anakyn ha scritto: sei l'unico che ritiene che si possano applicare formulette da scuole medie per realtà complesse come quella discussa.
No, non è mica l'unico.
Il punto è che per allontanare la gente da questi discorsi gli viene insegnato che sono argomenti difficili, quando invece bastano appunto formulette da scuole medie.
Non sono d'accordo, Sertes: per valutare l'impatto incrociato di spesa pubblica e tassazione all'interno di un sistema economico di rilevanza nazionale, le formulette da scuole medie non bastano proprio.
Già la sola scelta di considerare o meno nel calcolo il moltiplicatore keynesiano (al momento chi attua scelte di politica economica sembra non essere nemmeno a conoscenza di tale variabile) ti farebbe sballare di brutto i calcoli. Per non parlare di tutte le altre variabili, delle fonti statistiche più o meno attendibili, delle previsioni, ecc ecc... Per fare calcoli del genere a mio avviso ci vogliono proprio tecnici coi controcoglioni.
Per questo ho scritto che innanzitutto bisogna capire se si è d'accordo sui principi, ad esempio sul ritenere o meno che il moltiplicatore keynesiano esista sul serio e funzioni come descritto. (e sinora non ho nemmeno capito se Infosauro si è convinto che tale moltiplicatore esista, e che impatto avrebbe sul processo economico. A giudicare dal fatto che continua a battere sempre sullo stesso chiodo, mi verrebbe da pensare che o non accetta l'esistenza del moltiplicatore, o lo considera una variabile trascurabile. In entrambi i casi per me il discorso si fermerebbe lì, perchè ci sarebbe una grossa divergenza a monte di qualsiasi calcolo)
Solo dopo si potrebbe partire coi calcoli, e onestamente credo che nessuno di noi abbia le competenze per svolgerli correttamente.
Lo stesso discorso si può applicare sul Fiscal Compact e su quanto ci toccherà pagare ogni anno per rispettarlo: sappiamo che ci costerà parecchio, ma è abbastanza difficile calcolare esattamente quanto, perchè sono in ballo variabili complesse e dati incerti.
Sono d'accordo con te nel ritenere che concettualmente la macroeconomia si basa su assunti, dinamiche e principi del tutto comprensibili anche da una platea con un'istruzione medio-bassa, e non per niente qui su LC se ne parla senza problemi.
Ma esistono comunque degli aspetti più tecnici nei confronti dei quali, sebbene a livello di comprensione non ci siano particolari difficoltà, è invece decisamente complesso operare calcoli attendibili.
Un esempio può essere la condizione di Marshall-Lerner, di cui ci è già capitato di accennare quando si parlava dell'ipotetico vantaggio che acquisirebbe l'Italia da una svalutazione in termini di bilancia commerciale: sappiamo che l'elasticità del nostro Paese al cambio è tale per cui una svalutazione avrebbe un impatto positivo sulla bilancia commerciale, e lo sappiamo sulla base di alcuni assunti logici (oltre che dei precedenti storici), ma è ben più difficile calcolare esattamente tali vantaggi a seconda dell'entità della svalutazione e delle altri variabili (anche esterne all'Italia) coinvolte.
Quello che voglio dire è questo: capire la macroeconomia è abbastanza semplice, farci sopra i calcoli non lo è per nulla.
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