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Iraq : I superstiti tornano a casa
Inviato da Redazione il 31/3/2006 5:27:39 (3697 letture)

Jill Carroll, la giornalista del Christian Science Monitor rapita tre mesi fa a Baghdad, è tornata a casa. Sta bene, e non le è stato torto un capello. Sembrerebbe quindi una notizia "innocente", che in un certo senso non merita nemmeno di apparire sulle prime pagine.

Il tempo infatti ha già cominciato a fare il suo lavoro, e la nostra memoria, su fatti relativamente recenti come i rapimenti dei giornalisti a Baghdad, comincia già ad offuscarsi. Ma basta un piccolo sforzo, per "ricollegare i puntini", e diventa subito chiaro che il rapimento della Carroll non è stato che l'ultimo anello della campagna di terrorismo - questo sì, quello vero - contro i giornalisti indipendenti in Medio Oriente.

Il Christian Science Monitor, fra le altre cose, è di tutto meno che un quotidiano "cristiano" (la vicenda del suo nome è tutta una storia a parte), ma di certo se c'è in USA una testata di tiratura nazionale che si è sforzata in questi anni di offrire la verità, entro i limiti concessi dall'attuale regime, è proprio questa. Non a caso Carroll, la quintessenza del giornalismo indipendente, a Baghdad stava lavorando per loro.

Dopo questa mattanza, sia fisica che psicologica, nella quale abbiamo perso anche il nostro Enzo Baldoni, Jill Carroll appare come un fortunato superstite ...

... di una specie ormai in estinzione.

Jill Carroll fu rapita all'appuntamento per un'intervista con un leader sunnita, che non ebbe mai luogo, ma si era già segnalata in precedenza, per aver messo a nudo molte delle "verità scomode" sul caso Calipari-Sgrena: fra queste, il fatto che i Marines del posto di blocco fossero stati avvisati da un sedicente "rivoluzionario islamico" che l'auto che stava trasportando Calipari e Sgrena all'aeroporto era in realtà una autobomba. Questo, unito al fatto che i rapitori avessero "consigliato" alla Sgrena, al momento della liberazione, di non andare dagli americani, ma di correre subito a casa, gettò un ombra su quel crimine che solo i nostri governanti, da brave "sguattere" al soldo del padrone, riuscirono a non vedere.

Anche alla Carroll, curiosamente, al momento della liberazione è stato detto di "tenersi alla larga dagli americani", e di non fidarsi della CNN, perché "è infiltrata dai muhajddin".

Interessante, che dei veri muhajddin rivelino a una giornalista americana di aver infiltrato gli ambienti dell'informazione americana, proprio nel momento in cui la stanno rilasciando. (Non sarà invece che dei rapitori un pò maldestri siano stati istruiti, da Washington, in modo da evitare che la giornalista parli con la stampa USA, e non abbiano saputo scovare niente di meglio di quella pietosa minaccia infantile?)

L'altra cosa che i responsabili di questo tipo di sequestro si dimenticano regolarmente di fare, è di vestire i panni dell'agnello e di unirsi - o "commossi", o "indignati", c'è pure la scelta - al coro di voci che chiede la liberazione dell'ostaggio.

Vediamo chi lo ha fatto:

Il 15 Gennaio, a sette giorni dal rapimento, il Jordan Times pubblica un articolo chiedendo la liberazione della Carroll.

Il 18 gennaio un gruppo di studiosi musulmani, comprendente la Fratellanza Musulmana in Egitto, l'Associazione dei Giornalisti iracheni, e il Fronte per la Concordia iracheno, chiede la liberazione della Carroll.

Lo stesso giorno esce sul quotidiano giordano Al-Ghad un articolo contro il rapimento che viene ripreso da molte altre testate arabe.

Il 19 gennaio la Guida Suprema della Fratellanza Musulmana chiede la liberazione della Carroll.

I genitori della Carroll si appellano tramite la CNN.

Otto diversi gruppi di diritti umani egiziani firmano un appello congiunto contro il rapimento.

20 gennaio: il padre di Jill chiede la liberazione sugli scherrmi di Al Jazeera e El Arabiya.

Reporter Senza Frontiere dimostra a favore di Jill Carroll davanti alla Grande Moschea di Parigi.

Il leader politico sunnita Adnan al-Dulaimi, l'uomo che Carroll doveva intervistare il giorno del rapimento, chiede la sua liberazione.

Una delegazione del Concilio per le Relazioni islamico-americane si reca a Baghdad per promuovere le trattative.

Il 23 gennaio il Comitato delle Libertà del Sindacato dei Giornalisti degli avvocati egiziani chiede la liberazione dell'ostaggio.

Lo stesso giorno, anche Hamas chiede la liberazione.

26 gennaio: appello congiunto di 37 politici e intellettuali arabi.

29 gennaio: secondo appello di Adnan al-Dulaimi.

1 febbraio: il giornale di Baghdad New Saba chiede la liberazione con un articolo in prima pagina pagato da una colletta popolare di cittadini iracheni. L'annuncio verrà ripetuto per tre volte.

Il direttore generale di Al-Jazeera legge un appello a nome di tutti i giornalisti della TV araba.

Politici e alte personalità irachene esprimono il loro supporto alla giornalista rapita, e denunciano i rapitori come "non-musulmani".

Una gigantografia di Jill Carroll viene appesa in Piazza del Municipio a Roma.

7 febbraio: seconda dimostrazione a Parigi di Reporters Senza Frontiere. Partecipa la giornalista francese Aubenàs, a sua volta rapita e liberata in precedenza in Iraq.

9 febbraio: i genitori della Carroll si appellano a Sattam al-Gaood, ex-collaboratore di Saddam, perchè intervenga a favore della figlia rapita.

14 febbraio: sulla TV di Baghdad Al-Iraquia, Sattam al-Gaood lancia un appello per la liberazione di Jill Carroll.

16 febbraio: studenti all'università del Massachusetts, dove la Carroll si era laureata, manifestano per la sua liberazione.

21 febbraio: Reporter Senza Frontiere promuove una settimana di supporto internazionale a favore della Carroll.

20 marzo: Ritratto gigante della Carroll esposto da Reporters Senza Frontiere in Place de la Nation a Parigi. Accanto al suo, ci sono anche i ritratti dei giornalisti iracheni rapiti, Reem Zeid e Marwan Khazaal.

24 marzo: Il Christian Science Monitor dichiara di aver ricevuto oltre 2 mila lettere di supporto a favore della giornalista rapita.

29 marzo: Kathy Carroll, la sorella di Jill, si appella su Al-Arabiya per avere notizie.

30 marzo: Jill Carroll viene rilasciata a Baghdad.

Com'è che a preoccuparsi di lei sono stati soprattutto i "cattivi"? Pensate, c'era pure Hamas fra di loro!

P.S.: Chedo scusa, dimenticavo. Oggi da Berlino Condolezza Rice fa sapere di essere "commossa e felice per la liberazione della cittadina americana Jill Carroll". Naturalmente.

Massimo Mazzucco




VEDi ANCHE (gli articoli sono in ordine temporale inverso - prima i più recenti):

L'ONERE DELLA PROVA

La nostra risposta a questa domanda, arrivataci per lettera: "Le tesi che smentiscono i resoconti apparsi su giornali e televisioni devono essere sorrette da prove forti. La tesi "Nicholas Berg è stato decapitato non da terroristi, ma da uomini sul libro paga degli Stati Uniti" da quali prove è sorretta?"


I FURBI DI CASA NOSTRA

Evidentemente nessun amore dura in eterno. Già notoriamente sensibile alle luci della ribalta, Maurizio Scelli non ha saputo resistere alla tentazione di uscire di scena con un grande coùp de teatre, anche se questo si rivolta direttamente contro il suo mentore e protettore, Silvio Berlusconi. Scelli ha fatto sapere al quotidiano "la Stampa" di aver nascosto e curato, come Croce Rossa, quattro "terroristi" ricercati dagli americani,…


CASO CALIPARI - SE LORO HANNO IL SATELLITE, NOI NON SIAMO DA MENO

Il "fesso", giustamente, non ha firmato, e così Rumsfeld decide di giocarsi il jolly della tecnologia avanzata. Adesso lui ha il satellite che ha visto tutto, ma che naturalmente nessuno può verificare. Rumsfeld ci rifila l'esperto di turno, il quale "ricostruisce" con un grafico quello che avrebbe visto sulle immagini del satellite: la pattuglia americana vede l'auto di Calipari a 130 metri di distanza (ANSA) e apre il fuoco quando l'auto è a 42 metri. Misurando quindi l'intervallo di tempo, si deduce che l'auto viaggiava a quasi cento chilometri all'ora. E così si ammazza Calipari di nuovo, dandogli dell'emerito imbecille per fare quello che non avrebbe fatto nemmeno se fosse stato inseguito dalla banda di Mad Max al completo…


C'ERA UNA VOLTA GIULIANA SGRENA

29 Marzo 2015. Ricordate, una decina di anni fa, quella giornalista italiana che fu rapita in Iraq, la cui liberazione costò la vita ad uno dei migliori agenti dei nostri servizi segreti? Ricordate l'allora capo del Governo, oggi Presidente della Repubblica, che chiese vigorosamente dei chiarimenti allo stato alleato, responsabile della morte del nosto agente? Ricordate la faccenda dei proiettili sparati, prima 400, poi 40, poi forse nemmeno 4? E la storia del quarto uomo, che prima si disse che c'era, ma che poi svanì fra le sabbie del deserto? E la famosa Toyota, che si presero gli americani ...


LA "SUA" VERITA'

Spinti dalla necessità di trovare al più presto una spiegazione all'assurda morte di Calipari, ci siamo gettati ciascuno alla ricerca della propria risposta, cercando di far quadrare in qualche modo i pochissimi elementi certi che avevamo a disposizione. Ma nel farlo, influenzati dal coro dei politici che man mano si andava affinando, abbiamo finito per dimenticare la complessità della situazione irachena, e ci siamo adagiati su posizioni estreme che sono probabilmente irreali in ogni caso: da una parte gli "incidentisti" puri (è la guerra, capita, non c'era nessuna volontà di uccidere), e dall'altra gli anti-americanisti a oltranza (sono dei cowboy, credono di comandare il mondo, volevano ammazzarli perchè stavano facendo di testa loro).


DIETRO LE QUINTE

Sul tragico epilogo del caso Sgrena, Berlusconi ha commentato "L'operazione si e' conclusa positivamente, ma poi e' calato il lutto''. Ci permettiamo di rifiutare una spiegazione così semplicistica dei fatti, che fra l'altro fa a cazzotti con la rabbia innegabile verso gli americani, che il Premier non ha saputo nascondere nell'apprendere la notizia della sparatoria. E' inoltre difficile credere ad un puro e semplce incidente, per una serie di motivi: prima di tutto un personaggio esperto come Calipari difficilmente avrebbe permesso al conducente della sua auto un comportamento che rischiasse di scatenare una qualunque reazione da parte americana.


MA CON CHI "TRATTA" BERLUSCONI?

Apparentemente, i fatti più recenti sembrerebbero darci torto. Fino a ieri avevamo sostenuto che rapimenti come quello di Giuliana Sgrena non debbano sfuggire alla ferrea legge del cui prodest, il che rendeva illogico per dei "veri" iracheni sia il rapire che tanto meno l'uccidere un personaggio del genere. L'impossibilità di ottenere infatti la liberazione del paese dalle truppe occupanti, in seguito al ricatto sulla sua vita era e rimane nulla. Ma ieri l'appello accorato di Giuliana Sgrena in TV ci ha rimesso di fronte al dilemma in maniera drammatica: questa volta ce lo ha detto lei in faccia, chiaro e tondo, o ritiriamo le truppe o questi mi ammazzano. Ma allora è vero? …


CHI SONO I VERI RAPITORI

Se c'è una cosa a cui tutti dovremmo tenere in maniera particolare, è la sanità del nostro cervello. Ma mentre per quella del resto del corpo il compito può anche essere demandato al medico di famiglia - dottore, mi dica lei cosa devo fare - per la sanità cerebrale gli unici che possono farsene carico siamo noi stessi. Solo noi infatti possiamo decidere cosa e come pensare, ogni giorno, di fronte alle informazioni che i media mondiali ci presentano. E se solo si cede alla tentazione di allungarsi sulla poltrona, socchiudere un pò gli occhi e ascoltare passivamente quello che arriva dal televisore, si rischia di risvegliarsi in un mondo fatto di pippi baudo e raffaelle carrà che ci massaggiano dolcemente le tempie e ci tranquillizzano che là fuori tutto va bene, e che non c'è nessun bisogno di pensare perchè c'è già qualcuno che lo sta facendo per noi. Ditemi dove votare che poi dormo tranquillo e asciutto. …



NICHOLAS BERG: DELITTO DI STATO?

L'artricolo più letto su luogocomune, con l'analisi tecnica del video della decapitazione, che diede origine alla analisi "alternativa" di tutti i fatti che sono poi susseguiti a quell'evento.

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Autore Albero
miuro
Inviato: 31/3/2006 6:17  Aggiornato: 31/3/2006 6:17
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/2/2006
Da:
Inviati: 66
 Re: I superstiti tornano a casa
"...basta un piccolo sforzo, per "ricollegare i puntini", e diventa subito chiaro che il rapimento della Carroll non è stato che l'ultimo anello della campagna di terrorismo - questo sì, quello vero - contro i giornalisti indipendenti in Medio Oriente..."

Io capisco che di questi tempi non ci si può fidare di nulla e nessuno, capisco anche che un'azione di terrorismo verso un giornalista possa portare solo benefici al regime, ma in assenza di prove non possiamo concedere almeno il beneficio del dubbio? E' un po' troppo oltre il legittimo sospetto l'affermazione "appare subito chiaro"... A voi non sembra?

orkid
Inviato: 31/3/2006 9:08  Aggiornato: 31/3/2006 9:08
Mi sento vacillare
Iscritto: 3/2/2006
Da: La Beverly Hills italiana
Inviati: 786
 Re: I superstiti tornano a casa
CHI È JOHN NEGROPONTE, AMBASCIATORE USA IN IRAQ

Il diplomatico di carriera John Negroponte è stato nominato Ambasciatore degli Stati Uniti in Iraq. La Commissione per le Relazioni Estere del Senato, martedì 27 aprile 2004, ha messo in programma una improvvisa seduta per questa nomina e la dirigenza del Senato ha previsto il voto a sezione completa per martedì 29 aprile. Sarà a capo dell’Ambasciata Statunitense, ammesso che la "sovranità limitata" termini il 30 giugno. Le note personali di Negroponte lo rendono singolarmente inadatto ad un incarico così delicato. Negroponte è stato funzionario politico all'ambasciata americana in Vietnam dal 1964 al 1968, al culmine della guerra, nel momento in cui si verificarono esecuzioni extragiudiziali e gravissime violazioni dei diritti umani, tra cui i massacri perpetrati dalla tristemente famosa Tiger Force della 101° Divisione Aviotrasportata dell'Esercito.

Negroponte è stato ambasciatore in Honduras dal 1981 al 1985, periodo in cui decuplicò il personale, ospitando uno dei più massicci dispiegamenti di forza della CIA in America Latina. All'epoca, mentì al Congresso sulle informazioni in suo possesso riguardo alla famigerata squadra della morte del 316° Battaglione e gestì aiuti illegali ai Contras che combattevano il governo del Nicaragua, in aperta violazione delle direttive del Congresso.

Negroponte è stato ambasciatore in Messico dal 1989 al 1993, conducendo il North America Free Trade Agreement (NAFTA) alla sua approvazione. Il NAFTA ha provocato la perdita della terra e dei mezzi di sussistenza per un milione di messicani ed ha minato i diritti sindacali ed ambientali in Messico, Canada e Stati Uniti.

Negroponte ha prestato servizio come ambasciatore presso le Nazioni Unite dal settembre 2001, durante la preparazione dell'invasione dell'Iraq, ha mentito alle Nazioni Unite sulle giustificazioni della guerra ed ha esercitato pressioni decisive sul Messico e sul Cile che si erano inizialmente opposti alla guerra.

L'assenza di credenziali democratiche di Negroponte e il suo curriculum di approvazione - o, quanto meno, di una sua solida capacità di 'non vedere' gravissime violazioni dei diritti umani -, hanno favorito la sua nomina all'ONU del 2001. All'epoca, la Commissione per le Relazioni Estere del Senato aveva approvato la nomina in una seduta rapidissima il 12 settembre, in fretta e furia durante il caos che era seguito alla tragedia del giorno precedente.

A illuminare meglio il quadro della personalità di Negroponte, viene riportato un personale contributo, scritto nel luglio 2001, da Suor Laetitia Bordes, s.h.:

Nuovi dettagli in una storia di malvagità

“John D. Negroponte, nominato dal Presidente Bush come prossimo Ambasciatore alle Nazioni Unite”?! Mi si drizzano le orecchie. Alzo il volume della radio e mi metto ad ascoltare con maggior attenzione. Sì, avevo ascoltato proprio giusto. Bush stava nominando Negroponte, l’uomo che aveva portato la CIA ad appoggiare l’apertura della campagna delle azioni degli squadroni della morte Honduregni, mentre era ambasciatore in Honduras dal 1981 al 1985. I miei ricordi tornano al maggio 1982, quando mi trovai faccia a faccia con Negroponte nel suo ufficio all’Ambasciata USA a Tegucigalpa. Io mi ero recata in Honduras al seguito di una commissione di inchiesta. Volevamo avere delle risposte. Trentadue donne erano fuggite dalle squadre della morte di El Salvador per cercare rifugio in Honduras, dopo l’assassinio dell’Arcivescovo Oscar Romero nel 1980. Una di queste era stata la segretaria di Romero. Qualche mese dopo il loro arrivo, queste donne erano state prelevate a forza dai loro appartamenti a Tegucigalpa, caricate in un furgone e erano scomparse. La nostra delegazione si trovava in Honduras per trovare la verità su quello che era successo a queste donne.

John Negroponte aveva ascoltato la nostra esposizione dei fatti. Vi erano stati testimoni oculari alle catture e questo l’avevamo ben letto nella documentazione che le precedenti delegazioni avevano raccolto. Negroponte aveva negato assolutamente di essere a conoscenza dei luoghi dove potevano essere state portate queste donne. Aveva insistito sul fatto che l’Ambasciata USA non interferiva negli affari del governo Honduregno e che per noi sarebbe stato più vantaggioso discutere di questa questione con i governanti dell’Honduras. Però i fatti sicuramente dimostravano il contrario. Durante l’amministrazione Negroponte, gli aiuti militari USA all’Honduras erano passati da $4 milioni di dollari a $77.4 milioni; gli USA avevano promosso una guerra segreta contro il Nicaragua, ne avevano minato i porti e avevano addestrato l’esercito dell’Honduras per appoggiare i Contras.

John Negroponte aveva lavorato a stretto contatto con il Generale Alvarez, Comandante in Capo delle Forze Armate in Honduras, per realizzare l’addestramento dei militari Honduregni nella guerra psicologica, nelle azioni di sabotaggio, e in ogni tipo di violazioni dei diritti umani, inclusa la tortura e il rapimento. Militari dell’Honduras e del Salvador venivano inviati alla Scuola delle Americhe per ricevere l’addestramento per movimenti anti-sommossa diretti contro la gente della loro stessa nazione. La CIA aveva creato lo scellerato Battaglione di Intelligence Honduregno 3-16, che si era reso responsabile dell’assassinio di molti Sandinisti. Il Generale Luis Alonso Discua Elvir, un insegnante della Scuola delle Americhe, era stato uno dei fondatori e dei comandanti del Battaglione 3-16. Nel 1982, gli USA avevano negoziato il libero accesso allo spazio aereo dell’Honduras e avevano insediato un centro di addestramento militare regionale per le forze dell’America Centrale, con lo scopo principale di fornire addestramento alle forze dell’esercito del Salvador. Nel 1994, la Commissione dell’Honduras sui Diritti Umani sottolineava la tortura e la scomparsa almeno di 184 oppositori politici. Inoltre la Commissione accusava John Negroponte di numerose violazioni di diritti umani.

Ora, ritorniamo nel suo studio in quel giorno del 1982; John Negroponte ci aveva assicurato di non avere idea di cosa fosse successo alle donne, di cui noi eravamo alla ricerca. Ho dovuto aspettare 13 anni per saperlo! In un’intervista al Baltimore Sun nel 1996, Jack Binns, il predecessore di Negroponte come ambasciatore in Honduras, dichiarava che un gruppo di Salvadoregni, molti dei quali erano donne, era stato ricercato, catturato il 22 aprile 1981, e selvaggiamente torturato dalla DNI, la Polizia Segreta dell’Honduras, prima di essere caricato su elicotteri dell’esercito del Salvador. Dopo essere partite dall’aeroporto di Tegucigalpa, le vittime erano state scagliate fuori dagli elicotteri, nel vuoto. Inoltre Binns affermava al Baltimore Sun che le autorità Nord Americane erano ben a conoscenza di quello che era accaduto e che questo costituiva una gravissima violazione dei diritti umani. Ma questo veniva considerato parte della politica di Ronald Reagan contro i movimenti insurrezionali.

Ora nel 2001, appaiono nuovi elementi ad agitare le acque di questa vicenda. Poiché il Presidente Bush ha reso pubblica la sua intenzione di nominare John Negroponte, si parla di altre persone che improvvisamente sono state fatte “sparire”. In un articolo pubblicato nel Los Angeles Times il 25 marzo, Maggie Farley e Norman Kempster riferivano dell’improvvisa deportazione dagli Stati Uniti di parecchi ex membri delle squadre della morte. Questi uomini potevano produrre testimonianze distruttive contro Negroponte nelle prossime udienze del Senato. Uno di questi deportati di recente era proprio quel Generale Luis Alonso Discua, fondatore del Battaglione 3-16. In febbraio, Washington aveva revocato il visto al Discua, che era Ambasciatore Supplente all’ONU. Da allora, Discua aveva iniziato a rendere pubblici particolari relativi all’appoggio USA al Battaglione 3-16.

Considerando la storia di John Negroponte in America Centrale, è una cosa completamente orrenda pensare che lui possa essere scelto per rappresentare il nostro paese alle Nazioni Unite, un’organizzazione che si fonda sull’assicurazione dei diritti umani di tutti i popoli che dovrebbero ricevere il più alto rispetto. Quanti dei nostri Senatori, mi chiedo, lasciando da parte l’opinione pubblica USA, sanno veramente chi è John Negroponte ?

da: "Action Center"

documento fatto circolare da: A.N.S.W.E.R. Coalition (Act Now to Stop War & End Racism)


Autodidatta Bonsai


"Quando l'uomo comune capisce diventa saggio, quando il saggio capisce diventa un uomo comune."
fiammifero
Inviato: 31/3/2006 9:09  Aggiornato: 31/3/2006 9:09
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: I superstiti tornano a casa
Questo tanto Per far riflettere, e quest'altro per RICORDARE

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Redazione
Inviato: 31/3/2006 9:25  Aggiornato: 31/3/2006 9:26
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: I superstiti tornano a casa
MIURO: Certo, detto così, hai perfettamente ragione, solo un imbecille potrebbe permettersi certezze di questo tipo.

In realtà però io mi riferivo, con "unire i puntini", a tutti i passaggi che abbiamo fatto qui sul sito, nel corso del tempo, su questo argomento specifico. Non a caso ho voluto apporre un numero di link decisamente superiore alla media.

Chi avesse voglia di rileggersi tutti gli articoli, troverebbe che c'è un comune denominatore, molto preciso, che porta ad escludere che i rapimenti siano stati portati a termine da "terroristi arabi", se mai questi esistessero del tutto.

Il tutto parte dal famoso caso di Nick Berg, nel quale noi abbiamo saputo dimostrare, con una precisa analisi tecnica del video, che quel gesto fu compiuto con l'interesse primario di gettare una cattiva luce sugli islamici, facendoli intenzionalmente apparire molto più crudeli e barbari di quanto possano essere.

E' l'articolo che ha avuto più letture in assoluto su LC - oltre 13.000 - e fornisce la chiave di lettura per tutti gli episodi di quel genere che sono susseguiti. (E' l'ultimo di quelli linkati a fine articolo)

D'altronde, tu giustamente chiedi "prove concrete", ma sai anche benissimo che noi prove di quel tipo, rispetto a quello che affermiamo, non le potremo avere mai.

Da tempo quindi abbiamo deciso di accontentarci della Logica e del comune buon senso, con cui cerchiamo di valutare e mettere insieme i mille frammenti di informazione che fra tutti riusciamo a raccattare in giro per la rete.

In questi termini, naturalmente, la discussione rimane aperta ad ogni possibile posizione diversa dalla mia. Siamo tutti qui per cercare di capire, dopotutto.

Parsifal
Inviato: 31/3/2006 9:37  Aggiornato: 31/3/2006 9:37
Mi sento vacillare
Iscritto: 12/10/2005
Da: Monsalvat
Inviati: 359
 Re: I superstiti tornano a casa
Miuro
La risposta alle tue domande sta proprio nella tua citazione!


Nehmet hin meinen Leib,
nehmet hin mein Blut,
um unser Liebe willen!
Dr-Jackal
Inviato: 31/3/2006 12:59  Aggiornato: 31/3/2006 12:59
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 25/3/2006
Da:
Inviati: 1028
 Re: I superstiti tornano a casa
Eh, sì. Gli americani sono dei veri maestri nell'arte della demonizzazione del "nemico della pace e della libertà" di turno (comunismo o terrorismo che sia).

E il peggio è che quasi tutti bevono queste idiozie come acqua! Senza farsi domande (troppo faticoso, è più facile odiare e insultare quei cattivi terroristi). A partire dalla Fallaci, per finire con l'uomo della strada che ormai è convinto che tutti gli arabi siano sgozzatori di bambini da eliminare dal primo all'ultimo (ne conosco parecchi), e che quindi approva tutto quello che fanno gli USA.

Come dicevo, sono dei veri maestri... hanno un allenamento non indifferente, dopo tutto.

miuro
Inviato: 31/3/2006 14:47  Aggiornato: 31/3/2006 14:47
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/2/2006
Da:
Inviati: 66
 Re: I superstiti tornano a casa
Redazione: ho letto i pezzi linkati a fine articolo e l'idea che sia stata una macchinazione del regime ne esce sicuramente rafforzata. E' perfettamente logico supportare l'idea portata nel tuo articolo. Però,...

ti riporto una frase che ho particolarmente apprezzato nell'introduzione alla sezione 11 settembre (ancor più apprezzabile che sia stata poi mantenuta alla fine dell'analisi):

"Qui non troverete NESSUNA TEORIA COSPIRATORIA SULL'11 SETTEMBRE, ma solo un'analisi approfondita, fatta al meglio delle nostre capacità, della suddetta versione ufficiale, basata sulla semplice logica e sul comune buon senso. A ciascuno trarre le sue conclusioni."

Tutta la parte sulle teorie dell' 11 Settembre è particolarmente forte valida e convincente perchè supportata oltre che da un filo logico anche da fatti, documenti etc.
Non sempre è possibile portare "prove concrete", lo so, ma proprio per questo mi era sembrato che l'articolo deviasse un po' dallo spirito che solitamente apprezzo su questo sito.

Detto questo, tutti i brani che avevi scritto/riportato mi hanno sicuramente aiutato ad ampliare il mio punto di vista sulla questione, quindi non posso far altro che ringraziarvi ancora per il vostro lavoro/impegno

winston
Inviato: 31/3/2006 22:48  Aggiornato: 31/3/2006 23:01
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/10/2005
Da: Eurasia
Inviati: 392
 Re: I superstiti tornano a casa
Uncle SAM: FINE. Per loro... Ma lo spettacolo contiua!

Citazione:
Oggi da Berlino Condolezza Rice fa sapere di essere "commossa e felice per la liberazione della cittadina americana Jill Carroll".


Una volta tanto, uniamoci a Condy: tutti contenti per Jill!

Però è d'obbligo pizzicarsi per resistere al sedativo…
Effetti: un brivido.., ma il pericolo è lontano:
gesta epiche & lieto fine...

Una maxi dose di Prozac per far dimenticare cos’ è veramente questa guerra...
Il lieto fine non è per tutti!

ATTENZIONE: Ciccare solo se maggiorenni & vaccinati
IMMAGINI CRUDE
.., RACCAPRICCIANTI! .

"Chi controlla il presente controlla il passato, chi controlla il passato controlla il futuro" Orwell, 1984
spettatore
Inviato: 1/4/2006 7:58  Aggiornato: 1/4/2006 7:58
Mi sento vacillare
Iscritto: 15/11/2004
Da:
Inviati: 883
 Re: I superstiti tornano a casa
Premesso che avrei fatto a meno di guardare il video, devo fare delle osservazioni.
Una testa staccata dal corpo di una persona ancora viva, continua a "vivere" ancora diversi minuti dopo la decapitazione. Si tratta di movimenti e spasmi involontari dei muscoli facciali dovuti ad una sorta di fibrillazione del sistema nervoso reciso. Prendete per buona questa superficiale spiegazione, perchè è quello che ricordo di quanto ebbe a dirmi un medico del 118 in seguito ad un episodio tra i più spiacevoli che mi siano mai capitati sul lavoro.
Un giorno di qualche anno fa arrivò in centrale la richiesta di soccorso per un incidente stradale con persone incastrate all'interno delle autovetture. Arrivammo là dopo dieci minuti e la scena che ci si presentò non era diversa dalle altre drammatiche situazioni relative ad incidenti stradali. La variante veramente raccapricciante era la testa di un ragazzo tranciata di netto dalle lamiere dell'auto dopo lo scontro, sull'asfalto al centro della corsia di sorpasso. L'orrore era dovuto al fatto che la faccia faceva delle smorfie e tirava fuori la lingua come a voler burlarsi dei presenti.
Questo succedeva dopo almeno dieci minuti dalla decapitazione, nel video ciò non succede, forse perchè il malcapitato era già morto?


Lo spettatore

Citazione:
Non metterti a discutere con un idiota. La gente potrebbe non accorgersi della differenza.
nike
Inviato: 1/4/2006 8:59  Aggiornato: 1/4/2006 9:14
Mi sento vacillare
Iscritto: 7/3/2006
Da:
Inviati: 845
 Re: I superstiti tornano a casa
di Massimo Mazzucco

Citazione:
Sembrerebbe quindi una notizia "innocente", che in un certo senso non merita nemmeno di apparire sulle prime pagine.


E' proprio vero una notizia "innocente" come tutte le strane buone notizie che si
sentono in questi giorni: la CCN che esterna (vedi articolo "Hollywood si sta svegliando)
consiglierei questo articolo su i giornalisti in Iraq e su la CNN


anche se con l'ultimo post di winston nella sezione "Ciclone Alex Jones" del suddetto articolo non c'è da stare allegri, poi questa pubblicità dell'attacco a Samarra
dopo che non hanno mostrato e se ne sono guardati bene quello che successse a Fallujah

e ieri un bel terremoto in Iran (.....)

The show must go on!

per chi non l'avesse visto consiglio l'intervista a Roberto Roggero giornalista free lance

e Impero
nike13

Citazione:
Quelli che creano sono duri di cuore. Nietzsche, Friedrich. Così parlò Zarathustra: II, Dei compassionevoli
Vivi
Inviato: 2/4/2006 13:16  Aggiornato: 2/4/2006 13:16
Ho qualche dubbio
Iscritto: 13/10/2004
Da: nord Italia
Inviati: 198
 “Taliban Jill”: non vanno molto per il sottile questi gran signori
Imus Exec. Producer: “Taliban Jill” Is “Wearing Terrorist Headgear” And “Carrying Zarqawi’s Baby”
http://thinkprogress.org/2006/03/31/imus-carroll-2/

Paul Mirengoff of the popular blog PowerLine takes issue with my defense of Jill Carroll from right-wing attacks in a post called
http://thinkprogress.org/2006/04/01/defense-of-terrorists/


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