Ciao,Santaruina querido.

Segnalo questo luogo partenopeo,impregnato di sacro e di profano:

Si tratta di un ipogeo storico,nato da antichissime cave di tufo,ed adottato ad ossario a partire dal 1656,in seguito ad un'epidemia di peste che decimò la città di circa 300.000 persone.In seguito a questo,le cave furono murate,e riaperte solo per ammassarvi i poveri resti di altre vittime della pestilenza o sloggiati dai tumuli cittadini.
Dal 1872,il "cimitero" fu riaperto al pubblico,e fu allora che si diffuse il culto delle anime "pezzentelle",cioè prive di identità,e ritenute bisognose di suffragi tanto da consentir loro l'ascesa al cielo,dallo stato di "purgatorio" in cui si trovavano.
Questo rito prevedeva l'adozione dei teschi,la loro cura,intesa come "pulizia" e "lucidamento",l'offerta di fiori e ceri votivi,e la richiesta di una "grazia".
Il rito continua ancora ancora oggi,anche se in misura estremamente ridotta,e non è raro trovare teschi con la scritta "occupato",a segnalare che qualcuno se ne sta già prendendo cura.




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