E comunque perdonami, ma per certi versi continuiamo a parlare di aria fritta e persistiamo nel subordinarci a parametri di cui dovremmo aver ormai compreso l'inutilità e di cui dovremmo dunque sbarazzarci.
In regime di piena sovranità monetaria il debito pubblico ci fa una bella pippa, è un numeretto di scarso significato e scarsa rilevanza finchè con le tasse si tengono d'occhio l'inflazione e la distribuzione della ricchezza.
Se la Troika ed i mercati sono tanto preoccupati del livello del debito pubblico, sticazzi e se ne vadano affanculo, ripeto. Perchè continuare ad obbedire a questi organismi significa darsi altre martellate sui coglioni: io voglio vivere in uno Stato che non si preoccupi se deve fare spesa pubblica per i suoi cittadini e che non debba finanziare la propria spesa elemosinandola dai mercati.
Questo voglio: uno Stato sovrano.
Non voglio discutere di quant'è il debito pubblico perchè non dovrebbe fregarcene di meno: semmai voglio discutere di come, lo ripeto, modulare la tassazione in modo da contenere l'inflazione, incentivare o disincentivare consumi, distribuire la ricchezza. E per tornare a discutere di questo bisogna riprendersi la sovranità: monetaria, economica, politica.
Discutere ancora dell'entità del debito pubblico significa discutere di altro e non voler c'entrare il problema di fondo.
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