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Calvero |
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Re: IL LATO OSCURO DI ROBERTO SAVIANO | #1 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
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.. io mi domando, seriamente, cosa possa mai significare che si << guardi al mondo ebraico con simpatia >> .. detto da quella che comunque [Saviano] è una figura intellettuale o tale sa di apparire, deve far presupporre una certa consapevolezza nelle dichiarazioni. Si presuppone, e non mi sembra fuori misura, che personaggi che hanno la capacità di guardarsi intorno con occhio critico e di saper leggere tra le righe delle Falle e dei Paradossi di un Sistema, di uno Stato, di un Governo... e asseriscono precisi indirizzi di "bandiera", non ha certo la stessa valenza di un chiaccherata al Bar fatta sotto casa nostra. Domanda. La sua posizione è parallela ad esempio, al << mi dichiaro Filo Israeliano >> di Marco Ipocrita Travaglio, o è un indirizzo di altra natura prettamente simil-spirituale, così come io che dico che adoro Woody Allen? mmmhhh ..la cosa comunque puzza Intelligente e focale è la domanda di santaruina: Citazione: se proprio vogliamo trovare un mistero, ma chi frequentava Saviano? Comunque. Ho trovato questo passaggio in rete, che riporto con un bel copia-incolla: -------- Questa me l'ero persa: un'intervista ad Haaretz ("Not afraid to die" di M.Rapoport, 24/09/07) dove Roberto Saviano racconta le sue radici ebraiche e confessa una passionaccia per Sabbatai Zevi. Avevo creduto che Saviano fosse soltanto uno di quei sionisti fai-da-te (tipo Travaglio), invece sembra che il "messia della legalità" senta una vera e propria "vocazione" per quel blando retaggio giudaico, tanto da tenersi una menorah sul tavolo di casa e dedicare un kaddish a Enzo Baldoni. Al quotidiano israeliano racconta: «Ho fatto alcune ricerche e ho scoperto che mia madre aveva radici sefardite. Mio nonno mi ha educato al giudaismo e alla Torah. Mi ha sempre attratto molto Sabbatai Zevi e l'anarchismo ebraico. Questa è l'atmosfera nella quale sono cresciuto, ma non ho mai voluto renderlo pubblico. È l'ultima cosa di cui ho bisogno. In Italia sembrerebbe qualcosa di esoterico». In effetti, il passaggio è "esoterico": ma Sabbatai Zevi non era quel messia pazzo che predicava la santa apostasia, l'abolizione della legge, le aberrazioni della gnosi, la salvezza attraverso il peccato, l'incesto apocalittico ecc.? Che cosa c'entra tutto questo con una normale educazione ebraica? È un po' come accostare il catechismo cattolico all'eretico Fra' Dolcino. Ma più di ogni altra cosa: com'è che il paladino della legalità si proclama appassionato dell'anarchia non soltanto sociale, ma soprattutto metafisica? Forse c'è un millenarismo di fondo: il messia Saviano che annuncia la distruzione di Gomorra, senza chiedere nemmeno la salvezza per i "dieci giusti" (Gen18,23-32). Sarà per questo che lo scrittore riporta sul suo sito -con un certo orgoglio- le confidenze che Shimon Peres gli ha fatto durante uno dei suoi viaggi nella Terra Promessa: «Anche noi abbiamo la nostra camorra, caro Saviano. Si chiama Hamas. Non ha un obbiettivo razionale. È brutale. Ammazza anche le sue donne e i suoi bambini. È la nostra mafia incivile». * Ci vuole un bel trattamento sionista per Gomorra, allora! Piombo fuso su Secondigliano e dintorni! Se a Scampia c'è un pregiudicato ogni 15 persone, il numero di "scudi umani" divelti sarà sicuramente minore di quello di Gaza. E poi D-o (che non è un'imprecazione, ma la maniera giudaica di nominare il Padre di Nostro Signore Gesù Cristo) sceglierà i suoi. Battute a parte, mi sembra che Saviano non faccia nulla per nascondere le sue origini ebraiche. I continui viaggi in Israele, conditi con elogi sperticati alla "patria della sicurezza", non gli rendono onore né come scrittore, né come "simbolo di legalità", e forse neanche come ebreo italiano e sefardita. La sua vicenda, che si rende sempre più esplicita, è sintomatica di questi tempi in cui Israele ha bisogno di scatenare una intensa attività di propaganda. Loro la chiamano Hasbarà, che in ebraico significa "spiegazione", ma dalle nostre parti credo si possa tranquillamente tradurre come "propaganda", appunto. La fondazione The Israel Project ha addirittura compilato un manuale ("Global Language Dictionary") contenente le "parole che funzionano" nel difendere la causa sionista. Per non farsi mancare nulla, il talent-scout Steven Klein ha pensato bene di reclutare Lapo Elkann come testimonial kasher!--------- interessante, no? * il neretto è mio
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
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