Citazione:
Giuste argomentazioni Afulabia solo se ne avessi poste delle mie.
Sono d'accordo col commento di Fiammifero: ad
Afulabia sarebbe bastato un breve inciso per chiarire che le sue argomentazioni muovevano dal tema introdotto nel post precedente, senza però alcun riferimento all'opinione dell'autrice dello stesso.
Se posso inserirmi nel dialogo, vorrei commentare questo intervento:
Citazione:
mi dà molto da pensare anche sul nuovo che avanza,quasi fosse la panacea di molti mali.
Purtroppo il cosiddetto "nuovo che avanza" riguarda solo campi neutri quali la tecnologia in generale: neutri poichè aventi a che fare con fatti, materia e potenzialità. Essendo l'uomo a servirsene ogni cosa dovrà passare attraverso il collo di bottiglia della sua volontà. Ne consegue, dunque, l'ineludibile verità che nemmeno la più verde, abbondante e rassicurante delle soluzioni da fonti rinnovabili sfuggirà al rischio di provocare un danno od esser mal utilizzata.
Insomma, la panacea esiste solo nella misura in cui gli eventuali utenti e detentori dimostrino la consapevolezza necessaria nel suo impiego. La cosa è tanto sfuggente e controversa che, ad esempio, si arriva a propagandare i lampioni fotovoltaici come soluzione eco-compatibile quando invece a mio parere sono un moto in direzione opposta.
Io credo che un buon aiuto, nell'evitare certe chine dannose, sia chiedersi innanzitutto quale sia il fine del nostro agire, per quel che riguarda l'energia e l'approvvigionamento: ritengo sbagliato individuarlo nella Natura o nell'ecologismo. La prima infatti non corre pericoli di sorta: tutto ciò che il Pianeta sta subendo fa parte del Pianeta stesso ed anche nel caso di un immane cataclisma dovuto a cambiamenti climatici, esso semplicemente evolverebbe generando nuove forme di vita in un tempo che solo per noi sarebbe enorme. Il secondo è piuttosto un mezzo, un insieme di norme utili a far percorrere all'uomo una strada che non si scosti troppo dai comportamenti, in fatto di aumento procapite d'
entropia prodotta, del mondo animale e vegetale al cui fianco ha sempre vissuto.
Il fine, invece, dovrebbe sempre rimanere l'uomo: siamo solo noi che abbiamo da perdere nel praticare scelte imprudenti poichè cambiamenti radicali nell'habitat tradizionale ci risulterebbero insopportabili, anche per il fatto di non potervi rimediare nel breve arco della nostra esistenza. L'incertezza sulla stima di future patologie e decessi connessi alle radiazioni liberate, per l'appunto, è una di queste e compete non solo a strutture incidentate, come Chernobyl, ma anche a centrali perfettamente funzionanti del tipo termonucleare, olio combustibile, carbone e via dicendo con l'ovvio distinguo relativo alla natura ed al danno degli specifici prodotti di reazione.
L'ottica non è quella di usare tecnologie a inquinamento zero: infatti non esistono, nel senso Fisico del termine. Così come non esiste la triade deleteria degli aggettivi "pulita, infinita, gratuita" che all'epoca del boom petrolifero ha contribuito a portarci nella situazione presente. Dev'essere, piuttosto, quella di mantenere sempre ferma di fronte a sè la stella Polare del suddetto fine, per potervisi avvicinare lungo una strada da percorrere col passo più leggero possibile.
Fuor di metafora, significa evitare di concentrare su poche tecnologie tutto il processo dello sviluppo umano: maggiore è il peso di queste (vedi la necessità di investimenti ammortizzabili solo dopo lunghi anni, o l'entità del tempo di trattamento delle centrali post-dismissione), maggiore sarà l'inerzia con cui vi resteremo legati, rendendoci incapaci del dinamismo che proprio ora sarebbe richiesto per passare ad altri regimi di produzione e consumo, differenziando le fonti in base alle caratteristiche locali ed ai bisogni reali. Ci siamo
seduti sugli allori (perchè il petrolio è in effetti una fonte eccezionale: potente, versatile e abbondante), e la stiamo pagando cara. Se un domani si volesse solamente
sostituire l'idrogeno al petrolio, si replicherebbe lo sbaglio: anche il vapore acqueo è un gas serra.
Questo, per me, significa
ricordare Chernobyl.
P.S.: quale OT? A me è sembrato invece molto pertinente.