Re: Genova. 5 anni dopo. Quale verità per piazza Alimonda?
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Repubblica Genova
GIOVEDÌ, 30 AGOSTO 2007
Pagina VII - Genova
IL CASO
Durissime le motivazioni ad una sentenza che condanna il ministero dell´Interno
L´ACCUSA
" G8, violenze gratuite dalla polizia"
"Non è stata fatta alcuna distinzione fra i Black Bloc e i cittadini inermi" "Aggressione illecita ai partecipanti di una organizzazione pacifista autorizzata"
VINCENZO CURIA
UNA sentenza requisitoria, quella con cui il ministero dell´Interno è stato condannato a risarcire una giovane donna per i danni subiti durante una pacifica manifestazione organizzata in piazza Manin il 21 luglio 2001, in occasione del vertice del G8 che si teneva a Genova. Un vero e proprio crucifige per le forze di polizia che aggredirono senza motivo gruppi di partecipanti inermi regolarmente autorizzati, ma evidentemente accomunati agli elementi violenti - Black Bloc - che si abbandonavano a episodi di devastazione nella zona. Alla parte lesa - Simona Coda Zabetta, all´epoca di 43 anni - il giudice Claudio Viazzi ha assegnato un indennizzo di 23 mila 645 euro. La decisione del giudice è basata su precise testimoniane. Il dottor Viazzi ricorda pure che la procura a suo tempo esternò anche vari dubbi sulla veridicità dei verbali redatti dalla polizia. Il magistrato smentisce senza mezzi termini le tesi difensive e definisce a un certo punto sproporzionato e gratuito l´intervento della polizia, «condotto con modalità organizzative confuse». Pesanti critiche vengono mosse anche al responsabile dell´ordine pubblico nella piazza (dottor Bonanno), cioè al funzionario che diede l´ordine di caricare i manifestanti. «Ha ammesso di avere ordinato la carica senza preavviso «trovandoci in una situazione di illegalità da far cessare», senza indicare obiettivi precisi e fare distinzioni fra facinorosi e manifestanti pacifici, aggiungendo pure che «terminata la carica rimasero a terra feriti e contusi, uomini e donne», tacendo inoltre che i disordini avvenivano nei pressi di una manifestazione autorizzata». Viazzi pone anche l´accento sull´assenza di direttive e indicazioni precise, carenze che consentirono un comportamento indiscriminatamente violento della polizia «che finì con coinvolgere pure le manifestazioni pacifiche e autorizzate». Un riferimento preciso anche alle lesioni subite dalla parte lesa, «ferita da più manganellate nell´ambito di una carica violentissima, indiscriminata e diretta contro un bersaglio che non era tale... ». Proseguendo nella «requisitoria», Viazzi non manca di sottolineare che «nessuna giustificazione o esimente può ritenersi applicabile alla condotta della polizia... Quel che è successo è riconducibile a gravi negligenze, approssimazioni e omissioni in tutta l´operazione di «ordine pubblico» compiuta». Scendendo nei dettagli e riferendosi ai danni subiti dalla manifestante, nella sentenza viene sottolineato che vanno configurati come lesioni volontarie aggravate, accompagnate da percosse, «il che rende risarcibile il danno morale». «Reati non colposi ma volontari, per di più commessi da agenti di polizia...». Un´ultima annotazione: Simona Coda Zabetta, che lamenta una invalidità permanente del 2%, fu costretta a un ricovero ospedaliero di oltre 60 giorni, per cui «la misura del risarcimento spettante per il danno biologico, esistenziale e morale è connessa alla peculiarità del caso in cui l´integrità e incolumità della persona é stata lesa e messa a repentaglio... ».
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