Questo è il link all'articolo e di seguito riporto il passaggio in questione (è un brano tratto da una fiction televisiva: come a dire che l'indignazione è ammissibile solo a livello teatrale.)
Bello, bellissimo, Blondet è sempre molto acuto nel cogliere i segnali. Anche l'autore (anonimo?) del pezzo mi pare uno sveglio. Mi ricorda la figura del Giullare alla corte del Prinicipe. L'unico, in quanto definito matto, che si poteva permettere di dire la verità che tutti conoscevano, ma che a nessuno era consentito pronunciare per non mettersi in contraddizione con il Potere. Questa consapevolezza, ormai collettiva tanto da avere raggiunto il Giullare, non viene dal nulla: è frutto di lavoro, di lavoro umano. Anche del nostro, piccolissimo, lavoro che, grazie all'Internet, non viene disperso, ma fruttifica anche dove noi non saremo mai in grado di sapere. A sua volta la battua del Giullare non rimarrà senza frutto. Quando? Dove? Come? Ma che importanza ha saperlo?
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