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Medicina : Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Inviato da Mnz86 il 5/3/2006 8:30:45 (7989 letture)
Medicina

L’aviaria nasce e si diffonde nei grandi pollai industriali, frutto collaterale delle pratiche industriali degli allevamenti intensivi. Questa la tesi dell’ONG “GRAIN”, attiva nella tutela della biodiversità, secondo la quale le misure prese dai governi per “combatterne” la diffusione non farebbero altro che negare il problema favorendo, per il futuro, la nascita di nuove pandemie.

di Andrea Franzoni

Un polletto scappa arzillo zampettando qua e là sul terreno fangoso. Dietro, un paio di bambini inzaccherati lo rincorrono ridendo e lanciando urletti sotto gli occhi velati di tristezza dei genitori. Finalmente la femminuccia riesce ad afferrare il pennuto. Lo solleva, lo stringe forte per evitare che le sfugga di mano, pare che lo abbracci per un’ultima volta ma sempre ridendo, come per un gioco. Poi le si avvicina un uomo che indossa una tuta integrale bianca, stivali bianchi, maschera bianca: la ragazzina gli allunga il pollo con un sorriso. L’uomo lo afferra maldestramente con gli spessi guanti bianchi, quello comincia a dimenarsi seriamente, ma non c’è nulla da fare. L’uomo bianco apre con una mano un grande sacco, anch’esso bianco, e ci caccia dentro con forza il pennuto. Poi, forse come ringraziamento per l’aiuto, lancia un ultimo sguardo asettico alla bambina, rimasta interdetta, e se ne va in una nuvola di disinfettante .

Storie di aviaria in una qualsiasi campagna del sud est asiatico. L’epidemia che sta terrorizzando il mondo è nata qui …


… e qui ha fatto le prime vittime (pochissime umane, parecche -come da sempre- fra i pennuti) negli scorsi anni prima di diffondersi nell’etere fino a invadere i televisori e i discorsi degli italiani.

Sono quelle campagne e quei piccoli pollai famigliari dove i bambini giocano nel fango insieme agli animali, secondo l’immaginario comune e secondo l’iconografia televisiva, l’incubatrice e la fucina del tremendo virus H5N1. E’ qui, dove le condizioni igieniche sono scarse e il pollame vive all’aperto, a contatto con i volatili selvatici e senza antibiotici e controlli certosini, che sarebbe nato il flagello dell’aviaria con la sua ipotetica minaccia di pandemia umana.

Ciò, però, è tutto da dimostrare. L’unica certezza è quella che i piccoli allevatori del sud est asiatico sono stati, fino ad ora, quelli che hanno subito le conseguenze economiche dell’aspirante pandemia, seguiti a ruota dai piccoli allevatori mondiali. Riguardo all’origine, e anche agli stessi vettori di diffusione del virus, sta crescendo al contrario la voce di chi, dati alla mano, colloca la fucina dell’H5N1 lontana da quel sistema romantico di piccoli produttori e di galline arzille che giocano con i bambini accusando direttamente gli allevamenti intensivi e i loro metodi fordisti di creazione a tavolino e di produzione del pollo industriale.

Questa teoria, riportata fra l’altro dall’ONG “GRAIN” (1) che si occupa principalmente di tutela della biodiversità, fino ad oggi è rimasta racchiusa nella ristretta cerchia degli ultras dell’agricoltura biologica e dell’ambientalismo. Una cerchia non imparziale, in linea di principio, ma che merita assolutamente voce e attenzione, se non altro per bilanciare la propaganda della lobby degli allevatori industriali. Certo, di aviaria sarebbe meglio non parlare, visto che già se ne è parlato troppo e i risultati di questo blaterare in maniera semplicistica e scandalistica sono sotto gli occhi di tutti: psicosi e cali vertiginosi nei consumi, piccoli allevatori sul lastrico, posti di lavoro persi e grandi rimborsi, a carico dei contribuenti, diretti soprattutto alle grandi aziende, in Italia come in Tailandia come nel mondo. Tuttavia, pur con tutta la calma e con tutta la fiducia possibile negli allevamenti italiani, sicuramente più controllati degli allevamenti intensivi Tailandesi, e nella speranza di non alimentare altre psicosi, è doverosa un’analisi delle tesi di GRAIN che ci pone problemi seri, che vanno al di là dell’epidemia contingente fin troppo enfatizzata, mettendo in discussione un intero sistema di industria e di caccia alla produttività applicata ad un settore delicato come quello dell’alimentazione.

L’Asia esporta milioni di polli, e solo la Tailandia è tra primi cinque esportatori mondiali del settore. Il grosso dell’export, rivolto principalmente a UE e Giappone, coinvolge il gigante Charoen Pokphand (Cp) (2), una conglomerata multinazionale presente in più di 20 paesi, che ha impiantato i primi allevamenti industriali negli anni ‘70. Sarebbero questi pollai industriali, dove decine di migliaia di polli selezionati geneticamente consumano i loro 35 giorni di vita ammassati l’uno sull’altro in batterie sempre sottoposte alla luce artificiale, secondo il rapporto di “GRAIN”, le vere incubatrici del virus H5N1. Ed è su queste industrie transnazionali dei polli, sempre secondo GRAIN, che andrebbero indirizzati gli sforzi per controllare il virus.

Gli allevamenti industriali presentano le condizioni ideali per la diffusione del virus. Sono due i fattori principali, particolarmente evidenti nel contesto del sud est asiatico, che determinano questa presunta predisposizione, e cioè la debolezza dei polli e le condizioni di allevamento.

La debolezza dei polli è determinata da una molteplicità di fattori collegati alla necessità di ottenere, in tempi record, polli grossi e carnosi (3). I polli presenti negli allevamenti industriali presentano numerose disfunzioni metaboliche legate al nutrimento intensivo, come fegati ingrossati e masse grasse straordinariamente sviluppate in opposizione a scheletri ossei non ancora formati. Gravi sono le implicazioni che hanno sulla resistenza dei polli anche l’assenza di movimento e di aria fresca a cui gli allevamenti li costringono, l’esposizione a luci artificiali continue (per accelerare il metabolismo) che, tra l’altro, creano ambienti caldi e malsani -anche a causa delle grandi quantità di deiezioni che si depositano sul terreno. Il pollo da allevamento è una macchina biologica ad elevatissimo “indice di conversione”: un pollo mangia un chilo e mezzo di mangime e ne “produce” uno di carne. La durata media della sua vita in allevamento è di 35 giorni, durante i quali vive con altri polli ad una densità di 10-15 polli al metro quadrato. I mangimi, ad alto contenuto di antibiotici (unico modo per contrastare le infezioni vista l’estrema debolezza dei polli ad ogni tipo di agente patogeno), possono contenere proteine animali derivate dalle interiora, dalle teste, dalle zampe, dalle piume derivate dai loro fratelli morti in precedenza, oltre alle proteine animali acquistate dove costano meno (farine di sangue e di pesce) e sono prodotti da poche grandi aziende secondo formule in buona parte top secret. Unico risultato ufficiale: un petto di pollo, nel 1976, pesava circa 252 grammi, oggi ne pesa 382.

Il contagio è favorito, naturalmente, dall’altissima densità e dal fatto che i polli sono deboli, nonché appartenenti tutti alla stessa specie (fattore che favorisce la diffusione delle patologie). Tutti i polli che compriamo e mangiamo, in tutto il mondo, sono oramai infatti solo di un paio di razze ibride (denominate COBB 500, i cui brevetti sono in mano alla The Cobb Breeding Company LTD), nate nei laboratori di genetica applicata, selezionate esclusivamente per l’ingrassaggio. Favoriscono la diffusione del virus anche le condizioni igieniche e il calore e il fetore inimmaginabile, provocato dall’illuminazione artificiale costante e sicuramente incentivato dal clima umido del sud est asiatico.

Sarebbero quindi questi pollai industriali sarebbero le bombe batteriologiche dalle quali il virus si sarebbe poi diffuso agli animali selvatici tramite gli escrementi (usati anche come fertilizzante), tramite l’aria malsana prodotta dai pollai, tramite le piume e i resti di animali, tramite i pulcini scartati (usati anch’essi come fertilizzante) e anche tramite le uova fecondate esportate in altri allevamenti (è il caso dell’India e, pare, della Nigeria).

«Tutti si ostinano a vedere gli uccelli migratori e i piccoli allevamenti come il vero problema» dice Devlin Kuyek di GRAIN. «Ma non è così che si diffonde la variante altamente patogena del virus. Il virus uccide uccelli selvatici e distrugge i piccoli allevamenti, ma è impossibile che sia diffuso da questi». «Ad esempio -scrive Green Planet, la rete italiana del biologico- in Malaysia il tasso di mortalità causato dall'H5N1 fra i piccoli allevamenti nei villaggi è solo del 5%, indicativo del fatto che il virus fatica molto a diffondersi nei piccoli assembramenti di polli. Il contagio da parte dell'H5N1 nel Laos, che è circondato da nazioni infette, è avvenuto solo nei pochi allevamenti industriali del paese, riforniti con pulcini provenienti dalla Tailandia. Gli unici casi di contagio in piccoli pollai, che supportano il 90% della produzione di polli del Laos, sono avvenuti nei pressi degli allevamenti industriali. "Le prove che troviamo sempre più, dall'Olanda nel 2003 al Giappone nel 2004 all'Egitto nel 2006, è che il contagio della variante letale dell'Influenza Aviaria si presenti in allevamenti industriali di larga scala e poi si diffonda da lì." spiega Kuyek. Il contagio in Nigeria all'inizio del 2006 iniziò in un singolo allevamento industriale, di proprietà di un Ministro, distante dai luoghi dove si concentrano gli uccelli migratori, ma noto per l'importazione clandestina dall'estero di uova fecondate. In India, le autorità locali dicono che il virus H5N1 emerse e si diffuse da un allevamento industriale di proprietà della più grande compagnia di pollame, la Venkateshwara Hatcheries». (4)

Concentrando l’attenzione e le accuse sugli allevamenti famigliari e sugli animali selvatici (che possono comunque essere vettori), denuncia GRAIN, si vuole sfruttare un’emergenza causata dall’industria del pollame e dalle sue pratiche per avvantaggiare le stesse grandi industrie. Per affrontare il pericolo della diffusione del virus e della trasmissione all’uomo, che necessita del contatto diretto romantico ma mortale con gli animali infetti, molti governi del sud est asiatico –che hanno negato l’emergenza per mesi- hanno promulgato leggi che rendono obbligatorio l’allevamento al chiuso del pollame costringendo molti piccoli produttori, impossibilitati a costruire le strutture necessarie e già in difficoltà economiche per l’abbattimento dei polli e per il crollo della domanda, ad abbandonare l’attività favorendo i grandi colossi e i loro polli (pardon i loro COBB 500) geneticamente modificati da ingrasso. Secondo Grain questa tendenza avrebbe gravi implicazioni a livello di biodiversità, oltre che a livello sociale, favorendo, nel futuro, la nascita e la diffusione di nuovi virus e di nuove pandemia a discapito dell’uomo e degli animali.



Andrea Franzoni (Mnz86)

_________

(1) Grain è una ONG con base a Barcellona che si occupa della tutela della biodiversità e che pubblica numerosi rapporti in inglese pubblicati all’indirizzo

http://www.grain.org/briefings/

(2) La vicenda dell’aviaria in Tailandia, con le coperture politiche a favore delle grandi industrie e la distruzione dei piccoli allevamenti a favore dei colossi nell’articolo “Thailandia, i disastri dell’influenza aviaria” (Le Monde Diplomatique. luglio 2004).

http://www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/LeMonde-archivio/Luglio-2004/0407lm09.01.html#1

(3) Polli messi al forno, prima di “impazzire”, di Guglielmo Donadello, consulente aziendale settore zootecnico e agroalimentare (Liberazione, 19 novembre 2000).

http://www.disinformazione.it/pollipazzi.htm

(4) “Aviaria, la radice del problema è l’allevamento industriale” (Green Planet, 02/03/2006).

http://www.greenplanet.net/Articolo14109.html

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
ivan
Inviato: 5/3/2006 9:02  Aggiornato: 5/3/2006 9:02
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Condivido l'analisi dell'articolo.

Citazione:

I polli presenti negli allevamenti industriali presentano numerose disfunzioni metaboliche legate al nutrimento intensivo, come fegati ingrossati e masse grasse straordinariamente sviluppate in opposizione a scheletri ossei non ancora formati


Sarà un caso che le malattie metaboliche e le osteoporosi siano in aumento?

ingfiglia
Inviato: 5/3/2006 10:20  Aggiornato: 5/3/2006 10:20
Ho qualche dubbio
Iscritto: 27/10/2005
Da: Ballarò
Inviati: 96
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
"Per affrontare il pericolo della diffusione del virus e della trasmissione all’uomo, che necessita del contatto diretto romantico ma mortale con gli animali infetti, molti governi del sud est asiatico –che hanno negato l’emergenza per mesi- hanno promulgato leggi che rendono obbligatorio l’allevamento al chiuso del pollame costringendo molti piccoli produttori, impossibilitati a costruire le strutture necessarie e già in difficoltà economiche per l’abbattimento dei polli e per il crollo della domanda, ad abbandonare l’attività favorendo i grandi colossi e i loro polli (pardon i loro COBB 500) geneticamente modificati da ingrasso"

Purtroppo i controlli nel campo dell'alimentazione confermano l'indicazione di quanto è a rischio il settore, pur con i limiti della nostra normativa: vedi ITX per il latte, la carne andata a male per la MONTANA, e così via.

E con la scarsa informazione che esiste non abbiamo la possibilità di scegliere i prodotti più sicuri per la nostra alimentazione.

L'aviaria "cui prodest?": alle strutture di allevamento industriali (contributi per danni, esportazioni di pollame ai Paesi del Terzo Mondo finanziati dalla Comunità Europea per tutelare gli interessi dei bla, bla, etc.). La soluzione ideale sarebbe allevare polli in casa (vi assicuro un lavoro molto pesante) in alternativa si può andare dall'allevatore locale tradizionale che usa mangimi biologici, ha un allevamento a cielo aperto non intensivo, ha un comportamento corretto consolidato da anni di lavoro e se costa un pò di più di quello industriale... pazienza.

SavySeba
Inviato: 5/3/2006 10:42  Aggiornato: 5/3/2006 10:42
Ho qualche dubbio
Iscritto: 2/2/2006
Da: Bari
Inviati: 74
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali


Tutto questo allarmismo sollecita una domanda:

a quanto ammonta il giro di affari del vaccino?

Chi proteggerà i consumatori dai grandi pollai industriali?

Mi discpiace molto per tutti i piccoli produttori ma sinceramente credo di poter fare a meno di mangiare carne di pollo.

Delle uova però non credo che se ne possa fare a meno!

------
Saverio
------

La storia non ci ha ancora insegnato nulla sulla guerra. AMEN
UncasO
Inviato: 5/3/2006 11:42  Aggiornato: 5/3/2006 11:42
Ho qualche dubbio
Iscritto: 25/7/2005
Da: ss11 "Rivoltana"
Inviati: 267
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Inizialmente pensavo che la campagna intimidatoria a favore dell'aviaria fosse l'ennesimo giochino orchestrato dalle più spregiudicate tra le big pharma, ora il quadro appare se possibile ancora più ampio. Come successe per le bse a farne le spese sono soprattutto i medio piccoli allevatori, i quali non godono dell'appoggio interessato degli istituti di credito e dunque non possono sopravvivere a questa "botta". I grandi allevatori sopravviveranno, le banche avranno il controllo della produzione avicola attraverso la ciclica concessione dei fidi stagionali come già accade per il settore caseario, l'agricoltura intensiva, gli insaccati e i bovini, controlleranno tutti i settori produttivi dell'industria più indispensabile, quella alimentare.

Il principio è sempre lo stesso, l'accentramento del potere attraverso la creazione di monopoli, hanno ucciso la distribuzione con le catene di supermercati e stanno torturando la produzione con le varie campagne intimidatorie nei confronti del consumatore.

In tutto questo delirio programmato sento l'amico che ha un pezzo di terra affermare tra lo scettico e l'incredulo:
<Io sarò anche fortunato, ma non concepisco di andare al supermercato a comprare un pollo, se non avessi i miei andrei da un contadino comunque>

Non vorrei mai morire per le mie idee, perchè potrebbero essere sbagliate.
Bertrand Russell
manox66
Inviato: 5/3/2006 11:59  Aggiornato: 5/3/2006 11:59
So tutto
Iscritto: 4/12/2005
Da:
Inviati: 12
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
e' nato prima l'uovo o la gallina?

anche questo virus come molti altri puo' essere uscito da un laboratorio piu che da un animale?

tanto chi ne paga le conseguenze sono sempre gli stessi!!!!!!
solo che sapere che qualcuno ci guadagna , e non poco , rode il fegato

manox66
Inviato: 5/3/2006 12:06  Aggiornato: 5/3/2006 12:06
So tutto
Iscritto: 4/12/2005
Da:
Inviati: 12
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
http://www.disinformazione.it/i_veri_polli_siamo_noi.htm
anche questo link puo' dare in parte una spiegazione

vulcan
Inviato: 5/3/2006 12:36  Aggiornato: 5/3/2006 12:36
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
L’articolo di Andrea Franzoni .. ci presenta una analisi assolutamente condivisibile ..

La nascita spontanea di un nuovo virus ..sarà anche possibile in natura … ma qui di virus letali.. periodicamente ne salta fuori uno …

..e a forzare la mano con i meccanismi della natura … c’è sempre il rischio di rimanerne morsi.

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
Linucs
Inviato: 5/3/2006 12:41  Aggiornato: 5/3/2006 12:41
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
..e a forzare la mano con i meccanismi della natura... c'è sempre il rischio di rimanerne morsi.

E i meccanismi della natura sono tanti, e continuano a funzionare anche se facciamo finta che non esistano...

(frase misteriosa del giorno.)

Ultimo86
Inviato: 5/3/2006 13:40  Aggiornato: 5/3/2006 13:40
Ho qualche dubbio
Iscritto: 5/9/2005
Da: Campania
Inviati: 68
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Avevo già sentito quanto affermato nell'articolo e tutto ciò non fa che confermare ancora di più la mia delusione nei confronti di questo sistema, di questo mondo, di questa umanità. Che forse non sarà la maggioranza, ma che certo incide sul destino di tutti noi. Non in positivo.
Un deluso saluto a tutti.

Il viaggio è finito.
E l'isola che non c'è
non c'era.

Peter Pan
BlSabbatH
Inviato: 5/3/2006 15:24  Aggiornato: 5/3/2006 15:24
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/9/2005
Da: Bergamo
Inviati: 837
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
anch'io condivido l'analisi dell'articolo..
quel che nessuno dice è che trattiamo i polli come dei prodotti in serie..con l'allevamento in batteria si è perso ogni tipo di etica.. i polli sono uccelli, animali come altri, e hanno diritto di vivere la loro vita, anche se allevati per soddisfare l'uomo!

la cosa più stupida inoltre, è che stiamo impoverendo il pianeta, stiamo disboscando immense aree per poter coltivare terreni i cui raccolti andranno ad alimentare masse enormi di bovini, polli e maiali (con i vari gas serra prodotti dagli intestini..)

mentre potremmo utilizzare molte meno risorse per soddisfare i nostri bisogni direttamente con i prodotti della terra!!

ecco perchè evito di mangiare carne sempre più spesso.. è un insulto all'animale e al pianeta..

-- Under capitalism, man exploits man. Under communism, it's just the opposite. -- J.K. Galbraith
Mnz86
Inviato: 5/3/2006 17:29  Aggiornato: 5/3/2006 17:35
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/7/2005
Da: BS
Inviati: 246
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
quel che nessuno dice è che trattiamo i polli come dei prodotti in serie..


..infatti. Pensa che siamo la civiltà dei cani da compagnia con il cappotto, delle dichiarazioni dei diritti degli animali, delle marce vip contro la caccia alle foche..

mi chiedo soltanto dove sono tutte quelle cazzo di anime pie/ ambientalisti chic -quelli lacrimosi, buonisti e paranoici, quelli di Studio Aperto- quando c'è seriamente bisogno di loro

MaxFico
Inviato: 5/3/2006 17:43  Aggiornato: 5/3/2006 17:43
Ho qualche dubbio
Iscritto: 2/6/2004
Da: Cupramontana
Inviati: 57
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
citazione "quel che nessuno dice è che trattiamo i polli come dei prodotti in serie..con l'allevamento in batteria si è perso ogni tipo di etica.. i polli sono uccelli, animali come altri, e hanno diritto di vivere la loro vita, anche se allevati per soddisfare l'uomo!"

Forse perchè anche gli esseri umani vengono trasformati sempre più in animali da allevamento in batteria ed è conseguenza logica che si nutrano di loro simili

Al peggio non c'è mai fine
Max

il tragitto è sempre più interessante della meta
_gaia_
Inviato: 5/3/2006 18:43  Aggiornato: 6/3/2006 10:12
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 23/2/2006
Da:
Inviati: 1460
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
anch'io condivido l'articolo

le implicazioni di tutta questa faccenda sono moltissime (come dice UncasO):
Citazione:
Inizialmente pensavo che la campagna intimidatoria a favore dell'aviaria fosse l'ennesimo giochino orchestrato dalle più spregiudicate tra le big pharma, ora il quadro appare se possibile ancora più ampio.


a proposito di polli OGM... come se non bastassero quelli già presenti oggi, ecco cosa si sono inventati alcuni ricercatori inglesi (news un po' vecchia ormai ma sempre illuminante ):
POLLI OGM BLINDATI CONTRO I VIRUS


pepe78
Inviato: 5/3/2006 18:44  Aggiornato: 5/3/2006 18:44
So tutto
Iscritto: 28/12/2005
Da:
Inviati: 2
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Vi segnalo questo link:
http://www.themeatrix.com/italian/

_gaia_
Inviato: 5/3/2006 18:48  Aggiornato: 5/3/2006 18:48
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 23/2/2006
Da:
Inviati: 1460
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Quasi dimenticavo...
La Roche con il Tamiflu (le cui storie e retroscena sono altrettanto "illuminanti") non ha mai visto così tante vagonate di soldi nella sua carriera di colosso farmaceutico... E ci si chiede com'è possibile che un sacco di Stati abbiano speso milioni per prenotare quintalate di un vaccino che non va manco bene per questo virus...!
uhmm... come sempre, cui prodest?

Civix
Inviato: 5/3/2006 19:02  Aggiornato: 5/3/2006 19:02
Ho qualche dubbio
Iscritto: 2/2/2006
Da:
Inviati: 77
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Complimenti per l'articolo.

Sono un vegetariano da due anni e mezzo. Prima mi prendevo regolarmente l'influenza, ogni anno. Da quando ho smesso di mangiare carne (non mangiavo biologico) non ho, ad oggi, avuto una linea di febbre. Se mangiate carne, che sia almeno biologica (lo so costa di più, ma vale la pena).

Quanti sanno che una variante del virus dell'aviaria è presente negli allevamenti della pianura padana da più di 6 anni?
http://www.altragricolturanordest.it/dettaglio.asp?Id=264

Non so chi lo ha detto ma "noi siamo quello che mangiamo".

Max_Piano
Inviato: 5/3/2006 20:00  Aggiornato: 5/3/2006 20:00
Sono certo di non sapere
Iscritto: 10/12/2005
Da:
Inviati: 3666
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Citazione:

noi siamo quello che mangiamo


Mangiate i fichi !!!

[freddura della giornata]

UncasO
Inviato: 5/3/2006 20:04  Aggiornato: 5/3/2006 20:04
Ho qualche dubbio
Iscritto: 25/7/2005
Da: ss11 "Rivoltana"
Inviati: 267
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Citazione:
Quasi dimenticavo...
La Roche con il Tamiflu (le cui storie e retroscena sono altrettanto "illuminanti") non ha mai visto così tante vagonate di soldi nella sua carriera di colosso farmaceutico... E ci si chiede com'è possibile che un sacco di Stati abbiano speso milioni per prenotare quintalate di un vaccino che non va manco bene per questo virus...!


Inoltre anche se ben conservato dura al massimo sei mesi, con 20 euro a dose comprati dallo stato e 50 dai privati se ne facevano di ricerche utili ed indipendenti...

Il vaccino è stato spacciato per efficace con la sola prova dell'efficacia in vitro ed ha permesso alla Gilead(ex presidente D. Rumsfeld) di sanare le sue pendenza legali con la Roche che l'aveva acquisita e che era accusata di non promuovere adeguatamente il principio attivo brevettato. Per spacciare il Tamiflù come vaccino per l'aviaria hanno usato un volantino per allevatori dell'OMS di Manila, siccome consigliava di tenere a portata di mano un farmaco contenente il principio attivo del Tamiflù, quelli della Roche han pensato bene di pubblicare su tutte le riviste mediche più importanti che l'OMS dichiarava il Tamiflù efficace per l' H5N1. Voilà, les jeux son fait, milioni di ordini da Usa, Germania, Francia, Italia...

Non vorrei mai morire per le mie idee, perchè potrebbero essere sbagliate.
Bertrand Russell
Ivy
Inviato: 5/3/2006 21:15  Aggiornato: 5/3/2006 21:15
Mi sento vacillare
Iscritto: 25/7/2005
Da: Cantù [VAAAAAAAAAAAAAAA BENE!]
Inviati: 335
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Ok ok ok, tutto giusto...
Le condizioni degli allevamenti industriali sono a dir poco terrificanti...

Io avevo letto qualcosa QUI, mi sembra che sia un articolo equilibrato sul tema aviara, ne troppo allarmismo, ne sottovalutazione del problema (di sicuro non è aggiornato agli ultimi fatti, gatti etc...)

Che dire, le codizioni degli allevamenti industriali sono ben note, non solo da quando c'è il "discorso aviaria"...

Vanno ben considerate, e mi rivolgo a chi dice che può fare a meno della carne di pollo, che anche il modo in cui vengono coltivate frutta e verdura non è dei più "sani" possibile... Ci vuole equilibrio secondo me nell'affrontare certi problemi...

E inoltre un aspetto molto importante dell'influenza aviaria è, come sottolineato anche nell'articolo, il lato economico, il crollo delle vendite, etc.

We live in the age of the overworked, and the under-educated; the age in which people are so industrious that they become absolutely stupid. Oscar Wilde
grazia
Inviato: 5/3/2006 22:26  Aggiornato: 5/3/2006 22:26
Mi sento vacillare
Iscritto: 5/1/2005
Da:
Inviati: 337
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Complimenti innanzitutto ad Andrea. Trovo i suoi articoli sempre molto approfonditi ed interessanti.
Quanto all'aviaria. Che sia la involuzione della nostra mentalità che va verso l'annullamento del rispetto di qualsiasi umanità o animalità, concordo sul fatto che c'è un "regno animale" che è alla mercè dell'abuso finalizzato ad uso e consumo dell'uomo.
Concordo con Andrea. La descrizione delle condizioni in cui versano queste povere bestie, dovrebbe far insorgere il mondo delle associazioni degli ambientalisti/animalisti che se ne sbattono altamente di quanto non puo' dare loro visibilità.
Anzi se ne sbattono e basta.

Bhè, scusate , ma se viviamo in un mondo in cui ancora persiste la pena di morte, la tortura, l'aggressione....... nei confronti dell'uomo, cosa volete che gliene freghi delle altre specie di animali? .... che s'arrangino.Che tristezza!

"Solo la verità può rendere liberi quanti oggi non vogliono essere servi..."

Paolo Sylos Labini
da "Intoccabili" di Lodato-Travaglio
fiammifero
Inviato: 5/3/2006 22:39  Aggiornato: 5/3/2006 22:39
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Ma come,mettono il bollino su tutto !

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
winston
Inviato: 5/3/2006 23:18  Aggiornato: 5/3/2006 23:18
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/10/2005
Da: Eurasia
Inviati: 392
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali

"Chi controlla il presente controlla il passato, chi controlla il passato controlla il futuro" Orwell, 1984
Sciamano77
Inviato: 6/3/2006 1:29  Aggiornato: 6/3/2006 1:38
Ho qualche dubbio
Iscritto: 30/9/2005
Da:
Inviati: 168
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
L'ennesima bufula di una società alla deriva! Anche una volta i polli morivano di influenza aviaria e le gente correva a mangiarseli, questa è stata l'affermazione di un veterinario....L'AVIARIA NON DICO CHE NON ESISTE MA VIENE POMPATA PER TENERE NEL TERRORE E NELLA PAURA LA GENTE IN QUESTO PERIODO DI RISVEGLIO...COME LO SPINGERE AD UNO SCONTRO DI CIVILTA'...E' LA TATTICA DEL DIVIDE ET IMPERA....
Ci sono malattie infetteve nel mondo molto più pericolose e che fanno più vittime...
ma nessuno parla di Pandemia Globale....per L'aviaria invece si....
QUESTA SOCIETA' ALLA DERIVA SI DEVE RIPIGLIARE....UNA SOCIETA' DISPERATA CHE FA DI TUTTO PER RIMANDARE IL SUO DECLINO....Io voglio far parte del post declino, quando un nuovo modello culturale ci porterà ad un nuovo rinascimento...

p.s. verissimo il fatto che i polli vengono allevati in Lagher, in spazi ristrettissimi....
Invece i polli del "contadino" sono ancora mangiabili

Un nuovo mondo è già qui, non potranno più far finta di non vedere...
Demon84
Inviato: 6/3/2006 1:32  Aggiornato: 6/3/2006 1:32
Ho qualche dubbio
Iscritto: 20/2/2006
Da:
Inviati: 224
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Ho letto l'articolo e i vostri commenti..diciamo che con certe vignette mi sono fatto 2 risatine "sdrammatizzanti".

Comunque da parte mia penso che nn sia il caso di iniziare a tapparsi in casa con la paura di trovarsi un esercito di zombie dementi affetti dall H5N1 che ci bussano alla porta.
Penso sia il caso invece di andarcene tutti fuori da certe cosidette scatole, comprarci 1 mucca, 1 toro, 1 gallina, 1 gallo, diversi sacchetti di semi andare nella cara natura incontaminata del Madagascar, creare la nostra piccola fattoria in 500 metri quadri di terreno e aspettare qualche millenio che i nostri animali attraverso diverse generazioni si siano ripuliti da tutte le schifezze chimiche che hanno ingurgitato i loro progenitori che abbiamo comperato.

Vi sembra fattibile???? No? State pensando che sono scemo???? Avete ragione...gli intelligenti sono i dirigenti di quelle multinazionali che smerciano polli a tutti spiano, le loro mogli mica comprano i polli dalla fabbrica del marito... abiteranno di certo in un bel paesino tranquillo, con un caro vecchio "Emporio" di frutta e verdura fresca prodotta in quale fattoria li vicino...MICA SCEMI!!!! Tanto la M**** la fanno mangiare a noi...

Però d'altra parte cosa possiamo fare? Viviamo sempre di più attaccati insieme noi esseri umani...a Tokyo sono 21 milioni di abitanti pensate che potrebbero davvero sopravvivere andando a fare la spesa alla periferia, andando tutti in macchina attraverso una ridente campagna popolata da mucche "fresche" ????
Cercate di immaginarvi una città così grande, con un periferia popolata da chilometri di mucche e galline.
Purtroppo questo mondo lo abbiamo ereditato da chi ha creato le "innovazioni technologiche" nate con lo scopo di semplificare la nostra vita e il nostro lavoro...
Mah... io più che guardare il futuro che avrà l'avaria guardo il mio, quando nn ci sarà più niente di sano, saremo costretti a vivere ingurgitando pasticche ultravitaminiche contenenti gli aromi dei cibi; così a quel punto il nostro stomaco nn servirà più a niente e potremmo tenercelo li in mostra in salotto come ricordo dei bei tempi andati...

Io nn mi reputo un sotuttoio del mondo, anche perchè ho solo 22 anni (scarsi )
ma credo che con la logica si possano fare tanti passi avanti, basterebbe aver voglia di toglierci quella stupida tendina che teniamo di fianco agli occhi, che tiriamo quando nn vogliamo vedere la realtà del mondo perchè ci fa comodo l'ignoranza e la finzione!

Buona notte !

Citazione:
"Il mio viaggio di scoperte non è ancora finito, sebbene io ormai sia un uomo...più cose conosco meno cose capisco e meno cose capisco più mi sembra di tornare bambino" (Demon's summons 2006)
Sciamano77
Inviato: 6/3/2006 1:33  Aggiornato: 6/3/2006 1:33
Ho qualche dubbio
Iscritto: 30/9/2005
Da:
Inviati: 168
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Io non mangerei polli non tanto per l'influenza Aviaria,di quella non me ne curo...
ma piuttosto per i trattamenti di antibiotici che hanno subito....

MI DISSOCIO DA QUESTA SOCIETA'
Voglio vedere tutto come se fossi su un'altro pianeta...


Sciamano77,
Il dissociato

Un nuovo mondo è già qui, non potranno più far finta di non vedere...
sharnin
Inviato: 6/3/2006 14:51  Aggiornato: 6/3/2006 14:51
Ho qualche dubbio
Iscritto: 7/7/2005
Da:
Inviati: 31
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Ma voi avete provato a consultare qualche veterinario, qualche virologo o epidemiologo, prima di scrivere tutte queste scemenze? Che cos'è, il festival dell'ignoranza?
Quelllo della spagnola era un virus aviario!!! e veniva dal Guandog come tutti gli altri.
I virus sono sempre esistiti, e a causa delle mutazioni (spontanee) periodicamente ne spunta uno deleterio per qualche specie.
Anche l'influenza normale, che nasce in Asia, è veicolata dagli uccelli migratori, e siccome quest'anno l'incidenza è stata bassa come non era mai avvenuto, a fronte della vaccinazione molto più estesa, mi pare logico dedeurne che la vaccinazione funziona.

Sciamano77
Inviato: 6/3/2006 16:25  Aggiornato: 6/3/2006 16:25
Ho qualche dubbio
Iscritto: 30/9/2005
Da:
Inviati: 168
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
La vaccinazione per quanto riguarda l'aviaria è una truffa...per vendere e tenere nel terrore...MALATTIE INFETTIVE NEL MONDO DI PORTATA PIU' VASTA NON CAUSANO TUTTO IL PANICO E LE PREOCCUPAZIONI DELL'AVIARIA, PERCHè?
PIU' CHE UNA INFLUENZA DA VIRUS QUESTA E' UNA INFLUENZA MENTALE...

E CI CASCATE SEMPRE... POLLI :)))

Si cominci piuttosto a mangiar sano, a chiudere tutti lager per l'ingrasso degli animali....
altro che vaccini....ci vuole una alimentazione sostenibile....

La società non comprende la causa dei suoi mali...
Non avete ancora capito CHE SONO I MEDIA A DECIDERE COSA E' IMPORTANTE E COSA NO?

p.s. è un risveglio difficile quello di questa società, ma invevitabile

Un nuovo mondo è già qui, non potranno più far finta di non vedere...
Demon84
Inviato: 6/3/2006 17:10  Aggiornato: 6/3/2006 17:10
Ho qualche dubbio
Iscritto: 20/2/2006
Da:
Inviati: 224
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Mi sa che il festival dell'ignoranza l'hanno fatto a casa tua di recente..informati un po' e arriva a capire che, si gli uccelli migratori trasportano il virus, ma da qualche parte il virus nasce.

Comunque l'influenza "normale" nn capisco cosa c'entra coi polli, io mica starnutisco se vado a dar da mangiare a delle galline...sono 2 tipi completamente diversi.
Anche gli scemi sanno che una malattia che colpisce gli uccelli nn può aver gli stessi effetti su un essere umano e cmq gli animali liberi in natura sviluppano anticorpi proprio come gli sviluppa 1 bambino di 2 anni invece gli animali chiusi in allevamento nn hanno alcuna possibilità di proteggersi perchè non entrano a contatto con nulla di esterno quindi mi sembra ovvio dedurre che l'aviara di cui tanto si parla nasce proprio da li.
Far ammalare uno di quei polli è come sparare sulla Croce Rossa!

Anche perchè un virus impiantato in un corpo che nn è capace di difendersi perchè troppo debole (ovvero i famosi polli geneticamente modificati per ingrassare) può fare i propri comodi nel proprio ospite, passando poi da un pollo all'altro si rafforza diventando sempre più difficile da debellare.
Poi come fa il virus ad arrivare agli uccelli selvatici è semplice: attraverso i canali di scarico degli impianti di allevamento, che oltre all'acqua sporca liberano nell'ambiente e nei fiumi i resti dei polli morti, le loro feci (e in questo momento sto ripensando ai deliziosi biscotti che ho mangiato 1 ora fa..vabeh) ed altro ancora.
In questi fiumi e laghi ci fanno poi il bagno tanti deliziosi uccellini, più facile di così il virus come potrebbe diffondersi?

Il tuo ragionamento non sta in piedi, come fanno a venire infettati dal virus che hanno degli uccelli migratori, se quei poveri polli nn escono mai dalla loro gabbietta e vivono ad aria condizionata????

Citazione:
"Il mio viaggio di scoperte non è ancora finito, sebbene io ormai sia un uomo...più cose conosco meno cose capisco e meno cose capisco più mi sembra di tornare bambino" (Demon's summons 2006)
Mnz86
Inviato: 6/3/2006 20:39  Aggiornato: 6/3/2006 20:39
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/7/2005
Da: BS
Inviati: 246
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Sharnin: i virus aviari sono sempre esistiti, dovuti a mutazioni. E' la scienza che tu invochi, tuttavia, a ricordare che i fattori che cito nell'articolo rendono molto ma molto più efficaci le mutazioni naturali. Se anche per caso il virus mutato attacca un pollo di un pollaio isolato di certo non crea una pandemia, specie con le condizioni attuali di igiene e di controllo (a livello di abitazioni, non di pollai)

Secondo alcuni, questi virus sono addirittura, in un certo senso, l'effetto di una sorta di "autoregolazione" del tipo: troppi polli uno sull'altro --> nasce il virus e, siccome questi polli sono effettivamente ammassati l'uno sull'altro in condizioni pietose, risulta efficace e si diffonde riequilibrando la situazione.

riflettiamo.

winston
Inviato: 7/3/2006 0:22  Aggiornato: 7/3/2006 0:37
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/10/2005
Da: Eurasia
Inviati: 392
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali



Prima vittima in USA:








tutto sommato....








<<<non tutti mali vengono per nuocere!

"Chi controlla il presente controlla il passato, chi controlla il passato controlla il futuro" Orwell, 1984
sharnin
Inviato: 7/3/2006 0:42  Aggiornato: 7/3/2006 1:09
Ho qualche dubbio
Iscritto: 7/7/2005
Da:
Inviati: 31
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Il serbatoio di tutte le epidemie della storia, ben prima che esistessero gli allevamentii industriali, è sempre stato il Guandong, dove gli stili di vita, uniti a certe caratteristiche climatiche, sono una specie di incubatrice costante.
Lì c'è sempre stata una grande concentrazione di gente che vive come non si vive e non si è mai vissuto in nessun altro posto, cioè in estrema promiscuità con animali d'allevamento allevati tutti insieme. E' questa promiscuità che favorisce i salti di specie.
E' difficile da esemplificare perchè da noi una cosa simile non c'è mai stata neanche nell'800.
I polli venivano allevati nei pollai, i conigli nelle conigliere, i vitelli nella stalla, etc. E i contadini stavano nella loro casa. E le mani se le lavavano dopo avere macellato un pollo.
Nel Guandong no, stanno tutti insieme e in condizioni di igiene che altrove non esistono, e gli uccelli selvatici non sono lontani dai campi.
Ricordo poi che nelle Cina rurale i gabinetti non esistono.
Il tutto in un clima caldo umido. Si aggiungano poi l'uso di portare gli animali vivi al mercato e di venderli vivi per cibo. Cioè la gente se li porta a casa e li ammazza a casa, e sorvolo su altri particolari, come l'uso del sangue crudo.
Non so come siano gli allevamenti industriali in Asia, ma certamente non ci sono le condizioni di promiscuità dei contadini del Guandong, che tra l'altro ha una densità umana altissima, quindi anche qui non bisogna figurarsi lle nostre masserie isolate. E anche questa caratteristica ha favorito l'epidemia.
Secondo la virologa dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie" gli uccelli migratori provenienti da varie regioni potrebbero aver portato sul lago cinese Qinghai - che è un luogo in cui vengono ad accoppiarsi uccelli migratori provenienti da varie parti del mondo, in particolare Sud-Est asiatico, Australia, Siberia e Nuova Zelanda - diversi ceppi di N5H1 che, mescolandosi insieme, hanno dato vita al ceppo più «cattivo». Che poi è lo stesso meccanismo di virulentazione dei patogeni durante le guerre.
Poi gli uccelli migratori infettati ma sopravvissuti portato il virus lungo le rotte da loro percorse.
Se no chi ce lo portava il virus nelle remote montagne dell'Armenia?

Le fonti delle mie informazioni sono conoscenti veterinari e virologi. I cosiddetti "ambientalisti", che non son quelli veri, specializzati e operanti sul serio, non sono fonte di niente.
Non ci sono stati casi di aviaria negli allevamenti industriali se non in Francia. E per la semplice ragione che negli allevamenti industriali gli animali sono controllatissimi, logicamente, chi vorrebbe perdere il proprio patrimonio e fonte di sussistenza?

Non è vero che negli allevamenti industriali gli animali sono deboli, malati etc. Sono sani e si muovono perchè sono a terra e non più in batteria, come sono sani i mangimi.
Sono cresciuti in fretta e perciò sono INSIPIDI, molto meno gustosi dei polli ruspanti, che si macellano anche meno giovani, perchè raggiungono il peso conveniente in più tempo.
Non è possibile nutrire tutti quanti siamo senza gli allevamenti industriali, e negli allevamentii industriali non è possibile non usare gli antibiotici, perchè già in un pollaio di 50/60 polli ci vogliono. Mai allevato polii?
La quantità di antibiotici che posiamo ingerire noi è minima e non ci fa male, ma l'accumolo ci rende antibiotico-resistenti, questo è il problema.
Ormoni per i polli non se ne usano perchè li macellano talmente presto che non farebbero i tempo ad agire.

La polemica contro gi allevamenti industriali è sterile e non capisco dove voglia andare a parare. Quando si fanno delle critiche, intanto bisognerebbe documentarsi seriamente, e poi bisogna proporre alternative concrete e realizzabili.

hi-speed
Inviato: 7/3/2006 0:52  Aggiornato: 7/3/2006 0:52
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/12/2004
Da: preda lunga
Inviati: 3211
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Qualcuno (forse) si ricorda vent’anni fa come erano belle le nostre stalle di montagna (e di campagna)?
Tutti i giorni dell’anno, mattino e sera, passava il casaro a ritirare il latte. Stalle tenute in ordine, con tanto di letame in bella vista. Galline, anatre (topi) che ci sguazzavano dentro, cani e gatti (e persone) che facevano i loro bisognini nella fossa di scolo.
Per la pulizia non veniva usato il lisoform ma una bella ramazza di rami secchi.
Si mungeva a mano (senza guanti) e nei secchi (non molto puliti).
I pollai altra meraviglia di igiene. Con uno strato di “pollina” a pavimentare il tutto. Le uova poi, oltre che a raccoglierne qualcuna nella sopracitata stalla, si trovavano sperdute nel bosco o da qualsiasi parte. Ah i topi erano di casa.
Per non parlare delle stie dei conigli. Tutte belle gonfie di erba cotta e di altrettante cagarelle. Eppure i coniglietti nel loro nido di pelo crescevano bene!
Ma non ho mai sentito parlare di aviaria o gattaria.
Hi-speed
PS: prima si evitavano come la peste le stronzate e si viveva meglio
PPS: se volessero altro che aviaria . E di sicuro non lo direbbero un anno prima al TG

Cosa Sta Succedendo? Madre, madre Ci sono troppi di voi che piangono Fratello, fratello, fratello Ci sono troppi di voi che stanno morendo Sai che dobbiamo trovare una maniera Per portare un pò di amore qui oggi
Demon84
Inviato: 7/3/2006 1:41  Aggiornato: 7/3/2006 1:41
Ho qualche dubbio
Iscritto: 20/2/2006
Da:
Inviati: 224
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Beh Sharnin...se in un allevamento industriale salta fuori un epidemia non credo che lo vengano a dire a te, poi che gli animali vivano orizzontalmente o verticalmente (gli uni sopra gli altri) non cambia tanto resta di fatto che:
1- mangiano mangime di dubbia provenienza le cui formule di produzioni sono stranamente segrete,
2- non vedono il sole nemmeno in fotografia e nn mi sembra che gli faccia poi cosi tanto male vedere qualche raggio solare durante il giorno,
3- le galline che vivono nelle stalle di "zio Tobia" non hanno mai bisogno di antibiotici, spiegami perché quelli si. Forse perché DI BASE quel metodo di allevamento NON È SANO?

Io/noi nn diciamo che NON HAI RAGIONE ma anche noi nn abbiamo poi così torto, ma gli animali e le persone che abitano vicino ad un allevamento industriale, si sa che hanno sempre problemi di salute con frequenze superiori rispetto agli altri. Magari non hanno nemmeno acqua potabile li vicino, e devono usare pozzi o fiumi che sono deliziosamente conditi con i rifiuti di quelli allevamenti. Poi gli animali ammalati che buttano via pensi che si sprecano più di tanto per eliminarli in modo salutare per gli altri? Gli buttano nel primo buco che trovano.

Poi la storia del Guandong è da verificare e approfondire perché io di come vivono li non so niente ma posso darti ragione sulla facilità con cui il virus si diffonde negli uccelli visto che hanno caratteristiche simili tra di loro le specie diverse di quanto non lo abbiano i mammiferi ad esempio o i pesci.

Hai anche ragione a dire che gli allevamenti di massa ci vogliono per sfamarci tutti 6 miliardi, ma sicuramente potrebbero farlo in maniera più intelligente perché lo spazio sulla Terra non ci manca e visto che comunque produciamo cibo per 8 miliardi e c'è gente che ha tanti di quei GRASSI da alimentare una centrale idroelettrica - e lo dico disprezzando quelli che stanno tutto il giorno a mangiare Hambugers davanti ad un televisore e cibi precotti a tutto spiano e non si preoccupano di fare un C**** di palestra o di sport, o che pensano di dimagrire seguendo diete idiote che passano i mass-media; non disprezzando i poveretti che soffrono di qualche malattia genetica, malformazione o disfunzione fisica - io direi che possiamo anche prendere fiato nel produrre cibo e ragionare se effettivamente non potremmo produrre in maniera più intelligente e anche distribuirlo in modo più equo evitando sprechi inutili.
Prendiamo ad esempio 1 supermercato della periferia dove abito io (e premetto che abito in svizzera) che a fine giornata cestina decine di chili di dolci, pasticcini, torte, pizzette, panini, insalata, ecc ecc giusto perché deve offrire ogni giorno prodotti freschi a noi consumatori schizzinosi mentre in altre parti del mondo la gente mangia quello che trova in giro a me fa leggermente schifo.

Gli allevamenti industriali non sono lì per salvarci dalla morte per fame, sono lì per produrre molto, in fretta e a basso costo così da riempire le tasche di gente che nn si preoccupa tanto di come stanno gli animali che macella, tanto nn dovrà mangiarseli lui. Che poi l'aviaria venga o no da lì può anche essere secondario, se quelli animali fossero trattati meglio non avrebbero bisogno di chili di antibiotici infilati nel cibo (pessimo) che mangiano.

Citazione:
"Il mio viaggio di scoperte non è ancora finito, sebbene io ormai sia un uomo...più cose conosco meno cose capisco e meno cose capisco più mi sembra di tornare bambino" (Demon's summons 2006)
sharnin
Inviato: 7/3/2006 17:30  Aggiornato: 7/3/2006 17:30
Ho qualche dubbio
Iscritto: 7/7/2005
Da:
Inviati: 31
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
"se in un allevamento industriale salta fuori un epidemia non credo che lo vengano a dire a te,

1- mangiano mangime di dubbia provenienza le cui formule di produzioni sono stranamente segrete,

2- non vedono il sole nemmeno in fotografia

3- le galline che vivono nelle stalle di "zio Tobia" non hanno mai bisogno di antibiotici,

le persone che abitano vicino ad un allevamento industriale, si sa che hanno sempre problemi di salute con frequenze superiori rispetto agli altri

. Magari non hanno nemmeno acqua potabile li vicino

Poi gli animali ammalati che buttano via pensi che si sprecano più di tanto per eliminarli in modo salutare per gli altri? Gli buttano nel primo buco che trovano."

Fai una serie di affermazioni che sono totalmente FALSE e assolutamente non documentate. Ma perchè non provi a documentarti? magari presso Uffici pubblici, Veterinario Provinciale, Facoltà di agraria, etc

" sicuramente potrebbero farlo in maniera più intelligente "
Perchè non fai delle proposte concrete, per esempio un progetto?

fiammifero
Inviato: 7/3/2006 18:09  Aggiornato: 7/3/2006 18:09
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
A me quello che non và giù è la storia dei controlli a campione che si fanno.
con la sfiga che abbiamo chi ci dice che in tal allevamento è tutto ok perchè si è avuto culo a pescare l'animale giusto?
I veterinari sono pochi,le strutture sanitarie di controllo idem,quando funzionano bene,parlo in generale,non solo per l'aviaria,ma quanto siamo tutelati?
lo siamo davvero?

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
sharnin
Inviato: 7/3/2006 18:17  Aggiornato: 7/3/2006 18:17
Ho qualche dubbio
Iscritto: 7/7/2005
Da:
Inviati: 31
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Ho sentito, su una tv locale, dal responsabile del laboratorio che, solo per il Parco dei Nebrodi , nel 2005 sono stati effettuati 700.000 controlli, di batteriologia, serologia etc

Un conoscente mi ha detto che a Troina, in provincia di Enna, i due allevamenti che ci sono ricevono una visita al giorno dei sanitari. Uno di questi allevamenti appartiene a un suo parente, al quale hanno detto che continueranno così fino a quando non riceveranno direttive contrarie.

winston
Inviato: 7/3/2006 20:26  Aggiornato: 7/3/2006 20:56
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/10/2005
Da: Eurasia
Inviati: 392
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
Altre vittime...


gli effetti porterebbero ad alterazioni straordinarie,
sia nel corpo che nella psiche, sebbene non necessariamente mortali.....



Un qua-miao a sx, un Rumsbird a dx...

"Chi controlla il presente controlla il passato, chi controlla il passato controlla il futuro" Orwell, 1984
sharnin
Inviato: 7/3/2006 22:13  Aggiornato: 7/3/2006 22:13
Ho qualche dubbio
Iscritto: 7/7/2005
Da:
Inviati: 31
 Re: Aviaria, il virus figlio degli allevamenti industriali
PIuttosto, questo è SCANDALOSO!

Aviaria: Capua a Scienziati, Dati Su H5n1 Siano Pubblici

ANSA) - ROMA, 7 mar - E' un appello forte e deciso quello lanciato alla comunita' scientifica da Ilaria Capua, veterinaria dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, impegnata nella lotta all'influenza aviaria: mettere in comune su banche dati pubbliche ad accesso libero tutti i dati e le sequenze del virus H5N1, in modo da non perdere tempo prezioso, soprattutto ora che la malattia ha fatto la sua comparsa in Africa.
''Siamo di fronte a un'emergenza sanitaria globale? - chiede Ilaria Capua - Se si', allora tutte le sequenze isolate dovrebbero essere immediatamente messe a disposizione su database pubblici . Aspettando i tempi di pubblicazione del lavoro, come si fa di solito, si perde del tempo prezioso, dal momento che sono necessari almeno 8-12 mesi. Altrimenti, se non ci troviamo in un'emergenza, che ci lasciassero lavorare in pace''.
L'appello, partito lo scorso 16 febbraio con un'email inviata dalla ricercatrice a piu' di 50 colleghi impegnati su questo fronte, e' stato rinnovato al congresso di Parigi sull'emergenza aviaria, svoltosi nei giorni scorsi, ed e' stato ripreso dalla prestigiosa rivista scientifica 'Science'. ''Ho avuto alcune risposte alla mia richiesta - continua Capua - dai colleghi cui avevo scritto, e anche da altri ricercatori stranieri, tra cui un inglese, che ha condiviso i suoi dati, un croato e una slovena che hanno promesso di fare altrettanto. Ma le cose si stanno muovendo comunque ancora troppo lentamente. Confrontare i dati disponibili su ogni virus isolato e' fondamentale per capire come si muove e si evolve''.
Molti scienziati pero' sostengono che mettere in comune i dati da subito non e' cosi' facile perche' devono essere accreditati, mentre l'Organizzazione mondiale della sanita' replica che senza alcun tipo di riservatezza alcuni paesi potrebbero non mettere proprio a disposizione i loro campioni.
Alcuni paesi si sono infatti mostrati riluttanti perche' preoccupati per i diritti di proprieta' intellettuale o di non ricevere il giusto riconoscimento scientifico del loro contributo. La Cina per esempio non ha condiviso alcun dato per un anno. Anche Ian Brown, direttore del Vla (Veterinary Laboratories Agency), dove sono stati inviati nei mesi scorsi i dati di 15 paesi europei, e che ha pubblicato la sequenza del virus scoppiato in Turchia nella banca dati pubblica, GenBank, dice che ''non e' irragionevole aspettare, visto che il nostro staff lavora 24 ore al giorno, sette giorni su sette, per fornire questo servizio''.
Ma Ilaria Capua taglia corto. ''Siamo pagati per proteggere la salute animale e umana - aggiunge - Se pubblicare un articolo scientifico e' piu' importante, allora vuol dire che abbiamo perso il giusto valore delle cose''.
Senza contare che c'e' anche un altro problema di non secondaria importanza. ''Il virus dell'influenza aviaria e' arrivato anche in Africa - spiega - dove ci sono milioni di persone malate di aids. Solo nell'Africa Subsahariana si prevede che ci saranno 35 milioni di orfani per l'hiv. E ora che l'H5N1 ha fatto la sua comparsa, non sappiamo che tipo di impatto avra' su questi malati. Certo e' che ci saranno molte difficolta' in questi villaggi, abitati in prevalenza da anziani e bambini, visto che la loro alimentazione si basa principalmente sui polli. E' venuto il momento di passarci una mano sulla coscienza e rendere pubblici i dati''.
Proprio per questo, dopo aver isolato il virus sia in Italia che in Nigeria, la Capua ha rifiutato l'offerta dell'Oms di raggiungere un selezionato circolo di 15 laboratori che condividono i dati su un sito ad accesso riservato, scegliendo invece la GenBank, banca dati pubblica.(ANSA).

winston
Inviato: 8/3/2006 23:56  Aggiornato: 10/3/2006 23:58
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/10/2005
Da: Eurasia
Inviati: 392
 Re: Aviaria, il virus è figlio di...

Da una attenta riflessione, la paternità risulterà più chiara:

a) 2003/6: vittime aviaria nel mondo: 96 = p/a 32 (1)
b) 2005, vittime da "comune influenza" USA 36.000 (2)
c) 2005, vittime da incidenti stradali USA = 42.000 (3)
d) 2005 come sopra, nel mondo, 1.700.000 (4)
e) 2005: USA spendono per "l'aviaria" $ 162 milioni (5)
f) 2005/Sett: Bush chiede x vaccini $7,1 MILIARDI (5)
g) 2006/Feb: CNN. Rischio: vittime 142 milioni (morti umane) costo $4.400miliardi! (6)
h) In UK lavorano per modificare geneticamente i pulaster & renderli immuni all'influenza. Il "nuovo modello" in 2/4 anni rimpiazzerebbe l'intera popoLLAzione mondiale (7: Times)

Per fare la storia corta, le deduzioni sono ovvie:

PSYOP: Esagerazioni per distrarre da altre questioni, infondere insicurezza & ansietà affinchè populatio abbia a bramare la tutela dell'autorità (problema, reazione, soluzione), ipso 2 piccioni, 1 fava:
(((i termini della discussione già dimostrano efficacia del "media manipulation")))
Nel contempo $i convoglia una valanga di $oldini ai $oliti amici.
Brevettare i polli: quindi estendere regno animale le tecniche di monopolio sinora riservate all'agricoltura (Monsanto docet).

<<Poli-poli fa il tacchino, quaquaraqua fa l'ochetta... e di noi che cosa sarà>>
Filosofia popollare dei primi '70 del secolo scorso.

"Chi controlla il presente controlla il passato, chi controlla il passato controlla il futuro" Orwell, 1984
ricardinho
Inviato: 29/6/2006 12:14  Aggiornato: 29/6/2006 12:14
Ho qualche dubbio
Iscritto: 20/4/2005
Da:
Inviati: 121
 Re: Aviaria, il virus è figlio di...
Anche in Svizzera si stanno dando da fare:

Berna vuole acquistare 8 milioni di dosi di un vaccino contro l'aviaria..

Leggete i commenti. Sono piuttosto divertenti.. Del tipo: qui nessuno è fesso.

Ric


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