quando si vuole colloquiare sulla morte, parlarne (se qualcosa si puo' dire di lei). Quando si cercano ancestrali paure o quando con la straffottenza di chi ha una eta' ancora lontana dal sentire i passi propri quasi assonanti con quelli della morte...quando comunque cerchiamo di comprenderla (comprendere vuole dire prendere dentro noi )......
mi permetterai che se qualcuno affronta un confronto sulla parola morte con la frase -carpe diem- ha gia' chiuso il discorso.
Carpe diem...cogli l'attimo....e' un inno alla vita, cogliere l'essenza della vita stessa, fatta di attimi e non di programmi a lungo termine, fatta di possibilita' da cogliere al volo, senza domandarti che futuro avranno, fatta di momenti speciali che l'unica cosa speciale che hanno e' che solo tu vedi questi momenti...
Ma si parlava di morte in termini molto filosofici...che niente aveva a che vedere con le possibilita' che la vita ti da e che puoi cogliere o non cogliere in un attimo (carpe diem)....alla fine arriva sempre la nera signora...
ed e' questo che volevo capire...non come si carpa il giorno, ma come in questo sia compresa l'idea di morte...
se a fronte di cio'...uno mi dice...ma non te la menare..e carpe diem..per me il dialogo e' chiuso..-..se per---menarmela-- e' cercare di approffondire attimo dopo attimo fino alla conclusione degli attimi...
Se mi dici carpe diem, ti do ragione...pero' poi non ha significato alcuno parlare di morte...ma non di morte come fine di innumerevoli carpe diem, ma come discussione se essa sia punto di fine o punto di inizio.
Mi dispiace per la limetta...se non l'hai inghiottita magari e' nel cassetto...hai provato a vedere ?
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