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opinione : La tratta dei dottori
Inviato da Mnz86 il 25/1/2006 11:06:50 (3663 letture)

di Andrea Franzoni

Il fenomeno della fuga dei cervelli è purtroppo ben noto in Italia. Ogni anno, infatti, molti dei migliori prodotti delle nostre università vengono bistrattati dal loro paese, incapace di offrirgli contratti sicuri o centri di ricerca attrezzati in cui operare, e si trasferiscono all’estero dove sono molto richiesti e coccolati. Lo stato italiano, dopo aver speso migliaia di euro per l’istruzione e l’incoraggiamento di questi cervelli, se li vede soffiare dagli USA, dai paesi del nord Europa o addirittura da alcuni paesi asiatici perdendo un patrimonio inestimabile di conoscenze e di abilità su cui ha per anni investito a vuoto. Culmine del paradosso, l’Italia dopo aver tanto seminato si dovrà poi trovare a pagare i brevetti delle migliaia di invenzioni che questi talenti, formatisi in Italia, producono e depositano all’estero, mentre agli stati più furbi (USA) non spetterà che la mietitura.

Il fenomeno della fuga dei cervelli è però comune a tutto il sud del mondo, e con cifre e modalità che non possono non far pensare ad una versione rivista e "raffinata" della vecchia tratta degli schiavi nella quale, ai braccianti per le piantagioni di cotone e caffè, …


… si sono sostituiti biochimici, medici ed economisti. E’ stata la Banca Mondiale, nell’ultimo rapporto, a raccogliere i dati e le dinamiche migratorie delle migliaia di laureati nei paesi in via di sviluppo che, ogni anno, emigrano negli USA, Regno Unito e Canada, sulle vecchie vie del colonialismo. Le cifre del 2000 parlano di oltre 20 milioni di dottori costretti ad abbandonare il loro paese, sicuramente a malincuore, spesso subito dopo la laurea. Vengono da paesi poverissimi e si trasferiscono nel nord del mondo, vecchio e stanco ma ancora in grado, grazie al Dio denaro, di far funzionare le cose.

E’ facile capire come questo fenomeno sia uno dei tanti che legano questi paesi allo status perenne di paesi in via di sviluppo, ed è facile capire come il nord del mondo sia fortemente interessato a mantenere questa situazione intatta visto che può “importare” (o saccheggiare, o razziare) quel personale altamente specializzato, che non è più in grado di produrre, a prezzi stracciati e offrendo contratti meno onerosi e impegnativi e sfruttando quella grande voglia di rivincita che è propria degli uomini e delle donne del sud del mondo. A uscirne penalizzati sono invece i paesi poveri, perennemente privati della classe dirigente, incapaci di rialzarsi strangolati come sono dai debiti e dal paternalismo del nord che si arroga il diritto di governare anche per loro, e quindi impossibilitati ad emanciparsi e finalmente a svilupparsi.

Visto sotto il punto di vista della Banca Mondiale, che come sappiamo è l’istituzione che regola il gioco della globalizzazione e che è l’espressione dei paesi del G8 che ne detengono il potere decisionale, questo meccanismo diventa incredibilmente positivo. Con una fantastica capriola, infatti, questa fuga di cervelli diventa misteriosamente “un possibile motore allo sviluppo dell’istruzione locale”. Com’è possibile ciò?

L’istruzione pubblica, come ben sappiamo, è stata soppressa o ridotta all’osso nella maggioranza dei paesi poveri governati dalla Banca Mondiale (seguendo lo schema applicato negli USA). Per le stesse ragioni, e cioè per la necessità di ridurre i bilanci dello stato all’osso e di svendere ogni possibile fonte di guadagno ai privati (per poter pagare almeno gli interessi sul debito), anche la sanità pubblica è caduta sotto la stessa scure. Una sanità privata, e quindi a pagamento, è un lusso per pochissimi in paesi dove la gente è costretta a vivere di espedienti, e il suo sviluppo limitato non può che occupare pochissimo personale specializzato, e così vale per gli altri settori. E’ anche per questo, quindi, che la maggioranza dei laureati, frutto delle università private di eccellenza di antica fondazione coloniale, non trovando uno stato in grado di trovargli un lavoro e nemmeno un settore privato locale sviluppato, è costretta a trasferirsi. E non stiamo parlando soltanto dei “nostri” clandestini che sbarcano a bordo dei gommoni, per la maggioranza almeno diplomati, che finiscono a fare i muratori in nero in qualche cantiere del nord Italia, ma di fisici, chimici, economisti o ricercatori che contribuiscono, ogni anno, a scavare un solco sempre più profondo fra nord e sud contribuendo al nostro sviluppo e allo sviluppo delle migliori università americane e britanniche. Agli stati di origine non restano che pochi milioni di dollari di rimesse e tanti rimpianti.

Basta un dato, a volte, per inquadrare un fenomeno: in Zambia sono rimasti soltanto 400 medici per 9 milioni di abitanti dei 1.600 che operavano alla fine degli anni ’90. In Australia l’immigrazione di dottori, al contrario, ha contribuito all’aumento del 10% della popolazione residente laureata.

Perennemente privati della classe dirigente e imprenditoriale, questi paesi perennemente-in-via-di-sviluppo devono poi affidare la maggioranza delle opere che vengono fatte (oleodotti, ponti, cattedrali nel deserto utili a mangiare un po’ si soldi per lo sviluppo affidando commesse faraoniche alle multinazionali nostrane) alle aziende multinazionali del nord del mondo, ai loro ingegneri e ai loro esperti, e non ai laureati africani o asiatici. Gli stati già in condizioni disagiate, quindi, perdono due volte (come l’Italia, ma con conseguenze ben più drammatiche).

Non ci è dato di sapere come un paese che esporta ogni anno il 90% dei suoi laureati (come la Guyana, che comanda la classifica) possa svilupparsi o crescere. Fatichiamo a pensare che le cose si sistemeranno da sole, a forza di “spirali virtuose” e di “aggiustamenti spontanei” come afferma invece la Banca Mondiale, se non altro perché è la storia degli ultimi decenni che ci dimostra esattamente il contrario. Senza uno stato forte, che assicuri istruzione e servizi fondamentali puntando tutto sui propri laureati e trattenendoli, a costo di fare “follie” economiche (che sarebbero poi ampiamente ripagate dai brevetti e dalle scoperte che questi scienziati realizzerebbero facendo la fortuna del loro paese e non degli antichi colonizzatori trafficanti di schiavi e di dottori), non vediamo come questi paesi si potranno un giorno rialzare.

Mentre il divario fra nord e sud continua a crescere e a gonfiarsi, come una bolla pronta a scoppiare, una massa piena di energia e di rabbia si accumula sempre di più sulle nostre frontiere, alle basi dei muri o sulle coste attentamente pattugliate. Non potrà continuare così per sempre: prima o poi quelle genti ci presenteranno il conto di decenni di orrori prima militari e poi economici desidereranno, giustamente, la porzione di "benessere" che gli spetta. E sarà allora, quando ci troveremo con l’acqua alla gola e la bolla (finalmente?) scoppierà, che dovremo essere noi “nordici”, fautori di questo modello diseguale e miope, a chiederci se non furono per caso i nostri cervelli, che legittimarono questo pessimo ordine mondiale, a fare harakiri tanti anni fa.

Andrea Franzoni (Mnz86)

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
lixuxis
Inviato: 25/1/2006 12:11  Aggiornato: 25/1/2006 12:11
Mi sento vacillare
Iscritto: 24/9/2005
Da:
Inviati: 715
 Re: La tratta dei dottori
e va beh... fugono i cervelli?
Però per ogni cervello che fuge, ne arrivano decine, centinaia, migliaia di altri organi! Organi molto più apprezzati...

Krya
Inviato: 25/1/2006 12:21  Aggiornato: 25/1/2006 12:21
Mi sento vacillare
Iscritto: 22/8/2005
Da: Toscana
Inviati: 438
 Re: La tratta dei dottori
Citazione:
Però per ogni cervello che fuge, ne arrivano decine, centinaia, migliaia di altri organi! Organi molto più apprezzati...


Le doppie le doppie, come doppi sono gli emisferi, e dovrebbero funzionare entrambi.

Riccardo

Ci sono crimini peggiori del bruciare libri, uno di questi è non leggerli. (brodsky)
Linucs
Inviato: 25/1/2006 13:01  Aggiornato: 25/1/2006 13:01
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: La tratta dei dottori
"Gli uomini continuano a vivere sul pianeta come i vermi sulla carogna: divorandola. Sanno che alla fine moriranno, ma continuano a divorarla." -- Aurelio Peccei

Il fenomeno della fuga dei cervelli è purtroppo ben noto in Italia. Ogni anno, infatti, molti dei migliori prodotti delle nostre università vengono bistrattati dal loro paese, incapace di offrirgli contratti sicuri o centri di ricerca attrezzati in cui operare, e si trasferiscono all'estero dove sono molto richiesti e coccolati.

Bistrattati dal paese? Non ricordo di aver preso a calci in culo alcun laureato, ultimamente. Di quale "paese" stiamo parlando?

Lo stato italiano, dopo aver speso migliaia di euro per l'istruzione e l'incoraggiamento di questi cervelli,

...inutile dire da dove saltassero fuori questo soldi, né quanti sono stati effettivamente utilizzati allo scopo, tra una missione umanitaria e l'altra, per non parlare di certi baroni con immunità diplomatica che vengono ampiamente foraggiati...

se li vede soffiare dagli USA, dai paesi del nord Europa o addirittura da alcuni paesi asiatici perdendo un patrimonio inestimabile di conoscenze e di abilità su cui ha per anni investito a vuoto.

Lo Stato ha investito. Buona questa.

Culmine del paradosso, l'Italia dopo aver tanto seminato si dovrà poi trovare a pagare i brevetti delle migliaia di invenzioni che questi talenti, formatisi in Italia, producono e depositano all'estero, mentre agli stati più furbi (USA) non spetterà che la mietitura.

Questo perché qualcuno sostiene ancora la validità dei brevetti, tranne ovviamente quelli sul software, perché alcuni brevetti sono buoni e gli altri sono cattivi.

Il fenomeno della fuga dei cervelli è però comune a tutto il sud del mondo,

...ringraziamo lo Stato per questo servizio...

e con cifre e modalità che non possono non far pensare ad una versione rivista e "raffinata" della vecchia tratta degli schiavi nella quale, ai braccianti per le piantagioni di cotone e caffè, si sono sostituiti biochimici, medici ed economisti.

E nonostante la fuga di cervelli, sui quali lo Stato ha investito tutti i propri risparmi, frutto del sudore della fronte, poverello, riusciamo ancora ad essere colpevoli in quanto occidentali cattivi.

E' stata la Banca Mondiale, nell'ultimo rapporto, a raccogliere i dati e le dinamiche migratorie delle migliaia di laureati nei paesi in via di sviluppo che, ogni anno, emigrano negli USA, Regno Unito e Canada, sulle vecchie vie del colonialismo.

Perché la Banca Mondiale rappresenta l'orrore della globalizzazione, ma i suoi rapporti sono oro colato quando tornano utili.

Le cifre del 2000 parlano di oltre 20 milioni di dottori costretti ad abbandonare il loro paese, sicuramente a malincuore, spesso subito dopo la laurea.

Un'altra violenza dell'occidente.

Vengono da paesi poverissimi e si trasferiscono nel nord del mondo, vecchio e stanco ma ancora in grado, grazie al Dio denaro, di far funzionare le cose.

A questo punto uno si potrebbe chiedere come fanno a laurearsi in paesi poverissimi, mentre il nostro Stato produce laureati equivalenti (perché sono equivalenti, suppongo) solo investendo miliardi. Forse lo Stato italiano è particolarmente idiota, o forse nella Badombia sono più furbi? O forse i laureati non sono tutti uguali? Questo non è dato sapere.

E' facile capire come questo fenomeno sia uno dei tanti che legano questi paesi allo status perenne di paesi in via di sviluppo,

E' anche facile capire che il nostro Stato è colpevole, ma nulla possiamo dire dello Stato povero, che è riuscito a farli laureare ma non è riuscito ad offrire loro alcuna opportunità (cosa che spetta allo Stato, com'è ovvio.)

ed è facile capire come il nord del mondo sia fortemente interessato a mantenere questa situazione intatta visto che può "importare" (o saccheggiare, o razziare) quel personale altamente specializzato, che non è più in grado di produrre, a prezzi stracciati e offrendo contratti meno onerosi e impegnativi e sfruttando quella grande voglia di rivincita che è propria degli uomini e delle donne del sud del mondo.

E degli omosessuali, e dei transessuali, vorrei aggiungere, per evitare che qualcuno ti accusi di discriminazione. Ma resta la domanda: com'è riuscito lo Stato povero a produrre personale altamente specializzato, mentre noialtri poveri imbecilli dobbiamo investire miliardi per farci rubare i cervelli?

A uscirne penalizzati sono invece i paesi poveri, perennemente privati della classe dirigente,

Che consiste in medici e personale altamente specializzato, non in dittatori da quattro soldi o personaggi stile Kenya, recentemente colti con le mani immerse nel denaro...

incapaci di rialzarsi strangolati come sono dai debiti e dal paternalismo del nord che si arroga il diritto di governare anche per loro, e quindi impossibilitati ad emanciparsi e finalmente a svilupparsi.

Per paternalismo intendi i miliardi di aiuti umanitari che finiscono venduti sul mercato nero, con buona pace degli agricoltori locali?

Visto sotto il punto di vista della Banca Mondiale, che come sappiamo è l'istituzione che regola il gioco della globalizzazione e che è l'espressione dei paesi del G8 che ne detengono il potere decisionale,

...alla grandissima faccia del famoso libero mercato...

questo meccanismo diventa incredibilmente positivo. Con una fantastica capriola, infatti, questa fuga di cervelli diventa misteriosamente "un possibile motore allo sviluppo dell'istruzione locale". Com'è possibile ciò?

Le domande si accumulano!

L'istruzione pubblica, come ben sappiamo, è stata soppressa o ridotta all'osso nella maggioranza dei paesi poveri governati dalla Banca Mondiale (seguendo lo schema applicato negli USA).

Certo, infatti negli USA le scuole pubbliche non esistono più. Ecco perché i recruiter federali sono tutti a spasso, non esistono più scuole pubblche e federali dove andare a pescare carne da macello. Ed ecco perché il ministero federale dell'istruzione è stato smantellato. Ovviamente nulla si può dire sul perché la scuola americana produce effettivamente orde di analfabeti raglianti, perché bisognerebbe fare un discorsetto su Dewey e soci.

Per le stesse ragioni, e cioè per la necessità di ridurre i bilanci dello stato all'osso e di svendere ogni possibile fonte di guadagno ai privati

Il che apparentemente non è un problema, visto che il Sud del Mondo produce comunque personale altamente specializzato...

(per poter pagare almeno gli interessi sul debito),

Contratto da chi, e perché?

anche la sanità pubblica è caduta sotto la stessa scure. Una sanità privata, e quindi a pagamento, è un lusso per pochissimi in paesi dove la gente è costretta a vivere di espedienti, e il suo sviluppo limitato non può che occupare pochissimo personale specializzato, e così vale per gli altri settori.

Poi leggiamo che...

In the poor areas of Lagos State, Nigeria - the same is true in poor areas of Ghana - my research teams combed slums and villages and found 70% or more of all schoolchildren in private school, more than half in schools unregistered and therefore unacknowledged in any official statistics.
...
Parents gave the same litany of complaints about government schools, that teachers don't turn up, or if they do they don't teach. I visited the three government primary schools on the outskirts of Makoko; although my visit was announced, and I came with the commissioner of education's representative, I saw the headmistress beating children to get them into the classrooms, and found one teacher fast asleep at his desk. The welcoming chorus of the children didn't rouse him.
...
Her school fees are 200 Kenyan shillings (about £1.45) per month, or about 10% of the expected earnings of someone living in Kibera. But for the poorest children, including 50 orphans, she offers free education. Yavetsi founded the school 10 years ago and has been through many difficulties. But now she feels crestfallen: "With free education I am being hit very hard."
...
Tony Blair's Commission for Africa concedes that mushrooming private schools exist, but reports that they "are without adequate state regulation and are of a low quality". But why would parents be foolish enough to pay for schools of such low quality? Exploring further, I spoke to parents, some of whom had taken their children to the "free" government schools, but had been disillusioned and returned to the private schools.
...
The final rub was that "free" primary education was not only poor quality, it was also not "free". Perhaps to keep slum children out - certainly the headmistress from Olympic, where the chancellor visited, was candid that she objected to the "dirty, smelly and uncouth" slum children in her smart school - state schools insist that parents purchase two sets of uniforms before the term starts, including shoes - prohibitively expensive to parents from the slums. One parent told me: "I prefer to pay school fees and forget the uniform."

Cosa c'è, il 70% dei genitori in Nigeria è diventato ricco?

E' anche per questo, quindi, che la maggioranza dei laureati, frutto delle università private di eccellenza di antica fondazione coloniale,

Che nonostante lo Stato povero riescono a competere con le nostre, producendo personale altamente specializzato...

non trovando uno stato in grado di trovargli un lavoro e nemmeno un settore privato locale sviluppato, è costretta a trasferirsi.

E perché il settore privato locale non è sviluppato, si chiederà il lettore? Mistero.

E perché lo Stato gli deve trovare un lavoro? Altro mistero.

E non stiamo parlando soltanto dei "nostri" clandestini che sbarcano a bordo dei gommoni, per la maggioranza almeno diplomati, che finiscono a fare i muratori in nero in qualche cantiere del nord Italia,

Nel nord, va sottolineato, perché l'occidente si divide anch'esso in nord e sud, ed il nord è sempre il più cattivo, tranne la Svezia che è buona.

ma di fisici, chimici, economisti o ricercatori che contribuiscono, ogni anno, a scavare un solco sempre più profondo fra nord e sud contribuendo al nostro sviluppo e allo sviluppo delle migliori università americane e britanniche.

Ci si chiede quindi se i pargoli istruiti nelle scuole pubbliche federali americane siano particolarmente idioti, visto che le migliori università made in USA devono essere salvate dai prodotti dell'università colonialista.

Agli stati di origine non restano che pochi milioni di dollari di rimesse e tanti rimpianti.

Tanti rimpianti, perché gli stati di origine sono sempre poverelli e non hanno colpa. Idea! Potrebbero nazionalizzare le università frutto del colonialismo, così non ci sarebbero più laureati da esportare e saremmo tutti più contenti. Dopo potremmo fare i paternalisti e far spedire qualche altro prestito alla Banca Mondiale.

Basta un dato, a volte, per inquadrare un fenomeno: in Zambia sono rimasti soltanto 400 medici per 9 milioni di abitanti dei 1.600 che operavano alla fine degli anni '90.

Si potrebbe anche andare a vedere quanti medici pro capite si trovavano in Libia ed Iraq, tanto per farsi un'idea.

In Australia l'immigrazione di dottori, al contrario, ha contribuito all'aumento del 10% della popolazione residente laureata.

Evidentemente avranno trovato di meglio da fare.

Perennemente privati della classe dirigente e imprenditoriale,

Che non sono la stessa cosa, ricordiamolo...

questi paesi perennemente-in-via-di-sviluppo devono poi affidare la maggioranza delle opere che vengono fatte (oleodotti, ponti, cattedrali nel deserto utili a mangiare un po' si soldi per lo sviluppo affidando commesse faraoniche alle multinazionali nostrane) alle aziende multinazionali del nord del mondo, ai loro ingegneri e ai loro esperti, e non ai laureati africani o asiatici.

Peccato che nel frattempo gli "asiatici" siano arrivati fino allo Zimbabwe, ma ovviamente nessuno s'azzarda a parlare di colonialismo. Chissà perché?

Gli stati già in condizioni disagiate, quindi, perdono due volte (come l'Italia, ma con conseguenze ben più drammatiche).

Quindi, nonostante la fuga di cervelli, dobbiamo ancora chiedere scusa al mondo intero.

Non ci è dato di sapere come un paese che esporta ogni anno il 90% dei suoi laureati (come la Guyana, che comanda la classifica) possa svilupparsi o crescere. Fatichiamo a pensare che le cose si sistemeranno da sole, a forza di "spirali virtuose" e di "aggiustamenti spontanei" come afferma invece la Banca Mondiale, se non altro perché è la storia degli ultimi decenni che ci dimostra esattamente il contrario.

La Banca Mondiale, che regola il gioco della globalizzazione, parla di aggiustamenti spontanei?

Senza uno stato forte, che assicuri istruzione e servizi fondamentali puntando tutto sui propri laureati e trattenendoli, a costo di fare "follie" economiche

Con i soldi di chi?

(che sarebbero poi ampiamente ripagate dai brevetti e dalle scoperte che questi scienziati realizzerebbero facendo la fortuna del loro paese e non degli antichi colonizzatori trafficanti di schiavi e di dottori), non vediamo come questi paesi si potranno un giorno rialzare.

Ah ecco, il brevetto di Stato ci mancava. Non dobbiamo pagare il brevetto alla multinazionale, ma dobbiamo pagare quello allo Stato povero, perché il brevetto - com'è noto - è buono o cattivo a seconda di come tira il vento. E come dovrebbe guadagnare sul brevetto questo Stato forte? Nazionalizzando i brevetti? Tassandoli? E i laureati dovrebbero restare lì a farsi mungere?

Mentre il divario fra nord e sud continua a crescere e a gonfiarsi, come una bolla pronta a scoppiare, una massa piena di energia e di rabbia si accumula sempre di più sulle nostre frontiere, alle basi dei muri o sulle coste attentamente pattugliate.

Ovviamente non può mancare il tema ricorrente: la moltitudine arrabbiata che ci minaccia, che grida vendetta, e i nostri muri (muri del nord, naturalmente) che cercano di tenere a bada la Sete di Vendetta dei Popoli. Abbiamo le coste attentamente pattugliate, che fanno lievemente a pugni con le notizie dei costanti sbarchi, ma pazienza. Fammi indovinare: gli USA hanno il confine messicano attentamente pattugliato, vero?

Non potrà continuare così per sempre: prima o poi quelle genti ci presenteranno il conto di decenni di orrori prima militari e poi economici desidereranno, giustamente, la porzione di "benessere" che gli spetta.

Ovviamente. Perché scontare le pene del colonialismo spetta a te, che le hai ereditate dalle generazioni precedenti, perché gli uomini sono tutti uguali ma purtroppo l'unica cosa che ereditano sono le colpe.

E sarà allora, quando ci troveremo con l'acqua alla gola e la bolla (finalmente?) scoppierà, che dovremo essere noi "nordici", fautori di questo modello diseguale e miope, a chiederci se non furono per caso i nostri cervelli, che legittimarono questo pessimo ordine mondiale, a fare harakiri tanti anni fa.

E la morale è sempre quella.

Il vago sospetto è che a nessuno importi assolutamente nulla degli Stati poveri, dei migranti, dei laureati, del colonialismo e quant'altro: è sempre la solita vecchia scusa per esibirsi nell'autoflagellazione, sbattendo la testa sul muro perché "è colpa nostra, che siamo nati qui, che siamo pallidi e quindi egoisti", il razzismo pietista alla rovescia dove ogni scusa è buona per menarsi gran martellate sugli attributi stile Tafazzi. Perché chi si flagella è migliore, più buono, più solidale, più illuminato ed integrato, paga la sua quota di missioni di pace in giro per il mondo (uranio compreso) ma può far finta di starnazzare "Not in my name! Not in my name!" e predicare la vendetta delle moltitudini affamate, come se le avesse affamate lui comprando la merendina della Nestlé.

Predica ovviamente l'unica vendetta legittima, sia chiaro: noialtri abbiamo lo Stato di Diritto, la Legalità, la Solidarietà a senso unico, la Legge Internazionale e tutto il resto, che tengono a bada i nostri innati istinti assassini, perché in fondo siamo bestie, bestie del nord assetate di sangue.

Noialtri dobbiamo tranquillamente continuare a pagare, farci prendere per il culo, farci controllare con le leggi speciali contro i crimini d'odio (inventati di volta in volta), farci stuprare nei vicoli o prendere a colpi d'ascia nei bar per evitare l'eccesso di legittima difesa, eccetera: perché noi, in fondo, a livello genetico e molecolare, ce lo meritiamo. Vero?

Siamo cattivi dentro, perché ci siamo nati, e solo qualche illuso si illude che sia possibile redimere questa condizione irrimediabile con una buona parola, o un assegno, o aprendo la porta ai disederati: queste sono elemosine, non soluzioni. La vera soluzione è lasciare che il calo demografico (di misteriosa origine e provenienza) faccia il suo corso, sbracare definitivamente i confini e lasciare che Madre Natura, o Gaia, o Gea, o la Madre Terra, risolva il problema per noi facendoci estinguere pacificamente. D'altra parte, è il nord del mondo che crea il global warming, e la natura si dovrà vendicare insieme alle masse dei diseredati, perché noialtri, in fondo, a pensarci bene, siamo nati contro natura. Noialtri, compreso ovviamente l'autore, e chi ci propone quotidianamente la consueta litania.

"Che cos'è l'Homo Sapiens? il capolavoro della natura o un refuso sfuggito al controllo della selezione immediata?" -- Aurelio Peccei

"Ci siamo chiesti se tutto sommato, rispetto al maestoso fluire dell'evoluzione l'homo sapiens non rappresenti un fenomeno deviante." -- Aurelio Peccei

"Un comportamento aberrante della nostra specie la rende gravemente colpevole davanti al tribunale della vita. Si tratta di una proliferazione esponenziale che non si può definire che cancerosa." -- Aurelio Peccei

Max_Piano
Inviato: 25/1/2006 13:23  Aggiornato: 25/1/2006 13:23
Sono certo di non sapere
Iscritto: 10/12/2005
Da:
Inviati: 3666
 Re: La tratta dei dottori
Citazione:

Il fenomeno della fuga dei cervelli è però comune a tutto il sud del mondo, e con cifre e modalità che non possono non far pensare ad una versione rivista e "raffinata" della vecchia tratta degli schiavi nella quale, ai braccianti per le piantagioni di cotone e caffè, …


Questo mi ha fatto davvero sorridere !

L'emigrante specializzato non solo emigra per sua scelta ma si ritrova con stipendi doppi se non tripli rispetto ai suoi colleghi italiani ( e dieci volte quelli di altri paesi ) e in molti settori pure con una maggior stabilità del proprio impiego.
Gli schiavi venivano invece deportati a forza e costretti a lavori forzati dalla bassissisima specializzazione, senza alcuna paga nè istruzione.
Piuttosto lo schiavismo non sarà qui da noi ?

Redazione
Inviato: 25/1/2006 13:51  Aggiornato: 25/1/2006 13:52
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: La tratta dei dottori
MAX_PIANO: (Ti premetto che il mio discorso qui è più teorico che non politico. Ovvero, mi appassionano i problemi strutturali, e fra questi i vari criteri di paragone che si possono utilizzare fra sistemi diversi). Rispetto al parallelo fatto da Andrea, che tu non accetti, sugli schiavi-di-ieri = laureati-di-oggi, vorrei proporti un'altro modo di vederlo.

Hai perfettamente ragione a dire che i primi venivano portati via con la forza, mentre i secondi se ne vanno volontariamente, oppure che i primi venivano costretti ai lavori forzati, mentre i secondi vanno a godere doppia o tripla paga rispetto a quella di casa.

Se però, invece di fare il confronto diretto fra gli elementi, tu consideri anche la diversa magnitudine dei due sistemi (quello vecchio, crudo e brutale, quello attuale - come dice Andrea - più "raffinato"), non trovi che la rimozione forzata di una volta equivalga oggi alla assoluta necessità che ha il neolaureato di emigrare al Nord?

Nello stesso modo, il vivere ai lavori forzati di una volta, non equivale oggi a doversi integrare in un sistema che comunque ne sfrutterà la conoscenza, li macinerà finchè hanno qualcosa da dare, e poi li getterà via, quando non servono più?

mc
Inviato: 25/1/2006 14:24  Aggiornato: 25/1/2006 14:24
Sono certo di non sapere
Iscritto: 19/5/2004
Da:
Inviati: 7222
 Re: La tratta dei dottori
Citazione:
Nello stesso modo, il vivere ai lavori forzati di una volta, non equivale oggi a doversi integrare in un sistema che comunque ne sfrutterà la conoscenza, li macinerà finchè hanno qualcosa da dare, e poi li getterà via, quando non servono più?


La spremitura di un limone, rende meglio l'idea, a mio avviso.

mc

Paxtibi
Inviato: 25/1/2006 14:27  Aggiornato: 25/1/2006 14:27
Sono certo di non sapere
Iscritto: 3/4/2005
Da: Atene
Inviati: 8134
 Re: La tratta dei dottori
Tony Blair's Commission for Africa concedes that mushrooming private schools exist, but reports that they "are without adequate state regulation and are of a low quality

Invece, in Inghilterra...

12 milioni di lavoratori leggono come bambini

Fino a 16 milioni di adulti - quasi la metà della mano d'opera totale - lavorano malgrado abbiano le abilità di scrittura e lettura che ci si aspettano nei bambini che lasciano la scuola inferiore, rivela oggi un nuovo rapporto.

Membri del Parlamento inglese nel Comitato degli Affari Pubblici avvertono che il principale schema del governo - costato miliardi di sterline - poco ha fatto per migliorare la qualità dell'insegnamento alla lettura e al calcolo degli adulti.

Il Dipartimento dell'Istruzione è responsabile della spesa di quasi 6 bilioni di sterline per il suo schema per il 2010 "Abilità per la Vita", ma i suoi primissimi anni hanno prodotto pochi esempi di miglioramento nei college o nella formazione pratica fornita dai datori di lavoro.

____________________________

Nello stesso modo, il vivere ai lavori forzati di una volta, non equivale oggi a doversi integrare in un sistema che comunque ne sfrutterà la conoscenza, li macinerà finchè hanno qualcosa da dare, e poi li getterà via, quando non servono più?

Ma anche noi ci dobbiamo sottomettere al sistema che ci sfrutta, senza avere nemmeno la preparazione dell'immigrato dello Zimbabwe, tra l'altro.
E in fondo, anch'io sono emigrato per lavorare, lo stesso hanno fatto i miei nonni e i miei genitori: ora dovrei sentirmi in colpa per altri emigranti come me?

fiammifero
Inviato: 25/1/2006 15:21  Aggiornato: 25/1/2006 15:21
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: La tratta dei dottori
Citazione:
Il fenomeno della fuga dei cervelli è purtroppo ben noto in Italia.

Per come è congegnata l'istruzione nella scuola italiana,ma a quanto pare anche nel resto dell'Europa,più che fuga di cervelli io parlerei di " stage stipendiati "
Non meniamo il can per l'aria,chi sceglie di fare ricerca,per passione o per altri scopi,ha già le idee chiare sul come,dove e quando muoversi altrimenti cambierebbe lavoro e prospettive di vita.
Diciamo che un laureando in biologia che voglia fare ricerca sulle staminali mica va a fare ricerca in Italia dove ha le mani legate(si chiama religione) ma và in Cina,in Svizzera,in Russia passando però prima in USA per avere una preparazione più specifica sapendo già che comunque per avere un lavoro indipendente deve farsi il suo laboratorio personale,altrimenti deve assoggettarsi alle logiche del potere e dell'economia (nessuno regala niente).
Non dare questo per scontato è come essere Alice nel paese delle meraviglie.
Citazione:
Nello stesso modo, il vivere ai lavori forzati di una volta, non equivale oggi a doversi integrare in un sistema che comunque ne sfrutterà la conoscenza, li macinerà finchè hanno qualcosa da dare, e poi li getterà via, quando non servono più?

Perchè esiste qualche lavoro al di fuori di questa logica ?
Ecco perchè hanno inventato il premio della pensione

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
gius
Inviato: 25/1/2006 15:36  Aggiornato: 25/1/2006 15:36
Ho qualche dubbio
Iscritto: 28/10/2005
Da: Roma
Inviati: 33
 Re: La tratta dei dottori
A mio personale giudizio, il problema nasce proprio nelle Università: parliamoci chiaramente ma nelle facoltà scientifiche spesso si ragiona per "caste", ossia una facoltà, quale può essere Matematica, bada all'aspetto più filosofico della faccenda, che non a quello pratico di un effettivo inserimento in ambito professionale. Tanto per intenderci una volta laureati non siamo "spendibili" e chi investe su di noi ?? Parlerò sicuramente per esperienza vissuta, quindi specifica e non generale, ma oggettivamente all'inizio non ero preparato per poter lavorare seriamente. Si doveva investire in formazione con la prospettiva che sarei stato produttivo, ed oggi, così come ieri, chi lo fà? Sono costi che le aziende, più o meno private, non riescono (e vogliono) sostenere.
Ed allora si investe su se stessi (come sempre andrebbe fatto) sperando che la "forma mentis" acquisita in anni di studi riesca a venirti incontro, o così è stato almeno nel mio caso.
Per quel che concerne l'aspetto relativo al capoverso " ...Lo stato italiano, dopo aver speso migliaia di euro per l’istruzione e l’incoraggiamento di questi cervelli, se li vede soffiare dagli USA, dai paesi del nord Europa o addirittura da alcuni paesi asiatici perdendo un patrimonio inestimabile di conoscenze e di abilità su cui ha per anni investito a vuoto..." vorrei sapere quali migliaia di euro avrebbe mai speso lo stato italiano, visto che le tasse universitarie se le possono permettere ben pochi (chi scrive è stato testimone del passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento con un aumento delle spese assolutamente ingiustificate, trà le quali un contributo del 5% alla regione voluto dall'allora presidente On. Badaloni) quindi i "contributi" sono divenuti notevolissimi da parte di chi dovrebbe usufruire del "prodotto contribuito". Mi si potrebbe obiettare che comunque i docenti vanno pagati; e vorrei ben vedere !! Chi mai lavora per la gloria ? Con la gloria ci si pagano le bollette, piuttosto che le rate del mutuo, piuttosto che tutti i vari costi da sostenere quotidianamente ?
E il "dopo" che manca completamente, ossia interazione università-lavoro.
Buona giornata a tutti.

Non ho certezze, al massimo probabilita' (Renato Caccioppoli)
Lestaat
Inviato: 25/1/2006 16:05  Aggiornato: 25/1/2006 16:05
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 27/7/2005
Da: Perugia
Inviati: 1774
 Re: La tratta dei dottori
Giusto per avere un idea di come funziona la scuola in america.

In nomine libertatis vincula edificamus.
In nomine veritatis mendacia efferimus.
Dusty
Inviato: 25/1/2006 16:22  Aggiornato: 25/1/2006 16:22
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 3/10/2005
Da: Mondo
Inviati: 2248
 Re: La tratta dei dottori
Citazione:
Questo perché qualcuno sostiene ancora la validità dei brevetti, tranne ovviamente quelli sul software, perché alcuni brevetti sono buoni e gli altri sono cattivi.


Probabilmente il discorso dei brevetti dovrebbe venire un pochino espanso perchè vedo sempre molta confusione in proposito.

Premettendo che sono contrario ad ogni forma di brevetto, caro Linucs ti faccio notare che i brevetti "convenzionali" ed i "brevetti software" non sono assolutamente paragonabili.

I primi servono a tutelare una realizzazione: facendo un esempio concreto è possibile brevettare un particolare tipo di cavatappi.
Facendo invece un parallelo con i brevetti software, quello che sarebbe brevettabile sarebbe il concetto stesso di "cavatappi" in tutte le sue forme.

Ho poi letto che i brevetti, quando concepiti (mi pare inizialmente nell'800) servivano a tutelare la società e non l'individuo: questo perchè un inventore per non far copiare la propria invenzione era solito cercare di rendere il più possibile difficile il capire il suo principio di funzionamento, e quando tale inventore moriva il suo segreto moriva con lui.
L'idea del brevetto fu quindi un compromesso: se da una parte l'inventore doveva spiegare tutti i dettagli della propria invenzione, lo stato garantiva ad esso il diritto esclusivo di costruire tale apparecchiatura per un certo lasso di tempo. Dopo tale lasso di tempo chiunque poteva costruire e rivendere tale invenzione senza più limitazioni.

Ritengo superfluo poi spiegare come il concetto di brevetto sia mutato nel tempo, per esempio ingigantendo il periodo della sua validità e portando tutti i benefici alle multinazionali che li detengono tralasciando completamente ogni altro aspetto.

Ciao,
Alex

"Tu non ruberai, se non avendo la maggioranza dei voti"
-- Dal Vangelo Secondo Keynes, Capitolo 1, verso 1.
Il portico dipinto
fiammifero
Inviato: 25/1/2006 16:25  Aggiornato: 25/1/2006 16:25
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: La tratta dei dottori
“Le scuole saranno più efficienti se saranno sottoposte alle leggi del mercato capitalistico e, come tutte le aziende, entreranno in concorrenza le une con le altre per attirare i loro clienti: gli studenti. A questo scopo serve un sistema statale di buoni scuola emessi all’ordine dei genitori di un figlio in età scolare, buoni che potranno essere spesi in una scuola a scelta delle famiglie degli studenti, anche private e/o confessionali”(1955).
Milton Friedman (nobel per l'Economia )

Notare l'anno: 1955 ! ed ancora

Al Fairmont Hotel di San Francisco, nel settembre 1995, si riunirono 500 persone, l'élite del mondo, il braintrust globale (Bush senior, M. Thatcher, G. Schultz, T. Turner, G. Rifkin (quello de La fine del lavoro piuttosto che de l’Economia all’idrogeno), D. Packard, J. Gage, Z. Brzezinski, ...), sotto l'egida della Fondazione Gorbaciov, per "decidere delle prospettive del mondo nel nuovo millennio che porta ad una nuova civiltà". Tutti furono d'accordo nel prefigurare un modello di società in cui solo il 20% dei cittadini del mondo sarebbe stata necessaria per mandarlo avanti. Il rimanente 80% sarebbe stata da considerarsi massa eccedente [“surplus people”: questa l’espressione utilizzata]. Si passava quindi dalle pur nere prospettive degli anni Ottanta, la società in cui 1/3 dei cittadini del mondo avrebbe avuto accesso al benessere, ad una società 1/5 con molta massa eccedente. Si prospettavano riforme selvagge ben anticipate da John Gage, dirigente di Sun Microsystem, "assumiamo i nostri operai con il computer, lavorano con il computer e li cacciamo con il computer!" (con lo scavalcamento completo di ogni legge a tutela del lavoro) e, naturalmente, progettando una società senza classe media, ci si poneva il problema di come farla accettare alla massa eccedente. Gage aggiungeva che in futuro si tratterà “to have lunch or be lunch”, di mangiare o essere mangiati. Fu Zbigniew Brzezinski che fornì una prima soluzione per tranquillizzare chi sarebbe stato mangiato: tittytainment, una parola coniata a proposito che sta per tits = tetta (nel senso di dispensatrice di latte) e entertainment = gioco, il panem et circenses della Roma imperiale. Ed a quelli che obiettavano che il circo sarebbe stato insufficiente per chi chiedeva autostima, il moderatore, R. Roy, rispondeva che volontariato, associazioni sportive, ... "potrebbero essere valorizzate con una modesta retribuzione per promuovere l'autostima di milioni di cittadini". I numeri della massa eccedente, continuava Roy, non dovrebbero comunque preoccupare perché, a breve, vi sarà nei Paesi Occidentali, una nuova richiesta di lavori precedentemente rifiutati: pulizia strade, collaborazioni domestiche, ... Intanto occorre iniziare a colpevolizzare questa massa: non si lavora abbastanza, si guadagna troppo, la produttività è bassa, le pensioni vengono erogate troppo presto, sono troppo elevate, si è malati per troppo tempo, troppo assenteismo, la maternità, viviamo al di sopra delle nostre possibilità, servono sacrifici, troppe vacanze, troppi servizi gratuiti, vi è troppo spreco, le società asiatiche della rinuncia devono essere prese ad esempio ... Insomma, “ad un tratto la partecipazione di massa dei lavoratori alla produzione generale di beni e valori economici appare solo come concessione che nel periodo della guerra fredda doveva sottrarre il fondamento all’agitazione comunista”.

Buona lettura su Scuola sotto attacco

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Max_Piano
Inviato: 25/1/2006 16:29  Aggiornato: 25/1/2006 16:29
Sono certo di non sapere
Iscritto: 10/12/2005
Da:
Inviati: 3666
 Re: La tratta dei dottori
Citazione:

Massimo:
Nello stesso modo, il vivere ai lavori forzati di una volta, non equivale oggi a doversi integrare in un sistema che comunque ne sfrutterà la conoscenza, li macinerà finchè hanno qualcosa da dare, e poi li getterà via, quando non servono più?


Diciamo anche che questo non è meno vero per la maggiorparte dei lavoratori dipendenti con la differenza che in USA un ricercatore medio può arrivare a migliaia di dollari al mese di stipendio e fare carriera in fretta mentre se rimanesse in Italia farebbe la fame e rimarrebbe precario almeno fino a quarant'anni ( dopodichè gli dicono che è troppo vecchio per essere ancora utile alla ricerca) !
Se stiamo parlando di "cervelli" quindi di gente ben retribuita questi, se lo vogliono, potranno tornare in patria con un bel bagaglio di conoscenza, esperienza e quattrini.
Insomma : stiamo parlando di persone che per fortuna personale, impegno e capacità sono dei privilegiati !

Completamente diverso, ovviamente, il discorso sulla manodopera a basso costo importata dai paesi poveri ( i cosiddetti "extracomunitari non svizzeri" visto che non si chiamano più "negri" ) per i quali la similitidine con lo schiavismo è certamente più calzante.
Anche in passato l'emigrazione dal Sud Italia verso le industrie del Nord affamate di manodopera a basso costo era molto simile !

Concordo invece sul fatto che a perderci maggiormente sono i Paesi che investono sulla formazione di ricercatori e scienziati e poi li vedono andare a lavorare all'estero.
Che sia così è chiaro a tutti ma per discutere sulle cause richiederebbe centinaia di pagine !

Ultimo86
Inviato: 25/1/2006 17:17  Aggiornato: 25/1/2006 17:17
Ho qualche dubbio
Iscritto: 5/9/2005
Da: Campania
Inviati: 68
 Re: La tratta dei dottori
Ragazzi scusate il fuori tema, ma volevo segnalarvi la discussione a proposito dell'11 settembre al seguente link: http://blogfriends.splinder.com/post/6928271#comment
Io seguo da molto il tuo sito, Massimo, e credo che tu saprai molto meglio di me rispondere alle critiche di tale Aribandus, che ha detto che queste sono tutte stronzate. Mi ha inviato anche questo link:
http://sulterrorismo.splinder.com/post/5379556
sul quale a suo avviso ci sarebbero le prove che a schiantarsi sul Pentagono sia stato effettivamente un aereo...
Un saluto a tutti.

Il viaggio è finito.
E l'isola che non c'è
non c'era.

Peter Pan
Redazione
Inviato: 25/1/2006 18:29  Aggiornato: 25/1/2006 18:29
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: La tratta dei dottori
Ciao ULTIMO, e benvenuto. OT più che perdonato, sia perchè è il tuo primo post (la prossima volta, trovi nei forum la sezione giusta, e puoi aprire un topic), sia perchè difendi la "causa", e lo fai pure molto bene. Con delicatezza e pazienza, nonostante l'evidente malafede di chi hai davanti.

Verrà anche il momento di PA, vedrai, ma per ora ci è più utile così. Magari ne parliamo da un'altra parte.

°°°°°°°°°°°°°

MAX_PIANO: "Che sia così è chiaro a tutti ma per discutere sulle cause richiederebbe centinaia di pagine!"

E luogocomune a cosa serve, secondo te? Con la Luna siamo quasi a pagina 80 !!!! (Solo che in questo caso il moderatore, per diritto, dovrebbe farlo Linucs, e li sono....)

Trimegisto
Inviato: 25/1/2006 21:21  Aggiornato: 25/1/2006 21:21
Ho qualche dubbio
Iscritto: 8/11/2004
Da: San Francisco
Inviati: 119
 Re: La tratta dei dottori
Mah, io vi racconto la mia esperienza... tanto per condividere

Premetto che non sono laureato; ho lasciato economia e commercio al terzo anno, quando mi divenne chiaro il sistema e cio' a cui sarei andato incontro se avessi proseguito su quella strada... rifiutai di genuflettermi al dio denaro, abbandonai, deriso, la religione dell'economia.

Mi sono dedicato al cinema, anima e corpo, rinunciando per passione ad altre cose e persone.
Sono nato e cresciuto al cineclub Fritz Lang di Genova, mi sono nutrito di film da quando avevo sette anni, ho letteralmente vissuto nella sala gran parte della mia giovinezza; la scelta di dedicarmi alla settima arte fu praticamente spontanea.

Dopo scuole di regia, montaggio e macchina da presa, ho iniziato a lavorare prima in televisione, che ho abbandonato (schifato) dopo poco (quella era si schiavitu'), per passare al cinema ed alla pubblicita'. Ho avuto la fortuna dei lavorare con troupe straniere (germania, inghilterra, francia e stati uniti) e (ahime') italiane. Siccome l'ambito registico e' prerogativa di una ristretta elite, pur di rimanere nell'ambiente ho fatto di tutto (con sommo piacere e godimento), dal "runner" o assistente di produzione (l'ultima, ma fondamentale, ruota del carro) al macchinista/elettricista (dopo anni di manovalanza... a proposito, i manovali sono scherzosamente chiamati schiavi da molti capi reparto), aiuto (schiavo) e assistente operatore, fino ad arrivare ad ottenere l'aiuto regia in produzioni indipendenti e ad affermarmi come location manager per Genova e la Liguria.
Poi, dall'avvento del governo berlusca, prima, e dal 9/11, poi, la situazione e' andata gradualmente, ma inesorabilmente, a picco.

Non solo le produzioni diminuirono drasticamente (e i produttori o i "producers" [cioe' quelli che fanno le cose senza soldi e/o con i soldi altrui, soprattutto dei contribuenti] divennero piu' famelici che mai, arrivando a "mangiare' su tutto, pure sulle paghe gia' infime delle ultime ruote del carretto), ma in un rigurgito di coscienza post twin towers decisi di non voler piu' lavorare per le grosse multinazionali, le uniche in grado di permettersi ancora investimenti degni di tal nome in campo pubblicitario... il che, associato al fatto che a lavorare erano sempre i "soliti" (raccomandati, 90 gradisti, figli di papa'o "che non ne avevano bisogno", ecc.), coincise con il darsi la zappa sui piedi: per lavorare con produzioni indipendenti o (piu') "pulite" ho dovuto abbassare il famoso "limite".

Sono una persona semplice e non ho mai ecceduto, credo nei valori semplici e nelle semplici cose, ritengo che la vita possa essere piu' semplice di quel che crediamo, e son riuscito a vivere con poco, molto poco, senza bisogno di sussistenza pubblica. Ma ero solo.

Ho conosciuto quella che oggi e' mia moglie circa tre anni fa; aveva deciso di venire a vivere in italia e, per pura coincidenza, ci incontrammo in un paesino remoto dell'entroterra genovese... ancora mi sembra incredibile.

Mia moglie e' californiana, ha 31 anni, due lauree, conosce tre lingue, ha lavorato per una delle piu' grandi societa' di consulenza amministrativa americane e in Italia ha conseguito un MBA (master in business administration); in sei mesi trascorsi a Genova ha spedito qualcosa come 1300 curricola in tutta la nazione: nessuna, NESSUNA risposta.
Viste le sue premesse, non mi stupisce che un neo-laureato sia costretto a cercar fortuna all'estero.
Falliti i suoi ed i miei tentativi di guadagnarsi onestamente da vivere nel belpaese, ci siamo trasferiti (dopo qualche perplessita' da parte mia) in California con gli ultimi soldi rimastimi.
Tre settimane di curricola spediti via internet e gia' le arrivarono sei proposte allettanti di lavoro; allettanti significa, nella mia visuale da italiano, che potremmo tranquillamente vivere tutti e due col suo solo stipendio.
Per comuni motivi ideologici e per venire incontro al mio desiderio di vivere in una citta' "liberal" e piu' simile alla mia Genova, rifiuto' posti in multinazionali a New York e Los Angeles ed accetto' un (sempre ottimo) impiego nell'amministrazione
della citta' di South San Francisco, con tanto di assicurazione governativa che copre (grazie a dio) anche il coniuge.

Per quel che mi riguarda, sono sei mesi che aspetto un permesso di lavoro (e la carta verde) senza il quale posso solo fare lavoretti manuali (mi viene bene l'esperienza da macchinista/elettricista) in nero.
Cio' che ho notato, nel mio piccolo, e' che qui ti viene riconosciuto il merito di saper fare bene una cosa e, se la controparte e' soddisfatta, non e' raro vedersi accreditare un extra; a volte anche la famosa "ingegnosita'" italica aiuta.

Forse e' solo questo il problema: in Italia il lavoro non e' riconosciuto per cio' che vale; spesso e volentieri e' considerato gia' un grande privilegio il poter lavorare e se ti viene chiesto 100 e tu produci 150 una pacca sulla spalla (se ti va bene) e' tutto cio' che raccimoli.

Io sono un privilegiato ed ho potuto scegliere, altri, molti, non possono.

Peace & Love

Paolo

"Everything has Beauty, but not everyone sees it."
Confucius
lamefarmer
Inviato: 25/1/2006 21:28  Aggiornato: 25/1/2006 21:28
Mi sento vacillare
Iscritto: 23/9/2005
Da: vacu°u(m)
Inviati: 334
 Re: La tratta dei dottori
Citazione:
...desidereranno, giustamente, la porzione di "benessere" che gli spetta.


Benessere?
C'é ancora qualcuno che insiste sul "benessere"??

Cosiglio questa lettura utile a comprendere che "forse" lottare per un MALessere come questo, non solo non ha senso, ma perpetura esclusivamente una percezione alterata, quella che passa attraverso il tubo catodico illudendo masse di una realtà che é finta al nascere.

Ma io chi sono per dirlo??

Ognuno parla di se stesso, sempre e comunque
ivan
Inviato: 26/1/2006 3:17  Aggiornato: 26/1/2006 3:20
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: La tratta dei dottori
L'eperienza rccontata da Trimegisto è stata molto illuminante su come vanno le cose nel nostro paese: ti chiedono 100, ne fai 150 e se riesci ad ottenere una pacca sulle spalle ti è andata bene.
Basta farsi un giro in un supermercato con gente pagata un terzo di quanto dichiarato in busta paga, basta parlare con i dipendenti di imprese di pulizie per scoprire che le ferie, la malattia, la maternità sono semplicemente cose che neppure devono essere nominate.
Mi son sempre chiesto cosa mantiene l'economia di questo paese, ma qualunque cosa sia, non ha una faccia pulita; e se uno vuole vivere senza sporcarsi, non è che poi abbia molta scelta: emigrare o fare una vita grama.
E politici, ovviamente, " han ben altro a cui pensare".

ivan
Inviato: 26/1/2006 4:44  Aggiornato: 26/1/2006 4:47
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: La tratta dei dottori - fuori tema.
Dal citato sito di Ultimo86 :

Citazione:


Ti porto l'esempio di Nexus, una rivista che mi ha sempre affascinato, all'inizio, ma che poi è arrivata a dimostrarsi Solo antiamericana, tanto che, come Luogocomune, sostiene con prove definite 'stupide e infantili' dagli esperti del settore (Veri scienziati), che l'uomo manco è andato sulla Luna.

Lassa perde', so' tutte *te.




Appunto, parlandando di *te, ci sarebbe molto da discutere anche su altre foto e su altri concetti: http://www.arcibalbo-santarcangelo.it/meccanica_mercurio.htm

C'è una luce sinistra in tutte queste vicende.

jerimum
Inviato: 26/1/2006 9:25  Aggiornato: 26/1/2006 9:25
Ho qualche dubbio
Iscritto: 20/1/2006
Da: Modena
Inviati: 249
 Re: La tratta dei dottori
Nell'ottica di assicurare alla nazione il contributo dovuto arrivo a giustificare quei paesi che obbligano i suoi neolaureati a prestare servizio per lo stato un certo numero di anni. Ad esempio Cuba: anche se ovviamente un medico Cubano non avrá mai la possibilitá di spostarsi all'estero regolarmente. Nel caso siano fuori dal paese, il salario locale viene girato allo stato cubano che paga i suoi medici con lo stipendio nazionale.

Un po dura come legge ma almeno impedisce che una volta laureatisi scappino tutti all'estero e secondo me contribuisce in qualche maniera allo sviluppo della nazione.

"Accominzamo, con nova promissa, sta gran sulenni pigliata pi fissa!"
La paura di Montalbano, Camilleri
vulcan
Inviato: 26/1/2006 10:52  Aggiornato: 26/1/2006 10:52
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/1/2005
Da: Sardigna
Inviati: 2092
 Re: La tratta dei dottori
Questo spostamento di cervelli da un continente all'altro svela in modo chiaro e netto , l'incapacità almeno in Italia di saper gestire risorse fondamentali per il nostro futuro.

Purtroppo gli effetti negativi di questa incapacità si faranno sentire nei prossimi 50 anni ed in tutti settori.

Basti pensare ai normalisti di Pisa...che teoricamente dovrebbero rappresentare un apunta di diamente in italia .. ed essere dei "privilegiati"anche loro se voglio capitalizzare devono emigrare oltre continente ... i frutti di un impegno economico dello stato Italiano e la loro formazione viene perciò messa a disposizione di altri!

Molto chiara l'esperienza di Paolo/trimegisto .

In quanto alle pacche ..
ho la schiena piena di lividi..

............
complimenti Andrea per l'interessante articolo !

"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
Ashoka
Inviato: 26/1/2006 11:31  Aggiornato: 26/1/2006 18:00
Sono certo di non sapere
Iscritto: 11/7/2005
Da:
Inviati: 3660
 Re: La tratta dei dottori
(aperta parentesi)

proverbio cinese: "Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita"

Versione degli amici di sempre: "Dai del pane ad un uomo che ha fame e lo nutrirai per un giorno; svendi il pane nel suo paese con il pretesto di combattere la fame e ne distruggerai l'agricoltura"

Può sembrare paradossale ma forse il miglior modo di aiutare i cosiddetti paesi in via di sviluppo sarebbe ignorarli.

(chiusa parentesi)

Non so quanto sarà costata la mia istruzione al contribuente (ah no scusate dovevo dire lo Stato!) ma le tasse d'iscrizione al Politecnico erano arrivate a più di 1700 euro/anno per la fascia massima. Ora io son figlio unico e mi sta bene di essere in fascia massima ma un mio amico è il primo di 3 fratelli, tutti ora all'università e tutti pagano la fascia massima (i suoi genitori sono insegnanti).... e infatti deve lavorare part time per pagarsela...

Tra l'altro da uno studio dell'Ires-Cgil risulta che i laureati guadagnano di meno rispetto a chi non ha finito la scuola dell'obbligo. Credo bene che i "cervelli" fuggono all'estero! Dovrebbero rimanere in Italia e fare ricerca (ad es. biologia) per 800 euro al mese?

Ashoka

[edit]
corretto link, scusate per l'inconveniente

fiammifero
Inviato: 26/1/2006 11:37  Aggiornato: 26/1/2006 11:37
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: La tratta dei dottori
Citazione:
i frutti di un impegno economico dello stato Italiano e la loro formazione viene perciò messa a disposizione di altri!


Scusa Vulcan ma non si era detto che noi siamo colonia Usa?

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Dusty
Inviato: 26/1/2006 11:56  Aggiornato: 26/1/2006 11:56
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 3/10/2005
Da: Mondo
Inviati: 2248
 Re: La tratta dei dottori
Citazione:
Può sembrare paradossale ma forse il miglior modo di aiutare i cosiddetti paesi in via di sviluppo sarebbe ignorarli.


Io la penso nello stesso modo: di sicuro l'assistenzialismo non aiuta a risolvere i problemi, può al limite tamponare per qualche momento ma alla lunga fa più danni che altro.
Invece di mandare provviste e materiali si mandassero insegnanti... e non di religione

"Tu non ruberai, se non avendo la maggioranza dei voti"
-- Dal Vangelo Secondo Keynes, Capitolo 1, verso 1.
Il portico dipinto
fiammifero
Inviato: 26/1/2006 12:01  Aggiornato: 26/1/2006 12:01
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: La tratta dei dottori
Citazione:
risulta che i laureati guadagnano di meno rispetto a chi non ha finito la scuola dell'obbligo.


hanno fatto la scoperta dell'acqua calda!
Sono o non sono stati complici i sindacati nel stipulare le tabelle contrattuali,inserendo le differenze tra laureati,diplomati ?
Al datore di lavoro serve la pratica,la competenza non la teoria .
E' emblematico il " cercasi giovane massimo 20 con esperienza nel settore "
Se uno si laurea mediamente intorno ai 25 anni,come fà ad avere esperienza lavorativa? prendono più facilmente uno che ha fatto la gavetta dopo la scuola dell'obbligo,( il famigerato e discutibile apprendistato) che un diplomato o laureato pieno di teorie lontane un miglio dalla realtà! ( potrà sperare ad un piccolo aumento di stipendio quando esibirà il diploma e la laurea conseguita dopo l'assunzione )
Ma questo non lo dicono i sindacati vero? a loro interessa solo confondere le acque e fare demagogia.
propongo che il sindacato debba essere formato da soli laureati

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Mnz86
Inviato: 26/1/2006 15:49  Aggiornato: 26/1/2006 16:23
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/7/2005
Da: BS
Inviati: 246
 Re: La tratta dei dottori
Linucs: Non si tratta di autoflagellarsi, ma di far vedere che questo ordine non va (non solo eticamente, ma anche "materialisticamente"), e non ci sta portando a nulla di buono.

Opinione personale, non sentirti flagellato e non dispiacerti se gli altri si "flagellano", arriverà a breve il momento in cui qualche miliardo di persone ci flagellerà, in senso più o meno lato, ma nel frattempo godiamocela.

Santaruina
Inviato: 26/1/2006 16:12  Aggiornato: 26/1/2006 16:12
Sono certo di non sapere
Iscritto: 13/10/2004
Da: Sud Europa
Inviati: 5123
 Re: La tratta dei dottori (x Ashoka)
_______

comunicazione di servizio:

x Ashoka

il link del tuo post del 26/1 alle 11.31 allarga la pagina
________

Blessed be

-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Paxtibi
Inviato: 26/1/2006 19:01  Aggiornato: 26/1/2006 19:01
Sono certo di non sapere
Iscritto: 3/4/2005
Da: Atene
Inviati: 8134
 Re: La tratta dei dottori
Non si tratta di autoflagellarsi, ma di far vedere che questo ordine non va (non solo eticamente, ma anche "materialisticamente"), e non ci sta portando a nulla di buono.

Andrea, secondo me hai frainteso: che "questo ordine" non vada, credo che sia un fatto accertato da tutti Linucs compreso. Le differenze stanno nell'analisi delle cause e, di conseguenza, nelle proposte di soluzione.
Il problema dell'immigrazione ha delle cause e dei responsabili precisi, non si può arrivare ad una soluzione prescindendo da essi. Non c'entrano nulla i nostri supposti eccessi consumistici, nostri di chi, poi? E quali eccessi, il computer ed il collegamento che mi servono per lavorare? Perché mai dovrebbe pagare la collettività se Soros distrugge le economie dei paesi del terzo mondo con gli aiuti umanitari dopo che gli eserciti occidentali ne hanno distrutto infrastrutture e coesione sociale?

Sarebbe ora di piantarla con i pistolotti ideologici e cominciare invece a stilare una bella lista di responsabili e delle loro azioni, di fare finalmente i famosi due conti e scoprire - oh! Meraviglia! - che sono tutti collegati, tutti hanno un copione e tutti sono colpevoli, loro sì, della catastrofe incombente. Rifiutare di farlo, finché ci rifiutiamo di farlo, ci rende loro complici.

fiammifero
Inviato: 27/4/2006 8:41  Aggiornato: 27/4/2006 8:41
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: La tratta dei dottori
Buone nuove per chi cerca opportunità di lavoro di ricerca scientifica nel
QUATAR nasce la città del futuro

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)

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