Scusate l'intromissione, ma mi sembra che stiate facendo tutti un piccolo errore. Non tutti i moti sono relativi: da Einstein in poi lo sono sicuramente quelli rettilinei uniformi. Cioè, dati due corpi che si muovono in direzioni diverse in maniera rettilinea uniforme, non è possibile stablire un sistema di riferimento univoco secondo il quale uno sta fermo e l'altro si muove, ma è solo una questione di scelta. Le cose stanno diversamente per i moti accelerati, e quindi per tutti i moti rotatori. L'accelerazione è assoluta, anche nella fisica einsteniana. Infatti, se due corpi si muovono in direzioni diverse in maniera rettilinea uniforme, ma il secondo all'improvviso subisce una brusca decelerazione (sottoforma di impatto con un asteroide), dal punto di vista puramente matematico potremmo dire che è stato il primo corpo a decelerare, ma dal punto di vista fisico chi è che si è frantumato? Nella descrizione del sistema solare, è corretto dire che la Terra gira intorno al Sole, e la Luna intorno alla Terra. Non è solo un questione di semplicità della descrizione: è che alcune descrizioni non sono compatibili con le leggi della fisica (se la Terra stesse ferma e l'Universo gli ruotasse intorno, avrebbe una velocità molto superiore a quella della Luce, o sbaglio?). Ciao.
Sinceramente non riesco a formalizzare i tuoi dubbi. Non capisco esattamente la tua obiezione. La frantumazione di un asteroide è un fatto. Qualunque osservatore potrà rilevarlo. Non è che l'asteroide si frantuma per alcuni ma non per altri, si frantuma e basta. La descrizione della cinematica ed eventuali misure delle quantità fisiche in generale differiranno fra osservatori diversi. Lo scopo di una teoria fisica è anche quello di riconciliare le osservazioni di osservatori posti in sistemi di riferimento diversi. Quando si dice che il moto è relativo non si intende affermare che sia arbitrario, che ognuno cioè possa darne una descrizione indipendente dagli altri. La relatività è una teoria che mette d'accordo osservatori diversi, non una teoria che afferma che ciascuno può dire un po' quello che vuole.
Sulla seconda parte. Io scommetto che se è bel tempo tu puoi tranquillamente vedere il sole descrivere un arco nel cielo ogni giorno della tua vita e in ogni stagione dell'anno. Dal tuo punto di vista puoi tranquillamente affermare che il sole ruota attorno alla terra. Tu sei in un riferimento non inerziale solidale alla terra ma questo non crea problemi logici. Semplicemente dovrai tenere in considerazione questo aspetto quando vuoi confrontare i tuoi esperimenti con quelli del tuo amico marziano per esempio.
L'ultima affermazione che fai, sulla terra e la sua velocità, mi è oscura. Non sono sicuro di aver capito esattamente a cosa ti riferisci. Forse parli del fatto che ci sono galassie che sembrano allontanarsi dalla terra a velocità maggiori di quella della luce. Questo è vero ma è un fenomeno spiegato dalla teoria della relatività ed è un paradosso che deriva semplicemente da una errata applicazione del senso comune. Non è facile spiegarlo senza usare la geometria differenziale ma cercherò di fare del mio meglio. Si prevede matematicamente che una modificazione della geometria dello spaziotempo (tecnicamente, la metrica) influenza la lunghezza d'onda della radiazione che noi sulla terra riceviamo da galassie lontane (fidati). In effetti gli esperimenti ci mostrano che la radiazione che riceviamo da tali galassie presenta quello che si chiama red-shift, spostamento verso il rosso della frequenza della luce. Ora, il fenomeno del red-shift è noto anche in fisica classica. Uno degli ambiti in cui può comparire è ad esempio quello dell'effetto Doppler. Ti sarà probabilmente capitato di osservare che il suono della sirena di un'ambulanza mentre ti si avvicina ti appare diverso da quello della stessa ambulanza mentre ti sorpassa e si allontana. Si tratta in ogni caso dello spostamento della frequenza delle onde dovuto al moto della sorgente o del ricevitore ed è legato alla velocità relativa. In particolare è possibile risalire alla velocità relativa misurando lo spostamento della frequenza. E' quindi forte la tentazione, a cui sarebbe meglio non cedere, di applicare questa analogia per definire una velocità relativa fra le galassie. Si misura lo spostamento verso il rosso della luce ricevuta, si applica la formula dell'effetto Doppler e si tira fuori una presunta velocità con cui le galassie si allontanano da noi, trovando per alcune un valore maggiore della velocità della luce. Il punto è che in uno spazio curvo il concetto di velocità relativa non è definibile se non localmente (cioè su scale "piccole" di distanza). La velocità è un vettore e in uno spazio curvo non è possibile confrontare vettori "che vivono" in punti diversi dello spazio. Per confrontarli dovresti "portarli" nello stesso punto (sulla terra ad esempio) ma si dimostra matematicamente che il "trasporto" dipende dal percorso che segui. Quindi non è possibile "trasportare il vettore velocità della galassia" sulla terra in modo univoco. E questo impedisce di definire una velocità relativa che abbia significato fisico. Se ne conclude che quella che si determina con la formula dell'effetto Doppler non è in realtà una velocità relativa perché la velocità relativa non esiste! Abbiamo applicato una formula nata sotto diverse ipotesi ad un caso in cui non faceva senso.
Chi trovasse tutto questo assolutamente oscuro non deve minimamente preoccuparsi. Tenete conto che per capire questi fenomeni occorre avere conoscenze fisiche e matematiche che si sviluppano con anni di studio, con infinita pazienza e talvolta dopo ripetuti tentativi e qualche frustrazione.
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