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   Politica Interna & Estera
  Li tengono saldamente in pugno

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Li tengono saldamente in pugno
#1
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 1/11/2005
Da Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
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Vi siete mai chiesti come mai i partiti politici non si imbizzarriscono mai a politiche messe in atto dai loro candidati che sono apertamente contro spirito e programma di partito?

Forse una risposta me l’ha data John Snow, il direttore del telegiornale quotidiano migliore della galassia che mi passa un sunto delle notizie della sera via e-mail (snowmail_daily@channel4.com) http://www.channel4.com/news.

Il titolo della notizia principale della sera:

Citazione:
La moneta della Politica

Il partito laburista e’ andato aramengo? L’ultimo tentativo di forzare I nostri partiti politici (controvoglia) a dichiarare I loro debiti rivela che I laburisti hanno ammassato 28 milioni di sterline di debito.
…..La grande domanda e’ perche’ i partiti sono cosi’ bradipi nel dire al pubblico cio’ che il pubblico ha il diritto di sapere.

Piu’ di 300.000 sterline di donazioni sono state dichiarate in ritardo [6mesi nda]. La commissione elettorale ha affermato che la dichiarazione in ritardo e’ “inaccettabile” ed e’ emerso che I conservatori hanno ricevuto quasi 217000 sterline nel 2005 senza dichiararle al registro delle donazioni.


Gia’, perche’ su di qui abbiamo Il Registro delle Donazioni . Non ho idea se in Italia esiste qualcosa del genere.
Quello che mi soprende e’ pero’ il DEBITO dei partiti (indovinare a chi debbono soldi. Il nome Rupert Murdoch dice niente?)
Questo pandemonio sta uscendo fuori solo poche settimane dopo lo scandalo dei cadreghini venduti alla camera dei Lords - a vita - il pagamento travestito da donazione non “ancora” dichiarata.

E in Italia? Non ho idea se esista il dovere per i partiti di rendere pubblici i conti, ma penso che sarebbe interessante saperne di piu’. Visto che LC e’ zeppo di persone informatissime, qualcuno ha voglia di intervenire sulla legislazione e sui debiti (e soprattutto chi sono i creditori) dei partiti italiani.

Tanto per essere sicuri da chi dipendono veramente, altro che nostri dipendenti come li vorrebbe Grillo: quello e’ solo un secondo lavoro di facciata.
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Inviato il: 23/8/2006 21:43
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Li tengono saldamente per le p…e
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
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Bella domanda Pike ma credo che sia top secret la risposta,un po' come il bilancio dello stato,comunque è facile rispondere anche senza prove provabili
Banchieri,lobby,mafia può bastare?
E' il segreto di pulcinella,tutti sanno ma nessuno parla,sia mai che a qualche scodella gli girino i riccioli
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 23/8/2006 22:25
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Re: Li tengono saldamente in pugno
#3
Sono certo di non sapere
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Da Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
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Ho cambiato lievemente il titolo, casomai qualcuno si fosse sentito offeso.....
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Inviato il: 23/8/2006 22:58
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  •  Chiara_men
      Chiara_men
Re: Li tengono saldamente in pugno
#4
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 19/8/2006
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Il dovere di renderli pubblici ci sarebbe (il condizionale è d'obbligo)
Il registro delle donazioni non so che nome abbia in Italia ma qualcosa di simile c'e'.

ti riporto questa norma sul finanziamento ai partiti (sia di stato che con contributi privati _donazioni -)

L'ordinamento italiano: il sistema di finanziamento pubblico dei partiti e la sua abrogazione.

Nel nostro ordinamento, come è noto, il contributo dello Stato al finanziamento dei partiti politici è stato introdotto con la legge 2 maggio 1974, n. 195, modificata e integrata dalla legge 18 novembre 1981, n. 659, a cui, infine, è seguita la legge 10 dicembre 1993, n. 515, sui contributi dello Stato ai partiti a titolo di concorso nelle spese elettorali regionali, nazionali ed europee.
L'emergenza di gravissimi delitti di corruzione e concussione, strettamente collegati a forme di illecito finanziamento dei partiti, nel quadro di un sistema di potere coinvolto nella gestione dissipatrice e illegale delle pubbliche risorse, nel settore in particolare degli appalti delle opere pubbliche, ha minato la fiducia dei cittadini nei partiti, sino a coinvolgere la stessa credibilità delle istituzioni democratiche.
In siffatto contesto, in esito al referendum indetto con decreto del Presidente della Repubblica 25 febbraio 1993, la volontà popolare si è, a larghissima maggioranza, espressa per l'abrogazione della disciplina del finanziamento pubblico dei partiti.
E quindi il decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1993, n. 173, ha disposto l'abrogazione degli articoli 3 e 9 della legge 2 maggio 1974, n. 195.
Sorge di conseguenza il problema se sussista, e in quale misura, un vincolo all'esercizio della funzione legislativa derivante dalla volontà manifestata dal corpo elettorale tramite il referendum.
L'articolo 38 della legge n. 352 del 1970 prevede soltanto che, quando il risultato del referendum sia stato contrario all'abrogazione di una legge, non può proporsi richiesta di ulteriore referendum prima che siano trascorsi cinque anni.
In caso di manifestata volontà popolare di abrogazione, la facoltà del Parlamento di legiferare in materia è ammessa da parte della dottrina costituzionalistica sull'assunto della "inesauribilità" della potestà legislativa delle Camere, salvo evidentemente le ragioni di opportunità politica. Altri ritengono che il legislatore sia sottoposto a vincoli - non comunque assoluti e illimitati nel tempo - di natura giuridica, oltre che politici, rilevandosi che l'abrogazione referendaria rappresenterebbe il superamento della presunzione di corrispondenza tra volontà del popolo e assemblee elette.
La Corte costituzionale, nel giudizio di legittimità sulla disciplina della responsabilità civile dei magistrati (legge 13 aprile 1988, n. 117), dettata a seguito della abrogazione referendaria della disposizione del codice di procedura civile in materia, ha affermato, con la sentenza n. 468 del 1990, che il legislatore può correggere, modificare o integrare la disciplina residua, conseguente a referendum abrogativo, "nei limiti del divieto di formale o sostanziale ripristino della normativa abrogata della volontà popolare".


La ragione della presente proposta di legge.

Quindi, permanendo le ragioni di ordine costituzionale, che impongono di garantire il pluralismo e la libertà nel processo di formazione delle decisioni politiche, è necessario e urgente dettare norme di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, con il solo limite, nel rispetto della volontà referendaria, del divieto di ripristino del contributo pubblico annuale ai gruppi parlamentari e, per il loro tramite, ai partiti politici.
La presente proposta di legge intende colmare questa lacuna dell'ordinamento e garantire la pienezza della democrazia, altrimenti soggetta e piegata, fino al suo stravolgimento, dal prevalere degli interessi più forti e privilegiati.
Essa si muove in una triplice direzione, che, complessivamente, segna il passaggio, in conformità alla volontà popolare, dal finanziamento diretto dello Stato al contributo volontario dei cittadini (capo I: articoli 1-6), alla valorizzazione, attraverso una peculiare disciplina fiscale (capo II : articoli 7-14) e la disponibilità di strutture e di servizi (capo III articoli: 15-17), della funzione democratica dei partiti politici.



Le disposizioni del capo I.

Il contributo diretto dei cittadini, libero e volontario, alla gestione dei partiti politici è attuato con la disciplina della destinazione volontaria di una quota dell'IRPEF a favore dei partiti politici nella misura determinata del quattro per mille (articolo 1); con la previsione della deducibilità delle erogazioni liberali effettuate, nella misura annua non superiore a due milioni di lire, dai singoli cittadini (articolo 2); con la qualificazione della natura di oneri di utilità sociale (e quindi della deducibilità dal reddito di impresa) delle erogazioni liberali, effettuate a favore dei partiti politici, per un ammontare complessivamente non superiore al 2 per cento del reddito di impresa dichiarato (articolo 3).
Il capo I, sempre nell'ambito della valorizzazione delle spontanee partecipazioni dei cittadini alla crescita e allo sviluppo della coscienza politica, si completa con le disposizioni degli articoli 4, 5 e 6.
L'articolo 4 definisce in linea generale improduttivi di reddito gli immobili e le loro pertinenze da chiunque destinate esclusivamente a sedi di partiti politici per l'esercizio del diritto di cui all'articolo 49 della Costituzione.
L'articolo 5 equipara, ai fini della esclusione dall'imposta di successione e donazione, gli scopi costituzionali perseguiti dai partiti politici a quelli di finalità pubblica.
L'articolo 6 prevede che una delle dodici lotterie nazionali sia promossa e organizzata su proposta dei partiti politici con il fine di reperire pubbliche e trasparenti risorse per la vita politica e per la costituzione di un Fondo nazionale, destinato all'erogazione di credito agevolato ai partiti per il ripianamento dei debiti contratti per lo svolgimento delle loro attività. La costituzione e la gestione del Fondo e le modalità di erogazione del credito, secondo princìpi di trasparenza e di uguaglianza, sono affidate ad un decreto di competenza del Ministro delle finanze.


Le disposizioni del capo II.

Le norme contenute nel capo II sono dirette a sottrarre il patrimonio e le attività dei partiti politici alla disciplina dello statuto delle imprese, in considerazione della loro natura di associazioni volontarie non lucrative, di rilevanza costituzionale.
L'articolo 7 dispone l'esenzione dalle imposte di bollo, di registro, ipotecarie e catastali degli atti costitutivi, degli statuti e degli altri atti dei partiti politici richiesti da leggi e regolamenti; l'articolo 8 prevede l'esenzione dall'imposta sugli spettacoli delle attività di organizzazione del tempo libero e degli spettacoli promossi dai partiti politici; l'articolo 9 disciplina l'esenzione dall'imposta e dal diritto sulla pubblicità delle insegne e delle iscrizioni e manifestazioni di propaganda visiva e acustica dei partiti politici.
L'articolo 10 prevede la riduzione delle tariffe postali e per le telecomunicazioni riguardanti l'attività dei partiti politici.
L'articolo 11 esclude dalla tassa prescritta per le occupazioni di suolo pubblico le occupazioni di carattere temporaneo (ovvero per un periodo di tempo non superiore a trenta giorni) per lo svolgimento di manifestazioni dei partiti.
L'articolo 12, per la sua comprensione, richiede una breve considerazione storico-politica.
Come è noto, le sedi dei partiti e dei circoli culturali e ricreativi, ora di regola appartenenti a società immobiliari, a partecipazione maggioritaria dei partiti politici, o delle associazioni stesse, sono sorte, sono sviluppate e sono state conservate, in via di manutenzione ordinaria e straordinaria, in prevalenza con il lavoro volontario e gratuito degli associati e con iniziative di solidaristico finanziamento.
L'incremento nel tempo del valore di questi immobili non è di conseguenza frutto di attività imprenditoriale e pertanto il corrispettivo delle loro cessioni non può essere riguardato come plusvalenza propria delle società lucrative, concorrente alla formazione del reddito. Di qui la disposizione di cui all'articolo 12, che, ad integrazione dell'articolo 58 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sancisce la non concorrenza alla formazione del reddito di queste atipiche "plusvalenze".
Ad evitare cessioni aventi natura meramente speculativa (acquisto e rivendita di immobili ad opera di partiti e associazioni con intento esclusivamente o prevalentemente lucrativo) è stato espressamente precisato che la destinazione a sede di partito o di associazione deve avere, affinché non si abbia plusvalenza concorrente alla formazione del reddito imponibile, durata non inferiore ad anni dieci.
La disposizione di cui all'articolo 13, per le ragioni già espresse, esclude dalla determinazione del reddito imponibile delle società non operative, cui in genere sono confluiti gli immobili dei partiti, l'ammontare delle immobilizzazioni costituite appunto dalle unità immobiliari di cui alla lettera f), secondo comma, dell'articolo 25 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 643, che riguarda fra l'altro proprio le immobilizzazioni aziendali dei partiti politici.
L'articolo 14 prende atto della necessità di non equiparare, in relazione alle funzioni svolte, i partiti politici ai consumatori finali per le cessioni dei beni e per le prestazioni dei servizi ricevuti, strumentali allo svolgimento della loro attività. Di conseguenza riduce l'aliquota IVA, come del resto già previsto nel nostro sistema tributario con la legge 10 dicembre 1993, n. 515, limitatamente però al materiale tipografico utilizzato nelle campagne elettorali.
Le disposizioni del capo III.

Il capo III infine detta le norme sulle strutture e sui servizi per contribuire a realizzare la pari opportunità dei partiti politici nello svolgimento delle loro attribuzioni.
L'articolo 15 estende ai partiti le provvidenze creditizie e fideiussorie previste dalle leggi vigenti per le cooperative e i loro consorzi.
L'articolo 16 è diretto ad estendere ai partiti la facoltà di accesso al servizio radiotelevisivo della concessionaria pubblica per la trasmissione di brevi ma significativi messaggi sui programmi e sulle iniziative di carattere generale assunti.
Da ultimo, l'articolo 17 sancisce l'obbligo a carico dei comuni di prevedere l'utilizzazione non onerosa di strutture idonee ad ospitare manifestazioni ed iniziative dei partiti politici.
Gli statuti comunali dovranno dettare disposizioni generali per garantire le forme di accesso a tali strutture nel rispetto dei princìpi di trasparenza, di pluralismo, di uguaglianza.

Inviato il: 23/8/2006 23:40
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Li tengono saldamente in pugno
#5
Sono certo di non sapere
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praticamente scatole cinesi o matrioske
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 23/8/2006 23:53
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  •  Chiara_men
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Re: Li tengono saldamente in pugno
#6
Ho qualche dubbio
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Diciamo che c'è largo margine per eludere le disposizioni legislative.
Mani Pulite sembra lontano due vite fa.
Gli illleciti finanziamenti vicini due vite che saranno
Inviato il: 23/8/2006 23:56
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: Li tengono saldamente in pugno
#7
Sono certo di non sapere
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in periodo pre elettorale avevo postato un riassunto di tutte le forme di finanziamento pubbliche e private che avevano i partiti ed i principali debiti...

vedo se lo ritrovo

Ashoka
Inviato il: 24/8/2006 0:09
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  •  Chiara_men
      Chiara_men
Re: Li tengono saldamente in pugno
#8
Ho qualche dubbio
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Dimenticavo Bike

la differenza tra Italia e Regno Unito in materia di finanziamento ai partiti, è questa :


Nel Regno Unito, il finanziamento pubblico, in virtù di una risoluzione approvata dalla Camera dei Comuni il 20 marzo 1975, è riservato esclusivamente ai partiti di opposizione, allo scopo dichiarato di ristabilire l'equilibrio delle opportunità di partecipazione alla formazione del consenso e quindi alla vita pubblica, in virtù dell'influenza che il partito di maggioranza inevitabilmente esercita attraverso il controllo dell'apparato di governo.


Inviato il: 24/8/2006 0:09
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Re: Li tengono saldamente in pugno
#9
Sono certo di non sapere
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Bello Bike, magari cambio anche avatar
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Inviato il: 24/8/2006 0:16
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  •  Chiara_men
      Chiara_men
Re: Li tengono saldamente in pugno
#10
Ho qualche dubbio
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Perbacco, ti ho storpiato il nick volendo solo abbreviarlo

PikeBishop scusa !

(però Bike non era malaccio)
Inviato il: 24/8/2006 0:19
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Re: Li tengono saldamente in pugno
#11
Sono certo di non sapere
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Chiara_mente

Quello che non so, ma mi piacerebbe sapere (e devo ammettere che delle informazioni da te fornite precedentemente ho capito assai poco - d'altronde e' il loro scopo nello scrivere in un linguaggio atroce) se esiste un dispositivo atto al controllo dei finanziamenti PRIVATI dei partiti.

Per esempio immagino che FI debba dei soldi a Mr B o che li abbia avuti da lui in regalo. E' legale? E se lo e' sarebbe FI tenuta a dichiararlo e se si a chi e chi controlla i dati?
E in ultimo, chi lo dice a noi?
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Inviato il: 24/8/2006 0:24
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Re: Li tengono saldamente in pugno
#12
Sono certo di non sapere
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Citazione:
PikeBishop scusa !


Non sono permaloso per cosi' poco e poi io ho gia' storpiato il tuo solo ieri (ero veramente convinto che tu fossi un troll, qui dobbiamo difenderci )
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Inviato il: 24/8/2006 0:26
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  •  Chiara_men
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Re: Li tengono saldamente in pugno
#13
Ho qualche dubbio
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Ah eri tu che mi hai chiamato confusa_mente ? e che urlavi Aiuto c'è un troll?


allora siamo 1-1





tutto ok
Inviato il: 24/8/2006 0:30
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  •  Ashoka
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Re: Li tengono saldamente in pugno
#14
Sono certo di non sapere
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E che cavolo l'avevo aperto io il thread e non me lo ricordavo! I politici dipendenti: di chi?

Riporto il passo saliente:

Per questo motivo volevo presentare questa piccola, e necessariamente semplificata, ricerca su come vengono finanziati gli attori del gioco democratico, i partiti, e quindi su cosa possiamo aspettarci da loro, una volta terminata la campagna elettorale e determinati gli esisti delle urne.

Possiamo considerare veramente i politici nostri dipendenti come ha proposto, non senza un certo successo, Beppe Grillo?

***

Innanzitutto un riferimento normativo (saltate pure se non avete voglia di leggervelo):

Innanzitutto la Legge 3 giugno 1999, n. 157 la quale stabilisce:

Art.1, comma 1)E' attribuito ai movimenti o partiti politici un rimborso in relazione alle spese elettorali sostenute per le campagne per il rinnovo del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, del Parlamento europeo e dei consigli regionali.

Art.1 comma 5)L'ammontare di ciascuno dei quattro fondi relativi agli organi di cui al comma 1 e' pari alla somma risultante dalla moltiplicazione dell'importo di lire 4.000 per il numero dei cittadini della Repubblica iscritti nelle liste elettorali per le elezioni della Camera dei deputati.

La ripartizione dei fondi è disciplinata poi dalla legge n.515 del 1993 la quale prevede l'assegnazione degli stessi su base proporzionale.

Tali leggi sono poi state modificate nel 2002 portando ad un euro per anno di legislatura (quindi 5 euro totali) ad iscritto nelle liste elettorali il fondo per il rimborso spese e stabilendo la percentuale minima da raggiungere per aver diritto al rimborso spese nell'1% su base nazionale.
La legge 23 febbraio 2006 n.51 stabilisce poi la possibilità di utilizzare il rimborso come garanzia per i prestiti ottenuti per finanziare la campagna elettorale e compare una nuova, inquietante, frase..
In caso di scioglimento anticipato del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati il versamento delle quote annuali dei relativi rimborsi e' comunque effettuato .
Forse da qui il richiamo di Prodi “In caso di parità, nuove elezioni”?

Infine il tetto di spesa per ogni partito per la campagna elettorale è fissato nella Legge 27 gennaio 2006, n. 22

Articolo 3-quater

«1. Le spese per la campagna elettorale di ciascun partito, movimento, o lista che partecipa all'elezioni, escluse quelle sostenute dal singoli candidati di cui al comma 2 dell'articolo 7, non possono superare la somma risultante dalla moltiplicazione dell'importo di euro 1,00 per il numero complessivo che si ricava sommando i totali dei cittadini della Repubblica iscritti nelle liste elettorali delle circoscrizioni o collegi per la Camera dei deputati e quelli iscritti nelle liste elettorali delle circoscrizioni o collegi per il Senato della Repubblica nelle quali e' presente con liste o candidati»

In parole povere, viene costituito un fondo, ovviamente tramite il finanziamento dei contribuenti, sulla base degli iscritti alle liste elettorali, senza contare chi effettivamente voterà o meno, da distribuire poi ai partiti su base proporzionale.
Tale rimborso può essere usato come garanzia per ottenere dei prestiti con i quali finanziare la propria campagna elettorale.

Ed i privati come possono finanziare i partiti?

Tramite un contributo il quale, disciplinato attraverso la legge 23 febbraio 2006 n.51 rimane anonimo sino all'importo di 50000 euro.

Ma non di soli finanziamenti a fondo perduto vive la politica ed infatti i partiti politici ricorrono spesso e volentieri allo strumento del debito per finanziare la propria struttura e la propria campagna elettorale. Il quadro è riassunto in un articolo del Sole 24 ore ed emergono come primi indebitati, non a sorpresa, i DS con i loro 178 milioni di euro (ma erano oltre 500 milioni prima del trattamento “Consorte”) di cui oltre 160 milioni verso banche.Al secondo posto ovviamente Forza Italia i cui debiti vedono spesso Berlusconi nella doppia veste di garante e di creditore, ed al terzo l'insospettabile... Rosa nel Pugno in cui, per debiti, la fanno da padrone i radicali con 2,8 milioni di euro dovuti al filantropo Soros.

***

Riassumendo, il quadro che emerge è desolante. Le elezioni sono un grande business, e lo si sapeva, ma l'analisi dei metodi di finanziamento dei partiti mostra un quadro assai preoccupante e che,mina alle fondamenta il ragionamento di chi, come Grillo, ci esorta a considerare i politici come nostri dipendenti da mandare a casa se non mantengono le promesse fatte.

Che strumenti di controllo e persuasione può avere, infatti, l'elettore, quando il sistema prevede delle altissime barriere all'entrata per i soggetti nuovi che volessero partecipare al grande gioco elettorale, a meno di non associarsi a partiti già esistenti e venire a patti con una realtà che, per definizione, è corrotta dagli interessi dei finanziatori del partito stesso?

E allora come dichiarò Craxi, il Male assoluto dell'epoca, nel luglio del '92, in Parlamento:

”..I partiti, specie quelli che contano su appartati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all'uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale. Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest'Aula, responsabile politico di organizzazioni importanti, che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro.”

E' cambiato qualcosa da allora? O viviamo, ancora, in un sistema che ci illude, col meccanismo elettorale, di avere una facoltà di scelta, un peso fondamentale, nel determinare le scelte che il paese farà nel prossimo futuro mentre le stanze in cui le decisioni vengono prese sono altre, lontane, blindate, molto al di là di ogni nostra possibile influenza.

Ashoka
Inviato il: 24/8/2006 0:58
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Re: Li tengono saldamente in pugno
#15
Mi sento vacillare
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Da MMMMMMonza
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Salve a tutti,
Mi sia consentita una piccola considerazione: l'Italia, per quanto messa male, non sarà mai il regno americano del lobbying. Ossia il mercimonio e la corruzione elevati a sistema politico per eccellenza.
Tra l'altro, pochi mesi fa, mi è parso che l'Unione Europea stesse approntando una sorta di registro dei lobbisti (ossia rappresentanti di gruppi di pressione, eufemisticamente parlando) sia a livello continentale (ove è già operativa un versione "edulcorata") che nazionale (per i singolo stati, cioè). Così, tanto per chiarire le cose...
Sempre più lobby a Bruxelles intorno alla Commissione Europea

A livello di esposizione debitoria, prima delle elezioni politiche 2006, l'unico partito di cui si sapesse qualcosina era quello Radicale, che aveva preso in prestito una certa somma da... rullo di tamburi... Soros!
Una piccola rassegna stampa sugli incroci americani dei Radicali
Il denaro prestato era stato restituito... Chissà come mai, poi, la politica di Capezzone e soci è diventata sempre più atlantista (sia a livello privatistico che pubblicistico)?

A questo link
Un'intervista a Marco della Luna, autore di Euroschiavi e Le Chiavi del Potere
che, come al solito chiarisce molto bene il concetto di democrazie e il ruolo dei poveri votanti, sempre meno considerati dei finanziatori (occulti e palesi) dei partiti politici...

Alla fine risulta sempre più chiaro che i politici sono i camerieri dei banchieri (un po' come i diamanti sono i migliori amici delle donne ), i quali ispirano e perpetuano un sistema fondato sulla corruzione sistemica. Come già detto prima, il BelPaese non è lontano dai maestri d'Oltreoceano.

Saludos
Kolza
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http://kolza.blogspot.com
Inviato il: 24/8/2006 5:21
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Re: Li tengono saldamente in pugno
#16
Sono certo di non sapere
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Ashoka

Chiedo umilmente scusa, il tuo thread mi era passato completamente inosservato. Infatti io, per lavoro, alterno momenti di presenza abbastanza assidua a settimane di assenza completa.

Si era gia' detto tutto praticamente li' e forse questo thread e in sovrannumero. Spero che magari sia stato uno spunto per esaminare cosa succede in GB.

Di certo dopo l'intervento di Kolza lo e' per avere presente come funziona la Plutocrazia americana!!! Bisognerebbe bandire del tutto l'accostamente America/Democrazia.
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Inviato il: 24/8/2006 9:27
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  •  meskal
      meskal
Re: Li tengono saldamente in pugno
#17
So tutto
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scusate, sò di essere ot, ma ho un grosso (per me ) problema,
nn vorrei sbagliarmi ma proprio su questo sito(spero perchè potrei sbagliarmi) avevo trovato un video definito pesante per le immagini proposte, parlava della guerra , dell'uranio impoverito sparso al suolo e dei danni che si creano, era in inglese ed aveva un montaggio molto particolare, direi da "resistenza planetaria".........
se qualcuno capisce a quale video mi riferisco please mi aiuti!!!!!!!!!
grazie!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Inviato il: 26/8/2006 17:10
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Re: Li tengono saldamente in pugno
#18
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 17/5/2006
Da Arkadia-spazio profondo
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Citazione:
l'accostamento America/Democrazia

Mi sa che in generale di democrazie al mondo non ce ne sono...O forse va a fnire che l'unica democrazia è l'Iran? (Ironic mode,ovviamente). A dire il vero, forse non ho detto neanche una boiata così enorme: l'Iran non sarà democratico ma almeno Ahmadinejad viene da una famiglia povera...cosa che nessun presidente USA ha mai fatto...
Inviato il: 26/8/2006 17:27
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