenti ordinari al settore militare, ma tanti fondi straordinari in più"

"calci in culo per tutti, se siete ancora vivi è perché evadete il fisco"

non ti è più sufficiente?

spinox
Inviato: 11/12/2006 8:19  Aggiornato: 11/12/2006 8:19
Ho qualche dubbio
Iscritto: 13/1/2006
Da:
Inviati: 262
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
no, quelle le mettevo nel periodo in cui non capivo un cazzo.
ora ho deciso di venderle in nero a qualche coglione.
ragazzi, solo taglia M per chi e' interessato.

spinox
Inviato: 11/12/2006 19:36  Aggiornato: 11/12/2006 19:36
Ho qualche dubbio
Iscritto: 13/1/2006
Da:
Inviati: 262
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/12_Dicembre/11/welby.shtml

"È ammissibile e va accolto il diritto di Piergiorgio Welby a interrompere il trattamento terapeutico non voluto. Ma al tempo stesso «è inammissibile» il ricorso laddove si chiede che ai medici sia ordinato di non ripristinare la terapia «perché trattasi di una scelta discrezionale affidata al medico»."
(...)
"i Pm romani ricordano l'articolo 37 del codice deontologico il quale prevede: «In caso di malattia a prognosi sicuramente infausta o pervenute alla fase terminale, il medico deve limitare la sua opera all'assistenza morale e alla terapia atta a risparmiare inutili sofferenze, fornendo al malato i trattamenti appropriati a tutela, per quanto possibile, della qualità di vità»."

Linucs
Inviato: 16/12/2006 20:25  Aggiornato: 16/12/2006 20:25
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: Welby e suicidio assistito: Tanto rumore per nulla
Caso Welby, per giudice ricorso inammissibile

ROMA (Reuters) - Il giudice romano chiamato a giudicare se ingiungere o meno ai medici di staccare il respiratore a Piergiorgio Welby, il 60enne malato di distrofia muscolare che nelle scorse settimana ha chiesto anche al presidente della Repubblica di poter morire, ha deciso oggi che il ricorso è inammisibile.

Lo riferiscono i legali dello stesso paziente, Riccardo Maia e Vittorio Angiolini, che non hanno ancora deciso se impugnare o meno la sentenza.

Welby è costretto a letto, attaccato a un respiratore. Ancora lucido, nonostante le gravi condizioni, comunica attraverso un computer che interpreta i movimenti degli occhi.

Non sopportando il crescente dolore, l'uomo ha chiesto, attraverso i suoi avvocati, che la giustizia imponga ai medici di staccare il respiratore e di continuare al tempo stesso a somministrargli sedativi, affinché possa affrontare la morte senza ulteriori sofferenze.

Per i legali, i medici non hanno il diritto di tenerlo in vita contro il suo stesso volere, praticando dunque quello che viene definito "accanimento terapeutico".

Nelle 15 pagine, il giudice Angela Salvio spiega che Welby ha effettivamente diritto a vedere rimosso il respiratore, ha spiegato a Reuters l'avvocato Angiolini, "ma che però l'ordinamento (giuridico attuale) non contiene una disciplina sufficientemente dettagliata, soprattutto sulle modalità con cui il diritto (di Welby) va imposto al medico".

Ma tu guarda: lorsignori hanno trovato un diritto che non riescono ad imporre. Quando si trattava di sequestrare giovani destinati al servizio di leva, l'imposizione del diritto funzionava perfettamente. Anche quando si tratta di fottere soldi al medico il diritto funziona egregiamente e l'imposizione risulta piuttosto efficiente.

Forza e coraggio: altri vent'anni di Pulmocare e poi forse avremo anche l'ordinamento giuridico.

Il medico che ha in cura l'uomo non intende infatti staccare il respiratore.

"Nella prima parte delle motivazioni il giudice dice che il paziente ha diritto a rifiutare le cure, anche se l'interruzione può porvocare la morte... ma il ricorso è inammissibile perché il medico non sarebbe coercibile".

Cambiare medico?

Ricordate, bambini: fatevi sempre spiegare dal vostro medico quanto tempo vi resta prima di essere incapaci di tirarvi una revolverata in testa in omaggio all'ordinamento giuridico, e togliete un paio d'anni per sicurezza.


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