Quanto a Saviano, quando venne alla ribalta io fui tra quelli che caddero nel tranello mediatico. Poi lessi il libro, niente di trascendentale praticamente una rimasticatura di cose che avevo letto anni prima sulla rivista Avvenimenti di Claudio Fracassi, e vidi il film una cazzata colossale un insieme di scenette da film poliziotteschi anni '70. E poi i passaggi in tv, la continua sottolineatura da parte sua del fatto che fosse un eroe e della vita orribile che conduceva. Quando Falcone e Borsellino passarono settimane chiusi in un carcere abbandonato per portare avanti il maxi processo e nessuno lo seppe se non dopo morti... E poi la retorica insopportabile, l'atteggiamento da star, insomma tutto un contesto che mi portarono a diffidare profondamente di lui, il che mi causò anche litigate con amici e parenti che invece lo adoravano. E tutto ciò ben prima di sapere che fosse ebreo o delle sue simpatie per Israele. Poi, un giorno, da Fazio lo sentii cantare le lodi di quel criminale che risponde al nome di Shimon Peres e lì mi si aprirono i cancelli del Cielo. Tutto fu chiaro, tutto riacquistò un senso intelligibile...
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