Cioè bisogna sgombrare il campo dai detriti delle battaglie precedenti, che sono state molto emotive ed hanno portato gli oppositori della versione ufficiale a difendere anche teorie insostenibili. Bisogna ed essere molto più severi con sé stessi. Bisogna passare tutti i propri argomenti sotto un vaglio, uno screening, un esame critico ancora più pesante di quello che presumibilmente ci si pụ aspettare venga imposto dalla parte avversa.
Per esempio, una delle prime cose da fare è elaborare un modello credibile per il crollo delle torri, dal quale si possa ricavare una stima della velocità di crollo che ci si pụ aspettare in un collasso che non sia una demolizione controllata.
Per quanto riguarda la stima della velocità di crollo penso che sia significativo determinare quanto ci ha messo "il blocco dei piani in caduta" a toccare terra: il lavoro fa fatto su quello.
Determinato quello ed utilizzato il modello semplificativo discusso nell'altro thread è possibile determinare il costo energetico della caduta a quella velocità
"quanta energia potenziale è diventata energia cinetica"
e quindi stabilire un limite superiore per l'energia a disposizione x compiere il lavoro di distruzione (Manalive aveva calcolato una stima di 1MJ per piano)
Dopodiché credo che sia lo studio energetico a dover essere il fulcro dello studio. Magari ipotizzando, a partire dalle osservazioni, quanto è stato distrutto, polverizzato dell'edificio e dandone una valutazione conservativa (x il crollo), un limite inferiore quindi. (la distuzione ovviamente soltanto durante la caduta, sino a quando la massa di piani tocca terra)
Se a questo punto vi è un deficit energetico beh.. qualcosa deve aver "fornito" la differenza...
Altrimenti si pụ passare a considerare l'evento successivo e cioè quello segnalato dalle pozze di acciaio fuso e dai rilevamenti termografici..
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