La pesca con la mosca è definita così perché vengono utilizzate particolari esche costruite dal pescatore a forma di specifici insetti che si sviluppano sul pelo dell'acqua. Le esche possono comunque imitare diverse tipologie di prede: Uova, piccoli pesci, piccoli mammiferi.
Queste esche vengono realizzate con vari materiali tra cui le piume d'uccelli o filati sintetici come il nylon sopra un amo ad occhiello fissate poi con della colla o dello smalto.
La pesca a mosca è considerata da molti una forma d'arte che va ben oltre la semplice cattura da esibire ai parenti o agli amici al bar. È consuetudine da parte dei pescatori a mosca pescare cercando di provocare il minor danno alla fauna ittica. A questo scopo si usa utilizzare nella pesca ami senza ardiglione e con il cosiddetto spirito no-kill rilasciare tutto il pesce che si cattura, qualunque sia la taglia. La pesca a mosca consiste nell'imitare tutti quegli insetti che nascono, si sviluppano, si riproducono e muoiono nell'ambiente acquatico, ma anche insetti detti "terrestrial", come formiche, cavallette, vespe etc. Tali insetti costituiscono una parte importante nell'alimentazione delle varie specie di pesci che popolano la acque. Le 4 specie principali d'insetti, Efemerotteri, Tricotteri, Plecotteri e Chironomi, si suddividono in innumerevoli famiglie e ordini che hanno silhouette simili ma dimensioni colori e abitudini diverse. In ogni caso il ciclo vitale di ognuna di queste 4 specie di insetti, anche se con modalità diverse, si compie in parte a livello subacqueo ed in parte a livello aereo al di fuori dell'elemento liquido.
A Castel di Sangro (AQ) è presente un Museo Internazionale della Pesca a Mosca intitolato a Stanislao Kuckiewicz, aperto dalla Scuola Italiana di Pesca a Mosca (S.I.M.).
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