Il piacere di svegliarsi
di Cavallo Pazzo
Il terrorismo non è un’entità autonoma, ma uno strumento nelle mani delle grandi potenze. Il che equivale a dire che il terrorismo serve gli interessi di oligarchie politico-militari, economico-finanziarie e mediatiche. Infatti, esiste una simbiosi fra il terrorismo e i mass-media: il primo sarebbe inconcepibile senza i secondi. Ed entrambi operano nel contesto della globalizzazione, della quale sono i veicoli, non meno dei flussi di capitali.
Altro aspetto decisivo: «...sono i servizi segreti che creano, finanziano e controllano le organizzazioni estremiste. Senza il loro sostegno, tali strutture non possono esistere – e ancor meno effettuare azioni di una tale ampiezza all’interno di paesi particolarmente ben protetti». [1] Nessun gruppo terrorista potrebbe crescere abbastanza da organizzarsi efficacemente e diventare realmente pericoloso, senza essere infiltrato e distrutto. Lasciando da parte le organizzazioni radicate in un territorio, e che godono dell’appoggio popolare, come l’IRA nell’Ulster e le FARC colombiane, i gruppi terroristici sono di due tipi: quelli direttamente creati su commissione, come Al Qaida e l’UCK, che dal principio fungono da strumenti delle strategie dei loro creatori; oppure quelli che nascono autonomamente, ma vengono poi infiltrati ed usati da potenti burattinai per scopi che i membri comuni neppure sospettano, come fu il caso delle BR italiane. [2]
Qualcosa del genere avviene pure con i partiti legali ma “estremisti”, cioé anti-sistema: fin dal principio vengono infiltrati e pilotati in direzioni non solo innocue, ma vantaggiose per i loro avversari. Due casi tipici, da noi, furono il MSI e Rifondazione. Provocatori, infiltrati, informatori della polizia, agenti doppi e tripli di tutti i servizi segreti, mercenari prezzolati, semplici opportunisti o individui ricattati con qualche video o documento s’incaricano di bloccare qualunque potenzialità positiva, in barba ai militanti in buona fede, i quali fungono da utili idioti.
Lo stesso discorso fatto per il terrorismo vale ovviamente per il crimine organizzato: anche la più potente organizzazione criminale può essere annientata più o meno facilmente da uno stato deciso a farlo. Infatti il regime fascista eliminò la mafia nel giro di pochi anni, la quale ritornò poi trionfalmente al seguito degli americani. E la “repubblica democratica nata dalla resistenza”? Baciamo le mani, Voscienza! I super-ricercati Riina e Provenzano vissero per decenni indisturbati nei loro paeselli: fate un pò voi!
Benché la condizione umana sia, per definizione, priva di certezze, esiste almeno un’importante eccezione alla regola: laddove vi sia “terrorismo” o “criminalità” in grande stile, state pur certi che c’è di mezzo qualche grande potenza, o più di una.
Gli attentati dell’11 settembre 2001 ne sono l’esempio migliore: Osama & Soci al massimo hanno giocato il ruolo di comparse, qualche povero scemo s’è fatto bruciare per dare un minimo di credibilità alla messinscena. Come ci spiega il generale Ivashov, l’intera magistrale operazione è stata progettata, preparata, eseguita e sfruttata con un lavoro di anni da un’enorme concentrazione di poteri all’interno del mondo capitalista, probabilmente in competizione con qualche altro “blocco” di interessi divergenti che si è visto spiazzare dagli eventi. Sicuramente c’entrarono la CIA e il Mossad, come risulta da innumerevoli indizi, oltre a mezzo Stato maggiore americano, ma la “testa” vera e propria stava più in alto, ed è rimasta in ombra.
L’alta spettacolarità ed il superlativo impatto mediatico dell’evento hanno aperto una nuova era, anche se personalmente considero ineguagliabile la magistrale abilità di F. D. Roosevelt nel 1941 nello spingere i giapponesi alla disperazione ed indurli ad attaccare Pearl Harbour, da dove vennero opportunamente spostate le portaerei. Washington sapeva con largo anticipo luogo ed ora dell’attacco, essendo in grado di decifrare i codici giapponesi, ma non disse assolutamente nulla, nemmeno al comandante della Flotta del Pacifico, che poi funse da caprio espiatorio. Anche lì morirono circa tremila americani, sacrificati sull’altare di una guerra imposta al popolo statunitense, che voleva starne fuori, da una cricca di oligarchi cinici e spietati. Proprio come ai nostri tempi.
È ora di aprire gli occhi, di capire chi è realmente il nemico di tutti. I nemici dell’umanità sono quelli che spingono i popoli ad odiarsi e combattersi fra loro, negli interessi di pochi bastardi assetati d’oro e di sangue. Sono quelli che spargono dolore e miseria su un pianeta in cui potremmo vivere tutti benissimo. Sono coloro che ci tengono pomposi discorsi circondati da bandiere ed emblemi di potere, quelli che ci mentono attraverso il teleschermo, quelli che ci parlano di libertà e democrazia mentre progettano di schiavizzarci, quelli che ci fanno massacrare dai loro sicari per spingerci a combattere le loro guerre.
Non possiamo farci nulla, è vero. Ma volete mettere la soddisfazione di svegliarsi, di non lasciarsi fregare! D’altra parte, nella vita non si sa mai: tutto passa in questo mondo. Tutti gli imperi si son creduti eterni, e tutti sono finiti nella polvere. Per questo è bene sapere le cose, e non dimenticarle. Il conto in sospeso è ormai astronomico: dal Sand Creek al Nicaragua al Vietnam, da Dresda a Hiroshima, da Belgrado a Baghdad a Beirut. Non è detto che, magari i nostri figli o nipoti, vedano finalmente sorgere il giorno dolcissimo in cui si potrà presentare la fattura.
CAVALLO PAZZO
--------------------------------------------------------------------------------
Fonte:
http://www.voltairenet.org/article133655.html[1] Generale Leonid Ivashov : «Il terrorismo internazionale non esiste» di Leonid Ivashov
http://www.voltairenet.org/article133655.html[2] In realtà non nacquero autonomamente nemmeno quelle, ma bensì ebbero l’appoggio delle potenze del Patto di Varsavia.