Mi sento vacillare
Iscritto il: 6/3/2006
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Ciao a tutti, anche io ho un background di tipo tecnico, che impone un metodo di approccio alla discussione per gradi e rigorosa attenzione ai riscontri fisici. In mancanza di certezze, bisogna sospendere il giudizio e quindi condivido pienamente la posizione di salistrari. Certamente, come detto, se si affronta 9-11 nel suo insieme si rimane travolti dapprima dalla commozione e poi dalla rabbia per quanto é successo: entrambi i sentimenti, seppur umanissimi, non aiutano nello svolgimento di un'indagine.
Restiamo aderenti a quanto abbiamo appurato ragionando: - nessun missile; - nessuna esplosione di esplosivo ad alto potenziale; - impatto dall'esterno della facciata verso l'interno; - danni esterni compatibili con l'impatto di un aeromobile dalle dimensioni compatibili con quelle di un Bo757/200; - dai filmati sia del WTC che del Pentagono (per quello che possono valere), si ricava che anche il carburante non ha provocato una vera e propria esplosione, quanto piuttosto un'enorme combustione di una massa volumetrica di combustibile dispersa nell'impatto: non credo che, data la rapidità della combustione e lo sviluppo tendenzialmente verso l'alto, questo rogo iniziale possa aver "dissolto" completamente la lega leggera dell'aereomobile, per cui si deve ipotizzare che la componente meccanica sia responsabile della distruzione della lega leggera in piccoli frammenti e la combustione del successivo incendio debba averne eliminato la grande parte, direttamente esposta allo shock termico, quindi, mi aspetto che ci siano brandelli di aereomobile che sono stati recuperati dalle squadre di soccorso e di sgombero sotto le macerie (che li hanno protetti dall'azione dell'incendio). Chiaramente le parti resistenti in acciaio e titanio (carrelli, motori, giunti di resistenza) devono essere sopravvissute all'impatto, deformate ed ammaccate, ma certamente, se un aereo ha colpito il Pentagono, devono esserci.
Parlando con amici che lavorano nel settore aereo-spaziale mi é stato detto che la resistenza meccanica del materiale impiegato per fusoliera e superfici alari é effettivamente assai esigua, sia per le caratteristiche specifiche del materiale che per i dati di progetto, in cui lo scopo fondamentale della fusoliera é resistere alla pressione interna dovuta alla pressurizzazione, più che alle sollecitazioni provenienti dall'esterno, e consentire la torsione generata dalla dinamica del volo sulle superfici orizzontali e verticali.
Da prove di rottura all'impatto, sembra che questi materiali abbiano la tendenza a rompersi in frammenti di piccola dimensione sia per la presenza di discontinuità specifiche (ad esempio rivettature) che per l'azione congiunta di elementi di massa maggiore ad essi connessi che tendono a "stracciare" il materiale di rivestimento anche in assenza di specifici traumi esterni legati ad impatti ma per il solo effetto della resistenza dell'aria e dei diversi spessori delle leghe leggere. Il materiale in composito é estremamente fragile e certamente, essendo di elevata durezza, si comporta in maniera simile a quello di un cristallo temperato. Ciò non é ancora sufficiente per chiarire il discorso dei rottami, almeno per me, anche perché, come detto, non esistono dei veri precedenti di impatti di questo tipo. Quello che é tuttavia quasi certo é che devono esistere, da qualche parte, i resti di questo aereo e, presto o tardi, uscirà documentazione anche di questo, ma fino ad allora ogni illazione o ipotesi alternativa avrà buon gioco, proprio perché mancano le prove adeguate per giungere a conclusioni definitive, in un senso o nella'altro. Ciao
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