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Medicina : Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologazione
Inviato da Mnz86 il 19/10/2006 21:16:17 (13160 letture)

di Andrea Franzoni

Si chiamano «sport-compulsivi», sono mezzo milione solo in Italia e, estratti da qualche cilindro durante l’ultimo Congresso della Società italiana di psichiatria, costituiscono l’ultima frontiera della sindrome psichica. La loro colpa, o meglio il loro problema, è quello di evidenziare una «dipendenza psicologica», concetto tabù per il razionalismo su cui la psichiatria si crede di fondare quanto il “vizio” (o “peccato”) lo è per il pensiero cristiano.

La psichiatria è una disciplina giovane che sta affinando le sue armi e che sta seguendo, riprendendone in gran parte i caratteri, le gloriose orme della religione nel tentativo di creare ed imporre un modello etico e comportamentale condiviso producendo conformismo, stabilità e controllo sociale. Fondata su basi apparentemente opposte, ma in realtà quasi speculari, essa ha tutte le credenziali in regola per affermarsi, nel futuro immediato, come nuovo strumento di omologazione e compattazione del “corpo sociale”. Con una sola novità: il presunto fondamento illuminista, “scientifico”, “colto”, certo più adatto ai tempi dell’usurata mitologia religiosa, …

… che rende la psichiatria potenzialmente ancora più solida, categorica e –forse- pericolosa della sua antenata.

Il concetto chiave sul quale questa possibile –e in parte già in atto- rivoluzione (destinata, come il termine indica, a riassestarsi dopo un’apparente svolta –dalla religione alla psichiatria- nella medesima posizione di promozione dell’omologazione) si basa è quello, spesso sulla bocca dei mezzi di comunicazione, di “dipendenza psicologica”.

«Chi vive la forma fisica come un’ossessione - spiega Mauro Carta, associato di psichiatria all’Università di Cagliari - sperimenta una vera sindrome d’astinenza e si sente male se è costretto a stare lontano dalla palestra». Nel caso specifico si arriva quindi a parlare, riferendosi all’attività sportiva, come di una potenziale «droga» che provoca “psicodipendenza” nel 10% dei frequentatori dei centri fitness. «L'esercizio fisico, per il compulsivo dello sport e' fonte di sicurezza e stabilità emotiva- spiega l’esperto- ma purtroppo, come per qualsiasi dipendenza esiste una forte correlazione con altre patologie mentali più e meno gravi».

Lo sport-dipendente quindi ottiene, grazie allo sport, sicurezza e stabilità emotiva ma ciò è male perché c’è qualcosa di tanto minaccioso, nel mezzo, da oscurare l’importante fine raggiunto. «L'allenamento compulsivo –spiega infatti l’agenzia ANSA- si associa nel 30% dei casi a disturbi alimentari come anoressia e bulimia correlati a leggere forme di depressione; un altro 10% di sport-dipendenti presenta disturbi della personalità». In più, minaccia il comunicato basandosi su una ricerca fatta mediante interviste su un campione di 232 frequentatori, il 3% degli sport-compulsivi corre il rischio di arrivare fino all’uso di sostanze dopanti per migliorare le proprie prestazioni.

La prima osservazione che ogni giornalista e soprattutto ogni lettore dovrebbe fare è questa: il fatto che il 30% di coloro che si sfiancano frequentemente in palestra soffra di disturbi alimentari (anoressia, bulimia), così come il fatto che il 3% di loro arrivi a far uso di doping, è dovuto ad una presunta «dipendenza psicologica» o piuttosto dal fatto che solo chi fa molta attività fisica ha “bisogno” di doping –ovviamente- e che molti di coloro che già soffrono di anoressia frequentino assiduamente, nel tentativo di diminuire ulteriormente il loro peso, i centri fitness (e non le trattorie)?

L’impressione è che il rapporto causa-effetto sia rovesciato ad arte tanto che è la palestra a causare l’anoressia e non l’anoressia a “trascinare” il soggetto, nel corso del suo percorso di autodistruzione, verso una frequentazione assidua dei centri fitness. E’ più che evidente che dopati e anoressici frequentino le palestre naturalmente, e non sotto l’influsso di qualche strana dipendenza. Questi numeri, tuttavia, sono solo fumo negli occhi con i quali si cerca di dare una parvenza di scientificità, di fronte all’opinione pubblica, a qualcosa che di fondato non ha nulla. Quello che la psichiatria teme e tenta di correggere è, infatti, l’aspetto irrazionale che c’è nella pratica “maniacale” di uno sport o di qualunque altra cosa.
* * *
La lente non si concentra sulle cause e sui meccanismi che generano insicurezze, insoddisfazioni e sofferenze ma condanna le pratiche, giudicate “ossessive” (in psichiatria lo sono i comportamenti o i pensieri irragionevoli accompagnati da stati d’ansia) e eccessive, attraverso i quali si cerca una serenità e –paradossalmente- un equilibrio interiore.

La psichiatria è infatti una disciplina che nasce dal tentativo di spiegare l’inconscio, i lati “oscuri” della mente umana e, quindi, l’irrazionale –ma anche l’istinto- presente nell’uomo. Chi non segue, nel proprio ragionamento, procedimenti logici e razionali è, per la psichiatria, un soggetto anomalo, deviato, da correggere per normalizzare. Il soggetto affetto da “dipendenza psicologica” è un soggetto non libero nel proprio processo decisionale: egli è come deviato dalla via della ragione e questo, per lo psichiatra, è un elemento negativo da correggere e escludere.

L’uomo “standard” è sereno, indipendente, perfettamente libero ed in grado di prendere ogni decisione in autonomia, usando illuministicamente al meglio il dono della ragione e valutando cause ed effetti, costi e benefici, fino ad optare per la soluzione migliore. L’uomo “psicodipendente”, al contrario, è un uomo debole e trascinato dai bassi istinti, dai fumi dell’alcol o della palestra che oscurano il suo raziocinio e che rischiano di metterlo, ad ogni bivio, nelle condizioni di risultare dannoso per sé o –soprattutto- per gli altri andando magari ad ingrossare la schiera dei killer psicopatici “incapaci di volere”. Compito dello psichiatra è quello di mantenere gli uomini puri da dipendenze e stranezze; di difendere la società dall’imponderabile costruendo un mondo di uomini retti, di plastica, fedeli alla sola applicazione della propria ragione.

In questa prospettiva (ingabbiare l’anormale e l’irrazionale quando ancora si presenta allo stato embrionale nel tentativo di omologare per scongiurarne dimostrazioni più gravi) anche un bambino irrequieto (ADHD, Sindrome da Iperattività e Deficit di Attenzione, sedata in milioni di bambini nel mondo con psicofarmaci di derivazione anfetaminica), introverso (“Disturbi del comportamento) o “Tecnomaniaco” (o “sindrome del giapponesino”, psicodipendente da computer e telefonino, pandemia denunciata nel medesimo convegno) è un potenziale pericolo, un attentato all’ordine da riportare dentro i canoni e da rieducare prima che possa degenerare in manifestazioni pericolose anche per gli altri.

Ogni segnale “anomalo”, minaccia infatti la psichiatria, può essere la radice –per esempio- di una strage familiare, di pedofilia o di violenza domestica, che devono per forza avere una spiegazione e dei sintomi preliminari che bisogna imparare a identificare. «Il comportamento del paziente –infatti- non può più essere ridotto ad una somma di sintomi, ma va analizzata l’intera storia personale, il percorso di vita». Per scoprire la “fabbrica del mostro”.

Il problema però non è semplice: l’uomo è infatti profondamente guidato dalle dipendenze psicologiche tra le quali si possono annoverare le piccole abitudini, le comodità, le manie, l’irrazionalità costruita dal consumismo fino ai sentimenti più elevati e necessari quali l’amore. Per non parlare dei “colpi di genio” o dell’arte, apoteosi dell’irrazionale ma nel contempo orgoglio del genere umano. E non esistono evidenze biologiche alle sindromi teorizzate dalla psichiatria mondiale.

* * *

Questa crociata razionalista è in evidente continuità con l’opera cominciata, sulla base degli stessi timori, dalla religione. La completa libertà di scelta razionale è infatti la versione post-illuminista del cattolico libero arbitrio e la “dipendenza psicologica” è la versione speculare del “peccato” che porta l’uomo a tradire la propria essenza. Stabilisce il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Il peccato è una mancanza contro la ragione, la verità, la retta coscienza; è una trasgressione in ordine all'amore vero, verso Dio e verso il prossimo, a causa di un perverso attaccamento a certi beni. Esso ferisce la natura dell’uomo e attenta alla solidarietà umana». Allo stesso modo, parafrasando, la dipendenza psicologica è una mancanza contro la ragione e la verità, che si manifesta attraverso un perverso attaccamento a determinate realtà (es. palestra, amore, giornalismo), che ferisce la natura (razionale) dell’uomo e attenta ai normali rapporti interpersonali (“disturbi del comportamento”).

Si ripropone così, in chiave moderna, il vecchio dualismo medievale (ma figlio della Grecia classica) tra materia e “mondo delle idee”, tra bassi istinti e alta metafisica (oggi ragione), tra vizi carnali e “atarassia” (assenza di bisogno), tra turbamenti terreni e Nirvana. L’uomo deve sopprimere i suoi desideri e il suo istinto, fin dalle questioni più quotidiane, fino al perseguimento di un dominio completo del raziocinio sullo spirito e sulla maligna carne.
Quello che una volta poteva essere un giudizio morale di natura sovraumana tanto pesante da portare a una correzione o all’esclusione sociale del peccatore oggi, nell’epoca in cui la religione e la sua mitologia perdono nell’occidente la loro presa sociale, è una diagnosi di sindrome o di dipendenza psichiatrica. Il look cambia e diventa più moderno; il senso però è lo stesso: preservare la società come corpo unitario attraverso l’omologazione e l’esclusione del diverso (o dell’innovatore percepito anch’esso come una minaccia).
* * *

Sia la psichiatria che la religione si servono, per l’esercizio della loro funzione, di una “casta” di ministri preposti a stabilire le regole e proprio a questa burocrazia il deviato è invitato, oggi come ieri, a rivolgersi.

Curiosamente, agli albori della psichiatria, il suo intreccio con la religione era evidente: la psichiatria era uno strumento per imporre l’etica religiosa rinchiudendo e tentando goffamente di correggere i “viziosi” tanto che, per molti anni, la classe psichiatrica ha rinchiuso, nelle proprie strutture, persone colpevoli semplicemente di condotte immorali (pigri, alcolisti, prostitute, libertini, litigiosi, vagabondi). Qualcosa di questo sodalizio innegabilmente rimane; tuttavia oggi la psichiatria è nel pieno della propria emancipazione ed evoluzione e le due entità sembrano correre su percorsi paralleli talvolta sostenendosi talvolta sfidandosi.

Il titolo dell’ultimo convegno italiano è stato proprio “Metamorfosi della Psichiatria contemporanea” e, casualmente, si è tenuto contemporaneamente al Congresso Ecclesiale di Verona. Qui Papa Benedetto XVI ha denunciato proprio «una nuova ondata di illuminismo e laicismo» e ha invitato i cattolici ad «allargare gli spazi della razionalità» per «riaprirla alle grandi questioni del vero e del bene» coniugando «teologia, la filosofia e le scienze». La religione, dunque, comprende il pericolo generale che corre, denuncia l’illuminismo e contemporaneamente pretende di continuare a proporsi come fonte di “vero” e “bene”, cioè dell’etica, basandosi proprio sulla completa ragione (scienza ma anche teologia e filosofia) che arroga a sé.

Religione e psichiatria, come detto, hanno lo stesso obiettivo: l’omologazione e il conformismo.
L’omologazione della società su un modello tendenzialmente conservativo, tuttavia, non è una sovrastruttura, un qualcosa di imposto dall’alto da un misterioso e perverso potere. Il conformismo è infatti un’esigenza della società stessa che ha la necessità di riconoscersi, di identificarsi, di convivere secondo canoni e etiche coincidenti isolando l’imponderabile, ciò che cioè può minacciare il suo ordine e la sua incolumità. Religione e Psichiatria, quindi, sono un elemento funzionale alla società che è, per sua natura, basata su un’identità comune e su una tavolozza di valori, regole, canoni ai quali i membri si devono omologare e sui quali religione e psichiatria vigilano combattendo la paura del cambiamento e dell’irrazionale. La religione e la psichiatria, si potrebbe quindi dire, sono un gradino sotto al conformismo, con la sua natura legata all’istinto e al concetto di clan, in grado di usare l’una o l’altra per concretizzarsi e quindi all’origine di queste diverse manifestazioni.

L’efficacia della religione anche come strumento di potere è risieduta, per secoli, nella sua capacità di determinare, imporre e anche preservare stili di comportamento senza essere percepita come una forza arbitraria né vincolante ma, anzi, sostenuta da solide basi e rivolta –nell’immaginario comune- alla difesa del bene comune dalle minacce più svariate. Le efferatezze compiute dal potere sotto il suo sguardo, e le vicendevoli manipolazioni, sono sotto gli occhi della Storia.

Chissà che la psichiatria, in un futuro prossimo, non possa acquisire lo stesso fondamentale ruolo affermandosi come forma di controllo, condanna e repressione socialmente condivisa di ogni comportamento per qualche motivo “straniero” e sconveniente.

Nuove streghe, grandi o piccole, da bruciare sull’altare della ragione.

Andrea Franzoni (Mnz86)

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
Redazione
Inviato: 19/10/2006 21:17  Aggiornato: 20/10/2006 5:27
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
KARL KRAUSS, contemporaneo e concittadino di Freud, scrisse: "La psichiatria è una malattia travestita da cura".

Forgil
Inviato: 19/10/2006 21:45  Aggiornato: 19/10/2006 21:45
Ho qualche dubbio
Iscritto: 23/8/2006
Da: Villa Bacilla
Inviati: 211
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Fu stupendo quando qualche settimana fa La Nazione riportò un articolo riguardo ai pedofili sulle chat-sms definendo il cellulare -testualmente- "indispensabile alla sopravvivenza di qualsiasi ragazzino sopra i 10 anni".
A parte l'evidente ritrosia a chiamare "bambino" un rispettabile abbonato telefonico, secondo quel ragionamento io e buona parte degli utenti di questo sito dovremmo essere considerati i sopravvissuti all'era pre-mobile, reduci che non hanno visto un cellulare fino ai 15 anni...Certo che un bambino di 12 anni è cellularedipendente, è logico, visto che il telefono sostituisce ormai il ciuccio nello svezzamento!!!Ma in fondo, se nessuno si inventasse più nuove malattie avremmo ancora più disoccupati.

"Le uniche idee a cui abbiamo diritto sono quelle che mettiamo in pratica" informazione alternativa peacereporter
CaCo
Inviato: 19/10/2006 22:16  Aggiornato: 19/10/2006 22:16
So tutto
Iscritto: 28/5/2006
Da: Lugano (CH)
Inviati: 13
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Nonostante tutto, qualunque genere di alta filosofia, alla ricerca della verità, è arrivata all'ideale della ragione come strumento per raggiungere la serenità interiore...vedi Socrate, Platone, Siddharta...il problema non sta nelle idee dell'Illuminismo, bensì nel modo in cui attua la selezione la psichiatria.
Anche nel mondo della religione era così: il messaggio fondamentale, sia esso cristiano, ebraico, musulmano, zoroastrista o pincopallinista, era di pace e amore, esaltando la ragione, sì, finalizzata alla pace interiore, ma non certo al controllo delle masse, cosa che invece cercarono diversi papi, e cercano adesso diversi imam idioti, che spingono la gente a fare quello che Dio non ha detto pensando di fare la cosa giusta. Attenzione: messaggio iniziale e interpretazione successiva sono diverse!

Marco M
Inviato: 19/10/2006 23:30  Aggiornato: 19/10/2006 23:30
Mi sento vacillare
Iscritto: 2/8/2006
Da:
Inviati: 826
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Del resto, sia psichiatria che religione hanno a che fare con le folle e i folli.

Citazione:
Religione e psichiatria, come detto, hanno lo stesso obiettivo: l’omologazione e il conformismo.

Oltre che la propria sopravvivenza ed il potere.
+ malati/fedeli= + potere

fiammifero
Inviato: 20/10/2006 0:39  Aggiornato: 20/10/2006 0:39
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Bell'articolo che ha messo in evidenza che la psichiatria,la psicologia sono figlie del giudaismo e cristianesimo in quanto i suoi inventori erano figli del tempo e di tali dottrine e che ha fatto più danni che mai perchè prontamente asservita dal potere con lusinghe e nessun osteggiamento.
Anche se c'è da fare dei distinguo,al buon senso,alle esperienze sono state apposte argomentazione scientifiche e farmaceutiche,tanto da far in modo di dubitare delle proprie risorse e ricorrere sempre più spesso dallo specialista per sapere e capire quello che già sappiamo.
Tempo fà avevo messo l'accento anche sulla manipolazione e l'asservimento dei test di intelligenza quali strumenti per omologare e selezionare le persone.Sono da per tutto,fin dalle scuole elementari proprio per fare una cernita secondo gli scopi prefissi al momento,e tali da condizionare sottilmente e subdolamente i futuri comportamenti ed orientamenti di vita delle persone.
A queste nuove religioni,io aggiungerei anche la statistica,quella pubblicizzata,che orienta gusti,mode,opinioni così come i sondaggi di "Porta a Porta"

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
pegasys
Inviato: 20/10/2006 0:57  Aggiornato: 20/10/2006 0:57
So tutto
Iscritto: 5/10/2006
Da: Milano
Inviati: 5
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Solo un paio di considerazioni che spero possano essere utili a tutti e innescare qualche riflessione su questo tema.

Andrea Franzoni scrive:
"Religione e psichiatria, come detto, hanno lo stesso obiettivo: l’omologazione e il conformismo."

Poco più avanti scrive anche:
"La religione e la psichiatria, si potrebbe quindi dire, sono un gradino sotto al conformismo, con la sua natura legata all’istinto e al concetto di clan, in grado di usare l’una o l’altra per concretizzarsi e quindi all’origine di queste diverse manifestazioni."

Dunque, quale delle due? Religione e psichiatria che perseguono il conformismo, o il conformismo che genera religione e psichiatria?
Personalmente sono più vicino alla seconda ipotesi. E' dalla società che nascono alcuni bisogni, ed è la società stessa che crea i modi per soddisfarli.
Inoltre, affermare perentoriamente che la religione ha come obiettivo il conformismo e l'omologazione mi sembra un po' eccessivo. Senza dubbio il significato etimologico della parola potrebbe sostenere questa affermazione (religione: dal lat. religare = unire insieme), ma di quale religione stiamo parlando? Di tutte le religioni? Oppure Franzoni intendeva dire che l'uso improprio o l'errata interpretazione del messaggio religioso possono causare conformismo e omologazione e di conseguenza esercitare una qualche forma di potere? Non dimentichiamoci che il cuore di molte religioni, come il Cristianesimo, è la libertà dell'uomo e la sua emancipazione. Il Vangelo, o "Buona Notizia" ci offre una speranza e ci libera dalla paura: la morte non è l'ultima parola, la morte è vinta nell'amore. E così, anche per altre religioni: il Budda vive una libertà che quasi ci spaventa e la sua bontà è potente, sovrumana.

Seconda serie di considerazioni: Franzoni ha riportato qualche contenuto del discorso tenuto oggi da papa Ratzinger a Verona:

"Qui Papa Benedetto XVI ha denunciato proprio «una nuova ondata di illuminismo e laicismo» e ha invitato i cattolici ad «allargare gli spazi della razionalità» per «riaprirla alle grandi questioni del vero e del bene» coniugando «teologia, la filosofia e le scienze»".

Vorrei citare un altro passo del medesimo discorso del papa:

"La Chiesa, dunque, non è e non intende essere un agente politico. Nello stesso tempo ha un interesse profondo per il bene della comunità politica, la cui anima è la giustizia, e le offre a un duplice livello il suo contributo specifico. La fede cristiana, infatti, purifica la ragione e l’aiuta ad essere meglio se stessa: con la sua dottrina sociale pertanto, argomentata a partire da ciò che è conforme alla natura di ogni essere umano, la Chiesa contribuisce a far sì che ciò che è giusto possa essere efficacemente riconosciuto e poi anche realizzato. A tal fine sono chiaramente indispensabili le energie morali e spirituali che consentano di anteporre le esigenze della giustizia agli interessi personali, o di una categoria sociale, o anche di uno Stato: qui di nuovo c’è per la Chiesa uno spazio assai ampio, per radicare queste energie nelle coscienze, alimentarle e irrobustirle. Il compito immediato di agire in ambito politico per costruire un giusto ordine nella società non è dunque della Chiesa come tale, ma dei fedeli laici, che operano come cittadini sotto propria responsabilità: si tratta di un compito della più grande importanza, al quale i cristiani laici italiani sono chiamati a dedicarsi con generosità e con coraggio, illuminati dalla fede e dal magistero della Chiesa e animati dalla carità di Cristo."

Dunque, spetterebbe ai fedeli laici il compito di agire in ambito politico per costruire un giusto ordine nella società. Mi viene un po' da sorridere perchè sembra quasi che, vista la grave crisi vocazionale che sta investendo l'occidente cristiano cattolico, si faccia un tentativo di "arruolamento" tra le fila dei fedeli laici che da "cittadini sotto propria responsabilità" possono contribuire all'ordine e alla giustizia.
Battute a parte, queste parole si possono leggere e interpretare in mille modi; permettetemi di dare la mia personale interpretazione che dedico con tutto il cuore a "Luogocomune".
Sono indispensabili energie morali, spirituali e politiche che antepongano le esigenze della giustizia, quella vera, quella che chiedono da 5 anni ormai i familiari delle vittime dell'11 settembre, agli interessi personali, persino di uno Stato. Spetta ai cittadini laici, a tutti noi operare per il vero bene e per la giustizia! Dunque, se proprio 'sta religione, 'sto papa, 'sti politici, ci vogliono omologare, conformare, controllare, utilizziamo la nostra intelligenza e la nostra libertà per leggere anche nei loro discorsi le parole che ci serve sentire, per avere la forza e il coraggio di andare avanti, qui su Luogocomune, e mi auguro molto presto anche fuori da qui, a cercare la verità sui fatti dell'11 settembre, come su qualsiasi altro fatto che l'informazione mediata ci riporta.

Buonanotte a tutti!

Pegasys
Mnz86
Inviato: 20/10/2006 1:22  Aggiornato: 20/10/2006 1:23
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/7/2005
Da: BS
Inviati: 246
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
buonasera Pegasys

Come tu dici, per come la vedo io, "E' dalla società che nascono alcuni bisogni, ed è la società stessa che crea i modi per soddisfarli". Religione e psichiatria hanno l'obiettivo di omologare nel senso che propongono -e, una volta acquisito consenso, impongono con il consenso della società- norme comportamentali ed etiche. Forse il termine "obiettivo" in questo contesto non è il migliore possibile, credo però che questa tendenza ad omologare sia una prerogativa di entrambe.

Certo: religione e psichiatria nascono prima di tutto per il bisogno di spiegare l'inspiegabile. Allo stesso tempo, però, in esse si realizza perfettamente il conformismo, tramite una serie di norme condivise, collante di ogni società.

Citazione:
ma di quale religione stiamo parlando?


della religione "reale", quella che abbiamo sotto gli occhi, vista più da un punto di vista "sociologico" che teologico. Una religione nella quale, oggi, le persone danno l'impressione di cercare più un'ancora, una guida, una radice, un binario, piuttosto che la libertà.

'Notte

NeurOmar
Inviato: 20/10/2006 1:32  Aggiornato: 20/10/2006 1:32
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/9/2006
Da: Milano
Inviati: 101
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Postato da fiammifero
" la psichiatria,la psicologia sono figlie del giudaismo e cristianesimo in quanto i suoi inventori erano figli del tempo e di tali dottrine e che ha fatto più danni che mai perchè prontamente asservita dal potere con lusinghe e nessun osteggiamento."

Occhio a non generalizzare, una cosa è la psichiatria, che usa sul paziente un trattamento farmacologico, un'altra è la psicologia basata in sostanza sul dialogo fra paziente e psicologo. Esistono poi una infinità di scuole psicologiche ciascuna con le proprie caratteristiche...

Immagino che se in occidente la psicologia ha preso cosi' tanto piede sia proprio per la progressiva distruzione della religione, che ora rimane poco piu' che una facciata...inutile fare finta di niente, lo dico da ateo, ma un vuoto tutto questo lo lascia... Per quanto riguarda la psichiatria ne so davvero poco, ma mi associo nel riconoscere i rischi di un meccanismo che mi sforna pillole per la risoluzione di problemi spesso inesistenti...senza contare l'assenza di controllo che ha il paziente sulla cura in quanto la subisce passivamente fidandosi di una pillola di cui sa poco o nulla.Oltretutto se incanalata in certi modi è un vero e proprio strumento di controllo. Nella psicologia la parte attiva del paziente è invece fondamentale, tanto che lo psicologo spesso è soltanto uno che ascolta.

Si parla di psichiatria come di surrogato della religione, è un'idea abbastanza inquietante in effetti....Trovo pero' altrettanto inquietante l'assenza di paletti di riferimento, in definitiva senza un insieme di valori condivisi siamo soltanto dei budelli che consumano, soli.

http://www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org/

vulcan
Inviato: 20/10/2006 2:50  Aggiornato: 20/10/2006 2:51
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
La psichiatria è infatti una disciplina che nasce dal tentativo di spiegare l’inconscio, i lati “oscuri” della mente umana e, quindi, l’irrazionale –ma anche l’istinto- presente nell’uomo.


Dietro le quinte della psichiatria

Andrea prende come punto di riferimento le cosi dette dipendenze psicologiche della psichiatria (solo la formulazione delle dipendenze psicologiche! ) per infine giungere a parlarci di psichiatria e omologazione, di conformismo della società e di religione razionalista.
Mi sembra poco; molte delle cose sostenute sono interessanti e condivisibili, altre discutibili.

In generale, i limiti di contenuto dell’articolo sono individuabili a mio avviso in un analisi della psichiatria che si focalizza solo in una delle “mille sue sfaccettature” e pertanto non entra totalmente nel cuore del problema psichiatrico e della sua essenza; che dire ad esempio del grande capitolo psichiatrico della follia e del suo percorso storico tra medicina, psichiatria,sociologia e società?

Per follia… intendo quella “vera” dove l’essere umano perde totalmente la sua libertà di autonomia e di scelta.
Potremmo essere cosi temerari da definire anche quest’ultima come una etichetta?
Gli assunti e le conclusioni generali dell’articolo sarebbero sempre gli stessi?

La psichiatria non nasce nel “tentativo di spiegare l’inconscio i lati “oscuri” della mente umana e, quindi, l’irrazionale –ma anche l’istinto- presente nell’uomo ” bensi nel suo succedersi, in prima istanza isola dal contesto sociale la malattia mentale omologandola ad una sconosciuta malattia organica, sulla quale ossessivamente e inutilmente, va poi accanendosi alla ricerca del bandolo della matassa.

Solo successivamente , accorgendosi della sonora sconfitta, si premura di spostare l’attenzione non solo sul cervello come materia organica ma anche sulla mente, non solo sul soma inteso come conoscenza biologica ma anche sulla persona, non solo sul disturbo psichico , ma anche sull’uomo all’interno della società e della collettività in cui vive.
Essa, cioè, progressivamente si dota di strumenti alternativi ed aggiuntivi.

E’ invece il pensiero psicoanalitico a partire da Freud, che sviluppa un costrutto capace di definire patologico un determinato comportamento umano e contemporaneamente (paradossalmente) contribuisce anche ad attenuare le differenze tra normale e anormale dotandosi di presunti sistemi di riferimento.

Dunque, proprio in virtù di questo profondo cambiamento, mai come nell’attuale società,la psichiatria è stata contestata e nel medesimo tempo mitizzata; il suo aspetto necessariamente multidimensionale, il suo debordare continuo dallo stretto tecnicismo medico rappresenta verosimilmente uno dei motivi principali nel suscitare un interesse culturale anche da parte di non psichiatri e altre discipline sul disturbo psichico e nel medesimo tempo ne configura valenze positive ma specularmente, potenzialità anche negative.

Mai come oggi è stata cosi forte la consapevolezza da parte di tutti,di quanto possa essere labile il limite tra “anormalità e normalità”; quel limite per il quale ognuno di noi si considera sano di mente e che vorrebbe invece percepire solidissimo.

Queste considerazioni aprono ulteriormente, un baratro enorme sul concetto di normalità e anormalità in psichiatria; di quanto sia poco definibile e configurabile il concetto di normalità e di quanto esso possa dipendere non solo dal nostro costrutto biologico , ma anche da variabili ambientali, sociali e di interazione della collettività nel suo insieme.

Non Bastava “ieri”, ad eliminare il disturbo psichico rinchiuderlo in un manicomio, ed “oggi”, non basta per eliminarlo, trasformarlo in una semplice operazione di omologazione, conformismo o etichetta.

“gli uomini sono cosi necessariamente folli che il non essere folle equivarrebbe ad esserlo secondo un’altra forma di follia” Pascal.

Complimenti ad Andrea
per l’interessante articolo

vulcan

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
Davide71
Inviato: 20/10/2006 8:49  Aggiornato: 20/10/2006 8:49
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 8/7/2006
Da:
Inviati: 2108
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Mi ricordo un film ,in cui un uomo andava dallo psicanalista:
-Qual é il suo problema?
- Sono omosessuale...
-Cosa intende fare: guarire o conviverci?

Il dialogo é ovviamente di fantasia, ma molto realistico.
Insomma la psicanalisi non sa neanche se i suoi oggetti sono malattie oppure no!
Però il concetto di malattia é molto comodo: permette di eliminare qualunque forma di responsabilità nelle persone. Se un pedofilo é un malato non deve più essere perseguitato, ma capito e curato! In questo la psicanalisi dovrebbe piacere molto ad una lucetta di mia conoscenza: permette di liberarsi completamente da qualunque senso di colpa!
Ho letto che qualcuno ritiene che la psicanalisi spinga all'omologazione. Mi piacerebbe sapere perché pensate questo. Io non vedo alcuna spinta in tal senso. Essa spinge al contrario a considerare le regole di convivenza sociale (il superconscio freudiano) potenziali cause di malattie, in particolare della schizofrenia. La cura da loro proposta il più delle volte é il trasferimento della coscienza dal Dr. Jeckill a Mr. Hide, ma questo può avvenire solo in un ambiente protetto, cioé nello studio dello psicanalista.
Peccato che, prima o poi, Mr. Hide esce allo scoperto anche fuori dal suo studio...
In tal senso la mia impressione é che la psicanalisi sia fonte di dissoluzione sociale, non di omologazione. Senza contare che la maggior parte delle persone la rifugge istintivamente.
Piuttosto la dipendenza dallo sport é un indice di "eccessivo desiderio di approvazione sociale", esattamente come l'omologazione.
Il desiderio di approvazione sociale é una spinta fortissima nell'essere umano; la società, d'altronde, premia coloro che approva con fama, potere e ricchezze. Non ha nessun bisogno di "strumenti". Piuttosto la religione agisce nel meccanismo che determina ciò che la società deve apprezzare oppure no. Ma direi che il culto del denaro, dei beni materiali e della forma fisica sono determinati da una religione che non è il Cristianesimo.

Non date le perle ai cani e ai porci perchè non le mangeranno e vi si rivolteranno contro.
Koroner
Inviato: 20/10/2006 10:11  Aggiornato: 20/10/2006 10:11
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/9/2006
Da:
Inviati: 36
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Gente, se vi fosse possibile passare in una grossa libreria provate a vedere se nel reparto psicologia trovate un libriccino minuscolo (edito da Stampa Alternativa), dal costo di 1.33 € (mi pare) e intitolato "La malattia mentale non esiste".

È così conciso e chiaro nell'affrontare questo tema. Un must-have davvero.
Consiglio caldamente a tutti di fermarsi a leggerlo se lo trovate.

°°°

Nessuno è malato di mente, esistono solo esperienze che si differenziano in misura più o meno maggiore. Come possiamo permetterci di dire quale esperienza è giusta o sbagliata? Solo perché condividiamo, il più delle volte, medesimi atteggiamenti e risposte all'ambiente che ci circonda questo non vuol dire che in quanto automi omologati possiamo arrogarci il diritto di dire che Tale o Tal'altro sta vivendo in modo sbagliato.

È tutto così lampante, e proprio per questo così triste.

Chi si sveste in piazza oggi, urlando di aver raggiunto l'illuminazione e di aver finalmente conosciuto la pace, chi si ferma da ogni individuo abbracciandolo pieno di gioia, adesso viene catturato, come una bestia, e con la forza rinchiuso in amorfi edifici dove lo farciscono di prodotti chimico-sintetici il cui unico scopo è quello di bruciargli il cervello fino a farlo diventare simile a chi lo ha rinchiuso, cioè noi.
Ma in realtà quell'individuo, privato dei più basilari diritti umani, è trasformato in un'ameba vivente, tutto perchè vogliamo ristabilire la "normalità", tutto perché vogliamo che tutti siano come noi, o perlomeno simili ad un ipotetico standard che usiamo come metro di paragone.
Senza accorgerci, tra l'altro, che noi siamo ciò che siamo perché siamo stati costruiti, ma questi sono concetti antropologici, un'altra storia.

Un tempo il nudo della piazza fu visto come un uomo dalla grande spiritualità. Si chiamava Francesco, ed è stato fatto santo.
Quanta ipocrisia, quante nefandezze alla luce del sole.

Il vero aiuto non è rinchiudere e, peggio ancora, imbottire di medicinali questi individui che vogliono solo vivere la loro vita. Il vero aiuto sta nel sostenerli, stargli vicino nel momento del bisogno, fare nei limiti del possibile e del rispetto degli altri ciò che loro chiedono che tu faccia.

Non considerare pazzo chi vede la Madonna o i demoni, consideralo semplicemente diverso da te. Mai togliere il rango di essere umano a qualcuno.

Questo è quello che ho da dire, ma ribadisco il mio invito a leggere quell'opuscoletto perché tali concetti sono espressi ancor meglio.

Ciao.

Santaruina
Inviato: 20/10/2006 11:25  Aggiornato: 20/10/2006 11:31
Sono certo di non sapere
Iscritto: 13/10/2004
Da: Sud Europa
Inviati: 5123
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
La religione sta agli antipodi rispetto alla psicologia ed alla psichiatria, per il semplice fatto che la psicologia e la psichiatria hanno il loro campo d’azione nella psiche mentre la religione si occupa dello Spirito.
Questa considerazione è immensamente banale, eppure in ambito positivistico diviene priva di senso, perché spiegare la differenza tra Spirito ed Anima all’interno di una dottrina, la nostra, che nega l’esistenza di entrambe risulta inutile.

Non a caso la stessa psichiatria con la sua pretesa di poter “curare” la psiche attraverso l’uso di medicine la “materializza”, poiché solo su quello che è materiale si può agire con la materia.
In Alchimia questo è il processo della solidificazione, ed in effetti la psichiatria porta in se tutte le caratteristiche di quella scienza arcana che in passato era chiamata “magia nera”, ma ancora una volta non vi è spazio per tali considerazioni all’interno della dialettica che permette la dottrina positivista materialista.

La “scienza del profondo” si rapporta alle dottrine religiose allo stesso modo in cui il demoniaco si rapporta al celeste, non a caso le dottrine psicologiche hanno permesso il dilagare nella società dei “demoni”, come li avrebbero chiamati gli antichi.
La psicologia chiama i demoni con il termine tecnico di “psicosi”.

Citazione:
Si ripropone così, in chiave moderna, il vecchio dualismo medievale (ma figlio della Grecia classica) tra materia e “mondo delle idee”, tra bassi istinti e alta metafisica (oggi ragione), tra vizi carnali e “atarassia” (assenza di bisogno), tra turbamenti terreni e Nirvana. L’uomo deve sopprimere i suoi desideri e il suo istinto, fin dalle questioni più quotidiane, fino al perseguimento di un dominio completo del raziocinio sullo spirito e sulla maligna carne.

La contrapposizione tra carne e “spirito” è propria del manicheismo e dello pseudo gnosticismo, che nei confronti del cristianesimo si pongono come una eresia.
La carne lungi dall’essere maligna è il contatto dell’anima con il mondo materiale.
Purtroppo del medioevo e del suo sapere si ha tuttora una percezione molto distorta.

Al contrario la psicologia lungi dall’imporre il dominio del raziocinio sulla carne invita alla liberazione di ogni forma di “desiderio” nascosto, in nome dell’anomia più completa.
Invita alla liberazione dei “demoni”.

Citazione:
Sia la psichiatria che la religione si servono, per l’esercizio della loro funzione, di una “casta” di ministri preposti a stabilire le regole e proprio a questa burocrazia il deviato è invitato, oggi come ieri, a rivolgersi.[...]
Religione e psichiatria, come detto, hanno lo stesso obiettivo: l’omologazione e il conformismo.

La questione della religione che nasce e si sviluppa come semplice “forma di controllo delle masse”, e la sicurezza “scientifica” con cui questo concetto viene di continuo tanto facilmente ribadito” dimostra solo una grande superficialità di analisi ed un accomodarsi dietro i dogmi che le forze “progressiste” ottocentesche hanno saputo ben bene istillare.

Il fatto che le gerarchie religiose siano cadute in mano a personaggi che ne hanno colto le capacità di influenza e che le abbiano usate per accrescere il loro grado di “potere” non implica che le religioni siano nate con questo scopo.

Ed in effetti così non è.
Discorsi troppe volte affrontati.
..........

Marco MCitazione:
Del resto, sia psichiatria che religione hanno a che fare con le folle e i folli.

Prima di proseguire con l’analisi di questa sentenza mi piacerebbe sapere secondo te a quale delle due “categorie” io appartenga.
Così da poter indossare il cappello giusto.

Blessed be

-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Mnz86
Inviato: 20/10/2006 11:39  Aggiornato: 20/10/2006 11:40
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/7/2005
Da: BS
Inviati: 246
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Ciao Davide71

Citazione:
Ho letto che qualcuno ritiene che la psicanalisi spinga all'omologazione.


se ti riferisci all'articolo, io non parlo mai di psicanalisi (una particolare teoria) ma di psichiatria.

L'aspetto di omologazione sta nel fatto che, come la religione, la psichiatria definisce determinati comportamenti in maniera negativa (psicodipendenza) aggiungendo anche che essi provocherebbero delle "controindicazioni" e che come tali andrebbero in qualche modo eradicati. Benchè dica ciò solo sulla base di una propria visione del mondo (che io chiamo Razionalista)-e quindi il giudizio non sia per nulla universale- la psichiatria attacca questi modelli di comportamento giudicati negativi e ne propone altri basati sull'autocontrollo, sul raziocinio, sulla moderazione, sul totale libero arbitrio.

propone quindi un'etica, un modello, nè più nè meno della religione

Si veda la definizione identica di Peccato e Psicodipendenza che rende il parallelismo particolarmente evidente

santjago
Inviato: 20/10/2006 15:17  Aggiornato: 20/10/2006 15:17
Ho qualche dubbio
Iscritto: 22/7/2005
Da: Roma
Inviati: 67
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
stavo cercando di ragionare sulla cosa...
sono convinto che la religione e la psichiatria servano agli scopi suddetti... ma conformismo e omologazione si ottengono anche e sopratutto grazie a induzioni mediatiche...i media alterano i parametri con i quali interpretiamo e percepiamo la realtà, e ci portano ad accettare ed ad inseguire modelli estetici e/o di pensiero che non ci appartengono...questo spesso porta a "dipendenze/influenze psicologiche" e costringe le nostre individualità secondo direzioni preimpostate (es. stili di vita, consumismo ossessivo materiale e immateriale o per farla semplice andare in palestra ossessivamente per poter assomigliare a Brad Pitt, l'anoressia ha origine mediatica) che sono funzionali al conformismo e all'omologazione...

non si ci libera da queste dipendenze con dogmi e medicine...

se qui si discute di 11 settembre è perche i media hanno fatto di tutto deliberatamente (si sono attenuti alle premesse definite da questa misteriosa elite mondiale, massoneria, p3, cosa ne so? e via dicendo e sono in disaccordo, come i diversi governi solo su questioni tattiche e non sugli obbiettivi) per farci accettare questo modello dicotomico bene/male Bush/Bin Laden marines/terroristi USAEUROPA/stati canaglia...

lo stesso è stato fatto per farci accettare questo sistema economico, questo stile di vita come l'unico possibile... insomma ciò per dire che le dipendenze psicologiche esistono e sono alla base di questa massificazione e non sono certo quelle definite dalla psichiatria per scopi di lucro e di controllo...

a mio modo di vedere, "la mia strada" quella che porta alla liberazione individuale passa attraverso le passioni creative e attraverso un analisi razionale, scentifica della realtà, delle meccaniche in gioco e quindi anche del mondo mediatico che definisce i parametri di interpretazione della realtà stessa...

passione creativa e passione per la verità...

giusto per ragionarci su...

saluti
santjago

La presunzione che ciò che esiste debba
necessariamente esistere,
è l'acido corrosivo
di ogni pensiero immaginativo.

Snowcrash Project
lamefarmer
Inviato: 20/10/2006 21:34  Aggiornato: 20/10/2006 21:34
Mi sento vacillare
Iscritto: 23/9/2005
Da: vacu°u(m)
Inviati: 334
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Freud é stato ormai studiato come caso di frode scentifica. Nessuno, nemmeno nelle università, mette oggi il suo lavoro su un piano "serio", senza timore di coprirsi di ridicolo. Dato quindi che la spicologia con il suo approccio "morbido" (Freud non scordiamolo credeva cecamente nel dialogo e nelle capacità del paziente di "compensare" i suoi squilibri) aveva apparentemente fallito, l spichiatria (che si offriva come medicina basata sulla chimica) ha di fatto preso il ruolo di "versione seria" dello studio e della cura delle malattie mentali. Freud ha avuto l'innegabile merito di togliere da un contesto magico e religioso i disturbi della psiche, ma alla sua epoca tutti gli studi medici erano agli esordi, quindi non c'era una "medicina del cervello" alternativa. Ma c'era qualcuno che si era mostrato ansiodo di scoprire più cose possibili su questo organo: i militari.
La psichiatria si imporrà molto tardi rispetto alla psicologia, e proprio sull'onda del new-age delle sostanze psicotrope: le droghe parassitarie dei giovani nei paesi ricchi.
Alla base della psichiatria moderna ci sono infatti numerosi studi di stampo militare. Si va dalle ricerche in ambito chimico, per trovare sostanze che rendano il soldato più resistente al dolore, fino all'induzione d'euforia (soppressione di tutti gli stati d'ansia) e all'alterazione della percezione sensoriale. Detta così sembra persino positiva, ma dietro ci sono parole che individuano sostanze diventate note al grande pubblico, come l'LSD, per i loro effetti neurodegenerativi permanenti, ed esperimenti dai termini da brivido come "stati di deprivazione sensoriale". Si trattava di esperimenti in parte leciti e condotti da ricercatori seri, in parte condotti su prigionieri "scomodi" o quantomeno consierati sacrificabili. Un esempio su tutti: é stato appurato che una persona in assenza totale di rumore e di luce, dopo poche ore perde il senno... per sempre (per lesioni celebrali).

Qualcuno potrebbe chiedersi perché tutto questo. Il controllo della mente é stato da sempre un tema per i militari, non solo e non tanto per creare quel super-soldato mitizzato fin dagli anni '60, ma anche come deterrente per il nemico o come arma di controllo di massa vera e propria (vi ricorda niente? )
Senza andare a scomodare l'eterna onnipresente CIA, l'FBI ha ad esempio messo a frutto ricerche militari sul controllo indotto dall'ambiente e dal comportamento di personale addestrato. Si tratta di interrogatori pianificati a tavolino, in cui ogni soggetto ha un ruolo preciso, che hanno lo scopo di estorcere ogni singola informazione utile alle "indagini". Niente violenza fisica, niente tortura. Solo un meccanismo che sfrutta determinati "stati" mentali presenti in tutti noi, e che di fatto si rivela praticamente infallibile.

Quando infatti é divenuto noto che esistevano carceri tortura in giro per il mondo, mi sono chiesto a che scopo. Se servavano a estorcere informazioni, le strutture statunitensi militari hanno meccanismi molto più efficaci e pesantemente sperimentati, con cui potevano ottenere tutte le informazioni desiderate, senza nemmeno torcere un capello all'interrogato. Era ovvio che non si stava cercando l'informazione ma di rendere evidente la "necessità" dell'atto. Quindi lo scopo doveva essere altrove.
Adesso mi pare addirittura lapalissiano: era un preciso mezzo per arrivare allo stralcio della carta della costuzione e dei diritti inalienabili dell'uomo in essa salvaguardati.

Per riprendere il parallelo tra religione e psichiatria. C'é una sostanziale differenza. La religione impone una verità (altra) superiore a qualunque tua personale verità, tramite un dogma (una assioma di verità) imposto da una presunta volontà divina. Se credi nella volontà divina, derivi da questo credo il riconoscimento di quella volontà manifesta in questa terra, tramite scritti, uomini o anche semplici eventi da cui "leggi" la volontà altra.
La psichiatria invece pretende di avere un'intervento sulla tua psiche, tramite stimolazioni esterne di natura ambientale, meccanica o chimica, in modo indipendente dalla tua volontà. Ciò significa che non pretende che tu ci creda, esercita tale attributo su di te e basta.
(Per esempio) Un ansiolitico o antidepressivo di ultima generazione (riequilibratore di serotinina) non lo prendi perché "credi" che funzionerà, lo prendi perché sai come funziona (esattamente come sai che premendo un certo interruttore una lampadina si spegne o si accende).

Dopo tutta questa bella sbrodolata che ho scritto (spero di non aver annoiato nessuno) rimane aperto il punto della "ossessione".
A parte alcuni soggetti depressi, l'ossessione in generale non ha rilevanza psichiatrica. Se sono ossessionato dal calcio, dal caffé preso prima di andare al lavoro o dalla sega che mi devo fare prima di addormentarmi, questo non ha nessuna attinenza con qualunque tipo di ricerca medica. Funziona meglio in un giornaletto scandalistico, assieme ai porno e ai fumetti.

Purtroppo però percettivamente, a livello sociale di massa, non é così. Testimoniano platee di genitori con cui mi confronto che mi dicono che "i medici non hanno saputo aiutarli", quando in realtà i loro figli "soffrono" quasi sempre di un ambiente famigliare poco sereno o (peggio) dell'incapacità dei genitori di accettare le diversità dei figli, come il fatto che siano meno intelligenti, meno intrapprendenti, o "meno" qualcosa che si ritiene fondamentale per vivere. Ecco allora il necessario bisogno del ricorso alla chimica per modificare, correggere, modellare uomini in formato industriale di massa.

Il futuro alla McDonald.

Ognuno parla di se stesso, sempre e comunque
vulcan
Inviato: 20/10/2006 22:55  Aggiornato: 20/10/2006 22:56
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
Koroner-Nessuno è malato di mente.


Sostenere che il disturbo psichico o la malattia mentale non esiste e che si tratta di una etichetta fabbricata su misura per controllare determinati individui, non risolve affatto il problema di questi individui e della loro sofferenza.

Lascia perdere, questa affermazione rappresenta solo un buon esercizio intellettualistico !

Se parliamo di eccessi di psichiatrizzazione, dei pericoli della psichiatria o del potere che può determinare anche a livello sociale , io sono d’accordo con questi ragionamenti.

Ma…. evidentemente koroner non hai mai avvicinato qualcuno malato di mente seriamente …ti assicuro che se facessi un giretto con me , cambieresti subito opinione!
La percezione della questione cambia completamente , credimi!

Soprattutto quando una malato di mente “doc” ti guarda negli occhi!

Sai cosa è la pelle d’oca?!

Simpaticamente
vulcan

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
SirPaint
Inviato: 20/10/2006 23:02  Aggiornato: 20/10/2006 23:02
Mi sento vacillare
Iscritto: 26/5/2005
Da: Laputa
Inviati: 355
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Quando le tprri WTC1 e WTC2 alla CNN stavano intervistano Tom Clancy.

Tom Clancy scrive libri assieme a Steve Pieczenik.

Steve Pieczenik è uno psichiatra USA.
E' talmente bravo che ha diretto per il Dipartimento di Stato il caso Moro sin dai primissimi giorni.

Steve ha scritto (da solo) un libro intitolato "Massima Vigililanza" su come uno psichiatra può tenere sotto controllo mentale un Presidente.

Debbo continuare?
Sirpaint

No Plane!
Mnz86
Inviato: 20/10/2006 23:57  Aggiornato: 20/10/2006 23:58
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/7/2005
Da: BS
Inviati: 246
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
buonasera Lamerfarmer

Citazione:
Per riprendere il parallelo tra religione e psichiatria. C'é una sostanziale differenza. La religione impone una verità (altra) superiore a qualunque tua personale verità, tramite un dogma (una assioma di verità) imposto da una presunta volontà divina. Se credi nella volontà divina, derivi da questo credo il riconoscimento di quella volontà manifesta in questa terra, tramite scritti, uomini o anche semplici eventi da cui "leggi" la volontà altra.


Citazione:
La psichiatria invece pretende di avere un'intervento sulla tua psiche, tramite stimolazioni esterne di natura ambientale, meccanica o chimica, in modo indipendente dalla tua volontà. Ciò significa che non pretende che tu ci creda, esercita tale attributo su di te e basta.


Ti do perfettamente ragione, ma ciò che dici è valido per l'epoca moderna, per l'OGGI. Tre-quattro secoli fa saresti stato obbligato a conformarti, almeno esteriormente, al comportamento dettato dalla Chiesa. Vuoi per "controllo sociale" (esclusione e repulsione verso i non-cristiani visti come una banda di depravati), vuoi -meno- per imposizione (streghe e quant'altro). Per non parlare degli jettatori. E non c'è bisogno di andare tanto lontano: ancora agli inizi dello scorso secolo le strutture psichiatriche rinchiudevano persone colpevoli solo di condotte amorali e, specie nelle zone "sottosviluppate", l'essere una persona religiosa (almeno esteriormente, alla mafiosa) era un requisito indispensabile per essere accettato dalla "società".

Oggi, almeno nella nostra società, non è più così. Tuttavia in questa situazione di anarchia e relativismo la collettività ha bisogno di una nuova fonte di etica e omologazione. E la sta trovando, forse, proprio nella psichiatria. Che oggi non è particolarmente aggressiva ma già mostra (tramite il TSO) di voler stringere il proprio cappio attorno al "diverso".

Mnz86
Inviato: 21/10/2006 0:05  Aggiornato: 21/10/2006 0:05
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/7/2005
Da: BS
Inviati: 246
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
Sostenere che il disturbo psichico o la malattia mentale non esiste e che si tratta di una etichetta fabbricata su misura per controllare determinati individui, non risolve affatto il problema di questi individui e della loro sofferenza.


quoto vulcan, anche io non sono d'accordo con queste radicalizzazioni.. d'altra parte "la malattia mentale non esiste" è una frase provocatoria che ha in sè un fondo di verità.

La malattia mentale non esiste nel senso che quelle di cui stiamo parlando sono sindromi (insiemi di sintomi inspiegabili biologicamente) e non malattie, tant'è vero che l'azione dei farmaci è atta unicamente ad alterare il comportamento e non a risolvere il male.

Lo psicofarmaco seda o eccita, e dosando questi due opposti, tenta di riportare il diverso entro binari gestibili.

Questo modo di "curare" il malato, figlio dell'elettroshock e di tanti altri orrori, certo non gli giova. La salvezza può stare nella psicologia e soprattutto, secondo me, nel non approcciare il comportamento apparentemente inconcepibile come malato. Tentare di capire il paziente, fargli sentire attenzione, comprensione, calore umano. Nella stragrande maggioranza dei casi si arriva al malato mentale quando l'approccio sbagliato -x es l'esclusione o il trattamento farmacologico- produce lesioni o altre storture. molti veri malati mentali sono prodotti della psichiatria.

Kirbmarc
Inviato: 21/10/2006 1:28  Aggiornato: 21/10/2006 1:28
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/5/2006
Da: Arkadia-spazio profondo
Inviati: 1665
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
La psichiatria è una malattia travestita da cura".

Sottoscrivo, e aggiungerei "E' fuffa (almeno a sichiatria freudiana,adleriana,e le moderne teorie "mitologiche") che si autoproclama scienza".
L'unicaforma scientifica di "psicologia"è il comportamentismo, che non traccia "giusto" o "sbagliato" ma si riduce alla pura analisi comportamentale.
La fuffa più grossa sono i complessi freudiani.

soleluna
Inviato: 21/10/2006 15:14  Aggiornato: 21/10/2006 15:14
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Sul concetto di malattia mentale quoto con magno plauso il grande Vulcan, parlarne in teoria è una cosa, parlare con un anoressica di 35 kg che si vede grassa e volerle far mettere su quei due kg in più fra la ossa forse sarà omologazione, ma il mio MA è il seguente:

Una cosa è se il paziente viene coartato ad una terapia, qui il limite è comunque la scelta arbitraria che in quel periodo e in quel contesto sociale e sanitario si è ritenuto un compromesso fra la suia scelta personale e le scelte altrui che da questa possono scaturire
es. se un signore (caso avvenuto) ama raccogliere spazzatura, e lo fa da anni in casa sua, tale da averla praticamente resa invalicabile perchè colma terra soffitto, questa è una sua libertà, altrettanto però va considerato che, per i vicini veder passeggiare ratti e sentire gli effluvi del vicino possa essere altrettanto degno di nota, indi che si fa?

Altro ben diverso è il caso della persona che da se chiede aiuto, in questo caso è con lui, non su lui o per lui, che si deve costruire una condivisione, altrimenti il lavoro diventa poco produttivo a mio avviso. Senza la sua partecipazione attiva al processo, qualunque azione si voglia intraprendere, io trovo resti lettera morta qualsiasi intervento si faccia e con qualunque finalità, cioè senza un minimo di terreno condiviso io credo sia tutto inutile, indipendentemente dai vertici epistemologici adottati.

Rispetto a questi ultimi poi, trovo che le differenti modalità siano tutte applicabili, ciò dipende dalla patologia, dal grado di consapevolezza, dagli strumenti cognitivi ed affettivi che il soggetto possiede, probabilmente per una fobia, la terapia comportamentale sarà più funzionale se è questa la domanda dell'utente, ma se l'analisi della domanda è differente?

Da ultimo esistono psichiatri validissimi che oltre al somministrare farmaci laddove strettamente indispensabile, hanno capacità di com-prensione e di relazione terapeutica notevole, anche qui le massificazioni generalizzanti si sprecano.
E come appunto uno di questi mi insegnò: "Laddove non si possa alleviare possiamo solo com-patire" nel suo senzo etimologico, quello di "soffrire con".

Non esistono vestiti a taglie uniche.

Pat

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
vulcan
Inviato: 22/10/2006 0:11  Aggiornato: 22/10/2006 0:12
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
Soleluna-Da ultimo esistono psichiatri validissimi che oltre al somministrare farmaci laddove strettamente indispensabile, hanno capacità di com-prensione e di relazione terapeutica notevole.


Citazione:
Mnz86-La salvezza può stare nella psicologia e soprattutto, secondo me, nel non approcciare il comportamento apparentemente inconcepibile come malato. Tentare di capire il paziente, fargli sentire attenzione, comprensione, calore umano.


Di fronte ala malattia mentale severa , come una vera schizofrenia o un disturbo depressivo maggiore, il solo approccio psicologico psicoterapeutico è fallimentare. Cio non toglie che i percorsi indicati da sole luna e mnz86 sono assolutamente obbligatori in quanto il solo farmaco non è tutto, anzi potrebbe essere “niente”.

Questa spinta di comprensione nel calarsi nella mente del malato di mente in una sorta di identificazione estrema tra terapeuta e paziente si definisce fenomenologia …

In questa pratica in realtà non si capisce bene se è più “matto” il malato o il terapeuta!

Ricordo a tal proposito unl significativo episodio riferito da Vittorino Andreoli psichiatra di sicura fama non solo scientifica ma anche umana ..;

Egli giunge in reparto psichiatrico trovandolo in subbuglio per via di un paziente “uscito fuori di testa” e che dentro la stanza rovescia e rompe di tutto con violenza ( stato di agitazione) , gli infermieri lo chiudono a chiave non avendo il coraggio di entrare per sedarlo.

Andreoli convince gli infermieri a farlo entrare in stanza da solo , poi chiusa la porta, lui stesso si comporta come il paziente e molto di peggio …

Rompe urla sbraita, sbatte , molto molto di più.. e per una sorta di mistero dopo qualche minuto ne esce con lui a braccetto …mentre il paziente lo guarda come se si guardasse un matto!!

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
vulcan
Inviato: 22/10/2006 0:35  Aggiornato: 22/10/2006 0:35
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
L’episodio di Andreoli presenta qualche analogia con un episodio capitatomi con “Carlo” affetto da disturbo bipolare e oscillazioni dell’umore che vanno dal dialogo con i marziani e le spese più folli, alla più totale assenza di att. Motoria e voglia di vivere.
E quando comincia a rendersi conto è lui a chiedere aiuto..
Il rapporto con lui è speciale..sostanzialmente una amicizia oltre il rapporto professionale.

Lui non diventa violento…assume un atteggiamento ludico e giocoso…e questo è un vantaggio! Perchè la violenza in un malato di mente fa paura anche allo psichiatra.. ( che fa finta di non averne!).

Avendo saltato la terapia entra in una fase delirante in un vai e vieni continuo ed includente, vengo chiamato come ultima risorsa ( famiglia disperata) per cercare di fargli l’iniezione depot. ( una sostanza che entra progressivamente in circolo e mantiene l’effetto antidelirio per 15, 20, 30 gg).

So dove abita… arrivo al mattino alle 8’00… porta aperta … lui disteso nel letto occhi spalancati… sigaretta in bocca…petto nudo… stereo a tutto volume … televisione accessa a tutto volume … pc in funzione con windows media plaier e un film pornografico a tutto volume ( oi che lamenti) , praticamente un minestrone…

Come mi vede ride a bocca aperta ..ed io ne approfitto…siringa gia pronta all’uso in tasca…salto sul letto in modo plateale..mi ci metto a cavalcioni e gli dico …
- eccomi sono l’omino verde venuto per catturarti-
Lui mi guarda disorientato .. e mi dice ..
- Ma tu sei matto !!-
- Si sono l’omino verde matto ..e gli infilzo la siringa nel deltoide …

Dopo di che ci fumiamo una sigaretta insieme

N.b. Windows media player l’abbiamo lasciato accesso, altrimenti che fenomenologia sarebbe stata!!
..................
Mi rendo conto che i miei due ultimi post hanno poco a che vedere con la religione e la omologazione …chiedo “scusa” per questo, ma evidentemente la malattia mentale non è per me un esercizio da salotto intellettuale.

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
Koroner
Inviato: 22/10/2006 9:22  Aggiornato: 22/10/2006 11:43
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/9/2006
Da:
Inviati: 36
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
Ma…. evidentemente koroner non hai mai avvicinato qualcuno malato di mente seriamente …ti assicuro che se facessi un giretto con me , cambieresti subito opinione!
La percezione della questione cambia completamente , credimi!

Sì, ne ho avuti vicino spesso, e in passato avevo anche un parente che vedevo saltuariamente. Il tuo "evidentemente", evidentemente, salta fuori solo per rafforzare il tuo discorso.

Come fai, Vulcan, a non vedere che ti stai basando proprio sul raccapriccio o la pietà che il "matto" ti fa per stabilire che lui ha bisogno di una "cura"? Quello che dico rimane sempre valido: esistono solo individui differenti, estremamente differenti dallo "standard" sociale, che ci fanno paura e per questo vogliamo rendere simili a noi, attraverso l'isolamento e la somministrazione di psicofarmaci.

Non è solo un "esercizio intellettuale". Come fai a chiamarlo così? Io ci credo veramente a quello che dico. Come te provo quella sorta di timore di fronte all'ignoto quando guardo un cosiddetto "malato di mente" negli occhi, ma al contrario di te non penso che egli debba per questo essere internato e CAMBIATO. Soprattutto trattandolo come una bestia.

Poi, ora non ricordo chi, qualcuno ha tirato fuori come esempio di malato mentale l'anoressica che vuole dimagrire a tutti i costi.
Ora, con tutto il rispetto dovuto, ma penso che questo sia un esempio tra i meno calzanti che potessero essere fatti. Davvero pensi che l'anoressica sia "malata di mente"?
Ella è disprezzabile da me e da te quanto vuoi, ma in realtà segue un suo obiettivo che è tutto fuorchè illogico. Bisogna aiutarla certo, ma di qui a dire che è affetta dalle iper-citate "turbe psichiche" ce ne passa.

Il caso in questione deriva innanzitutto (e diciamo secondo me), da una deprimente situazione sociale (dove i media ti bombardano con immagini di ragazze magrissime che divengono fin da giovane tuoi modelli) e da una carente, direi pessima, educazione parentale.

Ma dai, addirittura volete dirmi che state estendendo l'etichetta "malato di mente" anche a individui che semplicemente fanno scelte non condivisibili?

Mnz86
Inviato: 22/10/2006 11:50  Aggiornato: 22/10/2006 11:52
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/7/2005
Da: BS
Inviati: 246
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Sono d'accordo con Koroner riguardo al discorso sull'anoressia. Io credo che il problema dia proprio quello di una facile definizione di turba psichica o sindrome etc.. L'articolo d'altra parte, prima di entrare in salotto, inizia con un importante psichiatra che ci fa capire che abbiamo in Italia mezzo milione di persone che smattano per andare in palestra -e che quindi in qualche modo dovremmo curare.

Come si può sentire una ragazza vittima di anoressia definita malata o turbata psichica? Come può sentirsi se viene forzata a mangiare, se viene portata da uno "strizzacervelli" (amichevolmente ), se viene trattata e catalogata come una fuori di testa? Non ho esperienza diretta, per fortuna, ma credo sia peggio.

I bei episodi raccontati da Vulcan (i miei complimenti,anche se spero che quando torni a casa smetti i panni dell'omino verde) calzano a pennello con questa idea. In definitiva ci dicono che il modo per trattare con chi ha qualche turba è quello di assecondarlo, di scendere dalla torre d'avorio e di trattarlo come un essere umano, come un amico, come qualcuno con cui dialogare, come un fratello minore da ascoltare e aiutare (ma come si aiuta un fratello, non un matto da chiudere a chiave nella stanza).

Io credo che se si comincia a trattare una persona come un matto serio e non la si butta sulla comprensione ma sulla "cura" le cose peggiorano.

E magari si arriva a quello che spacca tutto. Abbiamo fatto passi avanti, ma d'altra parte gli ospedali psichiatrici nascono come luoghi dove rinchiudere chi non si ha voglia di capire e aiutare, giusto? Ora gli psicofarmaci assolvono a questo compito

Può darsi che sia solo salotto e che esistano mille casi contraddittori, però in linea di principio credo che come idea non sia sbagliata. o no?

PS Vulcan non è che quando scrivi "bell'articolo" stai in realtà compatendo l'autore come se fosse -per quello che scrive- un matto? Che sia una deformazione professionale?


Koroner
Inviato: 22/10/2006 15:19  Aggiornato: 22/10/2006 16:18
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/9/2006
Da:
Inviati: 36
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
il modo per trattare con chi ha qualche turba è quello di assecondarlo, di scendere dalla torre d'avorio e di trattarlo come un essere umano, come un amico, come qualcuno con cui dialogare, come un fratello minore da ascoltare e aiutare (ma come si aiuta un fratello, non un matto da chiudere a chiave nella stanza).

Be', ed è questo che io vorrei fosse fatto. SOLO questo.

Istituire un servizio sociale ben retribuito (perché tali servizi sono ciò che rendono una società evoluta, secondo me, e devono essere premiati) in cui non esistono "curatori" proprio perché non c'è una malattia. Questi che io chiamerei "assistenti" si preoccupano soltanto di "far vivere" il diverso nel rispetto innanzitutto suo ma poi di chi con lui entra in contatto.

La questione è delicata, e tu, Mnz, fai bene a citare l'individuo-tipo che "arriva a spaccare tutto". Come agire in casi estremi ma frequenti come questo?
Indubbiamente se l'indole della persona lo porta a distruggere tutto, a disturbare la "quiete pubblica" in tutti i momenti del giorno dobbiamo provvedere a trovargli un posto migliore.
E per "posto migliore" non intendo certo un carcere dai muri bianchi dove sei rinchiuso in una stanza.

Quindi per conto mio NO agli psicofarmaci, NO alla forzata reclusione negli "istituti psichiatrici", NO all'emarginazione.

Il discorso di "quiete pubblica" e di "rispetto per gli altri" è in sé tema da affrontare a parte.

Il nudo della piazza sta disturbando l'altrui vita? La visione di un corpo nudo può essere annoverata tra "atti osceni in luogo pubblico" se è farla è un cosiddetto "demente" che non sa di poter suscitare imbarazzo negli altri?
Un urlo ogni tanto, fatto senza la minima comprensione del fastidio che un urlo può arrrecare, può dirsi disturbo della quiete?
Vedete, il paradosso è che assistiamo a migliaia di litigi per la strada dove la voce viene alzata, ma essi sono schiamazzi fatti da persone "normali" e non ci infastidiscono tanto quanto il mormorio insensato di un demente.

La questione è: riusciamo NOI a sopportare il diverso? Siamo in grado di fronteggiare un pazzo che coi suoi "occhi della non-ragione" ci si avvicina e ci pone domande senza senso?

Solo perchè proviamo timore, noi stupidi uomini omologati, solo per proteggerci da quella sensazione di cui tu parli, Vulcan, i "dementi" vengono attualmente internati.
Ricordati questo: se quel crimine all'umanità che è la psichiatria è oggi perpetuato e da tutti accettato questo avviene solamente perché noi - la gente "comune", la gente "normale" - non ha la forza di affrontare l'ignoto per conto suo. Sentiamo il bisogno che l'autorità ci faccia scomparire da sotto gli occhi questo simile così alieno, questa creatura che ci ricorda quanto strano sia il mondo.

Vogliamo tutto bello e tutto buono, non è vero?

E ci definiamo civilizzati.

soleluna
Inviato: 22/10/2006 16:18  Aggiornato: 22/10/2006 16:18
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Mnz 86 e Koroner

al di là dell'"etichetta" che serve per avere un minimo di terreno condiviso di ciò di cui si sta trattando, non farsi carico della sofferenza di un anoressica significa negarla, che a volte la differenza di due kg può fare la differenza tra camminare o essere seppelliti.
Di anoressia si muore, non è disquisizione psichiatrica psicologica, è vita, dolorante che cerca modi di urlare con il corpo fatiche che non riesce a gestire più.
Rispettare le scelte è corretto, ma anche quelle di padri, madri, mariti, compagni che si vedono morire di fame persone che amano sono dolori da rispettare.

Che poi a questa problematica si aggiungono componenti sociali e pubblicitarie in grado di esaltarla nessuno lo discute.

Trattare da essere umano chiunque, qualunque sia la sua patologia, più o meno accettata e tollerata dalla maggioranza è giusto e sacrosanto, è solo con questa base comune che si può iniziare qualunque cammino di cambiamento.

rispettosa-mente
Pat

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
Koroner
Inviato: 22/10/2006 18:31  Aggiornato: 22/10/2006 18:34
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/9/2006
Da:
Inviati: 36
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Ciao Soleluna.

Vorrei chiarire il mio pensiero sul caso dell'anoressico.

1. L'anoressia è un problema assai grave per chi ne è affetto, non volevo che dal mio post sopra trasparisse una leggerezza nel parlarne.

2. Ma non sono d'accordo a chiamare "malato di mente" un anoressico (figurati, non sono nemmeno d'accordo per chi lo "è"...), perché:

a. Un anoressico non fa qualcosa di insensato, di non comprensibile.
b. La chimica del suo cervello non è alterata (mentre c'è la credenza comune che i "dementi" possiedano una non meglio specificata alterazione cerebrale).

Come procedere all'"aiuto"?
Cercando di fargli capire quanto distorta sia la sua visione della vita e di cosa è importante nella vita. Cercare di evitare che l'anoressico continui ad indentificarsi esclusivamente col proprio corpo e soprattutto che prenda a modello dello stesso persone che sono al limite della denutrizione e in perenne conflitto con una delle componenti base della vita, e cioè il cibo.

Sicuramente diciamo la stessa cosa e vogliamo lo stesso risultato (far cambiare l'anoressico), ma ci tenevo solo a chiarire il mio punto di vista della questione.

Una questione che è comunque critica, visto che dobbiamo porci una domanda fondamentale:
È giusto calpestare la volontà di qualcuno per fare qualcosa che al momento risulterebbe per lui un danno ma che poi si rivelerebbe quasi da subito una lautentica iberazione?

Direi di sì, direi che dovremmo far mangiare l'anoressico a forza, violando così il suo libero arbitrio. Perché sai, è anche vero che andiamo a calpestare la sua volontà, ma l'anoressico non capisce che si trova nella situazione attuale perché ha una visione distorta della vita, visione che - ahilui - deriva da fattori come i media e una giovinezza priva della corretta educazione alla vita.

Ma come vedi, quando c'è la volontà di mezzo sono temi che scottano. O almeno per me lo sono, perché non sono il tipo che prende un individuo e lo costringe a fare ciò che non vuole perché crede aprioristicamente di fargli del bene.

soleluna
Inviato: 22/10/2006 18:42  Aggiornato: 22/10/2006 18:42
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Ciao Koroner

credo anche io noi si abbia una visione simile, dopo aver letto questo tuo post

il punto dell'"Etichetta"... se è per questo nel DSM ci sono anche disturbi molto meno inficianti, a leggerlo con attenzione, a parte il ginocchio della lavandaia, per il resto non mi mancano molte cose...

Orbene, se è pur vero che nella assoluta e sempre presente visione di ogni individuo una singolarità, è pur vero che tocca capirsi per parlarsi, tra gente, tra specialisti, tra noi. Il che implica non dover, ogni volta mettere insieme i pezzi, ma almeno saltare i più pregnanti condensandoli, così se dico anoressica/o non sto negando la sua peculiarità, sto evitando di dire in modo ridondante: persona che rifiuta il cibo, al limite della fame, con peso inferiore al limite minimo fisiologico per una buona salute, a rischio elettrolitico, che ha una visione distorta del suo corpo....ecc ecc...

Spero di essermi spiegata

Pat

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
Mnz86
Inviato: 22/10/2006 20:18  Aggiornato: 22/10/2006 20:22
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/7/2005
Da: BS
Inviati: 246
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
ciao soleluna

nel commento di prima, quando parlavo di etichetta, parlavo dell'etichetta di malato mentale (o di "persona sbagliata") non dell'etichetta di anoressica che, ci mancherebbe altro, è necessaria come dici per capirci.

nutrire a forza è certo un dovere perchè si tratta di salvare una vita, però non si può nutrire a forza una persona per tutta la vita. senza preparazione e dialogo credo questa idea di forzare, di prevaricare la volontà di un soggetto che già sta in una condizione tuta particolare, possa essere anche deleterio.. ma qui mi fermo e mi scuso perchè non ho questa preparazione

buona serata

Koroner
Inviato: 22/10/2006 21:03  Aggiornato: 22/10/2006 21:03
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/9/2006
Da:
Inviati: 36
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Hmm Soleluna ti ho dato l'impressione di contestare l'etichetta "anoressico"?

"Anoressico" è un fatto scientifico, e non implica di per sè giudizi morali (leggi "come uno deve vivere la sua vita").
"Malato di mente"... be' non penso ci sia bisogno di dire molto.

°°°

P.S. magari è solo un'impressione ma nell'ultimo post mi stavi criticando per un ipotetico eccesso di formalità?
A me non me sembra de fa' el formale, poi boh ce pò stà la gente ke pensa che so' formale solo pekkè vede ke 'un vojo fa' l'erori...

soleluna
Inviato: 22/10/2006 21:22  Aggiornato: 22/10/2006 21:22
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Koroner

due cose:

- cosa ti ha dato quest'impressione, che è del tutto infondata?

- "malato di mente", di per se non implica alcun giudizio morale, è solo un retaggio della vergogna che ha sempre, tuttora purtroppo, accompagnato malattie, sindromi, patologie, di cui si sa ancora molto poco e che ledono violentemente la qualità della vita delle persone che ne soffrono e dei familiari che sono loro vicini.

Il fatto che un disturbo venga vissuto come distonico dagli individui non va trascurato, avere le allucinazioni non è propriamente una passeggiata di salute e spesso chi ne soffre vive un doppio limite, averle e doversi vergognare di dirlo, pena l'esclusione sociale, i nuovi paria.

E che dire di chi ha un disturbo egosintonico, cioè per lui non è affatto un problema, anzi? Metti il caso di un pedofilo? Nessuno dice come lui debba vivere la sua vita, ma magari fintanto che questo suo sentire/agire implica adulti consenzienti, non minori non consapevoli, alziamo spallucce e diciamo chi se ne importa e se invece questo non accade?

Ogni caso fa storia da solo, le catalogazioni servono a semplificare la comprensione, non a sostituirla

Il problema del limite è molto sfumato ed è, a mio avviso, impossibile tenere presenti tutte le soggettività, senza contemporaneamente violarne alcuna.

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
vulcan
Inviato: 22/10/2006 23:02  Aggiornato: 22/10/2006 23:02
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
Koroner/ evidentemente, salta fuori solo per rafforzare il tuo discorso. esistono solo individui differenti, estremamente differenti dallo "standard" sociale


Ciao koroner, evidentemente sta anche ad esempio per il fatto che <non avendo un malato di mente all’interno della famiglia da seguire guidare ed amare> cio non ti consente , a mio parere , un equo ragionamento tra la giusta etichetta psichiatrica che anche esiste ed i giusti riferimenti dell’articolo e la sofferenza vera di chi sta realmente male e ti viene .. Lui a chiedere aiuto.
( non c’è animosità nei tuoi confronti sia chiaro .. mi limito solo alle idee!)

Perché qui stiamo anche parlando di persone che si trascinano nella sofferenza del non vivere o riducono la loro esistenza spesso ad una forma pressoché vegetativa! E si sostiene che sono differenti dallo “standard sociale “?
Sono differenti dallo standard sociale giovani madri che in preda alla disperazione di una depressione maggiore si gettano dal 6° piano di un palazzo con il figlio in grembo di tre anni ?
Sono differenti dallo standard sociale coloro che affetti da schizofrenia paranoide accoltellano moglie figli e pi si suicidano?
Sono fuori dallo standard sociale coloro i quali affetti da delirio uditivo e visivo ( allucinazioni) conformano il loro comportamento ad un loro esclusivo mondo interiore in quanto si sentono perseguitati dai loro simili?

Comunque possiamo usare la parola “standard” che è gia un limite ..se invece malattia mentale disturba…
Nessuno è malato di mente …Praticamente stai sostenendo che non esiste un limite tra normalità ed anormalità …e la discussione semmai andrebbe spostata sul riuscire a definire parametri finalizzati a circoscrivere quella terra di nessuno discutibile tra normale e anormale.

Normalità, disagio psichico, disturbo psichico e malattia mentale rappresentano tutte gradazioni di uno stesso fenomeno.
Parli di “differente”…ma è solo una questione di termini! Non di contenuto.

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
vulcan
Inviato: 22/10/2006 23:04  Aggiornato: 22/10/2006 23:04
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
La malattia mentale non esiste, non esiste una psicopatologia ma esiste un differente dallo standard (?)

Non esiste secondo , un modo “normale” di funzionamento della mente, non esiste un limite tra normale e patologico, ma solo una differenza dallo standard (?)

Esiste la fisiologia del corpo umano che descrive i modi “standard “ di funzionamento ed esiste la fisiopatologia che descrive i modi non “standard” del corpo umano, esiste la psicologia che descrive i modelli “standard “ di comportamento” ed esiste la psicopatologia che ne descrive i modi non standard”.

Oggi la psichiatria è molto differente dal passato. Può essere usata male e in modo finalistico, e su questo non c’è nessun dubbio,in molte società lo è stato in modo spudorato. Nell’URSS ai suoi tempi i dissidenti politici venivano rinchiusi negli ospedali psichiatrici, ma stanne sicuro sapevano bene che non erano malati di mente!

Anche la psichiatria come ogni strumento a disposizione d’altra parte può essere usato in modo anomalo, e a questo si presta facilmente , ma ci si può ammazzare anche con una innocua bicicletta.

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
vulcan
Inviato: 22/10/2006 23:07  Aggiornato: 22/10/2006 23:07
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
nnz86- ma d'altra parte gli ospedali psichiatrici nascono come luoghi dove rinchiudere chi non si ha voglia di capire e aiutare, giusto? Ora gli psicofarmaci assolvono a questo compito


Citazione:
Koroner - Quindi per conto mio NO agli psicofarmaci, NO alla forzata reclusione negli "istituti psichiatrici", NO all'emarginazione.quel crimine all'umanità che è la psichiatria
koroner/ non debba per questo essere trattato come una bestia.



In Italia con la attuale normativa giurisprudenziale i manicomi non esistono più ed è impossibile costringere una persona al trattamento sanitario obbligatorio per più di 7 gg che possono diventare massimo trenta in casi del tutto peculiari.

La giurisprudenza in Italia nei confronti del malato di mente è fortemente garantista e non trova pari in altri paesi europei.
In Europa ha avuto un ruolo da battistrada e l’attuale quadro organizzativo ( per quanto pieno di lacune) è praticamente unico al mondo!

Questo sovvertimento nasce dalla legge 180 – 1978 che sostituisce a piene mani la vecchia legislazione del 14 febbraio 1904, "Legge sui manicomi e sugli alienati, disposizioni e cura degli alienati" che risaliva al periodo del regno di Sardegna….

"Debbono essere custodite e curate nei manicomi le persone affette per qualsiasi causa da alienazione mentale quando siano pericolose a se' o agli altri, o siano di pubblico scandalo e non siano e non possano essere convenientemente custodite e curate fuorche' nei manicomi"

La legge citata poneva finalita' anomale e non terapeuticche , bensi di custodia. "L'alienato doveva essere relegato in ambienti chiusi , allontanato dal resto della collettivita' in quanto incapace di integrarsi con essa, in quanto emanatore di comportamenti difformi rispetto alla norma, (scandalo pubblico)".

Il principio di custodia dell'alienato comportava ulteriormente una facilita' procedurale del procedimento d'urgenza a fini di ricovero, tale da poter determinare con estrema semplificazione l'internamento nella struttura manicomiale. E' lecito percio' pensare alla possibilita' d'uso/abuso di tale strumento anche a fini non strettamente psichiatrici.Il direttore del manicomio possedeva assoluto potere all'interno della struttura manicomiale, sia sul piano sanitario sia economico.

Egli determinava la condizione di internamento definitivo dopo il periodo di osservazione di trenta giorni con perdita da parte dell'interessato della capacita' di agire in senso giuridico. La possibilita' di dimissione definitiva dal manicomio era possibile esclusivamente attraverso provvedimento specifico del tribunale, per quanto tale episodio risultasse di fatto iscritto in modo permanente nel casellario giudiziario della persona interessata.

Il sistema di coercizione fisica era prassi consolidata, per quanto tale metodo apparisse nel regolamento del 1909, quale sistema da utilizzare " in casi assolutamente eccezionali", e per autorizzazione scritta del direttore o di un medico dell'istituto.

La legislazione psichiatrica del 1904 , rifletteva sostanzialmente i limiti operativi di una psichiatria dell'epoca, incapace di un atteggiamento terapeutico, non essendo al tempo conosciuti sistemi terapeutici, fisici o farmacologici, idonei in tal senso

Progressivamente nel tempo la psichiatria si arricchisce di approcci multidisciplinari sollecitando interessi culturali diversi, ed avvalendosi di influenze provenienti anche da scienze diverse da quella medica; cultura psicoanalitica, analisi sociologica, orientamento psicologista.

La "prospettiva socio politica"della psichiatria contemporanea, assume gradualmente un ruolo contrapposto ad una visione strettamente organicistica della malattia mentale e al ruolo custodialista , rivalutando fino a considerazioni estreme l'assetto della Societa' e degli stessi ambienti manicomiali quali causa stessa, del disturbo mentale e della sua evolutivita'.

Le punte di spicco di tale movimento riformatore, in Italia si caratterizzarono ulteriormente per un forte grado di politicizzazione, " radicalismo psichiatrico", tale da sfociare in un ridimensionamento degli Ospedali Psichiatrici, fino alla attuale abolizione delle strutture manicomiali quali aree di isolamento dell'alienato

L'attuale legislazione psichiatrica si caratterizza per una rottura completa con i criteri informativi della vecchia legge. Si sancisce in modo determinante il carattere di protezione e tutela nei confronti del malato psichico, tanto quanto all'opposto la vecchia giurisprudenza appariva custodizionalista e garantista nei confrontid della collettività.

Il ricovero è volontario.L'alienato mentale, cessa di essere tale , per divenire utente del S.S.N. quale paziente affetto da disturbo psichico con pieno diritto al trattamemto terapeutico.Lo stesso T.S.O. (trattamento sanitario obbligatorio), disposto nei confronti del malato psichico e che diviene operativo per precisa disposizione di legge previa indicazione di almeno due medici, trova fondamento e giustificazione giuridica, non nella gravità della malattia psichica o nello stato di emergenza che essa può provocare, bensi nel rifiuto del paziente a sottoporsi a quei trattamenti sanitari che in quel momento appaiono necessari.

Viene definitivamente abbandonato il concetto di pericolosità del malato mentale, che cessa di essere il movens essenziale all'isolamento e al contenimento. Non solo si rigetta il termine di "pericolosità", ma non si prende neanche in considerazione il danno che potrebbero subire altre persone nel corpo e nelle cose. Lo scompenso psicotico acuto, e lo stato di agitazione psicomotoria in generale caratterizzante nella sua forma più estrema e disturbante lo status di disturbo psichico, assume in tutte le sue forme, carattere preciso di urgenza medica, verso la quale le istituzioni sanitarie, dai servizi di pronto soccorso, alle strutture territoriali e Servizi di Diagnosi e Cura, devono operare efficaciemente nel primario e unico interesse di tutela del malato psichico.
In quanto agli psicofarmaci, pur con tutti i limiti del caso hanno reso possibile la vita a moltissime persone, e la stessa chiusura dei manicomi si è resa possibile anche in virtù della possibilità di correzione di molti disturbi psichici anche gravi.

La rivoluzione psicofarmacologica e quella socio culturale hanno cioè progredito di pari passo.
Salvo le degenerazioni, che sono insite nell’esistenza umana e nelle persone in quanto tali, nessuno tratta i malati psichiatrici come bestie, né la psichiatria è criminale .

Se si vuole poi discutere sulle degenerazioni, gli eccessi, gli abusi e via dicendo… sono decisamente iper critico!

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
fiammifero
Inviato: 23/10/2006 0:34  Aggiornato: 23/10/2006 0:36
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Cavolo Vulacan,mi hai fatto il ritratto,ma meno male sono nel XXI secolo,altrimenti ero finita al rogo nel medioevo,internata in un manicomio in tempi più recenti
Ma non è ancora detto,con l'avvento del NWO sarò sempre in pericolo,quindi meglio non cantar vittoria
Comunque ribadisco la mia paura verso gli psicologi e psichiatri perchè,volenti o no,hanno in mano un grande potere,quello di classificare le persone,di segnarne la vita e quella dei loro familiari. Non tutti sono coscienziosi,altruisti e disinteressati,nonchè preparati ( o forse temo proprio di sì per come vanno le cose e l'università).
Proprio domani a scuola di mia figlia vanno a presentarsi alcuni psicologi per poi poter fare dei test,e per precauzione domani mia figlia farà vacanza
Lo sò,sono esagerata ma l'esperienza di precedenti test attitudinali mi consigliano in tal senso
Quello che mi sconvolge più di tutto è che ci è stata tolta la capacità di introspezione,di ragionamento,di fidarci del nostro intuito e di dipendere dal giudizio di altri,di esperti a prescindere.Non dico che non debbano esistere tali figure professionali,ma ora se ne fà un grande abuso così come dei farmaci perchè è la scorciatoia,è il delegare ad altri la ns.vita,la ns.crescita interiore che è fatta anche di sofferenze ed elaborazione del dolore.
Forse sono andata OT ma credo che dopo tante rivoluzioni culturali,di pensiero e di mentalità si stia tornando alla restaurazione,in maniera subdola ed accattivante,sfruttando proprio i "valori".
Confessione-umanesimo-analista-confessione Dalla padella alla brace!!!
Comunque sono e sarò sempre tra gli "anormali" facendo proseliti fieramente e baldosamente

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
vulcan
Inviato: 23/10/2006 9:13  Aggiornato: 23/10/2006 9:13
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
fiammifero/ Quello che mi sconvolge più di tutto è che ci è stata tolta la capacità di introspezione,di ragionamento,di fidarci del nostro intuito e di dipendere dal giudizio di altri,di esperti a prescindere.Non dico che non debbano esistere tali figure professionali,ma ora se ne fà un grande abuso così come dei farmaci perchè è la scorciatoia,è il delegare ad altri la ns.vita,la ns.crescita interiore che è fatta anche di sofferenze ed elaborazione del dolore.
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sottoscivo e confermo!

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
Koroner
Inviato: 23/10/2006 10:12  Aggiornato: 23/10/2006 10:12
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/9/2006
Da:
Inviati: 36
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
>>> Vulcan

Mi dispiace che tu ti debba esser preso cura di una persona con simili problemi, e ovviamente posso solo immaginare cosa questo voglia dire nella vita di tutti i giorni.

Vedi, è in quest'ottica che penso ad un'ipotetica assistenza sociale però ben più progredita di ciò che abbiamo oggi. Ed è inutile negarlo, aiutare e assistere queste persone non fa piacere; perciò parlavo di una retribuizione alta, data a persone capaci di prendersene cura.

Tuttavia, Vulcan, ancora voglio farti notare come io la pensi differentemente.
Tu porti l'esempio della madre disperata che si getta dal sesto piano con in grembo il suo piccolo, e mi dici "come puoi non parlare di malattia della mente?"
Ma dal mio punto di vista quella donna non è "malata" nel senso che è anormale o deviata, ma è - sì, so che non ti trovi d'accordo sul semplice uso di questo aggettivo - "diversa".
Ha chiaramente dei problemi, perché soffre, sta male, ha bisogno di aiuto ecc, ma non è malata. Ha ancora quella che ho già citato come "visione distorta della vita".

Ma tu capisci che forse il problema stesso del nostro mancato incontrarci con la terminologia può risiedere nella definizione di "malattia".
Io in questa parola, quando essa viene associata al campo "mentale", ci vedo forti connotati pregiudiziali, morali, etichette etiche e quant'altro.
E non puoi negare che questo avvenga. I giovani usano comunemente espressioni come "sei un malato" ("di mente" resta implicito) in via sarcastica (e neanche tanto) ma che comporta una serie di pregiudizi su cosa è giusto o sbagliato fare nella vita.
Tanto che una delle cose che mi fa più ribrezzo è l'abuso che talune persone fanno di queste parole ("malato". "deviato", "hai dei problemi mentali", ecc).

Ti porto un esempio concreto che nel suo piccolo può mostrare ciò che dico. Mia cugina, tanto è stupidamente chiusa nel suo modo di pensare (che poi è quello della madre italiana media) e tanto vede con paura e diffidenza tutto ciò che esuli dalle sue abitudini, mi chiese consiglio su come comportarsi con suo figlio riguardo una questione.
La questione era che suo figlio aveva deciso di tenere un cuscino, nonostante fosse rotto, perché vi provava un qualche legame affettivo, e magari aveva anche voglia di rattopparlo e continuare a utilizzarlo.

Mia cugina - immaginatevela come una persona che è la copia sputata di quello che erano i suoi genitori, ovvero che ha assorbito in pieno i precetti che le sono stati inculcati - è arrivata a dare al figlio del "sudicio", del "barbone", e a inveire contro di lui con frasi del tipo "ma dove andrai a finire?!", "ma non ti vergogni?!" ecc

Cioè, capite il povero ragazzo? E capite anche cosa diverrà, se non è sufficientemente in grado di fronteggiare questi "attacchi morali"?

Riassumendo, "malato di mente" viene di solito usato per identificare quelle persone che secondo me hanno solo una mentalità, una logica di pensiero estremamente diversa dalla nostra.
Per estensione, e a riprova del fatto che ciò che ci fa davvero paura è il diverso (sia esso il demente che sbraita per il corso cittadino o il figlio che vuole utilizzare un cuscino rotto) gli individui comuni, quelli standardizzati, si accusano l'un l'altro di essere "malati" quando qualcosa che "si ritiene moralmente accettabile" è violato (i cuscini rotti si ricomprano, no?...)

E il paradosso è che fanno questo avendo i loro begli "scheletri nell'armadio" di stranezze e cose "moralmente criticabili".

°°°

>> Soleluna

Impressione infondata allora.

soleluna
Inviato: 23/10/2006 14:54  Aggiornato: 23/10/2006 14:54
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Koroner
magari bastava spiegare in modo semplice alla madre che
Citazione:
In un altro saggio illustra il significato dell'oggetto transizionale (chi non ricorda la coperta di Linus disegnata da Schultz ?). Bene, quell'oggetto non rappresenta ne' feticismi, ne' patologia.
Non e' un oggetto introiettato e sigillato nell'inconscio; infatti sara' dimenticato e abbandonato dal piccolo, senza elaborazione del lutto.
E' il primo oggetto reale che non e' / ne' il bambino / ne' la madre, una sintetizza una parte di entrambe.
E' il mezzo che segna la transizione dal mondo materno (caldo e protetto) al mondo esterno assai piu' rischioso. Si passa dall'unione alla separazione.
Il piccolo dovra' poter avere sempre e tutto per se' questo oggetto; con i suoi colori, odori pur se vecchio, logorato e bucato. Ma cosi' deve rimanere. Sara' solo lui parlandogli, osteggiandolo, a scomporlo e distruggerlo.
Come possiamo pensare che sia un oggetto transizionale?
La cosa piu' svariata: un piumino, un vecchio orsacchiotto, un pezzo di stoffa, un indumento, un giocattolo rotto. Questo oggetto e' la prima occasione che il bambino ha di usare l'immaginazione.
E' la maniera per tenersi a galla nei momenti di solitudine ed insicurezza.


Winnicott

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
BlSabbatH
Inviato: 23/10/2006 19:49  Aggiornato: 23/10/2006 19:51
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/9/2005
Da: Bergamo
Inviati: 837
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
gran bell'articolo.. mi piace quando si sfiorano certi argomenti: il mio cervello inizia a lavorare a pieno regime! (e ogni tanto si surriscalda..)

se devo fare una critica, beh.. non condivido il tono accusatorio del post.. qui si critica in modo esagerato la religione e la psichiatria accusandole di essere una sorta di controllo umano.. personalmente credo che esse svolgano una specie di funzione necessaria per la società, ossia quella di "punto di riferimento".. non mi tacciate di codardia, so bene che tale punto di riferimento è una falsità, è come creare un punto x nel deserto ed affermare che esso sia la città di Roma.. le religioni, la scienza, le ideologie, non propongono la verità assoluta (che non esiste in quanto puro concetto umano) ma una sorta di verità relativa, una stella polare dove la persona semplice possa trarre un riferimento per la propria vita, organizzandosela evitando di impazzire..

dio non esiste? è morto? nessun problema. ne abbiamo creato un'altro! e un'altro ancora!
l'uomo non può fare a meno di un dio, che esso sia religioso, scientifico, ideologico, materiale.. al massimo se ne può rendere conto, ma per non impazzire si deve distrarre spesso..

non so se avete letto "i demoni" di dostoevskij..c'è un interessante dialogo di un certo ingegnere Kirillov.. andatevelo a leggere

p.s. forse sono andato un pò off topic...

-- Under capitalism, man exploits man. Under communism, it's just the opposite. -- J.K. Galbraith
Mnz86
Inviato: 23/10/2006 21:35  Aggiornato: 23/10/2006 21:35
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/7/2005
Da: BS
Inviati: 246
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Visto che ho la fortuna di parlare con persone competenti:

Sentendo Picozzi parlare in tv qualche notte fa e leggendo le dichiarazioni riportate in parte sopra mi sono fatto questa idea:

mi pare che gli "psichiatri" (criminologi, psicologi etc.) siano imbestialiti perchè non riescono a capire perchè, improvvisamente, una persona possa prendere e ammazzare (x esempio) la famiglia senza magari nemmeno provare rimorso (nè ricordare). (Secondo me i motivi ci sono eccome, poi ovviamente una visione forse distorta fa degenerare le risposte; tuttavia si parla di "raptus" e di persone "non in grado di volere")

Picozzi diceva proprio che si cerca di trovare segnali che possano permettere di prevedere questi atti in anticipo, fin dai minimi comportamenti deviati. Da qui secondo me parte il potenziale di omologazione che la psichiatria ha: pretendere di correggere le persone ai primi segni di squilibrio (un cuscino strappato, 10 ore alla settimana in palestra, un pò di tristezza ogni tanto) non in maniera diretta ma x ora tramite questi proclami allarmistici che dovrebbero avviare un certo "controllo sociale" (la -in parte già presente- madre che "corregge" il figlio che non vuole comprare un cuscino nuovo preoccupata da questi segni di squilibrio). Dove lo squilibrio è ogni cosa che svia dai comportamenti giudicati socialmente logici e normali, a partire dalle TERRIBILI debolezze che ci rendono schiavi e irrazionali e cioè le Psicodipendenze (con tutte le annesse similitudini al peccato).

voi che avete più competenze di me, parlando in termini generali, confermate questa cosa? (se siete riusciti a capire, stasera sono a pezzi )

ciao BLSabbatH:
Citazione:
qui si critica in modo esagerato la religione e la psichiatria accusandole di essere una sorta di controllo umano.. personalmente credo che esse svolgano una specie di funzione necessaria per la società, ossia quella di "punto di riferimento"..


secondo me sono semplici "punti di riferimento" fino a quando si è liberi o meno di seguirli senza incorrere nell'esclusione e nella critica (fino alla condanna o al "Trattamento Sanitario Obbligatorio") della società. Oggi stiamo in un limbo ed essi sono punti di riferimento e basta o quasi. Nel passato anche recente la religione è stata ben più, in futuro la psichiatria -a mio avviso- può andare altrettanto oltre.

vulcan
Inviato: 23/10/2006 23:09  Aggiornato: 23/10/2006 23:09
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Questione di definizioni

Ciao koroner.. leggendo le tue righe è effettivamente verosimile che i nostri pensieri siano molto più vicini di quello che pensiamo..; ci si può dotare anche di terminologie diverse.. per identificare un medesimo contenuto nel tentativo di definire una differenza tra etichetta disagio psichico o malattia . Condivido poi le tue affermazioni su usi abusi ed etichette che sotto la spinta di pregiudizi culturali ed anche scientifici vengono a formarsi nell’immaginario della gente comune, ( che poi siamo tutti noi), ma anche di molti addetti ai lavori!

Comportamenti difformi dalla norma (convenzionalmente intendo per norma , il modo prevalente di comportamento dell’essere umano, giusto o sbagliato che sia, ma che non ci interessa in questo momento) …atteggiamenti psicologici , modi di essere “strampalati” modi di vedere la vita personalistici, abitudini che possono apparire anomale…e cosi via, non costituiscono vera malattia, in quanto vi è anche da osservare che la cosiddetta norma, ( come da definizione) non necessariamente deve rientrare nel normale ;

è, infatti, più normale bombardare una popolazione civile inerme con freddezza ed indifferenza oppure “accanirsi “ tutti i giorni in palestra?

In definitiva ci troviamo a etichettare attraverso il DSM psichiatrico, modi di fare e comportamenti che prima non erano affatto considerati malattie e che oggi stranamente lo diventano! Tra un po saremo tutti malati da avere necessità dal momento della nascita di uno psichiatra fisso che ci segue come un’ombra..
Che “dio” ci liberi!

Quindi quello di cui parli esiste, eccome! Come esistono abusi psichiatrici, emarginazione di molti malati mentali, intolleranza della società del diverso, tutti ormai rettaggi ereditati dal tempo passato, e per i quali l’evoluzione del modo di pensare ha ancora molta strada davanti.

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
vulcan
Inviato: 23/10/2006 23:10  Aggiornato: 23/10/2006 23:10
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Malattia o etichetta?

Citazione:
Koroner-“ Ha chiaramente dei problemi, perché soffre, sta male, ha bisogno di aiuto ecc, ma non è malata. Ha ancora quella che ho già citato come "visione distorta della vita".”


Dal tuo punto di vista, ti sei dotato di questa definizione coraggiosa, per allontanare il termine di malattia mentale e ne comprendo le finalità.
In realtà hai cercato di dotarti di un giusto punto di riferimento operativo per il ragionamento, che comunque in senso molto generale determina già una “etichetta”.

La malattia, tuttavia, da notare,è effettivamente solo ed esclusivamente per il “tecnico” una
definizione operativa;
Una metodologia applicata all’uomo che non sia in grado di fornirsi di alcun strumento operativo è come un animale privo di arti!
Semplicemente la malattia identifica una diversità, come modello di “studio ed intervento” !


Ma le malattie esistono realmente? Oppure sono invenzioni di menti “distorte”!?
Concettualmente, potremmo anche permetterci di sostenere che in realtà le malattie in generale non esistono affatto come entità autonome, quello che esiste, infatti, sono esclusivamente i fenomeni biologici in senso lato..
Di fatto, la nostra osservazione percepisce solo degli eventi biologici, non la malattia che in se non lo è affatto.
Essa è un costrutto mentale “arbitrario” quale insieme di una serie di elementi biologici o mentali a seconda dei casi concatenati tra loro.

La malattia diviene dunque un insieme concettuale estrapolabile e deducibile a partire analiticamente da singoli dati e dalla loro relazione ad esclusivo scopo operativo; una rappresentazione schematica finalizzata a esemplificare ed ordinare il campo di esperienza dell’osservatore in un insieme coerente; il massimo assunto operativo di una metodologia applicata all’uomo.

In questo senso, esse sono “inventate dagli uomini” che hanno cercato di “codificare secondo una metodologia descrittiva un complesso sindromico, e tra più complessi sindromici, categorie specifiche sia nel campo del biologico che nel campo mentale (psichiatrico).

Tra gli “strumenti” atti a definire la malattia in generale, assume particolare rilevanza il dato statistico, facilmente quantificabile e mirato a valutare la devianza di una serie di dati “rozzi” e osservabili rispetto alla norma; un insieme di “diversità” rilevabili e che si presentano in un dato gruppo o popolazione palesemente più frequenti statisticamente rispetto alla condizione teorica dello stato di salute.

Il difetto di questo parametro è effettivamente quello di contenere un certo grado di soggettività della codifica stessa di malattia e la necessità di dover valutare di volta in volta i limiti della “normalità” spesso variabili per epoca storica e per raggruppamento sociale.

A tal proposito, basta pensare in particolare alla codificazione della malattia strettamente psichiatrica, dove comportamenti, modalità del vissuto, atteggiamenti corporali, possono differenziarsi da luogo a luogo in funzione dei modelli sociali prevalenti, dando origine in tempi e luoghi diversi a codificazioni diverse.

Secondo la formulazione dell’OMS si definisce “stato da salute, la condizione di completo benessere fisico, psichico e sociale, e non semplice assenza di malattia!
Questa diversa modalità di pensiero, si discosta dal mero dato statistico ponendo anche l’accento su un dato di riferimento ideale e possibile, generando tuttavia anche in questo caso una “discussione” sulla precisazione del concetto di “stato di benessere fisico, psichico e sociale”.

Il vantaggio potenziale di questo procedere è tuttavia quello di scoprire un nuovo “oggetto”, spostando l’attenzione dal substrato biologico come unico “referente”, all’uomo come sistema complesso, dalla malattia come unico campo di intervento, all’essere umano come sistema composito immerso dentro un “universo” e con il quale esso interagisce, consentendo ulteriormente una nuova modalità di osservazione che tenga conto anche di aspetti ed elementi che non appartengono in modo esclusivo alla componente biologica!

In pratica vi è sempre il rischio di “etichettare” qualcuno come erroneamente malato solo perché magari tutto il giorno mastica radice di liquirizia .. “sindrome ossessiva da palestra o liquirizia” e magari di non accorgerci di altre forme che in realtà sono “malattie” serie!

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
vulcan
Inviato: 23/10/2006 23:18  Aggiornato: 23/10/2006 23:18
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
[u]Il coltellaccio di soleluna[/u]

“sei un depresso incallito, sei un esaltato, sei uno schizofrenico, sei un delirante paranoico… “

Sono terminologie etichettanti ed abusate nel linguaggio comune , che però identificano all’interno del grande caos di “abuso” delle malattie psichiatriche due gravi malattie mentali effettivamente esistenti.

La schizofrenia e la depressione maggiore rappresentano il vero nocciolo duro della psichiatria.
Definire etichette queste due forme credo sia veramente temerario …

Se il cuore si ammala, siamo in grado di descrivere precisamente tutti quei meccanismi che da fisiologici sono divenuti fisiopatologici e possiamo parlare di malattia cardiaca ( cardiopatia)

Nello stesso modo il funzionamento della mente umana si basa su meccanismi fisiopsicologici consolidati che ci consentono di comunicare, interagire, interiorizzare, valutare giudicare, discriminare , razionalizzare. Questi modi di funzionamento si integrano funzionalmente con il nostro substrato biologico ed in parte da esso emanano.

Essi nei loro meccanismi intrinseci ci assicurano il benessere psicologico e somatico, un adeguato livello di interazione con l’ambiente da cui scaturisce un senso generale di auto soddisfacimento che riguarda la nostra esistenza di tutti i giorni … e a volte per i più fortunati anche la felicità.

Quando questi ingranaggi saltano parliamo di psicopatologia!

Con questo perciò non si intende un modo diverso di relazionarsi, un modo di pensare il mondo difforme dalla norma, oppure le semplici abitudini che possono apparire esagerate..agli occhi di altri …
non si intende il contenuto delle cose…

bensi la modalità “differente” del loro originarsi all’interno degli “ingranaggi”

Se un orecchio umano è predisposto ad udire dei suoni provenienti dalle corde vocali di un interlocutore, non possiamo a questo punto definire semplicemente differente chi sostiene di udire delle voci minacciose che giungono dalla propria interiorità. … se l’apparato visivo è predisposto ad essere impressionato dalla luce e da una immagine reale del nostro ambiente, non possiamo definire solo differente chi sostiene di vedere persone che lo minacciano con un coltello affilato.

Le allucinazioni uditive e visive qui descritte, appartengono al campo della psicopatologia.

Il ragionamento dello schizofrenico, segue un percorso autonomo, svincolato dalle regole di associazione mentale , esso non ha una logica comune ma neanche intrinseca.

“Soleluna” incontra per la strada vulcan e lui perun momento la guarda negli occhi, lei va a riferire sconcertata a fiammifero in preda all’agitazione che lui la vuole la vuole uccidere!

Non c’è logica che la possa convincere, non vi è ragionamento che il suo pensiero sia infondato, essa si arrovella in questo pensiero, e si porta anche un’arma per potersi difendere.

Poi scopre che anche koroner la vuole uccidere e tutto il suo comportamento giornaliero è finalizzato a tale scopo, ogni suo pensiero è riordinato all’interno di questa idea.
Non mangia, non beve sta sempre in guardia, all’erta per il pericolo costante.

Ho descritto il pensiero delirante e il disturbo del pensiero anche essi appartenenti al campo della psicopatologia, per far capire una sottile differenza ; non è gioco un/il modo opinabile di pensare le cose o la vita , qui si tratta di un un modo differente di “pensare i pensieri” che irrompe nell’essere umano senza preavviso, ne interrompe violentemente la continuità esistenziale, lo riduce all’impossibilità di discriminare il vero dal falso, gli impedisce la possibilità di giudizio, gli preclude ogni modalità comunicativa con altri essere umani, ne determina la perdita della serenità e nei casi più sfortunati è alla base della infelicità esistenziale.


Questi modelli di comportamento psicopatologici e molti altri che non sto a descrivere configurano le “differenze secondo koroner” che messe insieme danno origine a delle sindromi e che secondo me sono alla base delle vere e proprie malattie mentali!
Ma infine, se noi siamo soma e psiche , per quale ragione misteriosa il soma si ammala configurando una malattia e la mente è invece è solo differente?

Spero di non avervi annoiato,l’intento era quello di avvicinarmi a koroner e di porre anche dei paletti riguardo alle generalizzazione delle
etichette nella malattia mentale..

Soleluna per cortesia
metti via quel coltellaccio!

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
vulcan
Inviato: 23/10/2006 23:19  Aggiornato: 23/10/2006 23:19
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
ciao BlSabbatH; come stiamo a farmaci?

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
vulcan
Inviato: 23/10/2006 23:27  Aggiornato: 23/10/2006 23:27
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
fiammifero/ Cavolo Vulcan,mi hai fatto il ritratto,ma meno male sono nel XXI secolo,altrimenti ero finita al rogo nel medioevo,internata in un manicomio in tempi più recenti


Piuttosto vedi di convincere pat che quello del coltellaccio era solo uno scherzo, non vorrei che si fosse immedesimata troppo nella parte!

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
soleluna
Inviato: 23/10/2006 23:40  Aggiornato: 23/10/2006 23:42
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Vulcan

ma ho appena finito di molarlo!!! Devo sperimentarlo.... ihihihiiihhhh

Il problema fondamentale mi pare di intuire sia nel cogliere le immense sfumature, tra la differenza di comportamenti, la devianza, la psicopatologia.

Cerco di fare un esempio: il signor vulcan ha una bella fobia, vogliamo mica levare il diritto di avere ognuno la sua bella fobia, ad esempio delle belle fanciulle ( ) però ci scherza sopra, cerca di conviverci senza farsi vivere e riesce anche a parlarci con le belle ragazze, a piccole dosi s'intende, al contrario il signor Koroner ha anche lui la stessa fobia, solo che non parla con nessuna ragazza carina, nè ci esce, menochemai ha mai avuto una bella fanciulla, infine il signor Mzn86, sempre stessa fobia, è così atterrito dal solo vederle le ragazze belle, che evita tutte le donne, anzi per prevenire non esce più di casa....

Indovinate chi fa la ragazza caruccia?

Il problema dell'intensità del disturbo, della sua influenza in altre sfere dell'esistenza, dell'invasività e della pervasività, non può essere eluso sostenendo che sia una tematica del tipo tutto o nulla.

(torno a molare... )

Pat

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
vulcan
Inviato: 23/10/2006 23:48  Aggiornato: 23/10/2006 23:48
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
il signor vulcan ha una bella fobia,


Confessa soleluna; sei uno strizza cervelli mimetizzato da moderatore?!

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
fiammifero
Inviato: 23/10/2006 23:48  Aggiornato: 23/10/2006 23:48
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
personalmente credo che esse svolgano una specie di funzione necessaria per la società, ossia quella di "punto di riferimento"..

Si,certo ma perchè questi punti di riferimento cambiano di continuo ?
Un esempio banale,l'omosessualità è sempre stata considerata una depravazione,una malattia poi con l'evolversi della società non lo è più ma stranamente,sulla La7 "invasioni barbariche" c'era uno psichiatra cattolico che si vantava di guarire l'omosessualità
Capite cosa voglio dire? che anche gli psicologi,gli psichiatri ragionano e curano anche in base alle loro convinzioni religiose,si portano appresso educazioni e preconcetti e poveraccio chi ci incappa! Di neutrale non c'è niente,ognuno ha il suo metro di misura e convizioni con le quali interagisce.
Ma poi si può conoscere qual'è il punto di rottura? Non credo,perchè è soggettivo così come la percezione del dolore e di altri sentimenti.
La verità è che siamo allo sbando,non abbiamo certezze e quelle poche che si credeva di avere si sgretolano giorno dopo giorno e per sopravvivere dobbiamo forzare la ns.natura,scendere a piccoli e/o grandi compromessi (a seconda delle proprie convinzioni) e non tutti ce la fanno.
Ci avete fatto caso che la maggior parte di "malati" appartengono ai ceti medio-bassi?
Non sarà mica un caso

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
soleluna
Inviato: 23/10/2006 23:55  Aggiornato: 23/10/2006 23:55
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Fiammifero Citazione:
Ci avete fatto caso che la maggior parte di "malati" appartengono ai ceti medio-bassi?


e se fosse solo che i malati economicamente più solidi possono accedere a cure migliori e pertanto vivere in modo sufficientemente buono?

Vulcan

tu confessa, rammenta il coltello lo ho io!

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
fiammifero
Inviato: 23/10/2006 23:58  Aggiornato: 23/10/2006 23:58
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
Confessa soleluna; sei uno strizza cervelli mimetizzato da moderatore?!


Caro Vulcan,SoleLuna è molto di più,ha un'empatia fuori dal comune che la rende speciale
Quello che dovrebbero avere molti dottori,comunque anche tu non sei da meno
Immedesimarsi nell'altro,questa dovrebbe essere la base per poter comprendere i meccanismi che portano alla rottura!

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
vulcan
Inviato: 24/10/2006 0:09  Aggiornato: 24/10/2006 0:09
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
soleluna/ tu confessa,


Bè si.. devo emmettre che.. ebbene..non so come dire ..

.. avevo la fobia ...poi però ...

ho oliato gli igranaggi
e mi sono "vendicato"

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
vulcan
Inviato: 24/10/2006 0:12  Aggiornato: 24/10/2006 0:12
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
e se fosse solo che i malati economicamente più solidi possono accedere a cure migliori e pertanto vivere in modo sufficientemente buono?


Questo è sicuramente vero ...
ma schizofrenia e disturbi bipolari non badano al cesso sociale..

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
vulcan
Inviato: 24/10/2006 0:21  Aggiornato: 24/10/2006 0:21
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
fiammifero/Caro Vulcan,SoleLuna è molto di più,ha un'empatia fuori dal comune che la rende speciale


L'avevo intuito fin dal giorno del salvagente quando entrò in L.C.
Un aquisto prezioso ed equilibrato.

Immedesimarsi nell'altro credo sia solo una dote umana esclusiva che consente una comunicazione a livelli molto profondi.

La sensibilità femminile ha poi la particolarità di insinuarsi nella mente dell'altro in modo delicato e indolore ..

E per essere "uomini" completi verosimilmente è necessaio impadronirsi di un poco di sensibilità femminile ...

ops... ma adesso non è che mi rimuove il post.. sono of topic


"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
soleluna
Inviato: 24/10/2006 0:32  Aggiornato: 24/10/2006 0:32
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Vulcan Citazione:
ma schizofrenia e disturbi bipolari non badano al cesso sociale..


è un lapsus ???

Ma avere o non avere un buon psichiatra e un buon terapeuta fa molta, moltissima differenza, non è bello a dirsi, ma tant'è.

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Grozny
Koroner
Inviato: 25/10/2006 14:04  Aggiornato: 25/10/2006 14:04
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/9/2006
Da:
Inviati: 36
 Re: Psichiatria e religione- Nuovi orizzonti dell’omologa...
Citazione:
In definitiva ci troviamo a etichettare attraverso il DSM psichiatrico, modi di fare e comportamenti che prima non erano affatto considerati malattie e che oggi stranamente lo diventano!

Esattamente!
Caso lampante è quello dell'omosessualità, che (fa schifo pure a dirlo) fino a pochi decadi fa veniva considerata una malattia mentale.

Ma l'uomo non impara. E soprattutto l'uomo non si accorge di quanto sia ripetitivo.
Ci vuole più senso critico, una maggior capacità di fare parallelli tra ciò che era un tempo e ciò che è adesso, perché certi schemi si ripetono.
Del resto questo è un sito il cui argomento principe (l'11/9) è a tutti gli effetti il "complotto di un re", no? Siamo come villani di epoca medievale che si accorgono che il potere li sta manovrando e che le vere scelte politiche e economiche sono coperte da menzogne pubbliche.

°°°

Comunque, ciò che mi importa davvero non è criticare la terminologia in uso.
Quello che vorrei non fosse fatto è cercare di cambiare i "dementi" per renderli il più possibile simili a "noi", cioè allo standard attuale della società in cui essi vivono. Uno standard che - e qui la questione si carica di un ridicolo dal sapore così amaro... - varia da società a società, da anno a anno, da religione dominante a religione dominante.

Gli omosessuali venivano trattati con medicine, venivano rinchiusi proprio come succede oggi con chi vede i demoni.

Ripeto: con le cosiddette "cure psichiatriche" stiamo perpetuando un crimine all'umanità.
Parole forti magari, ma questo è quello che penso mi dispiace.


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